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Mimmo Tallini e l'avv. Vincenzo Ioppoli

Il Tribunale del riesame annulla l’ordinanza: revocati gli arresti all’ex presidente Tallini

Revocati dal Tribunale del riesame di Catanzaro gli arresti dell’ex presidente del Consiglio regionale Mimmo Tallini: bocciata l’ordinanza di custodia cautelare disposta il 19 novembre scorso. Le accuse per Tallini erano di concorso esterno in associazione mafiosa e voto di scambio nell’ambito dell’inchiesta Farmabusiness.

Gli avvocati di Tallini, Vincenzo Ioppoli, Carlo Petitto e Valerio Zimatore, in un’articolata memoria difensiva avevano presentato precisi riferimenti temporali e documentali per contrastare l’ipotesi accusatoria, escludendo categoricamente che Tallini avesse avuto rapporti con la criminalità organizzata e che fosse consapevole del coinvolgimento della famiglia mafiosa dei Grande Aracri di Cutro nell’iniziativa imprenditoriale Farma Italia. I legali di Tallini hanno negato, inoltre, ingerenze del loro assistito, all’epoca dei fatti contestati assessore al Personale, nella nomina del dirigente regionale Brancati che, secondo l’accusa, avrebbe agevolato la pratica che interessava al clan. Quanto al presunto appoggio elettorale da parte di esponenti della criminalità organizzata, la difesa ha sostenuto che Tallini non ha mai né chiesto, né ricevuto alcun appoggio da associazioni criminali, potendo contare, invece, sui molti voti di tanti sostenitori.

Probabilmente, ai fini della richiesta di revoca della misura, e quindi dell’insussistenza di esigenze cautelari, ha pesato anche l’annuncio fatto in udienza da Tallini, uno dei principali protagonisti della politica catanzarese e di Forza Italia non solo in Calabria: «Non mi ricandiderò mai più».

Tornato in libertà l’ex Presidente ha dichiarato all’AdnKronos: «Sto meglio, ma è stata una brutta avventura per una cosa che non sta né in cielo né in terra». Mimmo Tallini respinge ogni addebito: «Hanno voluto fare delle forzature che non avevano nessuna logica, sono assolutamente innocente, totalmente, non esiste nella maniera più assoluta l’ipotesi che io abbia avuto rapporti o contatti con qualcuno di questi. Loro basano le loro ipotesi su questo antennista, Scozzafava, una persona ‘normale’ che a Catanzaro conoscono tutti e che aveva per cavoli suoi una doppia vita, nel senso che aveva rapporti con questo mondo. Ma pure un magistrato poteva conoscerlo, però non significa che quel magistrato è delinquente. Lui, Scozzafava, a me non ha mai fatto capire nulla, ovviamente, perché sapeva come la pensavo su certi temi. Non esiste nella maniera più assoluta, non c’è la minima possibilità che io possa nemmeno tollerare che uno con queste amicizie sia amico mio».

Tallini ha spiegato la posizione dei giudici: «Loro dicono che io ero consapevole dei rapporti di Scozzafava, ma gli ho dimostrato che non lo ero, ed è la verità. Loro non hanno un elemento a supporto della loro tesi, perché grazie a Dio tutto il materiale che hanno tirato fuori non prova che io avessi la minima consapevolezza. Altrimenti non ero tanto cretino da continuare ad avere relazioni con uno che aveva questo tipo di rapporti. Questo era un antennista, lo chiamavi, ti metteva antenna e decoder. Questo era il lavoro che faceva, una persona ‘normale’, e che avesse rapporti con questa gente non sono il solo ad averlo scoperto ora. Ma sono problemi loro. Ma se chi ha condotto le indagini lo sapeva, perché non l’hanno arrestato subito? Otto anni fa, 10 anni fa, perché non l’hanno arrestato, così evitavano che la gente venisse a contatto con questa persona?».

Secondo Tallini «Si tratta di un abbaglio grande quanto una casa da parte della procura. Secondo loro, ripeto, io indirettamente ero consapevole che dietro questa iniziativa a cui ho dato un aiuto c’erano interessi criminali, e che lo facevo per avere in cambio dei voti. Ma quando questa cosa è avvenuta, nel 2013, io a Crotone non potevo nemmeno essere votato, perché a Crotone non c’erano i collegi che ci sono oggi. Sono stati modificati successivamente. Insomma, si tratta di tesi costruite su una teoria che alla fine doveva per forza arrivare a dimostrare questo».

L’ex presidente del Consiglio regionale ha ribadito all’AdnKronos: «Ma io con i fatti, argomento su argomento, ho dimostrato che non esiste la minima possibilità di una cosa del genere. Il Tribunale del Riesame, infatti, non mi ha solo ridato la libertà, ma ha annullato l’ordinanza. Ora vedremo le motivazioni, ma hanno annullato l’ordinanza, praticamente tutto ciò che è stato fatto per arrestarmi è stato annullato. Ora aspettiamo. Io mi sono difeso dicendo che non c’erano i presupposti, e se hanno accolto le nostre ragioni, vuol dire che non c’erano le condizioni per arrestarmi». (rcz)