Vino, in Calabria la prima Verticale del vitigno principe delle Terre di Cosenza

In Calabria la prima Verticale del vitigno principe delle Terre di Cosenza. La natura ha donato alla Calabria un vino che non ha necessariamente bisogno di sovrastrutture per rappresentare il meglio di questa regione: il Magliocco.

Grazie all’Accademia del Magliocco e dei vitigni autoctoni calabresi, che ha tra le sue finalità la valorizzazione del mondo vinicolo calabrese, e al progetto “Giovani Vignaioli Calabresi”, si è tenuta a Cosenza, presso Villa Rendano, una verticale di Magliocco che ha dimostrato quanto le doti di longevità e carattere del vitigno non siano solo una mera descrizione oratoria, bensì la prova, tanto da superare le più rosee aspettative, mettendo in risalto un vino pieno di positive sfaccettature con un’identificazione perfetta delle sua singolari caratteristiche.

A confermare l’assioma, insieme a tante autorità intervenute, erano presenti anche l’Assessore regionale all’Agricoltura, Gianluca Gallo, il Presidente del Consorzio “Terre di Cosenza” Dop, Demetrio Stancati, e il Presidente della Camera di Commercio di Cosenza, Klaus Algieri.

Una verticale, si sa, è il modo migliore per far conoscere ad un pubblico specializzato i prodotti di un’azienda enoica, ma soprattutto a far scoprire l’evoluzione di un suo vino negli anni: percorrere la sequenza di un vino rispetto alle diverse annate di produzione è un’occasione di presentazione davvero speciale, perché rappresenta un momento importante e rivelatore per chi lo produce, che risalta l’archivio produttivo dell’azienda, oltre a far conoscere un volume di sapere e di relazione con la terra che si lavora, con la vite che si cura, con il frutto che si porta a maturazione e con i processi di trasformazione e produzione che di anno in anno hanno costruito un vino così buono ed elegante.

Voluto dal presidente dell’Accademia del Magliocco, Maurizio Rodighiero, ed egregiamente strutturato e condotto nelle degustazioni e negli abbinamenti dalla Sommelier Wine Master Francesca Oliverio, questo evento speciale ha potuto dimostrare come un’iniziativa imprenditoriale che ha per protagonisti giovani viticoltori, avvicinatisi al mondo del vino non per tradizioni familiari né per studi specifici, possa raggiungere livelli qualitativi sorprendenti.

«Tra gli scopi dell’Accademia c’è quella di far conoscere il territorio dove sono numerosi i vitigni autoctoni – ha dichiarato il Presidente Rodighiero nel corso dei lavori moderati dal giornalista enogastronomico Valerio Caparelli – In particolare il Magliocco, che può identificare l’intera Calabria: l’occasione bruzia è servita a mettere in evidenza quello allevato in purezza dai giovani Giraldi, rigorosamente trasformato nell’acciaio. Nel vino proposto nella verticale si è potuto esplorare e rivivere tutto il lavoro svolto nel corso di un decennio da questi talentuosi vignaioli, incontrando il gusto e il sapere di un insieme di informazioni utili che ci hanno mostrato come sia stato prodotto negli anni il senso diverso di Monaci: dalle condizioni pedoclimatiche al lavoro in cantina, dalla cura della pianta al tempo di maturazione delle uve, dall’espressione gusto-olfattiva delle degustazioni all’ambiente in cui è nato ed è maturato il vino».

Alessandro e Pierfrancesco Giraldi sono due giovani e bravi agricoltori che hanno compreso cosa sia giusto fare per produrre un buon vino e come ci sia bisogno del giusto tempo e di una crescente attenzione, fatta di competenza e continuo confronto, per elevare la qualità dei propri prodotti.

«Grazie alla verticale – hanno dichiarato i gemelli Giraldi – abbiamo scoperto un’evoluzione dei nostri vini che nemmeno noi ci aspettavamo, e siamo rimasti veramente colpiti dal risultato. E questo ci motiva ancor di più a produrre vini di qualità e ad investire con i vitigni autoctoni nel nostro territorio, soprattutto con il nostro pregiato Magliocco».

Come affermato in chiusura dell’evento da un’altra sommelier ospite in sala, che si occupa di narrazione enogastronomica e territoriale, «questa retrospettiva ci ha permesso di riflettere sull’impegno e la ricerca sul prodotto effettuato dalla cantina Giraldi, che ha tenuto fede al proprio prodotto e al suo territorio di riferimento anche quando ha apportato quelle innovazioni necessarie a far fare un salto di qualità al proprio vino. E tutto questo si è avvertito ad ogni sorso, dove nei calici era custodita una storia, un racconto da tramandare, una suggestione e una scoperta di profumi che hanno catturato i sensi».

