Coldiretti Calabria: Le agromafie veleno che soffoca la nostra terra

In Calabria, come in tante altre regioni d’Italia, la terra è madre, lavoro, identità. Ma oggi è bersaglio e minacciata. L’8° Rapporto Agromafie, frutto del lavoro congiunto di Coldiretti, Eurispes e Fondazione Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e nel sistema agroalimentare, ci racconta di un sistema criminale che ha messo radici profonde nel cuore dell’agroalimentare italiano, con un giro d’affari che ha toccato i 25,2 miliardi di euro.

Secondo i dati, oltre il 12% delle segnalazioni di infiltrazioni mafiose nel settore agroalimentare proviene dal Sud, con casi di caporalato, usura, frodi alimentari e appropriazione indebita di fondi pubblici

Un assalto quasi silenzioso ma devastante, che parte dallo sfruttamento dei braccianti – spesso stranieri, portati qui con promesse e poi schiavizzati – e arriva fino alla tavola dei consumatori, con prodotti adulterati, etichette false e prezzi che non raccontano la verità.

Le mafie non si limitano più a chiedere il pizzo: comprano aziende, controllano appalti, falsificano certificazioni bio, e si infiltrano, dai mercati ortofrutticoli alla grande distribuzione. E mentre i nostri agricoltori lottano contro i costi in aumento, la burocrazia e l’isolamento, le agromafie approfittano della crisi per imporsi con la forza del denaro sporco.

Il rapporto denuncia anche il fenomeno delle “imprese senza terra”, cooperative fittizie che sfruttano i lavoratori e ingannano le aziende agricole. E lancia l’allarme sull’Italian Sounding, una truffa globale che ruba il nome e il valore del Made in Italy, danneggiando chi lavora onestamente.

Ma c’è anche una luce: l’approvazione del disegno di legge che introduce il reato di agropirateria, finalmente una risposta penale forte e organica.

In Calabria, dove la terra è sacra e il lavoro nei campi è ancora un atto d’amore, questa battaglia è anche culturale. La Coldiretti lavora ad un’alleanza tra istituzioni, agricoltori e cittadini. Perché difendere la nostra agricoltura significa difendere la nostra libertà, la nostra dignità, il futuro. Questa è la forza di chi crede che la legalità è un seme da coltivare ogni giorno. (rcz)

L’assessore Capponi: Al Salto Calabria raccontata senza stereotipi

«La Calabria è stata raccontata senza stereotipi, senza filtri, con autenticità». È quanto ha detto l’assessore regionale alla Cultura, Caterina Capponi, nell’ultimo giorno della 37esima edizione Salone del Libro di Torino, chiusasi lunedì.

La Regione Calabria, nei 5 giorni della kermesse, in uno spazio espositivo con due sale meeting di 200mq, ha ospitato 217 tra autori e relatori e 24 Case editrici, e circa 25 eventi giornalieri, riconoscimenti speciali per Nuccio Ordine, Saverio Strati, Corrado Alvaro, Gioacchino da Fiore, Mario La Cava.

Il Centenario di Saverio Strati è stato celebrato con un evento dal titolo “Saverio Strati fra radio e televisione”, promosso dal Comitato 100Strati, in collaborazione con la Regione Calabria, la Fondazione Calabria Film Commission e Rubbettino editore.

Un incontro per riflettere sul lascito culturale di uno degli scrittori più significativi del Novecento italiano, attraverso le tracce della sua voce e delle sue opere negli archivi della radio e della televisione italiana.

Un’occasione preziosa quella di Torino, al quale hanno partecipato Luigi Franco, presidente del Comitato centenario Strati e direttore editoriale Rubbettino, lo scrittore Gioacchino Criaco, la scrittrice e nipote di Strati, Palma Comandè, e Vanessa Roghi, autrice Rai, per riportare al centro della discussione nazionale l’opera di un autore che ha saputo trasmettere messaggi di valenza universale sui travagli dell’uomo moderno, attraverso il costante racconto della sua Calabria, con storie di emigrazione, identità e riscatto.

In cantiere il documentario “Saverio Strati fra radio e televisione” prodotto da Calabria Film Commission e Rai.

Nello stand Calabria anche l’antropologo e scrittore Vito Teti, il quale, insieme all’assessore Capponi, agli scrittori Angela Bubba e Demetrio Paolin e alla giornalista Annarosa Macrì, ha presentato il suo progetto politico-culturale “Ricominciamo da Alvaro.

«Il progetto – ha spiegato Teti – era incominciato all’Università La Sapienza di Roma quando, insieme al Centro di antropologia “Raffaele Lombardi Satriani” celebrammo i 130 anni dalla nascita dello scrittore e, in vista del 2026, il 70esimo anno dalla sua morte. C’era anche il presidente Roberto Occhiuto e, quel giorno, si formò un gruppo di letterati, antropologi, giornalisti culturali e studiosi di tutte le discipline che abbracciano i tanti interessi di Alvaro».

«Il progetto è ambizioso – ha aggiunto – perché vogliamo restituire Alvaro all’Europa e al mondo che ha raccontato, da Berlino a Parigi da Mosca a Istambul, anticipando temi attualissimi come lo spopolamento, la crisi climatica e l‘intelligenza artificiale. Quindi: ripartire da Alvaro per riportarlo nella sua San Luca ma anche in tutte le citta italiane e straniere; ricominciare da Alvaro per riprendere e rinnovare una nuova politica che parta dalla conoscenza di luoghi, persone e realtà».

La storia vera di un sopravvissuto alla ‘ndrangheta è stata raccontata in prima persona dall’imprenditore e collaborare di giustizia, Antonino De Masi con la presentazione del libro “Inferi”.

