Il Pci, la Calabria e il Mezzogiorno a cura di Lorenzo Coscarella e Paolo Palma

di MIMMO NUNNARIUna questione rimasta nell’ombra nell’Italia repubblicana riguarda il rapporto tra Pci – a lungo maggior partito d’opposizione – e il Mezzogiorno. Questione non da poco, in considerazione che il movimento comunista ha storicamente rappresentato classe operaia e ceti deboli e il Meridione non c’è dubbio che, in quanto parte di territorio italiano penalizzato dalle disuguaglianze e dalle trascuratezze dei Governi di prima e di dopo la liberazione dal fascismo, sarebbe dovuto rientrare nel perimetro di lotta del Pci. Ma il meridionalismo, è stato un tema presente, in maniera costante e concreta nell’agenda comunista?

La storia di questo rapporto Pci Mezzogiorno –  è controversa. Più di cinquant’anni fa Sidney Tarrow, allora professore di Scienze Politiche alla Cornell University e noto studioso di fenomeni dei movimenti sociali, affrontò la questione nel libro: “Partito comunista e contadini nel Mezzogiorno (Einaudi, 1972) spiegando come, il partito divenuto dopo le elezioni del 1948 il maggiore partito di opposizione, avesse in pratica voltato le spalle al Mezzogiorno. 

«Il problema di fondo del Pci, nel Mezzogiorno – secondo Sidney Tarrow – non era solo l’estrema difficoltà delle condizioni oggettive, ma la mancanza di una convergenza tra i presupposti empirici della sua strategia generale e tali condizioni oggettive. Qualsiasi azione intraprendesse il Pci, si veniva a scontrare con un dilemma: se fossero state previste due strategie fondamentalmente diverse, per il Nord e per il Sud, il partito avrebbe messo a repentaglio la sua stessa integrità in quanto partito leninista; e d’altro canto, se la strategia prevista per la Valle Padana e per le città industriali del Nord, fosse stata applicata meccanicamente al Sud, ne sarebbero conseguite certe sconfitte politiche. I dirigenti del partito furono restii ad operare una scelta, anche se sembrarono essere stati continuamente consci del loro dilemma».

Nel cuore della via italiana al socialismo è insita, concludeva Tarrow,  “una contraddizione di fondo”.  L’aver in sostanza tenuto separate le aree del non sviluppo dalle aree dello sviluppo, ha finito, perciò, stando al ragionamento dello studioso americano, col coinvolgere anche il Pci. Mezzo secolo dopo, sul rapporto tra Pci e Mezzogiorno, arriva un’altra analisi, approfondita e ampia, meritevole di attenzione, considerato il periodo di osservazione, che parte dalla nascita dello stesso movimento comunista, negli anni Venti, per arrivare al dopoguerra. Lo studio riprende le relazioni del convegno nazionale dell’Icsaic (Istituto calabrese per la storia dell’antifascismo e dell’Italia contemporanea) Il Pci dalle origini al partito nuovo in Calabria e nel Mezzogiorno 1921 – 1953 svoltosi all’Università della Calabria nel novembre 2021.

Nel volume dal titolo Il Pci, la Calabria e il Mezzogiorno (1921 – 1953), a cura di Lorenzo Coscarella e Paolo Palma, edito da Pellegrini (pagine 519, euro 25) la traccia seguita riguarda il “partito meridionalista e le sue contraddizioni”, quasi a spiegare perché, il più forte partito europeo dei lavoratori, abbia avuto una posizione mai chiara e decisa, nei confronti del Meridione. L’ambiguità è già in origine. Come spiegano Coscarella e Palma, nella presentazione del volume, il Pci, nato a Livorno nel 1921, fu una forza spiccatamente meridionalista solo da quando Gramsci ebbe il sopravvento su Bordiga, il segretario generale, nel 1924. Nella concezione bordighiana, non c’era infatti posto per una “questione meridionale”, come questione avulsa dall’unica – da Nord a Sud – “questione capitalistica”.

Fu Gramsci, dunque, a dare importanza alla questione meridionale, prima mai citata, nei programmi del partito a guida bordighiana. Naturalmente il meridionalismo del Pci rimase, per ovvi motivi, stante il lungo periodo di dittatura fascista, soltanto una componente culturale e ideologica e poi quando dopo la caduta del regime e l’avvento della Repubblica, i partiti cominciarono  a disegnare le strategie per la rinascita del Paese, Togliatti, nuovo leader del Pci, prese le distanze dall’impostazione gramsciana. La sua idea di lotta è infatti ecumenica, nel senso che guarda alla “solidarietà nazionale” ante litteram, di tipo sociale, che però comporta l’indebolimento della lotta, teorizzata da Gramsci, del partito della classe operaia a favore dei braccianti e dei contadini poveri. Sono sedici i saggi scritti da intellettuali, studiosi e politici, raccolti nel volume, che analizzato aspetti dell’attività del Pci al Sud in un trentennio e in particolare in  Calabria. Alcuni contributi documentano in particolare le difficoltà e le contraddizioni del Pci negli anni del “ribellismo contadino, culminato nell’eccidio di Melissa, nel 1949.

In particolare è Franco Ambrogio a mettere in risalto quella che può essere considerata una “mentalità insurrezionalista” del movimento comunista calabrese,  aspramente criticata da Togliatti, soprattutto dopo i fatti di Roccaforte del Greco e Caulonia. Fu in quel periodo, che alcuni leader calabresi, come Gullo e Musolino, al contrario di Togliatti, avrebbero preferito una lotta più incisiva e determinata, del mondo rurale meridionale. La sintesi della vicenda calabrese e meridionale dell’occupazione delle terre potrebbe essere racchiusa nelle parole di Mario Alicata, “amendoliano”, che in quegli anni scrisse che si era sviluppato al Sud uno dei più vasti movimenti di contadini poveri nella vita del Paese, ma non si era riusciti a trarne una spinta e un respiro democratico per un’azione politica più vasta. Il libro, che approfondisce le relazioni presentate a quel convegno all’Unical, rappresenta, oltre a una esplorazione documentata della vita del Pci nell’area del Mezzogiorno, in particolare in Calabria, un contributo importante alla narrazione meridionalistica che nonostante le numerose qualificate e fondamentali cose già scritte ha sempre bisogno di nuovi contributi che diano conto di come le politiche dei partiti, dei Governi, delle istituzioni tutte, abbiano inciso nel bene e nel male sulla società meridionale. (mnu)

LA CALABRIA E IL PARADOSSO TURISMO
POCHE PRESENZE E SCARSA PROMOZIONE

di PIETRO MASSIMO BUSETTAQuel treno per Yuma era il titolo di un famoso film del 2007 remake del film omonimo del 1957. Me lo ricorda l’annuncio del treno per Pompei. «Il 16 luglio é partito  il treno Roma-Pompei, realizzato con le Ferrovie dello Stato: porterà i visitatori direttamente alla stazione ma anche agli scavi. All’interno si potrà vedere anche un video che introduce alla storia di Pompei e ai grandi scavi iniziati con i Borbone e si potrà acquistare il biglietto di accesso agli scavi». Ad annunciarlo, è stato il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, che si concentra giustamente sui siti culturali che possono essere attrattori di visitatori. 

