Mauro Alvisi presidente del Centro Studi Multidisciplinare e Osservatorio sulla Disabilità

È nato, con la nomina alla presidenza di Mauro Alvisi, il Centro Studi Multidisciplinare ed Osservatorio sulla Disabilità, le povertà e il disagio sociale dell’Associazione Nazionale Invalidi del Lavoro e Disabilità Diffusa.

Obiettivo del Centro Studi, quello di unire e coinvolgere risorse umane, intellettuali e grandi competenze scientifiche. Compito di alto profilo e impegno sociale, perché dovrà cercare di suscitare il necessario interesse della comunità, calamitando anche l’indispensabile sostegno economico intorno ad un obiettivo di studio e di ricerca.

Scopo di tale Organo è anche quello di avere funzioni consultive e di supporto tecnico e scientifico non solo per Anildd, ma anche per tutte le altre Associazioni ed Organizzazioni etico sanitarie di riferimento, non escluso quale organo consultivo per le Istituzioni governative. Infatti, tra le attività che sono demandate, citiamo l’elaborazione delle possibili politiche nazionali in materia di disabilità, povertà e disagio sociale, con la finalità di far evolvere e migliorare l’informazione su tali gravosi e pressanti argomenti.

Nel contempo, tra l’altro, il Centro Studi Multidisciplinare vuole fornire un contributo di sostanza al miglioramento del livello di efficacia e di adeguatezza delle politiche sin qui adottate, al fine di dare valido supporto alla Sanità Nazionale, offrendo e creando appositi Progetti Obiettivo sulla disabilità, le povertà e il disagio che diano quindi vita a programmi Ecm per dirigenti ed operatori, attivazione di linee di ricerca sulla partecipazione attiva delle persone con disabilità comunque subite. Non di meno, la programmazione di eventuali ed opportune campagne pubbliche sulla Convenzione Onu, sulla dignità, uguaglianza di opportunità, partecipazione, inclusione.

Tale compito è affidato quindi al Centro Studi Multidisciplinare e Osservatorio sulla Disabilità e principalmente, al prof. Mauro Alvisi, di recente salito alla ribalta delle Scienze Sociali con il suo Trattato Generale della Concuranza, il nuovo paradigma dell’intelligenza collettiva cooperante. Con la nomina del 29 agosto ne assume la Presidenza, sostituendo e allargando nella multidisciplinarietà del nuovo organo l’encomiabile lavoro svolto in precedenza nel Centro Studi Anildd, dall’ing. Mario De Santis che termina per fine mandato, a cui va il plauso e riconoscimento della nostra Associazione e Comunità Scientifica, per il lavoro svolto. Il prestigioso incarico, conferito all’unanimità dal Consiglio Direttivo di Anildd è stato, quindi, ratificato ufficialmente dal Presidente Nazionale ing. Pasquale Marasco e dal Vicepresidente Nazionale dott. Alfredo Ponzo, nei giorni scorsi.

Confermati il Vicepresidente prof. Enzo Ungaro Cutini ed il Consigliere dott. Pietro Battipede. Il Prof. Alvisi potrà contare, inoltre, su di una squadra di scienziati e specialisti nei vari campi di riferimento, che hanno già inoltrato le loro candidature e manifestato la propria disponibilità ed interesse a far parte dell’organico del Centro Studi.

Nel ringraziare il Prof. Alvisi per aver aderito all’alto spirito sociale e volontario del Centro Studi Multidisciplinare, accettandone la Presidenza, così come per l’etica ed il senso “dell’altro”, inteso come nostro prossimo, insito in Anildd e nel suo messaggio Statutario, il presidente e la Giunta Esecutiva desiderano confortarlo sulla certezza del loro totale apporto e vicinanza, anche in vista delle importanti sfide che certamente non mancheranno nell’ambito del suo mandato. Anildd esprime quindi la sua fiducia al nuovo Presidente, al Vicepresidente ed ai Consiglieri, augurando nel contempo di vivere una esperienza entusiasmante, arricchente e motivante.

