Presentati i dati del Progetto Gioco d’azzardo Patologico, La Regina: Occorre nuovo approccio culturale alla salute

Sono stati presentati, a Cosenza, i risultati del progetto Gioco d’azzardo patologico, da cui è emerso, come evidenziato da Vincenzo La Regina, commissario Asp Cosenza, che «occorre avere un nuovo approccio culturale alla salute. Non basta più utilizzare le risorse ma formare professionisti capaci con requisiti tecnici importanti. Rimettendo in moto un paradigma diverso: da soli non si va da nessuna parte, ecco perché insisto sui concetti di prossimità, di prevenzione, di unità e di aiuto concreto».

Alla conferenza, organizzata dal Ser.D di Cosenza, presenti anche il dirigente medico Roberto Calabria, che ha ritenuto rimarcare il lavoro di uomini e donne costantemente impegnati sul campo. Il centro servizi per le dipendenze ha reso noti i dati dello scorso anno. Con numeri, citati dallo psicologo ed educatore professionale Andrea Lo Polito e dal coordinatore Ats Renato Caforio, che lasciano l’amaro in bocca. Presso i Ser.D provinciali sono stati presi in carico 123 utenti affetti da Gioco d’Azzardo Patologico, accertati mediante somministrazione di test per confermare l’ipotesi diagnostica emersa dai criteri del DSM 5. Proficua è stata la collaborazione con le Comunità Terapeutiche coinvolte nel Progetto: Il Delfino, l’Ulivo, Regina Pacis e il Mandorlo.

Qual è il profilo socio anagrafico dei giocatori? Sesso: Maschi 95%, femmine 5%; classi d’età: la classe più rappresentativa è 40-44 anni con il 34%, segue 50-54 anni con il 33%, 20-24 anni il 22% ed in fine 60-64 anni con 11%; livello di istruzione: il titolo di studio con maggiore percentuale è la laurea con il 55% seguito dal diploma con il 36% e per finire licenza elementare con il 9%; professione: gli operai risultano il 46%, gli impiegati il 27%, i pensionati e gli imprenditori sono il 9% del campione; stato civile: l’82% dei soggetti risulta essere coniugato, seguono con il 9% sia i divorziati che i conviventi; occupazione: occupato stabilmente il 78%, studenti 11% e i disoccupati 11%. Dai dati elaborati rimane notevole la differenza numerica tra uomini e donne che hanno chiesto aiuto al Servizio, con un sommerso femminile di non poco conto.
Dai dati analizzati emerge, inoltre, la gravità dei comportamenti tipici della dipendenza da gioco. Infatti, partendo dalla frequenza, dal grado di compulsività, dai tipi di giochi, dalla spesa mensile e dai debiti per il gioco e finendo col grado di compromissione della socializzazione, con le fonti di gratificazione e col tempo dedicato al gioco quotidianamente, questi dati vengono utilizzati per la valutazione della cronicizzazione.
I giochi più diffusi risultano essere le slot-machine (alla quale giocano sia uomini che donne), seguite dalle lotterie istantanee (anche qua il dato è uguale per ambedue i generi) e dalle scommesse sportive (dato espressamente maschile).
Non si evidenzia una distinzione di classi sociali e scolarità, le fasce sono tutte coinvolte. Importante è il dato riguardante le fasce d’età: eccetto qualche giovane adulto 18 – 24 enne, la fascia più accreditata rimane quella dai 40 ai 65. Questa ultima fascia si avvale di un periodo di latenza, dove il gioco è presente ma non predominante, le possibilità economiche sono più alte e l’autonomia finanziaria non è immediatamente sottoposta al controllo familiare. Tutti questi fattori rendono agevole lo scivolamento del gioco da ludico a problematico ed infine a patologico. Da precisare, infine, che tutte le attività poste in essere dal progetto Gap non si sono interrotte con la fine del progetto stesso ma sono proseguite per continuità terapeutica. (rcs)

COSENZA – Si presentano i dati del progetto “La salute non è un gioco”

Domani mattina, a Cosenza, alle 9.30, al Ser.D, la conferenza stampa di presentazione dei dati del progetto Gioco d’azzardo patologico dell’Asp di Cosenza.