«Ho scritto un libro che racconta gli inferi che ho attraversato ma che dice anche che io ho vinto, non da eroe ma da persona normale che ha fatto solo il suo dovere con la dignità di uomo libero. Queste cose oggi io le posso dire perché ho avuto anche sostegno da parte della classe politica e dal presidente Occhiuto al quale ho parlato della legge che ho scritto – che è stata approvata all’unanimità – che stabilisce che gli imprenditori che denunciano possono avere corsie privilegiate nelle gare pubbliche. E la Calabria è la prima Regione ad aver approvato la legge ‘De Masi’. Spero che diventi una normativa nazionale».

All’incontro sulle Minoranze linguistiche (occitana, arbëreshë, grecanica), con il professor Francesco Cuteri e il giornalista Raffaele Nisticò, l’assessore Capponi ha affermato che «le minoranze linguistiche e la diversità culturali che sottendono sono oggetto di attenzione e cura da parte del Governo e del Consiglio regionale, per come d’altra parte contemplato nella Costituzione e nello Statuto della Regione Calabria».

Sono tre le comunità che usano correntemente una loro lingua, la Grecanica in alcuni comuni, segnatamente Bova Roghudi e Condofuri, della fascia jonica meridionale della provincia di Reggio, l’occitanica a Guardia Piemontese, l’arbëreshë, la più diffusa, in molti centri delle province di Catanzaro Cosenza e Crotone. Manifestata nel corso dell’incontro anche l’opportunità di salvaguardare il ricco patrimonio dialettale regionale, come suggerito dall’intervento della maschera calabrese Giangurgolo.

Dell’ “Essere autori in Calabria” ha parlato Domenico Dara, l’autore nato a Girifalco, il contemporaneo calabrese oggi più letto in campo nazionale, in classifica con il suo ultimo romanzo “Liberata”.

«La scrittura autentica – ha sottolineato – non può sottrarsi dall’imprinting ricevuto nei momenti e nelle situazioni vissute fin dal periodo della prima formazione, della scoperta del mondo circostante nell’infanzia e nella prima giovinezza, dei primi apporti culturali, dei personaggi anche minuti che si incontrano in casa e nelle strade del proprio quartiere. Solo da questo approccio e dalla successiva elaborazione il particolare si apre all’universale». (rrm)

La sindaca di Villa Caminiti: Ponte, notificato ricorso contro report Iropi

La sindaca di Villa San Giovanni, Giusy Caminiti, ha reso noto che «è stato  notificato, venerdì scorso, il ricorso per motivi aggiunti nell’interesse del Comune di Villa san Giovanni della Città Metropolitana di Reggio Calabria per l’annullamento della delibera della presidenza del Consiglio dei Ministri del 9 aprile scorso con allegata la relazione Iropi».

«Ad essere eccepiti – ha spiegato – sono motivi di violazione di legge, eccesso e sviamento di potere. Si tratta di un ricorso per motivi aggiunti presentato alla seconda sezione ter del Tar Lazio innanzi al quale pende il ricorso principale che ha ad oggetto la richiesta di annullamento del parere reso dalla commissione Via Vas».

«Una decisione giuridica – ha aggiunto – che si fonda su quanto da sempre è stato sostenuto (anche nella scelta politica) da quest’amministrazione comunale: dopo che per cinquant’anni ci è stato raccontato che il ponte unisce dal punto di vista trasportistico l’Europa alla Sicilia, adesso si assiste ad un cambio di prospettiva e l’interesse pubblico del ponte viene legato a imperativi motivi di salute dell’uomo e di sicurezza pubblica che giustificano la deroga alle direttive comunitarie».

«Sin dall’approvazione del parere della commissione Va Vas – ha proseguito – avevamo chiesto a gran voce che, davanti a ad una valutazione di impatto appropriata negativa, si seguisse l’iter di legge per la remissione degli atti alla commissione europea e la successiva autorizzazione a tutela degli habitat protetti dalla direttiva Natura 2000 (zone a protezione speciali e zone di conservazione speciale). Scegliere come interesse prioritario pubblico quello legato alla salute dell’uomo e alla sicurezza nazionale permetterebbe al governo di bypassare la richiesta di autorizzazione alla commissione europea e, quindi, di violare – uno tra tutti – il principio di precauzione».

«Non solo: la commissione Via Vas dà il via al progetto sulla base della mancanza di soluzioni alternative – ha evidenziato –. Ma il procedimento di valutazione delle soluzioni alternative è declinato in maniera stringente e rigorosa dalla direttiva comunitaria e dalle linee guida nazionali per la valutazione di incidenza e quelle norme non sono state rispettate. Ed infatti, nella valutazione fatta dalla commissione via vas e presa a presupposto nella delibera della presidenza del Consiglio dei Ministri, non c’è alcuna analisi specifica della cosiddetta alternativa zero. E le alternative possibili non sono state neppure menzionate come tali, perché ciò avrebbe comportato un aggravio di tempo al procedimento ma anche maggiori tutele per le comunità locali, per il paesaggio e l’ambiente dello Stretto».

«È compito della politica e delle istituzioni – ha ribadito la sindaca Caminiti – assicurare che tutte le possibili soluzioni alternative al progetto siano esaminate allo stesso livello di dettaglio del progetto medesimo, con riferimento anche soprattutto alle specie e agli habitat per i quali il sito è stato designato e con riguardo agli obiettivi di conservazione degli esiti stessi».

«Eppure – ha aggiunto – nel 2021 agli atti del ministero delle infrastrutture dei trasporti è depositata una relazione in cui vengono prospettate alcune soluzioni alternative che tra l’altro hanno come obiettivo quello di ridurre in modo significativo l’impatto del ponte sulla rete natura 2000, l’incidenza sulla conservazione, l’impatto visivo ed ambientale, ma anche e soprattutto un livello maggiore di conoscenza scientifica sulla fattibilità dell’opera. Quella relazione indica espressamente come “la soluzione aerea a più campate sia potenzialmente più conveniente di quella a campata unica“ ritenendo che il ponte a più campate avrebbe potuto avere una maggiore estensione e una lunghezza similare a quella di altri ponti già realizzati e quindi frutto di esperienze consolidate empiriche anche dal punto di vista di tempi e costi di realizzazione».