Il prof. Alvisi, infatti, ha già presentato un cronoprogramma del suo impegno istituzionale, che sarà ispirato dal nuovo paradigma della Concuranza, di cui è autore. Infatti l’Osservatorio e Centro Studi, intende, sotto la sua conduzione affrontare questi temi chiave:

  1. Interfacciamento con il Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali, dell’istruzione e dell’Università e della Ricerca Scientifica per tutte le problematiche e/o progetti anche formativi, da realizzare nell’ambito di riferimento
  2.  La promozione di studi e ricerche sulla disabilità, le povertà e il disagio sociale e familiare, cause e prevenzione in Italia e all’estero;

  3. La pubblicazione di un rapporto biennale sull’andamento del fenomeno della disabilità, povertà e disagio sociale, e sullo stato di attuazione della normativa europea, nazionale e regionale su tali argomenti

  4. La pubblicazione di un bollettino periodico di informazione e promozione di altre iniziative volte alla diffusione della conoscenza della disabilità, povertà e del disagio, della relativa forma e possibilità di associazionismo, al fine di valorizzarne il ruolo di promozione civile e sociale

  5. L’approvazione di progetti sperimentali e/o elaborati, anche in collaborazione con gli enti locali, o altre associazioni per fare fronte a particolari emergenze sociali e per favorire l’applicazione di metodologie di intervento particolarmente avanzate, d’intelligenza collettiva cooperante

  6. La promozione di scambi di conoscenze e forme di collaborazione fra le associazioni di promozione sociale italiane e fra queste e le associazioni straniere. Assicurando, altresì, il coordinamento ed integrazione delle politiche sanitarie con le altre politiche di interesse della disabilità, povertà e del disagio, coinvolgendo anche organizzazioni di famiglie, interessate all’argomento. Tali argomenti saranno sviluppati nei settori più critici ed in particolare: sociale – abitativo – educativo – occupazionale – rispetto, integrazione ed inserimento della persona

  7. La definizione di possibili linee guida in materia di diagnosi e presa in carico delle persone con patologie psichiatriche e disabilità intellettiva relazionali e di accesso alle strutture sanitarie di base e specialistiche e ospedaliere per rispondere appropriatamente anche alla loro vulnerabilità e comorbidità

  8. Nel contesto generale della sanità Nazionale, la creazione di appositi Progetti Obiettivo sulla disabilità, la povertà e sul disagio, che dia vita a: programmi Ecm per dirigenti e operatori, attivando di linee di ricerca sulla partecipazione attiva delle persone con disabilità o disagio sociale anche a seguito di traumi e violenze fisico-neurologiche, a ciò che le riguarda e sul sostegno tra pari, programmazione di eventuali ed opportune campagne pubbliche sulla Convenzione Onu, sulla dignità, eguaglianza di opportunità, partecipazione e inclusione anche con ricerca e sensibilizzazione di  partner pubblici e privati interessati

  9. La applicazione di sistemi di armonizzazione/riunificazione dei servizi e dei trasferimenti (in ambito e contesto progettuale mirato), che assicurino la ricomposizione delle misure, la trasversalità degli interventi, l’unitarietà dei programmi e la coerenza degli obiettivi (a partire dalla effettiva attuazione del progetto di cui all’art. 14 Legge 328/00) previa ridefinizione dello stesso ai sensi della Convenzione Onu, anche in accordo con le altre Associazioni del settore

  10. Nel contesto medico-sanitario, in ambito della disabilità e del disagio, applicazione Legge 38/2010 “Disposizioni per garantire l’accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore” anche al di fuori delle condizioni di malattia oncologica, con attenzione alla prospettiva di qualità di vita
  11. Predisporre ed organizzare, con cadenza biennale o triennale, una conferenza nazionale sulla Disabilità, le Povertà e il Disagio Sociale, alla quale partecipino i soggetti istituzionali e le associazioni interessate

Normativa di riferimento

  • L. 460/97 Riordino della disciplina tributaria degli enti non commerciali e delle organizzazioni non lucrative di utilità sociale
  • L 383/2000 Disciplina delle associazioni di promozione sociale
  • L. 675/96 Tutela delle persone e di altri soggetti rispetto al trattamento dei dati personali
  • D. Lgs. n. 196/2003 “Codice in materia di protezione dei dati personali

