A Camini al via la residenza/laboratorio “Filoxenìa”

Dal 20 al 24 febbraio, a Camini, prende il via la residenza/laboratorio Filoxenìa con Virgilia Ryan, artista internazionale di origine australiana, che ha vissuto per molti anni nel Sud Africa. L’artista ha, inoltre, lavorato ed organizzato dei laboratori d’arte con gli adulti ospiti nei centri di accoglienza dell’Umbria ed ha partecipato la scorsa estate al Festival della Riconoscenza di Badolato. Si tratta della seconda edizione di “Filoxenìa: Dall’integrazione all’interazione – Laboratorio di dialogo interculturale e interreligioso”.

Il progetto, a cura del prof. Massimo Iiritano (Unical/amica Sofia) e della prof.ssa Lara Caccia (Aba Catanzaro), è promosso e organizzato da “Amica Sofia”, Eurocoop Jungi Mundu e Visioni Mediterranee, con il patrocinio del Comune di Camini e dell’Accademia di Belle Arti di Catanzaro, in collaborazione con le cattedre di Filosofia politica dell’Università della Calabria e dell’Università di Urbino (proff. Giuseppe Cantarano e Sergio Domenico Scalzo), Euricse – Università di Trento (prof.ssa Giulia Galera).

φιλοξενία – FiloXenia: il significato della parola ci parla del dovere di ospitalità, amicizia, cura, accoglienza, rispetto. Si tratta di una delle più belle eredità della Magna Graecia, che è ancora oggi uno dei principi etici fondamentali del mondo “civile”.

Filo, nel progetto, ha un doppio senso, poiché si lavorerà con i fili ed i tessuti (ma anche il disegno e forse la parola scritta). Attraverso un confronto dialogico, nello stile dei laboratori di Amica Sofia, si proporrà ai partecipanti un incontro “con le parole” e il disegno (semplice carta bianca e pennelli o matite) per conoscerci e parlare intorno alla tema dell’ospitalità, dei legami, delle storie personali e del bisogno primario di ogni essere umano/a di una sosta, un’abitazione, un riparo. Parleremmo del significato della tenda come (piccolo) padiglione trasportabile, come ricovero dei soldati negli accampamenti, da gente in situazioni di estrema come rifugiati e vittimi di guerre, tempeste, alluvioni, o dai turisti nei campeggi. Che cosa significa “casa”? Ognuno sarà invitato a rispondere anche con scritti, a descrivere un’idea personale di “essere a casa”. Che significa ospitalità? Nel caso di Camini, come è stata attivata l’accoglienza e il senso di “essere arrivati a casa”?

L’idea di promuovere uno spazio permanente di dialogo e di confronto tra le diverse comunità, culture e tradizioni presenti a Camini, nasce da una necessità condivisa con i diretti interessati in occasione dei tanti incontri proposti negli anni scorsi. Il laboratorio, grazie al patrocinio delle Università e dei docenti coinvolti, vuole essere un luogo in cui sperimentare processi reali di integrazione e di ricerca, che vadano al di là delle semplici logiche di “inclusione” tendendo piuttosto a immaginare spazi nuovi di accoglienza, che possano allargare i nostri ristretti orizzonti di precomprensione.

Il punto di partenza è l’ascolto attivo delle storie, delle tradizioni, delle credenze di ognuno, che con il supporto delle Università (ricercatori, studenti, dottorati), dell’Accademia di Belle Arti di Catanzaro, dei ragazzi del Liceo Classico Galluppi e del Liceo Artistico Fiorentino (PCTO) e insieme agli artisti coinvolti, diventeranno oggetto di narrazione e documentazione.

Il percorso avviato già lo scorso anno con diverse esperienze laboratoriali, tra filosofia dialogica, narrazione e scrittura, di cui si parlerà nel prossimo numero della rivista Amica Sofia Magazine, prosegue quindi con un progetto di residenze d’artista che coinvolgeranno attivamente gli ospiti della comunità. L’artista sarà ospitato per una settimana a Camini, e durante questo soggiorno creerà un’opera, un oggetto o un documento video-fotografico nel corso di una serie di laboratori con gli adulti o con i ragazzi, a seconda delle esigenze della cooperativa o dell’artista, presso i luoghi di lavoro della Cooperativa.

In questo modo si vuole da una parte proporre dei linguaggi nuovi per comunicare e condividere alcune esperienze sugli argomenti dell’accoglienza e dell’inclusione sociale con la popolazione tutta della città, dall’altro creare un prodotto che possa divenire un’esclusiva della cooperativa, da riprodurre in serie o vendere come gadget.

