di FRANCO BARTUCCI – “Satelliti e sicurezza ambientale: le regole, le tecnologie, le pratiche” è stato il tema della lezione tenuta dal prof. Vito Uricchio, del Consiglio Nazionale delle Ricerche, al Master in Intelligence dell’Università della Calabria, diretto da Mario Caligiuri.
Uricchio ha affrontato il tema dei satelliti collegati al contrasto della criminalità ambientale, sottovalutato in alcuni paesi ed in cui l’Italia fa scuola in ambito internazionale.
Il focus della lezione è stato incentrato su alcune tipologie di crimini ecologici che richiedono un costante monitoraggio sui territori e che possono beneficiare della visione spettrale dell’ “occhio celeste”, tra i quali lo smaltimento illegale di rifiuti, i traffici di specie animali, la pesca illecita, l’avvelenamento ambientale, l’estrazione illegale di materiali.
Uricchio ha precisato come questi reati, perpetrati dalle “Ecomafie”, abbiano un notevole impatto ambientale, con effetti tragici sulla catena alimentare, sulla salute umana e sulla biodiversità nel Pianeta. Ne è un esempio la vendita illecita di pinne di squali, dei quali, allo stato attuale, il 37% delle specie è a rischio di estinzione e negli ultimi 50 anni, l’abbondanza di questi animali è calata del 71,1%.
Con riferimento ad alcuni paesi africani, il docente si è poi soffermato sull’estrazione illegale di materiali da miniere e cave abusive, che spesso determinano il successivo tombamento di rifiuti, incrementando l’inquinamento delle matrici acqua e suolo. A tal proposito è stata effettuata un’analisi delle principali aree di estrazione presenti in Italia ed è emerso che nonostante vi siano 4.168 cave attive, ve ne siano 14.141 dismesse, esse necessitano di un costante monitoraggio per evitare la sempre più diffusa pratica dello smaltimento illecito di rifiuti.
Uricchio ha dunque ricordato l’esistenza di altre tipologie di reati ambientali, sostenuti da una solida rete corruttiva sempre più radicata in alcuni settori, tra i quali il traffico illecito di animali (si pensi al fenomeno del “Tiger business”, che consiste in una vendita o fitto di tigri e grandi felini nel mondo della criminalità organizzata) e allo smaltimento di rifiuti elettronici, batterie esauste e copertoni che incrementa i traffici illegali verso la Costa d’Avorio, la Nuova Guinea, la Malesia e altri Paesi con ampia disponibilità di suolo. E’ importante contrastare tali fenomeni sui nostri territori, in quanto la criminalità ambientale transnazionale è diventata il principale motore finanziario del conflitto sociale, con gravi implicazioni per la pace e la sicurezza. I quadri di sviluppo sostenibile devono riconoscere apertamente e mitigare i rischi posti dalla criminalità ambientale transnazionale alla sicurezza ambientale.
La lezione ha, poi, assunto un carattere pratico e il docente ha ribadito come la notevole diffusione di crimini ambientali necessiti di un costante monitoraggio e intervento. Con riferimento al nostro Paese, Uricchio ha focalizzato l’attenzione sugli investimenti nel settore satellitare, aspetto centrale delle nuove tecnologie, che forniscono un decisivo supporto alle analisi del territorio e di contrasto ai crimini ambientali.
L’Italia ha definito un “Piano Strategico di Space Economy”, che prevede un investimento di circa 4,7 miliardi di euro, di cui il 50% coperto con risorse pubbliche, tra nazionali e regionali, aggiuntive rispetto a quelle ordinariamente destinate alle politiche spaziali.
Il docente ha quindi descritto le finalità del Piano, che si articola in cinque linee programmatiche, in adesione alle iniziative a livello europeo e con l’obiettivo di valorizzarne l’impatto a livello nazionale: Telecomunicazioni satellitari (Mirror GovSatCom), supporto alla partecipazione nazionale a Galileo (Mirror Galileo), infrastruttura Galileo PRS, supporto a Copernicus (Mirror Copernicus) unitamente all’esplorazione spaziale e sviluppi tecnologici.
Con riferimento all’analisi morfologica terrestre, Uricchio ha presentato il Cosmo-Skymed, un’eccellenza della tecnologia italiana, primo sistema duale di satelliti radar di osservazione, dei quali esistono una prima e una seconda generazione, quest’ultima molto più precisa e tutt’oggi utilizzata anche dalla Protezione Civile come strumento di analisi e di prevenzione delle calamità naturali.
Il docente ha successivamente descritto le finalità del programma Copernicus, concepito sulla base di osservazioni satellitari e sul terreno, che forniscono, in tempo quasi reale, dati che utilizzati per esigenze locali e regionali, programmatorie e gestionali. Queste informazioni ci aiutano a comprendere il funzionamento del nostro pianeta e a gestire, in modo sostenibile, l’ambiente in cui viviamo.
«Tutto ciò – ha affermato Uricchio –, è possibile anche grazie ai tre dei sette sistemi “sentinelle”: Sentinel- 1 consente di analizzare le variazioni morfologiche mediante l’impiego di dati radar interferometrici; Sentinel- 2, dotato di satelliti ottici a 13 bande a risorse spettrali, in grado di sorvolare in un determinato punto ogni 5 giorni (frequentemente impiegato nella valutazione dei livelli del mare); Sentinel- 3, sono a sono a specializzazione oceanografica e terrestre ed assicurano immagini di un’area con frequenza di due giorni».
Uricchio ha concluso affermando che il Consiglio Nazionale delle Ricerche, collabora quotidianamente con le Istituzioni ed in particolare con le Forze dell’Ordine e con la Protezione Civile al fine di poter fornire strumenti e dati utili alla prevenzione e al contrasto dei reati ambientali. (fb)