Egli ha molto chiaro il collegamento tra conservazione e fruizione, ma anche che non si distribuiscono pasti gratis, e che quindi la fruizione deve avere un prezzo.

L’ingresso a pagamento del Pantheon a Roma evidenzia un progetto sano che prevede che anche i beni archeologici, architettonici ed in generale tutti i beni culturali, prevedano per la loro visita un biglietto d’ingresso, come avviene in tutti i Paesi del mondo, nei quali paghi per vedere opere da noi assolutamente gratuite. L’abbondanza dei beni culturali, delle chiese monumentali, degli scavi archeologici, dei beni ambientali presenti in tutto il Paese non ci può non far riflettere che la loro manutenzione e la possibilità di fruizione hanno un costo che ogni giorno le Istituzioni affrontano, che va rifuso da coloro che ne diventano gli utilizzatori. 

Tale approccio ricorda a tutti noi che il turismo non è solo un’attività che consente a tutti noi di mostrare quanto la realtà in cui viviamo sia bella ed attraente, cosa che facciamo normalmente compiacendocene alquanto, ma che deve diventare uno strumento, soprattutto al Sud, area nella quale è assolutamente sotto dimensionato, un driver dello sviluppo importante.

Senza inseguire gli utili idioti che affermano che il Sud potrebbe vivere di agricoltura e turismo, non vi è dubbio che una utilizzazione attenta e una gestione avvertita dell’industria turistica potrebbe rappresentare una parte della soluzione al processo di spopolamento che le aree meridionali stanno subendo. 

Non bisogna dimenticare però che il rapporto tra presenze e occupati, diretti ed indiretti, nel settore, quindi compreso l’indotto che riguarda tutto il terziario, si colloca tra il 3 ed il 7 × 1000, e varia a secondo della concentrazione delle presenze, per cui se esse sono disperse ci avviciniamo al 7 × 1000 se sono invece concentrate in grandi complessi con centinaia di camere ci si avvicina, come é logico, al dato più basso.

Poiché il Mezzogiorno ha 80 milioni di presenze, stimando un dato medio del 5 × 1000, si può valutare che il settore dia lavoro, tra occupati diretti ed indiretti, a circa 400.000 persone. Per chi volesse approfondire tale tema può scaricare un lavoro pubblicato sulla Rivista Economica del Mezzogiorno della Svimez, pubblicato da me recentemente.  

Quindi incide sull’occupazione e probabilmente anche sul valore aggiunto dell’area per il 7%. Il raddoppio delle presenze, cosa assolutamente complicata, porterebbe ad un aumento dell’occupazione interessante ma non certamente risolutiva rispetto alle esigenze enormi riguardanti una popolazione che, con 20 milioni di abitanti, dovrebbe avere una occupazione complessiva di oltre 9 milioni, rispetto ai 6 che oggi sono il numero di coloro che trovano un lavoro sia regolare che invece senza coperture assicurative e quindi sommerso. In tale quadro di riferimento il successo e i risultati che la branca sta conseguendo in quest’anno felice devono essere inquadrati.

La Calabria su 20 regioni italiane è al 15 posto per presenze turistiche nel 2022. Al primo posto il Veneto con 65,9 milioni, seguito dal Trentino Alto Adige e dalla Toscana. La Campania è la prima regione del Mezzogiorno e al settimo posto in Italia, con 17,8 milioni di presenze, seguita da Puglia, Sardegna Sicilia. La Calabria è al quinto posto con 7,3 milioni di presenze.

In Calabria nel 2019 ci sono state 9,5 milioni di presenze. Dopo il crollo di presenze nel 2020 per la pandemia (4,5 milioni), i forti incrementi del 2021 e 2022 non hanno ancora permesso di raggiungere i livelli del 2019, soprattutto per quanto riguarda le presenze straniere. 

Tra i primi 200 comuni italiani per presenze turistiche nel 2022 al primo posto Roma con 29,2 milioni, seguita da Venezia, Milano e Firenze, che ha 7,4 milioni di presenze (l’intera Calabria ne ha 7,3 milioni). Seguono Cavallino-Treporti (Venezia) e Rimini. 

Il primo comune del Mezzogiorno per presenze turistiche è Napoli, al sedicesimo posto in Italia, con 2,7 milioni, di cui 1,3 milioni stranieri, seguito da Sorrento al diciottesimo posto e Vieste (Foggia) al 25 posto tra i comuni italiani. 

Bene sono questi i dati con i quali bisogna confrontarsi quando si parla del boom turistico del 2023, che vede alcune realtà come quella di Napoli avere un’accelerazione interessante, che non deve far dimenticare come é stato detto precedentemente che tutta la Calabria ha meno presenze della sola Firenze. Eppure la costa calabrese tirrenica  da Scilla a Bagnara a Tropea, alla costa ionica  é un paradiso purtroppo riservato ai pochi appassionati che l’hanno scoperta. 

Senza parlare della Sicilia che con i suoi  15 milioni di presenze che, paragonate a quelle analoghe di Malta, dovrebbero provocare se non pianti tragici risate amare,  rimane una Isola ancora non attraversata da flussi importanti.

In tutto questo una confusione di dati che l’Istat raccoglie come se il settore fosse minore, senza porsi  il problema di una indagine campionaria per poter rilevare il sommerso, che lo caratterizza parecchio. 

Basteranno gli incrementi, anche notevoli, che la branca sta avendo in alcune realtà particolari come il napoletano piuttosto che nel Salento per far diventare il settore l’industria turistica che serve al Mezzogiorno? 

Senza alcuna pianificazione che consenta di raggiungere in tempi brevi quei numeri che servono attraendo investimenti dall’esterno dell’area in località particolarmente vocate, con ampi spazi, che consentano anche quei grandi numeri dei quali il Mezzogiorno ha bisogno ma che non ha ancora attratto? Forse sarebbe opportuno che il Ministero del turismo pensasse ad una pianificazione seria, sia normativa che operativa. Ma  in questo momento è chiedere troppo. (pmb)

[Corutesy Il Quotidiano del Sud – L’Altravoce dell’Italia]

Lunedì a Lamezia lo sciopero dei Metalmeccanici, i sindacati: Regione apra a confronto

Rilanciare l’Industria con l’apertura di un confronto con la Regione Calabria sulle prospettive e sugli investimenti pubblici e privati nel settore metalmeccanico industriale, garantendo crescita occupazionale e tutelando i Lavoratori delle Aziende in crisi. È questo quello che chiederanno FimFiomUilm nel corso della manifestazione che si terrà lunedì 10 luglio a Lamezia Terme, in occasione dello sciopero dei metalmeccanici.