«L’esame sin qui svolto – ha spiegato ancora – non tiene conto neppure degli atti ufficiali di cui il ministero dei trasporti e delle infrastrutture non può che essere a conoscenza ma che, evidentemente, non sono stati trasmessi alla commissione Via Vas perché potesse assumere una decisione in piena conoscenza di tutti gli studi e le proposte fin qui condotti».

«Sembrerebbero mere disquisizioni giuridiche – ha continuato Caminiti – ma così non sono se il fine è quello di dimostrare che è questa procedura viola le garanzie che la legge pone a tutela principalmente delle comunità locali. La mancanza della valutazione dell’alternativa zero così come la mancata prospettazione e valutazione delle altre soluzioni alternative (a priori scartate) compromette la decisione resa.

Gli atti del progetto devono essere rimessi alla commissione europea, l’unica titolata ad autorizzare mitigazione e compensazioni dal momento che la commissione Via Vas non ha escluso effetti negativi sui siti natura 2000».

«Continuiamo a sostenere, con forza – ha ribadito ancora – che l’approccio corretto al progetto ponte deve essere quello tecnico-scientifico, per cui sia fugato ogni dubbio sulla fattibilità dell’opera, sulla sua sostenibilità economica, sulla tutela dell’ambiente e del paesaggio quale valore costituzionalmente garantito. Continuiamo a ritenere che sia tempo di fermarsi per approfondire tutti quei rilievi e quegli studi che sono emersi in questi ultimi venti anni e che non sono stati ripresi ed adeguatamente valutati in ragione di un imperativo rilevante interesse pubblico che oggi si tenta di associare a salute pubblica e sicurezza nazionale.

«La città di Villa San Giovanni – ha concluso – farà, fino in fondo, la sua parte per avere certezze del progetto, del cambiamento del territorio, per avere la certezza che non si dia il via all’ennesima incompiuta che per i villesi vorrà dire devastazione e incerta possibilità di sopravvivenza della città stessa». (rrc)

Concessioni demaniali a Soverato, Montuoro: Al vaglio diverse soluzioni

«Ci sono diverse opzioni al vaglio dell’amministrazione comunale, alla quale stiamo cercando di dare supporto anche noi tramite le nostre strutture, che verranno valutate nelle prossime ore per cercare di trovare la soluzione migliore per salvaguardare la stagione balneare, gli investitori e il turismo in generale». È quanto ha detto il consigliere regionale Antonio Montuoro, a seguito dell’incontro in Regione per la vicenda delle concessioni demaniali  a Soverato, definendola «una problematica che desta non poche preoccupazioni, considerando che a breve quella che tutti conosciamo come la Perla dello Ionio sarà invasa da migliaia di turisti che, ogni anno, trascorrono a Soverato il periodo di ferie estive».

Il tavolo, infatti, è stato convocato, dietro sua sollecitazione, per affrontare la tematica relativa all’annullamento deciso dal Tar del rinnovo delle concessioni demaniali a Soverato. Presenti all’incontro, insieme a Montuoro, l’assessore regionale al Turismo e all’ambiente, Giovanni Calabrese, gli uffici regionali, il sindaco di Soverato, Daniele Vacca e l’assessore al Demanio del Comune di Soverato, Giusy Altamura.

Il sindaco Vacca, prima dell’incontro in regione, aveva inviato una lettera aperta alla presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni, al ministro delle INfrastrutture, Matteo Salvini, al presidente della Regione, Roberto Occhiuto e al prefetto di Catanzaro, Castrese De Rosa in cui esprimeva «amarezza e un senso di impotenza» a seguito della recente sentenza del Tar in materia di concessioni demaniali  marittime. 

Una sentenza che, per il primo cittadino, «getta nel caos l’intero comparto turistico balneare del nostro territorio, lasciando decine di imprenditori, centinaia di famiglie, lavoratori stagionali e  fornitori in una condizione di assoluta incertezza e instabilità».

«Soverato vive di mare, di accoglienza, di turismo – ha ricordato Vacca –. Il nostro sistema economico poggia in larga parte sul lavoro  dei balneari, sulla loro capacità di offrire servizi, qualità e sicurezza alle migliaia di persone che ogni estate  scelgono la nostra città come meta. Senza certezze sulle concessioni, si ferma gran parte dell’economia  cittadina. Le imprese non possono programmare, investire e assumere. I lavoratori non sanno se avranno  un’occupazione. I cittadini si chiedono se avranno ancora spiagge attrezzate e servizi».

Gli operatori balneari  preoccupati per la sentenza del Tar, sono scesi in piazza «per esprimere il proprio dissenso nei confronti dell’incertezza normativa che continua a gravare sul settore balneare». 

La sentenza, infatti, mette «a rischio non solo la sopravvivenza di numerose imprese locali che vivono ormai nell’incertezza totale in materia, ma anche l’intera città di Soverato che subirebbe un danno sotto svariati profili».

E proprio di questo si è discusso in Regione: «Nell’individuare possibili vie d’uscita in questa fase –  ha spiegato Montuoro – siamo partiti da un atto molto importante, cioè la deliberazione di Giunta regionale n.258 del 28 maggio 2024 sulle concessioni demaniali marittime, fluviali e lacuali, secondo cui in Calabria non ci sarebbe scarsità di risorse del demanio marittimo, con conseguente inapplicabilità della direttiva Bolkestein da parte degli Enti locali, salvo che questi ultimi non rilevino l’esistenza di determinati criteri oggettivi».

