REGGIO – Successo per il webinar “Road map della ripartenza”

Road map della ripartenza: Criticità ed esigenze del territorio dopo la pandemia è stato il titolo del webinar promosso da Cambiamo Reggio Calabria, coordinato da Saverio Anghelone.

Sono intervenuti il senatore di Cambiamo! con Toti, Massimo Berutti ed il responsabile Area Jonica del movimento, Roberto Ieraci. Ha moderato Franceso Meduri, responsabile provinciale per l’Organizzazione e lo Sviluppo Territoriale di Cambiamo, che ha subito sottolineato come la «ripartenza vada programmata con degli step precisi, che vanno concordati a livello nazionale e regionale e non possa essere improvvisata». 

Sulla stessa lunghezza d’onda il coordinatore provinciale Anghelone, che ha rimarcato l’importanza dei finanziamenti del Recovery Fund per la Calabria   snocciolando i problemi del nostro territorio che vanno dalla viabilità al lavoro.

«In merito alla viabilità – ha detto Anghelone – molteplici sono i progetti di cui vogliamo farci portavoce, e che sottoponiamo all’attenzione del senatore Berutti anche in qualità di componente della Commissione Lavori Pubblici. Reggio conta 97 Comuni ed è caratterizzata da 2 dorsali che collegano la Jonica e la Tirrenica; la Rosarno-Gioiosa è completata ma la Bovalino-Bagnara rimane, ad oggi, un’utopia. Correlate alle dorsali, le pedemontane o “strade a pettine” che, se realizzate, collegherebbero la costa alle zone montane consentendo ai paesini dell’entroterra di sviluppare le loro potenzialità facendo leva sulla macroeconomia».

«Altro punto fondamentale – ha aggiunto – per una regione che punta al turismo, è la depurazione che ogni anno rappresenta una nota dolente, soprattutto, d’estate. Una costa ed un mare pulito incrementerebbero e favorirebbero la presenza turistica sul territorio. Un’altra battaglia che stiamo portando avanti è quella dell’alta velocità che collegherebbe Calabria e Sicilia e che una volta realizzata, assieme all’ambiziosa opera del Ponte sullo Stretto, potrebbe costituire un imponente sbocco occupazionale ed economico».

«Per quanto riguarda i collegamenti – ha evidenziato il senatore Berutti – è necessario attuare un lavoro di organizzazione. Bisogna capire se le province sono dotate di piani infrastrutturali. Elemento essenziale è sapere se le strade provinciali siano di competenza dell’Anas o lo saranno. Solo successivamente, si potrà avviare una programmazione per arrivare ai piani di investimento. I finanziamenti del Recovery Fund rappresentano un’opportunità storica che non possiamo farci sfuggire».

«Ritengo – ha spiegato – che il partito debba analizzare il quadro d’insieme delle opere infrastrutturali che sono state segnalate dalle regioni e previste all’interno del Recovery, e capire quali siano i piani  delle province. Cambiamo monitorerà costantemente, in questa delicata fase, quelle che sono le scelte legate alla Calabria portando avanti le istanze della vostra regione e battendosi affinché possano essere realizzate. Fondamentale lavorare in sinergia ed interagire a livello locale per avere il polso della situazione sul territorio per poi stilare un ‘manifesto’ delle priorità che possano dare risposte ai cittadini».

«Ovviamente – ha concluso – se l’alta velocità si ferma a Salerno è naturale che diventi un’opera prioritaria così come la costruzione del Ponte. Inoltre, la Calabria costituisce un punto nevralgico del sistema logistico del Mediterraneo, basti pensare ai chilometri di costa di cui gode e che rendono strategica l’intera dorsale della regione». 

«Scelte scellerate di una politica inadeguata – ha rimarcato Ieraci – hanno creato il profondo gap tra Nord e Sud. Il nostro territorio, che ha enormi potenzialità, che vanno dalle coste, ai reperti archeologici ai percorsi enogastronomici e culturali, è stato fortemente penalizzato in questi anni. In quest’ottica di sviluppo stiamo sostenendo il progetto Locride capitale della cultura 2025 che potrebbe dare grande slancio al territorio. La viabilità è un problema atavico».

