Giancarlo Greco, presidente nazionale di Unimpresa, replica al consigliere regionale Mimmo Bevacqua, specificando che «non è stato dato un solo euro in più alla sanità privata accreditata».
«Siamo costretti, nostro malgrado – ha detto – a concedere sempre le “attenuanti generiche” al capogruppo PD in consiglio regionale Domenico Bevacqua. Non è la prima volta e non sarà quindi neanche l’ultima che scivola rovinosamente e pubblicamente, in materia di sanità. Della serie, magari non lo fa apposta ma è solo a corto di argomenti».
«L’ultima uscita mediatica di Bevacqua su Rai 3 Calabria – ha detto – in materia di sanità è a dir poco esilarante. A suo dire sarebbe stato implementato il budget complessivo a favore della sanità privata accreditata e questa sarebbe la principale causa dei mali della sanità cosiddetta pubblica. Nulla di più palesemente falso, e lo sanno tutti. Al settore della sanità privata accreditata non è stato concesso un euro in più rispetto al passato, tanto per cominciare. Semmai la continua e fuorviante contrapposizione ideologica tra settore pubblico e privato accreditato confina con l’infantilismo politico. La sanità privata convenzionata con il servizio pubblico, lo ribadiamo ancora una volta a Bevacqua consapevoli che prima o poi ci faremo comprendere, per come è cristallizzato nel D.Lgs. n. 502 del 1992, è solo una “gamba” del più complesso sistema sanitario regionale e nazionale. Agisce di concerto e in sinergia con la sanità cosiddetta pubblica. L’una non può fare a meno dell’altra e insieme, alle stesse condizioni, erogano prestazioni per la salute del cittadino-paziente. Io stesso, ho partecipato, a tavoli nazionali per la razionalizzazione e ottimizzazione dell’offerta sanitaria complessiva e sinergica nel Paese, pubblica e privata accreditata, “per come previsto dalla legge”. Salutiamo favorevolmente l’iniziativa del PD a Vibo a favore del nuovo ospedale pubblico. A Vibo, come altrove, l’impegno a favore degli ospedali pubblici deve essere totale da parte di tutti. Non esisterebbe, del resto, futuro per la sanità privata accreditata senza un buon servizio pubblico né quest’ultimo trarrebbe alcun vantaggio dall’affossamento di quella privata accreditata.
«A noi operatori del settore privato accreditato – ha rimarcato – sta a cuore la salute e la cura del cittadino e poco importa se questa avviene in un settore o in un altro».
«Si lavora necessariamente in sinergia – ha aggiunto –. Quanto poi alle cause della grande crisi della sanità cosiddetta pubblica consigliamo un viaggio a ritroso al capogruppo PD Bevacqua. Nella pessima attività della politica e dei partiti, tutti, compreso il suo, troverà la genesi dello spreco di denaro pubblico e di tanto altro nel rapporto incestuoso tra il potere politico e la sanità».
«È ora di dire basta alla sterile propaganda politica sulla pelle dei calabresi – ha detto ancora – e tutto questo solo per raccattare qualche voto o sperare di conservare quelli acchiappati con la scusa della difesa della sanità pubblica. Se davvero si ha a cuore la sanità pubblica si agisca, si trovino soluzioni, gli alibi stanno a zero. Non serve a niente sparare sulla sanità privata accreditata, che è essenziale al sistema sanitario».
«Che facciamo, l’aboliamo? Il servizio pubblico sarebbe in grado di fare da solo? – si è chiesto –. O la migrazione sanitaria schizzerebbe da 300 a 600 milioni di euro? Non scherziamo sulla pelle dei pazienti, siamo tutti in prima linea per il miglioramento della sanità pubblica e per far curare i calabresi in Calabria ed evitare loro i viaggi della speranza. La politica si è mai interrogata sul perché la sanità è ridotta così? Bevacqua se lo è chiesto?».
«Anche il PD ha governato la nostra Regione – ha concluso Giancarlo Greco – Bevacqua lo ricorderà bene. È vero, allora il presidente non era commissario della sanità, ma era comunque il “padrone”, avendo nominato praticamente tutti i direttori generali (o commissari), a partire da quelli del dipartimento regionale della Salute, ASP e Aziende Ospedaliere…». (rcz)