di GIANNI PAPASSO – Tutto ha inizio con ordinanza del settembre 2019 – quando il comune era commissariato – l’allora presidente della Regione Calabria Mario Oliverio dichiarava di far proseguire le attività di conferimento di rifiuti presso la discarica di cassano fino a quanto previsto da un progetto precedentemente approvato e che prevedeva 120mila tonnellate. Nel frattempo ci sono state le elezioni (novembre 2019 dove vengo eletto sindaco nuovamente e al primo turno), all’insediamento della mia amministrazione deliberammo che per il consiglio comunale, il sindaco e il comune, la discarica non dovesse più essere utilizzata se non per quanto previsto dal progetto.
Tutto questo perché nel frattempo nella discarica, sotto la gestione commissariale, sono state portate le cosiddette ecoballe, ignorando del tutto la volontà dei cittadini, ed era stato dato sia il sì al sopralzo della quarta buca sia il sì alla realizzazione della quinta. Successivamente, il consiglio comunale che si insedia, smonta il dettato dei commissari e delibera sia il no al sopralzo della quarta buca, sia il no alla realizzazione della quinta. A riguardo, il 3 gennaio 2020, dopo meno di un mese dalle elezioni e dopo due giorni dalla delibera di consiglio comunale, viene nominato un commissario che deve ottemperare all’ordinanza del presidente Oliverio visto proprio il “no” dell’amministrazione comunale. Il commissario si insedia, viene stilato un verbale, e dichiaro che non ero assolutamente d’accordo con quanto si doveva fare manifestando l’indisponibilità del Comune a quanto era stato disposto portando all’esame del commissario la decisione del consiglio comunale. Il commissario si rivolge alla procura, contro di me e vengo tacciato di ostruzionismo nei confronti della Regione querelandomi. Ovviamente ho scritto alla Procura spiegando che il commissario voleva mettere mano al bilancio comunale per svolgere i suoi compiti per una discarica di proprietà regionale e che le casse comunali non potevano garantire questo suo agire perché avrebbe creato solo problemi allo stesso oltre a ribadire nelle mie controdeduzioni la volontà popolare che era ben altra.
Quindi l’attività del commissario si conclude con questo esposto in procura. Intanto ci sono le elezioni, viene eletta presidente la compianta Iole Santelli, vengo convocato dalla Regione Calabria e mi viene chiesta collaborazione per abbancare altri rifiuti vista l’emergenza che si viveva in Calabria anche perché altri impianti non erano stati realizzati nei tempi previsti. Anche in quel caso dichiarai il mio parere negativo e dissi che la volontà del consiglio comunale era stata quella racchiusa nella delibera di consiglio del 1 dicembre 2019 inviata a tutti, Regione Calabria compresa. Riferii anche che vigilava sulle attività di tutti per la discarica anche un comitato nato per tenere sotto controllo quanto accadeva in contrada La Silva nel suddetto impianto. Comitato che venne invitato ad un successivo incontro, tra questi anche il signor Pietro Francomano, altri rappresentanti tra cui alcuni soggetti di Francavilla (la discarica si trova al confine col suddetto comune), e gli venne chiesto di esprimere un parere sul prosieguo delle attività.
In quella circostanza il comitato, compreso il capo delegazione Francomano, ha espresso parere favorevole affinché si potesse conferire ulteriori rifiuti presso la discarica del Comune di Cassano riaprendo, di fatto, quella che era una decisone assunta tenendo conto, ovviamente, della gravissima situazione rappresentata dagli uffici della Regione e dagli assessori Sergio De Caprio e Gianluca Gallo. A seguito di questo incontro con ordinanza del 20 maggio 2020 la Santelli attiva nuovamente la discarica di contrada La Silva per il conferimento di 30mila metri cubi con un conferimento massimo giornaliero di 150 metri cubi.
La condizione negoziata da me, in qualità di sindaco, fu che nella stessa ordinanza si dicesse che non sarebbe stata più realizzata la quinta buca, punto che viene inserito puntualmente. Ho detto sì dopo aver ascoltato il sì del Comitato e qui inizia anche il loro silenzio. Intanto nel novembre 2020 faccio fare un controllo, ci accorgiamo che si è andati ben oltre i 30mila metri cubi e protesto per questo fatto con nota scritta indirizzata alla Regione e agli altri responsabili e chiedo che venissero spostate le ecoballe perché nel frattempo c’era stato un principio di incendio. Questo avviene nel silenzio di tutti gli altri attori. Alla Santelli, scomparsa prematuramente, si sostituisce il suo vice Nino Spirlì il quale emette una ordinanza, sempre nell’ambito della legge, per far proseguire i conferimenti a soluzione di continuità. Anche questo avviene nel silenzio generale, l’unico che si oppone sono sempre io. Lo stesso Spirlì fa fare una ricognizione delle discariche regionali e per Cassano si dice che possono essere conferite soltanto altre 5mila tonnellate.
