Francesco Macrì, presidente di Copagri Calabria, ha ribadito come i Consorzi di Bonifica sono una risorsa fondamentale per l’agricoltura calabrese e, per questo ha ribadito la necessità «che il sistema dei Consorzi di Bonifica va modificato, corretto, aggiornato».
«I nostri agricoltori chiedono – ha ricordato – servizi efficienti, ricevere l’acqua per produrre cibo sano pagandola ad un prezzo giusto, partecipare alla manutenzione e alla salvaguardia del proprio territorio e dell’ambiente in cui lavorano e vivono. Mantenere la propria identità. Insieme, Istituzioni in primis, Organizzazioni Agricole, tutte, Sindacati dei lavoratori tutti, dobbiamo scegliere il miglior modello organizzativo».
«Un modello partecipato, capace di mantenere i sani principi della Collegialità – ha detto ancora – della Trasparenza amministrativa, della Legalità, dell’Efficienza e della Sostenibilità. Certamente se le Organizzazioni Sindacali organizzano un convegno dove si usa la parola “insieme” e poi si fanno scelte discriminatorie nei confronti di una grande confederazione agricola come la Copagri, presente nel Cnel ed in tutti i tavoli regionali, forse un problema c’è».
«E il problema c’è – ha proseguito –. Un problema figlio dei tanti anni in cui non ci siamo parlati, non c’è stato dialogo, non ci siamo mai interrogati sulle cose giuste e opportune che dovevano servire ad una agricoltura moderna e globale che è cambiata in modo vertiginoso in questo ultimo decennio. Apprezziamo, anche se a gamba tesa, l’interessamento del Presidente Roberto Occhiuto e dell’assessore Gianluca Gallo».
«Lo abbiamo detto e lo ribadiamo – ha detto – “noi non siamo d’accordo sul consorzio unico”. Restiamo fortemente convinti che bisogna cercare una forma di autogoverno dei produttori agricoli che risponda alle esigenze della produttività e che salvaguardi l’ambiente e l’acqua come bene comune. Non c’è fretta».
«Non bisogna andare di fretta, siamo ad una svolta storica – ha concluso – facciamolo con prudenza ma con determinazione per dare vita a quel cambiamento che ormai è improcrastinabile». (rcz)