«Le metalmeccaniche e i metalmeccanici – si legge in una nota dei sindacati – stanno vivendo una condizione economica e sociale molto delicata. Sono anni che il nostro Paese vede ridursi la base produttiva e, nell’attuale fase di grandi trasformazioni e di processi di transizione ecologica, digitale, energetica e tecnologica, sono mancati da parte della politica e dei governi gli orientamenti e le scelte sui temi del lavoro e dell’industria metalmeccanica. Per il nostro settore sono sempre più urgenti interventi di politica industriale, che ancora non si vedono da parte del governo attuale e senza i quali rischiano di peggiorare la condizione economica, industriale e sociale del Paese, già caratterizzata da prospettive di particolare incertezza».

«Fim, Fiom e Uilm si mobilitano – viene spiegato — per rivendicare il ruolo del pubblico a partire dalle responsabilità del Governo, che è chiamato a produrre un grande sforzo anche in sede di Unione Europea. In Calabria i sindacati chiedono di rilanciare l’Industria con l’apertura di un confronto con la Regione Calabria sulle prospettive e sugli investimenti pubblici e privati nel settore metalmeccanico industriale, garantendo crescita occupazionale e tutelando i Lavoratori delle Aziende in crisi».

«Serve pensare di bonificare e reindustrializzare anche le aree in crisi o dismesse – hanno rilanciato – attraverso l’utilizzo dei fondi del Pnrr ed estendendo il riconoscimento a queste aree di Zona economica Speciale. Il sistema Universitario si inserisce nell’auspicato contesto di sviluppo, per avviare processi di ricerca, legate alla industrializzazione 4.0, ad un’economia sostenibile, a un sistema di valorizzazione dei Giovani laureati, affinché siano fautori dell’innovazione dell’Industria “Green-Economy». (rcz)

Il turismo in Albania potrebbe essere un modello per la Calabria

«Nel 2012 l’Albania ha fatto registrare un aumento di 7,5 milioni di turisti. Per il 2023 le stime parlano di circa 9 milioni di visitatori attesi. Più della metà di questi sono viaggiatori ed ospiti che hanno visitato e si sono emozionati con l’entroterra. Si tratta di un risultato importante che si inserisce nell’ambito delle strategie che il Governo Rama sta direzionando sulle zone rurali dove non c’è altro che l’identità. In questa cornice il settore agrituristico è diventato trainante e riqualificante rispetto al posizionamento e alla reputazione della destinazione Albania in Europa e nel mondo. Puntiamo molto sulla promozione e valorizzazione del cibo autentico, delle filiere e dei prodotti certificati, sull’agricoltura di qualità e, soprattutto, sulla trasformazione che rappresenta il vero valore aggiunto di tutto il potenziale agricolo. Tutti investimenti, questi, che incentivando proposte di turismo esperenziale e destagionalizzando la capacità ricettiva, ci stanno anche consentendo di frenare lo spopolamento delle zone interne e di far ritornare tanti giovani in modo manageriale alla terra».

È stato, questo, uno dei messaggi principali condiviso dal Ministro dell’Agricoltura e dello sviluppo rurale dell’Albania Frida Krifca con la platea di rappresentanti istituzionali, sindaci dell’Arberia calabresi e di altre regioni e della rete imprenditoriale regionale, intervenuti per la tavola rotonda ospitata nei giorni scorsi a Palazzo Marino dal titolo “Ritorno all’agricoltura, south working and innovation, rivoluzione digitale e sviluppo competitivo del Mediterraneo identitario e distintivo” che ha aperto la lunga giornata della 18esima edizione del concorso dei vini Arbëreshë.

Il Ministro era accompagnato da una delegazione di ristoratori, produttori ed albergatori. Tra gli altri c’erano anche quello dell’agriturismo Mrizi i Zanave, una delle più importanti attività albanesi ed il Presidente dei ristoratori di Tirana Kujtim Dervishi.

Aprendo la serie di interventi il sindaco di Vaccarizzo Antonio Pomillo ha voluto accogliere e dare il benvenuto simbolicamente alle donne presenti nel parterre con un omaggio floreale. Ha quindi consegnato in dono al Ministro la bambola vestita dell’abito tradizionale e ha ricevuto, in cambio, un catalogo di scatti d’autore dedicato all’entroterra dell’Albania, un autentico inno al valore turistico, al ritorno alla terra e all’entroterra.

Coordinati da Lenin Montesanto, responsabile Comunicazione Strategica ed Istituzionale del Comune di Vaccarizzo Albanese insieme al Primo Cittadino sono intervenuti anche il sindaco di Berat Ervin Demo che ha presentato tutte le strategie messe in campo per rilanciare il turismo esperenziale tutto l’anno insieme alla promozione dell’enogastronomia e ha invitato la delegazione italiana a partecipare ad ottobre ad un importante evento sul vino; l’Agrichef ed Ambasciatore della Calabria Straordinaria Enzo Barbieri che ha ufficializzato il progetto di istituire a Vaccarizzo Albanese e ad Altomonte una scuola di formazione e di pensiero sulla valorizzazione cultuale ed economica dell’identità agroalimentare; il Consigliere Regionale Pasqualina Straface, che, portando il saluto del Presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto ha sottolineato l’attenzione che l’Esecutivo regionale annette alle minoranze linguistiche tanto da avere assegnato un’apposita delega all’assessore regionale all’agricoltura Gianluca Gallo. La Straface ha annunciato quindi l’avvio del volo diretto Lamezia/Tirana che sarà inaugurato nel mese di luglio, uno dei primi impegni assunti e mantenuti dal Presidente Occhiuto in questa direzione.

Sono intervenuti anche il Commissario della Fondazione Istituto Regionale Comunità Arbëreshe di Calabria Ernesto Madeo che ha rilanciato la necessità di pensare alla istituzione di Zes di montagna (Zona Economica Speciale) e di investire nell’entroterra come frontiera dello sviluppo della Calabria, del Sud e del Mediterraneo; in rappresentanza di Confagricoltura Cosenza Filomena Greco, che ha portato i saluti della Presidente Paola Granata ed ha espresso apprezzamento per la guida al femminile del dicastero albanese all’agricoltura; il funzionario del Dipartimento Agricoltura della Regione Calabria Francesco Chiellino che sottolineando insieme agli altri l’importanza dei Mid, ha illustrato tutte le iniziative messe in campo dal dipartimento guidato da Giacomo Giovinazzo e dall’assessorato guidato da Gallo ed i risultati raggiunti dalla Calabria che, nell’ambito dei fondi Psr risulta fra le regioni più virtuose nella spesa.

A concludere è stato il Senatore Ernesto Rapani che sottolineando a più riprese gli obiettivi del Memorandum d’intesa sottoscritto pochi mesi fa con il Ministro alla sovranità alimentare Francesco Lollobrigida sulla cooperazione nel settore agroalimentare, della pesca e della trasformazione agroalimentare, volto in particolare a promuovere la cooperazione agricola e agroalimentare fra le due Nazioni, ha apprezzato il messaggio della Krifka di pensare insieme ad un brand Italo – Albanese sull’agroalimentare. – L’evento si è concluso con la proiezione del clip Città del Costume e della cultura arbëreshë realizzato da Roka Produzioni che ha emozionato tutti e con l’intonazione degli inni nazionali, italiano e albanese.

