di MARIATERESA FRAGOMENI – Giù le mani dalla Jonio Tirreno: difendiamo la Locride!
Ancora una volta, c’è qualcuno che pensa che questo territorio sia sacrificabile, cancellabile con un colpo di penna. Dopo avere tolto treni, desertificato mezzi di collegamento, mai completato arterie fondamentali e opere pubbliche, adesso si decide di chiudere per due anni l’unica strada che permette a questa zona di essere collegata con il resto della Calabria.
Su questa vicenda vige una coltre di nebbia difficile da diradare: prima 3 mesi, poi 14, adesso addirittura 20 mesi di chiusura della Jonio Tirreno.
La sicurezza è la prima cosa, certo!
Ma per fare quali lavori? Non è dato sapere!
Da quella strada passano lavoratori, ambulanze, persone che devono raggiungere con urgenza ospedali hub come Catanzaro e Reggio Calabria, studenti che devono sostenere esami e costruirsi un futuro. Ci sono attività che saranno costrette alla chiusura forzata, perché da lì non passerà più nessuno. A tutte queste persone, diremo di aspettare venti mesi perché bisogna fare dei lavori di messa in sicurezza così urgenti e indifferibili che si possono addirittura programmare da gennaio 2024 in poi. Un traffico stimato di 120 mila auto al mese che dovrà essere riversato su piccole e impervie strade provinciali.
Adesso però è troppo, la misura è colma!
Pretendiamo di avere delle risposte.
Da Anas, vogliamo sapere quali sono questi lavori urgenti che impediscono di tenere aperta la Jonio Tirreno.
Ci mostrino i dati, i carotaggi, le misurazioni sulle quali si afferma che va messa in sicurezza quella galleria e che non è possibile farlo lavorando su chiusure notturne o su altre alternative.
Pretendiamo di sapere quali sono le misure alternative.
Pretendiamo, senza più tergiversare, di sapere qual è il progetto immediatamente esecutivo e cantierabile che ha portato alla decisione di chiudere un’arteria fondamentale.
Alla Regione ed al Governo invece, chiediamo di non abbandonare questo territorio.
Non lasciateci nell’isolamento. Non permettete ai figli di questa terra di svegliarsi la mattina e sentirsi figli di un dio minore. Non facciamo scoprire a questi ragazzi che in questi anni, dopo avere tagliato ferrovie, servizi, strade, non e’ stato realizzato un piano di viabilità alternativa.
Si sono temporaneamente affrontate le carenze di organico con i medici cubani: magari, se si può, il presidente Occhiuto chiami qualche grande ditta giapponese per rifare tutta la Jonio Tirreno in pochi mesi, il Governo assuma decisioni straordinarie e che so, valuti di utilizzare il genio militare.
Si apra un confronto reale e concreto con tutti gli attori del territorio per individuare risorse e provvedimenti utili a sostenere famiglie ed imprese come nel periodo di crisi Covid.
La nostra terra non gode dei diritti fondamentali previsti dalla Costituzione, le forze politiche e le Istituzioni devono affrontare questo enorme tema.
Adesso è venuto il momento di difendere la Locride, serve lottare: dopo sarà troppo tardi. (mf)
[Mariateresa Fragomeni è sindaca di Siderno]