Attività di riferimento

  • Il sostegno delle iniziative di formazione e di aggiornamento per lo svolgimento delle attività associative nonché di progetti di informatizzazione e di banche dati nei settori disciplinati dalla presente legge, sempre negli ambiti di riferimento della Disabilità e del Disagio sociale
  • Nella tenuta e nell’aggiornamento del registro (nazionale) degli eventi, cause, modalità, statistiche, concause, determinate o determinanti nell’ambito della Disabilità e del Disagio

  •  L’ideazione e sostegno delle iniziative di formazione e di aggiornamento per lo svolgimento delle attività associative nonché di progetti di informatizzazione e di banche dati nei settori inerenti, e disciplinati dalla presente legge. (rrm)

Ad Angelò Laganà il primo Premio per la Pace

Prestigioso riconoscimento per il calabrese Angelo Laganà, eccellenza nel mondo della fisarmonica-midi, che ha ricevuto il Primo Premio Internazionale dedicato al Santo Padre Giovanni Paolo II.

Il Premio è stato conferito nel corso del Gran Galà della Pace, promossa in onore di Giovanni Paolo II e creata e organizzata da Nino Capobianco. Insieme a Laganà, sono stati insigniti Franco Nero, Annalisa Minetti, Niccolò Centioni, Valeria Marini, Arianna David, Laura Freddi, Maurizio Mattioli, Cinzia e Laura Ganga degli “Abba The Best”, Franco Neri, Francesco Garofalo, Salvatore Varano, Dino Kappa, Daniela Fazzolari, Roberto Litta, Gianfranco Pavone, Mariella Anziano, Flavio Iacones, Gianluca Guerrisi (Polizia di Stato) Fausto Zilli (Guardia di Finanza) Alberto Raggi (Presidente nazionale Guardia Ambientale) Chicco Maffei, lo scultore Amedeo Ferrari.

La serata è iniziata col botto, con la straordinaria esibizione della Fanfara dei Bersaglieri, i cui componenti hanno fatto ingresso nel locale alla loro maniera e con la rituale corsa intonando inni e melodie che hanno reso famoso il gruppo di musicisti che si esibisce solo nelle grandi ricorrenze.

Hanno partecipato numerosi personaggi che si sono distinti, durante l’arco della loro eccezionale carriera, nei diversi campi dello Spettacolo, della Televisione, del Cinema, del Cabaret, della Musica, del Teatro e dell’Imprenditoria. 

«Un sentito ringraziamento va a Chicco e Tiziana Maffei, al regista Alessio di Cosimo, al regista cinematografico Francesco Di Silvio, all’imprenditore calabrese Giovanni Marrapodi e a tutto lo staff del “Dadaumpa Beach Club», si legge in una nota.

Hanno presentato egregiamente la serata: Daniela Fazzolari e Roberto Litta che hanno consegnato a tutti i personaggi la pergamena (raffigurante il primo piano del Santo Padre Giovanni Paolo II) nella quale sono stati stampati nomi e cognomi dei premiati in oro zecchino assieme ad una statuetta in bronzo ed oro zecchino realizzata dallo scultore Amedeo Ferrari.

Durante le premiazioni si sono esibiti Angelo Laganà che ha eseguito con la fisarmonica: “Profumi di Calabria”, inno del Bergamotto di Reggio Calabria, tarantella che lo stesso autore della musica ha dedicato al Santo Padre Giovanni Paolo II e Cinzia e Laura Ganga degli “Abba The Best” che, assieme a due musicisti, hanno cantato “A.MA.MI.”, canzone scritta contro la violenza sulle donne.

«Arrivederci alla seconda edizione – conclude la nota – con i migliori e doverosi ringraziamenti a Nino Capobianco per aver ideato e regalato a tutti i personaggi e non, una serata davvero speciale, spettacolare e ricca di emozioni». (rrm)

Pina Amarelli Mengano testimone Unicef per la Calabria

Prestigioso incarico per l’imprenditrice e Cavaliere del Lavoro, Pina Amarelli Mengano, che è stata nominata dalla presidente Unicef Italia, Carmela Pace, testimonial dell’Unicef Italia per la Calabria.