Nel pomeriggio il Ministro Krifka è stata accompagnata in visita al Museo degli Ori arbëreshë. Ha indossato il llambadhor, prezioso e antico abito da sposa tipico di Vakarici, dalla gonna di seta e oro e dal ricco corpetto che fa parte della collezione del Museo, in segno di riconoscimento e ha camminato per le strade del salotto diffuso, accompagnata dal Sindaco Pomillo e dai sindaci di Spezzano Albanese, Civita, Firmo, San Giorgio albanese, San Cosmo, San Demetrio Corone, Santa Sofia d’Epiro, Brindisi di montagna, San Marco Argentano, San Martino di Finita soffermandosi a salutare cittadini, ospiti, i rappresentanti delle cantine arbëreshë, calabresi e albanesi.
Tra le varie esperienze della due giorni, il Ministro Krifka ha illuminato anche l’Orologio in Piazza Scura, reinstallato recentemente ed è ripartita domenica mattina, non prima di aver fatto una tappa al mare e lungo la costa.

Il Ministro con Pomillo ha premiato in piazza i vincitori del Concorso. Per la categoria vini rossi si è aggiudicato il primo posto Pierfrancesco Godino di Vaccarizzo Albanese. Sul secondo gradino è salito Salvatore Bua sempre di Vaccarizzo Albanese e sul 3° Leopoldo Bellucci di San Demetrio Corone. Angelo Maria Marcoricchio di Spezzano Albanese, Costantino Barbuto di San Benedetto Ullano e Giuseppe Ferrari di Frascineto, sono rispettivamente il primo, il secondo ed il terzo classificato della categoria vini bianchi. Raffaello Tocci di San Cosmo Albanese è il vincitore della categoria vini Rosati. Luigi Vangieri e Giorgio Scaramuzzo, entrambi di San Giorgio Albanese si sono posizionati al secondo e terzo posto. Sono, questi, i nomi dei vincitori dell’edizione da record del Concorso dei Vini Arbëreshë realizzato con il contributo della Regione Calabria – Calabria Straordinaria, svelati nella centralissima via Skanderbeg con ospiti e visitatori da tutta la Calabria.

Impreziosito da musica e stand enogastronomici, è stato possibile seguire l’evento dai maxischermi allestiti di piazza Skanderbeg e Scura. Portato ad un livello altissimo dall’Esecutivo Pomillo, il Concorso si inserisce in una programmazione annuale che insieme al Fish Festival e alla Rassegna del Costume arbëreshë continuano a fare di Vakarici un punto di riferimento importante nella promozione dell’Arberia. (rcs)

Coldiretti Calabria, Aceto: «Accorciare i tempi per varare subito un provvedimento salva aziende agricole»

«Nulla questio sul provvedimento della Giunta Regionale che, attingendo dai fondi Fers del Por Calabria, ha stanziato 150 milioni di euro alle Piccole e Medie Imprese (Pmi) calabresi, con l’obiettivo di compensare il fabbisogno di liquidità determinato dall’impennata dei costi energetici che hanno subito nei mesi scorsi. Ma – annota Franco Aceto presidente di Coldiretti Calabria – il settore agricolo rimane il grande escluso! Non voglio parlare di diseguaglianza di trattamento o di mancata attenzione, perché sappiamo bene che l’agricoltura non può rientrare all’interno dei fondi Por_Fers, ma certo è che il risultato delle ferite lasciate da crisi molto profonde sono segnati sulla pelle degli agricoltori e i dati, che più volte abbiamo messo in evidenza, dimostrano che sono gli agricoltori a pagare le maggiori conseguenze in termini di prospettive Nei due anni drammatici della pandemia e successivamente con la guerra in Ucraina, l’aumento dell’inflazione, e l’alternarsi poi di una persistente siccità ed ultimamente dell’eccesso di pioggia che, come abbiamo messo in evidenza recentemente in una circostanziata lettera al Dipartimento Agricoltura, sta causando perdite di prodotti in tutti i comparti produttivi, gli agricoltori hanno dovuto fare e stanno facendo i conti con uno spropositato aumento dei costi di produzione saliti oltre ogni immaginazione».

«A tutto ciò – commenta il leader della Coldiretti Calabria – va aggiunto che a tutt’oggi le aziende sono costrette a vendere sotto i costi di produzione. Non parliamo più di crisi di un settore, ma c’è il rischio di perdere un patrimonio di aziende agricole ed agroalimentari che nella nostra Regione sono motore trainante dell’economia reale e sostengono l’occupazione. Se si vuole rilanciare l’economia regionale – rimarca Aceto – nessun settore può essere lasciato indietro, l’innovazione di cui sono capaci le imprese agricole deve fare rima con uno sviluppo complessivo del sistema economico. Insomma per Aceto, l’agricoltura non può rimanere indietro né si può accontentare di provvedimenti tampone, ne andrebbe compromessa la competitività, e la capacità di essere protagonisti sul mercato internazionale, vanificando così tutti gli investimenti che la Regione e le stesse imprese stanno facendo nelle più importanti rassegne fieristiche nazionali ed europee».

«Una nota dolente – aggiunge – c’è anche nei rapporti con gli Istituti di Credito, non solo si stanno compromettendo le valutazioni sul merito creditizio, ma sta aumentando il numero delle insolvenze. Il perdurare di uno stato di crisi da ormai più di tre anni, per i motivi esposti, e le drammatiche condizioni climatiche delle persistenti e continue piogge, hanno ormai compromesso la stabilità economica di tutti i comparti agricoli e zootecnici. E allora cosa bisogna fare per mettere tutti sulla stessa linea di partenza? Ci rivolgiamo direttamente al presidente Occhiuto affinché “ad ogni costo” acceleri il varo del condiviso provvedimento regionale per la ristrutturazione finanziaria dei debiti, dando la possibilità alle aziende di rimodulare l’esposizione debitoria con un finanziamento di durata pari a 25 anni e con un preammortamento di minimo 3 anni, così da dare la possibilità alle imprese agricole di non uscire di scena con le mani alzate in segno di resa, compromettendo di fatto l’economia regionale e la perdita di competitività che poi diventerà quasi impossibile riagguantare. Un provvedimento che il presidente Occhiuto – ricorda Aceto- sia in campagna elettorale che nelle “Linee programmatiche per il governo regionale 2021-2026” si era impegnato a fare. Questa operazione permette di ottenere una serie di vantaggi economici e finanziari che si riverberano positivamente sugli investimenti».

«Sono fortemente convinto – conclude Aceto -che si farà, ma va fatto subito – chiosa Aceto – altrimenti già fra 6 mesi per molte aziende sarà ormai troppo tardi!». (rcz)

Ascolto e umanità per la “salvezza”, giornata di studi di Unicef Calabria

Le giovani “anime nere”, soprattutto nel Sud del Sud, si salvano creando “occasioni di luce”, quella degli incontri che riempiono un’atavica mancanza – di fiducia e consapevolezza – da colmare, ma nella maniera giusta. La “salvezza” dei minori “aggrediti” dalle emergenze quotidiane di un mondo che lascia loro sempre poca attenzione passa, quindi, dalla capacità di cura, dall’ascolto, dall’umanizzazione.

