LA FIRMA DEL CONTRATTO DI SVILUPPO SIGLA UN'INEDITA INTESA TRASVERSALE PER IL BENE DELLA CITTÀ;
Cosenza: fondi Mibact per il Centro Storico

OCCHIUTO & ORRICO, LA STRANA COPPIA
CHE SALVA IL CENTRO STORICO A COSENZA

di SANTO STRATI – Chi avrebbe mai scommesso che il sindaco di Cosenza Mario Occhiuto avrebbe elogiato il lavoro della grillina Anna Laura Occhiuto, sottosegretario ai Beni Culturali, ricevendo pari apprezzamenti? Questa “strana” coppia, agli antipodi – politicamente parlando – ha letteralmente salvato il centro storico di Cosenza, ovvero i fondi ad esso destinati. Con un’operazione che, finalmente, ha superato le posizioni partitiche guardando unicamente al bene della Città. Con il plauso di un terzo “incomodo” il presidente pdiddino della Provincia Franco Iacucci. Un tris assortito di posizioni politiche e di partito assolutamente contrapposte che, però, ha portato alla firma del Cis (Contratto Istituzionale di Sviluppo) che ha sbloccato quelle irrinunciabili risorse finanziarie che sembravano pronte a svanire.

Il contrario di quanto avvenuto, invece, ieri sera in Consiglio regionale a Reggio, dove Bevacqua (Pd) e parte dell’opposizione hanno abbandonato l’aula per protesta, lasciando soli i consiglieri Anastasi e Di Natale (Iric) e Flora Sculco (Dp). Ovvero, dialogo zero e posizioni di forza non condivise, peraltro dalla base dem, che rendono impossibile il lavoro dell’Assemblea.

Ma torniamo all’intesa trasversale cosentina che ha sbloccato l’impasse. Il problema era serio: Cosenza rischiava di perdere 90 milioni destinati dal Ministero dei Beni Culturali al risanamento del centro storico di Cosenza a causa di stupide rivalità politiche nel precedente governo giallo-verde. Invece un inedito, quanto apprezzabile, gioco di squadra tra la Orrico, da una parte, e Occhiuto dall’altra ha saputo dirimere la matassa portando a casa il risultato. Certo non bastano 90 milioni per risanare il centro storico di Cosenza, ma «ben vengano» – ha detto soddisfatto Mario Occhiuto, il quale ha voluto subito precisare che il suo progetto di rigenerazione urbana dovrà prevedere interventi sull’edilizia privata: è comunque un buon punto di partenza».

La città – diciamo la verità – ha in corso, con  l’amministrazione Occhiuto, una radicale trasformazione che ne fa una piccola metropoli del Sud, con aneliti culturali (portati avanti con risultati eccellenti) e spinte innovative che rivelano un disegno strategico di non poco conto. Occhiuto, presidente mancato della Regione grazie alla insensata “guerra” di Salvini, è un architetto e sa cosa significa pianificare e progettare. Il “suo” ponte di Calatrava, per esempio, non aveva una funzione strategica in termini di mobilità (pur offrendo ugualmente qualche vantaggio alla popolazione residente), ma di immagine: voleva essere – e c’è riuscito – un simbolo di una rigenerazione urbana in corso e di una qualificazione che ha bisogno anche di ri-creare un’immagine positiva della città. Il risultato è sotto gli occhi del cronista che gira in lungo e in largo la città, ma soprattutto si presenta in termini di positività quasi totale al forestiero. E quando passerà la rabbia dei residenti per i tantissimi cantieri ancora aperti ci sarà anche il loro apprezzamento per il cambiamento in corso d’opera. Il museo Bilotti all’aperto è già di per sé un biglietto da visita eccellente per il nuovo visitatore e per chi non viene a Cosenza da molti anni: mostra la vitalità di una città che vuole essere protagonista e ha tutti i numeri per riuscirci.