«L’incontro in Cittadella – ha continuato Montuoro – è stato un momento di confronto e di sinergia tra i vari livelli istituzionali; ed è questa, senza ombra di dubbio, la strada migliore da percorrere per fare fronte alle criticità che interessano i territori. Un grazie sentito lo rivolgo, chiaramente, all’assessore Calabrese che, ancora una volta, ha dimostrato grande sensibilità e apertura».

«La Regione – ha concluso Montuoro – sosterrà tutti i Comuni e gli operatori con l’obiettivo di garantire una stagione turistica regolare, perché il compito della vera politica è quello di scongiurare scenari che potrebbero costituire un ostacolo allo sviluppo di una comunità, specialmente se quest’ultima, per le sue bellezze naturali e per le tante attività che producono occupazione, rappresenta un vessillo per l’intera regione». (rcz)

Alzheimer e demenza, su RaiTre l’impegno del Centro Diurno Ra.Gi. a Catanzaro

Su Rai 3 via in onda, domani sera, alle 21.20, su Rai 3, con il programma “Che ci faccio qui”,  l’impegno quotidiano del team diretto da Elena Sodano, che, all’interno del Centro Diurno Ra.Gi., a Catanzaro, assicura protezione, libertà e dignità a persone con demenza.

A raccontare tutto questo il giornalista Domenico Iannacone, con lo sguardo sempre volto a chi vive ai margini della società, che ha fatto tappa nello spazio confortevole che, nel cuore del centro storico cittadino, riconosciuto come Dementia Friendly Community, garantisce un perimetro di protezione a chi sta perdendo ricordi, parole, volti amati.

«Per quattro giorni, nel mese di febbraio, Iannacone, insieme alla sua attenta e silenziosa troupe, è stato ospite del Centro Diurno, vivendo fianco a fianco con chi ogni giorno affronta il peso – ma anche la bellezza – di una condizione troppo spesso raccontata con paura o pietà. Tra terapeuti e persone con demenza, ha incrociato lo sguardo di vite che pulsano, nonostante la malattia. Ha ascoltato le voci dei familiari, le loro solitudini, le loro domande senza risposta», ha raccontato Sodano.

Occhi lucidi, mani tese, carezze sospese nel tempo scandiscono il viaggio nella fragilità umana nonché nella forza silenziosa di chi resiste e riesce ad esprimere le proprie emozioni. Come Pino, rinchiuso da bambino in manicomio, senza avere nessuna colpa.

Si tratta di un racconto inedito di un’umanità che, purtroppo, tanti non riescono a scorgere senza il filtro della compassione. Iannacone, con delicatezza, sfoglia le storie delle persone con demenza, ma anche delle loro famiglie, lasciando aperto il libro della loro vita.

«Ha scoperto, forse anche lui con stupore – ha raccontato Sondano – la naturalezza con cui le persone con demenza sanno ancora amare, ridere e raccontarsi. Ha ascoltato senza invadere, ha camminato accanto a noi con il passo leggero di chi sa che certe storie si devono raccogliere con rispetto per restituirle al mondo con verità».

«Così è nato il racconto autentico che farà vibrare l’anima dell’Italia intera, insegnando a guardare la demenza con occhi umani, proprio come facciamo quotidianamente nel Centro Diurno a Catanzaro e nella CasaPaese a Cicala», ha chiosato la presidente della Ra.Gi. invitando tutti a sintonizzarsi, domani sera, su RaiTre, per scoprire come cura e dignità possono diventare una forma d’amore che, nonostante la fragilità della mente, non si dimentica mai. (rcz)

Alla Camera di Commercio successo per le giornate sulla Tutela degli finanziari della Ue

Si è conclusa, alla Camera di Commercio di Cosenza, la due giorni dedicata alla tutela degli interessi finanziari dell’Unione Europea, un evento di rilevanza nazionale che ha visto riuniti rappresentanti delle massime istituzioni italiane ed europee, giuristi, accademici ed esponenti del mondo professionale e imprenditoriale.

L’iniziativa, promossa dalla Camera di Commercio di Cosenza, ha ricevuto il patrocinio della Corte dei conti, del Ministero per la Pubblica Amministrazione, di Unioncamere, del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili, del Consiglio Ordine degli Avvocati di Cosenza, di Anci Calabria e Olaf – Ufficio europeo per la lotta antifrode – a conferma dell’alto profilo scientifico e istituzionale dell’appuntamento.

Le Giornate di Studio si sono articolate in due sessioni, presiedute rispettivamente dal Presidente della Corte dei conti, Guido Carlino, e dal Giudice della Corte costituzionale, Angelo Buscema.

Nel suo intervento di apertura, il presidente Klaus Algieri ha sottolineato il senso e la portata dell’iniziativa: «Non celebriamo solo un evento scientifico – ha detto Algieri – ma riaffermiamo una visione: quella di una Camera di Commercio che si fa spazio pubblico aperto, luogo di dialogo e di democrazia partecipata, dove l’economia incontra l’etica».

Il Presidente Carlino ha posto l’accento sul ruolo centrale della Corte dei conti nella salvaguardia della corretta gestione delle risorse pubbliche, apprezzando inoltre la vivacità culturale della Camera di Commercio di Cosenza e della città di Cosenza, quale centro culturale preziosissimo per lo sviluppo Mezzogiorno.

«La Corte dei Conti svolge un ruolo centrale nella tutela degli interessi finanziari dell’Unione, – ha dichiarato il Presidente – tanto sul piano del controllo quanto su quello giurisdizionale, anche grazie a un sistema di cooperazione ormai solido con le istituzioni europee, in primis la Corte dei Conti Europea, l’Olaf e la Procura Europea».

Il giudice della Corte Costituzionale Buscema ha sottolineato il rafforzamento dei sistemi di controllo e prevenzione delle frodi comunitarie. Al centro del suo discorso, la necessità di restituire fiducia ai cittadini europei attraverso una gestione trasparente e sicura delle risorse finanziarie dell’Unione. 

