Giornalismo in Calabria: illustrate a Oppido le sue radici storiche

di FILOMENA SCARPATINel pomeriggio di domenica scorsa, 8 dicembre, si è svolto un incontro organizzato dall’Associazione culturale Mesogaia, presso i locali della sede della società operaia di mutuo soccorso di Oppido Mamertina.

A parlare diffusamente di giornalismo in Calabria, dalle sue radici storiche, è stato Raffaele Leuzzi di Delianuova, scrittore, collezionista, in possesso di una collezione di “Prime Pagine … 1838 – 1970 – Giornali d’Epoca in Calabria” da cui ha preso il titolo la manifestazione che ha suscitato non poco interesse tra i presenti in sala.

Oltre al convegno, ci sarà l’esposizione negli stessi locali, delle testate giornalistiche storiche dal  13 dicembre c.a. al 4 Gennaio 2025 dalle 17 alle 19, mentre le scolaresche possono effettuare visita all’esposizione in orario antimeridiano, previa prenotazione ai numeri a tergo riportati. A porgere il saluto a nome della Soms e ad evidenziare l’importanza del giornalismo in Calabria e della cultura dell’informazione come necessità primaria per l’evoluzione sociale, è stato il presidente Giuseppe De Giorgio, seguito dalla già presidente dell’associazione culturale Mesogaia, Antonietta Bonarrigo, che si è espressa positivamente sul giornalismo calabrese dalla sua nascita ai tempi attuali, non trascurando l’importanza delle ripercussioni del giornalismo sugli studenti, essendo l’ex dirigente scolastico di uno dei due Istituti scolastici di Oppido Mamertina.

Non sono mancati nell’excursus della dirigente, i riferimenti a due importanti uomini di cultura e giornalisti di origini oppidesi, Rocco De Zerbi e Domenico Carbone Grio, anche fondatori di testate giornalistiche e i riferimenti ai giornalisti Domenico e Gaetano Zerbi.

«Quasi incredibile per una Calabria che all’epoca riportava un analfabetismo al 75% della popolazione presente nel territorio», ha commentato Leuzzi nel suo discorso. Questo fa sperare in una proficua evoluzione culturale e sociale a largo raggio nel prossimo futuro, per un paese che per circa un cinquantennio non ha vissuto tempi felici, stando ai fatti di cronaca che non è possibile ignorare se si vuole costruire un futuro al passo con i tempi e in piena legalità.

Il compiacimento, infatti, del Sindaco di Oppido M., Giuseppe Morizzi, espresso nel suo discorso per l’iniziativa intrapresa dall’associazione Mesogaia, evidenzia la consapevolezza che Oppido M. ha bisogno di questo tipo di manifestazioni di cultura elevata, per il bene della comunità civile che conduce dall’inizio del suo recente mandato a sindaco.

Il ritorno al passato e alle radici storiche per la costruzione di un futuro solido che coinvolga le nuove generazioni, è di vitale importanza per la riscoperta delle potenzialità del nostro territorio che ha bisogno di confrontarsi con altre realtà e mettersi in gioco per la ripresa dell’economia che può basarsi sostanzialmente sull’archeologia, la storia, la cultura e le bellezze naturali che possono dar vita ad un turismo sostenibile di tipo culturale. Gli interventi sia della Bonarrigo che di Leuzzi, hanno avuto anche lo scopo di evidenziare come i fermenti culturali di Oppido M., forti e intensi, abbiano portato attraverso uomini come Domenico Carbone Grio, Rocco De Zerbi, Domenico e Gaetano Zerbi, alla nascita del giornalismo sia in Oppido M. che in altri luoghi della Calabria e che abbiano portato alla fondazione di testate anche altrove, come Il Piccolo, giornale di Napoli fondato da Rocco De Zerbi nel 1868, dopo essersi congedato dall’esercito col grado di luogotenente e aver partecipato alle spedizioni garibaldine per essersi arruolato come volontario con l’esercito di Garibaldi nel 1860 e partecipato alla spedizione in Sicilia e all’assedio di Capua, come lui stesso raccontò in Il Primo passo. Il Piccolo, giornale di Napoli, cambiò poi titolo nel 1871 divenendo Il Giornale della sera di cui fu il direttore fino al 1888 e sul quale scrisse anche Matilde Serao, oltre a Vincenzo Morello, Edoardo Scarfoglio, Roberto Bracco, Giorgio Arcoleo, Vincenzo Riccio, Achille Torelli ed altri. Nel 1877 fondò Il Novelliere, dedicato interamente alla pubblicazione di Racconti e Novelle.

Furono anche tante le collaborazioni ad altri giornali. Si evidenzia anche la capacità di inserirsi in ambienti culturali di grandi città a pieni titoli, così come il suo percorso militare, denota l’indole patriotico con forte attaccamento alla patria e allo Stato, valore che si va perdendo, ma di grande importanza, oggi, per sancire, nelle comunità, soprattutto  più turbolenti, le identità civiche che stimolano l’attaccamento ai valori e ai principi della Costituzione.

In Calabria le prime testate nacquero a Reggio, Monteleone oggi Vibo Valentia, nel 1808 e successivamente a Cosenza, come giornali delle intendenze che riportavano notizie del governo, allargate poi ad altri argomenti. Per la prima testata a Monteleone oggi Vibo V. fu chiamato ad impiantare la tipografia dell’Intendenza Giuseppe Varriente. In seguito nacquero altri giornali periodici e quotidiani di tipo culturale e pubblicitario per coloro che intendevano candidarsi in politica, ma sempre di vita breve per le difficoltà a stampare delle tipografie. Mentre nel 1876 a Milano Eugenio Torelli Viollier fondava il Corriere della Sera, in Calabria Domenico Carbone Grio fondava L’Eco dell’Aspromonte, con pagine riferite al dibattito politico post-unitario che non durò a lungo e successivamente fondò Il Commercio con corrispondenti a Roma a Napoli e a Berlino che fu sia quotidiano che settimanale che riportava notizie della camera di commercio di Reggio, da lui fondata, ma era aperto anche alla cultura e alla politica e agli inizi del ‘900 la direzione passò ad Orazio Cipriani, così successivamente, Il Sole 24 Ore che inizialmente trattava di politica, attualità e cultura, sull’esperienza del giornale Il Commercio, cominciò a trasformarsi in giornale di economia.