Intervengono il commissario dell’Asp, Vincenzo La Regina, il dirigente medico Roberto Calabria, lo psicologo ed educatore professionale Andrea Lo Polito e il coordinatore Ats Renato Caforio.

«Nel 2020 i Ser.D hanno assistito complessivamente 125.428 soggetti tossicodipendenti dei quali 15.671 nuovi utenti con un rapporto di genere maschi femmine pari a 6,1. Nel 2020 è stata registrata almeno una patologia psichiatrica in 7.445 su un totale di 125.428 utenti, di cui il 64% è affetto da disturbi della personalità e del comportamento. Il 15% da sindromi somatoformi e nevrotiche, il 14% da schizofrenia e altre psicosi, il 3.1% da depressione e lo 0.9% da mania e disturbi bipolari», si legge dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per le politiche antidroga
Dalla relazione annuale al Parlamento anno 2021 (dati 2020) e dal sistema informativo SIND, le persone segnale nel 2017 all’Autorità Giudiziaria sono stati 35.190 per violazione del D.P.R. n.309/90, con un incremento del 6% rispetto all’anno precedente. Il 71% dei soggetti segnalati sono in stato di arresto, il 28% in libertà e 1% è irreperibile. La quasi totalità dei soggetti è stata segnalata per violazione dell’art. 73 ( traffico illecito di sostanze) e il 6% per associazione finalizzata al traffico art. 74, Le denunce hanno riguardato prevalentemente soggetti di genere maschile il 93% di cui il 60 % italiani, mentre il 4% ha riguardato minorenni. L’età dei denunciati per il 40% è compresa tra i 20 e 29 anni, il 26% tra i 30 e 39 e più di un quarto oltre i 40 anni.
Ed in Calabria?
Numero utenti già in carico nella Regione Calabria 650 di cui 108 nuovi ingressi. Gli assistiti in media hanno 42 anni mentre le femmine sono più giovani con una età media di 40 anni, mentre i nuovi utenti sono in media più giovani di circa 9 anni di quelli già in carico. Analizzando l’utenza totale per classi d’età si osserva che il 69% degli utenti ha tra i 30 e i 54 anni il 16% meno di 30 anni mentre il 15% più di 54 anni. Nel 2020 il 62% circa degli utenti trattati sono assuntori di eroina come sostanza primaria, il 22% cocaina e il 12% cannabinoidi, mentre per l’uso secondario le sostanze più frequentemente assunte sono state la cocaina per il 17% mentre cannabinoidi 16% e alcol per 8.6%.
Persone in trattamento al 31/12/2020 presso i servizi per le dipendenze del privato sociale in Calabria, n. 350 di cui 316 in residenziale e 34 in semiresidenziale. Classi d’età 15-19 (3); 20-24 (13); 25-20 (29); 31-40 (188); > 40 (252) non specificato n. 15.Un terzo della popolazione fra i 15 ed i 64 anni, almeno una volta nella vita, ha sperimentato l’uso di sostanze psicoattive (illegali), e dato allarmante almeno 1 su dieci lo ha fatto nel corso del 2017. Nell’ultimo anno: La cannabis risulta essere da sempre la sostanza più diffusa (il 10% della popolazione ne ha fatto uso nell’ultimo anno), minore risulta essere la percentuale degli assuntori di cocaina (1,2%) , oppiacei (0.6%). Come si può notare il trend dei consumi indica la cannabis come la sostanza con maggiore crescita esponenziale. Il dato più allarmante è che il 34% degli studenti ha provato almeno una volta una sostanza psicoattiva illegale nel corso della vita, mentre il 26% lo ha fatto nel 2017. I ragazzi utilizzatori sono il doppio delle ragazze, ad accezione della cannabis in cui il rapporto percentuale quasi si annulla. Il 4% degli studenti è un consumatore abituale di cannabis, seguito da eroina e cocaina. L’1,6% degli studenti ha utilizzato sostanze psicotrope senza sapere cosa assumesse. (rcs)

Sanità, Katya Gentile (FI) incontra il commissario La Regina per pianificazione della rete ospedaliera degli Spoke

Il consigliere regionale di Forza ItaliaKatya Gentile, ha incontrato il commissario straordinario dell’Asp di Cosenza, Vincenzo La Regina, per discutere di programmazione e  pianificazione complessiva della rete ospedaliera degli  spoke.  