A questo primo appuntamento con Virginia Ryan, seguirà nel mese di aprile una residenza/laboratorio con Mounir Derbal, giovane regista appena vincitore del premio Premio Gianandrea Mutti (XII ed.), promosso da Fondazione Pianoterra Onlus insieme ad Associazione Amici di Giana, Fondazione Cineteca di Bologna e Archivio delle Memorie Migranti (AMM). Laureato a Londra in Digital Film Production alla Ravensbourne University, ha inoltre lavorato con piccole e grandi produzioni, tra cui quella del Pinocchio di Matteo Garrone. (rrc)

A Camini la scuola multiculturale

«A Camini la scuola, dall’infanzia alla primaria, è, ormai da anni, anche il luogo della multiculturalità, un valore aggiunto, una dimensione in più che aiuta a crescere e a formarsi bambini e ragazzi di diverse parti del mondo», hanno dichiarato Rosario Zurzolo e Giusy Carnà, rispettivamente presidente e coordinatrice della Eurocoop Jundi Mundu.

La Cooperativa di servizi sociali, infatti, nel borgo locrideo gestisce ormai da anni i progetti d’accoglienza con cui il paese ha trovato nuova vita, dopo lo spopolamento dovuto alle continue migrazioni all’estero.

«Proprio grazie all’ambiente multietnico, frequentando la scuola di Camini – hanno aggiunto – si dà l’opportunità ai bambini caminesi e immigrati di proseguire i loro percorsi di apprendimento anche al pomeriggio, con attività sportive, corsi di danza e kung-fu, laboratori creativi di arte e ceramica, organizzati dalla nostra cooperativa».

Il progetto di danza per bambini e ragazzi dai 6 anni in su, alla presenza di due insegnanti di danza sociale e moderna, accresce la preziosa esperienza del gruppo, sviluppando abilità, tra “affinità” e “differenze” che hanno un unico volto, quello della reciprocità, dello scambio e del dialogo. La scuola di Kung Fu educa a una disciplina che coniuga la bellezza del movimento con la marzialità per affrontare un percorso di studio motorio ed emozionale tutti insieme, in piena sintonia, divertendosi, imparando a seguire lo stesso ritmo, le stesse regole, e sviluppando lo spirito di condivisione attraverso esercizi di coordinazione, equilibrio e concentrazione tipici di questa affascinante disciplina.

Con il laboratorio di arte e riciclo i ragazzi apprendono come trasformare, riadattare, dare nuova vita a ciò che sembra inutile, traendo dai più svariati materiali pezzi nuovi e unici, nel rispetto dell’ambiente. Nel laboratorio di ceramica, grazie alla tradizione caminese nel settore, è possibile scoprire la storia locale e le antiche tecniche di lavorazione, l’uso del tornio e le varie fasi di cottura e pittura. 

Per i piccolissimi, a Camini, c’è il laboratorio d’infanzia “I colori del mondo” che favorisce l’incontro e la socializzazione tra i bambini in età prescolare attraverso linguaggi universali come la manualità, la fantasia e l’immaginazione.

Una ricca offerta formativa che trova un altro tassello importante nella creazione della “Fattoria didattica”, dove bambini, ragazzi e adulti si ritrovano insieme a condividere uno spazio educativo dedicato alla sensibilizzazione al rispetto dell’ambiente e degli animali, oltre ad apprendere la coltivazione e la lavorazione dei prodotti della terra.

«La multiculturalità è il futuro del mondo. Siamo tutti popoli in movimento, in cammino, per vari motivi; la società che ci attende, in quanto composita e multi-etnica, quindi, ha una marcia in più per lo sviluppo e l’armonia del vivere sociale – hanno concluso Rosario Zurzolo e Giusy Carnà –. La scuola rappresenta un fondamentale presidio di formazione, per questo abbiamo scelto di portare sul territorio un’offerta educativa che possa dare il massimo alla naturale tendenza a conoscersi e socializzare dei bambini. Perché tutto ciò, come dicevamo, è un valore aggiunto per la loro vita professionale e sociale da adulti». (rrc)

Sabato a Camini la tavola rotonda sui temi dell’accoglienza e dello sviluppo delle aree interne

Partire, restare, tornare? Il ruolo dell’immaginario nel rapporto tra migrazioni e territori è il titolo della tavola rotonda in programma sabato 26 novembre a Camini, alle 9, nella Sala Polifunzionale di Vibo Roma.