Furono, quindi, Domenico Carbone Grio ed Orazio Cipriani con le loro testate quotidiane e periodiche a segnare l’inizio del giornalismo professionale in Calabria. Inoltre, va ricordato, che il primo quotidiano in Calabria di cui vi è traccia nella biblioteca civica di Cosenza è L’Avvenire di Calabria fondato nel 1882 e il primo duraturo è stato il Corriere di Calabria di Orazio Cipriani protagonista del giornalismo locale dei primi del novecento.

L’invito a visitare la mostra della collezione privata di Raffaele Leuzzi che si terrà ad Oppido M. dal 13 dicembre al 4 gennaio 2025, può definirsi una delle poche occasioni che ci consentirà di osservare i primi giornali fondati in Calabria, appartenenti alla storia del giornalismo della nostra regione. (fs)

A Gerace musica arte e cultura con la Reale Accademia

di GIACOMO OLIVA – La Calabria, con la sua ricca tradizione musicale, ha sempre trovato nelle bande cittadine un pilastro fondamentale per la diffusione culturale nei piccoli centri. Nel XIX secolo, quando il divario culturale tra città e campagne era accentuato dall’assenza di mezzi di comunicazione moderni, le bande musicali colmavano il vuoto portando nei borghi più remoti le opere dei grandi maestri come Verdi, Rossini e Vivaldi. Questo fenomeno non solo ha consentito l’accesso alla musica classica, ma ha anche creato un’identità culturale condivisa, che perdura ancora oggi in Calabria e nelle regioni meridionali come la Puglia, la Campania e la Sicilia.

A dare vita a queste realtà erano spesso gli artigiani del paese: calzolai, falegnami che insegnavano ai ragazzi a leggere le note e a suonare strumenti acquistati con grandi sacrifici. Attorno a queste figure si radunavano giovani talenti, guidati dal “maestro direttore concertatore”, che aveva avuto una formazione musicale in città, egli trasformava i suoni grezzi in armonie perfette. Le entusiasmanti esibizioni delle bande, nelle ricorrenze religiose o civili cittadine  lungo le strade, o sui palchi posti al centro della piazza, erano motivo non solo di allegria e senso di festa manche di orgoglio da parte dei genitori che vedevano i loro figli  protagonisti in  così alte perfomance, o i fratelli o gli stessi mariti,  orgoglio per intere comunità e tante volte di risveglio patriottico.

  Fu così che nel 1841 un Decreto Reale nel Regno delle Due Sicilie regolarizzò la bande cittadine dotandole di uniforme ed equiparandole alle guardie urbane per dare un maggiore senso di bellezza e di disciplina accrescendone la dignità e il prestigio.

La Reale Accademia Filarmonica di Gerace, nata allo scopo di far conoscere attraverso la musica anche la gloriosa storia di questo nostro territorio, ha voluto riprendere e riproporre le originali divise ottocentesche costituendo, così, una grande attrattiva, lanciando il senso della bellezza, dell’ordine, della raffinatezza, sentimenti da tempo ormai sopiti in questa regione. Un geniale intuizione di Giacomo Oliva sostenuto dai consiglieri Turi Staltari e Giuseppe Marturano, che attraverso questa forma ha voluto dare un senso educativo alle nuove generazioni portandole ad apprezzare il proprio passato e la propria storia. La Banda della città metropolitana di Reggio Calabria, è formata da studenti di conservatorio o giovani laureati in strumento musicale provenienti da tutta l’area metropolitana che vogliono condividere questi valori, orgogliosi di indossare questa divisa.

Un Calendario di Eventi di Successo

Nel 2024, grazie alla Regione Calabria che con i fondi PAC 2014/20, Attività Culturale 2023 la banda ha organizzato una serie di concerti di grande impatto culturale e sociale:

La serie degli appuntamenti con la musica bandistica era iniziata l’11 ottobre 2024 con un magnifico concerto nella grande Piazza Paolo Orsi all’interno del Museo Nazionale di Reggio Calabria con allo sfondo i Bronzi di Riace affermando, anche in questa occasione, un felice connubio tra archeologia, arte e musica. La presenza di numerosissimi spettatori, a stento contenuta dal pur grandissimo salone di Palazzo Piacentni, tra la soddisfazione del Direttore dr. Fabrizio Sudano, ha gustato le magistrali interpretazioni delle musiche di Verdi, Suppè, Tchaikovsky, Bizet, Offenbach, Struss. Apprezzatissima è stata la direzione per la bacchetta di  Liliya Byelyera,  e dei solisti Diego Pellicanò all’eufonio, Tommaso Fabiano al flicornino, Giuseppe Daniele alla tromba e  di Angelo Boeti clarinetto.

Il giorno successivo presso la Piazza Duomo nella medesima città dello Stretto la Banda della città Metropolitana di Reggio Calabria si esibita in un a cerimonia di accoglienza delle delegazione del SMOCSG provenienti da tutta la regione prima della santa Messa in Basilica cattedrale alla presenza della effigie della Madonna della Consolazione nel giorno dei grandi pellegrinaggi in suo onore.