La nomina è stata proposta da Giuseppe Raiola, Presidente del Comitato Regionale Unicef per la Calabria e Monica Perri, Presidente del Comitato provinciale Unicef di Cosenza, «perché attraverso il suo impegno sensibilizzi, mobiliti risorse e coinvolga l’opinione pubblica sui problemi dell’infanzia e dell’adolescenza, testimoniando e promuovendo, la solidarietà e il sostegno alle iniziative dell’Unicef».

Hanno partecipato alla cerimonia, che si è svolta presso la sede nazionale dell’Unicef Italia a Roma, il Direttore generale dell’Unicef Italia Paolo Rozera, Patrizia Surace, membro del Consiglio Direttivo dell’Unicef Italia, Giuseppe Raiola, Presidente del Comitato Regionale Unicef per la Calabria e Monica Perri, Presidente del Comitato provinciale Unicef di Cosenza.

«Siamo contenti come Unicef che un Cavaliere del Lavoro, un’imprenditrice, una donna come Giuseppina Amarelli Mengano entri a far parte della nostra famiglia», ha dichiarato Carmela Pace, Presidente dell’Unicef Italia.

«Siamo certi – ha concluso – che con il suo impegno riusciremo a coinvolgere nella promozione dei diritti dei bambini e delle bambine un numero sempre più ampio di persone».

«Non posso che essere felice per la scelta di conferire il ruolo di Testimonial a Pina Amarelli – ha commentato l’Ambasciatore Nazionale Unicef, Michele Affidato –. La Calabria sta compiendo un grande lavoro grazie al Presidente Regionale Giuseppe Raiola che assieme a tutti gli altri comitati provinciali, condividono l’impegno di mantenere sempre attiva la macchina della solidarietà di Unicef».

«Questa nomina – ha aggiunto – aggiunge un valore in più, ai tanti sforzi che si stanno compiendo. Pina Amarelli è uno dei fiori all’occhiello di questa terra. Un’imprenditrice ed una amica che, da anni, con il suo impegno ed il suo lavoro rappresenta una delle aziende di eccellenza italiana».

«A lei – ha poi concluso Affidato – faccio i miei più sinceri auguri e il benvenuto all’interno della grande famiglia UNICEF, con la certezza che avremmo modo di collaborare in molte iniziative».

Nata a Napoli e laureata in giurisprudenza, docente universitario, avvocato, giornalista pubblicista è attualmente Presidente del Museo della Liquirizia “Giorgio Amarelli” di Rossano (Cs), Città di cui è cittadina onoraria. Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, nel 2006 è stata nominata Cavaliere del Lavoro. Ha ricoperto prestigiosi incarichi in consessi bancari, associativi, culturali, tra cui Bper Banca e Banca Regionale di Sviluppo, Touring Club Italiano, delle Università “Partenope e Orientale” di Napoli. Già presidente “Les Hénokiens” a Parigi e dell’Unione Imprese Storiche Italiane a Firenze, componente del CDA del Sole 24 Ore.

È Presidente del Comitato per gli anniversari di interesse nazionale presso la Presidenza del Consiglio, componente dei Consigli direttivi del Comitato Leonardo e di Museimpresa, del Gruppo Tecnico Cultura di Confindustria, dell’Accademia dei Georgofili. Nel 2015 ha rappresentato la Calabria nel Padiglione Italia – Expo 2015.

Ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui il Premio Bellisario, il Premio Minerva, il Premio Guggenheim per il Museo, il Premio Unioncamere per la longevità e il successo, il Premio del Ministero delle Attività Produttive per l’Imprenditoria femminile, il Premio Firenze Donna, il Premio “Grande Dame” Veuve Clicquot, il premio “Leonardo Qualità Italia”, il Premio “100 anni di Confindustria”, il premio “Fenice” dell’Università La Sapienza di Roma, il Premio Anima per la sostenibilità ed il sociale in occasione dei 150anni dell’unità d’Italia, il Premio “Giorgio Ambrosoli”. (rrm)

A Giancarlo Greco il “Premio Internazionale Bronzi di Riace”

Prestigioso riconoscimento per il calabrese Giancarlo Greco, che ha ricevuto a Roma il Premio Internazionale Bronzi di Riace, giunto alla 21esima edizione.