«La Catanzaro- Reggio, ad esempio – ha spiegato – se fosse rivista, consentirebbe di diminuire i tempi di percorrenza. Per tale ragione divengono importanti i fondi del Recovery, darebbero nuova linfa alla regione. Altra nota dolente è la sanità. Anche i cittadini calabresi pagano le tasse, ed hanno diritto ad un’assistenza efficiente, non devono essere costretti a spostarsi al nord per farsi curare: la salute è un diritto. Problema depuratori. Nel periodo estivo, puntualmente, assistiamo al disagio di cittadini e turisti grazie al loro cattivo funzionamento con la fuoriuscita di enormi chiazze che a macchia di leopardo sporcano il mare della nostra meravigliosa costa». 

«Alla luce di tutto ciò – ha concluso – ho aderito a Cambiamo, in quanto ritengo che solo con una classe politica rinnovata e capace la Calabria possa, finalmente, ripartire». 

«Cambiamo – ha concluso Meduri — non ha la presunzione di avere la bacchetta magica per cambiare le cose, ma siamo convinti che, lavorando in maniera intelligente, potremo raggiungere degli obiettivi concreti. Un lavoro certosino partito da mesi, basato sull’ascolto delle realtà territoriali ed in cui abbiamo raccolto le numerose istanze arrivate dai cittadini coinvolgendo tutto il tessuto sociale ed economico in quanto siamo convinti che la nostra terra ha voglia di voltare pagina».

«Cambiamo – ha concluso – rappresenta la voce della gente che avverte questa esigenza divenuta, ormai, improcrastinabile». (rrc)

Roberto Ieraci (Cambiamo RC): Recovery occasione per rilanciare anche la Locride

Roberto Ieraci, responsabile Area Jonica di Cambiamo l’Italia con Toti, ha ribadito che «i fondi del Recovery Fund e Next Generation Italia verranno utilizzati per far ripartire l’Italia ed in particolare il Mezzogiorno. Solo riducendo il divario fra Nord e Sud, il Paese potrà crescere, diversamente, avremo sempre un’economia a due velocità».

«C’é tanto da fare – ha aggiunto – e questa è l’occasione per dare un futuro alla nostra Terra ed ai figli che sono rimasti credendo in un domani migliore. La Locride, da anni, vede prospettarsi soluzioni di crescita e di sviluppo che si sono concluse, il più delle volt, con un nulla di fatto. Un territorio che, grazie alla sua collocazione geografica ed al suo clima, potrebbe vivere esclusivamente di turismo visto le bellezze delle sue coste, del mare cristallino, i reperti archeologici e l’enogastronomia».

«Purtroppo – ha proseguito – paghiamo lo scotto di anni di mala gestione della politica che ha utilizzato questo territorio come serbatoio di voti senza dare nulla in cambio, dove piuttosto che di una visione progettuale ad ampio raggio, si è preferito improvvisare, con le conseguenze che sono sotto gli occhi di tutti. Ferrovie da terzo mondo (la Locride è stata esclusa da qualsiasi collegamento ferroviario ad Alta Velocità) o l’Aeroporto di Reggio Calabria che stenta a garantire adeguati collegamenti con le altre Regioni d’Italia e le capitali europee, considerando anche gli elevati costi dei biglietti».

«Inoltre – ha detto ancora – strade a tratti impercorribili e lontane anni luce da quelle degli altri paesi europei, evidenziano tutte le criticità di un’area che vorrebbe esprimere tutto il suo potenziale e non passare alla storia come un territorio che ha vissuto solo di assistenzialismo. Perché tante opere finanziabili, che porterebbero grandi benefici per la nostra terra, non vengono realizzate? Penso ‘all’utopia’ della Bovalino-Bagnara che avrebbe tolto dall’isolamento i Comuni ricadenti nell’area Sud della Locride con enormi ripercussioni positive sull’intero comprensorio, all’ammodernamento della 106 che va da Catanzaro a Reggio Calabria che, se rivista e rimodernata, non solo sarebbe più sicura nella sua percorrenza ma diminuirebbe le tempistiche di viaggio, partendo contestualmente anche dal completamento dei lotti che vanno da Locri-Ardore, Ardore- Palizzi verso sud e Caulonia- Soverato verso Nord».