A wine lovers ed esperti tecnici sono state presentate 5 annate: 2021, 2019, 2017, 2015 e 2013. E se la guida maestra della serata non fosse stata costretta ad illustrare tecnicamente le degustazioni parlando anche delle date di produzione nessuno si sarebbe accorto della differenza di colore e gusto di questo speciale vino rosso della DOP Terre di Cosenza. (rcs)

Il presidente Confapi Calabria Francesco Napoli al Vine selection day

Il presidente della Confapi Calabria e vicepresidente Confapi, Francesco Napoli e monsignor Antonio Staglianò, presidente della Pontificia accademia di teologia, hanno partecipato alla terza edizione del Vine selection day che si è svolta a Roma con la partecipazione di oltre 50 aziende produttrici.

Intervistato dalla giornalista Catia Acquesta, Francesco Napoli ha sottolineato come «Quello vinicolo sia un settore produttivo in forte espansione. Genera oggi 1,5 % del PIL nazionale».

Un mercato determinante per la crescita dell’intera economia nazionale grazie agli impatti indiretti e indotti su altre filiere del made in Italy.

Monsignor Staglianò ha ribadito come il vino sia uno dei simboli della fede cristiana e della Chiesa cattolica. Il primo segno di Gesù narrato nel Vangelo di Giovanni è legato alle Nozze di Caana quando trasforma l’acqua in vino. Ma il vino, insieme al pane, nel cattolicesimo diventa simbolo stesso della presenza di Cristo che allieta i cuori e dona gioia.

Giudice di comunicazione del wine Selection l’avv. Fabio Federico. Interessante intervento dell’autore Alex Butcher con il suo libro “Taja”. (rrm)

Alessandro Crocco: «Vinitaly Usa 2024, l’eccellenza del vino italiano attraversa l’Oceano»

di ALESSANDRO CROCCO – i è appena conclusa la due giorni di “Vinitaly Usa 2024,” un evento di portata mondiale che ha evidenziato l’eccezionale ruolo del “Made in Italy” nel settore vinicolo e sottolineato l’indiscutibile importanza dell’export per la crescita economica dell’Italia.

Questo evento straordinario, tenutosi a Chicago, ha raccolto oltre 200 aziende vinicole italiane, mettendo in mostra una selezione di oltre mille etichette di vino, ciascuna delle quali incarna i valori distintivi del “Made in Italy” – qualità, tradizione e innovazione. La varietà e l’eccellenza dei vini italiani hanno impressionato il pubblico americano, confermando che il nostro Paese è un punto di riferimento mondiale nel settore.

L’impeccabile organizzazione di “Vinitaly Usa 2024”, grazie alla sinergia tra Vinitaly, l’International Wine Expo di Chicago e la Camera di Commercio Italo-Americana di Chicago, ha dimostrato come la precisione e la dedizione possano condurre a risultati straordinari. La partecipazione di aziende di diverse dimensioni è un esempio concreto di come le fiere possano essere un trampolino per le aziende italiane, specialmente quelle più piccole. Il supporto dei Ministeri degli Esteri e dell’Agricoltura, insieme ad Assocamerestero, ha dimostrato che il sostegno istituzionale è un fattore determinante per il successo dell’export vinicolo italiano.

Il vino italiano è una vera e propria eccellenza, famosa in tutto il mondo per la sua diversità e la sua qualità. Con oltre 540 vitigni autoctoni, l’Italia offre una vasta gamma di vini, ciascuno con una storia e un carattere distintivo. Questo patrimonio enologico è il risultato di secoli di tradizione e innovazione, una testimonianza vivente dell’arte millenaria che continua a evolversi e a stupire il mondo.

L’internazionalizzazione è una forza trainante per il successo delle aziende vinicole italiane e la partecipazione massiccia di piccole e grandi aziende a “Vinitaly Usa 2024” è un chiaro indicatore di come l’export sia un elemento cruciale per l’economia italiana.

La collaborazione tra il settore privato e le istituzioni è stata fondamentale per l’apertura di nuovi mercati e il sostegno alla crescita economica.

Questo settore promuove l’occupazione e rafforza l’immagine del “Made in Italy” in tutto il mondo. Gli Stati Uniti rappresentano un mercato fondamentale, in cui i consumatori sono alla ricerca di prodotti autentici e di alta qualità.

