Sempre più confusa la situazione del prossimo ballottaggio per il sindaco di Crotone: si sfidano il rappresentante del centrodestra Antonio Manica e Vincenzo Voce, sostenuto da una coalizione di liste civiche con l’appoggio di tesoro di Calabria di Carlo Tansi. Il centrodestra ci spera, la sinistra ha perduto l’occasione di mettere ordine al suo interno ed è sempre più smarrita (voterà a malincuore il candidato civico per contrastare la probabile vittoria della destra), ma anche in casa Cinque Stelle. non mancano attriti e scintille, per iniziativa di un corposo gruppo che si qualifica Crotone5Stelle-attivisti.
L’endorsement più evidente della sinistra viene dal sindaco di Sellia, il capogruppo del PD in Provincia Davide Zecchinella, il quale ha dichiarato a cuore aperto: «Se fossi un elettore della città non avrei alcun dubbio: domenica al ballottaggio voterei per Vincenzo Voce sindaco di Crotone. E lo dico da persona che ha a cuore ed è molto legata a questo territorio che ho frequentato per tanto tempo, da giovane specializzato in Pediatria e per sette anni da consulente tecnico d’ufficio del tribunale. Voce è la migliore scelta possibile per sperare in una reale e proficua discontinuità. Non conosco personalmente Voce, ma lo conosco indirettamente per il suo attivismo nelle tematiche ambientali da ingegnere operativo sul territorio, impegnato per la risoluzione di problematiche ambientali come quelle relative alla bonifica. La sua elezione – dice ancora Zicchinella – con un forte sostegno del Pd sarebbe un marcato segno di discontinuità con il passato, un chiaro segnale di apertura al civismo democratico, al mondo dell’associazionismo che rappresenta tanta parte della comunità interessata a portare il proprio contributo nell’amministrazione del ‘bene comune’. Il sostegno del Pd a questo candidato ‘controcorrente’ rappresenterebbe un argine ad un centrodestra animato da trasformisti pronti ad indossare la casacca del vincitore, anche salendo sul ‘carroccio’, sfoderando imperturbabili un credo leghista che fino ad ora ha solo danneggiato e indebolito Crotone. La vittoria di Voce rappresenterebbe una opportunità di crescita per un’ampia coalizione che ha a cuore la dignità e lo sviluppo sociale e morale di questa città».
Con una nota al vetriolo gli attivisti pentastellati chiedono una seria autocritica ai responsabili regionali e nazionali. «I risultati delle elezioni amministrative di Crotone – scrivono gli attivisti crotonesi dei Cinque Stelle – hanno sancito l’evidente fallimento (4,9% sindaco con 1600 voti e 3,75% lista con 1200 voti) della lista del M5s a guida Andrea Correggia, come era già facilmente intuibile sin dalle premesse del suo percorso e dalla scarsissima rispondenza dei cittadini in campagna elettorale. Un flop clamoroso, se messo a confronto con i risultati più che dignitosi o addirittura esaltanti, registrati in città dal M5S in più occasioni elettorali.
Per restare sullo stesso piano, nelle precedenti amministrative del 2016, la lista del M5S con candidato a sindaco Ilario Sorgiovanni, in condizioni anche più avverse, cioè sola contro ben 24 altre liste (5 in più di quelle attuali) raggiunse un ottimo risultato (17% con 6000 voti solo al sindaco, quasi 10% lista con 3500 voti) che fece notizia a livello regionale e non solo.
Nel 2016, secondo il basilare principio del M5S di favorire al massimo la partecipazione dei cittadini alla vita politica, la scelta del candidato a sindaco venne messa in mano a tutti i crotonesi tramite le “Comunarie”, che si rivelarono un sano momento di democrazia partecipata molto gradito alla cittadinanza. Era la prima volta che si vedeva un cambio di rotta rispetto ai soliti giochi dei vecchi partiti che decidevano il candidato sindaco al chiuso delle stanze del potere.
Nel percorso che ha condotto alle ultime amministrative, “Chiusura alla città” è stato, di contro, il principio guida del gruppo Correggia, riportato più volte nel verbale della riunione del meetup del 12.12.2019, in cui quella chiusura venne approvata dai 19 presenti, molto vicini al Correggia. Diversi di questi, che con tutta evidenza ritengono il M5S “cosa loro” e non “cosa dei cittadini”, nel 2016, avevano digerito malissimo il responso delle Comunarie che designava un candidato sindaco a loro poco gradito. Pertanto, nell’ultima occasione hanno pensato bene di premunirsi contro brutte sorprese ed evitare “l’intromissione” dei cittadini nella scelta di questo importante ruolo: probabilmente credendosi ormai detentori dei voti conquistati dal M5S nel 2016, hanno pensato di ottenere la stessa fiducia presentando alla città un pacchetto preconfezionato con la candidatura blindata dello stesso Correggia».
Si legge ancora nella nota: «Forzando la mano contro queste indicazioni e, dal chiuso del suo fortino, isolato dalla realtà cittadina, voltando le spalle a tanti attivisti e simpatizzanti del M5S che chiedevano la stessa cosa sui social e per le strade, Correggia si è ostinato a tenersi stretta la candidatura a sindaco, decisa dalle persone e nei modi sopradescritti, e a lasciare isolata la lista rispetto ai movimenti civici, atteggiandosi a Guru di un gruppo di duri e puri che non poteva essere messo in discussione: sosteneva anche di assumersi tutta la responsabilità di queste scelte e, tramite gli organi di stampa, si diceva assolutamente convinto di poter arrivare comunque al ballottaggio! Anche il nostro gruppo ha più volte segnalato alla stampa e, in modo ufficiale, ai vertici nazionali, la forte preoccupazione che il simbolo lasciato in mano ad un esiguo gruppo gravemente autoreferenziale avrebbe distrutto il lavoro di tanti anni e la fiducia dei cittadini.
Ci siamo appellati, invano, al Capo Politico affinché fermasse questo grave stravolgimento di ogni principio del M5S. L’on. Crimi ha preferito, invece, lasciar correre, senza intervenire a ritirare una certificazione che, a ragion veduta, era stata assegnata in modo imprudente e prematuro su indicazione del facilitatore, forzando i tempi stabiliti da regolamento sulla piattaforma Rousseau. La campagna elettorale di quella lista è stata caratterizzata da poche apparizioni sul territorio, per lo più in concomitanza della visita di parlamentari nazionali, tra cui l’on. Toninelli e la sottosegretaria del MiBact, on. Orrico, con la costante partecipazione anche dell’on, Barbuto: tutti si sono sottoposti, per amor di simbolo, ad una magra figura a causa della scarsissima partecipazione di cittadini, in larga parte candidati della lista». La nota conclude con l’augurio che questa enensima segnalazione non venga disattesa: «Si decida cosa fare delle macerie del M5S crotonese: se si voglia provare a riconquistare la fiducia della Città, già un po’ risollevata dall’ultima azione delle nostre parlamentari, oppure testare a quali livelli possa ancora giungere la deriva settaria e di volgare guerriglia sin qui troppo tollerata». (rp)