ALLA PRESTIGIOSA KERMESSE VINICOLA, IN CORSO A RENDE, ARRIVATI 7.370 VINI PROVENIENTI DA 40 PAESI;
Concours Mondial de Bruxelles

IL CONCOURS MONDIAL DE BRUXELLES, IN
UNA CALABRIA “SCONOSCIUTA” NEL MONDO

di ANTONIETTA MARIA STRATI – Raccontare la Calabria non è una cosa da poco, figuriamoci se si viene da paesi stranieri che, rimasti ammaliati dalle bellezze della nostra regione, si chiedono come mai la Calabria sia meno conosciuta delle regioni vicine, come la Puglia o la Sicilia.

Questo è il pensiero che accomuna i cinque esperti internazionali di vino che, in occasione del Concours mondial de Bruxelles, hanno raccontato, esplorato e scoperto la nostra regione.

Come rilevato da Charlie Arturaola, sommelier, creatore di contenuti e promotore di vino dagli Stati Uniti, «la Calabria è tra le regioni vinicole meno conosciute d’Italia. Eppure, il cuore della Magna Grecia possiede meravigliosi vitigni autoctoni da riscoprire e vini di qualità su entrambi i versanti. Personalmente, ho apprezzato diversi vini rosati, rossi con strutture tanniche importanti e alcuni vini da dessert maderizzati che si ricollegano davvero alla storia della Calabria».

«In un bicchiere di vino è possibile ritrovare l’influenza delle cinque civiltà che hanno invaso il sud della penisola! Tra i miei ricordi preferiti, vi sono i vini di Cirò Marina, la prelibatezza e la diversità del cibo – dai frutti di mare alla carne alla griglia, un piccolo ristorante nella città di Scilla che si affaccia sulla Sicilia, le antiche rovine dell’Impero Romano del IV secolo e il suono della chitarra barocca. Perbacco, che posto».

Mattia Antonio Cianca, sommelier e consulente enologico per Australia & Italia, «ciò che distingue la Calabria dalle altre regioni italiane è il clima fresco di cui gode in una latitudine sud».

«È una regione – ha scritto per la prestigiosa kermesse – che presente una grande diversità di terroir a diverse altitudini, e di uve in diverse località. Insomma, vi è un intero paese racchiuso all’interno di una sola regione! I miei vini preferiti, durante il viaggio, sono stati l’Autoritratto 2020 di Antonella Lombardo (Mantonico) e il DiversaMente 2017 della Tenuta del Conte (Cirò Bianco). Il cibo era davvero eccezionale»S

«Sono rimasto molto colpito dal panorama di una terrazza di Soverato e dalla passione e la dedizione delle persone del luogo con cui abbiamo parlato.

«Visto il patrimonio storico e la sua posizione strategica al centro del Mediterraneo – ha concluso – mi chiedo come mai questa regione sia meno conosciuta della Puglia e della Sicilia. La Calabria ha una storia da raccontare e il mondo non la conosce ancora! È su questo che dovrebbe puntare».

Alice Gundlach, giornalista enologica tedesca, ha evidenziato come «in Calabria c’è ancora molto da scoprire, sia da un punto di vista enogastronomico che turistico. Ho trovato particolarmente interessanti le cantine giovani e moderne, ma anche quelle che si stanno orientando sempre di più verso i vitigni autoctoni».

«Il vino bianco è attualmente molto richiesto a livello internazionale e lo stile dei vini bianchi calabresi, caratterizzato da aromi esotici e floreali, potrebbe soddisfare i desideri di molti amanti di bianco. In Germania è in forte crescita anche la domanda di vini rosati e la Calabria offre vini che i Tedeschi apprezzerebbero sicuramente», ha spiegato.

«È stato molto bello – ha proseguito – vedere che in Calabria esistono gruppi di giovani imprenditori che si stanno distinguendo sia nell’ambito della viticoltura che della gastronomia. Perché all’estero, quando si parla di Calabria, si pensa subito ai paesini fantasma o poco sviluppati e alle strutture mafiose che rendono la vita difficile agli imprenditori locali».

«Il mondo – ha evidenziato – dovrebbe vedere che in Calabria esiste anche un’altra realtà e che la cultura enogastronomica regionale tradizionale è interpretata in chiave moderna. In Germania, i vini di Librandi hanno un ruolo rilevante sul mercato, con le DOC di Crotone e di Cirò.

Talvolta, nelle carte dei vini dei ristoranti italiani si possono trovare vini calabresi di altri produttori, come ad esempio Statti o Lento. I vini calabresi possono essere acquistati presso alcuni rivenditori online, ma solo raramente nei negozi specializzati o nei negozi di generi alimentari».

Nicolas Mahé de Berdouaré, direttore generale e proprietario di Vinhuset NoFra, Norvegia, ha ammesso di non aver  mai visitato la Calabria, e che «uno degli aspetti che mi ha colpito maggiormente è stato la diversità dei terroir, dei paesaggi e dei vitigni».

«Sono rimasto molto affascinato – ha continuato – dalla lunga e interessantissima storia della Calabria, plasmata dalle diverse culture e dai popoli che nei secoli l’hanno abitata. Molto interessanti anche villa romana e agli antichi torchi!».

«Mi ha stupito  ha proseguito – la ricchezza e la varietà della gastronomia calabrese, che si sposa perfettamente con la diversità dei vini calabresi. Ho trovato interessante vedere l’influenza dei diversi terroir calabresi sullo stesso vitigno e la variazione tra i vini della costa occidentale e quelli della costa orientale».

« L’ospitalità e la gentilezza dei calabresi sono state notevoli. È una regione poco conosciuta che merita di essere scoperta!», ha concluso.

Testimonianze che dovrebbero far riflettere su quanto potenziale la Calabria ha per farsi conoscere e apprezzare nel mondo non solo per le sue indiscusse bellezze paesaggistiche, per il mare e per la montagna, ma soprattutto per le sue eccellenze enogastronomiche che sono un prezioso contenitore di cultura che hanno tante, troppe storie da raccontare al mondo. (bv)