IL PREFETTO IN DIRETTA SU RADIO CAPITAL: «PERCENTUALE BASSA PERCHÉ I MEDICI NON VOGLIONO VACCINARSI»;
Il prefetto Guido Longo

PRIME GRANE PER IL COMMISSARIO LONGO
GAFFE FA INFURIARE I MEDICI CALABRESI

Scivolone per il commissario ad acta della Sanità calabrese Guido Longo, per una sua gaffe avvenuta nel corso di una diretta a Radio Capital, che si è lasciato scappare che la bassa percentuale di vaccinazione in Calabria (5,4%) è dovuta ai «medici che non aderiscono».

Il Commissario, infatti, ha commentato i dati forniti dal Governo per quanto riguarda la somministrazione del vaccino anticovid-19, che posiziona la Calabria tra le ultime regioni, dichiarando, ai microfoni di Radio Capital, che dipende dal fatto che il vaccino «non è obbligatorio, è facoltativo e volontario, per chi se lo vuole fare».

«Colpa di una bassa adesione del personale medico? Evidentemente sì, perché le dosi ci sono e il personale che vaccina c’è» ha detto ancora il commissario Longo a cui, però, i conti non tornano: «Il 5%? Non lo so, io questi dati non ce li ho».

Per Longo, infatti, «tutto procede normalmente, speriamo che la gente aderisca perché il vaccino è salutare, è l’unica arma contro il covid e bisognerebbe che lo facessero tutti».

Dichiarazioni che, tuttavia, hanno scatenato la reazione dei cinque ordini dei medici provinciali, che, in una nota a firma di Vincenzo Ciconte per l’Ordine di Catanzaro, Enrico Ciliberto per quello di Crotone, Eugenio Corcioni per Cosenza, Antonino Maglia per Vibo Valentia e Pasquale Veneziano per Reggio Calabria, hanno espresso «stupore e rammarico» per le affermazioni di Longo, ritenute «infondate» e, soprattutto, «offensive per una categoria che fin dall’inizio della pandemia è stata ed è in prima fila nella lotta al virus – scrivono -, adoperandosi con coraggio, abnegazione e spirito di sacrificio, anche mettendo a repentaglio la propria incolumità fisica (non le saranno sfuggiti i tanti colleghi morti nell’adempimento del proprio dovere)».

Ciconte, Ciliberto, Corcioni, Maglia e Veneziano, nella nota hanno sottolineato che «la Categoria si è resa oltremodo disponibile a proporsi da medici vaccinatori, in modo da poter eseguire postazioni vaccinali ulteriori per tutti gli iscritti agli ordini (libero professionisti, medici ed odontoiatri ecc). Tutto ciò, nonostante le “inefficienze” (ad essere buoni) del Ssr e l’incapacità dei suoi vertici di assicurare ai calabresi i dovuti servizi essenziali, mettendo a disposizione degli operatori strutture ed organigrammi adeguati e sufficienti. A questo proposito è di oggi la notizia che la Calabria continua ad essere ultima tra le Regioni per i Lea assicurati ai propri cittadini. Lea che, addirittura, risultano in decremento rispetto all’ultima rilevazione».

«Crediamo – si legge ancora nella nota – che di questo Ella si debba prioritariamente preoccupare, unitamente a vigilare e usare i Suoi poteri per efficientare le strutture e i servizi necessarie ad affrontare la crisi epidemica in corso, come ci si aspetta da una Regione di una grande democrazia Europea e come i medici e cittadini calabresi meritano ed hanno diritto». Dunque, l’invito a Longo a ritirare o rettificare le sue affermazioni e l’auspicio di incontrarlo per poter discutere delle «tante e gravi criticità che investono la sanità calabrese, con senso di responsabilità istituzionale, nella speranza di avviare una fattiva e proficua collaborazione».