«È impensabile fare turismo – ha evidenziato – se non abbiamo vie di comunicazioni rapide ed adeguate. Sul fronte Sanità, fondamentale potenziare l’Ospedale di Locri, che seppur ridimensionato ad Ospedale Spoke, non riesce ugualmente a garantire i servizi essenziali per la cura dei cittadini. Dopo anni di battaglie e di false promesse, la situazione rimane alquanto drammatica. Sul capitolo occupazionale, una soluzione potrebbe essere aprire ed incentivare aziende che investano sul nostro territorio, valorizzandone le risorse. Non possiamo caricarci il peso di un tasso di disoccupazione, soprattutto, quello giovanile, che fa paura. Per questo bisognerebbe puntare su una fiscalità di vantaggio per il Sud, così come previsto nei fondi del ‘Next Generation Italia’. Un piano straordinario di investimenti consentirebbe la creazione di quelle infrastrutture necessarie a far si che la nostra regione riesca ad esprimere tutte le sue potenzialità, ad oggi, inespresse».

«Come Cambiamo Area Jonica – ha concluso – mi farò portavoce di queste proposte, perché nel Terzo millennio è impensabile che una Regione come la nostra paghi anni di ritardi e debolezze, che hanno creato un freno ad ogni progetto di sviluppo. Non possiamo uccidere la speranza dei giovani e di questa terra già martoriata. Ripartiamo dal Sud per far ripartire l’Italia». (rrc) 

Cambiamo Reggio Calabria: Campagna vaccinazione in Calabria è all’anno zero

Il coordinatore provinciale di Cambiamo, Saverio Anghelone, ha dichiarato che «la campagna vaccinazione anti covid-19, a Reggio come in Calabria, è all’anno zero».

«Sui vaccini la Calabria è ancora al palo – ha aggiunto – nonostante gli annunci di ‘piani di vaccinazione’, dei quali ancora non si vede traccia. È chiaro che manca un progetto di fondo. Un’idea che consenta di organizzare quella vaccinazione di massa, di cui la Calabria, l’Italia hanno bisogno. Ultima, tra le ultime la Calabria, non ha ancora elaborato e presentato un proprio piano, e non si capisce la motivazione con la quale la Regione Calabria ha rifiutato di acquisire il progetto di Poste Italiane predisposto per la prenotazione online dei pazienti della Regione».

«Un caos, che si aggiunge al caos di una disorganizzazione diffusa – ha proseguito Anghelone – che sta ritardando la vaccinazione, o meglio, la messa in sicurezza di larghe fasce di popolazione e lavoratori che sono più di altri esposti al rischio contagio. Mentre il presidente f.f. Antonino Spirlì decide di chiudere le scuole di ogni ordine e grado, salvo poi ritrovarsi con i consueti ricorsi al Tar che rimettono tutto in discussione, la vaccinazione degli insegnanti, in Calabria non è ancora partita».

«La Calabria, nella classifica del Sole24Ore – ha detto ancora – è ultima con zero vaccinazioni, a fronte del 69% di docenti già sottoposti a vaccino in Toscana, il 62% in Puglia, e il 53% in Umbria. Davanti a noi persino la Campania, spesso additata come regione con il sistema sanitario tra i più disastrati d’Italia, che ha già vaccinato più della metà dei propri insegnanti». 

