Il responsabile PD Sanità per il Mezzogiorno, Carlo Guccione, ha evidenziato come «il Commissario Occhiuto ancora non ha fatto chiarezza su come affrontare concretamente e operativamente la situazione emergenziale in cui si trova la sanità calabrese».
Nel corso dell’iniziativa organizzata dal PD a Cosenza, Guccione ha spiegato che «in una recente intervista ha detto che “il problema della sanità è che ci sono nelle Aziende centri di potere amministrativo che si sono consolidati e che è difficile sradicarli e, più precisamente, a volte nelle aziende sanitarie ci sono capi del personale, direttori del personale che magari fanno non i concorsi che interessano ai cittadini ma quelli che interessano a loro”».
«Bene, anche Occhiuto finalmente – ha evidenziato – si è accorto che la questione dei “centri di potere” ha paralizzato il sistema: non solo non portano avanti i concorsi per migliaia di assunzioni autorizzati attraverso l’approvazione di tutti i Piani del fabbisogno del personale, ma non effettuano neanche le gare e ci troviamo, ad esempio, con proroghe di beni e servizi di Asp e Aziende ospedaliere di oltre 15 anni. La cosa più grave è che la mole del debito sanitario continua a crescere a dismisura e a schiacciare il sistema sanitario calabrese».
«È ora di voltare pagina – ha ribadito – se Occhiuto è in grado di rompere questi meccanismi e le ingerenze non solo della politica ma anche del sistema criminale, noi ci siamo. È una battaglia che combattiamo da dodici anni».
«La vicenda dei medici cubani – ha proseguito nel suo intervento – dimostra che le scorciatoie non portano da nessuna parte, l’emergenza sanitaria c’è, è reale e datata nel tempo ma ci sono gli strumenti per affrontarla. Ecco perché, prima di siglare l’accordo per l’arrivo dei medici cubani, andava bandita ad esempio, così come il presidente commissario ha fatto solo qualche giorno fa (25 agosto), la manifestazione pubblica per gli specializzandi».
«O bisognava – ha sostenuto Carlo Guccione – imporre ad Asp e Aziende ospedaliere di bandire tutti i concorsi autorizzati, a tempo indeterminato, per l’assunzione di personale per il triennio 2019-2021. Inoltre, bastava accelerare l’approvazione del nuovo Piano operativo 2022-2024 per far scattare la norma del Decreto Calabria che prevede un piano assunzionale di medici e di operatori del comparto sanitario. Questa alternativa, non presa in considerazione in tempo utile, ha ritardato la possibilità di avere già in servizio medici e specializzandi nei reparti degli ospedali calabresi».
«Mi chiedo, qual è la reale garanzia sulla qualità e appropriatezza delle cure che possono garantire i 500 medici che provengono da un contesto formativo e organizzativo così diverso dal nostro? – ha concluso –. A cui bisogna, tra l’altro, aggiungere una notevole difficoltà di integrazione? Un conto è averli avuti in piena emergenza pandemica svolgendo un ruolo specifico di contrasto al Covid, altro è metterli in una corsia di ospedale da soli, di turno di notte, in un Pronto soccorso o in una sala operatoria».
La deputata Enza Bruno Bossio, nel suo intervento ha constatato che il commissario Occhiuto «preferisce utilizzare agenzie interinali per assumere medici cubani. Così facendo però non allontana l’emergenza, anzi l’aggrava, mortificando allo stesso tempo le professionalità calabresi».
Per Bruno Bossio, infatti, la soluzione all’emergenza sanitaria in Calabria trova risposta «con concorsi pubblici, non con accordi con società interinali non accreditate presso il Ministero del Lavoro. Non siamo noi a dirlo, sono le parti sociali, i medici e i cittadini calabresi che chiedono cure, non demagogia».
Vittorio Pecoraro, segretario PD – Federazione di Cosenza, invece, ha evidenziato come «la sanità calabrese non può essere affidata a soluzioni precarie e di fantasia, ma necessita di risposte strutturali». (rcs)