Una iniziativa che fa convergere le tematiche di due progetti di ricerca portati avanti dal Dipartimento di Sociologia e Diritto dell’Economia dell’Università di Bologna: il progetto Horizon2020 Welcoming Spaces, che mira ad indagare la rivitalizzazione delle “aree interne”, offrendo al contempo spazi di accoglienza e inclusione per le persone migranti, come accade a Camini, borgo svuotato dall’emigrazione e reso vitale grazie all’accoglienza; e il progetto finanziato dalla regione Emilia-Romagna che ha come obiettivo quello di indagare sul sentimento di appartenenza degli emiliano-romagnoli (e dei tanti emigranti di ogni luogo) e dei loro discendenti residenti all’estero rispetto alla terra di origine, tema che accomuna i migranti di qualsiasi epoca e di qualsiasi nazione del mondo.

Il progetto “Welcoming spaces” affronta in chiave innovativa due sfide politiche attuali, e cioè capire in che modo è possibile contribuire alla rinascita delle aree interne europee e offrire al contempo spazi di accoglienza e inclusione per i migranti extra-europei. In che modo è possibile contribuire alla rinascita delle “aree interne” valorizzando la diversità culturale? Qual è il contributo di migranti e rifugiati nello sviluppo locale e sostenibile dei territori in abbandono? Welcoming Spaces, finanziato da Horizon 2020, si propone di rispondere a queste domande, supportando al contempo azioni concrete di rigenerazione dal basso a livello locale.

I ricercatori e le ricercatrici del Dipartimento di Sociologia e Diritto dell’Economia dell’Alma Mater studiano i processi di sviluppo legati alla presenza di migranti e rifugiati nelle aree interne e supportano le attività di networking e i progetti di accoglienza innovativi presenti in queste aree, collaborando a livello nazionale con Fieri (Forum Internazionale ed Europeo di Ricerche sull’Immigrazione). Il progetto invita a riflettere su come, talvolta, ciò che viene considerato un “problema” può rivelarsi, al contrario, un’opportunità. Da una parte, infatti, se gli effetti della distorsione mediatica sono quelli di rappresentare l’arrivo di migranti e rifugiati come una crisi da risolvere, diverse ricerche hanno invece mostrato come la loro presenza possa essere una leva non solo per lo sviluppo economico, ma anche sociale e culturale per i territori e le comunità ospitanti.

E le cosiddette “aree interne”, se sicuramente caratterizzate da una serie di criticità che richiedono interventi politici integrati (carenza di servizi e infrastrutture in primis), possono trasformarsi in spazi privilegiati di modalità di rigenerazione più eque, democratiche e sostenibili. Non dobbiamo dimenticare, inoltre, che in queste aree vive il 23% della popolazione italiana, coprendo una vasta area del territorio nazionale, pari al 60% e circa la metà dei suoi quasi 8.057 comuni. Il progetto sostiene che la rivitalizzazione delle “aree interne” dovrebbe investire sui processi capaci di creare uno sviluppo sostenibile e inclusivo, inteso come opportunità di offrire risorse utili al benessere della comunità, tali per cui le persone possano perseguire la vita a cui aspirano, nel rispetto delle libertà individuali e collettive e dei diritti umani. Una rigenerazione di successo è, dunque, sinonimo di sostenibilità economica, benessere sociale e stabilità politica.

Si parte con i saluti istituzionali di Giuseppe Alfarano, sindaco di Camini, di Giovanni Maria de Vita, consigliere del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Marco Fabbri, presidente della Consulta degli emiliano-romagnoli nel mondo.

Sul tema Narrare le emigrazioni e i territori, intervengono Pierluigi Musarò, Coordinatore Welcoming Spaces Italia, Università di Bologna, Paola Barretta, Associazione Carta di Roma, Karen Urso, Università della Calabria, Giulia Galera, Miledù e Euricse. Modera Melissa Moralli, Università di Bologna.

Sul tema Voci dai territori, intervengono Ruggero Marra, Assessore all’Ambiente, Transizione Ecologica e Politiche Giovanili di Villa San Giovanni, Giulia Sonzogno, Officina Giovani Aree Interne, Marina Gabrieli, Coordinatrice Nazionale del Progetto “Turismo dalle radici” del Ministero degli Affari Esteri, Rosario Zurzolo, Presidente Jungi Mundu. Modera Elena Giacomelli, Università di Bologna.

Su Uno sguardo sulle narrative nei Paesi casi studio del progetto Welcoming Spaces, intervengono Chiara Davino, Università di Bologna, Ricardo Martins, Università di Utrecht, Keina Espineira, Università della Coruña. Modera Alice Lomonaco, Università di Bologna.

Alle 14.30, è prevista l’inaugurazione della mostra fotografica con Melissa Moralli, dell’Università di Bologna.