Un aspetto, in effetti, non mi è passato inosservato: la mancanza di una partecipazione più ampia da parte delle aziende vinicole calabresi. La Calabria, regione d’Italia con una tradizione vinicola antica e ricca, ha molto da offrire al mercato internazionale e ritengo, da esperto del settore che questa rappresenta un’opportunità persa.
Questa terra offre una varietà di vitigni autoctoni che producono vini unici, un luogo in cui le tradizioni millenarie si fondono con le innovazioni moderne, apprezzati sia a livello nazionale che internazionale. Il vino calabrese, con la sua forte personalità e profili di gusto distintivi, ha il potenziale per affascinare i palati di tutto il mondo.

L’Azienda Vinicola Librandi, l’unica realtà presente a “Vinitaly Usa 2024,” ha dimostrato l’importanza di portare l’eccezionale patrimonio enologico calabrese all’attenzione del pubblico internazionale.

Il mio augurio è che questa semplice constatazione possa fungere da sprone per spingere ulteriormente le aziende vinicole calabresi, sicuramente oggi meritevoli di questi mercati, a partecipare alle future edizioni di “Vinitaly Usa” e contribuire così a valorizzare il vino calabrese e il “Made in Italy” in tutto il mondo.

La diversità delle regioni vinicole italiane è uno dei nostri punti di forza e dovrebbe essere rappresentata in modo completo e accurato in manifestazioni di questo calibro. L’export vinicolo italiano continua a crescere, e la partecipazione di regioni come la Calabria rappresenta una straordinaria opportunità per diffondere ulteriormente l’apprezzamento dei vini italiani in tutto il mondo.

La Calabria, insieme alle altre regioni vinicole italiane, può contribuire in modo significativo a rafforzare la posizione dell’Italia come uno dei principali produttori e esportatori di vino al mondo. (ac)

(Alessandro Crocco è imprenditore e ceo ed esperto in Internazionalizzazione e attrazione investimenti esteri)

Sono 69 i vini migliori del Sud Italia, ecco quelli calabresi

Sono 69 i migliori vini del Sud Italia, selezionati da una giuria internazionale di giornalisti di settore in occasione della quinta edizione del concorso enologico “Sud Top Wine” promosso da Cronache di Gusto.

Oltre 700 i vini degustati provenienti da sei regioni – Campania, Basilicata, Puglia, Calabria, Sardegna e Sicilia – tutti assaggiati alla cieca dalla giuria che ha decretato tre vini vincitori per ciascuna delle 23 categorie del concorso. Ad assegnare i premi sono stati Wojciech Bońkowski, Master of Wine e direttore della rivista polacca “Ferment”, Federico Latteri di Cronache di Gusto, Anthony Rose, contributor della rivista “Decanter”, Eleonora Scholes, del magazine on line russo “Spazio Vino” e Claudia Stern, giornalista della rivista “Vinum” e fondatrice di “Wine & Glory”.

La cerimonia di premiazione si terrà a Taormina sabato 28 ottobre alle ore 15 presso l’Hotel “Villa Diodoro” nell’ambito di “Taormina Gourmet”, la tre giorni dedicata a masterclass, banchi d’assaggio e cooking show, in programma dal 28 al 30 ottobre prossimi. Sarà un’occasione speciale per riunire i principali produttori vinicoli delle sei regioni coinvolte e riconoscere l’eccellenza enologica che rappresentano. Durante la cerimonia, a cui parteciperanno il giornalista Daniele Cernilli e alcuni dei giurati del concorso, sarà consegnata ai produttori la pergamena attestante il premio ricevuto durante la quinta edizione di Sud Top Wine, che simboleggia il contributo significativo di ciascuna cantina al mondo del vino.

Anche quest’anno a disposizione delle cantine premiate un bollino da apporre sul collo della bottiglia del vino premiato che riporterà il logo del concorso con l’indicazione “1st place” (per il primo classificato) e “winner” (per il secondo e terzo classificato). I vini vincitori anche quest’anno avranno l’opportunità di essere promossi negli USA attraverso la Colangelo & Partners, tra le più importanti agenzie di comunicazione di New York dedicata al mondo del food & wine, che affianca da tempo Sud Top Wine nel lavoro di promozione nei mercati del Nord America. L’attività di promozione prevede anche l’invio dei vini vincitori ad un gruppo di giornalisti europei per creare altre opportunità di visibilità alle cantine vincitrici. Tra le novità di quest’anno l’ampia postazione al Banco d’Assaggio di “Taormina Gourmet” dedicata interamente ai 69 vini premiati nell’ambito della quinta edizione di Sud Top Wine, che vede tra gli sponsor “Il Picciolo Etna Golf, Resort & Spa”, che ha ospitato la rassegna.