Anche la Federazione Italiana Medici Pediatri non ci sta alle parole di Longo: «Dopo il caos sui tamponi – hanno denunciato i pediatri – che perdura ancora oggi in quanto, eccetto pochissime eccezioni legate essenzialmente alla buona volontà degli operatori coinvolti, non siamo riusciti a organizzare un sistema di tracciamento omogeneo in tutta la Regione, ora è la volta del caos vaccinazioni anti-Covid».

A «creare ulteriore confusione» è arrivata poi «la dichiarazione del Commissario Straordinario dott. Longo – hanno scritto i pediatri calabresi – che, per giustificare il fatto che la Calabria si è trovata subito all’ultimo posto tra le regioni per numero di soggetti vaccinati al Covid 19, ha dichiarato che ciò era dovuto ad una mancata adesione dei medici alla vaccinazione. Dichiarazione, parzialmente rettificata dopo la dura presa di posizione dei presidenti degli Ordini dei Medici della Regione. Ma, ormai, la notizia era stata ormai diffusa su tutti i media locali e nazionali creando confusione e dubbi nella popolazione generale che si è cominciata a chiedere perché i medici dovrebbero rifiutare questa vaccinazione».

«Come Pediatri di Famiglia – si legge nella nota – contestiamo non solo questo tipo di affermazioni, ma tutto questo modo di procedere. Infatti, vedendo la sostanziale immobilità della regione e delle ASP su questo argomento, nonostante a livello nazionale si stesse programmando già da diverse settimane la distribuzione delle dosi di vaccino necessarie ad ogni Regione, abbiamo provveduto noi stessi, già da qualche settimana, a raccogliere le adesioni dei colleghi e ad inviarle ai distretti per facilitare l’organizzazione degli appuntamenti per eseguire la vaccinazione. E, con dati alla mano, possiamo affermare di avere avuto un’adesione abbondantemente superiore al 90% e in qualche distretto addirittura del 100%. Pertanto, non abbiamo motivo di ritenere che tutti gli altri colleghi che lavorano ogni giorno rischiando di essere contagiati e di essere fonte di contagio loro stessi, possano avere un comportamento diverso dal nostro».

«Per cui – continua ancora la nota – queste dichiarazioni sono completamente prive di fondamento ed elusive del vero problema che è rappresentato dalla mancanza di un Piano Vaccinale Regionale anti-Covid. Come qualche mese fa, abbiamo dovuto scoprire, per mezzo di una trasmissione televisiva, che la Calabria non aveva un piano anti-covid, ora scopriamo che ancora che non abbiamo un piano di vaccinazione. Per cui in ogni Asp si innesca il rimpallo tra servizi di prevenzione e distretti su chi è la competenza ad organizzare la vaccinazione. Una cosa scandalosa che, in questo caso, per la drammaticità del momento, rischia di avere delle ripercussioni anche di livello penale che molti di coloro che hanno responsabilità gestionali non hanno ancora capito».

La richiesta dei pediatri è, quindi, che la Calabria si doti immediatamente di un “Piano Regionale di Vaccinazione Anti-Covid” che permetta di raggiungere la popolazione target il più presto possibile dando indirizzi a tutte le Asp sui centri vaccinali previsti, le priorità di effettuazione della vaccinazione, le modalità di prenotazione, i tempi entro cui devono essere completate e il personale necessario per rispettare il cronoprogramma».

I pediatri si dicono disponibili non solo a vaccinarsi, ma anche a «contribuire all’efficienza del processo effettuando le vaccinazioni ai nostri assistiti a supporto delle strutture vaccinali, qualora lo si ritenesse necessario. In un momento drammatico come questo, non possono essere accettate diserzioni da parte di alcuno, ma deve essere richiesto il contributo di tutti. Ed i pediatri di famiglia calabresi, lo ricordiamo ancora, lo stanno danno da dieci mesi, anche in assenza del Piano Regionale Anti-Covid».

