;
L'Unical protagonista dei lavori geologi preparatori per il Ponte sullo Stretto

L’OPINIONE / Antonio Loiacono: Interrogativi sul finanziamento del Ponte e le garanzie di sviluppo

di ANTONIO LOIACONOIl progetto del ponte sullo Stretto di Messina ha sempre suscitato grandi aspettative e dibattiti tra i cittadini e gli addetti ai lavori. 

Oltre al sogno di collegare le due sponde della Sicilia e della Calabria, sorgono ora legittimi interrogativi in merito al finanziamento dell’opera e alle garanzie che i fondi destinati allo sviluppo delle due regioni maggiormente interessate non saranno sacrificati a favore del progetto.

È infatti appena approdato in Commissione Bilancio l’emendamento del governo in tema di investimenti in infrastrutture che, varia le fonti di finanziamento dell’opera.

Le modifiche introdotte all’artico 56 confermano l’investimento complessivo di 11.630 milioni, ma la spesa a carico dello Stato si “affievolisce” a 9.312 milioni! Per gli altri 2.318, il Ministro Salvini si “appoggia” al Fondo di Sviluppo e Coesione 2021-2027! Così, 718 milioni arrivano dalla quota nella disponibilità delle amministrazioni centrali e dei ministeri, mentre i restanti 1.600 fanno parte della dote destinata alle Regioni Sicilia e Calabria!

È un grande problema: la costruzione del ponte, vedrà sacrificati investimenti essenziali per migliorare la qualità della vita e stimolare la crescita economica nelle due regioni.

 Da una prospettiva positiva, la realizzazione del Ponte sullo Stretto potrebbe aprire nuove opportunità per lo sviluppo economico, la creazione di posti di lavoro ed il potenziamento delle infrastrutture. Inoltre, potrebbe favorire una maggiore integrazione tra il continente e la Sicilia, stimolando il turismo e agevolando lo scambio commerciale.

I cittadini si chiedono, ora, se l’opera, pur rappresentando un collegamento fisico, possa diventare un ostacolo per lo sviluppo delle comunità locali. Il governo aveva rassicurato ripetutamente che i finanziamenti necessari per la realizzazione del ponte andavano separati da quelli destinati allo sviluppo regionale. Tuttavia, l’odierno emendamento alimenta il dissenso e l’incertezza tra la popolazione. Inoltre, la questione del coinvolgimento del settore privato nei finanziamenti è emersa come punto cruciale di discussione. Molti si chiedono se investitori privati avranno un ruolo significativo nella realizzazione del ponte e se ciò potrebbe influenzare la gestione e le priorità dell’opera. 

Per risolvere questi dubbi e preoccupazioni, è fondamentale che le istituzioni coinvolte forniscano una chiara e dettagliata pianificazione finanziaria, garantendo (veramente!) che i fondi destinati al ponte non vengano sottratti ai programmi di sviluppo regionale. Inoltre, una maggiore trasparenza sui rapporti con il settore privato contribuirebbe a dissipare i timori di eventuali interessi conflittuali.

In conclusione, mentre il ponte sullo Stretto di Messina potrebbe rappresentare una straordinaria opportunità per la connettività e lo sviluppo, è essenziale affrontare le legittime preoccupazioni sulla sua finanziabilità e sui potenziali impatti sullo sviluppo regionale. Mentre l’opera potrebbe effettivamente portare benefici significativi, è fondamentale che sia affrontata con la massima serietà, responsabilità e considerazione per il benessere a lungo termine delle regioni coinvolte. Solo attraverso una gestione oculata e trasparente dei finanziamenti si potrà garantire che questo progetto ambizioso non diventi un ostacolo al progresso delle comunità coinvolte. (al)