Presentazione photo-book Connections. Collaborative imaginaries of territories in change across Europe con il coinvolgimento del fotografo Oreste Montebello e di Rofaida Ayub, Chiara Mosciatti, Fabio Passarelli, Mohamed Okla Alokla, Felisia Passarelli, Abdul Jabar Wahiai, Tony Clwusu, Manal Mohamed Moftah, Zakaria Jlousi, autrici e autori del laboratorio fotografico.

Alle 15.30, la presentazione del libro La Restanza di Vito Teti, Università della Calabria. (rrc)

Camini: verso la conclusione de “I cammini della Lira”

Si conclude oggi (sabato 22 ottobre), a Camini, in provincia di Reggio Calabria, l’edizione 2022 del progetto “I cammini della lira” con una giornata interamente dedicata ai giovani studenti delle scuole del territorio e all’incontro intergenerazionale. 

Dalle 17:00 alle 20:00, nella Sala Polifunzionale, messa a disposizione dall’Amministrazione comunale, si terranno un laboratorio didattico, una lezione e un concerto, che vedranno alternarsi il liutaio Vincenzo Piazzetta, il musicista e ricercatore Amedeo Fera e il Quartetto Areasud, uno dei gruppi più impegnati nella ricerca di una relazione tra il suono della tradizione e la contemporaneità e che con il CD Musica Lievemente Tradizionale sta portando il suono, antico e moderno al tempo stesso, della chitarra battente, della zampogna e degli altri strumenti della tradizione sui palchi italiani e internazionali.

Alla voce e alla chitarra battente di Maurizio Cuzzocrea, si uniscono le percussioni di Mario Gulisano, i fiati etnici di Franco Barbanera e il basso di Giampiero Cannata, con la partecipazione straordinaria dei due esperti di lira che terranno i laboratori pomeridiani. Tutti gli eventi saranno a ingresso libero e gratuito e rappresentano la festosa conclusione di un percorso iniziato nel mese di giugno e che rappresenterà uno degli appuntamenti annuali del comune calabrese

Organizzato grazie al contributo della Regione Calabria, con il brand Calabria Straordinaria a segnare la continuità degli eventi che stanno animando il territorio regionale, il progetto “I cammini della lira” è stato pensato e costruito in collaborazione tra l’amministrazione comunale e una vasta rete associativa, coordinata da AreaSud e dal Consorzio Musicisti Calabresi. L’iniziativa ha lo scopo ambizioso di far dialogare la tradizione musicale legata alla lira in Calabria con le altre lire del mediterraneo.

La grande eredità artistica e culturale del passato di quest’area della Calabria non è vista come un’ipoteca sul futuro, ma al contrario si vuole basare proprio sul messaggio che queste testimonianze storiche ci lanciano, la strategia per immaginare il futuro di questi luoghi.

Camini ha raccolto questo messaggio di interculturalità ed è ritornato ad essere un crocevia attraverso i progetti di accoglienza, che hanno dato nuova linfa ad un paese vittima dello spopolamento. Diverse botteghe artigianali sono state avviate, fra cui c’è un atelier di liuteria dedicato alla costruzione della lira, uno strumento che è stato storicamente presente in quest’area e che testimonia anch’esso dell’esistenza di una koinè culturale del Mediterraneo. Lo stesso strumento è infatti presente in una vasta area del mare nostrum compresa tra la Calabria e la Turchia.

“Tutta l’amministrazione ha accolto con favore la proposta del progetto I cammini della lira – ha dichiarato il sindaco Giuseppe Alfarano – perché è nelle nostre radici che troviamo il senso per la costruzione di nuove iniziative che possano farci vivere pienamente la nostra collocazione al centro del Mediterraneo. Per questo motivo devo ringraziare tutti i partner dell’evento e il sostegno istituzionale venuto dalla Regione Calabria”. (rs)

(Nella foto il Quartetto Areasud in concerto)

A Camini arrivano i “Suoni del Mediterraneo”

È un weekend all’insegna della musica tra strumenti e tradizioni dalla Turchia alla Calabria, quella in programma a Camini, il borgo dell’accoglienza e organizzato dall’Amministrazione comunale e dalla Eurocoop servizi Jungi Mundu in collaborazione con le Associazioni culturali AreaSud, Consorzio musicisti calabresi e Società della lira.

