Il consigliere regionale di De Magistris Presidente, Antonio Lo Schiavo, ha preso atto della risposta degli uffici regionali in merito alla depurazione a Pizzo e nel Vibonese, ma ha evidenziato che la Regione «debba fare di più e meglio in materia di depurazione e non lasciare che processi burocratici abnormi limitino l’azione d’intervento rispetto alle emergenze del territorio».
«Intanto, nella relazione che accompagna il riscontro – ha aggiunto Lo Schiavo –, alcuni dei quesiti posti nella mia interrogazione restano apertamente disattesi, specie in ordine al monitoraggio degli interventi e allo snellimento delle procedure. Poi, si spiega che l’attesa per l’intervento di ri-efficientamento del sistema depurativo-fognario della città di Pizzo, per un importo di 500mila euro, è dovuta ad una deliberazione Cipe ancora mancante. Si argomenta, ancora, che l’intervento denominato “Disinquinamento fascia costiera vibonese”, che interessa i comuni dell’Angitolano e che ha come capofila il Comune di Pizzo, per un importo di 6,3 milioni di euro, è ancora in corso di progettazione definitiva e di acquisizione dei pareri e che, ancora, il project financing che riguarda 12 comuni della Costa degli Dei, per un importo di 15,5 milioni di euro, si è sostanzialmente arenato con gli Enti interessati che hanno chiesto la ripartizione della parte pubblica del finanziamento per procedere a singoli interventi. Infine, altri otto finanziamenti, per circa 7 milioni di euro, derivanti da fondi strutturali europei, non possono essere erogati, anche qui, per la mancanza della relativa deliberazione da parte del Cipe».
«Tutto sembra inevitabilmente fermo – ha proseguito – rallentato da una burocrazia che non vede al di là delle proprie farraginose procedure e che non riesce ad intercettare le urgenze dei territori né a garantire il diritto ad una migliore qualità della vita delle comunità interessate, tantomeno ad ottemperare al dovere morale e politico della tutela dell’ambiente. In questo modo, però, si perde di vista anche un altro non secondario aspetto: quello legato all’economia turistica che ogni anno si trova a dover fronteggiare il problema del mare sporco con tutte le conseguenze del caso. Alcuni dei progetti sopraelencati sono attesi da anni, e le delibere di stanziamento dei fondi, in certi casi, risalgono al 2012: esattamente 10 anni fa. È intollerabile che su un problema così urgente non si riescano a mettere in atto per tempo le necessarie contromisure nonostante i finanziamenti destinati».
«È su questo – ha concluso – che la Regione Calabria deve intervenire, facendo sentire la sua voce con gli enti sovraordinati e snellendo i processi di propria competenza. Ogni mese che passa senza un intervento tangibile rappresenta un ulteriore colpo all’economia e all’ambiente e va ad aggravare una situazione già molto compromessa». (rrc)