Il Premio è stato ideato dal presidente e Patron Giuseppe Tripodi, assegnato nelle scorse edizioni, tra gli altri, a personalità di assoluto rilievo come Andrea Bocelli, Diego Della Valle e Silvana Giacobini.

Il prestigioso riconoscimento è stato assegnato a personalità che «come fieri guerrieri» hanno combattuto per la crescita e lo sviluppo della Nazione e si sono distinte nel mondo per «competenza e professionalità».

«Un esercito positivo – ha dichiarato Giancarlo Greco, di cui con orgoglio facciamo parte, ma voglio dedicare questo premio a tutti i nostri collaboratori che quotidianamente con passione e nel rispetto delle regole portano avanti il nome della Calabria».

La serata si è svolta nell’ambito della celebrazione dei 50 anni del ritrovamento dei Bronzi di Riace. (rrm)

Daniele Lavia, il calabrese campione del mondo di Volley

«Oggi abbiamo scritto una pagina di storia…Campioni del mondo!», ha scritto Daniele Lavia, di Corigliano Rossano, che ha conquistato il titolo nella Pallavolo, dopo aver sconfitto a Katowice i campioni in carica della Polonia.

«Sono calabrese, porto la mia terra sempre nel cuore. Abbiamo dato tutto, nonostante la stanchezza e 10 mila tifosi contro», ha dichiarato a Repubblica Daniele Lavia.

«Che bella l’Italia della pallavolo sul tetto del mondo», ha scritto su Twitter il presidente della Regione, Roberto Occhiuto, congratulandosi con la squadra per la vittoria.

«Che impresa straordinaria dei nostri ragazzi. E tra i maggiori protagonisti di questo successo il calabrese Daniele Lavia, orgoglio di una intera Regione. Una serata storica per lo sport italiano», ha concluso.

Anche il consigliere regionale Davide Tavernise, ha rivolto i suoi auguri al campione del mondo.

«Il neo campione del mondo regala però a tutti noi, giovani e meno giovani – ha detto il capogruppo del M5S in Consiglio regionale – un messaggio positivo e importante: bisogna credere in se stessi e lottare per le proprie idee, nel rispetto degli altri. Specie in una terra come la Calabria dalle mille potenzialità. I risultati poi arrivano. È il messaggio dello sport, che aiuta ad ammettere i propri limiti, evidenziando le proprie potenzialità. Che stimola il confronto continuo con sé e con gli altri. Che veicola valori come solidarietà, il rispetto di sé, degli altri, dell’ambiente».

«Un esempio, dunque, quello di Daniele Lavia, chiaro e positivo, di coraggio e impegno nel nome del Paese – ha concluso –. Un esempio che la politica, oggi più di ieri, deve fare proprio per portare fuori il Paese da una congiuntura economica che rischia di provocare danni enormi soprattutto tra le fasce più deboli». (rrm)

Addio ad Aldo Antonio Fiorenza, fotografo fine e appassionato

Commozione e cordoglio a Reggio, ma anche in gran parte della Calabria dove era conosciuto e apprezzato, per la scomparsa di Aldo Antonio Fiorenza, grandissimo fotografo, appassionato del suo lavoro e legatissimo alla sua terra. I suoi scatti hanno immortalato istanti di vita unici e grandi eventi, luoghi e persone, con una sensibilità e un tocco d’arte non comuni.

Il sindaco sospeso di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà lo ha così ricordato in un post su Facebook: «Per me la fotografia è una sorta di arte “totale”, capace più delle altre di trasmettere sentimenti ed emozioni, di mostrare anche ciò che risulta invisibile agli occhi. Il fotografo non è solamente un mestiere, ma una vera e propria missione.

