S’inaugura oggi, in Piazza Paolo Orsi del Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria, la mostra Salvati dall’oblio, a cura del direttore Carmelo Malacrino, da Bartolo Taglietti, comandante del Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Cosenza e dall’Archeologo Maurizio Cannatà.
L’esposizione, composta da 150 preziosi reperti archeologici rinvenuti illecitamente o pronti per essere venduti sul mercato clandestino, e recuperati dal Nucleo Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale di Cosenza, è visitabile fino al 9 gennaio 2022, ed è la prima mostra, dopo i mesi di chiusura a causa della pandemia, che viene realizzata all’interno del Museo.
L’inaugurazione di Salvati dall’oblio – realizzata con la collaborazione del Dipartimento di Culture, Educazione e Società dell’Università della Calabria e della Direzione Regionale Musei Calabria – dunque, rappresenta la ripartenza delle grandi mostre al Museo di Reggio Calabria.
«La mostra, con il suo curato percorso espositivo, rende molto bene l’idea del grande lavoro svolto nel tempo dal Nucleo di Cosenza per la salvaguardia di un patrimonio straordinario, quello di una Regione ricca di storia e di cultura» ha spiegato il generale Ricciardi.
«Siamo onorati di poter ospitare in Museo questi manufatti – ha commentato il direttore Malacrino – non soltanto per il contributo archeologico e di ricerca, ma soprattutto per il valore civile che essi testimoniano nei confronti della collettività per la tutela dello straordinario patrimonio culturale italiano e calabrese in particolare. L’obiettivo della mostra non è soltanto quello di esporre reperti archeologici che, diversamente, sarebbero rimasti sconosciuti in qualche vetrina di collezionisti privati, ma anche quello di descrivere e comunicare al pubblico l’eccezionale azione di contrasto alle attività illecite e ai reati contro il Patrimonio Culturale condotta con orgoglio dai Carabinieri in sinergia con il Ministero della Cultura e con le sue diramazioni regionali».
«Ringrazio, quindi – ha concluso – l’Arma per le sinergie proficue messe in campo per la realizzazione di questa esposizione. Una mostra che vede la luce dopo i mesi di chiusura al pubblico determinati dalla pandemia e della cui realizzazione siamo fieri. Sono certo che essa rappresenterà un valore aggiunto alla collezione permanente del Museo, entusiasmando gli animi e la vista dei calabresi e dei turisti che attendiamo numerosi».
«La prima sezione tematica della mostra – ha spiegato Cannatà – evidenzia il valore identitario che il patrimonio culturale riveste per l’intera collettività, l’importanza della sua tutela e della sua valorizzazione come valori fondamentali della nostra Nazione, così come sanciti dall’art. 9 della nostra Costituzione. L’allestimento prosegue rimarcando il rapporto tra la Costituzione repubblicana e la moderna legislazione contenuta nel Codice dei Beni Culturali e del paesaggio, sottolineandone la lunga tradizione derivante dalla normativa vigente negli stati preunitari. Nella seconda sezione della mostra sono descritti i compiti, le funzioni, le attività operative del Comando TPC e del suo Nucleo calabrese, che hanno permesso di salvare dalla distruzione numerosi siti di interesse culturale e paesaggistico, nonché di recuperare migliaia di opere d’arte trafugate illecitamente».
«Una volta conclusi i procedimenti giudiziari scaturiti dalle attività investigative – ha concluso – il patrimonio culturale di proprietà statale recuperato dai Carabinieri TPC viene affidato al Ministero della Cultura. La terza sezione – conclude Cannatà – descrive l’intensa attività dei tecnici del Ministero, Archeologi, Architetti, Storici dell’Arte e Restauratori, finalizzata a recuperare il valore culturale e storico dei beni». (rrc)