Il 12 novembre la banda  si è esibita in Piazza Nassiriya a Locri in una suggestiva e commovente esibizione nella ricorrenza dei tragici eventi accaduti in Iraq esattamente a Nassiriya il giorno 12 novembre del 2003 dove caddero, vittime 12 carabinieri, 5 soldati, 2 civili e 9 iracheni. Presenti alla celebrazione tutte le autorità civili, militari e religiose con una folta delegazione del modo studentesco oltre ai cittadini del luogo.

Il 23 novembre a ospitare la banda il Teatro sullo Stretto, presso gli studi di RTV dove il numeroso pubblico ha potuto gustare in un ambiente straordinario e molto apprezzato per l’acustica del teatro che lo rende tra i più appetiti della Regione.

Con il concerto tenutosi a Gerace il 1° dicembre nella splendida cornice della monumentale chiesa duecentesca di San Francesco si è conclusa la serie dei concerti. La banda ha letteralmente affascinato il numerosissimo pubblico presente anche per l’occasione del IX Foro Mundial de la Gastronomia Mexicana –Patrimonio UNESCO. Particolarmente attratti dalla eleganza delle divise storiche e dei brani eseguiti di grande spessore culturale, sono state le delegazioni spagnole e messicane che con sorpresa hanno udito anche i loro rispettivi inni nazionali unitamente all’inno degli italiani.

Impatto culturale e sociale, Inclusività e Promozione del Territorio

La Banda promossa dalla Reale Accademia Filarmonica di Gerace rappresenta anche un modello di inclusione sociale, integrando musiciste donne e giovani stranieri in attività culturali. La direttrice, Liliya Byelyera, ucraina, diplomata in composizione e direzione d’orchestra tradizionale russa, è un esempio di professionalità e multiculturalismo, simbolo dell’apertura dell’Accademia verso il mondo.

Un simbolo di rinascita per la Calabria

Grazie a queste iniziative, la Calabria si presenta come terra capace di valorizzare e promuovere il suo territorio creando connessioni tra il passato e il futuro e rilanciare la sua immagine nel panorama culturale e turistico. Le bande cittadine, da sempre espressione di identità e orgoglio popolare, si confermano strumenti di coesione sociale e promotrici di bellezza, storia e cultura.

L’armonia delle note, il fascino delle uniformi storiche e il calore delle comunità locali si fondono in un messaggio universale: la bellezza della musica è una risorsa senza tempo, capace di unire generazioni e culture.

Grazie a progetti come quello della Reale Accademia Filarmonica, la Calabria non è solo una terra da scoprire, ma anche da ascoltare e amare.

Dalla città unica all’unione dei comuni il prodotto non cambia: Un ricordo di Beniamino Andreatta

di FRANCO BARTUCCIAi fini dell’integrazione e tutela del territorio dell’Università della Calabria e del suo sviluppo la nuova proposta avanzata dai promotori del “No” in merito, attraverso il referendum consultivo, alla fusione o meno dei tre comuni di Rende, Cosenza e Castrolibero in città unica, con la proposta di misurarsi sulla idea della “unione dei tre Comuni” interessati a creare un servizio unitario sui trasporti, rifiuti, attività sociali, ambiente e fiscalizzazione, non va certamente nella direzione di creare quella “Grande Cosenza”, auspicata dai componenti del Comitato Tecnico amministrativo, presieduto dal Rettore Beniamino Andreatta, con l’insediamento della cittadella universitaria a Nord di Cosenza sui territori dei comuni di Rende e Montalto Uffugo, di cui alla delibera degli atti amministrativi del 31 luglio 1971.

Questo perché testardamente i promotori dell’unione dei comuni continuano a tenere fuori da ogni considerazione l’inserimento del territorio del comune di Montalto Uffugo, che in località Settimo, confinante con il territorio del comune di Rende, per effetto proprio dell’omonimo fiume, ci sono circa cinquanta ettari di terreno vincolato per opere universitarie come previsto dalla delibera di cui sopra.

Con ciò anche in questa circostanza c’è un netto rifiuto nel prendere atto dell’esistenza in quell’area di un’amaca (nota come letto degli indiani) con una estensione di 310 ettari di superfice sulla quale è prevista appunto la creazione del complesso universitario strettamente legata nell’area Sud alla Statale 107 Crotone/Cosenza/Paola, mentre a Nord in località Settimo agli assi ferroviari delle linee Cosenza/Paola e Sibari/Paola con una stazione ferroviaria nel punto d’incrocio dell’asse trasversale dell’Università della Calabria, il tutto costeggiata verso valle dall’autostrada Salerno/Reggio Calabria.

Tutto questo perché attorno all’amaca di cui sopra doveva svilupparsi un’unica area urbana, utile ai fini dei servizi, comprendente i territori dei comuni di Montalto, Rende e Cosenza ed abbracciando l’intero hinterland nella creazione di una città metropolitana europea collegata e legata da un sistema viario, autostradale, ferroviario e metropolitano necessario a favorire gli spostamenti nelle quattro direzioni cardinali per essere punto di riferimento dell’area Mediterranea, con tutti e i tanti benefici economici e finanziari che ne potevano derivare de che saranno approfonditi in prossimi servizi.

In questo momento per capire la situazione che si è creata con il risultato referendario e con la stessa idea sbagliata della “città unica”, concordata con il disegno di legge, è bene focalizzare il dato emerso dall’apertura delle urne: il “No” ha vinto con il 56,81 %, mentre il “Si” ha ottenuto il 42, 45%, su un totale complessivo di votanti nei tre comuni di 24. 964 elettori, pari al 26,01% su 93. 646 aventi diritto al voto, mettendo in luce che il 74% degli aventi diritto al voto si sono astenuti. Mentre poi a Rende e Castrolibero ha stravinto il “N0”, mentre a Cosenza ha prevalso il “Si”, ma non tale da raggiungere una posizione superiore al dato che si è raggiunto negli altri due comuni dove la proposta di legge è stata ampliamente respinta.