«Il nostro intento – afferma Fabrizio Carrera, direttore di Cronache di gusto e ideatore del concorso Sud Top Wine – è anche quello di riunire tutti gli assessori all’Agricoltura delle sei regioni coinvolte che simbolicamente sottoscriveranno Il Patto per la Qualità, a rappresentare l’interesse a difendere i prodotti più rappresentativi del Mezzogiorno. Si tratterà di un momento mediatico importante attraverso cui siglare un’intesa al fine di migliorare le sinergie in questa area dell’Italia». (rcz)

Ecco i vini della Calabria premiati:

CIRÒ DOC ROSSO

First Place
Cirò Doc Rosso Classico Superiore Riserva Duca Sanfelice 2020 – Librandi
Winner
Cirò Doc Rosso Classico Superiore Riserva Volvito 2020 – Caparra & Siciliani
Winner
Cirò Doc Rosso Classico Alceo 2020 – Zito

ALTRI VINI ROSSI CALABRESI DOC E IGT

(solo vini prodotti con vitigni autoctoni o blend con autoctoni)

First Place
Calabria Igt Gaglioppo 2022 – Statti
Winner
Calabria Rosso Igt Gravello 2021 – Librandi
Winner
Palizzi Igt Frasanè 2021 – Nesci

VINI BIANCHI CALABRESI DOC E IGT

(solo vini prodotti con vitigni autoctoni o blend con autoctoni)

First Place
Cirò Doc Bianco Mare Chiaro 2022 – Ippolito 1845
Winner
Calabria Igp Bianco Benvenuto Zibibbo 2022 – Cantine Benvenuto
Winner
Calabria Igp Bianco Rèfulu 2022 – Casa Comerci

VINI SPUMANTI

(Metodo Classico o Metodo Martinotti di Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sardegna e Sicilia)

First Place
Centocamere Metodo Classico Rosè Brut 2019 – Barone G.R.Macrì

Quattro vini calabresi premiati da Gambero rosso con i Tre bicchieri 2024

Non delude neanche quest’anno la Calabria, regione che fino a qualche lustro fa dava l’impressione di non riuscire a svegliarsi da un sonnolento oblio. Eppure qualcosa sotto covava, il primo segnale in verità data una dozzina di anni fa, quando si cominciò a parlare dei cosiddetti Cirò Boys, un gruppo di giovani produttori che cercava, attraverso vinificazioni tradizionali e un’agricoltura sostenibile, di creare attenzione attorno ad un vino storico come il Cirò. Per quanto lodevole e in parte riuscito, comunque il movimento rimase circoscritto alla sola denominazione cirotana. Ben altro è quello che è successo e che stiamo vivendo da alcuni anni a questa parte, una vera e propria rivoluzione, verde peraltro, che vede protagonista l’intera regione, da nord a sud e che ha visto nascere in breve tempo decine di nuove realtà che non solo fanno vino, spesso riprendendo vitigni autoctoni tradizionali, ma soprattutto hanno un’idea di qualità.

Ecco le quattro etichette premiate: Cirò Rosso Cl. Sup. Duca Sanfelice Ris. 2021, Librandi; Grisara Pecorello 2022, Roberto Ceraudo; Greco 2022, Antonella Lombardo e Benvenuto Orange Zibibbo 2022, Cantine Benvenuto

Non sono poche le storie di donne e uomini che hanno messo su progetti di vita, magari lasciando altre professioni, per tornare in Calabria a coltivare la vite, a riprendere in mano il sogno dei loro genitori e dei loro nonni interrotto dall’emigrazione di massa che ha interessato la regione dal secondo dopoguerra fino a qualche tempo fa. I risultati sono sorprendenti: mai tante aziende calabresi sono state recensite dalla Guida del Gambero Rosso, mai così tanti vini hanno raggiunto le finali, con un costante innalzamento, anno dopo anno, del livello qualitativo dei vini.

La Calabria inoltre è rimasta tra le poche regioni dove si producono vini dolci (o da meditazione) di altissima qualità, usando peraltro uve autoctone come il greco di Bianco, lo zibibbo di Pizzo, il mantonico o il moscato di Saracena. È una regione, infine, dove è molto sentito il tema della salvaguardia ambientale e della difesa dell’ecosistema, non a caso quasi tutte le nuove cantine hanno un approccio “verde”, biologico o biodinamico, per le pratiche di vigna e cantina. Anche questo un bel segnale. (rrm)

Vini arbereshe, edizione da record con 200 concorrenti

Artigianali, non convenzionali e non omologati al mondo delle guide enologiche più patinate. Sono vini che emozionano, legati alla terra e al biologico e che esprimono due diverse anime: quella della tradizione tramandata dagli anziani secondo metodi e rituali che si rincorrono da nonno, in padre e figlio; e quella delle nuove generazioni, appassionati alla terra nonostante nella vita lavorativa si occupino di tutt’altro, che spingono le produzioni verso il futuro.