«L’obiettivo è rafforzare i sistemi di tutela dei fondi europei e restituire fiducia ai cittadini, che devono sapere che le risorse sono ben gestite e protette. Solo così potranno sentirsi parte dell’Europa e riconoscerla come propria»

La prima giornata è stata aperta dai saluti istituzionali di Wanda Ferro, Sottosegretario Ministero Interno; Franz Caruso, Sindaco di Cosenza; Roberto Occhiuto, Presidente Regione Calabria; Rosa Maria Padovano, Prefetto di Cosenza, Antonio Repaci, Vicepresidente Ordine Nazionale Commercialisti. 

Spazio poi per gli interventi accademici di: Daniele Franco, già Ministro dell’Economia e delle Finanze e attuale Presidente della Fondazione Policlinico Gemelli di Roma, Giacomo D’Amico, Professore ordinario di Diritto costituzionale – Università di Messina, Fabrizio Luciani, Professore ordinario di Diritto amministrativo – Università della Calabria

La seconda giornata, è stata introdotta dai saluti istituzionali di Romeo Ermenegildo Palma, Procuratore regionale della Corte dei conti della Calabria e Claudio Consales, Consigliere nazionale del Consiglio Forense.

Sono intervenuti Quirino Lorelli, Procuratore regionale della Corte dei conti della Valle d’Aosta, Carlo Chiappinelli, Presidente di Sezione della Corte dei conti, Adriano Scudieri, Procuratore europeo delegato (EPPO) e Bruno Bartoloni, Generale della Guardia di Finanza

Due giornate dense di contenuti, che confermano la vocazione della Camera di Commercio di Cosenza a farsi luogo di connessione tra istituzioni, cittadini e territorio. Un punto di riferimento nazionale per la cultura della legalità economica e per la promozione di un’Europa trasparente, coesa e consapevole.

Nel suo intervento, il sindaco di Cosenza Caruso ha ricordato come «la tutela degli interessi finanziari dell’UE, intesa come corretto impiego e utilizzo dei fondi erogati dall’Unione Europea, rappresenta certamente una imprenscindibile condizione ed insieme un impegno che deve permeare ogni atto che la Pubblica Amministrazione è chiamata ad approvare e a mettere in campo, nell’ottica di quei comportamenti pubblici che devono manifestarsi in un contesto di assoluta legalità».

Il primo cittadino ha, poi, ricordato la firma, a Palazzo dei Bruzi, risalente al maggio del 2023, del protocollo d’intesa tra il Comune di Cosenza e la Guardia di Finanza, «con il precipuo obiettivo – ha sottolineato Franz Caruso – di migliorare l’efficacia complessiva delle misure volte a prevenire, ricercare e contrastare le violazioni in danno degli interessi economico-finanziari dell’Unione Europea, dello Stato, delle Regioni e degli Enti locali, connessi alle misure di sostegno e finanziamento del Pnrr».

Il protocollo firmato a suo tempo con il Comandante Provinciale della Guardia di Finanza “mette in risalto, nel suo articolato – ha aggiunto il sindaco – un raccordo informativo prevedendo, nello specifico, che il Comune comunichi alla Guardia di Finanza informazioni e notizie circostanziate, ritenute rilevanti per la repressione di irregolarità, frodi e abusi di natura economico-finanziaria, di cui sia venuto a conoscenza, avendo cura di segnalare, altresì, elementi su interventi, realizzatori o esecutori che presentino particolari indici di rischio».

Un’attività finalizzata ad intensificare la collaborazione tra il Comune e il Comando Provinciale della Guardia di Finanza con l’obiettivo di rafforzare le azioni a tutela della legalità delle attività amministrative finalizzate alla destinazione e all’impiego delle risorse europee e di quelle più specificamente collegate al Pnrr.

«L’accordo con la Guardia di Finanza – ha detto ancora Franz Caruso davanti alla platea della Camera di Commercio – resterà in vigore fino al completamento del Pnrr e, comunque, non oltre il 31 dicembre 2026, e si inserisce a pieno titolo nell’azione politico/amministrativa che stiamo portando avanti dall’inizio del mio mandato e che abbiamo fondato su tre architravi: legalità, trasparenza e solidarietà. Di qui la nostra piena adesione al protocollo d’intesa che ci consente di poter contare sul supporto fondamentale della Guardia di Finanza per esercitare una verifica attenta ed accurata intorno ai bandi e agli appalti e per garantire che i fondi che arrivano sul nostro territorio siano utilizzati e spesi nella maniera più corretta. Vigilare, sempre e comunque, sulla corretta gestione delle risorse pubbliche e valorizzare ogni forma di sinergia istituzionale a livello locale in modo da rafforzare, capillarmente, il sistema di prevenzione e contrasto delle condotte lesive degli interessi finanziari pubblici, deve essere un imperativo categorico al quale l’Amministrazione comunale di Cosenza ha dato un immediato seguito».

«Entrando più nello specifico nell’attività espletata dagli uffici comunali a tutela degli interessi finanziari dell’Unione Europea, il primo cittadino ha ricordato, inoltre, che «per la partecipazione alla gare di appalto, si richiede, ad esempio, agli operatori economici la sottoscrizione del patto di integrità, ossia un accordo avente ad oggetto la regolamentazione del comportamento ispirato ai principi di lealtà, trasparenza e correttezza, nonché l’espresso impegno anti-corruzione di non offrire, accettare o richiedere somme di denaro o qualsiasi altra ricompensa, vantaggio o beneficio, sia direttamente che indirettamente tramite intermediari, al fine dell’assegnazione del contratto e/o al fine di distorcerne la relativa corretta esecuzione».