«Infine – conclude la nota – ci sentiamo di raccomandare al Commissario Straordinario per il Piano di Rientro, di scegliersi dei collaboratori affidabili per evitare di cadere in grossolani scivoloni come questo sull’adesione di medici alla vaccinazione. Se poi questi collaboratori, sono per lo più gli stessi che ricoprono cariche dirigenziali e decisionali da decenni, non c’è proprio da attendersi niente di diverso, essendo essi stessi, a nostro parere, corresponsabili della scellerata gestione della sanità nella nostra Regione da diversi anni a questa parte».

Gennaro De Nardo, segretario generale della Federazione Italiana Medici di Famiglia di Catanzaro ha espresso profonda delusione «di alle dichiarazioni infondate rilasciate a Radio Capital dal Commissario ad Acta della Sanità in Calabria Guido Longo e riportate da alcuni organi di informazione».

«Le dichiarazioni rilasciate dal Commissario Longo, secondo le quali – ha aggiunto il dott. De Nardo – le cause dei pochi vaccini fatti in Calabria andrebbero ricercate nella “bassa adesione del personale medico” alla campagna di vaccinazione, sono inesatte e prive di ogni fondamento, in quanto non supportate dai fatti. Inoltre, gettano ombre sulla credibilità di una categoria che si è invece contraddistinta per impegno, disponibilità e spirito di servizio, sopperendo spesso alle carenze strutturali ed organizzative del sistema sanitario. La scomparsa recente del validissimo medico di medicina generale Annibale Battaglia testimonia l’impegno dei medici in questa emergenza pandemica e, per tali ragioni, non accettiamo le dichiarazioni del Commissario Longo che ci auguriamo, soprattutto nel rispetto di chi ha sacrificato la propria vita, vengano presto rettificate dall’interessato».

«L’insuccesso della campagna vaccinale – ha aggiunto – che vede la Calabria all’ultimo posto tra le regioni italiane per dosi somministrate (circa il 6%), non è dovuto certamente al fatto che i medici si sarebbero sottratti alle vaccinazioni, come asserito dal Commissario Longo. I risultati negativi sono invece ascrivibili, alle difficoltà riscontrate dalle strutture aziendali proposte».

«Tengo a precisare – ha proseguito il dott. De Nardo – che i medici di medicina generale si sarebbero vaccinati spontaneamente già da tempo, in quanto ritenevano doveroso assurgere quale modello di riferimento per i propri assistiti in termini di adesione alla vaccinazione. Siamo disponibili ad auto-vaccinarci, se ci dessero l’opportunità di farlo, e a contribuire, inoltre, allo svolgimento della campagna di vaccinazione, sopperendo alle negligenze di una macchina organizzativa che ancora il neo Commissario stenta a far decollare».

«Tale proposta – ha detto ancora – è realizzabile se si considera che i vaccini attualmente in uso, una volta portati a temperature comprese tra due e otto gradi centigradi mantengono stabilità ed efficacia fino a cinque giorni. La Fimmg, rivolgendosi alla triade Commissariale dell’Asp di Catanzaro richiede la istituzione in tempi brevi di una cabina di regia per l’organizzazione efficiente della vaccinazione. Una cabina di regia coordinata dalla direzione sanitaria, e composta dalle seguenti figure professionali: un medico di sanità pubblica, un medico di medicina generale, un farmacista aziendale, un medico competente aziendale, un referente dell’ordine provinciale dei medici e infine un referente della protezione civile».

«Invitiamo anche il Commissario Longo – ha concluso il segretario provinciale Fimmg – ad utilizzate i suoi poteri per efficientare il sistema sanitario calabrese dotandolo di strutture e servizi necessari non solo per affrontare l’attuale emergenza, ma anche per costruire un futuro più solido per la sanità calabrese».

Anche la Federazione Italiana Sindacale Medici Uniti-Fismu ritiene gravissime le  affermazioni del commissario Guido Longo contro i medici per i ritardi nella campagna vaccinale contro il Covid19 in Calabria.