«È, questo – dichiara il sindaco Antonio Pomillo – il valore aggiunto dei 200 campioni che si candidano a conquistare il podio della 18esima edizione del Concorso dei Vini Arbëreshë i cui nomi saranno svelati in occasione della cerimonia di premiazione in programma per le ore 20 di sabato 24 alla presenza del Ministro dell’Agricoltura e dello sviluppo rurale dell’Albania Frida Krifca».

San Martino di Finita, Cerzeto, Santa Caterina Albanese, San Costantino Albanese, San Paolo Albanese, San Benedetto Ullano, Santa Sofia d’Epiro, San Demetrio Corone, San Cosmo Albanese, San Giorgio Albanese, Civita, Frascineto, San Basile, Macchia Albanese, Eianina, Spezzano Albanese, Vaccarizzo Albanese, Lungro, Firmo, Acquaformosa. – Sono, questi, i territori di provenienza, in tutto 20 tra comunità e frazioni, tra Calabria e Basilicata, dei vignaioli candidati a conquistare il podio per le tre categorie bianco, rosato e rosso.

Piero Bruni, Francesca Oliverio, Diego D’Onghia, Carmelo Schimio, Barbara Fasano, Antonio Carbonara, Angelo Morrone, Salvatore Noia, Salvatore Pace sono i sommelier della Federazione Italiana Sommelier scelti dal Presidente dell’Enoteca Regionale Calabrese Gennaro Convertini, che giudicheranno i diversi campioni di questa edizione record secondo i criteri standard del colore, dell’odore, dell’armonia, dell’intensità e della lunghezza.

Il Ministro dell’Agricoltura e dello sviluppo rurale dell’Albania Frida Krifca, in visita istituzionale in Calabria, sarà accompagnata dalla delegazione composta dal viceministro Enio Civici, dalla consigliera Viola Dona, dalla consigliera di comunicazione Nekije Hoxhaj, dal membro dello staff Arsen Ndreu e dal sindaco di Berat Ervin Demo che prenderanno parte ai diversi momenti in programma con la tappa il giorno prima, venerdì 23, a Corigliano-Rossano e Altomonte ed il giorno successivo, a Vakarici.

A partire dalla Tavola Rotonda che alle ore 10 sarà ospitata nella sala del Consiglio Comunale a Palazzo Marino; passando dalla tappa alle ore 19 al Museo del Costume e degli Ori Arbëreshë dove parteciperà anche il viceprefetto vicario di Cosenza Rosa Correale e per finire con la cerimonia di premiazione dei primi tre classificati per ogni categoria. (rcs)

COSENZA – Il vino bruzio coinvolge gli istituti alberghieri

Il vino nelle terre di Cosenza: dalla filiera al territorio: è questo il titolo scelto per la giornata di domani. Dalle 15 alle 20 al Castello Svevo Cosenza, si svolgerà l’incontro organizzato dal Consorzio Terre di Cosenza Dop per far conoscere a fondo alcune delle numerose caratteristiche dei vini Terre di Cosenza di Origine Protetta. Oltre ai banchi d’assaggio per la degustazione dei vini sarà presente un banco per la degustazione di Olio di Calabria Igp.

Due Masterclass sul futuro dei bianchi di Cosenza e sul terroir del Magliocco Dolce precederanno il Talk che prevede la presenza del Presidente del Consorzio Terre di Cosenza Dop Demetrio Stancati, del Presidente del Consorzio Tutela e Valorizzazione delle Viti e del Vino Doc Bivongi Adele Anna Lavorata, del Presidente dell’Accademia del Magliocco Maurizio Rodighiero e dell’Assessore all’Agricoltura di Regione Calabria Gianluca Gallo.