Sono dati da cui emerge non certamente uno spirito culturale e sociale di forte identità unitaria, ma fortemente conflittuale e spaccato in tre parti inserendo anche la componente degli astenuti.

A questo punto ci si chiede il da farsi e come proseguire o meno nel realizzare l’unione della città sempre a tre e non a quattro con Montalto dentro per effetto soprattutto del territorio vincolato per l’Università e la confluenza dei tracciati ferroviari in precedenza descritti.

Per capire dove ci si possa incamminare per il futuro seguiamo il pensiero del Presidente Governatore della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, che così ha commentato il risultato del referendum: «Il consiglio regionale deciderà cosa fare. Non ho mai commentato, né prima, né durate la campagna elettorale, perché ho ritenuto giusto che questa materia fosse consegnata al consiglio regionale che ha fatto una legge che ha trovato un accordo per la data del referendum. Ho votato sì sperando che ci portasse alla città unica».

«Forse sì è sbagliato – ha aggiunto – a politicizzare troppo il referendum. Bisognava lasciare liberi i cittadini di esprimersi, senza trasformare il referendum in un argomento di parte. Ho cercato di evitare di contribuire a questa politicizzazione. Nonostante la mia preferenza per il sì non ho fatto alcun intervento sui social da me utilizzati».

«L’esito del voto – ha concluso – segna un passo indietro per il progetto di fusione dei tre comuni, un’iniziativa che per una parte della politica locale avrebbe potuto rappresentare un modello di riorganizzazione amministrativa in Calabria, una visione, a quanto pare riflettendo sull’esito del voto, non ampiamente condivisa. La città unica sarebbe stata un’opportunità importante, ma il verdetto va accettato e il consiglio regionale ha il compito di decidere i passi futuri».

Una dichiarazione asettica e non certamente in linea con il sogno del Rettore Beniamino Andreatta e della “Grande Cosenza” per dare alla comunità del territorio una grande opportunità di lavoro, sviluppo e crescita economica, sociale e culturale, che riprenderemo a spiegare in un prossimo servizio.

Da laureato UniCal, pur avvertito negli ultimi quattro anni con numerosi servizi giornalistici pubblicati in questo giornale ed anche dal ”Quotidiano” del Sud, compreso l’ultima lettera aperta pubblica indirizzatagli e pubblicata da “Calabria live” il 7 agosto 2024, con la preghiera di non procedere all’indizione del referendum e di rinviare il disegno di legge al consiglio regionale per una nuova riscrittura in piena concordia tra le parti interessate con il coordinamento degli esperti dell’Università della Calabria, non ascoltati nel lavoro preparatorio del provvedimento legislativo, non ha dato ascolto tradendo per alcuni aspetti quel sogno di Andreatta che così ci descriveva quella nuova realtà urbana che doveva essere realizzata con al centro l’Università della Calabria. In sostanza se il presidente Occhiuto ha perduto nel programmare la città unica è perché non ha saputo consegnare alla comunità dei tre comuni coinvolti la speranza di “un nuovo sogno”.

Ricordiamo Andreatta nel 25° anniversario del malore che lo colpì e che ne ha silenziato il suo pensiero, che pure vive oggi in questa circostanza

Il 15 dicembre 1999 Beniamino Andreatta era intento alla Camera a dare il suo contributo preparatorio all’approvazione della Finanziaria del 2000 quando si accasciò tra i banchi per un malore dal quale non si riprese più. A poca distanza si trovava il sen. Mario Oliverio, già presidente della Giunta Regionale calabrese, che resosi conto della gravità nel soccorrerlo chiese subito al presidente della seduta di chiamare il soccorso medico.

Mario Oliverio, già studente dell’UniCal in quel primo anno accademico 1972/1973, conosceva bene la figura del Rettore Beniamino Andreatta ed il suo sogno della “Grande Cosenza”. Si confrontò con lui durante la sua presenza a Cosenza come studente, ma anche alla Camera da quando venne eletto e ci furono le opportunità d’incontri. Quale migliore occasione ricordare, quindi, oggi Beniamino Andreatta sulla questione che ci sta a cuore a completamento del progetto dell’UniCal.

«La localizzazione non può essere vista come un fatto di pura “addizione” urbana, come un nuovo quartiere (Quattromiglia, Commenda, Roges, Andreotta e Cosenza), ma deve essere vista come oculata strutturazione di una nuova città (la grande Cosenza) organizzata sulle relazioni e sul sistema dei trasporti che meglio ne favorisce l’efficienza del livello metropolitano». Già questo è molto e ce ne riserviamo altri per i prossimi servizi.

Intanto l’Arel, l’agenzia di ricerca e legislazione da lui fondata nel 1985, con la propria rivista, diretta da Mariantonietta Colimberti, ne ha ricordato la figura con un numero speciale di ricordi, analisi, documenti inediti a 25 anni dal suo silenzio, con il contributo ed interventi di una quarantina di figure del mondo politico e culturale italiano: da Romano Prodi a Walter Veltroni, passando da Enrico Letta. La rivista sarà presentata giovedì 19 dicembre, alle 17, a Roma, presso la Camera dei Deputati, Sala del Refettorio, Palazzo San Macuto, Via del Seminario 76.

Il programma prevede il saluto della vice presidente della Camera dei Deputati Anna Ascani, con gli interventi di: Pier Ferdinando Casini, Mariantonietta Colimberti, Enrico Letta, Romano Prodi e Walter Veltroni. (fb)

                                                                            

L’OPINIONE / Ornella Cuzzupi: Tra la gente per combattere le discriminazioni e la poca sicurezza sul lavoro

di ORNELLA CUZZUPIIl Documento di Programmazione e Sviluppo approvato nella riunione tenuta ieri (mercoledì 11 dicembre ndr) dal nostro Organismo rappresenta un momento fondamentale per la missione dell’Osservatorio contro le discriminazioni nei luoghi di lavoro.

