di SANTO STRATI – Si sarebbe potuto definire ottimisticamente “tentativo di prova tecnica” per un governo di salute pubblica l’incontro svoltosi ieri a Germaneto per fare il punto sull’emergenza coronavirus, ma l’esperienza insegna che l’ottimismo in politica difficilmente aiuta. La presidente Jole Santelli ha avuto l’ottima idea di convocare nella Cittadella regionale i rappresentanti di tutte le forze politiche calabresi e chi non ha potuto ha partecipato in teleconferenza via telefono: un segnale di come, davanti a una crisi emergenziale come questa del Covid-19, sia necessario unire gli sforzi, al di là dei singoli schieramenti, per un impegno anche trasversale.
La Santelli aveva, in mattinata, raccolto l’endorsement da alcuni parlamentari Cinque Stelle, del Pd e di Leu. Un appello a supportare le azioni messe in campo dalla regione Calabria per fronteggiare il rischio contagio, firmato dai pentastellati Massimo Misiti, Anna Laura Orrico, Federica Dieni, Elisa Scutellà, Giuseppe D’Ippolito, Riccardo Tucci, e dai dem Enza Bruno Bossio e Antonio Viscomi e da Nico Stumpo (Liberi e uguali). «L’emergenza epidemiologica – si legge nell’appello – sta dimostrando, in modo pregnante e significativo, la radicale interconnessione tra le azioni individuali ed il benessere della comunità di riferimento. Mai come ora dovrebbe essere a tutti evidente quanto sia necessario vivere la politica come ricerca del bene comune al di là e oltre le differenti opinioni e scelte di schieramento». Una chiara dichiarazione di disponibilità che la stessa Presidente non si sarebbe mai aspettata.
L’aver riunito tutte le forze politiche, inclusi i due candidati a presidente bocciati dal voto Carlo Tansi (Tesoro di Calabria, Calabria Libera e Calabria Pulita) e Francesco Aiello (M5S e Calabria Civica), è stato un gesto apprezzato da tutti, anche se con alcuni distinguo. In particolare, Pippo Callipo, capo dell’opposizione e guida di Io resto in Calabria, pur mostrando apprezzamento, difende il ruolo di opposizione assegnato dagli elettori al suo schieramento politico. «Proprio nelle scorse ore – ha dichiarato a Calabria.Live – ho apprezzato e accettato di buon grado l’invito rivolto dalla presidente della Regione Jole Santelli a tutte le forze politiche regionali per un confronto sull’emergenza Coronavirus. In questa fase storica particolarmente difficile è necessario che tutti facciano la loro parte, non è evidentemente il momento in cui ci si può permettere di perdersi in polemiche sterili. Ma è altrettanto chiaro che la maggioranza dei calabresi che hanno votato alle elezioni regionali ha dato fiducia al centrodestra e alla presidente Santelli e quindi a loro adesso spetta il compito di governare la Regione. A noi gli elettori hanno assegnato il ruolo di opposizione ed è ciò che faremo con fermezza, senso di responsabilità e spirito costruttivo. Se ci saranno provvedimenti della maggioranza che a nostro giudizio vanno nell’interesse della collettività non avremo problemi a sostenerli, ma sempre mantenendo ben chiaro il rispetto dei rapporti istituzionali e continuando a esercitare il ruolo di opposizione che il mandato popolare ci ha conferito».
In poche parole, il cavaliere Callipo non si scalda più di tanto a una qualsiasi ipotesi di governo di salute pubblica, idea che però viene accarezzata da molte teste pensanti in Calabria. È evidente che il momento spinge a considerare la formazione del nuovo governo regionale al di là delle tradizionali logiche di partito e che la scelta dei responsabili di assessorati chiave come Sanità, Turismo e Attività produttive debba rispondere a criteri di assoluta competenza e capacità. È necessario fare squadra, magari in modo trasversale ove ci siano i presupposti, per garantire solidità alle scelte strategiche che la Regione è inderogabilmente chiamata a indicare, sia per affrontare dal punto di vista sanitario la crisi del coronavirus (che, grazie a Dio, in Calabria è limitata a poche decine di casi), sia per pianificare le opportune iniziative per poter gestire la conseguente, ugualmente spaventosa, crisi economica che deriva e deriverà dall’emergenza. Non si tratta di gestire l’emergenza, cosa che la presidente Santelli sta mostrando di saper fare in modo egregio, ma di programmare il futuro, pensando che niente sarà più come prima.