«Quello che è certo – ha detto il coordinatore di Cambiamo – davanti a questi dati ed alle situazioni che molti cittadini stanno vivendo in Calabria, è che serve un maggiore coordinamento tra l’Ufficio del Commissario alla Sanità, del dr. Guido Longo, con il Dipartimento Salute della Regione Calabria e i Commissari delle varie Asp provinciali. Non si può continuare ad andare avanti così, con esperimenti e prove empiriche che più che essere risolutive stanno aggiungendo ulteriore confusione al caos esistente.  Non solo occorre recuperare il ritardo ormai accumulato ma immaginare e mettere in atto in piano che sia chiaro, trasparente e soprattutto veloce». 

«La pandemia – ha concluso – sarà sconfitta solo con una larghissima vaccinazione di massa, attraverso una organizzazione capillare che preveda più punti vaccinali in ogni territorio, facilmente raggiungibili anche dai centri più interni ed isolati, ed attraverso un sistema di prenotazione centralizzato e unico nella Regione, o anche a livello di singola Asp, che consenta di convocare il numero di pazienti adatto al luogo di vaccinazione e proporzionato al personale sanitario disponibile». (rrc) 

 

REGGIO – Successo per il webinar sul mondo dello spettacolo

Con Cambiamo! Reggio Calabria, nell’ultimo webinar si è parlato di Ripartire dalle emozioni: il mondo dello spettacolo.

«Si comincia a parlare di riapertura di teatri – si legge in una nota –di autorizzare concerti, di riavviare, quindi, un settore tra i più penalizzati dalla pandemia da Covid-19. Come ripartire?  Come alleviare le difficoltà in cui sono stati costretti migliaia di operatori di questo comparto? Non solo attori, musicisti, cantanti ma anche manager, produttori, tecnici e attrezzisti. Insomma, tutto quel mondo che ruota attorno alle manifestazioni di questo genere. Lavoratori, spesso utilizzati a contratto o stagionali, o titolari di partite Iva, che sono rimasti completamente fuori da ogni ‘ristoro’ o ‘sovvenzione’ del Governo e degli Enti locali. Un settore in gravissima crisi dalla quale sarà difficile uscirne se non attraverso azioni mirate e disposizioni concrete».

Al dibattito sono intervenuti, con il Coordinatore provinciale Saverio Anghelone, Mariantonietta Miccoli e Cristina Scorza, rispettivamente Responsabile Settore Spettacolo e Responsabile Settore Musica di Cambiamo. Ospiti d’eccezione, l’attore e cabarettista reggino, Gigi Miseferi ed il musicista Alessandro Calcaramo. A moderare Francesco Meduri, Responsabile Provinciale Organizzazione e Sviluppo Territoriale.

Per la Miccoli il settore spettacolo è stato fortemente penalizzato dalla pandemia: «i teatri – ha evidenziato – sono chiusi ormai dallo scorso marzo.  Auspico che si possa ripartire al più presto grazie ai vaccini in quanto l’arte, sotto ogni sua forma, costituisce nutrimento per l’anima. In Russia, Israele ed Inghilterra è stata già programmata una ripartenza. In Italia è ancora tutto fermo. Rischiamo di arrivare gli ultimi o in ritardo come al solito. Le istituzioni in tutto questo dove sono? Il Governo deve supportare gli artisti promuovendo cartelloni e iniziative sul territorio».

«Ho vissuto – ha affermato il musicista Alessandro Calcaramo – un duplice disagio in questo periodo, sia da artista che da docente che si ritrova all’improvviso davanti al freddo schermo di un computer a fare lezione ai suoi allievi. La tecnologia non può sostituire i rapporti umani, così come accade per un attore o un musicista che mette in scena uno spettacolo con l’intento di regalare emozioni al pubblico creando con esso un rapporto diretto. Fortunatamente insegno ma, chi nella vita svolge esclusivamente questa attività, sta affrontando un momento drammatico».

«Siamo un Paese che vive di controsensi – ha aggiunto –. Perché uno studio televisivo può essere gremito di gente ed un teatro, con le dovute precauzioni, rimane chiuso? Si è discusso sino a qualche settimana fa se il Festival di Sanremo avrebbe potuto avere il pubblico in sala, ma non si sono ancora trovate le giuste soluzioni per aiutare la nostra categoria. È paradossale».