Dopo un anno di attività abbiamo preso atto della necessità di coinvolgere in maniera diretta le realtà istituzionali, produttive, sociali e dell’istruzione dei vari territori nei discorsi antidiscriminatori e per la sicurezza sul lavoro. L’idea è quella di innescare un meccanismo virtuoso funzionale a valorizzare la cultura del lavoro e i concetti di legalità e rispetto nell’ambito produttivo oltre che sociale. Nel contempo, puntiamo a dar forza e adeguata copertura a coloro che subiscono angherie e discriminazioni, al fine di segnalarle senza essere soffocati dal timore di eventuali ritorsioni.

Al fine di raggiungere quanto più possibile ogni realtà produttiva e affidare ai giovani, attraverso la scuola, il seme di una giusta cultura del lavoro abbiamo, quindi, deciso di andare noi tra la gente, attraverso un percorso di presenza, informazione e dibattito da tenere direttamente sui vari territori. Questo consentirà, attraverso un rapporto diretto con le realtà locali, di mirare alla creazione di una rete propositiva tra i diversi contesti.

Il Documento, inviato alla Presidenza del Consiglio Regionale (a cui fa capo lo stesso Organismo), è stato determinato dalla volontà di tutti i componenti attivi dell’Osservatorio Regionale – Inail, Inps, Ispettorato del Lavoro, Consulenti del Lavoro, Anmil, forze sociali e professionisti presenti – di coinvolgere, direttamente nel loro alveo naturale, ogni segmento interessato, facendone parte attiva di un processo teso ad aumentare la fiducia nelle istituzioni e il senso della possibilità del cambiamento.

Si è quindi deciso di avviare una serie di Manifestazioni-Convegno-Dibattito aventi come tema: “Un lavoro giusto per una terra più giusta” da tenersi, in prima battuta, presso i capoluoghi di provincia della regione e successivamente laddove si ritenga opportuno.

Tali appuntamenti  serviranno a produrre analisi e contributi atti a suggerire le eventuali azioni correttive da intraprendere sul territorio, sarà poi cura dell’Osservatorio seguire e relazionarne gli sviluppi. Importante è anche la collaborazione con l’Unar, organismo nazionale contro le discriminazioni, da sempre vicino al nostro Osservatorio. Noi, dunque, siamo pronti ad andare tra la gente e invitiamo tutti a darci una mano per dimostrare che insieme cambiare si può(oc)

[Ornella Cuzzupi è presidente dell’Osservatorio contro le Discriminazioni nei luoghi di lavoro della Regione Calabria]

Su Rai Cinema il corto girato a San Nicola da Crissa “Il seme della speranza”.

Si intitola “Il seme della speranza” il cortometraggio girato a San Nicola da Crissa e diretto da Nando Morra, vincitore della sezione “Mediterraneo: viaggio delle vicinanze” nell’ ambito di M2 Filming Experience – Mezzogiorno e Mediterraneo, spin off internazionale del Premio Penisola Sorrentina.

L’immigrazione, l’accoglienza ma anche il bullismo e il riscatto sociale sono i temi che caratterizzano questo lavoro cinematografico girato nel piccolo Comune di San Nicola da Crissa (Vibo Valentia).

Nel cast, insieme agli attori Francesco Sgro, Grazia Leone, Erica Bianco, Francesco Spagnolo e Nicola Quaranta, anche i giovanissimi studenti delle scuole calabresi.

A selezionare lo short film in concorso,  in distribuzione fino a primavera prossima sui canali Rai è stata la giuria composta dagli studenti del Dipartimento di Scienze politiche della Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli, diretto da Francesco Eriberto d’ Ippolito.

M2 Filming Experience- Mezzogiorno e Mediterraneo, patrocinato da Regione Campania e Fondazione Banco di Napoli, rientra in un progetto di convenzione pluriennale sottoscritto tra l’ Ateneo e l’organizzazione del Premio Penisola Sorrentina, presieduto da Mario Esposito, che ha visto nel corso del 2024 la partecipazione del Dipartimento universitario anche ad un workshop del Giffoni Film Festival, ad una iniziativa realizzata in collaborazione con la Fondazione Ferrovie dello Stato Italiane presso il Museo Nazionale Ferroviario di Pietrarsa e ad una serata-evento nel corso della quale il Sindaco di Sorrento, Massimo Coppola, ha consegnato il premio speciale 2024 per il Mediterraneo all’ attrice Anna Foglietta. (rmm)

Da Catanzaro l’appello alla prevenzione contro il cancro al colon retto

L’informazione e l’accessibilità agli esami diagnostici è cruciale nella lotta ai tumori, ancor di più se si tratta del cancro del colon-retto (Crc), un killer tanto pericoloso quanto troppo spesso invisibile. È il messaggio-appello partito da Catanzaro, nel corso dello speciale Prevenzione del cancro al colon retto – Uniti per la salute di tutti”, registrato al Teatro Comunale di Catanzaro e moderato da Domenico Gareri e in onda oggi e domani.

Un appello partito non a caso dalla Calabria, regione in coda alla classifica delle adesioni agli screening.

Un vero e proprio appello accorato, a cui si sono uniti Medici, Istituzioni, ma anche alcuni ex malati che, grazie ad una corretta prevenzione e le giuste cure, sono riusciti a vincere la malattia: tra questi, anche il cantante Pierdavide Carone, sul palco di Catanzaro con la sua musica ma anche con la sua diretta e commovente testimonianza.

Nel corso dell’appuntamento scientifico e sociale sono stati divulgati sul tema i dati di Fondazione Gimbe, che parlano chiaro: nel 2022 il 4,8% di italiani è risultato positivo tra quelli sottoposti a screening colon-retto, mentre nella Penisola è stato identificato un carcinoma in 1,1 persone ogni mille e un adenoma avanzato in 5,5 persone ogni mille.