«Prima dell’aggiudicazione di un appalto, i nostri uffici – ha rimarcato Franz Caruso – sono, inoltre, obbligati a verificare se la ditta che ha vinto l’appalto è iscritta alla “White-list” della Prefettura e, in caso contrario, richiedono la certificazione antimafia. Inoltre vengono richiesti il certificato del casellario giudiziale e la regolarità fiscale e contributiva. Questi controlli, inoltre, sono estesi anche alle ditte subappaltatrici. Credo che le Amministrazioni pubbliche, e con esse i sindaci, debbano rappresentare un vero e proprio avamposto nella tutela degli interessi finanziari dell’Unione Europea, attivando tutte le energie e le sinergie a loro disposizione perché sia posto un argine ed una forte azione di contrasto alle cosiddette “frodi all’Unione europea” che continuano a rappresentare un vulnus di assoluto rilievo per gli effetti che le condotte fraudolente possono produrre non solo sui bilanci, ma anche sul tessuto economico-sociale dell’Unione e degli Stati membri».

«In tutto questo ci è di grande conforto – ha concluso – la certezza che il Paese disponga di un ventaglio di Amministrazioni particolarmente preparate ed attrezzate sul fronte della lotta alle frodi, oltre ad una specifica Forza come la Guardia di Finanza che, con grandi competenze in materia economico-finanziaria, opera con gli stessi penetranti poteri legislativi (amministrativi e penali) e con le stesse professionalità a tutela sia del bilancio nazionale che dell’Unione Europea. E sono proprio questi aspetti che devono rinfrancarci, se proprio non è ancora possibile dormire sonni tranquilli su questo fronte. Per quanto più direttamente mi riguarda, ho sempre riaffermato, in ogni occasione, che ho le mani libere e contrasterò sempre e comunque, per quanto è nelle responsabilità del mio ruolo di Sindaco, ogni fenomeno che inquina e condiziona la vita pubblica e lo sviluppo economico e sociale della città». (rcs)

Emergenza idrica, Tavolo tecnico Regione-Prefettura Reggio

Si è svolto, alla Prefettura di Reggio, un incontro del tavolo tecnico permanente sull’emergenza idrica, istituito dalla Regione Calabria per monitorare il fenomeno della siccità e dare corso ai conseguenti interventi.

L’iniziativa, coordinata dall’assessore alla Tutela dell’ambiente, Giovanni Calabrese, insieme al Prefetto di Reggio Calabria, Clara Vaccaro, e al commissario per l’adozione di interventi urgenti connessi al fenomeno della scarsità idrica, Nicola Dell’Acqua, ha visto la presenza di numerosi rappresentanti istituzionali e tecnici del settore.

Tra i partecipanti, Francesco Costantino, del Dipartimento regionale all’Ambiente, il direttore generale di Sorical, Giovanni Paolo Marati, il commissario del Consorzio unico, Giacomo Giovinazzo, Pasquale Coccaro, dell’Autorità di Bacino, e Domenico Costarella, direttore della Protezione civile regionale.

L’incontro si inserisce nel quadro delle iniziative già avviate durante la prima riunione del tavolo, voluta dalla Regione Calabria per monitorare lo stato di severità della crisi idrica in regione e analizzare periodicamente le criticità territoriali legate alla siccità.

L’obiettivo è di individuare soluzioni efficaci, sia a breve che a lungo termine, per fronteggiare le problematiche legate alla scarsità di risorse idriche che si sono acuite negli ultimi anni a causa dei cambiamenti climatici.

È emerso un quadro complessivamente positivo, grazie anche alle piogge registrate nei mesi autunnali e invernali che hanno contribuito ad un aumento delle disponibilità di acqua nelle falde e nei volumi immagazzinati nella diga del Menta. Questi segnali di miglioramento fanno ben sperare per la prossima stagione estiva, che si preannuncia meno critica rispetto a quella dello scorso anno.

Nel corso del Tavolo sono state avanzate proposte per interventi strutturali che possano integrare le risorse disponibili, con l’obiettivo di garantire una gestione più efficace della risorsa idrica anche in periodi di scarsità, che si stanno rendendo sempre più frequenti a causa dei mutamenti climatici.

Un focus particolare è stato dedicato anche al problema degli allacci e dei prelievi abusivi dalle reti di adduzione e distribuzione, fenomeno che, soprattutto nei mesi primaverili ed estivi, mette a dura prova la capacità di gestione delle risorse. Questi prelievi illegali, spesso legati a sprechi e utilizzi impropri, come l’irrigazione abusiva, aggravano ulteriormente la crisi idrica e richiedono interventi mirati di controllo e repressione.

Gli interventi messi in atto finora, sin dai mesi estivi, sono stati fondamentali per mitigare gli effetti della grave siccità. Come ha sottolineato Sorical, tra le misure adottate figurano la distribuzione di acqua tramite autobotti nelle zone più colpite, le operazioni di turnazione per ottimizzare l’uso delle risorse disponibili, e interventi sulle strutture di captazione (pozzi e sorgenti) e sulle reti di adduzione e distribuzione. Questi sforzi hanno permesso di superare i momenti più critici, limitando i disagi alla popolazione e garantendo un minimo di continuità nel servizio.

L’assessore Calabrese ha sottolineato come le azioni e le proposte messe in campo abbiano evidenziato che questa emergenza idrica si sta affrontando tutti insieme con grande collaborazione tra i vari soggetti territoriali competenti.

«Solo attraverso una maggiore sinergia – ha rimarcato – supportata da esperti e specialisti del settore, potremo trasformare questa situazione di emergenza in una risorsa. La Regione sta facendo una pressione costante sull’emergenza, individuando interventi mirati e specifici sui territori. Si sta lavorando al monitoraggio sulla rete idrica e si presta la massima attenzione all’abusivismo idrico e all’uso improprio delle risorse».