Ѐ questa la sintesi di una lunga giornata di confronto sul tema “Le emergenze sanitarie e sociali per i minori del terzo millennio – l’attività dell’Unicef in Calabria, il ruolo del Terzo settore, delle istituzioni, del mondo imprenditoriale e sportivo – Come e perché fare rete” che si è svolta ieri nella sede del Circolo Cittadino 1871, in largo Zinzi, a Catanzaro, organizzata dal Comitato Unicef Calabria, guidato dal presidente Giuseppe Raiola.

L’iniziativa è stata organizzata dal Comitato regionale Unicef Calabria, con la collaborazione del Lions Club Catanzaro Host e dell’Associazione Acsa&Ste Ets, alla presenza della presidente nazionale dell’Unicef, Carmela Pace, e dello scrittore Gioacchino Criaco che, nel pomeriggio, ha impreziosito i lavori con un coinvolgente contributo. La segreteria organizzativa dell’evento è stata dell’agenzia “Presenti&Future”.

Il convegno è stato anche occasione per celebrare l’attività meritoria in favore dell’infanzia e dell’adolescenza dei comitati provinciali del Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia svolgono in Calabria, riuniti dal presidente regionale intorno ai presidenti dei Comitati provinciali di Catanzaro, Cosenza, Reggio Calabria e Vibo Valentia, rispettivamente Costantino Mustari, Monica Perri, Alessandra Tavella, Gaetano Aurelio. La presidenza della prima sessione di lavori è stata affidata al segretario dell’Unicef, nonché Past President del Lions Club Catanzaro Host, il dottor Antonio Scarpino. «Accendiamo i riflettori sull’attività dei comitati provinciali della Calabria – ha detto il presidente del Comitato regionale Raiola – che si sono dimostrati particolarmente attivi e hanno portato avanti progetti che incidono su benessere dei bambini, non solo fisico ma a 360 gradi così come vuole l’Oms, fisico psichico e sociale. I fondi raccolti equivalgono o sono anche superiori a quelle di regioni con popolazioni e risorse nettamente superiori alle nostre».

A portare i saluti istituzionali, tra gli altri, Giusy Iemma – nella doppia veste di vice sindaca di Catanzaro e relatrice del convegno – Franca Falduto, responsabile delle Consulte provinciali degli studenti della Calabria per l’Ufficio scolastico regionale; il presidente della Camera di Commercio di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia, Pietro Falbo e il commissario straordinario dell’Azienda unica “Dulbecco”, Vincenzo La Regina, accompagnato dal neo direttore sanitario, Peppino Panella; il tenente colonnello Andrea Galiano in rappresentanza del Comando Militare Esercito Calabria e il presidente del Lions Club Catanzaro Host, Gioacchino Passafari.

Dopo i saluti istituzionali, il dottore Raiola – direttore della Struttura operativa complessa del reparto di Pediatria del “Pugliese-Ciaccio” e presidente dell’Acsa&Ste Ets – ha emozionato la platea con una toccante relazione parlando dell’infanzia che “Chiede Salvezza”, prendendo in prestito il titolo di Daniele Mencarelli. Raiola «chiede salvezza per le anime che hanno abbandonato i corpi ricoperti dalle bianche lenzuola sulla spiaggia di Cutro e che giacciono sul fondo al largo di Pyros, simbolo di un’umanità che non sa più accogliere specie i più poveri, ma subito dopo, e “verso tutti coloro che non hanno avuto la forza e il coraggio di ribadire il rispetto dei diritti umani e il dovere dell’accoglienza verso chi è spinto dalla disperazione».

Dopo la relazione del presidente Raiola, la Consigliera Nazionale Unicef Patrizia Surace, ha relazionato sul tema “La violenza sui minori nella nostra regione, anatomia di un fenomeno emergente”. Surace parte dai dati Istat del 2021 che parlano di 1,9 milioni di famiglie in povertà assoluta, 5,7% e la percentuale aumenta nel mezzogiorno dove si arriva al 10 per cento. «Il disagio è ancora più marcato per le famiglie che hanno minori – spiega – la povertà delle famiglia si trasforma in esclusione di crescita culturale a tutti i livelli e ridotte aspettative di vita, sviluppo di dipendenze, affiliazione alla criminalità organizzata», aspetti da non perdere di vista e affrontare proprio «facendo rete».

La tavola rotonda delle ore 11 è stata introdotta dalla dottoressa Maria Concetta Galati, direttore Soc di Oncoematologia Pediatrica dell’Azienda ospedaliera Pugliese-Ciaccio, Direttore di del Dipartimento di oncoematologia e medicina trasfusionale Aopc. A discutere, la presidente nazionale Unicef, Carmela Pace, moderata dal presidente del Comitato Unicef di Vibo Valentia, Gaetano Aurelio.

Tra gli interventi della mattinata, quello della vice sindaca di Catanzaro, Giusy Iemma che relazionerà sul tema “Le città amiche dei bambini: come costruire città a misura di bambini”. «La costruzione di un nesso diretto tra i bisogni dei bambini e degli adolescenti e le azioni responsabili che deve ispirare l’attività delle amministrazioni locali rappresenta oggi un impegno prioritario nelle strategie e nelle politiche pubbliche. Un luogo che accetta, accoglie e valorizza le differenze e le diversità, fin dalla tenera età, è un luogo che fa dell’inclusione, della partecipazione e della collaborazione i propri valori fondanti», ha relazionato Iemma parlando delle attività svolte dall’amministrazione comunale in favore dei minori.

Ad approfondire il tema del rapporto con “Il mondo imprenditoriale e sportivo” l’avvocato Frank Santacroce (Responsabile Gestione Aziendale settore giovanile US Catanzaro 1929) e Carmelo Moro (responsabile gestione tecnica settore giovanile Us Catanzaro 1929). «Lo sport è il veicolo più importante che esiste nell’attuare l’inclusione sociale – ha sottolineato l’avvocato Santacroce –, un diritto capace di incidere sullo sviluppo psicologico e sociale, e permette di apprendere valori come il rispetto delle regole, dei compagni, il fare squadra, nel rispetto per se stessi».

L’ambasciatore nazionale Unicef, Michele Affidato, che non è potuto essere presente per sopraggiunti impegni inderogabili ha inoltrato un indirizzo di saluto in cui plaude all’iniziativa «che pone l’attenzione su tematiche che debbono essere affrontate sempre più spesso, per poter davvero dare il via ad un cambiamento radicale che supporti il sostegno ai minori di oggi. Lo sport può e deve riuscire a dare alternative o a rappresentare, in alcuni casi, un’ancora di salvezza; regalare sogni a chi forse sogni non ha; ma soprattutto deve infondere sani principi di vita. Da qui dobbiamo iniziare a giocare un’importante partita: quella della solidarietà».