«Tante sono le criticità sulle quali sta intervenendo il  Commissario dell’Asp – ha spiegato Gentile – di concerto con il Commissario ad  acta, Roberto Occhiuto, e con il Dipartimento tutela della salute. L’Asp sta investendo sullo sviluppo della telemedicina e della teleradiologia che, in un territorio orograficamente complicato  come quello provinciale, può rappresentare uno strumento di  offerta sanitaria più immediato, efficace e vicino ai cittadini. Diverse sono le procedure già avviate, in fase di  espletamento o conclusiva, volte alla risoluzione di  problematiche cogenti che mettono in affanno gli ospedali  dell’intera provincia, primo fra tutti il reclutamento di  personale».

«In particolare – ha proseguito Katya Gentile – in questa  stessa ottica rientrano la nomina del primario della  Ginecologia di Cetraro che, come garantito dal Commissario, avverrà nei prossimi giorni, la disponibilità all’imminente  riattivazione del reparto di Ginecologia, nelle more della  riapertura del punto nascita dello stesso ospedale, e l’espletamento di un concorso per la nomina del Direttore  sanitario dello spoke Paola-Cetraro». 

«Tutto ciò rappresenta – ha detto ancora – un segnale di particolare attenzione  verso territori per troppo tempo trascurati e la volontà di  valorizzare i servizi e l’offerta sanitaria che ci consentiranno di evitare un’emigrazione sanitaria, anche per interventi di routine, verso la Basilicata». 

«Dal proficuo incontro – ha concluso l’onorevole Gentile, sono emersi l’impegno e la concretezza messi in campo dal  Commissario La Regina, al quale ho inteso assicurare di  persona ogni forma di collaborazione istituzionale che possa contribuire al buon andamento di questo percorso evolutivo, non più rinviabile». (rcs)

Terme Luigiane, l’intervento di Carlo Guccione che esorta l’Asp di Cosenza a tutelare le attese dei curanti

di FRANCO BARTUCCI – Finalmente, dopo diverse sollecitazioni, il consigliere regionale del Partito Democratico, Carlo Guccione, interviene con una propria nota sulla vicenda delle Terme Luigiane, chiarendo che, in qualità di assessore della Regione Calabria, si occupò di approvare la legge regionale n. 11 del 2015 in virtù di quanto veniva stabilito dalla sentenza della Corte Costituzionale n. 1/2010, in quanto «la nostra Regione era l’unica in Italia a non averla adottata. La legge fu approvata – ha precisato con la sua nota – per un atto di trasparenza e legalità finalizzato a porre fine a situazioni illegittime».

“Di questo – ha continuato – se n’ è discusso in questi anni molto, e molto se ne discuterà ancora, ma ciò che importa in questo momento è trovare un percorso mirato ad evitare che i  250 lavoratori siano le uniche vittime di uno scontro per alcuni casi poco chiaro. Occorre attivare tutte le procedure utili e necessarie a garantire un’apertura, che consenta di poter iniziare a lavorare per poi attivare delle procedure propedeutiche agli ammortizzatori sociali per lo stato di disoccupazione dei lavoratori».