In Calabria, invece, il ritardo sulla prevenzione del Crc è ancora enorme: l’adesione agli screening due anni fa era appena al 2,72% contro il dato italiano del 28,23%. Ma anche il tumore alla cervice uterina vede un tasso di partecipazione ai controlli che in Calabria si ferma al 12,29% contro il 41,23% italiano e per quanto riguarda la mammella siamo all’8,61% nella punta dello Stivale a fronte del 43,1% nel Bel Paese.

Secondo il Gimbe, in Calabria non sono stati identificati quasi il 96% dei carcinomi (13 diagnosticati su 301 diagnosticabili) e degli adenomi avanzati (64 diagnosticati su 1.507 diagnosticabili). Tirando le somme, mentre in Italia, dal 2005 al 2011, la mortalità per tumore al colon-retto è calata in media del 25%, con punte del 45%, in Calabria è rimasta stabile, secondo i dati dell’Istituto superiore di sanità. 

Durante l’iniziativa, il messaggio di sensibilizzazione circa l’importanza di informarsi e fare rete tra cittadini, specialisti, strutture sanitarie e istituzioni è arrivato anche dalla presentazione in anteprima di un documentario con il contributo di 12 gastroenterologi calabresi che sensibilizzano l’opinione pubblica sugli stili di vita corretti per prevenire il Crc e illustrano i sintomi dai quali riconoscere la patologia.

Il video è anche un viaggio nei reparti, nella formazione specialistica e nella rete di screening della regione, con un focus sull’intelligenza artificiale e le nuove tecnologie diagnostiche.

«I dati sugli screening sono particolarmente allarmanti nelle regioni del Sud – ha detto Nino Cartabellotta, presidente Fondazione Gimbe –. Questa situazione compromette la possibilità di una diagnosi precoce e di un trattamento tempestivo di tumori che, se individuati nelle fasi iniziali, potrebbero salvare molte vite».

«Stiamo sprecando un’opportunità cruciale – ha aggiunto –per ridurre la mortalità. È indispensabile un piano straordinario che migliori sensibilizzazione e accessibilità, riportando gli screening al centro delle politiche sanitarie. Solo così possiamo tutelare la salute e il benessere della popolazione».

Guido Costamagna, direttore Centro di malattie gastrointestinali Ospedale Isola Tiberina Gemelli, a sua volta ha chiosato: «Sul fronte delle tecnologie diagnostiche abbiamo a disposizione strumenti che solo qualche anno fa erano inimmaginabili. Ma il problema è l’aderenza delle persone alla prima fase dello screening per poi arrivare alla colonscopia, che comporta rischi bassissimi e altissima probabilità di trovare lesioni e rimuoverle per chi ha rinvenuto in prima battuta sangue occulto nelle feci».

«La sfida è italiana, non solo calabrese, anche in altre regioni i numeri della prevenzione non sono brillanti. È un peccato mortale – ha rimarcato l’esperto – far finta di nulla a fronte di tecnologie ormai strabilianti».

Proprio sul tema delle innovazioni diagnostiche Guido Beccagutti, neo-direttore generale di Confindustria dispositivi medici, ha spiegato che «le tecnologie servono ai medici e questa filiera produttiva ha in Italia molte eccellenze, perché la nostra creatività si sposa ai fabbisogni del mondo clinico».

Ciò vale in tutta Italia, Calabria compresa. Ernesto Esposito, sub-commissario alla Sanità della Regione, ha evidenziato: «È cruciale potenziare gli screening, ma è un boomerang non avere poi una rete oncologica che prenda in carico i pazienti. Come struttura commissariale, in prima battuta abbiamo aumentato gli inviti alla prevenzione di quasi il 50% e raggiunto il 72,5% della popolazione target. Se l’adesione rimane al 2% sul colon-retto, allora si tratta di un problema di consapevolezza, ecco perché abbiamo intrapreso una campagna informativa massiccia».

«Poi bisogna colmare la carenza della medicina di prossimità: per il 2025 abbiamo previsto l’acquisto di cinque motorhome attrezzati per gli screening dei tre tumori principali, cervice uterina, mammella e appunto colon-retto. Saranno uno per provincia, in modo da raggiungere anche i piccoli centri più remoti. Infine – ha concluso Esposito – c’è l’attività con i medici di medicina generale: nell’accordo integrativo regionale abbiamo previsto che lo screening oncologico sia istituzionale in seno alle Aggregazioni funzionali territoriali (Aft)».  (rcz)

Il format calabrese “Radici” di FI modello per le altre regionali

Radici, l’iniziativa ideata e messa in atto dalla Segreteria regionale della Calabria di Forza Italia per “ramificare” il partito e favorirne la diffusione capillare sul territorio, è stato adottato dal Consiglio nazionale come format di partito.

«Grazie all’ottimo lavoro della squadra di Forza Italia in Calabria e assieme al presidente della Regione Roberto Occhiuto, Radici è diventato un modello nazionale per tutto il nostro partito, da applicare in ogni regione”, ha detto Francesco Cannizzaro, deputato di Forza Italia e segretario regionale della Calabria, presentando il progetto al Consiglio Nazionale del partito insieme a Francesco Battistoni, deputato e responsabile dell’Organizzazione azzurra. 

«Oggi in Calabria – ha proseguito Cannizzaro – presenteremo centinaia di nuove adesioni, raccolte grazie a questa iniziativa. Da novembre abbiamo dato spazio alle loro istanze, e molti amministratori hanno aderito a Forza Italia. Questo format funziona, è stato votato dal consiglio nazionale azzurro e fortemente voluto dal nostro Segretario Nazionale».

