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MotorShow 2 Mari: libri&motori, un successo anche le parentesi culturali

Grande attenzione e massimo consenso al MotorShow 2Mari, in corso nell’area portuale di Saline Joniche (RC) anche per le manifestazioni culturali a corollario dell’evento. Domenica è toccato a Francesco Tassone, che ha presentato il suo libro Anima Green (Laruffa Editore). Il libro  nasce dal bisogno di approfondire i meccanismi della Natura da un punto di vista più intimo, un’esigenza che viene dal profondo. Leggendo il libro si risponde al bisogno di entrare in relazione con una coscienza evoluta, una relazione diversa rispetto a quelle consolidate con Madre natura. Chi possiede oggi l’“Anima green”? Tutti hanno un’anima green, solo che alcuni l’hanno dimenticato, altri la stanno cercando, altri ancora la stanno già scoprendo, altri la conoscono e cercano di condividere il loro “sentire” ecologico. Riconoscere l’anima green vuol dire «Essere intimamente collegati con l’ambiente e la natura che ci circonda. Significa – chiarisce lo scrittore – aver compreso che la relazione con la natura è indispensabile».

Francesco Tassone
Francesco Tassone

La sala Corrado Alvaro, appositamente creata per la presentazione di libri, è stata gremita domenica in ogni ordine di posto per ascoltare il prof. Daniele Castrizio, archeologo, esperto di numismatica e profondo conoscitore della civiltà magno-greca. Misteriosi, affascinanti capolavori, i bronzi di Riace – ha detto Castrizio – sono un vero “unicum” nella storia dell’arte greca. Da questa premessa per raccontare il suo ultimo libro Bronzi di Riace. L’enigma dei due guerrieri, scritto con Cristina Iaria. Il libro, edito da Città del Sole, confutando le tante teorie, cerca di spiegare l’origine delle due statue che «appartengono a una concezione artistica che sembra modernissima”, ma che invece risale al V secolo a.C. Perchè i bronzi sono “la nostra più grande offerta mancata – chiarisce lo storico –  sono l’unico motivo che può spingere una persona a venire a Reggio e l’hanno capito tutti tranne noi che non siamo riusciti a farne un brand del territorio».

Daniele Castrizio
Daniele Castrizio

Andando a guardare più da vicino le due statue, – ha detto Castrizio – è da bocciare la teoria secondo la quale si tratterebbe di opere create a diversi anni di distanza l’una dall’altra: addirittura vent’anni secondo qualcuno. Vent’anni che sarebbero un tempo lunghissimo nell’antichità. Mostrando le immagini delle due braccia della statua A e B, e poi delle gambe, risultano assolutamente identiche, così come uguale è il tipo di composizione dei pezzi delle statue. Ma non è tutto: hanno lo stesso peso e la stessa altezza, conservano anche la meticolosa cura per i particolari. Dopo essere state create ad Argo, nel Peloponneso, sono state rubate dai romani e restaurate in maniera poco ortodossa, con lancia incollata, elmetto corinzio forzato sulla testa di uno dei due bronzi.

«Il bronzo B – ha argomentato il prof. Castrizio – è fatto migliorando il bronzo A. Uno più vecchio e uno più giovane: i bronzi sono nudi perché la nudità è degli eroi. Uno è un guerriero e l’altro è un guerriero con la Kynë, ossia n guerriero che comanda».

Ma chi sono, cosa rappresentano le due statue rinvenute nel 1972 nel mare di Riace? E qui ci sono le risposte a tanti interrogativi, risposte quelle dello storico reggino che oggi hanno trovato risconti a livello internazionale. Dopo aver confutato le teorie esistenti, con l’aiuto delle slides Castrizio, arriva alla conclusione che le statue siano frutto del lavoro di Pitagora da Reggio. A sostegno della sua teoria il Papiro di Lille. Come spiega nell’introduzione Castrizio, «È il frammento di Stesicoro, offre il testo del discorso che la madre di Eteocle e Polinice (nel gruppo dei bronzi che identifichiamo nei celeberrimi “Fratricidi” appunto di Pitagora di Reggio) rivolge ai figli in procinto di affrontarsi in mortale duello. Statue sistemate come su un palcoscenico, come personaggi. La presenza dei bronzi a Roma è testimoniata da Stazio e da Taziano il Siro che vede i bronzi a Roma nel 165 d.C. E dopo? La soluzione si trova in un pezzo di ceramica tra il polso destro e la coscia di una delle due statue, un riempimento (per evitare che si spezzasse il braccio durante un viaggio in mare) che risale agli inizi del quarto secolo dopo Cristo. L’imperatore Costantino volle le statue da Roma a Costantinopoli. E, arrivati al porto romani di Riace, la nave colpì uno scoglio e affondò, concretizzando questa specie di miracolo: da Argos per mano di Pitagora di Reggio, proprio nel mare di Reggio le due statue ci furono restituite dalla storia».

Stasera, alle 18, invece si parla di Bergamotto di Reggio Calabria. Prendendo spunto dal suo libro, il prof. Pasquale Amato in sala Alvaro traccerà un’avvincente quanto straordinaria storia del prezioso agrume reggino. Un appuntamento da non perdere.

Luca Abete
Luca Abete al MotorShow 2Mari

Da segnalare, inoltre, la felice parentesi di Luca Abete, inviato di Striscia la notizia, che ha incontrato le scuole, nel quadro della sua campagna motivazionale rivolta ai bambini. Un tripudio di applausi e felicità impressa nei volti e nei cori degli studenti che hanno riempito le tribune della pista “Gilles Villeneuve” per lo spettacolo che i piloti professionisti hanno regalato ai ragazzi esibendosi in diversi show spettacolari.
Soddisfatto Luca Abate: «Qui mi sento a casa, torno con la mia campagna #noncifermanessuno, un tour motivazionale che vuole incentivare i ragazzi a credere e promuovere i valori della vita e a riflettere su come le sconfitte possono essere, invece, vissute come se fossero occasioni per crescere e trasformare un piccolo momento negativo in entusiasmo – ha raccontato Luca Abete durante i suoi incontri con i ragazzi – Questo è un contesto bellissimo all’interno del quale ci sono antissime energie che confluiscono e anche per questo, quando mi è stato chiesto di incontrare i ragazzi in un contesto bello come il Motorshow 2Mari sono venuto molto volentieri. Con loro ho avuto modo anche di parlare di sicurezza stradale, per rimanere in tema, e di come la lotta all’illegalità può passare da ognuno di noi perché dal gesto di un singolo ragazzo può partire un’azione collettiva che può dare riscatto a una terra bella del Sud troppo spesso etichettata da stereotipi negativi». (rrc)