Un cambiamento che, adesso, riguarderà gli interventi sul centro storico, grazie al Cis (Contratto Istituzionale di Sviluppo) firmato lunedì alla Biblioteca Nazionale di Cosenza siglando – come ha detto la sottosegretario Orrico – «una nuova sinergia istituzionale tra Mibact, Provincia, Comune e Un iversità della Calabria. Condivisione e dialogo continui che hanno permesso di recuperare il ritardo e non perdere il finanziamento». Ci sono 20 progetti che riguardano l’educazione e la formazione, l’accessibilità e la messa in sicurezza degli immobili ((solo se pubblici e con valenza culturale) con l’occhio puntato alle nuove generazioni. «Abbiamo pensato alla cultura – ha detto la Orrico – come leva per la coesione sociale e lo sviluppo e puntiamo sui giovani: il centro storico deve diventare sede di formazione permanente». E, difatti, gli interventi previsti riguardano, tra gli altri, due importanti istituti di formazione: il Conservatorio e il Convitto Nazionale. Ma il piano prevede la creazione di laboratori digitali per la comunicazione e il marketing, interventi per le biblioteche Civica e Nazionale e, non meno significativa, la creazione di un incubatore d’impresa nell’ambito della cultura e del turismo, a cura dell’Unical. «Questi 90 milioni – ha precisato la Orrico – non risolvono evidentemente tutte le criticità, ma la sinergia istituzionale creata potrà rafforzare in futuro gli interventi e attirare gli investimenti privati»

Il sindaco Occhiuto, nel ringraziare il ministro Dario Franceschini ed elogiare la Orrico, non ha mancato di sottolineare che «Siamo in ritardo perché il precedente Governo ha cercato di affossare il Cis di Cosenza. Non voglio illudere nessuno, ben vengano queste risorse, noi abbiamo già speso 60 milioni, ma la città vecchia è in una situazione di grave rischio strutturale e servono interventi anche sugli edifici privati» (che, però, non sono finanziabili coi fondi Cis).

L’Università della Calabria giocherà ovviamente un ruolo rilevante nell’ottica dell’innovazione tecnologica. Il delegato del Rettore Nicola Leone al Trasferimento tecnologico, Maurizio Muzzupappa, ha espresso la piena disponibilità dell’Ateneo per dare contenuti di contenitori che saranno valorizzati. Per l’incubatore bisognerà attendere circa due anni, ma l’attività di selezione partirà subito. Un ottimo segnale di quanto l’Unical è in grado di fare per quella rigenerazione urbana tanto auspicabile quanto necessaria.

Il tavolo del Contratto di sviluppoper il centro storico di Cosenza

E un ottimo segnale è anche quest’inedita intesa trasversale che – come ha fatto notare il segretario regionale del Mibact Salvatore Patamia – rappresenta «un miracolo amministrativo: al tavolo – ha detto – ci sono tre esponenti di parti politiche diverse che si sono messe d’accordo per raggiungere un obiettivo senza precedenti per Cosenza».

Come si diceva prima, il contrario di quanto è avvenuto ieri sera a Reggio e avviene ormai con regolarità nell’aula di Palazzo Campanella. Ma non tutti sono d’accordo su questi atteggiamenti di prevaricazione che non portano ad alcun risultato. Il consigliere Marcello Anastasi, sconfortato, ha espresso a Calabria.Live il suo punto di vista sulla posizione di Io resto in Calabria.  «In aula e in qualsiasi altro contesto in relazione al Governo regionale noi manteniamo una posizione da moderati, ovvero come coloro che intendono costruire ponti piuttosto che distruggerli in un attimo. Oggi soltanto perché si sono invertiti i punti all’ordine del giorno è scoppiato un putiferio in una parte della minoranza. Si parlava di scuola: avremmo dovuto restare tutti in aula e affrontare l’argomento tutti insieme, sacrificando per una volta le posizioni di parte. I calabresi vogliono risposte e una minoranza che si confronti con la maggioranza e non che litighi continuamente. Non dobbiamo farci la guerra in aula e si deve ristabile un rapporto collaborativo: la mia preoccupazione è che in questo momento c’è un clima politico che rischia di non rispondere a quelle che sono le aspettative dei calabresi. Con tutto quello che ne consegue».

Il modello cosentino, dunque, – a fronte di questa negazione di dialogo e di confronto – sarebbe magnifico poterlo replicare in Regione, ossia puntare a intese trasvertsali per giungere a risultati concreti. Soprattutto in due settori vitali per la crescita e lo sviluppo: cultura e turismo. Due comparti, in realtà, molto legati l’uno all’altro, perché da essi dipende la linea progettuale che la Calabria deve necessariamente darsi, anche in vista delle risorse Ue del Recovery Fund e dell’esigenza di progetti da presentare per ottenere i fondi. Il turismo, in particolare, dovrebbe ripartire da zero, facendo tesoro dell’esperienza emergenziale del covid, con una strategia completamente rinnovata da elaborare solo dopo aver ascoltato gli addetti ai lavori, da cui ricavare indicazioni preziose per le iniziative necessarie. Basta con improvvisazioni e interventi senza pianificazione, ma per fare questo ci vuole un altro “miracolo amministrativo” come quello di Cosenza. (s)