«È una felice intuizione – ha concluso – sono molto contento ed orgoglioso che sia stato preso a modello dal partito nazionale, un partito è che sempre più in crescita grazie al lavoro di tutti i dirigenti, ma sopratutto alla straordinaria leadership di Antonio Tajani». (rrm)

Fulvio Scarpino nominato componente del Dipartimento Affari Legali del Corecom

Prestigioso incarico per Fulvio Scarpino, presidente del Corecom Calabria e Vice Coordinatore nazionale dei Comitati, che è stato nominato componente del Dipartimento Affari Legali, organismo di nuova costituzione deputato non solo ad un’azione di tutela normativa, ma anche a diventare un presidio di trasparenza, legalità e democrazia nei Corecom, enti delegati dall’Agcom per il controllo delle comunicazioni.

La nomina è avvenuta nel corso del Coordinamento Nazionale dei Presidenti del Corecom, svoltasi alla Camera dei Deputati di Roma. Si tratta di un’iniziativa importante mirata a consolidare il ruolo strategico dei Comitati Regionali per le Comunicazioni nel panorama istituzionale italiano.

La riunione alla Camera è stata aperta dai saluti di Padre Enzo Fortunato, capo dell’Ufficio Stampa della Basilica di San Pietro in Vaticano, che ha posto l’accento sull’importanza di una comunicazione etica e accessibile attraverso un linguaggio semplice, capace di raggiungere ogni persona, inclusivo.

«Ogni parola e ogni gesto possono far fiorire consapevolezza e orientamento – ha detto –. La comunicazione, non può che essere uno strumento di coesione sociale, uno spazio in cui le diversità trovano armonia e dialogo».

A seguire, Nicola Sansalone, Vice Segretario Generale dell’Agcom, ha evidenziato l’importanza del dialogo tra i Corecom e l’Autorità Garante per le Comunicazioni, rimarcando il ruolo cruciale del coordinamento per affrontare le sfide sempre più complesse del settore comunicativo all’interno di un sistema di regole che protegga i cittadini e promuova il pluralismo.

Carola Barbato, Coordinatrice dei Comitati Corecom delle Regioni e delle Province Autonome, ha delineato il percorso portato avanti dai Corecom per essere protagonisti ancor più riconosciuti e autorevoli nel panorama istituzionale: «L’unione e la sinergia tra i vari Comitati sono essenziali per affrontare le sfide della digitalizzazione e della tutela dei diritti dei cittadini, questo è possibile solo grazie a una pianificazione oculata e a una gestione collettiva e inclusiva».

Paolo Pietrangelo, direttore Generale della Conferenza dei Presidenti delle Assemblee Legislative delle Regioni e delle Province Autonome, ha poi sottolineato l’opportunità di rafforzare i rapporti con le istituzioni regionali, espressive delle diverse anime del nostro Paese, offrendo un esempio concreto di come la cooperazione tra livelli istituzionali possa generare valore condiviso.

Fulvio Scarpino, Vice Coordinatore nazionale dei Corecom, ha quindi introdotto l’argomento inerente la creazione del Dipartimento Affari Legali e Tutela del Regolamento.

«Una prima assoluta nella storia dei Corecom, un organismo nato per assistere e garantire il rispetto delle leggi e dei regolamenti AGCOM, nonché per supportare i singoli Comitati nelle questioni giuridiche».

Il Dipartimento è composto da personalità di alto profilo come Mario Trampus, Presidente del Corecom Friuli Venezia Giulia ed ex Presidente della Corte d’Appello di Trieste, Elena Boschini, Presidente del Corecom Valle d’Aosta, Marco Mazzoni Nicoletti, Presidente del Corecom Veneto, Roberto Bertolini, Presidente del Corecom della Provincia Autonoma di Trento, e Giuseppe La Rana, Presidente del Corecom Abruzzo.  

Il Vicepresidente della Camera dei Deputati, Giorgio Mulè, ha concluso l’incontro elogiando il lavoro dei Corecom e sottolineando il loro ruolo fondamentale come garanti della correttezza e del pluralismo nelle comunicazioni. È emersa la visione condivisa che i Corecom rappresentano un baluardo di democrazia, vigilanza e tutela, un esempio concreto di come le istituzioni possano lavorare al servizio del cittadino ed essere portatrici di valori come la coesione sociale, la democrazia partecipativa e l’inclusione. (rrm)

A Milano la Messa di Natale dell’Associazione S. Francesco di Paola

Domani, a Milano, nella Chiesa di San Francesco di Paola, si terrà la tradizionale messa di Natale viene dedicata alla Pace nel Mondo , organizzata dall’Associazione San Francesco di Paola della città Ambrosiana.

Officierà la funzione Monsignore Giuseppe Scotti.

«Tutti i parrocchiani e gli artisti i stilisti sono come ogni anno in fermento, tra cui ricordiamo gli amici Giorgio Armani e Santo Versace sempre molto vicini all’attività parrocchiale ed associativa. I tanti artisti che frequentano la chiesa, ricordiamo sempre con immutato affetto Lucio Dalla che, per anni, ha letto il Vangelo cantato e suonato il meraviglioso organo.dell’ex convento milanese», ha detto il prof. Silvio Ceci, direttore operativo Associazione San Francesco di Paola Milano – Confraternita Noi Minimi di Via Manzoni.

«Da qualche anno – ha spiegato – il posto di Lucio viene degnamente rappresentato dal cantautore milanese Alberto Fortis, che al termine del rito eseguirà il suo ultimo brano “Al di là” dedicato a Papa Francesco alfiere della Pace. Sono stati invitati l’ArciDevoto del Santo il Presidente del Senato, Sen.  Ignazio La Russa, il ViceCommissario Europeo, Raffaele Fitto, il Ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, il Prefetto di Milano, Claudio Sgaraglia, il Vice sindaco di Milano Anna Scavuzzo, il Presidente Regione Lombardia, Attilio Fontana, il Presidente del Consiglio Regionale della Lombardia, Federico Romani, più tante altre personalità istituzionali civili militari religiosi dei vari territori».