Occorre tener presente, però, che le crisi economiche aprono un ventaglio di opportunità e un’adeguata programmazione di risorse, investimenti e strategie di sviluppo, possono efficacemente ricevere, post-crisi, una spinta in più. I progetti di rilancio della Calabria del 26 gennaio, da qualunque parte venissero, non stanno più in piedi: c’è da fronteggiare una crisi emergenziale che ha sconvolto qualsiasi idea di sviluppo: superata la drammatica situazione sanitaria – #celafaremo, non va considerato solo un hastag ottimistico – bisognerà rimboccarsi le maniche a ricostruire aziende, attività commerciali, progetti di crescita stoppati o annientati dalla crisi del coronavirus. Che, ricordiamolo, non è un problema solo italiano, ma mondiale.
E allora, più che mai urge gettare le fondamenta per una cabina di regia che governi non soltanto l’emergenza, ma anche il futuro. Il presidente del Consiglio Nicola Irto, come abbiamo riferito ieri, ha riconvocato per il 18-19 marzo la prima seduta dell’assemblea regionale uscita dalle urne del 26 gennaio. Ci auguriamo che l’emergenza non faccia trovare ulteriori intralci alle importanti scadenze che incombono: va eletto il presidente del Consiglio regionale, due vicepresidenti (un posto va all’opposizione) e due consiglieri segretari-questori (anche qui un posto va all’opposizione). La base per organizzare il lavoro dell’assemblea che dovrà, per prima cosa varare entro il 30 aprile il bilancio, e quindi legiferare, approvare le scelte della giunta, ratificare provvedimenti e pianificare il lavoro attraverso le varie commissioni.
C’è un altro delicato punto all’ordine del giorno che prevede la temporanea sostituzione del consigliere regionale di Fratelli d’Italia Domenico Creazzo (8033 voti), che – come si sa – è ancora agli arresti domiciliari a seguito dell’inchiesta Eyphemos sul voto di scambio: secondo la prassi subentrerà il consigliere Raffaele Sainato (3897 voti). Senza contare che la presidente Santelli con le dimissioni dalla Camera dei Deputati lascerà il posto libero a Mimmo Giannetta, che, peraltro, è stato eletto consigliere regionale e dovrà scegliere tra Montecitorio e Palazzo Campanella.
A norma dello statuto (art. 20) per eleggere il presidente del Consiglio regionale, a scrutinio segreto, serve la maggioranza dei due terzi nelle prime due votazioni; se serve un terzo scrutinio, da tenersi il giorno successivo, è sufficiente la maggioranza dei votanti, con eventuale ballottaggio se nessuno raccoglie la maggioranza richiesta tra i due candidati che hanno ottenuto più voti nel precedente scrutinio. In quest’ultimo caso, a parità di voti, viene eletto il consigliere con più anni d’età.
La prima seduta del 18 marzo – salvo imprevisti da Covid-19 – sarà presieduta da Pippo Callipo, in quanto consigliere più anziano. Non è in tale occasione che la Presidente Santelli è obbligata dalla statuto (art. 33) a presentare il programma di governo e comunicare la composizione della Giunta, ma nella prima seduta successiva all’elezione del Presidente del Consiglio. Qui, la pur solerte ed efficientissima Presidente Santelli è, per la verità, in torto: lo statuto richiede entro dieci giorni dall’insediamento (avvenuto il 17 febbraio) la nomina del vicepresidente e degli altri componenti della Giunta. La presidente ha nominato, con un colpo di teatro, l’assessore all’Ambiente Sergio De Caprio, alias Capitano Ultimo, e quello all’Università, Ricerca scientifica e Istruzione (con delega anche alla Cultura?), ovvero l’astrofisica cosentina Sandra Savaglio. Poi si è fermata, fermata dalle beghe partitiche e dall’irrefrenabile litigiosità degli alleati o presunti tali.
Adesso, però, non c’è più tempo da perdere: va scelto subito l’assessore alla Sanità, una personalità che racchiuda competenza, capacità ed esperienza in organizzazione sanitaria. Per quanto ci si sforzi con l’immaginazione, ci rendiamo conto che non è un compito facile. Per questo, cercare larghe intese potrebbe aiutare non poco a una scelta indovinata. Dieci anni di commissariamento nella sanità sono anche il frutto di una politica che ha fallito il suo mandato, è il momento di invertire la rotta. (s)