Armonie d’Arte Festival si sposta a Montauro, al Grangia di Sant’Anna, per presentare in prima assoluta il Trittico dedicato a Pier Paolo Pasolini, in occasione dei 100 anni dalla nascita.
Domani, infatti, sono previsti tre eventi dedicati all’attore, regista e drammaturgo, che inizierà con Le ceneri di Pasolini, con i versi di Igor Esposito, voce recitante di Peppino Mazzotta e ideazione e regia di Francesco Saponaro.
Si tratta di un’installazione visiva e una traccia sonora della durata di 11 minuti ripetuta in maniera ciclica.
Una tavola imbandita, per banchetto, e alle una scritta che segnala la distanza che intercorre tra il luogo dell’installazione e il luogo della morte di Pier Paolo Pasolini, Ostia Idroscalo. La mattina del 2 novembre 1975, sul litorale romano, in un campo incolto in via dell’idroscalo, una donna, Maria Teresa Lollobrigida, scopre il cadavere di un uomo. È Ninetto Davoli a riconoscerne il corpo.
A seguire, il Porno-Teo-Kolossal di Pasolini, con voce recitante di Anna Bonaiuto e la regia di Francesco Saponaro.
«L’avventura picaresca di Porno-Teo-Kolossal, trattamento cinematografico di Pier Paolo Pasolini scritto per Eduardo De Filippo, è ancora più avvincente se la si legge come la confessione di un insaziabile desiderio di incontro tra arte e vita che attendeva solo di essere trasferito e impressionato su pellicola, se quella tragica morte non ci avesse privato di un’occasione straordinaria – scrive Saponaro –. Quello tra Eduardo e Pasolini è un incontro fondato sulla lucida complementarità di due sguardi che continuano a raccontare l’Occidente con le sue grandezze e le sue barbare miserie».
«Leggendo il trattamento – scrive ancora – mi sono chiesto come restituire, con la semplicità di una voce che serve la parola, la medianica potenza di queste visioni senza incorrere nel fraintendimento di una mimesi rappresentativa.
Ho chiesto ad Anna Bonaiuto, straordinaria interprete del nostro miglior teatro, di incarnare la lingua intima che Pasolini usa in questa scrittura complessa, carica di un abbagliante impegno ideologico e di esiti definitivi e testamentari, che migra dal tessuto narrativo di impianto epico-picaresco ai dialoghi più popolari del dialetto napoletano».
«Nella voce della Bonaiuto – si legge – c’è l’approccio sincero e dichiarato di un innamoramento materno che ci dà la possibilità di partecipare all’imponente costruzione drammatica di una lunga sequenza di immagini che esplodono in tutta la loro caparbia violenza, appena mitigata dagli sguardi comici e teneri di Eduardo e del suo servo Ninetto, nel quale Pasolini porta a uno dei punti più alti la densità metaforico-lirica del suo linguaggio».
Chiude la giornata Pasolini vs Warhol? un talk show multimediale di Francesco Saponaro grazie ad Alessandro Del Puppo.
«Nel 1975 – ha spiegato Saponaro – Pier Paolo Pasolini viene invitato a scrivere un testo critico su Ladies and Gentlemen, una serie di ritratti di travestiti newyorkesi realizzata da Andy Warhol ed esposta tra ottobre e dicembre dello stesso anno in una grande mostra a Ferrara. Quel testo comparve soltanto sei mesi dopo, in una mostra semiclandestina aperta dopo la morte del poeta».
«Nel 1975 Pasolini è al tempo stesso attuale e postumo – ha spiegato –. Accusa Warhol di essere privo di dialettica rivoluzionaria, mentre Warhol agisce già nel campo della cronaca, del vissuto, in una spettacolare messinscena di trasgressioni e successo, arti visive e omosessualità. I due nella realtà non si conobbero mai personalmente, ma questo match intellettuale tra due giganti del XX secolo è al centro di una vicenda intricata e affascinante. Intorno ruotano galleristi e critici d’arte rampanti, denaro, rock, flash e polaroid, sesso e droga, artisti e ragazzi, da una galleria all’altra, da un letto all’altro, tutti stregati dalle stelle evanescenti degli anni settanta. Pasolini e Warhol incarnano visioni opposte e inconciliabili della contemporaneità».
«La voce di Pasolini – ha concluso – che interroga e contesta l’immaginario visivo di Warhol è la parabola di un umanesimo novecentesco che si imbatte in quel mondo nuovo che il poeta delle Ceneri non volle o non poté capire fino in fondo».
«La vita di Pasolini, il suo pensiero, la sua produzione artistica – ha spiegato Chiara Giordano, direttore artistico del Festival – testimoniano tutta la capacità di utilizzare il concetto di “transito” immateriale come valore di rinnovamento tematico, di consapevolezza identitaria, di creatività e di visione del futuro. In tal senso il Festival, nell’anniversario centenario della nascita, non poteva che proporne un percorso di lettura contemporanea». (rcz)