Per l’attore Gigi Miseferi «non si può immaginare un mondo senza arte: Dal 14 al 18 ottobre sono stato in cartellone al Teatro degli Audaci  di Roma con la commedia Gatta ci covid con mille difficoltà. È un teatro che conta 250 posti a sedere ma, ogni sera, ha potuto consentire l’ingresso a soli 75 spettatori adottando tutte le precauzioni del caso. Per un attore comico non è facile esibirsi davanti ad un pubblico il cui volto è coperto da una mascherina. Non si percepisce se lo spettatore gradisce il tuo spettacolo, se ride alle tue battute o sbadiglia».

«Preferisco, quindi – ha spiegato – che i teatri rimangano chiusi per poi ripartire al meglio. Diversi sono i colleghi che si esibiscono in teatri tristemente vuoti, e grazie all’utilizzo di tablet e smartphone raggiungono il loro pubblico. A mio giudizio è una forma teatrale che non porta da nessuna parte, lo spettacolo va vissuto dal vivo, occorre instaurare un’empatia ed un feeling con lo spettatore. Il teatro è fatto dal pubblico oltre cha dall’attore. In tutto ciò la politica ci ha dimenticati anche perché nell’immaginario collettivo si ritiene che tutti gli artisti siano ricchi ma non corrisponde alla verità. Dietro ogni spettacolo c’è un lavoro enorme fatto di artisti ma anche dalle migliaia di maestranze come tecnici, costumisti e parrucchieri, solo per citarne alcuni, profondamente colpiti dalla pandemia».

«Non chiediamo ‘ristori’ al Governo – ha proseguito Miseferi – ma di poter riprendere a lavorare in sicurezza. In Israele i teatri ed i cinema hanno riaperto dando la possibilità di assistere agli spettacoli a chi si sia già vaccinato. Il teatro è una presenza statica ed essendo tale potrebbe essere gestito tranquillamente senza pericoli di contagio. Questa stagione, e, forse, anche la prossima, penso, siano state compromesse considerando che nessun teatro ha finora programmato cartelloni. Del resto, come avrebbe potuto farlo, visto l’incertezza ed i notevoli costi. Purtroppo, la politica ha messo da parte la nostra categoria dimenticandosi che anche il nostro è un mestiere, la maggior parte di noi vive di questo. È un Paese in cui ancora la professionalità non viene valorizzata adeguatamente».

«Spero – ha detto la Scorza –  che si possa ripartire con una rinnovata mentalità più aperta all’arte. L’arte è vita ed è anche ossigeno non solo per chi vive di questo ma anche per il pubblico che la respira. Il nostro territorio dovrebbe portare avanti nuove iniziative artistiche avendo la fortuna di avere delle location di straordinaria bellezza. Organizzare Festival calabresi. ad esempio, che diano nuova linfa a questo settore coinvolgendo anche i giovani e le scuole». 

Il Coordinatore di ‘Cambiamo’, Anghelone ha posto l’accento sul notevole ritardo della campagna vaccinale in Italia rispetto ad altri Paesi come l’America o l’Inghilterra: «Il virus è un nemico terribile, quindi, è fondamentale velocizzare i tempi di vaccinazione per poter consentire all’Italia di ripartire».

«Non possiamo più permetterci – ha aggiunto – di bloccare l’economia e settori strategici per la crescita del Paese. Lo spettacolo è tra i settori più penalizzati dalla pandemia e rappresenta un indotto importante a livello occupazionale in quanto dietro ad ogni artista ci sono le maestranze e le loro famiglie che vivono un periodo drammatico per l’assenza di lavoro e l’incertezza del futuro. L’arte è espressione di cultura per un popolo e l’Italia vanta una tradizione storica in questo comparto che va supportata con azioni concrete». (rrc)

 

REGGIO – Con “Cambiamo!” si parla delle infrastrutture per il rilancio del Sud

Il ruolo strategico delle infrastrutture per il rilancio del Sud è stato il tema del forum organizzato da Cambiamo! Reggio Calabria.