Sabato 11 giugno, in Piazza Municipio, alle 21.30, Musiche per lira e liuto da Istanbul, seminario di musica turco-ottomana con Nağme Yarkın e Murat Yerden.  Nağme Yarkın suona il Kemençe (lira turco-greca), tiene laboratori di musica ottomana nelle più importanti università in Turchia e all’estero, oltre a portare i suoi concerti in tutto il mondo; Murat Yerden è un giovane liutaio, specializzato nella produzione del Kemençe, e suona diversi strumenti occidentali e della tradizione turca.

Domenica 12 giugno, sempre in Piazza Municipio, alle 21.30, Dal Bosforo alla Ionica: i percorsi della lira tra Turchia e Calabria, concerto-lezione di Vincenzo Piazzetta, liutaio, e Gabriele Trimboli, musicista, con Nağme Yarkın e Murat Yerden.

Attraverso il seminario e la musica si conosce l’altro e la sua cultura, arricchendo i punti di vista e consolidando in ognuno l’identità di cittadini del mondo.

La Eurocoop Jungi Mundu, presieduta da Rosario Zurzolo, impegnata con uno staff di specialisti nel settore dell’accoglienza a dare senso autentico all’integrazione e alla realizzazione di un mondo multietnico, con questi laboratori di musica e strumenti dà spazio alla condivisione di esperienze diverse ma con comuni radici che attraversano millenni di storia nel cuore nel Mediterraneo. (rrc)

A Camini un cortometraggio contro il razzismo

A Camini, il borgo dell’accoglienza, è in pieno svolgimento la realizzazione progetto Vieni o vai? Stai! dell’ Eurocoop servizi Jungi Mundu, dove i giovanissimi residenti e ospiti del progetto d’accoglienza divengono attori per interpretare sé stessi e un’idea concreta di futuro fatto di solidarietà e condivisione.

Ciò è possibile grazie al bando della Presidenza del Consiglio dei ministri– Dipartimento per le Pari Opportunità UNAR (Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali) per la promozione delle parità di trattamento e la rimozione delle discriminazioni fondate sulla razza e sull’origine etnica, di cui la Eurocoop è vincitrice per il secondo anno consecutivo, il cui obiettivo è quello di promuovere azioni finalizzate al contrasto delle discriminazioni etnico-“razziali”.

Vieni o vai? Stai! è il progetto proposto da Eurocoop Jungi Mundu, presieduta da Rosario Zurzolo, con l’obiettivo di realizzare un cortometraggio che ha come soggetto le storie di ragazzi dagli 11 ai 14 anni, residenti a Camini e ospiti del progetto di accoglienza, provenienti da luoghi e culture differenti, che si sono trovati al centro di episodi di intolleranza.

Così, il borgo antico di Camini, noto nel mondo per l’accoglienza e le pratiche virtuose legate alla solidarietà e all’integrazione tra i popoli, si fa scenario per la rappresentazione filmica, in cui, sotto la guida sapiente degli specialisti della Scuola Cinematografica della Calabria, i piccoli attori interpreteranno sé stessi. Referente del progetto è la coordinatrice Giusy Carnà, con il supporto di Serena Franco che ha collaborato attivamente alla stesura dello stesso.

Con il cortometraggio intitolato Le regole del gioco, grazie a una trama tesa a mettere in luce la realtà fatta spesso di pregiudizi ma poi superata dalla mente e dal cuore dei giovanissimi, si vuole far crescere nelle nuove generazioni la consapevolezza della differenza come risorsa e la bellezza della condivisione. Bernardo Migliaccio Spina, regista, docente della Scuola Cinematografica della Calabria, guida la formazione alle tecniche di recitazione, agevolando il confronto interculturale e lavorando per rafforzare la consapevolezza dell’importanza del lavoro di gruppo nel raggiungimento di un obiettivo comune, e dirige il cortometraggio con l’aiuto regia di Daniele Capogreco, con l’obiettivo di valorizzare le esperienze di vita per riflettere sulle migrazioni, conoscere altre culture attraverso la narrazione e promuovere così il confronto per abbattere stereotipi e pregiudizi.

I partecipanti al progetto, utilizzando il linguaggio della recitazione e i nuovi strumenti digitali, lavoreranno insieme con un intento comune: diventare parte attiva nella lotta alla discriminazione e al razzismo che costituiscono, sempre più spesso, la base dei fenomeni di bullismo.

Il racconto del loro vissuto e del loro quotidiano, l’amicizia, la curiosità e la voglia di scoprire diventano preziosi strumenti per prevenire e opporsi ai fenomeni di intolleranza ed esaltare, al contempo, la cultura del rispetto delle diversità.