Dopo poco arriva una nuova ennesima ordinanza, la 41 del giungo 2021, che riapre la prima buca per farla livellare con altri rifiuti. Anche in questo caso sono solo io a protestare con una lettera datata 21 giugno dove lamento anche una scortesia degli organi regionali perché queste ordinanze sono state emesse senza consultare il sindaco e gli altri interessanti alla vicenda. La mia protesta (che ancora una volta è l’unica) sortisce i suoi effetti, vengo chiamato dall’assessore De Caprio e concordiamo che il sopralzo doveva prevedere invece di 30mila tonnellate solo 10mila. Anche questo impegno non viene rispettato dalla Regione. Si va a nuove elezioni, diventa presidente l’onorevole Roberto Occhiuto e questa volta interviene il presidente della Provincia che emette una nuova ordinanza (datata luglio 2022) in cui autorizza la realizzazione di una serie di opere attorno alla quarta buca per abbancare altri rifiuti.
Ancora una volta sono solo io a protestare anche perché il mio Comune viene nuovamente escluso da ogni ragionamento cosa che invece era stata fatta dalla presidente Santelli. Rispetto a queste mie note di protesta c’è stato il silenzio più assoluto ma non solo della Regione e della Provincia, anche in loco di comitati e interessati vari perché tutti tacciono e fanno finta di niente. Intanto si va avanti, il comune è esautorato e non svolge più nessuna attività presso la discarica di contrada La Silva perché il tutto è gestito dalla Regione (compresa la scelta delle imprese), a noi rimane solo la possibilità del controllo per verificare il limite delle 150 tonnellate al giorno che, se superato, non permetterebbe alle imprese di stoccarli e sistemarli giornalmente. Ad aprile 2023, per puro caso, veniamo a conoscenza di un’altra ordinanza che prepara il presidente della Provincia di Cosenza Rosaria Succurro. Ne veniamo a conoscenza perché nella proposta di ordinanza viene chiesto il parere dell’ufficio sanitario di Cassano che chiama il sindaco e lo notizia su una richiesta di ulteriori conferimenti di 30mila metri cubi sulla terza buca (previa rimozione della copertura) e di altri metri cubi residui sulla quarta buca.
Questa volta, oltre alle proteste pubbliche con comunicati e note ufficiali, essendo anche consigliere provinciale, l’ho fatto direttamente in Consiglio Provinciale perché si disponeva della discarica del Comune di Cassano senza nemmeno consultare il sindaco e i referenti comunali. Nel frattempo ci sono stati gli incendi, si parla di autocombustione ma io non so se sia effettivamente così. Oggi c’è una nuova ditta che gestisce l’impianto, la nuova impresa ha assunto un vigilantes che dal pomeriggio, fino alle 7 di mattina (quando non ci sono i conferimenti) sta in discarica e da allora, guarda caso, non ci sono stati problemi. Quando ci sono stati gli incendi (che fortunatamente non hanno prodotto nessun inquinamento) io sono stato lì fino alle 23 insieme ai pompieri, alla squadra manutenzione del comune e tutti gli altri soccorsi. Ho sollecitato la Protezione civile regionale, di Arrical, della Regione stessa di intervenire. Gli ultimi aggiornamenti ci dicono che oggi Arrical, la nuova autorità che gestisce i rifiuti e le risorse idriche della Regione Calabria, ha intenzione di riunire le quattro buche per avere ancora più spazio per abbancare ulteriori rifiuti costruendo anche un impianto di energia solare fotovoltaico nello stesso impianto. Anche in questo caso ho dichiarato il mio “no” e quello della città di Cassano ma, purtroppo, non conta nulla.
Il comune è – di fatto – esautorato dalle decisioni prese dalla Regione Calabria e dalla Provincia di Cosenza che emettono ordinanze senza consultare il comune stesso. Le leggi in vigore non mi consentono di attivare ordinanze superiori a quelle di Provincia e Regione, sarebbe un gravissimo reato. L’unico potere che ho è quello dello di controllare e lo sto esercitando a dovere. In ogni caso da figura istituzionale, mi rendo conto dell’emergenza rifiuti che vive la nostra Regione e pertanto vanno censurati coloro che non si sono attivati e non si attivano per la realizzazione dei necessari impianti per come previsto dal piano regionale dei rifiuti.
Censuro inoltre chi, per tutta l’estate, ha provato ad attaccare il sindaco individuandolo come colpevole. Ma se un colpevole c’è va cercato altrove. Tutti i documenti qui citati o citati nell’intervento del consiglio comunale dell’11 settembre rivedibile a questo indirizzo https://fb.watch/n33jdBpDEt/ sono disponibili nella mia segreteria. Tanto è dovuto per fare chiarezza sulla situazione della discarica di Contrada La Silva. (gp)
(Gianni Papasso è sindaco di Cassano all’Ionio)