Un tema quanto mai attuale alla luce delle decisioni che dovrà assumere la discussione sul Recovery Fund, per il rilancio del Paese. Sono intervenuti  Adriano Palozzi, responsabile Nazionale Organizzazione di Cambiamo e Consigliere Regione Lazio, Saverio Anghelone, coordinatore provinciale, Roberto Ieraci, responsabile Area Locride, e l’avvocato Fernando Rizzo, presidente Rete Civica per le Infrastrutture del Mezzogiorno e ospite per l’occasione.  Ha moderato Francesco Meduri, responsabile Provinciale Organizzazione e Sviluppo Territoriale. 

«Reggio Città Metropoliana – ha spiegato Saverio Anghelone –  è, per estensione, una città molto ampia che conta 97 comuni.  Il capoluogo è una città di mare che se sfruttasse al meglio le sue potenzialità, potrebbe costituire la risorsa principale per l’intero territorio. Pensiamo alla croceristica o alla nautica da diporto, solo per citarne alcune. Ma l’Area Metropolitana comprende quel grande tesoro naturalistico e paesaggistico rappresentato dal Parco Nazionale d’Aspromonte che al di là del suo immenso valore ambientale è costellato da Borghi di straordinaria bellezza, come Gerace, che andrebbero promossi e valorizzati a fini turistici». 

«Ma per restare in tema – ha aggiunto – il problema cardine della provincia reggina, così come del resto della regione, resta quello delle infrastrutture che devono essere portate anche da noi allo stesso livello di quelle del Nord. Basti pensare alla SS. 106, un’arteria di fondamentale importanza per lo sviluppo, l’economia, i collegamenti dei centri della fascia jonica con il capoluogo e con il resto del Paese, ridotta ad uno stradone pericoloso che attraversa dall’interno tutti i centri collegati, tranne qualche tratto ultimato o già appaltato, e comunque insufficiente». 

«O l’A2 del Mediterraneo, – ha detto ancora Anghelone – che nonostante la grande opera di riammodernamento che l’ha interessata ha ancora lunghi tratti, come la Rogliano-Cosenza a carreggiata ristretta. Infine, l’Alta velocità Ferroviaria, che nonostante l’occasione, più unica che rara del Recovery Fund, abbozzato nella sua prima stesura, resta ancora una chimera».

«E senza tutto questo – ha concluso Anghelone – è impossibile, se non velleitario, parlare di sviluppo economico, di impresa, di occupazione, di lavoro, soprattutto per i nostri giovani, che saranno ancora costretti a scappare dalla Calabria». 

Esaustivo l’intervento di Palozzi, che ha evidenziato le linee guida su cui si fonda il movimento, ‘una politica del fare che ha a cuore gli interessi dei cittadini’ e che ha, nel Governatore della Liguria Giovanni Toti, il suo principale artefice: «La politica del Governatore Toti – ha sottolineato – punta al potenziamento delle infrastrutture, testimonianza di ciò è il Ponte Morandi che è stato realizzato in un anno circa  con uno sforzo straordinario, dando prova di una politica operativa, pragmatica e concreta. Diviene fondamentale incentivare il lavoro, risorse ed economia, soprattutto, in quel centro sud nel quale stiamo investendo tanto».

«Gli ingenti finanziamenti del Recovery Fund – ha spiegato ancora – dovranno essere utilizzati per il rilancio delle regioni in quanto occorre comprendere che l’Italia non si risanerà se non verrà colmato il profondo gap tra nord e sud. ‘Cambiamo’ ha scommesso molto sulla Calabria, in termini di risorse umane, di vicinanza e di presenza». 

Auspico – ha concluso – che la situazione possa cambiare anche in vista delle prossime elezioni regionali e che, il nuovo Governo Draghi convogli molte risorse specie verso quelle regioni che hanno più bisogno di crescere dal punto di vista infrastrutturale, in quanto rappresentano il ‘polmone dell’economia”.