La partecipazione all’evento, a numero chiuso e su prenotazione, è riservata a sommeliers, operatori ho.re.ca. e giornalisti. A questa prima iniziativa, mirata a stimolare alleanze e partenariati in un’azione di sistema che potrà fare arricchire l’offerta turistica della provincia cosentina con esperienze enogastronomiche qualificate e integrate, seguiranno altre due importanti azioni.
Nei mesi di aprile e maggio prossimi attraverso visite in azienda, workshop formativi specifici, degustazioni, incontri e confronti, 30 persone selezionate tra operatori della comunicazione e tour operator, guidati da due giornalisti leader della stampa specializzata nazionale, conosceranno da vicino, in modo approfondito e mirato, le produzioni e i territori del Terre di Cosenza Dop, per farne un racconto coerente e autentico destinato ai viaggiatori ed enoturisti che saranno così stimolati a visitare la nostra terra e ad apprezzare i nostri cibi e vini e che troveranno, grazie all’azione di sistema svolta, operatori enogastronomici pronto ad accoglierli.

Inoltre è stata stretta un’alleanza anche con gli Istituti Alberghieri, istituzioni primarie di formazione per l’accoglienza enogastronomica: agli istituti alberghieri di Praia a Mare, Castrovillari, Paola, Trebisacce, Rende, Cosenza, San Giovanni in Fiore, Soverato, Tropea, Vibo Valentia, Polistena che già hanno ospitato le azioni formative rivolte agli operatori ho.re.ca, mettendo a disposizione le loro strutture e facendo partecipare attivamente all’accoglienza gli studenti (che hanno preparato e servito a tavola deliziosi piatti territoriali) saranno destinati minicorsi mirati a dare nozioni di base sui territori, accoglienza enoturistica e nuovi lavori nel mondo del vino. (rcs)

I vini della Città metropolitana conquistano consensi al Vinitaly

Dopo il successo delle prime attività a cura della Metrocity al Sol&Agrifood, con una conferenza che ha consentito l’approfondimento di temi quali la rigenerazione del territorio e la resilienza delle imprese reggine nell’agroalimentare e il cooking show dello chef Ferranti di interpretazione dei prodotti reggini, che è stato modo di raccontare le eccellenze enogastronomiche e il territorio al vastissimo pubblico presente, l’impegno della Città metropolitana continua con un focus sul settore vitivinicolo.
Attraverso il confronto con la Regione, con la quale si è inteso essere presenti congiuntamente alle manifestazioni veronesi, l’ente ha promosso, nella seconda giornata, una degustazione di finger food, curata ancora una volta dallo chef Ferranti, che ha arricchito il talk con Giovanna Pizzi “Vini reggini, il Mediterraneo dei vini calabresi” accompagnato dalla degustazione dei vini del Consorzio dei vini reggini Terre di Reggio Calabria.

Il talk è stato un momento di interessante approfondimento delle caratteristiche dei vitigni autoctoni e dei vini reggini, raccontati con precisione e passione da Giovanna Pizzi, e delle potenzialità che si prospettano per il futuro, anche da un punto di vista commerciale.
L’importanza di fare rete tra le aziende è stata più volte sottolineata nei vari interventi del presidente del consorzio Vozzo, dalla vicepresidente Nesci e dai produttori aderenti, che ribadiscono l’importanza di lavorare insieme sia tra privati, che tra privati e istituzioni.

Il consigliere delegato all’agricoltura Giuseppe Giordano che, a margine degli eventi, ha incontrato tutte le aziende presenti per ascoltare, raccogliere suggerimenti e confermare l’attenzione dell’ente nei confronti dei comparti agroalimentari e vitivinicoli, è intervenuto durante il talk per complimentarsi con il Consorzio terre di Reggio Calabria, che secondo il delegato metropolitano “è un importante esempio di aggregazione che diviene, tra l’altro, ambasciatore dello straordinario valore del territorio. La Calabria non è seconda a nessuno – continua Giordano – e oggi rappresentiamo la costante crescita e il giusto spirito che, con una rinnovata attenzione all’ innovazione, ci guidano nella giusta direzione. La comunità metropolitana esprime aziende che raccontano un territorio straordinario e la sua storia millenaria e noi amministratori guardiamo con attenzione al percorso di crescita e di collaborazione, che si è ormai attivato e che deve consolidarsi con sempre maggiore convinzione”.

“Occasioni come queste – ha aggiunto ancora Giordano – sono fondamentali per farsi conoscere, per amplificare le eccellenti realtà di cui è ricca l’area reggina, ma sono anche un’opportunità per fare sistema e per innescare azioni virtuose di collaborazioni orientate a comuni obiettivi. La Città metropolitana ha già investito in importanti attività di marketing e di sostegno alle imprese del settore e sono già sul tavolo una serie di nuovi progetti che agiranno sia sul fronte della promozione che dell’innovazione tecnologica. Le potenzialità di un comparto in netto trend di crescita e i numeri incoraggianti ci suggeriscono che è il momento nel quale bisogna spingere ed accelerare. E nelle nostre analisi e nella nostra pianificazione non possiamo dimenticare che con l’agricoltura e la viticoltura si preserva l’ambiente e la biodiversità, che i nostri sono i luoghi della viticoltura eroica, e che l’importante realtà delle “donne del vino” e delle aziende che puntano all’innovazione, aprono a nuove suggestioni e a nuovi stimoli verso la crescita”.