«Inoltre – ha aggiunto – segnaliamo l’importante presenza diplomatica dei Consoli di Russia ed Ucraina insieme alla rappresentanza di Usa e Francia».

«Al termine della funzione religiosa – ha spiegato Ceci – nel Salone parrocchiale con entrata da Via Monte Napoleone n. 23, ci sarà il tradizionale brindisi con lo scambio di auguri ed una perfomance di alcuni artisti. Oltre Alberto Fortis interverranno alcuni importanti cantanti lirici del Teatro alla Scala, ed è attesa anche la visita della pop star internazionale Dua Lipa, presente a Milano in via Monte Napoleone per registrare uno spot pubblicitario».

«Inoltre – ha aggiunto – segnaliamo l’importante presenza diplomatica dei Consoli di Russia ed Ucraina insieme alla rappresentanza di Usa, Canada Francia Australia. Infine segnaliamo che l’Assemblea di tutti i soci e il Direttivo dell’Associazione di San Francesco di Paola Milano insieme al Parroco, ha deciso per l’anno del Giubileo 2025 per 30 giorni a partire dal 2 Maggio 2025 ospiterà la Reliquia del Santo Eremita ed il suo Mantello che giungeranno direttamente dal Santuario di Paola, su gentile concessione dell’Ordine dei Minimi. Occasione a beneficio di tanti devoti di tutto il Nord Italia e dei tanti paesi europei che potranno toccare con mano e con affetto San Francesco di Paola. L’Organizzazione è a pieno regime con tanta emozione e sentimento di tanti amici».

«L’opportunità è speciale – ha sottolineato – ed bene augurante. Ricordiamo che San Francesco di Paola attraversò miracolosamente lo Stretto di Messina sul mantello; con questa manifestazione a Milano nel 2025 vogliamo credere di portare anche fortuna al governo italiano di Giorgia Meloni e al Ministro milanese Matteo Salvini per poter realizzare il Ponte sullo Stretto di Messina che tutto il mondo attende».

«Amici – ha concluso – viva San Francesco di Paola e vi aspettiamo per una giornata di speranza e gioia, pace e bene a tutti». (rrm)

Il PD Calabria: No al Defr e alla figura del consigliere supplente

È un voto contrario quello che il Partito Democratico della Calabria ha espresso al Documento di economia e finanza regionale (Defr) e alla proposta di legge della maggioranza di centrodestra per l’introduzione della figura del consigliere regionale “supplente”.

Una posizione espressa nel corso della conferenza stampa svoltasi a Lamezia, moderata dal capogruppo Mimmo Bevacqua alla presenza dei consiglieri regionali Amalia Bruni, Raffaele Mammoliti, Ernesto Alecci, Franco Iacucci e Giovanni Muraca.

Il capogruppo Bevacqua ha motivato il voto contrario al Defr sottolineando l’assenza di una visione strategica e la mancata capacità del centrodestra di affrontare le criticità della Calabria.

«Dopo tre anni di governo regionale non c’è alcun miracolo – ha detto – come annunciato dal presidente Occhiuto. Nel Defr, che rimane un libro dei sogni, emergono solo criticità e dati che confermano l’incapacità di questo governo di dare risposte concrete ai calabresi».

Raffaele Mammoliti ha evidenziato, invece, i dati preoccupanti del bilancio regionale, già peggiorati dai tagli previsti nella legge di bilancio nazionale del governo Meloni, che sottrarranno ulteriori 53 milioni di euro alla Calabria.

«La spesa libera è scesa dal 13% al 10% – ha illustrato – e si registra una discrasia nei dati sull’occupazione tra il bilancio sociale dell’Inps regionale e quelli riportati nel Defr: una differenza di 20.000 unità che necessita di approfondimenti urgenti».

Giovanni Muraca ha ribadito la gravità della situazione economica regionale, sottolineando come i dati già negativi siano ulteriormente peggiorati in seguito alle politiche economiche nazionali e alla mancanza di interventi strutturali da parte della giunta regionale.

Amalia Bruni ha concentrato il suo intervento sul disastro della sanità calabrese, denunciando il fallimento del modello AziendaZero.

«Doveva rappresentare un punto di svolta – ha detto – ma si è rivelata un’ulteriore complicazione per un settore già in crisi, senza alcuna soluzione concreta per migliorare i servizi sanitari».

Ernesto Alecci, infine, ha invece criticato la gestione “di facciata” del centrodestra, accusando il governo regionale di privilegiare gli annunci e le campagne mediatiche rispetto alle azioni concrete.

«Il settore turistico è un esempio lampante – ha detto –: si parla di voli speciali e Capodanni straordinari, ma mancano trasporti efficienti e strutture ricettive adeguate per accogliere i visitatori».

Il gruppo del Pd ha anche espresso un deciso no all’introduzione della figura del consigliere regionale “supplente”.

«È un tentativo di riequilibrare i rapporti interni alla maggioranza di centrodestra, non certo una risposta alle necessità dei cittadini calabresi – ha dichiarato Bevacqua –. Noi riteniamo prioritario proporre una riforma seria, come l’introduzione del voto disgiunto, che consenta ai calabresi di scegliere liberamente sia il presidente della Giunta sia i consiglieri regionali».

Il consigliere Franco Iacucci ha criticato fortemente la modifica voluta dal centrodestra spiegando con chiarezze che è una falsità quella di una riforma a costo zero: «Il numero dei consiglieri supplenti salirà diminuendo quello degli assessori esterni ed è chiaro che l’invarianza finanziaria è l’ennesima bugia del centrodestra al governo». (rcz)