Il segretario nazionale, Francesco Esposito, ha dichiarato che «i commissari sono un terno al lotto in Calabria, con una costante, quella dell’approssimazione. In questo caso Longo sembra da un lato lo smemorato di Collegno,  o uno che passa quasi per caso nella nostra regione, dall’altro sembra come un difensore di una squadra di calcio che di fronte al pericolo butta il pallone in tribuna: come si fa, infatti, a scaricare maldestramente sui medici i problemi relativi alla cattiva organizzazione della campagna addebitandoli alla loro scarsa adesione alla vaccinazione. È gravissimo ed è falso!».

«Il commissario forse ignora, il che è una aggravante – ha aggiunto – che ancora  numerosi medici non sono stati neppure invitati ad aderire, che non esistono neppure i calendari. Il commissario non ha sentito neanche l’esigenza di coinvolgere i sindacati medici nel processo di vaccinazione, grottesca la mancanza di un serio piano vaccinale. Sembra quasi di rivedere il replay delle ‘amnesie’ di Saverio Cotticelli (altro smemorato) che non sapeva di dover fare il piano anti pandemia. Invece di cercare facili capri espiatori, in questo caso i medici, rivolgiamo una domanda al Commissario: anche in questo frangente a chi tocca fare il piano vaccini?».

«Noi abbiamo una idea chiara delle responsabilità – ha concluso – ma siamo già in grave ritardo. È urgente cambiare rotta, intervenire».

Il presidente f.f. della Regione Calabria, Nino Spirlì, invece, prende le parti del capo della Sanità, assicurando che «avrò modo di incontrare il commissario e di chiarire quello che appare come uno spiacevole incidente tra persone perbene, che hanno a cuore la tutela della salute della gente di Calabria».

Spirlì, infatti, ha preso atto «con dispiacere, della polemica avviata dai presidenti degli Ordini dei medici della Calabria contro il commissario ad acta della Sanità regionale, Guido Longo, in merito a una sua recente dichiarazione sulla campagna di vaccinazione».

«Per quel che mi riguarda – ha concluso – sono al suo fianco: incontro il commissario ogni giorno e posso dire che, fin dal suo insediamento, ha messo in atto un’accanita difesa dei medici e di tutto il personale sanitario calabrese. Questo piccolo incidente è una delle tante prove di come, durante un’intervista, si possa fraintendere un buon proposito e trasformarlo in una accusa inesistente».

In merito alla vicenda è intervenuto anche il consigliere regionale del Gruppo Misto Francesco Pitaro, sottolineando che «non è certo dovuto alla mancata disponibilità dei medici a farsi vaccinare al Covid-19 il basso numero di somministrazioni nella nostra regione».

«La falsa notizia – ha aggiunto – veicolata dopo l’intervista al Commissario della sanità, induce a ribadire piena solidarietà ai medici e al personale sanitario senza il cui apporto – considerati i disastri nella sanità e l’incapacità dei suoi vertici di garantire servizi efficaci ed efficienti – la Calabria avrebbe conosciuto guai più pesanti. E a raccomandare a coloro che svolgono funzioni amministrative apicali nella sanità di trattare con meno leggerezza informazioni così delicate».

«Piuttosto – ha proseguito – come ha sollecitato il portavoce di ‘Comunità Competente’ Rubens Curia, è necessario chiarire perché mai la Calabria non disponga ancora ‘di un modello organizzativo standard per vaccinare la popolazione target nel più breve tempo possibile’. Questa è la fase della responsabilità, non più delle asserzioni di principio. Delle scelte forti, per garantire che le vaccinazioni siano eseguite senza improvvisazioni, per mettere ordine dove imperversano confusioni e inefficienze e per difendere, con atti formali e concretamente, ciò che funziona come il Sant’Anna Hospital: una struttura d’eccellenza finita nella tenaglia della burocrazia Asp di Catanzaro – Dipartimento Sanità della Regione che rischia di stritolarlo, avvilendo oltre 300 professionalità e provocando svantaggi enormi ai calabresi». (rcz)