Anche l’avvocato Rizzo si è  soffermato sul tema delle infrastrutture, a cominciare dall’Autostrada del Sole che avrebbe dovuto collegare, originariamente, Milano a Reggio Calabria e mai realizzata e che si è fermata a Napoli per la scellerata decisione dell’allora Ministro ai Lavori Pubblici: «è proprio da qui che parte quella che definisco ‘la disgrazia per il Sud’,  assurta a simbolo dell’ indifferenza per il Meridione. Altro problema  quello dell’alta velocità.  Un reale sistema di mobilità ha senso solo se c’è la lunga percorrenza e la connessione rapida tra il Sud ed il Nord».

«L’Italia – ha detto ancora – si sta facendo sfuggire un immenso flusso di traffico merci che non arrivano più dal nord America ma, prevalentemente, dal Canale di Suez. Invece, di fermarsi nei luoghi geograficamente più vicini, cioè Sicilia e Calabria, il traffico delle merci si sposta verso i porti di Rotterdam, Anversa o Amburgo rappresentando gravi perdite per l’Italia. Fino a qualche anno fa, il porto di Gioia Tauro movimentava più containers rispetto il porto di Genova, ma quest’ultima fatturava 3 miliardi di euro mentre il porto calabrese poche centinaia di migliaia per il semplice motivo che non esistono collegamenti ferroviari all’interno della struttura, quindi, non produceva più alcuna forma di ricchezza».

«Mi preme aggiungere – ha proseguito Rizzo – che il porto di Genova è già saturo, essendo piccolo ed all’interno della città, nel caso di  Augusta e Gioia Tauro, abbiamo delle strutture straordinarie con fondali adeguati alle grandi navi e banchine che consentono lo sbarco e la lavorazione di migliaia di containers».  

«Da decenni paghiamo – ha spiegato Ieraci – il gap con il nord per le carenti infrastrutture. L’auspicio è che i fondi europei potranno, finalmente, vederci protagonisti di questo processo di crescita e di sviluppo. Il Mezzogiorno deve essere messo nelle condizioni di esprimere le proprie potenzialità. Nelle campagne elettorali si parla spesso di creare un Ministero ad hoc ma, quando si concludono, tutto rimane invariato».

«La nostra terra – ha detto – ha un potenziale inespresso e spero che il Governo Draghi ci riservi più attenzione. Mi indigno quando sento dire che la Calabria non riesce a spendere i Fondi europei a sua disposizione per incapacità, venendo addirittura sanzionata.  Deve esserci uno scatto d’orgoglio della nostra classe politica, il nostro territorio deve rinascere ed essere competitivo».

Adriano Palozzi  ha concluso: «Se non ci saranno adeguate infrastrutture non ci sarà mai sviluppo in grado di produrre lavoro ed economia. In quest’ottica ‘Cambiamo’ ed in primis il presidente Toti, ha proposto al Governo un Ministero del Mare. Non averlo è segnale di poca lungimiranza. La classe politica deve prendere atto che cosi non viene penalizzato esclusivamente il Meridione ma la centralità dell’Italia rispetto l’Europa».

«Ringrazio Saverio Anghelone – ha detto ancora – per l’intensa attività svolta negli ultimi mesi sul territorio  grazie alla quale sta consentendo di far  conoscere la nostra realtà nazionale in ambito locale con ottimi risultati. Auspico che il movimento possa dare un contributo importante per il rilancio e la rinascita del Sud». (rrc)

 

REGGIO – Con “Cambiamo” si parla del rilancio della Locride

Con Cambiamo Reggio Calabria si è parlato del rilancio della Locride tra eccellenze e cultura.

Sono intervenuti Saverio Anghelone, coordinatore provinciale del movimento, Francesca Calvi, hair stylist e Art director per Kadus Professional e Nicodemo Vitetta, presidente della Proloco e Club per l’Unesco di Gioisa Ionica. Ha mdoerato Francesco Meduri, Responsabile Provinciale Organizzazione e Sviluppo del Territorio di “Cambiamo”. 

