Migliaia di presenze in 5 giorni, oltre 10.000 visualizzazioni in diretta streaming, 29 incontri, 6 eventi tra teatro, musica e cinema, 3 mostre e 60 volontari. È il bilancio con cui si è chiusa, a Lamezia Terme, l’11esima edizione di Trame, il Festival dei libri sulle mafie.
L’evento è ideato da Fondazione Trame e Associazione antiracket Lamezia ALA con la direzione artistica di Giovanni Tizian e quella organizzativa di Cristina Porcelli.
Numeri importanti che sottolineano una presa di coscienza collettiva verso un cambiamento possibile per la lotta alle mafie e alla criminalità organizzata, «perché è una questione prima di tutto culturale» come ha dichiarato il direttore artistico Giovanni Tizian.
«Abbiamo avuto ospiti che hanno portato conoscenze e competenze per affrontare un ragionamento sugli ultimi trent’anni d’Italia a partire dalle stragi di mafia del ’92 – ha proseguito Tizian –. L’idea è quella di diventare un punto di riferimento anche fuori, non solo in Italia, perché da 11 anni raccontiamo il Paese attraverso i sistemi criminali. Non esiste un altro festival simile, non esiste un altro festival di libri sulle mafie fatto su un territorio come la Calabria, con tutte le sue difficoltà e con tutte le sue ricchezze, per potersi liberare dal potere mafioso».
Un’edizione che è tornata in presenza dopo la pandemia, per ritrovarsi nella piazza, luogo di dibattito e confronto: «Quella di ritrovarsi in tanti, tra palazzo Nicotera e la piazzetta di San Domenico, è stata certamente una occasione straordinaria – ha commentato Nuccio Iovene, presidente di Fondazione Trame –. La città di Lamezia Terme ci ha premiato con una partecipazione, un’adesione, un affetto che non ci aspettavamo così grandi. Trame è il segno di un percorso che in 11 anni è cresciuto non solo in termini di adesioni, ma di nuove e importanti consapevolezze».
Dopo una crisi mondiale che ha visto particolarmente penalizzato l’intero comparto culturale, Trame Festival si è posizionato tra gli eventi di rilievo del Paese, seguito da pubblico proveniente anche dall’estero, facendosi esempio concreto di buone pratiche per il futuro dell’Europa.
«Abbiamo continuato a coltivare rapporti con realtà nazioItaliane, Treccani Cultura, Poste italiane, Rai per il Sociale – ha detto la direttrice di Fondazione Trame Cristina Porcelli – ed è stata occasione di ripartenza anche per l’economia del territorio, che ha visto la mobilitazione di ristoratori, strutture ricettive, trasporti e servizi locali, muovendo un importante indotto anche da questo punto di vista economico, cosa di cui bisogna tener conto anche per le attività culturali».
In 5 giornate sono saliti sul palco di Trame Alfredo Morvillo, Rosario Aitala, Pietro Grasso, Roberto Saviano, Ilda Boccassini e Nicola Gratteri.
«Fare un festival come Trame a Lamezia Terme serve, proprio per la difficoltà che si hanno quasi quotidianamente», ha detto lo scrittore Roberto Saviano.
«Infatti, non è come fare un festival a Roma, Perugia o Firenze e spero che Trame Festival attiri quante più persone anche a livello nazionale e internazionale in questo territorio», ha concluso Saviano, che al Festival ha presentato il libro “Solo è il coraggio. Giovanni Falcone, il romanzo” edito da Bompiani. (rcz)