La mattinata è stata conclusa dalle relazioni dell’Ufficio stampa e comunicazione social dell’Unicef, Maria Rita Galatie Roberta Petrillo in merito alle buone pratiche di comunicazione, anche social, sui minori e ai minori.

Dell’importanza che il mondo della giustizia non abbia solo alle regole e alla repressione, ma anche all’umanità, soprattutto quando si parla di ragazzi, lo scrittore Gioacchino Criaco aveva già parlato soffermandosi in mattinata sul Protocollo Di Bella. Nel pomeriggio, ha arricchito il confronto intervenendo sul tema “Al Sud per il Sud, perché vi sia salvezza per tutte le giovani “anime nere”, nella terza sessione dei lavori condotta dal presidente incoming del Lions Club Catanzaro Host, Danilo Iannello. Ad intervenire anche il presidente provinciale Csen e coordinatore nazionale Fisco Csen, Francesco De Nardo che ha sottolineato l’importanza dello sport “minore” e la necessità di sostenere le associazioni sportive che spesso si sostituiscono alle istituzioni per creare spazi di inclusione. L’avvocato Iannello ha posto in essere un’analisi sociologico-giuridica sulla genesi delle devianze, quale effetto di fenomeni multifattoriali, e sulle conseguenze che esse riverberano sui minori, soffermandosi poi sui risvolti giudiziari di tali condotte, ponendo particolarmente l’accento sui rischi che la socialità digitale – quale erronea convinzione di una realtà virtuale priva di effetti – rischia di produrre sulle esistenze dei più giovani.

«Le emergenze – ha detto Criaco – sono tantissime. L’emergenza più importante è culturale. Il calabrese non ha il futuro nei tempi verbali, noi calabresi il futuro lo dobbiamo cercare in ciò che ci sta intorno, non c’è cosa che stia più nel futuro che quello dei ragazzi, è il loro futuro ma è anche il nostro. Noi che siamo avanti nell’età questo possiamo fare, averne cura. Questa è l’emergenza principale, ci siamo dimenticati di avere cura. Da qualcuno che ne abbia avuto per noi, a sufficienza oppure poca quando eravamo bambini, dipende ciò che siamo diventati e che loro diventeranno, è il patto fondamentale che muove non solo la Calabria, ma l’Italia e il mondo».

«Conoscere, prevenire, curare le emergenze sociosanitarie dei ragazzi – ha concluso la presidente nazionale Carmela Pace – Con il progetto ‘Scuola Amica’ portiamo nelle scuole questi temi, oltre che del clima, della povertà educativa e di tutto quanto emerso nell’ultimo periodo. Fare rete è importante, più siamo e più cose riusciamo a realizzare». (rcz)

Federalberghi, Touring club, Fiavet: «Turismo ebraico volano straordinario per la Calabria»

A scendere in campo sono i rappresentanti più autorevoli delle filiere turistiche calabresi che hanno sposato in pieno la causa di “Jewish Calabria”, percorso itinerante audiovisivo voluto da Calabria Film Commission e dalla Regione Calabria per promuovere i primati mondiali di questa Regione nel settore dei Beni culturali ebraici, patrocinato dall’Ucei (Unione delle comunità ebraiche italiane).

Secondo Giuseppe Zampino, presidente Fiavet Calabria: «La prima cosa che dovrebbe fare la Regione è inserire nel portale istituzionale la pagina facebook Movimento giudecche di Calabria, che dovrebbe essere pubblicizzata e conosciuta in maniera strategica a tutto il mondo ebraico. Noi cercheremo in tutti i casi di dare il giusto apporto alla promozione turistica calabrese ma non soltanto in Calabria, in tutta Italia. Come agenzia di viaggi e tour operator abbiamo circa 1000/1200 agenzie con noi associate e a loro volta tantissimi clienti. Sicuramente daremo voce alla cultura ebraica così diffusa fra i nostri borghi affinché la Calabria possa essere esportata e allo stesso tempo importata da quel turismo ebraico che è un turismo attento, colto, sensibile».

Stessi toni entusiastici per Domenico Cappellano, console regionale per la Calabria del Touring club italiano: «Il turismo ebraico di oggi è solo apparentemente di nicchia. In realtà offre potenzialità enormi: se si riesce a intercettare la grande massa di persone che professano da una parte la religione ebraica ma dall’altra sono interessate al messaggio di sincretismo culturale che esprime la nostra regione per venire a vedere luoghi importanti come Reggio Calabria, dove è stato stampato il primo Commentario al Pentateuco, la Sinagoga di Bova Marina e gli altri centri minori ove si trovano le testimonianze ebraiche, inneschiamo un movimento turistico di dimensioni infinite, autorevole, cosmopolita».

Si dicono pronti anche gli albergatori, dalle parole di Fabrizio D’Agostino, presidente di Federalberghi Calabria: «I 20 milioni di ebrei che ci sono nel mondo si caratterizzano per una grande apertura mentale e culturale e cercano proprio questi posti che rappresentano la loro storia. E proprio per questo motivo noi chiediamo alla Regione Calabria di trasformare queste nicchie di turismo in una rete turistica, perché è proprio attraverso questa comunicazione di rete che poi consente a noi albergatori di elaborare un’offerta sensibile e attenta. Ormai è finito il mondo dell’albergo che riceveva la telefonata per la prenotazione alberghiera. Ormai comandano i nostri device, che sono i nostri cellulari che, secondo una statistica, tocchiamo ben 8000 volte al giorno. Dobbiamo agire a livello tecnologico per attrarre un turismo di livello».

Intanto la Calabria debutta sulle testate israeliane con dei mini video redazionali rivolti ai cittadini dello Stato di Israele, oltre 10 milioni di persone. I mini “video content” raccontano a un target interessato alcune eccellenze della cultura ebraica calabrese. In primis Bova Marina, poi Santa Maria del Cedro e quindi Nicotera. A questi video seguirà un’attività di promozione che coinvolgerà le più importanti testate ebraiche israeliane e quelle ebraiche diffuse nei Paesi della diaspora ebraica in primis Inghilterra, Francia, Germania, Stati Uniti, Canada. (rcz)

Calabria liberata da 34 kg di mozziconi di sigarette grazie ai volontari di Plastic free

Una vera e propria impresa per celebrare la Giornata Mondiale dell’Ambiente, la ricorrenza istituita dal Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (Une) ne 1972 per sensibilizzare sui temi della tutela e della salvaguardia della Terra. I volontari di Plastic Free Onlus, l’organizzazione di volontariato impegnata dal 2019 nel contrastare l’inquinamento da plastica, nel fine settimana hanno raccolto da terra oltre 120mila mozziconi di sigaretta, pari a più di 490 chilogrammi, in 100 appuntamenti in tutta Italia.

La Calabria ha “contribuito al bottino” con 34 chilogrammi grazie a 5 appuntamenti tenutisi a San Ferdinando (Rc), Diamante, Grisolia e San Giovanni in Fiore (Cs) e Tropea (Vv). Un risultato eccezionale ottenuto grazie al supporto di Mini, partner che sposa i valori legati alla sostenibilità e all’attenzione all’ambiente, portato avanti con l’obiettivo di sensibilizzare tutti i cittadini e, in particolar modo, i fumatori sul corretto smaltimento e sui rischi connessi all’inquinamento e alla salute dell’incivile gesto di gettare per terra i mozziconi.