«È in atto un controllo continuo sui territori – ha proseguito – principalmente quelli già oggetto dell’ordinanza regionale dello scorso anno, e, grazie al tavolo tecnico permanente e al costante impegno del commissario Dell’Acqua, si punta a ridurre i problemi legati al sistema idrico. Nei prossimi giorni, individueremo insieme ulteriori interventi da mettere in atto per affrontare questa sfida». (rrc)

TIS, firmato decreto per riconoscimento economico di 631 euro

È stato firmato, da Fortunato Varone, dirigente generale del Dipartimento Lavoro, il decreto dirigenziale numero 7135, con il quale si stabilisce di istituire e riconoscere, nei limiti delle risorse disponibili, una misura che preveda il riconoscimento di un sostegno economico 631,00 euro mensili per i tirocinanti.

Tale somma vale fino al raggiungimento dell’età pensionabile, per i soggetti facenti ancora parte del bacino dei Tirocini di inclusione sociale – di riferimento alla Dgr 538-2024 – nati tra il 1958 ed il 31 dicembre 1965 e inseriti nell’elenco approvato con decreto dirigenziale 717 del 21/01/2025.

Contestualmente, l’assessore al Lavoro, Giovanni Calabrese, con firma congiunta del dirigente generale, ha inviato una lettera agli enti utilizzatori dei Tis, alla presidente dell’Anci Calabria, Maria Rosaria Succurro, e alle rappresentanze sindacali, per chiedere che «ognuno faccia la propria parte, manifestando entro i termini previsti la volontà di attivare percorsi di stabilizzazione».

«La stabilizzazione dei Tirocinanti di inclusione sociale – si legge nella missiva – impiegati da anni negli Enti pubblici calabresi che tanto preoccupa noi amministratori e gli stessi tirocinanti che da oltre un decennio vivono in una situazione di precarietà, è un tema cruciale per la dignità del lavoro e la coesione sociale della nostra comunità».

«La Regione Calabria – si legge – ha messo in campo importanti strumenti per agevolare l’assunzione a tempo indeterminato dei Tis, stanziando incentivi economici pari a 25.000 euro per ciascuna stabilizzazione e offrendo massima flessibilità, grazie a norme ad hoc approvate dal Parlamento, agli Enti locali anche in deroga ai limiti ordinari di fabbisogno. Non si tratta soltanto di un’opportunità amministrativa, ma di un dovere morale e istituzionale. Questi lavoratori hanno prestato servizio con spirito di sacrificio, contribuendo al funzionamento quotidiano dei nostri Comuni e alla tenuta dei servizi pubblici essenziali».

«Comprendiamo le difficoltà strutturali e finanziarie in cui versano molti enti locali. A tal proposito – scrivono Calabrese e Varone – la Regione ha scelto di accompagnare concretamente il processo con risorse e supporto tecnico-amministrativo. Abbiamo lavorato in questi giorni per recepire le richieste portate al tavolo di confronto dal Presidente di Anci Calabria che rappresenta la quasi totalità degli enti utilizzatori».

«Pertanto, si prevede di aumentare il contributo regionale fino a 40.000 euro a lavoratore under 60 – viene spiegato – spalmare il contributo su più annualità fino al 2029. Prevediamo anche di ripartire il contributo storicizzato sul bilancio dello Stato di cui all’art. 3, comma quinquies, del Decreto-legge 22 aprile 2023, n. 44, come modificato della Legge n. 207 del 30 dicembre 2024, tra gli enti che aderiranno alla manifestazione di interesse che procederanno consequenzialmente alle procedure assunzionali secondo le modalità previste sempre da apposita e recente normativa statale, la quale consente l’assunzione dei tirocinanti in qualità di lavoratori sovrannumerari al piano di fabbisogno del personale ed ai vincoli assunzionali previsti dalla vigente normativa. E per come concordato al tavolo permanente con le rappresentanze sindacale con il medesimo decreto si autorizza la mobilità dei tirocinanti presso altri enti pubblici e privati che potranno procedere successivamente alla stabilizzazione secondo le procedure previste».

Nella lettera si evidenzia, inoltre, che, per come stabilito con le rappresentanze sindacali e con la pubblicazione del decreto del Dipartimento Lavoro di oggi, i tirocinanti over 60, salvo sempre quanto previsto nel suddetto accordo sindacale, termineranno il tirocinio formativo il prossimo 31 maggio e si vedranno corrisposto un assegno di inclusione sociale regionale fino al raggiungimento dell’età pensionabile.

«Negli anni – hanno concluso l’assessore Calabrese e il dg Varone – la Regione Calabria, a supporto dell’iniziativa relativa ai percorsi dei Tis, ha investito una cifra prossima ai 130 milioni di euro. Pertanto confidiamo nella vostra sensibilità istituzionale e nel vostro impegno per dare concretezza a un percorso di giustizia sociale largamente atteso».

«Perciò – hanno informato infine – per consentire una maggiore adesione derivante dalla corretta programmazione previsionale degli enti utilizzatori, la piattaforma di adesione resterà aperta fino alle ore 12 del 31 maggio 2025». (rcz)

L’assessore Varì: 40 milioni di euro per sostenere il tessuto produttivo

È stato presentato, in Cittadella regionale, dall’assessore alle Attività Produttive, Rosario Varì, un nuovo strumento agevolativo diretto ad imprese di tutte le dimensioni a sostegno dei settori produttivi presenti e per favorire nuovi insediamenti.

All’incontro sono intervenuti la dirigente di settore Valeria Scopelliti e l’amministratore delegato di Fincalabra, Alessandro Zanfino, organismo intermedio per lo svolgimento delle funzioni dell’Autorità di Gestione del PR Calabria Fesr-Fse+ 2021/2027.

«La misura presentata oggi – ha dichiarato Varì – ha la finalità di attrarre e consolidare sul territorio calabrese insediamenti produttivi che siano innovativi e sostenibili e, quindi, competitivi sui mercati e con rilevante impatto occupazionale. È importante evidenziare che questa iniziativa offre opportunità di finanziamento anche alle grandi imprese, che costituiscono un volano di sviluppo fondamentale per la transizione digitale ed ecologica».

