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CATANZARO - Addio a Carlo Manente, Fiorita: «Non dimenticheremo il partigiano catanzarese»

Inizio anno scolastico, il messaggio del sindaco di CZ Nicola Fiorita

Alle ragazze e ai ragazzi, alle bambine e ai bambini che frequentano le scuole della nostra Città, auguro un gioioso ritorno tra i banchi, l’inizio di un percorso che durerà un anno e che darà loro nuove conoscenze e nuove opportunità.
Rivolgo un augurio di buon lavoro a tutti gli operatori della conoscenza, i dirigenti scolastici, i docenti, il personale ATA, a cui è affidato un compito fondamentale e insostituibile, quello della formazione e della crescita delle nuove generazioni.
Ma c’è un altro compito, non meno importante: quello di assicurare l’eguaglianza e le stesse condizioni di partenza a tutti gli studenti, di fornire loro gli strumenti per realizzare la libertà e l’autonomia. Se c’è un luogo dove si può e si deve realizzare l’eguaglianza è la scuola.
Ogni studente e ogni scolaro di Catanzaro deve potere avere le stesse opportunità e dobbiamo concorrere tutti perché ciò avvenga.
E’ per tale motivo che guardo con forte preoccupazione ipotesi di “regionalizzazione” della scuola pubblica che potrebbero generare inaccettabili discriminazioni e una frantumazione del sistema scolastico italiano.
La scuola, per quanto mi riguarda, deve rimanere nazionale, una materia in cui lo Stato deve esercitare una supremazia, combattendo gli egoismi di chi si sente più forte e più ricco.
Dobbiamo fare in modo che tutti i bambini e i ragazzi frequentino con profitto la scuola pubblica, soprattutto quelli dei quartieri difficili e complicati, dove il fenomeno della dispersione scolastica è ancora troppo forte. Sono molto perplesso sulle soluzioni contenute nel cosiddetto “decreto Caivano” perché la repressione, da sola, non basta a combattere degrado e dispersione. Più che arrestare i genitori che non mandano i bambini a scuola, dobbiamo convincerli a dare ai loro figli un futuro migliore attraverso l’istruzione. Maggiori risorse ai Comuni per interventi sociali nei quartieri sarebbero state più utili.
Dicevo che ognuno deve fare la sua parte. Qui non serve la propaganda. Preferisco rendere conto alla Città e alle famiglie dello sforzo che stiamo compiendo per migliorare un sistema scolastico cittadino vetusto, arretrato, malandato, fatto di edifici vecchi e malfunzionanti. Non potevamo fare miracoli in appena un anno, ma crediamo di avere operato un investimento forte sulla logistica scolastica.
Spenderemo 11 milioni di euro in 9 anni su 52 plessi scolastici per la riduzione degli sprechi energetici e per la massima efficienza degli impianti, con nuove caldaie, nuovi corpi illuminanti e sofisticati sistemi di controllo. Siamo la prima grance città del sud a varare questo programma che ci consentirà a regime di risparmiare quasi un milione e mezzo di euro che reinvestiremo sempre nel sistema scolastico.
Con un milione e 400mila euro interverremo sulle palestre e le aree gioco di quattro istituti scolastici: Istituto Comprensivo Manzoni Nord-Est; Istituto Comprensivo Pascoli Aldisio; Istituto Comprensivo Vivaldi; Istituto Comprensivo Patari-Rodari.
Abbiamo approvato il progetto di fattibilità tecnico economica relativo alla demolizione e ricostruzione del Plesso scolastico Piano Casa, che ci permetterà di realizzare un centro di servizi educativi per la prima infanzia destinato a 42 bambini. Lavori in corso e progetti già approvati riguardano varie scuole cittadine, come la Patari/Rodari, Santo Janni, via Molise, Aranceto. Abbiamo cercato di stabilizzare servizi essenziali, come le mense.
Non basta, ovviamente. Quando si parla di scuola, occorre sempre fare di più. Posso dire che non tralasceremo alcuna possibilità per migliorare e potenziare l’assetto logistico delle nostre scuole, coniugando sempre la conoscenza con le tematiche ambientali.
La chiudo qui e mi concedo un piccolo spazio finale alla retorica. C’è un bellissimo film americano sul mondo della scuola, pellicola del 1989 che tutti conoscono, anche le nuove generazioni, L’Attimo fuggente. Narra del rapporto speciale che si crea tra un professore e i suoi studenti. E’ celebre la battuta con cui i ragazzi salutano il prof: “O Capitano, mio capitano”: Ai nostri ragazzi auguro buon viaggio con i loro coraggiosi “capitani”, i loro meravigliosi docenti e i loro impareggiabili genitori. (rcz)