«Ringrazio le migliaia di volontari che si sono adoperati in una impresa titanica ma, al contempo, concreta a beneficio dell’ambiente e del nostro amato Paese – dichiara Luca De Gaetano, presidente di Plastic Free Onlus – In Italia si stima che, ogni anno, vengano dispersi nell’ambiente 14 miliardi di mozziconi di sigarette, ognuno con 4.000 sostanze chimiche, molte delle quali tossiche e cancerogene, compresi arsenico, formaldeide, ammoniaca, acido cianidrico e nicotina. Parliamo di tossine che danneggiano gravemente gli ecosistemi marini, finendo spesso nella catena alimentare».

«Big Love è l’ispirazione di Mini a fare del nostro meglio per creare un futuro migliore per tutti noi e anche per il pianeta – dichiara Federica Manzoni, Head of Mini Italia – L’amore per la terra e l’attenzione all’ambiente, tradotti in gesti concreti come quello di ripulire l’ambiente dai rifiuti dispersi sono valori che accomunano Mini e Plastic Free. Per questo abbiamo deciso di unirci alla Onlus e di coinvolgere tutta la community Mini per sensibilizzare il maggior numero di persone a partecipare a questa iniziativa di volontariato».

Le statistiche indicano che circa il 65% dei fumatori non smaltisce correttamente i mozziconi delle sigarette, i quali finiscono nei mari e divengono causa di avvelenamento da tossine o soffocamento per uccelli, pesci, tartarughe e altri animali marini, impattando negativamente nella catena alimentare.

«Questo tema ci sta molto a cuore e, infatti, è stato inserito nella mozione Plastic Free che abbiamo presentato alla Camera lo scorso 30 maggio – conclude il presidente Luca De Gaetano – Chiediamo la creazione di smoking area per il rispetto dell’ambiente e delle persone, risorse per enti e associazioni per contrastare il fenomeno con controlli e sensibilizzazione nonché l’inasprimento delle multe per i trasgressori».(rcz)

Per la Giornata dell’ambiente anche in Calabria si rimuovono i mozziconi di sigaretta

Rimuovere da terra oltre 50mila mozziconi di sigaretta, pari a 200 chilogrammi, in 100 appuntamenti in tutta Italia, di cui 5 anche in Calabria. È con questo ambizioso obiettivo che Plastic Free Onlus, l’organizzazione di volontariato impegnata dal 2019 nel contrastare l’inquinamento da plastica, celebra la Giornata dell’Ambiente 2023 nel weekend del 3-4 giugno. La finalità è quella di sensibilizzare tutti i cittadini, e in particolar modo i fumatori, sul corretto smaltimento e sui rischi connessi all’inquinamento e alla salute dell’incivile gesto di gettare per terra i mozziconi. I volontari di Plastic Free saranno in azione sabato 3 a San Ferdinando (Rc) e domenica 4 a Diamante, Grisolla e San Giovanni in Fiore (Cs) e Tropea (Vv).

«In Italia si stima che ogni anno finiscano nell’ambiente 14 miliardi di mozziconi di sigarette – dichiara Luca De Gaetano, presidente di Plastic Free Onlus – All’interno di ognuno ci sono 4.000 sostanze chimiche, molte delle quali tossiche e cancerogene, compresi arsenico, formaldeide, ammoniaca, acido cianidrico e nicotina. Queste tossine danneggiano gravemente gli ecosistemi marini e rappresentano un rischio anche per i più piccoli che, inconsapevolmente, possono mettere in bocca un mozzicone lasciato per terra in un parco o su una spiaggia».

Si stima che circa il 65% dei fumatori non smaltisca correttamente i mozziconi delle sigarette, così oggi una grande quantità invade fiumi, coste e spiagge finendo inevitabilmente in mare. Scambiati per cibo, vengono inghiottiti da uccelli, pesci, tartarughe e altri animali marini, che possono arrivare anche a morire a causa di avvelenamento da tossine o soffocamento. Inoltre, le nanoplastiche contenute al loro interno impattano negativamente nella catena alimentare. Basti pensare che la quantità di polveri sottili prodotte da una locomotiva sono pari a quelle rilasciate da 5 sigarette nello stesso lasso di tempo.

«In pochi anni, grazie ai nostri 250mila volontari, abbiamo rimosso dall’ambiente oltre un milione di mozziconi di sigarette durante le tante iniziative sul territorio nazionale – prosegue il presidente De Gaetano – Un argomento che ci sta molto a cuore e che abbiamo inserito nella mozione Plastic Free presentata alla Camera lo scorso 30 maggio, dove chiediamo la creazione di smoking area per il rispetto dell’ambiente e delle persone, risorse per enti e associazioni per contrastare il fenomeno con controlli e sensibilizzazione nonché l’inasprimento delle multe per i trasgressori», conclude. (rcz)

Turismo, la proposta di Mancuso: Un bando per favorire la destagionalizzazione

«La stagione turistica calabrese è limitata solo ai mesi di luglio e agosto, possiamo studiare un bando per dare un contributo alle aziende garantendo loro un sostegno economico da destinare al personale impegnato fuori stagione». È la proposta avanzata dal presidente del Consiglio regionale, Filippo Mancuso, al presidente della Regione, Roberto Occhiuto e all’assessore allo Sviluppo Economico, Rosario Varì, a conclusione de La Meraviglia di stare al mondo, la due giorni di incontri a Palazzo Gagliardi di Vibo Valentia organizzata dal Corriere della Calabria.

Per Mancuso, infatti, «il tema è come la Calabria viene percepita da chi sta fuori. Il punto centrale è la comunicazione. Fino ad oggi, il giudizio è positivo ma lontano da quello delle altre regioni, scontiamo un gap reputazionale di non poco conto. Ci stiamo impegnando, non è facile ma cerchiamo di manifestare l’orgoglio di essere calabresi in tutte le manifestazione che hanno visto la Regione protagonista».

Le parole di Mancuso, «possiamo e dobbiamo fare di più», riassume perfettamente questa due giorni che ha visto la partecipazione di tantissime figure istituzionali, permettendo una visione a 360 gradi della Calabria, dalle qualità alle criticità.

Tantissimi gli argomenti affrontati. Col presidente della Regione si è discusso di sanità. Il Governatore, nel corso del talk, ha annunciato che arriveranno altri 126 medici cubani. Sulla scelta dei medici cubani è intervenuto il deputato di Fi Giuseppe Mangialavori: «sui medici provenienti da Cuba ho sempre sostenuto il governatore, molti presidi funzionano proprio grazie a questa ottima idea di Occhiuto. Una scelta rischiosa, anche quella di assumersi la responsabilità di un settore critico come quello sanitario, ha fatto un lavoro. Vibo Valentia avrà un nuovo ospedale e questo grazie ad Occhiuto e al procuratore Falvo».