Il nostro caro Aldo Antonio Fiorenza era tutto questo, un artista straordinario, un valido e apprezzato professionista, un cittadino innamorato della sua terra. La passione era il suo marchio di fabbrica, capace di regalarci capolavori incredibili.
Su tutti mi piace ricordare le sue bellissime foto della nostra Santa Patrona Madonna della Consolazione o delle gesta sportive della nostra amata Reggina o della Viola Basket. O ancora questo magico scatto in bianco e nero, all’Arena dello Stretto, selezionato nel 2016 da Wikimedia Italia per rappresentare la nostra città e posizionatosi quinto, su migliaia di immagini, nel concorso internazionale Wiki Loves Monuments.
Caro Aldo, ci mancherai. La tua Reggio saprà ricordarti».
Anche il sindaco ff della Città Metropolitana Carmelo Versace ha voluto ricordare la figura di Aldo Fiorenza: «La Città metropolitana di Reggio Calabria si stringe commossa intorno al dolore della famiglia Fiorenza duramente colpita dalla perdita del maestro Aldo Fiorenza, esprimendo sentimenti di vicinanza e profondo cordoglio. Aldo Fiorenza, prima ancora uno stimato fotografo, era un cittadino esemplare, una persona perbene sempre animata da un autentico e solido attaccamento alla città di Reggio Calabria che oggi piange la scomparsa di un grande professionista dotato di una sensibilità fuori dal comune. Del maestro Fiorenza – conclude Versace – resteranno indelebili le tantissime opere fotografiche realizzate nel corso di una lunga e brillante carriera, insieme al ricordo di un uomo gentile che attraverso l’occhio attento e mai banale del proprio obiettivo, ha saputo regalare un racconto unico e profondo della realtà che ci circonda». (rrc)

Maria Frisina, la poetessa calabrese tradotta in Francia

di PINO NANO«Maria Frisina – scrive Erik Pesenti Rossi nella sua prefazione al saggio francese – riesce a forgiare immagini belle ed efficaci, sia che si tratti di evocare il sentimento dell’amore («Io sono acqua tersa / del tuo ghiaccio che si smembra, / diamante alla tua luce»; «Sparsa di vento / libro nel sogno.»), desiderio di vita («Sbirciare dal tunnel / sterpi limati dal sole.»), il dolore («Gemo / come un albero / sotto il vento.”) o la felicità (“Il viso si trasforma, / traduce portentosi paesaggi.»). Con questa poesia d’amore, Maria Frisina, pur mettendo in discussione la poesia, riesce a reinventare la poesia a partire da temi e motivi «classici», come la vita, la morte, l’amore o la natura. In questo offre una bella lezione di poesia». 

L’ultimo successo per la poetessa calabrese Maria Frisina arriva dunque dalla Francia, o meglio è tutto francese, per via del suo ultimo saggio tradotto e stampato in Francia e che per la prima volta riporta e racconta ai francesi le mille emozioni che un intellettuale calabrese riesce a vivere attraverso la poesia ai margini dell’Aspromonte dove oggi vive.

Maria Frisina infatti, poetessa calabrese e irriducibile operatrice culturale nella Piana di Gioia Tauro, oggi vive ed opera ad Oppido Mamertina un paesino alle porte del Monte Aspromonte e a due passi dal grande Porto di Gioia Tauro. Erede di una famiglia importante,nipote del giornalista italo-americano Ettore Frisina e cugina dei poeti Tedeschi, Giosafatte (poeta romantico e primo traduttore in rima italiana dei “Fiori  del male” di Baudelaire) e Geppo (poeta futurista), ha alle spalle una bella esperienza come poetessa. 

Sono sue le opere  “Immagini e… poesie” (2002); “Oppido ieri oggi e nei ricordi” (2003) e “Voci dell’anima” (2003). Per anni vicepresidente dell’Associazione Culturale “Palmi Arte”, Maria Frisina dal 2009 è anche presidente dell’Associazione Culturale “Geppo Tedeschi” di Oppido Mamertina, e che tanto ha fatto per il rilancio della cultura in queste terre un tempo completamente lontate da tutto e da tutti.

“Sono compiaciuta- dice- per il fatto che il professore Erik Pesenti Rossi, ordinario dell’Università di Strasburgo (Centro di ricerca: CHER), ha saputo, con la sensibilità del critico e la perizia del traduttore, slanciarsi nella trasparenza delle mie contemplazioni, nell’assoluto dei miei sogni e nell’utopia del mio canone sentimentale per rendermi, con la sua “préface”, quasi una virtuosa dell’«arte di amare»”.

Alle spalle Maria Frisina ha tantissima storia calabrese che conta. Incoraggiata dal compianto professor Antonio Piromalli, ordinario allora all’Università di Cassino, con il quale aveva stabilito un intenso rapporto epistolare, la Frisina ha dato alle stampe nel 2006 la silloge poetica in vernacolo “Faciti rota…”, per la quale lo stesso Piromalli dirà: «…Ottima rievocazione in versi fatta con gusto e con scernimento, con precisione  anche dei particolari e con encomiabile sentimento etico…». 

