«Grazie al progetto Ponte ho ottenuto dal governo 3 miliardi di euro nella legge di bilancio per la strada statale Jonica 106». È quanto ha annunciato il presidente della Regione, Roberto Occhiuto, intervenendo a Start su Skytg24.
«Ho chiesto al ministro Salvini altre risorse per rifare alcuni tratti dell’autostrada perché, è evidente – ha detto – che il Ponte serve a poco se non saranno realizzate le opere complementari per raggiungerlo».
«Negli ultimi mesi sento, giustamente – ha detto – parlare del Mezzogiorno come hub energetico ed economico sul Mediterraneo. Noi stiamo comprando l’energia dal Mediterraneo e ci confronteremo con Paesi che hanno tassi di incremento del Pil sensibilmente superiori a quelli europei. In questo contesto la Calabria e la Sicilia possono essere davvero l’hub dell’Italia e dell’Europa sul Mediterraneo. Il Ponte sarà anche un attrattore di altri investimenti infrastrutturali.
Si ribadisce sempre che in Calabria e in Sicilia manca l’alta velocità, le ferrovie e, in alcuni casi, mancano persino le strade. Ma mancano, e il Ponte finora non c’è stato. Il Ponte sarà un attrattore anche per queste infrastrutture».
«Quando si doveva fare l’autostrada del Sole ci si lamentava che al Sud non c’erano neanche le strade; poi è stata fatta l’autostrada e in seguito furono realizzate anche le strade» ha ricordato Occhiuto.
Il Governatore, poi, ha parlato dell’emigrazione intellettuale e dei laureati in particolare, «un problema gravissimo per la Calabria, perché è la prima ragione di impoverimento della mia Regione» che «non si contrasta col salario minimo».
«Un giovane che si laurea, che magari fa un master – ha spiegato – non ha come obiettivo il salario minimo, ma quello di lavorare in un contesto che gli offra delle opportunità. Per cui il modo migliore per arginare questo fenomeno non è quello di fare un decreto o una legge su questa misura, ma piuttosto di creare opportunità sul territorio e fare in modo che la scelta di rimanere nella propria Regione e di non andare via, sia una scelta libera».
«Oggi non è così – ha proseguito – andare via per i giovani calabresi è talvolta una scelta obbligata. Io so che non è un problema che si risolve in qualche mese di governo regionale, ma soltanto creando delle opportunità e credo che la Calabria queste opportunità le possa offrire».
«È un processo complesso, certo, che necessita anche di investimenti sullo sviluppo e soprattutto nei servizi essenziali – ha sottolineato –. Si sceglie di vivere in una Regione se c’è una sanità di qualità, se tutti i servizi sono di qualità. Il mio sforzo è quello di fare diventare la Calabria una Regione normale, ma anche di grandi opportunità per i giovani affinché possano rimanerci».
Sul tema dell’immigrazione, invece, Occhiuto ha ribadito che la Calabria «si è dimostrata un esempio per l’Italia».
«Io sono molto orgoglioso di governare una Regione che ha mostrato, attraverso i suoi abitanti – ha proseguito – grande solidarietà in occasione della tragedia di Cutro. E ho anche detto più volte che questa solidarietà l’ha dimostrata in silenzio anche nei mesi passati quando la Calabria ha accolto solo nel 2022 oltre 18mila migranti».
«Per cui, sono molto orgoglioso del senso di solidarietà della mia Regione – ha aggiunto –. Una Regione che ha patito la piaga dell’emigrazione nei decenni passati, che sa cosa vuol dire distaccarsi dalla propria terra. Sono d’accordo col ministro degli Esteri tedesco, credo che salvare le persone in mare sia un obbligo, ma credo che l’Europa non possa solo limitarsi a missioni di polizia come Frontex, ma debba pensare a realizzare delle missioni di soccorso che non si esauriscano solo nel salvataggio, ma che si occupino nell’immediato anche delle ricollocazioni dei migranti in Europa».
«Io governo una Regione – ha ricordato – che rischia di essere travolta dai flussi migratori, perché i dati ci dicono che nei prossimi anni cresceranno in maniera esponenziale, per cui ritengo che sarebbe il caso di iniziare a pensare come trasformare una crisi potenziale in un fattore di sviluppo per il territorio».
«Mi riferisco al fatto – ha concluso – che se noi riuscissimo a catalizzare una migrazione da domanda, vale a dire, una migrazione di persone che in Italia potrebbero svolgere quei lavori che molti non fanno, questo sarebbe un modo per creare un percorso di emancipazione per quelli che vogliono venire nel nostro Paese e un modo per dare quella manodopera alle imprese che in alcune mansioni non riescono più a reperire». (rrm)