La presentazione del cortometraggio è prevista nella settimana tra il 15 il 21 marzo 2022, con la partecipazione delle scuole del comprensorio. (rrc)

CAMINI (RC) – Il gruppo Borghinfiore di Siderno in visita

Il borgo di Camini, di appena 780 abitanti, situato in una zona amena, vede il mare Ionio dall’alto, attraverso gobbe ondulate di colline. Noi, del gruppo Borghinfiore di Siderno, siamo giunti in automobile, dopo un’ora circa di cammino tra la ss. 106 e la provinciale che sale, al semaforo, dal bivio di Riace Marina verso le campagne retrostanti.

Camini non è soltanto un borgo collinare, ha una lingua di terra che raggiunge il mare, tra Monasterace e Riace, un’area camper. Il Sindaco ci ha detto che al Comune appartiene un striscia costiera di kmq 17, che si sta sviluppando turisticamente, e che proprio nei fondali tra Camini e Riace sono rimasti sepolti per millenni i famosi Bronzi scoperti nel 1972.

Sarà stata la domenica di sole e cielo limpido, sarà stata la campagna verde con mandorli fioriti, oppure i laboratori attivi tra i vicoli, o tutto insieme, il paesino ci ha conquistati, dandoci speranza per il futuro di piccole comunità, che hanno inglobato nuovi gruppi etnici, che sembrano vivere fuori della storia, lontano da guerre da cui alcuni di loro sono fuggiti, come ci ha raccontato Duà in seguito, arrivata qui con la sua famiglia sei anni fa, dalla Siria.

Rosario Zurzolo ci ha introdotti alla conoscenza di luoghi tipici, dal Municipio in alto, presso un’ampia piazza alberata dove in estate si svolgono concerti e conferenze, alle vie lastricate da sampietrini simili a tante altre dei borghi reggini, grazie a leggi regionali sul restauro di antichi Comuni, tra case modernizzate, divenute “villaggio albergo”, come comunemente si indicano l’insieme di edifici restaurati e offerti ai migranti. Residenti e migranti lavorano per gli stessi progetti, tra attività agricole e artigianali, tra scuola-lavoro e gestione dei servizi.

È intervenuto anche il sindaco, durante il percorso, un architetto tornato dal Settentrione nel 1999 per amore verso il proprio paese e orgoglioso del programma d’accoglienza attuato in collaborazione con l’Associazione di cooperative “Jungi Mundu che ha dato vitalità al luogo, fermando gli abitanti, creando occupazione, favorendo l’iter lavorativo non dall’interno verso i paesi costieri, ma «dalla costa all’interno, verso il borgo collinare», come ama dire Rosario e anche il sindaco Pino Alfarano.

Camini per secoli fu casale di Stilo. Divenne Comune autonomo nel 1806. Oliveti, vigne, legumi, frutti vari, furono e sono risorse principali, a cui si sono aggiunte serre da fiori; si sta diffondendo la nuova attività del turismo, favorito da quattro chilometri di spiaggia sabbiosa, dalla enogastronomia ai suoi primi passi, dai prodotti tipici locali e mediorientali (siriani e arabi).

Le villette costruite nelle frazioni prossime al mare, per esempio a Ellera, che nel passato ha ospitato pure un centro molto noto per disabili, e la predilezione di inglesi e olandesi vacanzieri per tale zona, ne avevano fatto presagire un certo sviluppo. Pur piccolo, ne ha tutte le potenzialità, da quanto abbiamo potuto apprendere. Solo i fondi finanziari e i progetti arenati sono insoddisfacenti, altrimenti il dipinto che raffigura il filosofo Campanella giovane si sarebbe restaurato (si trova nella chiesa principale dell’Assunta, in un angolo della volta ricca di figure bibliche in precario stato di conservazione), e anche altre importanti infrastrutture si sarebbero costruite. Comunque vanno avanti le attività legate al vino con le cantine bivongesi, la coltura in serre dei fiori, un Centro per disabili mentali.

Il Gruppo Borghinfiore ha visitato alcuni laboratori artigianali: di tessuti al telaio, di tintoria con sostanze naturali, di sartoria, ceramica, pittura, liuteria, ubicate nelle principali vie del paese, tra gli antichi catoi recuperati e i pianterreni dei palazzi vecchi; fanno parte della cooperativa sociale Eurocoop Servizi, che unisce insieme residenti e migranti, laboratori e vendita, scuola e informazione. Lo scorso anno il Comune ha ricevuto il Premio Codacons 2021, a Roma, per la Sezione “Piccolo Comune Amico”, riservato a chi tra i 350 piccoli Comuni primeggi in progetti d’utilità sociale.