«Lavoro, trasporti e Sanità – ha detto Anghelone – sono i problemi principali della Calabria, criticità strettamente  collegate in quanto, quando c’è turismo si veicola occupazione ma, affinché, ciò possa accadere, occorre avere infrastrutture efficienti. In quest’ottica  riveste un ruolo fondamentale l’Aeroporto dello Stretto che, negli ultimi anni ha registrato un declino senza precedenti con voli ridotti al lumicino. E la nuova società di gestione ha disatteso le promesse per il suo agognato rilancio».

Per il Coordinatore provinciale, le ingenti risorse del Recovery Fund potrebbero rilanciare, finalmente, il Sud partendo proprio dalle infrastrutture e dalla realizzazione del Ponte sullo Stretto: «La nuova ministra per il Sud, Mara Carfagna – ha evidenziato – dovrà  prendere atto della situazione in cui versa da anni il nostro territorio confrontandosi, magari, con le forze locali. Una sinergia che, se attuata, consentirebbe di trovare   soluzioni concrete  a criticità ataviche. Altra nota dolente della regione è la sanità. Assistiamo alla continua chiusura dei piccoli ospedali della ionica e della tirrenica a discapito dei cittadini che hanno diritto a un sistema sanitario ottimale».

«Mi auguro – ha concluso – che i quattro consiglieri della locride eletti in seno al consiglio della Città Metropolitana, possano offrire un importante contributo allo sviluppo del territorio». 

A rimarcare la carenza dei trasporti,  l’hair stylist Calvi, da anni pendolare al nord per motivi lavorativi: «L’amore verso la mia terra mi ha spinta a non trasferirmi, ma non nascondo le molteplici difficoltà che riscontro quando devo viaggiare ogni fine settimana. Il problema dei collegamenti che affligge la Calabria c’è sempre stato, adesso la pandemia lo ha solo amplificato. In questo periodo diversi voli sono stati cancellati penalizzando non solo i lavoratori ma, ovviamente, anche il turismo, risorsa fondamentale per il nostro territorio».

«L’emergenza sanitaria, fortunatamente – ha aggiunto – non ha penalizzato, tutto sommato, la nostra categoria rispetto le altre anche perché non abbiamo avuto chiusure totali. Certo, molti eventi sono stati cancellati o ridimensionati poiché il mio settore, ruota anche attorno a questo, ma spero che riusciremo presto a ripartire con più forza di prima». 

Anche Nicodemo Vitetta ha posto l’accento sulle carenti infrastrutture: «Spostarsi per chi vive  nel territorio della locride, diventa una vera e propria odissea anche solo per raggiungere Reggio».

«Altresì – ha aggiunto – prendere un aereo è un’impresa in quanto per giungere agli Aeroporti di Reggio o di Lamezia Terme occorre ripiegare su mezzi di fortuna considerando che, attualmente, i  collegamenti sono pochi e non  convenienti. Come possiamo parlare di turismo in Calabria se prima non si trovano le giuste soluzioni  che siano in grado di risolvere il problema dei trasporti? Attualmente il nostro territorio è tagliato fuori dalle altre realtà , esiste un’enorme gap con le città del nord».

«A mio giudizio –ha detto ancora – ha dobbiamo lottare per cambiare lo stato delle cose senza rassegnarci ed è ciò che facciamo con le Pro Loco Unpli della Calabria. Siamo presenti- ha sottolineato- nelle scuole e organizziamo molti eventi in cui ospitiamo autori e relatori autorevoli e promuoviamo scrittori del territorio. La pandemia ha, rallentato il nostro operato, ma grazie al web non ci siamo fermati perché ritengo che la cultura sia fondamentale per un territorio in cui sia palpabile la voglia di ripartire e di crescere. Importante, quindi,  la sinergia tra Enti e Associazioni. È il momento di restare uniti, più di prima». (rrc)