di ANTONIETTA MARIA STRATI – Sul treno Roma-Reggio, qualche giorno fa un operatore del 118, armato di termometro-scanner ha scoperto nove passeggeri con febbre oltre i 37,5 e tosse forte. Dai treni del Nord continua ad arrivare gente del Sud che, irresponsabilmente, porta con sé il virus. La situazione è gravemente seria, ma sono ancora troppi a non averlo capito. Tanti irresponsabili che si mettono ugualmente in viaggio per raggiungere (e probabilmente) infettare le famiglie rimaste al Sud, troppi incoscienti (ma forse soltanto stupidi) che non rinunciano alla “passeggiatina”. Non è uno scherzo, non è un gioco, qui si sta rischiando di prolungare all’infinito un’epidemia che invece va stoppata al più presto, limitando le possibilità di contagio e di alzare, in modo spropositato, il numero dei positivi. A molti dei quali servirà il ricovero in terapia intensiva, ma i posti sono limitati. Come #celafaremo se stuoli di cretini continuano a sottovalutare il rischio e non capiscono che questi sacrifici – la rinuncia della propria libertà di movimento – funzionano solo se siamo tutti a farli?
Grazie al cielo, il numero dei positivi nella regione è di gran lunga limitato rispetto alle cifre spaventose di intere aree della Lombardia, ma non c’è da stare allegri, le nostre strutture sanitarie non sono in grado di fronteggiare un’epidemia in larga scala, bisogna agire, responsabilmente, tutti, nel comune personale impegno di rispettare le disposizioni del Governo. Anche se non ci piacciono, anche se ci sembrano stupide o poco efficaci: le norme non si discutono, si osservano. «Sono ancora troppe le persone che continuano a spostarsi su tutto il territorio nazionale» – da detto la deputata Wanda Ferro presentando un’interrogazione parlamentare per conoscere l’entità dei flussi.
Da oggi pomeriggio sono interrotti i collegamenti nello Stretto, solo per le persone, non per le merci, i controlli alle stazioni, negli aeroporti, nelle autostazioni sono capillari, ma evidentemente non bastano. E allora si prenda esempio dal sindaco di Reggio Giuseppe Falcomatà che, a fronte di pochi irrequieti “riggitani” che non rinunciano alla passeggiata in via Marina o sul Corso, ha drasticamente chiuso le strade principali. Stop al passeggio irresponsabile, stop (forse) ad ulteriori contagi. Non appaia una misura che neanche in guerra, la verità è che siamo in guerra e il nemico, purtroppo, è invisibile e subdolo e ancora non è stato individuato prima che possa fare i danni che sta provocando. Basta un esempio: il sindaco di Montebello Jonico risulta positivo: è di Montebello la prima vittima calabrese, un geometra del Comune, ma il sindaco Ugo Suraci non ha avuto alcun contatto, eppure è rimasto contagiato. E nemmeno il dipendente comunale aveva avuto contatti con persone provenienti dal Nord. Allora – ha scritto il sindaco – vuol dire che c’è un focolaio locale, bisogna rimanere a casa.
Restare a casa è un imperativo categorico se si vuole aiutare a risolvere il problema. La presidente Jole Santelli, che si sta muovendo con polso in questa drammatica situazione, ha fatto sapere che sta lavorando in squadra, senza esautorare nessuno e ha annunciato per domani la fine dei lavori di adeguamento del secondo padiglione del Policlinico universitario di Germaneto. Non ha escluso di chiedere l’intervento dell’esercito, se necessario: l’obiettivo è riuscire a contenere il contagio. Il riferimento, quando parla di squadra, è in risposta al segretario generale della Cgil calabra Angelo Sposato e al capo dell’opposizione Pippo Callipo che chiedevano dove fosse finito il generale Cotticelli, attuale commissario straordinario della Sanità in Calabria. Per la verità, in molti si domandano perché non si faccia sentire, vista la responsabilità che ricade sulla sua persona.
Callipo, con un filo di ironia, si era permesso «sommessamente di far notare che il flusso degli arrivi dal Nord forse andava arginato prima e, adesso, quando già in migliaia sono rientrati in Calabria, evocare l’intervento dell’Esercito è inutile, anche perché i militari sono già impegnati sul territorio nell’operazione “Strade sicure”. Semmai, abbiamo bisogno di un esercito di medici, di infermieri e di operatori sanitari. E abbiamo bisogno che chi governa, piuttosto che mandare messaggi poco rassicuranti, dia delle risposte e metta chi lavora nella Sanità nelle condizioni di operare in sicurezza».
«La stragrande maggioranza dei calabresi – ha detto il cav. Callipo – sta osservando con dedizione le norme disposte dal decreto “Io resto a casa”, dunque non serve militarizzare ulteriormente il territorio. Serve invece essere pronti a fronteggiare dal punto di vista sanitario un eventuale aumento dei contagi. Servono strutture, personale e strumenti. Servono le assunzioni e serve reperire subito i dispositivi di protezione per chi lavora negli ospedali con grande spirito di sacrificio. Serve – conclude Callipo – che il commissario alla Sanità, gen. Saverio Cotticelli, faccia sentire concretamente la sua presenza perché di lui al momento non abbiamo notizie. È ora di svegliarsi».
Angelo Sposato, invece, aveva messo in evidenza in un post su Facebook che la presidente Santelli «avoca a sé ogni decisione sull’emergenza COVID-19, di fatto, esautorando il Commissario ad acta Cotticelli, di cui non abbiamo traccia, ed i Commissari delle Asp, che in questi giorni si stanno prodigando per individuare soluzioni, medici, infermieri e posti letto. Un atto di grave responsabilità che pone il presidente Santelli come unico responsabile dell’emergenza, senza tentare di costituire una cabina di regia per il governo di questa fase delicatissima. Ci preoccupano le dichiarazioni del Presidente Santelli di questi giorni, nelle varie apparizioni televisive Nazionali, nel ribadire che la nostra regione non sia pronta ad affrontare l’emergenza COVID-19, né quanto potrebbe essere il contenimento del virus». E, ancora, Sposato aveva sottolineato che «in Calabria siamo senza una guida dell’emergenza, nonostante sia passato un mese, navighiamo a vista. Intervenga il Governo centrale per ripristinare un minimo di coordinamento che garantisca la Calabria».
Tra due giorni ci sarà la prima seduta del Consiglio regionale da cui deve uscire il nuovo presidente, i due vice (uno andrà all’opposizione) e due segretari-questori (anche qui uno va all’opposizione). E contestualmente la Santelli dovrebbe sciogliere il nodo Giunta. Di certo serve urgentemente l’assessore alla Sanità, dal cui profilo devono emergere competenze scientifiche e capacità manageriali. Tra gli attuali aspiranti alle cinque deleghe rimaste libere non appare nessuno con queste caratteristiche. Sarà un altro esterno (in tutti i sensi)? Lo scopriremo presto. (ams)
Il video del sindaco di Reggio Giuseppe Falcomatà “Buongiorno reggini”