Il consigliere Carlo Guccione, nel suo intervento apprezzato e atteso, ha posto poi un problema rimasto finora silente sulla vicenda delle Terme Luigiane, e cioè il ruolo e le funzioni dell’Asp cosentina, che grazie al Dca n. 46 del 17 marzo 2021, emanato dal Dipartimento Salute della Regione Calabria, è destinataria per il servizio sanitario regionale termale per l’anno 2021 di una somma pari a 3.221.318,07 Euro. Di questi, l’Asp  ne ha riservato 964.675,04 euro per l’acquisto di prestazioni termali in convenzione da privato con le terme Sibaritide di Cassano allo Ionio; mentre 2.326.643,3 euro restano a disposizione per il budget delle Terme Luigiane di Acquappesa e Guardia Piemontese, da destinare a quelle prestazioni presso gli stabilimenti termali regolarmente accreditati che spettano di diritto ai curanti che vi accedono.

«Con queste risorse – sostiene il consigliere regionale Carlo Guccione – si potrebbe finanziare un’apertura transitoria fino all’esaurimento del budget disponibile coinvolgendo Prefettura, sindacati, Comuni ed Asp per garantire, da una parte l’erogazione dei servizi termali e dall’altra la possibilità di intraprendere un percorso che consentirebbe ai lavoratori di accedere alle misure di sostegno al reddito eventualmente anche con l’intervento del ministero competente».

Ma l’Asp di Cosenza, la cui dirigenza è certamente a conoscenza di questa vicenda ampiamente trattata giornalmente sulle due uniche testate giornalistiche, come si è mossa nel frattempo per utilizzare al meglio tali fondi di cui  alla dichiarazione del consigliere regionale Guccione? Che fine farà il diritto e la tutela alla salute per tutti quei curanti che annualmente si sono presentati alle strutture delle Terme Luigiane per avere le dovute prestazioni curative  necessarie al loro stato di salute? Questi fondi, se non utilizzati a cosa saranno destinati? Il venir meno a questi obblighi sarebbe un danno gravissimo, che peserebbe sulle persone curanti e  questo non è giusto, aprendo a possibili interventi degli organi giudiziari a chiarimento delle rispettive responsabilità. 

A questo punto è obbligatorio, a noma della legge sulla trasparenza e diritto d’informazione ai cittadini, conoscere le intenzioni della dirigenza dell’Asp cosentina in materia, trattandosi che il mese di luglio è giunto al termine e che si potrebbe trovare un accordo con la Sateca per un periodo di apertura di 4 mesi, da settembre a dicembre, in modo da consentire ai curanti di adempiere alle loro esigenze curative. Sempre che i due Comuni e la stessa Regione adempiano ai loro doveri ridando subito con urgenza l’acqua termale deviata nel torrente “Bagni”, per sfuggire a quelle forme di abuso di ufficio che incombono sulla vicenda, ritornando nel frattempo all’accordo sottoscritto dalle parti presso la Prefettura di Cosenza l’8 febbraio 2019.

«Sul futuro del sistema termale calabrese e sulle mancate promesse di lungo periodo venute meno – ha sottolineato ancora il consigliere Carlo Guccione – avremo modo di discuterne a fondo, e di adottare le necessarie iniziative nel corso del prossimo consiglio regionale. Una cosa, però, già ora è certa ed è bene dirlo: che ci sono molte risorse in questi anni non utilizzate, e c’è una legge come la n.38 del 3 settembre 2012  sulla “valorizzazione e promozione del termalismo in Calabria”, che individua, per la prima volta, i centri termali calabresi di: Lamezia Terme (Terme Caronte), Galatro (Terme di Galatro), Antonimina (Terme di Antonimina), Bivongi (I bagni di Guida), Spezzano Albanese (Terme di Spezzano), Guardia Piemontese e Acquappesa (Terme Luigiane), Cassano all’Ionio (Terme Sibaritide), Cerchiara (Terme Grotta delle ninfe) e Cotronei (Terme di Ponte coniglio), che hanno la qualifica di Comuni termali e che potrebbe essere utilmente adoperata per rilanciare il sistema termale calabrese e le Terme Luigiane in particolare». (fb)

La Uil Fpl Cs scrive all’Asp per problematiche di reinternalizzazione e stabilizzazione personale

In una lettera inviata all’Asp di Cosenza, la Uil Fpl Cosenza ha espresso la sua volontà nel «contribuire a tutte le attività che prevedano la loro reinternalizzazione», e ha chiesto «cosa intende fare l’azienda per tutelare i numerosi dipendenti che gravitano sugli altri servizi amministrativi esternalizzati? O questi non meritano lo stesso percorso pensato per 23 di loro?».