Per quanto riguarda la migrazione sanitaria, per Occhiuto «si può ridurre molto per potenziare l’offerta sanitaria sui Drg. Non c’è una sola iniziativa in campo, ma un complesso di attività per frenare l’emigrazione sanitaria.

Sul tema dei vaccini sono intervenuti i Rettori dell’Università Mediterranea di Reggio, Giuseppe Zimbalatti e dell’Università Magna Graecia di Catanzaro, Giovan Battista De Sarro, che ha posto l’accento sull’importanza delle vaccinazioni, annunciando, poi, che «in futuro lavoreremo al vaccino contro il cancro».

«Non servono centri trapianti in tutta la Calabria, basta potenziare quello di Reggio Calabria perché ha una storia», ha detto Zimbalatti, ricordando che «in Calabria c’è un altissimo numero di giovani che non studiano. Una percentuale tra le più alte di Italia, siamo secondi solo alla Sicilia».

Il ministro della Salute, Orazio Schillaci, intervenuto in video conferenza, ha ricordato che «in Italia  sono circa 65mila i decessi per tumore, potenzialmente prevenibili poiché correlati a fattori di rischio dovuti spesso a stili di vita non salutari», e di quanto sia «determinante investire oggi in prevenzione e nella promozione di stili di vita sani per diminuire il numero di malati di domani».

Per Schillaci si deve «contribuire ad aumentare la salute e il benessere dei cittadini e garantire la sostenibilità della sanità pubblica. Con questo spirito – continua il ministro – siamo impegnati in periodiche campagne di informazione per incoraggiare l’adozione sin da piccoli di stili di vita sani e corretti, regolare attività fisica e un’alimentazione equilibrata basata sulla Dieta mediterranea italiana sono ottime alleate nel contrasto alla sedentarietà e all’obesità».

sul tema della prevenzione è intervenuto anche il commissario dell’Asp di Vibo Valentia, Giuseppe Giuliano: «è inquietante cheil reparto prevenzione abbia il 70% del personale veterinario, questo dipartimento è spesso sottovalutato. La prevenzione è la fase più importante della sanità, nasce per ridurre i costi della cronicità ed è legata ad un fattore economico.  Poi occorre fare una distinzione tra la campagna di prevenzione dettata dalla Regione e realizzata attraverso gli screening e quella individuale che andrebbe invece veicolata nelle scuole».

Francesco Lucia, dirigente prevenzione e sanità pubblica del dipartimento Tutela della Salute, ha posto l’accento sulla necessità di «puntare sul personale medico qualificato la Regione ha una funzione importante di coordinamento e interazione con il territorio. Insieme dobbiamo lavorare per migliorare il sistema e sostenere i settori strategici, come quello della prevenzione. Fino ad oggi si è pensato ad assumere medici e infermieri e meno a destinare risorse alla prevenzione».

Il consigliere regionali Francesco De Nisi ha ribadito la necessità di «cambiare approccio nella narrazione della Calabria. L’elemento della consapevolezza è fondamentale, dobbiamo favorire un racconto diverso che possa attirare imprenditori. Non possiamo e dobbiamo parlare solo di ‘ndrangheta e malaffare. Non significa sottovalutare il fenomeno mafioso, ma essere consapevoli che esiste una Regione meravigliosa».

Tema che è stato ripreso da Nicodemo Librandi, dottore ad honorem in Scienze Agrarie: «Dobbiamo sopprimere i luoghi comuni, ma molto spesso siamo proprio noi calabresi ad alimentarli».

Sebastiano Barbanti, presidente Bcc Calabria Ulteriore ha sottolineato che «non dobbiamo cedere il passo alla narrazione negativa, è una sfida anche questa ma le sfide rendono la vita interessante. Il nostro coefficiente di solidità è tra i primi in Italia, ma per ottenere dei risultati importanti dobbiamo sicuramente credere nell’opportunità di puntare sui nostri giovani».

«Bisogna invertire la rotta e smetterla di piangersi addosso, la negatività spesso diventa un alibi per non fare», ha detto Alberto Statti, presidente di Confagricoltura Calabria, mentre Silvano Barbalace, segretario Confartigianato Calabria, ha ricordato che «ci sono tante tradizioni che rischiano di scomparire per la disattenzione da parte delle istituzioni. Molti giovani si allontano e sono pochi quelli interessati, non sono adeguatamente stimolati».

Il sottosegretario all’Editoria, Alberto  Barachini, in video collegamento, ha ribadito che «serve che la Calabria creda davvero in se stessa, scommetta su una nuova vita economica e culturale. Le istituzioni e la magistratura in questi anni si sono impegnate a fondo, al massimo, per emancipare questa terra dalla criminalità», ha detto durante la manifestazione del Corriere della Calabria, sottolineando come «la tenacia e la perseveranza sono virtù ben note del popolo calabrese: è il momento di metterle al servizio di una terra che rinsaldi le proprie radici mentre si apre allo sviluppo e alla modernità».

«Per aiutare questa regione a progredire, a credere che una nuova dimensione di vita sia possibile, bisogna continuare ad accendere i riflettori sulle zone d’ombra, Certamente. Ma raccontare un territorio – ha aggiunto Barachini – non è soltanto raccontarne gli angoli bui, ma è anche quello di portare alla luce e le potenzialità».

«La Calabria è una terra con grandi risorse e potenzialità. Alcuni di voi usano spesso con orgoglio il termine calabresità. Vorrei che questo diventasse sinonimo di una forza consapevole, capace di uscire dai vostri confini», ha concluso.

Il presidente di Unindustria Calabria, Aldo Ferrara, si è incentrato sull’aspetto economico: «chiediamoci erché siamo ancora considerati una Cenerentola, perché non destagionalizziamo, perché abbiamo il reddito pro capite più basso di Italia. Il sistema economico si regge su cinque pilastri: infrastrutture, burocrazia, conoscenza, cultura dell’impresa e propensione all’impresa e dobbiamo orientare i nostri sforzi per migliorarli. Ma anche investire sui giovani e sostenerli».

Per quanto riguarda la competitività delle imprese, l’assessore regionale Varì ha ricordato che ci sono «oltre 260 milioni di euro investiti in innovazione, ricerca e competitività. Supportiamo le imprese che devono rinnovare impianti e macchinari, quelle che devono potenziare i servizi per l’innovazione, necessari per raggiungere gli altri mercati».

«Gli imprenditori chiedono di avere maggiore accesso alle nuove tecnologie, oggi lavorano in sinergia e questo non è assolutamente scontato in una Regione piccola come la nostra», ha detto l’assessore regionale all’Agricoltura, Gianluca Gallo.

«C’è una maggiore consapevolezza sulla necessità di formarsi e aggiornarsi» ha detto Gallo nel corso dell’ultimo talk dell’evento, aggiungendo che «sono proprio gli imprenditori agricoli ed agroalimentari ad essere tra i migliori a raccontare il territorio, ma bisogna essere capaci di affidarsi ai professionisti in grado di valorizzare la nostra biodiversità e questo vale per tutti i settori: dai vini ai salumi». (rrm)