L’intervento prevede contributi a fondo perduto per programmi integrati composti da almeno una componente obbligatoria di investimento produttivo – come la creazione di nuove unità produttive, l’ampliamento o la diversificazione di quelle esistenti – e da eventuali componenti aggiuntive di innovazione, come la ricerca industriale e lo sviluppo sperimentale, in coerenza con la strategia regionale per la Specializzazione Intelligente.

Il finanziamento minimo previsto per ciascun programma è pari a 500 mila euro, con una prevalenza delle spese legate agli investimenti produttivi pari almeno al 60% del totale. L’intensità di aiuto sulla parte relativa agli investimenti varia in base alla dimensione dell’impresa: fino al 60% per le piccole imprese, al 50% per le medie e al 40 % per le grandi. Significative anche le intensità di aiuto per le attività di innovazione, ricerca e sviluppo.

«Questa misura – ha aggiunto – che coinvolge diversi settori manifatturieri e dei servizi, prevede anche la possibilità di finanziare le grandi imprese del settore turistico, rappresentando, di fatto, un’azione volta a integrare e potenziare quanto già avviato a livello regionale a sostegno delle Pmi del settore».

L’iter di selezione è basato su una procedura valutativa a sportello, articolata in fasi di verifica formale e sostanziale, seguite da una valutazione di merito e secondo criteri di impatto occupazionale, rilevanza tecnologica e coerenza con le priorità strategiche regionali.

L’Avviso, da oggi in pre-informazione, prevede l’apertura dello sportello per la fine del mese di giugno.

«Il Governo regionale, guidato dal Presidente Occhiuto – ha concluso l’assessore allo Sviluppo Economico – è fortemente impegnato nell’azione di valorizzazione del territorio e di sostegno alla crescita delle imprese». (rcz)

Grazie a Comunità Educante un ponte tra la Locride e Brescia

di ARISTIDE BAVASi è concluso un intenso e significativo evento di scambio tra due iniziative territoriali impegnate nella costruzione di comunità educanti: “Locride Educante 4.0” in Calabria e “Tutti i Frutti: una comunità che matura con l’esperienza” in Lombardia.

Entrambi i progetti sono sostenuti da Con i Bambini – Impresa Sociale, nell’ambito del Bando per le Comunità Educanti, che negli ultimi anni ha attivato in tutta Italia processi innovativi di alleanza tra scuola, enti del Terzo Settore, famiglie e istituzioni, con l’obiettivo di contrastare la povertà educativa minorile attraverso modelli partecipativi e di lungo respiro. Questo momento di confronto seppure in territori profondamente diversi  ha messo in luce la straordinaria ricchezza di pratiche, visioni e approcci che stanno emergendo grazie a questo filone di sperimentazione nazionale.

L’evento appena realizzato nella Locride si inserisce nell’opera di costruzione di una cultura educativa nei territori, incentrata sulla comunità educante come risorsa viva e generativa. L’incontro di scambio nella Locride tra le due reti di comunità educante, rispettivamente coordinate come enti capofila da Civitas Solis e dalla cooperativa bresciana Cauto, ha registrato  il coinvolgimento di operatori, educatori, dirigenti scolastici, amministratori locali e cittadini attivi nei diversi comuni del territorio.

Tra i momenti più significativi, il ricevimento ufficiale nella Sala Consiliare del Comune di Siderno della delegazione bresciana  con un dibattito moderato da Raffaella Rinaldis sul tema “Comunità educanti e Sharing Economy” che ha visto protagonisti la Sindaca Mariateresa Fragomeni, Francesco Mollace, coordinatore di Locride Educante 4.0, Luigi Moraschi, vicepresidente di Cauto, Laura Scalvi, Roberto Ranghetti, facilitatori del progetto. Hanno anche partecipato  numerosi esponenti della rete territoriale, tra cui le dirigenti scolastiche Giuliana Fiaschè e Carla Pelaggi, Aurelia Vottari del Consultorio Familiare dell’Asp, Giuseppe Nunziato Belcastro di Mediterraneo e Ambiente, Mario Trichilo dell’Ymca, Daniela La Porta del Polo tecnico Marconi/Ipsia, l’assessora sidernese Francesca Lopresti.

Di particolare intensità anche un workshop di coprogettazione tenutosi a Gerace, con la partecipazione degli assessori Pino Varacalli e Marisa Larosa, impegnati nella realizzazione di progetti di riciclo e riuso cari alla vocazione ambientale.

Poi anche le visite ad alcune esperienze significative di comunità educante sul territorio, tra cui i presidi educativi e sociali attivati da Civitas Solis a Locri e a San Luca oltre ad un significativo percorso di scoperta delle produzioni tradizionali. In questo caso gli ospiti, hanno potuto conoscere da vicino il lavoro quotidiano delle operatrici dell’associazione impegnate nel sostegno a minori e famiglie in un contesto fragile e caratterizzato da numerose difficoltà ma ricco di energia generativa.

Non sono mancati i momenti di condivisione informale e valorizzazione delle eccellenze del territorio, grazie all’accoglienza delle realtà locali come il ristorante La Collinetta di Martone e l’associazione Terre dei Primi, l’osteria U Ricriu di Siderno, e la trattoria Du Priori di Antonimina, un percorso di scoperta delle produzioni tradizionali, valorizzate dalla biodiversità locale e con i metodi antichi di produzione alimentare.

Secondo Francesco Mollace, direttore di Civitas Solis «questo scambio, ha confermato l’importanza di favorire il dialogo tra territori diversi, in un’Italia che vuole saper apprendere da sé stessa. L’impegno comune ora è rendere duraturo il rapporto tra le due reti, per costruire insieme nuovi modelli educativi, partecipativi e inclusivi. Perché – dice Mollace – le comunità educanti si costruiscono nel tempo, attraverso l’incontro tra visioni, territori e persone che credono nel cambiamento». (ab)