Faciti rota…” ha poi raccolto l’encomio di Pasquino Crupi, storico della Letteratura  Calabrese, che parlerà di “poetica del fico d’india: spinosa fuori, ma dolce dentro; che invita il lettore a tagliare pagina dopo pagina gli spini per giungere all’essenza”. Inserendo a pieno titolo la poetica della Frisina nella Storia della Letteratura  Calabrese, Pasquino Crupi riconosceva che: «Maria Frisina e la palmese Maria Demaria coprono il  vuoto di figure femminili nel genere poetico vernacolare calabrese».

Ma la poesia di Maria Frisina è diventata anche uno spettacolo itinerante per la regia della stessa autrice e la direzione artistica del grande cantautore calabrese Otello Profazio che ha accompagnato alla chitarra la lettura dei suoi componimenti.  

Canto l’anima del sogno – poema  d’amore” (Rubbettino editore), è dunque un poema nato da una lunga e sofferta “gestazione”, che ha ottenuto il consenso di critici e scrittori di diversa tradizione, Ugo Verzì Borgese, Paolo Arecchi, Antonio Musicò, Francesca Neri, Santino Salerno, Pina De Felice, e la prefazione di Carmine Chiodo, docente di Letteratura Italiana Moderna e Contemporanea dell’Università di Tor Vergata. 

«Il professor Pesenti Rossi – ripete Maria Frisina –, che come traduttore ha trasposto Remo Bodei, Giovanni Boine, Mario La Cava, Mario Novaro, Giorgio Orelli, Fortunato Seminara; ha indagato le dimensioni della mia poetica e delle mie idee, includendomi nel suo spazio elettivo con una traduzione ammirevole per tanti motivi, tra cui le diverse difficoltà del cimento, che ha permesso vivaci confronti e risvegliato ricordi dei passi e dei versi che echeggiano con diversi suoni e giri di frase nella nuova veste in lingua francese».

Per Maria Frisina pare però di capire che questo saggio tutto francese sia per lei solo l’inizio di una nuova avventura letteraria, ma si sa che i poeti sono artisti visionari e bizzarri, da cui tutto devi prima o poi aspettarti.Forse lo è ancora di più per donne ribelli, intelligenti, e a loro modo affascinanti ed intellettualmente estroverse come Maria Frisina. (pn)

Addio alla scrittrice Vittoria Ronchey (era nata a Reggio nel 1925)

Lutot nel mondo della cultura: è morta a 97 anni nella sua casa di Roma Vittoria Ronchey, scrittrice e saggista, moglie del giornalista e scrittore Alberto Ronchey. Pochi sanno che era nata a Reggio Calabria nel 1925 (il suo cognome da nubile era Aliberti).

Insegnante di storia e filosofia al liceo per decenni, oltre che assistente del filosofo Guido De Ruggiero all’Università di Roma, è stata autrice di romanzi e saggi, che le valsero diversi premi. Nel 1992, per il romanzo 1944, fu inserita nella cinquina dei finalisti del Premio Strega. Nel 1996 vinse il Premio Hemingway Lignano Sabbiadoro, sezione Narrativa, per La fontana di Bachcisaray. Il suo libro di maggior successo è stato Figlioli miei, marxisti immaginari, scritto nel 1975, sui ragazzi e il mondo della scuola negli anni del Sessantotto. Fu anche traduttrice, in particolare del romanzo La piccola Fadette della scrittrice francese George Sand. (rrc)

Addio a Emanuele Giacoia, “The Voice”

di SERGIO DRAGONE – The Voice. Ogni tanto lo chiamavo così con un misto di affetto, ironia e ammirazione. Si, perché Emanuele Giacoia era riuscito a trasformare quel dono di natura in un formidabile strumento di comunicazione al punto che quella sua inimitabile voce riusciva a penetrare nel cuore della gente più delle parole scritte o delle stesse immagini. E’ stato il segreto del suo successo. Lo sanno bene i milioni di italiani che hanno seguito, per anni, le sue indimenticabili radiocronache a Tutto il Calcio Minuto per Minuto, la celebre trasmissione ideata da Guglielmo Moretti, Roberto Bortoluzzi e Sergio Zavoli. “Scusa Ameri, ti interrompo da Catanzaro”. Quante volte lo avremo sentito chiedere la linea dall’ex Militare per annunciare un gol e il cambio di risultato?