Da parecchi anni l’Amministrazione comunale, l’Associazione Jungi Mundu, i cittadini locali, portano avanti l’accettazione di migranti e la collaborazione nelle attività comuni. Attualmente sono

intorno a 150 elementi, tra adulti e bambini, domiciliati a Camini. Sono per lo più siriani,curdi, nigeriani, ganesi, di altre nazionalità che sono passati di qua e vi sono rimasti. Durante il percorso, oltre al presidente Zurzolo, ci hanno guidato e spiegato tante conoscenze la signora Caterina (di Caulonia), la studentessa siriana Duà che frequenta l’Istituto Turistico di Gioiosa, il cui padre Mohamed, sfuggito alla guerra (ma ferito) vive qui con la famiglia da sei anni, da muratore è divenuto fotografo ufficiale di Jungi Mundu.

Oltre a tessuti diversi, le botteghe offrono tappetini, sciarpe, foulard di seta ‘cruenta’ (non raffinata) colorati con sostanze ecologiche, borse e borsette, vestiti e giubbotti tra cui uno di ultimo modello con strisce bianche catarifrangenti (utile a chi cammina di notte a piedi o in bicicletta), vasi e piatti dipinti in ceramica, strumenti musicali quali liuti e lire, zufoli e flauti semplici, tamburi e kazù in varie tipologie di legno, anche in ciliegio (più pregiati). Abbiamo conosciuto il liutaio, anzi maestro liutaio Vincenzo Piazzetta, originario di Lamezia, il muratore Cusmano di Camini e il ceramista siriano fratello di Duà che ha imparato qui il mestiere e usa il tornio, la creta e i colori con impegno.

Nel palazzo sede dell’Associazione, oltre all’ufficio si trovano i locali per la scuola, il doposcuola, la cucina. Dalle finestre e dal balcone – che conserva ancora alla base una lunga lastra di granito locale di qualche secolo fa – si gode un ampio panorama, di prati coltivati con accanto casette necessarie a piccole fattorie di migranti e/o locali, di tetti con tegole d’argilla.

Il territorio di Camini si protende all’interno fino a Pazzano, con cui confina a Nord Ovest; confina anche con Riace, Stignano, Bivongi, Monasterace, oltre che col mare Ionio.

Tra i palazzi nobiliari, ci sono stati indicati quelli di Musuraca e di Politi.

Abbiamo visto strade pulite, alcune larghe altre strette, vasi con piante e fiori presso porte e lungo muri, parcheggi per le auto, case vecchie e nuove che lasciavano trasparire elementi medievali in soglie di pietra locale, in ringhiere di ferro, in qualche finestra bifora, in rari portali arcuati.

Abbiamo apprezzato la cucina di un ristorante (pure della cooperativa): accanto ai maccheroni, fatti a mano con i tradizionali steli di giunco, conditi al sugo di polpette di maiale, non sono mancati i falafè (una specie di frittelle rotonde a base di ceci e vari aromi) e i baclawà (simili a torroncini) siriani, preparati dalla madre di Duà. Producono liquori con prodotti del luogo, tra cui il liquore al melograno che abbiamo pure assaggiato per curiosità nel ricordo della magnogreca dea Persefone alla quale era sacra la melagrana, segno di fertilità.

Jungi Mundu”, insomma, contiene una formula innovativa rispetto alle cooperative operanti in varie regioni italiane: italiani e stranieri giunti da migranti operano in sintonia d’intenti, collaborano insieme, non ci sono padroni e dipendenti, non ci sono caporali e braccianti, bensì laboratori e servizi distribuiti a seconda delle attitudini e capacità.

Tommaso Campanella si sarebbe meravigliato e compiaciuto di tale ‘piccola Città del Sole’! (Caterina Mammola)

 

CAMINI (RC) – Si è concluso il progetto “Sguardi incrociati” dell’Eurocoop Jungi Mundu

Si è concluso, con successo, a Camini, il progetto Sguardi incrociati dell’Eurocoop Jungi Mundu, vincitrice del bando promosso dall’Unar (Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali) in occasione della 17ª “Settimana d’azione contro il razzismo”, che si svolge ogni anno.

Con Sguardi incrociati, il mondo dell’immigrazione e le sue sfaccettature sono stati visti attraverso gli scatti fotografici degli stessi migranti. Tra Camini, Sant’Ilario dello Ionio e Rosarno, un racconto per immagini che ci apre a nuovi angoli di comprensione e condivisione, conoscendo meglio le loro storie.

