Un minuto di silenzio per ricordare le donne vittime di violenza e femminicidi, 106 dall’inizio dell’anno nel nostro Paese, nella giornata internazionale dedicata alla sensibilizzazione e alla mobilizzazione contro il fenomeno. Il pubblico in piedi accoglie gli attori della compagnia Teatro Europeo Plautino, che introducono subito la platea nella dimensione canora dello spettacolo, una sperimentazione coraggiosa in cui convivono il testo del II secolo A.C. e la musica elettronica, di cui la compagnia ha fatto il suo tratto distintivo.
Sul palco del Teatro Grandinetti va in scena “La Mandragola”, con la regia di Cristiano Roccamo, un capolavoro del Teatro Comico italiano che è anche uno sguardo critico sulla società del tempo.
Il sipario si alza sulla Firenze del 1504. I personaggi che si presentano sono estremamente moderni, specchio di una società che si è evoluta nel tempo ma che mantiene inalterati vizi, difetti e debolezze. Non è difficile scorgere nell’intreccio corruzione, avarizia e tentativi di manipolazione che si fanno spazio anche nella vita moderna. Si tratta di una rappresentazione senza filtri delle nostre imperfezioni e dei nostri peccati immortali.
La commedia riesce a descrivere un mondo senza tempo, attraversato da personaggi che non risultano essere né buoni né cattivi, ma sospesi tra moralità e immoralità, passato e presente, giusto e sbagliato. L’intento è farci ridere delle nostre stesse caricature, spingendoci a guardare all’interno di noi stessi, fino in profondità.
A catturare l’attenzione è soprattutto il personaggio di Lucrezia, protagonista indiscussa che non entra mai in scena se non alla fine. “La Mandragola” riflette certamente il contesto culturale e sociale dell’epoca rinascimentale, caratterizzato da forti gerarchie di genere. Le donne erano spesso confinate a ruoli tradizionali e sottoposte a rigide aspettative sociali. Pertanto, la figura di Lucrezia potrebbe riflettere la lotta delle donne per trovare spazi di autonomia e influenza entro i limiti imposti dalla società.
Dal punto di vista del femminismo, è interessante esaminare com’è rappresentato il suo personaggio in termini di potere e autonomia. Pur essendo oggetto di manipolazioni da parte degli uomini intorno a lei, dimostra una certa astuzia e abilità nel navigare le complessità della sua situazione. Questo può essere visto come un primo segno di resistenza nei confronti delle norme patriarcali dell’epoca. Inaspettatamente ci ritroviamo infatti davanti al vero principe della commedia, la vera figlia dell’ideale di Machiavelli.
Guardando al femminismo contemporaneo, la riflessione su Lucrezia potrebbe evidenziare le sfide che le donne hanno affrontato nel passato e la necessità di continuare a lottare per l’uguaglianza di genere.
Il sipario si chiude su un piccolo spazio di libertà e autodeterminazione conquistato.
Se “La Mandragola” è lo specchio di ciò che non cambia, Lucrezia è la tela su cui proiettare le battaglie delle donne di oggi.
Prova d’attore superata per tutta la compagnia del Teatro Europeo Plautino, che raggiunge lo scopo dichiarato di riscoprire il teatro classico per avvicinare il pubblico al patrimonio culturale della classicità.
Lo spettacolo “La Mandragola” è inserito nella rassegna teatrale Arteca promossa da I Vacantusi.