Giacoia non era solo una voce, sia pure tra le più affascinanti del giornalismo radiofonico e televisivo RAI. Era un giornalista a tutto tondo, capace di occuparsi non solo di sport, ma anche di cronaca e di politica. Il suo carisma lo aveva portato anche a dirigere la redazione della RAI calabrese, dove è stato un esempio e un maestro per intere generazioni di giornalisti.

Giacoia amava molto Catanzaro, città dove era molto più popolare che a Cosenza o Reggio Calabria. La sentiva un po’ casa sua. Le vacanze estive le ha passate per svariati anni a Soverato con la sua bellissima tribù familiare. A Catanzaro ha anche scelto di farsi operare per un delicato intervento al cuore. Con Riccardo, il figlio che ne ha raccolto l’eredità in RAI, abbiamo atteso trepidanti nei corridoi del Sant’Anna Hospital, sciogliendoci in pianto quando ci hanno detto che tutto era andato benone.

Ad Emanuele sono rimasto sempre molto attaccato. Gli resto grato per avermi “adottato”, assieme a Vincenzino D’Atri, quando arrivai a Cosenza a metà degli anni Settanta, giovanissimo, per fare il praticantato al Giornale di Calabria. Mi diedero il tesserino della mensa Rai, era un ristorantino di via Montesanto, per farmi risparmiare qualche soldo e mi passavano anche i biglietti omaggio che i cinema cittadini riservavano ai giornalisti. Gentiluomini di un’altra epoca. Oggi nelle redazioni ci si saluta appena.

È retorico, ma è la verità: un pezzo significativo della mia vita è andato via. Ma serberò sempre nel cuore il ricordo dolce di questo gentiluomo che – lui non calabrese – ha amato tanto la nostra terra. Buon viaggio, Emanuele. (drs)

Addio a Emanuele Giacoia, una colonna del giornalismo calabrese

Cordoglio e commozione in Calabria per la scomparsa del giornalista Emanuele Giacoia, morto ieri sera a 93 anni, nella sua casa di Cosenza. Per anni è stata voce popolarissima per i calabresi, ma in realtà era ormai un compagno fisso di viaggio degli ascoltatori radiofonici di Tutto il calcio minuto per minuto e poi di tante trasmisisoni sportive. Lucano di nascita, era arrivato a Rai Calabria nel 1958 e aveva fatto di Cosenza la sua seconda patria, tanto da diventare più calabrese dei colleghi locali.

Da sinistra: Pino Nano, Emanuele Giacoia, Giovanni Scarinci e Pasqualino Pandullo

La storia di Emanuele Giacoia è quella del giornalismo calabrese, soprattutto del giornalismo radiotelevisivo. Giacoia è stato un  grande cronista sportivo, ma anche scrupolosissimo direttore del TG regionale che ha guidato con esemplare professionalità formando decine di giornalisti, un vero testimone del nostro tempo.

Così lo ricorda Pino Nano su Giornalisttalia «Un uomo tutto di un pezzo, avvolgente, ironico, istrionico, straordinariamente ed eternamente affabile, giornalista di razza, cronista severo, scrupolosissimo, rispettoso della notizia, ma soprattutto un inviato alla vecchia maniera, profondamente rispettoso dei sentimenti e dell’umanità della gente che ha incontrato nel corso della sua vita. Così lo si vedeva in televisione quando lui ancora lavorava alla Rai, ma così Emanuele è sempre stato per tutti noi nella vita di ogni giorno. Per noi poi è stato, e rimarrà per sempre nella nostra vita, un indimenticabile e meraviglioso Direttore».

Dopo la sua lunga esperienza in Rai era stato per anni anche direttore del Quotidiano della Calabria.

A figli Riccardo, Valerio, Sergio, Antonella, Arianna le condoglianze di Calabria.Live.

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