Il sindacato, infatti, si riferisce al «bando per assunzione a tempo determinato di 23 assistenti amministrativi che sembra dare un forte vantaggio ai lavoratori che dimostrano “esperienze lavorative attinenti al profilo a concorso, svolte in favore di Enti del Servizio Sanitario Nazionale, anche alle dipendenze di aziende private», dove ci sono «accordi tessuti su base disparitarie».

«Ancora una volta – si legge in una nota – si dimostra di non avere alcuna visione di insieme e di continuare a gestire con una navigazione a vista. Quando si passerà ad una programmazione che guardi alle esigenze complessive? Questa amministrazione conosce le problematiche urgenti per trasformare questo “carrozzone” in una azienda sanitaria efficiente? conosce le problematiche ed intende affrontarle o si accontenta di soddisfare qualcuno?».

«Ci vuole spiegare la direzione aziendale – si legge ancora – che cosa intende fare per stabilizzare tutti i lavoratori atipici che da anni operano per garantire quei minimi livelli di assistenza che l’Asp riesce ad assicurare? O sono solo lavoratori di serie b che non suscitano l’interesse dei piani alti?».

«In attesa che codesta direzione voglia rendere edotte le OO.SS. sulle assunzioni che sta programmando e in particolare sulle problematiche evidenziate – conclude la nota – si precisa che ogni abuso o disparità di trattamento del personale sarà denunciato. Tali metodi non sono più ammissibili, la dignità dei lavoratori resta un principio cardine del Sindacato che si batte per i diritti di tutti». (rcs)

COSENZA – Lirangi (FDI): Stabilizzare i precari dell’Asp di Cosenza

Luigi Lirangi, coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia Cosenza, in merito alla vertenza del personale precario impiegato all’Asp di Cosenza, ha sollecitato il Commissario straordinario, Vincenzo La Regina, «a porre fine ad una grave situazione a danno di lavoratori lasciati nell’incertezza da ben 17 anni», chiedendone l’immediata stabilizzazione «o il 1° luglio scatta la perdita del lavoro per scadenza contrattuale».

Si tratta di 41 lavoratori ex “Obiettivo Lavoro” che prestano servizio nella sede centrale dell’Asp a Via Alimena e negli ospedali di San Giovanni in Fiore, Lungro, Castrovillari tenuti in sospeso dalle intenzioni dell’Azienda sanitaria provinciale di non di rinnovare i servizi.

«È una situazione inaccettabile – ha dichiarato Lirangi – sia per la dignità delle persone coinvolte sia per la superficialità con cui si pensa di indebolire ulteriormente una sanità disastrata privandola di servizi essenziali tra personale Oss, infermieri e amministrativi».

L’evoluzione del confronto istituzionale e sindacale degli ultimi giorni ha fatto emergere da parte del Commissario straordinario stesso la prospettiva positiva per la disponibilità di risorse e, quindi, per la salvaguardia del lavoro.

«Non c’è un minuto da perdere, dunque – ha concluso Lirangi – e bisogna procedere alla immediata e definitiva continuità lavorativa dei lavoratori interessati per troppo tempo ignorati, nonostante battaglie condotte negli anni e promesse mai mantenute dai Commissari che si sono succeduti». (rcs)

 

 

Approvato emendamento che proroga approvazione dei bilanci delle Asp commissariate

È stato approvato in Commissione Affari Sociali, un emendamento al Dl Riaperture, della relatrice Angela Ianaro del Movimento 5 Stelle, che proroga, al 31 ottobre 2021, il termine entro cui il Ministero della Salute deve approvare i bilanci degli Enti Sanitari e delle Asp nel caso in cui il commissario straordinario non lo faccia nei termini previsti.

