di ALBERTO STANIZ – La cifra è allarmante e deve destare seria preoccupazione: 131 milioni di euro destinati al programma di spesa della Calabria dei fondi strutturali europei FESR e FSE sono praticamente bloccati e rischiano di scomparire. Un’interruzione nell’erogazione da Bruxelles – su cui la Commissione europea dovrà decidere entro novembre – che trae origine dall’inchiesta giudiziaria Lande desolate in cui è stato coinvolto anche il presidente Mario Oliverio con altri diciotto indagati sulle irregolarità negli appalti del Cosentino finanziati con fondi europei. In Europa ci sono nove regioni su 300 che hanno problemi analoghi, due di queste sono in Italia, dove svetta la Sicilia, seguita dalla Calabria. La comunicazione del blocco non è di adesso: già il 18 febbraio scorso il direttore generale del Dipartimento Politiche regionali e urbane della Commissione europea Marc Lamaitre aveva comunicato l’interruzione dei termini di pagamento della domanda presentata dall’autorità di gestione del Por Calabria. La domanda era stata presentata il 21 dicembre, ma 4 giorni prima era scoppiata la “bomba” dell’inchiesta Lande desolate. Le presunte gravi irregolarità nella rendicontazione dei finanziamenti provenienti da Bruxelles avevano fatto scattare la procedura di blocco, per un semestre, consentendo alla Regione di effettuare, in questo periodo, i dovuti controlli sull’impiego dei fondi europei.
Adesso i tempi sono diventati molto stretti, i sei mesi previsti per il congelamento dei fondi sono trascorsi e si tratta di capire se si sono realizzate le condizioni richieste dalla Commissione per svincolare la procedura obbligata dal regolamento che blocca tutti i pagamenti delle spese documentate. Il problema più serio, in questo momento, è il rischio di sospensione totale dell’intero programma operativo regionale (circa 2,4 miliardi – 2,378 per l’esattezza – per il periodo 2014-2010, di cui 1,8 miliardi di provenienza europea) qualora i controlli disposti da Bruxelles sulle carte fornite dalla regione Calabria non dovessero dare risultati soddisfacenti nei tempi previsti (entro fine novembre si pronuncerà la Direzione generale Politiche regionali della Commissione). C’è, comunque, da registrare un cauto ottimismo sul piano dei controlli messo in atto dalla Regione, come richiesto dalla Commissione europea, e le verifiche dovrebbero risolvere ogni perplessità sulla destinazione dei finanziamenti e il loro effettivo utilizzo.
Come si ricorderà, l’inchiesta guidata dal Procuratore Capo di Catanzaro Nicola Gratteri con la Direzione Distrettuale Antimafia scoperchiò poco prima dello scorso Natale un sistema di attività illecite che coinvolgeva funzionari, dirigenti e uomini politici, coinvolti in una personalistica gestione di appalti nei lavori pubblici dell’area di Cosenza e su presunti illeciti in finanziamenti non “legittimamente esigibili”. Il governatore Oliverio (per il quale è stato chiesto il rinvio a giudizio) subì anche un provvedimento di obbligo di dimora che gli impedì di poter adempiere ai doveri di Presidente per quasi tre mesi, provvedimento poi annullato dalla Cassazione senza rinvio. La chiusura delle indagini è stata notificata lo scorso aprile, l’udienza preliminare sulla richiesta di rinvio a giudizio per tutti gli indagati (19 persone) è fissata per il 17 ottobre.
Indipendentemente dall’esito dell’inchiesta, la Commissione europea dovrà esaminare se gli interventi correttivi richiesti sono stati applicati e se la Regione ha attuato in modo adeguato il piano strategico di controlli necessario per ripristinare la correttezza di tuti gli atti relativi ai finanziamenti del Fondo europeo di sviluppo sociale (Fesr) e del Fondo sociale europeo (Fse). I controlli hanno riguardato in maniera approfondita tutti i progetti infrastrutturali finanziati con i fondi europei a partire dal 2014, con particolare attenzione verso i progetti per i quali era stata certificata la spesa per il rimborso alla Commissione europea.
Se tutto risulterà regolare, si riaprirà il flusso dei pagamenti, allo stato interrotto, e si potrà riprendere l’attuazione del Por Calabria, dove – secondo i dati registrati da Cohesiondata – sono stati spesi appena il 19% dei fondi disponibili e impegnati il 61%, al di sotto della media italiana nell’utilizzo delle risorse comunitarie: su 1679 progetti in esame, sono stati deliberati appena 380. La Calabria, com’è evidente, non può permettersi di veder svanire una fonte di finanziamento di questa portata, bloccando investimenti sia in opere pubbliche che iniziative imprenditoriali private. (as)