Successo all’Unical per il talk tematico sul mondo del vino

Grande successo per il talk Il vino e i giovani: analisi di una filiera tra comunicazione, lavoro, salute e futuro, organizzato dall’associazione Saturnalia e dalla società Open Space, nella serie di eventi culturali del Concours Mondial de Bruxelles.

Nel corso del dibattito, svoltosi presso il Dipartimento di Farmacia e Scienze della Salute e della Nutrizione dell’Università della Calabria, esperti del settore e delle istituzioni si sono confrontati sull’argomento per tracciare un percorso di conoscenze e di opportunità da cogliere nel diffuso patrimonio vitivinicolo calabrese.

Moderato dal giornalista enogastronomico Valerio Caparelli, i lavori hanno registrato l’interessante contributo di: Christian Russo, responsabile di Cosenza Wine District; Paolo Ippolito, ambasciatore di Città del Vino; Luca Alves, responsabile eventi e wine ambassador Consorzio Vino Chianti; Maria Luisa Panno e Francesco Puoci, rispettivamente direttore e docente del Dipartimento di Farmacia e Scienze della Salute e della Nutrizione dell’Unical.

Gli stimolanti interventi della conferenza tematica, posti all’assemblea sotto l’ottica di una lettura socioeconomica, della promozione territoriale e dell’apporto salutistico legato al bere responsabilmente nell’ambito di una sana dieta mediterranea, sono stati conclusi dall’Assessore all’Agricoltura e alle Politiche Forestali della Regione Calabria, Gianluca Gallo, che ha posto l’accento sull’importante evento mondiale e sulla programmazione dell’Ente in riferimento al mondo vitivinicolo calabrese e ai settori dell’agroalimentare a esso collegati.

Dall’incontro, che ha congiunto i temi della salute e del valore storico del vino, tanto in senso sociale quanto economico, con quello della formazione e della promozione dei prodotti vitivinicoli di qualità, è emerso come nell’ultimo decennio i giovani siano stati capaci di dare un forte impulso al mondo del vino, imprimendo una svolta innovatrice al settore e progettando e lavorando con una visione green in tutti gli ambiti delle loro attività imprenditoriali: dal vigneto alla cantina, dalla scelta del packaging alle modalità di trasporto, dai servizi di accoglienza offerti in azienda alla commercializzazione dei prodotti proposti all’esterno con forme innovative.

Il trend dei ragazzi che ritornano al lavoro della terra, specie nel settore vitivinicolo, si è dimostrato essere particolarmente dinamico, fatto di tanta passione e di impegno responsabile, come dimostrano le esperienze originali: una nuova generazione di iniziative, che sta assumendo sempre più la forma e la sostanza di una prospettiva sostenibile e di uno sviluppo possibile per gli imprenditori del vino della Calabria, capace di intraprendere azioni concrete e di raggiungere in breve tempo i principali obiettivi prefissati. (rcs)

IL CONCOURS MONDIAL DE BRUXELLES, IN
UNA CALABRIA “SCONOSCIUTA” NEL MONDO

di ANTONIETTA MARIA STRATI – Raccontare la Calabria non è una cosa da poco, figuriamoci se si viene da paesi stranieri che, rimasti ammaliati dalle bellezze della nostra regione, si chiedono come mai la Calabria sia meno conosciuta delle regioni vicine, come la Puglia o la Sicilia.

Questo è il pensiero che accomuna i cinque esperti internazionali di vino che, in occasione del Concours mondial de Bruxelles, hanno raccontato, esplorato e scoperto la nostra regione.

Come rilevato da Charlie Arturaola, sommelier, creatore di contenuti e promotore di vino dagli Stati Uniti, «la Calabria è tra le regioni vinicole meno conosciute d’Italia. Eppure, il cuore della Magna Grecia possiede meravigliosi vitigni autoctoni da riscoprire e vini di qualità su entrambi i versanti. Personalmente, ho apprezzato diversi vini rosati, rossi con strutture tanniche importanti e alcuni vini da dessert maderizzati che si ricollegano davvero alla storia della Calabria».