Con questa proroga, dunque, i commissari avranno più tempo per approvare il bilancio degli esercizi finanziari, prima che il Ministero subentri per approvare ciò che manca.

A essere contrario a questo emendamento, Giacomo Saccomanno, commissario regionale della Lega, che ha dichiarato che, se l’emendamento fosse vero, «assistiamo all’ennesima azione di palese violazione della legge per l’evidente incapacità dei commissari nominati e dello stesso Ministero a rispettare la norma approvata con il Decreto Calabria».

«Una volta – ha detto Saccomanno – l’Italia era considerata la “patria del diritto”, oggi, invece, sembra la “culla delle illegalità diffuse” e risulta manifesta la volontà di violare ogni norma per aggiustare quello che non si è riuscito a fare! Sono anni che i bilanci dell’ASP calabresi non riescono a redigersi per la nota mancanza di adeguata documentazione e per essere stata la gestione molto “leggera”, favorendo anche ed a volte la ndrangheta, tanto da non riuscire a comprendere cosa sia successo. Ma, intanto, il deficit aumenta e la Calabria è obbligata a versare somme non dovute e a rinnovare un gravoso mutuo. Danni rilevantissimi per i calabresi e creati dai tanti incapaci commissari inviati dal Governo».

«Una situazione intollerabile – ha aggiunto – che deve portare alla eliminazione del deficit che deve essere sopportato da chi lo ha creato e, nel contempo, appare indispensabile restituire la sanità ai calabresi, con la rimozione dei commissariamenti e con la decadenza di chi non è riuscito a fare il proprio dovere ed ha aggravato la già esistente gravosa situazione. Si è chiesto e si ribadisce che appare non più rinviabile l’affidamento della ricostruzione della contabilità a nuclei specializzati della Guardia di Finanza e la individuazione di esperti del settore che possano ripristinare una evidente legalità calpestata troppe volte». (rcs)

 

Molinaro (Lega) chiede al Governo di approvare i bilanci dell’Asp di Cosenza

Il consigliere regionale della LegaPietro Molinaro, ha inviato una lettera al Governo, chiedendo «che si proceda con l’approvazione dei bilanci dell’Asp di Cosenza, applicando la legge vigente che è chiarissima al riguardo».

«Ai sensi dell’articolo 2, comma 5, del Dl 150/2020, approvato con la legge 181/2020, il ministro della Salute, Roberto Speranza – ha spiegato Molinaro – entro il prossimo 7 giugno, dovrà procedere all’adozione dei bilanci dell’Asp di Cosenza. La legge pone l’obbligo a carico del ministro nel caso, verificatosi, di inerzia dei commissari Vincenzo La Regina e Guido Longo».

«Per La Regina – ha detto ancora Molinaro – l’inadempimento comporta la decadenza automatica, ed il Ministro Speranza non può esimersi dal prenderne atto. La mia richiesta al Governo è di non dare seguito a sirene varie che chiedono di introdurre deroghe o modifiche alla Legge. I bilanci, almeno fino al 2019, sono troppo importanti perché si possa rinviare la loro approvazione. Occorre conoscere lo stato dei conti per poter programmare le attività dell’Asp, e si deve fare, come avviene in tutte le Asp italiane, applicando le norme contabili vigenti».

«In questa partita – ha proseguito il consigliere regionale della Lega – è in gioco la credibilità dello Stato. Se qualcuno dovesse inventarsi qualche stratagemma per aggirare la legge 181/2020, dovrebbe anche ammettere di non avere capito nulla della situazione della sanità calabrese, o di non trattare il problema con la serietà dovuta. Se la legge ha previsto, giustamente, dei termini tassativi per l’approvazione dei bilanci è perché riconosce che non c’è risanamento possibile se non si approvano i bilanci. Nonostante tutti i dubbi e le incertezze che vi possono essere, occorre prendersi la responsabilità di approvare i bilanci applicando le norme contabili vigenti».

