di ERCOLE INCALZA – «Abbiamo rilasciato 571 autorizzazioni uniche che attivano investimenti per 10 miliardi di euro e creano 10 mila nuovi posti di lavoro». È quanto ha detto Giosy Romano, Coordinatore della Zona Economica Speciale Unica, alla Fiera dell’Industria di Hannover, una delle più importanti al mondo, a promuovere la Zes Unica.
«Qui nell’incontro di Hannover abbiamo partecipato a diversi incontri e abbiamo potuto verificare che gli imprenditori stranieri con cui abbiamo dialogato si sono mostrati sorpresi dei vantaggi offerti dalla autorizzazione unica che riusciamo a rilasciare in 30 giorni. Questa è la vera rivoluzione della Zes Una innovazione che sta trasformando il panorama degli investimenti in Italia e costituisce un esempio semplificativo di semplificazione e rapidità nei processi amministrativi».
Queste due dichiarazioni non solo testimoniano la rilevanza del successo della Zes Unica ma, al tempo stesso, dimostrano quanto sia stato utile e innovativa la riforma portata avanti dall’ex Ministro Raffaele Fitto. Una riforma che giustamente viene ulteriormente valorizzata da Giosy Romano in quanto ha vissuto prima da Commissario la esperienza di una delle 8 Zes. Ritengo però doveroso ricordare oggi dopo questo grande e misurabile successo ricordare il danno prodotto in passato da una norma assurda come quella delle otto Zes.
Nel 2022, in un mio articolo, avevo ribadito che, dopo sei anni dal varo del Decreto Legge sulle otto Zes, il provvedimento si era trasformato in un inutile strumento: di circa 600 milioni previsti dalla norma erano stati attivati appena 30 milioni di euro. Ricordai anche che il fallimento della norma era da riscontrarsi non nell’operato dei Commissari ma in almeno quattro fattori: La limitata disponibilità delle risorse (circa 600 milioni di euro; Il numero rilevante di siti (solo in Sicilia entro il 2021 si sarebbero dovute istituire e rese operative due Zes, per un totale di 5.118 ettari in 43 aree dichiarate idonee dalla apposita Commissione di valutazione. Cioè nella sola Sicilia erano state identificate ben 43 aree elette a Zes, in tutta la Unione Europea le aree elette a ZES erano solo 91. La mancata interazione tra distinte realtà territoriali del Mezzogiorno, cioè l’assurdo isolamento tra distinti Hub logistici (porti della Calabria non interagenti con porti della Puglia, ecc.); Il lungo iter istruttorio soprattutto da parte degli Enti locali.
La miopia dei promotori istituzionali del richiamato Decreto Legge e la incapacità dei Governi Conte 1 e Conte 2 nell’aggravare con norme correttive la stessa norma iniziale, hanno praticamente fatto lavorare tantissimo i vari Commissari per tentare, in tutti i modi, di dare concreta attuazione al provvedimento ma, per la serie di negatività prima riportate, il loro apprezzabile impegno era rimasto all’interno di un dettagliato quadro programmatico, all’interno di una misurabile prospettazione di potenzialità e di interessi imprenditoriali ma non aveva prodotto nulla, non aveva in nessun modo incrementato il Pil.
Ed allora la soluzione prodotta dall’allora Ministro Raffale Fitto con la Zes Unica ha praticamente posto la parola fine ad un tragico fallimento dei Governi che, dal giugno del 2017 (data ripeto del varo del Decreto Legge 91 istitutivo delle otto Zes), si erano succeduti.
Ma proprio perché oggi siamo in possesso di un dato: «10 miliardi di euro e 10 mila nuovi posti di lavoro», non possiamo non stigmatizzare la rilevanza del danno prodotto dall’azione, soprattutto, dei Governi Conte 1 e Conte 2 e, in parte, anche Draghi che, per quasi quattro anni, hanno reso inutile un provvedimento che se rivisitato solo formalmente, sì anche senza un adeguato supporto finanziario, avrebbe quanto meno reso possibile l’attivazione di un volano di risorse di 600 milioni di euro.
Ho voluto ricordare questo fallimento, ho voluto denunciare questo danno perché, spesso, mi meraviglio della assenza di una adeguata e documentata denuncia da parte dell’attuale maggioranza parlamentare. Mi meraviglia, infatti, il sistematico attacco del responsabile del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte all’operato dell’attuale Governo, un attacco che non trova una immediata risposta sulle gravi responsabilità generate dalla imperdonabile incapacità gestionale proprio dei suoi due passati Governi.
Dove erano sia Giuseppe Conte che i vari Ministri del Movimento 5 Stelle quando gli stessi Commissari, preposti alla gestione delle varie Zes, prospettavano proposte di rivisitazione della norma e come giustificano oggi il danno all’erario provocato proprio dalla loro incapacità?
La Corte dei Conti spero affronti queste diffuse responsabilità di uno schieramento che, come ho avuto modo di ricordare in passato, ha accumulato rilevanti danni alla crescita del Paese. (ei)