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Nucera: Regione Calabria segua sentenza del Tar e riapra le Scuole

Giuseppe Nucera, presidente del movimento La Calabria che vogliamo, ha sottolineato che «le scuole calabresi vanno riaperte», in quanto «il Tar Calabria ha disposto la sospensione del provvedimento con il quale il 14 novembre la Regione Calabria aveva disposto la chiusura di tutte le attività scolastiche di ogni ordine e grado».

Nucera, infatti, lo scorso 20 novembre aveva invocato con forza la riaperture di asili e scuole dell’infanzia (http://lacalabriachevogliamo.it/nucera-riaprire-scuole-dellinfanzia-in-calabria-e-dramma-sociale/). La decisione del Tar Calabria, in attesa di capire gli sviluppi ad essa legata, non può che essere accolta con soddisfazione.

«Il tribunale amministrativo regionale  – ha dichiarato Nucera – ha evidenziato in particolare ‘il grave pregiudizio educativo, formativo ed apprendimentale ricadente sui destinatari del servizio scolastico’, sottolineando inoltre come non vi sia ‘alcuna certezza alcuna del nesso di causalità intercorrente fra lo svolgimento in presenza delle attività didattiche nella scuola materna, in quella elementare e media di primo grado (limitatamente al primo anno) e il verificarsi dei contagi’. Il Movimento ‘La Calabria che vogliamo’ a pochi giorni dall’appello pubblico nel quale si evidenziava il bisogno di riaprire asili e scuole dell’infanzia, esprime compiacimento per la decisione espressa dal Tar Calabria. La nostra regione non necessita di misure così pesanti, che penalizzano in modo enorme le famiglie calabresi e tutti i bambini».

«In modo particolare – ha aggiunto – in una situazione difficile sia emotivamente che psicologicamente come quella che stiamo attraversando, è di fondamentale importanza proteggere le nuove generazioni, senza adottare misure che causano evidenti problematiche da un punto di vista formativo e della socializzazione».

«La Calabria – ha concluso – può guardare al prossimo futuro con ottimismo e coraggio, rispettando le regole ma senza abbandonarsi ad eccessivi allarmismi e chiusure che non servono a nulla». (rrm)