«È troppo facile vivacchiare – ha concluso – prendersi lo stipendio da super-manger finché si può, e poi andarsene, come hanno fatto finora i commissari. Il tutto pagato con i fondi del bilancio della Regione Calabria. Finché vige il commissariamento totale della sanità calabrese, il Governo ha il dovere di dare conto alla Calabria, e ora è arrivato il tempo, almeno per i bilanci dell’Asp di Cosenza». (rcz)

 

Giuseppe Aieta: Decadenza del commissario Asp di Cosenza è una sciagura per la sanità

Il consigliere regionale Giuseppe Aieta ha dichiarato che «questa storia della decadenza del Commissario dell’Asp, Vincenzo La Regina, è una sciagura per la sanità» e ha chiesto al ministro della Salute, Roberto Speranza, di intervenire per «evitare una nuova sciagura».

«Ho elementi empirici per affermarlo – ha spiegato Aieta –. L’Asp di Cosenza sta trainando la Calabria nelle vaccinazioni e la regione non è più ultima nelle classifiche. Il piano delle terapie intensive rimasto fermo per tutto questo tempo è finalmente decollato e si sono concluse le fasi degli acquisti di letti e apparecchiature tecnologiche. Sono stati aperti nuovi reparti covid che hanno dato risposte alla tempesta pandemica che si è abbattuta sulla Calabria e sulla provincia di Cosenza in particolare. La catena del comando nella più grande Asp della Calabria è stata ristabilita anche nelle determinazioni aziendali e molte strutture ospedaliere stanno recuperando l’entusiasmo perduto in questi anni».

«Le relazioni istituzionali – ha proseguito il consigliere regionale – sono state riattivate dopo il buio pesto dell’ultima gestione con il totale coinvolgimento dei sindaci a partire dai centri vaccinali fino a giungere agli ospedali. Il garbo e la gentilezza, qualità ormai rare, hanno preso il posto dell’arroganza e del potere fine a se stesso ed il confronto ha sostituito la sciatteria. Finalmente avevamo trovato un Commissario che conosceva le cose di cui parlava ma, soprattutto, sapeva di sanità».

«Se dovesse concretizzarsi il rischio della decadenza del Commissario La Regina – ha concluso – per motivi che certo non afferiscono al suo mandato e che nessuno dopo di lui potrà mai risolvere, avremo perso un Commissario perbene, lavoratore instancabile, che aveva acceso la speranza». (rcs)

Il sindaco Marcello Manna: Ora si pensi a vaccinare ristoratori e albergatori

Il sindaco di Rende, Marcello Manna, ha inviato una lettera al commissario dell’Asp di Cosenza, Vincenzo La Regina e al dirigente Protezione Civile Calabria, Fortunato Varone, chiedendo l’avvio della campagna vaccinale per i gestori delle attività ristorative e delle strutture ricettive cittadine.

«Atteso che la campagna vaccinale procede finalmente in maniera spedita – si legge nella lettera – raggiungendo quella parte di popolazione più fragile, vogliamo porre alla vostra attenzione la richiesta unanime che proviene dai nostri cittadini. Le istanze raccolte sul nostro territorio ci pongono dinanzi una riflessione che, come già da Voi dimostrato, saprete sostenere con la concretezza delle azioni.
Riteniamo, infatti, che in vista del ripristino della zona gialla, la ripresa economica debba essere legata a doppio filo con la sanità e la sicurezza dei luoghi di lavoro».
«Le riaperture delle attività di ristoro, così come quelle ricettive – conclude la nota – richiedono un cambio di passo: bisogna garantire a chi opera in questo settore la copertura vaccinale necessaria a svolgere in sicurezza il proprio lavoro che si svolge prevalentemente a contatto con il pubblico. Siamo certi che accoglierete questa istanza che ci permetterà celermente di procedere verso un ritorno alla normalità che tutti auspichiamo avvenga al più presto». (rcs)