«In un bicchiere di vino è possibile ritrovare l’influenza delle cinque civiltà che hanno invaso il sud della penisola! Tra i miei ricordi preferiti, vi sono i vini di Cirò Marina, la prelibatezza e la diversità del cibo – dai frutti di mare alla carne alla griglia, un piccolo ristorante nella città di Scilla che si affaccia sulla Sicilia, le antiche rovine dell’Impero Romano del IV secolo e il suono della chitarra barocca. Perbacco, che posto».

Mattia Antonio Cianca, sommelier e consulente enologico per Australia & Italia, «ciò che distingue la Calabria dalle altre regioni italiane è il clima fresco di cui gode in una latitudine sud».

«È una regione – ha scritto per la prestigiosa kermesse – che presente una grande diversità di terroir a diverse altitudini, e di uve in diverse località. Insomma, vi è un intero paese racchiuso all’interno di una sola regione! I miei vini preferiti, durante il viaggio, sono stati l’Autoritratto 2020 di Antonella Lombardo (Mantonico) e il DiversaMente 2017 della Tenuta del Conte (Cirò Bianco). Il cibo era davvero eccezionale»S

«Sono rimasto molto colpito dal panorama di una terrazza di Soverato e dalla passione e la dedizione delle persone del luogo con cui abbiamo parlato.

«Visto il patrimonio storico e la sua posizione strategica al centro del Mediterraneo – ha concluso – mi chiedo come mai questa regione sia meno conosciuta della Puglia e della Sicilia. La Calabria ha una storia da raccontare e il mondo non la conosce ancora! È su questo che dovrebbe puntare».

Alice Gundlach, giornalista enologica tedesca, ha evidenziato come «in Calabria c’è ancora molto da scoprire, sia da un punto di vista enogastronomico che turistico. Ho trovato particolarmente interessanti le cantine giovani e moderne, ma anche quelle che si stanno orientando sempre di più verso i vitigni autoctoni».

«Il vino bianco è attualmente molto richiesto a livello internazionale e lo stile dei vini bianchi calabresi, caratterizzato da aromi esotici e floreali, potrebbe soddisfare i desideri di molti amanti di bianco. In Germania è in forte crescita anche la domanda di vini rosati e la Calabria offre vini che i Tedeschi apprezzerebbero sicuramente», ha spiegato.

«È stato molto bello – ha proseguito – vedere che in Calabria esistono gruppi di giovani imprenditori che si stanno distinguendo sia nell’ambito della viticoltura che della gastronomia. Perché all’estero, quando si parla di Calabria, si pensa subito ai paesini fantasma o poco sviluppati e alle strutture mafiose che rendono la vita difficile agli imprenditori locali».

«Il mondo – ha evidenziato – dovrebbe vedere che in Calabria esiste anche un’altra realtà e che la cultura enogastronomica regionale tradizionale è interpretata in chiave moderna. In Germania, i vini di Librandi hanno un ruolo rilevante sul mercato, con le DOC di Crotone e di Cirò.

Talvolta, nelle carte dei vini dei ristoranti italiani si possono trovare vini calabresi di altri produttori, come ad esempio Statti o Lento. I vini calabresi possono essere acquistati presso alcuni rivenditori online, ma solo raramente nei negozi specializzati o nei negozi di generi alimentari».

Nicolas Mahé de Berdouaré, direttore generale e proprietario di Vinhuset NoFra, Norvegia, ha ammesso di non aver  mai visitato la Calabria, e che «uno degli aspetti che mi ha colpito maggiormente è stato la diversità dei terroir, dei paesaggi e dei vitigni».

«Sono rimasto molto affascinato – ha continuato – dalla lunga e interessantissima storia della Calabria, plasmata dalle diverse culture e dai popoli che nei secoli l’hanno abitata. Molto interessanti anche villa romana e agli antichi torchi!».

«Mi ha stupito  ha proseguito – la ricchezza e la varietà della gastronomia calabrese, che si sposa perfettamente con la diversità dei vini calabresi. Ho trovato interessante vedere l’influenza dei diversi terroir calabresi sullo stesso vitigno e la variazione tra i vini della costa occidentale e quelli della costa orientale».

« L’ospitalità e la gentilezza dei calabresi sono state notevoli. È una regione poco conosciuta che merita di essere scoperta!», ha concluso.

Testimonianze che dovrebbero far riflettere su quanto potenziale la Calabria ha per farsi conoscere e apprezzare nel mondo non solo per le sue indiscusse bellezze paesaggistiche, per il mare e per la montagna, ma soprattutto per le sue eccellenze enogastronomiche che sono un prezioso contenitore di cultura che hanno tante, troppe storie da raccontare al mondo. (bv)