7 gennaio 2018 – Quello ritrovato in un convento dei Cappuccini abbandonato di Saracena sembrerebbe essere, almeno per ora, la copia di uno dei più celebri affreschi di Leonardo Da Vinci, ovvero L’Ultima Cena.
Individuato dall’Associazione Culturale Mystery Hunters, guidata da Giuseppe Oliva, l’affresco ancora non ha “ritrovato” il suo vero “Padre”, né una data che indichi il periodo in cui è stato realizzato. Tuttavia, sono chiari i riferimenti all’opera di Leonardo, ed è la stessa Associazione a mettere in guardia sulla possibilità che, quello ritrovato, sia semplicemente una delle tante copie realizzate dal capolavoro leonardesco. Si tratta di capire il periodo storico di realizzazione e l’autore.
«Il Cenacolo di Leonardo – hanno spiegato in un post di Facebook Ines Ferrante e Alfonso Morelli dell’Associazione Culturale Mystica Calabria – è assolutamente unico, e non vi è nulla che possa essergli paragonato. Esistono numerose copie dell’originale vinciniano: tra le opere a grandezza naturale spicca, per pregio e antichità, la copia del Giampietrino che dalla sua sistemazione originale della Certosa di Pavia, si trova oggi al Magdalen College di Oxford. Altra copia, questa volta leggermente più piccola è quella attribuita a Marco d’Oggiono, dipinta ad olio su tela che si trova esposta al Museo del Rinascimento del Castello di Ecouen (di propietà del Louvre). Esistono inoltre altre copie meno famose nella chiesa dei Monoriti di Vienna, al Da Vinci Museum di Tongerlo (Belgio) e nella chiesa parrocchiale di Ponte Capriasca vicino a Lugano. Altre copie da ricordare sono quelle presenti ad Alzate Brianza nella chiesa di San Giorgio attribuita al pittore Sigismondo De Magistris e datata 1531, a San Lorenzo Maggiore a Milano di data e pittore sconosciuti e soprattutto quella della Pinacoteca Ambrosiana, commissionata nel 1615 ad Andrea Bianchi detto il Vespino dal cardinale Federico Borromeo, che chiese di riprodurla fedelmente per mantenerne memoria, dato che, già dopo poco tempo, l’opera di Leonardo era quasi del tutto distrutta. Ma anche in Calabria abbiamo trovato una copia di questo meraviglioso capolavoro, nascosto e abbandonato nel convento dei Cappuccini a Saracena, anch’esso ormai ridotto a rudere e raggiungibile solo a piedi».
«Da alcune fonti – si legge ancora nel post di FB – sappiamo che il convento fu fondato nel 1588 e acquisì particolare importanza nel corso dei secoli XVII e XVIII diventando sede del noviziato e luogo di studi (in esso trascorse un anno il Beato Angelo d’Acri). Tra alti e bassi chiuse definitivamente nel 1915 e l’ultimo suo utilizzo fu come prigione nel 1917 e 1918. L’affresco de L’Ultima Cena, di cui è ignoto sia l’autore che la data di realizzazione, ma con chiarissimi riferimenti alla ben più celebre opera di Leonardo, si trova nel Refettorio del complesso conventuale». (mp)