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Scolacium

Ad Armonie d’Arte l’omaggio ad Handke con “Canto, alla Durata”

Dopo il successo di “Pagliacci”, in scena domani sera, a Borgia, alle 21.30, al Parco Archeologico di Scolacium, Canto, alla Durata con Patrizia Laquidara.

Lo spettacolo, che rientra nell’ambito della sezione La Nostra Bellezza, è un omaggio di Armonie d’Arte Festival al poeta autriaco Peter Handke, ed è scritto e diretto da Alberto Micelotta.

«Sono molto fiero dell’adesione di Patrizia – ha detto il regista Alberto Micelotta – che ci incanta con ogni suo disco. Come non ricordare la sua Lividi e Fiori che le valse il premio della critica a Sanremo o Mielato o la più recente Acciaio nelle quali, oltre alla voce meravigliosa, domina vera e propria poesia».

In scena anche due musicisti, esperti improvvisatori, come Alessandra Rombolà al flauto e Ingar Zach alle percussioni, il giovane e fantasioso danzatore e coreografo Filippo Stabile con la collega Elena Mandolita, e Nicola Bremer.

L’idea-guida è il testo del poema di Handke Canto, alla Durata, da cui è mutuato il titolo e il senso dello spettacolo che, utilizzando i vari linguaggi artistici, dalla danza, alla musica, al canto, alla stessa poesia, percorre i luoghi del sentimento della durata, di ciò che permane, che aspira all’eternità e alla trascendenza, a dispetto del sentimento dell’emotività, transeunte e caduco. Uno spettacolo affascinante che invita alla riflessione sul valore della durata, di ciò che permane nel continuo e ineluttabile cambiamento della vita, in un luogo come Scolacium, in cui “il tempo passa e rimane”, in cui il passare del tempo ha lasciato tracce indelebili.

L’evento performativo è composto da quadri che gettano luce, anche quando oscurano un particolare, sui suoni, sui sapori, sulle immagini, sugli odori, sulle consistenze tattili e sulle idee che caratterizzano il mantenere, il perdurare del concetto sentimentale, del senso di umanità. Seduto sulla “poltrona” della Durata, un attore – con testi originali – guida gli spettatori, rappresentati da una coppia di danzatori, attraverso la percezione immobile dell’eternità dinamica, oltre il tempo, oltre una geografia definita. (rcz)