di SANTO STRATI – Chiamatelo errore madornale o svista imperdonabile, comunque non trova alcuna giustificazione che chi ha disegnato le aree della Zes Calabria abbia individuato per Reggio le superfici della piste di decollo e atterraggio dell’Aeroporto dello Stretto. Una cosa pazzesca, salvo a non voler pensar male (che si sa, si rischia di far peccato, ma spesso – come diceva Andreotti – ci s’azzecca) e immaginare che la “svista” non sia poi involontaria, ma scientemente applicata al fine di scoraggiare eventuali (e quanto mai auspicabili) investimenti nell’area Zes di Reggio. Zes, come tutti ormai sanno, significa “zona economica speciale”, ovvero delle aree all’interno delle quali le imprese già operative o quelle di futuro insediamento possono godere di incentivazioni varie, in pratica agevolazioni fiscali (in termini di importanti crediti d’imposta) e semplificazioni e snellimento delle pratiche amministrative. Le Zes sono state istituite nel 2017 e disciplinate poi nel dicembre del 2018 con un decreto, convertito poi in legge, nell’ambito degli interventi urgenti destinati a far crescere gli investimenti nel Mezzogiorno con l’obiettivo di favorire lo sviluppo del territorio.
Come risulta dagli atti, la Regione Calabria con la delibera n. 100 del 29 marzo del 2018 della Giunta guidata da Mario Oliverio ha individuato le aree produttive all’interno delle quali operare, utilizzando le incentivazioni fiscali e i provvedimenti di sburocratizzazione amministrativa per i nuovi insediamenti. Le aree industriali e produttive della Zes di Gioia Tauro sono state individuate per costituire gli ambiti naturali per insediare nuove attività o rilanciare quelle esistenti applicando il regime agevolato previsto per le Zes. Piccolo particolare, le aree Zes di Reggio sono state individuate non nella zona industriale di San Gregorio-San Leo (Pellaro) come sarebbe stato ovvio visto che si parla di insediamenti produttivi, bensì in ambito aeroportuale. Ma non nelle aree adiacenti l’aeroporto, ma proprio dentro le piste, come si vede dalla piantina che indica le superfici destinate ad attività produttive per la Zes di Reggio.
Il Comitato spontaneo “ZES fuori dalle piste dell’Aeroporto di Reggio Calabria” (costituito da realtà economiche e sociali che operano nell’area interessata) ha denunciato il “marchiano errore materiale” con una pec inviata il 14 febbraio al Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, al Ministro per la Coesione Territoriale Raffaele Fitto, al Presidente della Regione Roberto Occhiuto, alla vicepresidente della Giunta regionale Giusi Princi, all’assessore regionale alla Attività Produttive e area Zes Rosario Varì, al commissario della Zes Calabria (e Campania) Giuseppe Romano, ai sindaci ff del Comune e Città Metropolitana Paolo Brunetti e Carmelo Versace, all’assessore comunale di Reggio alla Pianificazione. urbana e Progetti strategici Domenico Battaglia, al Presidente e al Direttore generale ENAC. Hanno risposto tutti, subito… ignorando completamente la denuncia. Dopo due settimane, infatti non è arrivato alcun riscontro, da nessuna delle parti interpellate.
Probabilmente, siamo alle solite: di Reggio non interessa niente a nessuno. Come si può aver ignorato per la Zes reggina due aree industriali più che strategiche (L’ex officina Grandi Riparazioni delle Ferrovie e il Porto di Saline Joniche) scegliendo i terreni all’interno dell’area aeroportuale? Salvo che l’obiettivo finale non sia quello di chiudere completamente l’Aeroporto dello Stretto e quindi utilizzare la superficie per attività industriali. Ma, in ogni caso, l’assurdo è che nelle aree individuate dentro il recinto aeroportuale – a fianco delle piste di decollo e atterraggio – si possa immaginare una qualsivoglia attività imprenditoriale e produttiva., mentre languono le imprese di San Gregorio e Pellaro San Leo.
L’assenza di una qualsiasi risposta, del resto, sta diventando regola fissa per la Città di Reggio. Vedi il caso Piazza De Nava, vedi il caso Lido Comunale e via discorrendo. Si fanno grandi progetti (a parole) per il turismo, ma si ignora l’assenza di strutture, si evita accuratamente di formare il personale, di adeguare l’offerta a una domanda che si scontra poi con la mancanza della logistica. Il tutto è facilmente spiegabile con un solo termine: assenza di visione. Abbiamo amministratori distratti (vedi il perimetro della Zes dentro l’aeroporto!), annoiati e, troppo spesso, privi di competenza specifica. Quale futuro possiamo intravedere per i ragazzi della più popolsa città della Calabria? Ci sono risorse intellettuali ignorate se non addirittura escluse da progetti di sviluppo, ci sono idee e passione, ma mancano, quasi sempre, gli interlocutori. E, allora, con chi si parla, si ragiona, si discute? (s)