«La manifestazione di protesta e di proposta di Reggio Calabria è stata densa di contenuti e una lezione di civiltà e democrazia». Queste le parole dello storico reggino prof. Pasquale Amato, che riassumono e danno una chiara lettura della mobilitazione di Confesercenti, Imprendi Sud, Apar, il Comitato spontaneo dello sport e di Assodanza Italia andata in scena a Piazza Duomo, a Reggio Calabria.
500 gli imprenditori che, con lo slogan Fermiamo il virus, non l’economia, hanno riempito in «in modo ordinato e civile Piazza Duomo, dando un esempio all’Italia intera di come si può protestare anche con veemenza ma sempre con la massima correttezza» ha scritto su Facebook Claudio Aloisio, presidente di Confesercenti Reggio Calabria, nel ringraziare gli imprenditori che hanno risposto all’appello.
Anche il sindaco di Reggio, Giuseppe Falcomatà, ha apprezzato con soddisfazione il modo in cui i reggini hanno manifestato: «stiamo dimostrando, ancora una volta – ha dichiarato il primo cittadino – di essere una comunità matura e responsabile».
«Non è banale dirlo – ha aggiunto – non era scontato che accadesse. Mentre, infatti, da tutta Italia ci giungono immagini di violenza e devastazione, Reggio e i suoi operatori economici hanno risposto con manifestazioni ordinate e pacifiche; nonostante la paura per il futuro, nonostante tutti i sacrifici per poterlo assicurare un futuro. Per questo dico grazie ai commercianti, agli artigiani, agli imprenditori e alle associazioni sportive che stasera sono scesi in piazza. Grazie anche per aver avuto rispetto per le donne e gli uomini delle Forze dell’ordine, che stasera, come sempre, erano lì a fare il loro lavoro. Lo stesso lavoro per cui state lottando voi, lo stesso lavoro che oggi vi viene tolto».
«È un momento complicato per tutti – ha proseguito Falcomatà – Non è facile neanche per noi sindaci che siamo chiamati a responsabilità enormi. Cercherò di prendermele, come sempre, facendo del mio meglio, per provare a non lasciare indietro nessuno. Combattiamo una battaglia comune e siamo dallo stesso lato della barricata, fino in fondo fino alla fine, nella speranza che questo nuovo incubo passi al più presto».
«Una piazza piena di cappelli bianchi, è un orgoglio per noi – ha dichiarato Angelo Musolino, presidente nazionale dei pasticceri italiani e a capo dell’Apar –. Conosco quasi tutti gli imprenditori presenti e ne ho conosciuti tanti anche oggi. Questo vuol dire stare dentro l’associazione per condividere una protesta pacifica. Vogliamo la solidarietà e la presenza delle istituzioni perché al primo lockdown siamo già stati primi a subire limitazioni e perdite. Tutti abbiamo messo in sicurezza le nostre attività, quindi non siamo noi gli untori di questa pandemia. I trasporti sono meno sicuri delle nostre aziende, ma lo Stato non ci permette di lavorare. I ristoratori sono al lastrico. Perché fare disparità tra categorie? Lottiamo per essere uniti e chiedere domani il tavolo tecnico dove ognuno può dire ciò che serve. Non siamo noi cittadini di Serie B».
A chiudere la manifestazione, il presidente di Confesercenti Aloisio, che ha annunciato di aver fatto al prefetto «la richiesta di accoglierci per un tavolo di crisi Covid, vogliamo far sentire la nostra voce, insieme al Sindaco che può battere i pugni sui tavoli nazionali. In prefettura andremo per dire cosa c’è di sbagliato. Non possiamo intervenire sulla pubblica piazza al momento, ma solo sui nostri locali. Noi abbiamo fatto sentire la nostra voce, in maniera civile e costruttiva. Capisco la rabbia, ma la priorità resta la salute».
Quella andata in scena a Reggio, dunque, è stata una vera e propria lezione di civiltà, in cui la solidarietà, l’aiuto reciproco e il confronto ne sono stati il cuore pulsante.
«Sarebbe un grave segnale se questa protesta civile e democratica fosse ignorata» ha commentato il prof. Amato, riflettendo che «sarebbe giusto che sia dato lo stesso risalto delle proteste sfociate in manifestazioni di violenza in altre città d’Italia». (rrc)