Rehab, Khaled, Mario, Aboubakar, Adel, Arhal, Abera, Mohamed e Iones, guidati dai tutor Oreste Montebello, Ernesto Sestito e Ivan Arella, con la loro passione e il loro entusiasmo hanno reso possibile un progetto denso di sentimento e creatività. «Insieme a loro siamo cresciuti un po’ di più. Abbiamo attraversato insieme esperienze emozionali di un’intensità non attesa. Un crescendo di emozioni che ci ha accompagnato fino all’ultimo giorno di lavoro consapevoli che questo progetto è l’inizio di una grande amicizia che ha la sintesi nello strumento fotografico» ha detto Oreste Montebello a nome dei tutor.

«Con ognuno di loro – ha aggiunto – c’è stato un rapporto privilegiato ed esclusivo fatto di confronti continui e di scambi quotidiani che porterà alla realizzazione della mostra fotografica e al tour virtuale. Ivan, Ernesto ed io siamo stati ospiti nella loro vita, con loro abbiamo giocato e lavorato scoprendo le attitudini e le singole creatività, sorprendendoci. Gli sguardi si sono incrociati e le emozioni ci hanno pervaso come le onde accarezzano la sabbia delle nostre spiagge. Il nostro mare è lo stesso, come le onde cantate dal poeta Khalil Gibran».

Gli scatti dei partecipanti, selezionati per la stampa, andranno ad allestire la mostra dislocata, in un percorso circolare, per le vie di Camini, visibile a breve anche online, in un tour virtuale, interattivo.

«Questo progetto fissa con le immagini la nuova “arte della presenza” dei cittadini stranieri nella loro interazione pubblica e privata con il nostro territorio – ha spiegato Rosario Zurzolo, presidente della Eurocoop Jungi Mundu –. Dotati degli strumenti idonei e con la guida dei tutor e del nostro team, i beneficiari hanno avuto modo di esprimersi senza filtri ed essere la testimonianza concreta di come i piccoli paesi vivano un processo rigenerante di sviluppo socio-economico grazie all’accoglienza». (rrc)

A Camini, Sant’Ilario e Rosarno il progetto “Sguardi incrociati” della Eurocoop Jungi Mundu

Si intitola Sguardi incrociati il progetto itinerante della Eurocoop Jungi Mundu organizzato in collaborazione con Unar – Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali e in occasione della 17esima Giornata d’azione contro il razzismo, «finalizzato al contrasto delle discriminazione etnico-razziali e alla promozione di valori sociali positivi di rispetto e di inclusione attraverso le arti visuali, favorendo lo scambio interculturale e interrazziale».

Un lungo workshop itinerante, dunque, con momenti teorici e pratici, per raccontare l’immigrazione e le sue tante sfaccettature attraverso gli scatti e le immagini dei beneficiari del progetto di accoglienza della Eurocoop Jungi Mundu. Lo sguardo e la voce dei protagonisti dell’immigrazione per raccontarla da dentro, in prima persona.

«Con questo progetto, che vede protagonisti i nostri beneficiari, si vuole dare spazio alla nuova “arte della presenza” dei cittadini stranieri nello spazio pubblico e nella dimensione privata del nostro territorio – ha spiegato Rosario Zurzolo, presidente della Eurocoop Jungi Mundu –. È anche un’occasione di crescita professionale per i giovani immigrati, attraverso la fotografia, con una partecipazione più attiva nella società di accoglienza e nei territori vicini, amplificando le possibilità di crescita, di interazione e di scambio, aprendo così le porte a un cammino davvero multiculturale, autentica ricchezza per il futuro dei popoli».

«Grazie a Sguardi incrociati – ha spiegato ancora – i nostri beneficiari avranno modo di raccontarsi senza filtri e testimoniare la trasformazione economica, sociale e pure urbanistica di un piccolo borgo come Camini, salvato dallo spopolamento grazie all’accoglienza».

Si parte, domani, con la presentazione del progetto, la consegna delle attrezzature e l’avvio di un corso base di fotografia e approccio all’uso delle attrezzature e della narrazione per immagini. Nei giorni successivi si procederà con scatti fotografici tra Camini e Sant’Ilario, con le tappe nel borgo antico di Condojanni e nelle principali aziende del luogo, e poi Rosarno, nella zona di San Ferdinando: un percorso tra le storie e luoghi attraverso la visione dei migranti, con la guida dei tutor Oreste Montebello, Ernesto Sestito e Ivan Arella, che accompagneranno in maniera professionale gli “sguardi” dei beneficiari attraverso l’obiettivo.

«Lo sguardo è profondo ed eloquente più delle parole – ha detto Oreste Montebello –. Dove non si arriva con la lingua si arrivava con gli sguardi e, quando questi si incrociano, ci si comprende perfettamente. Oggi sono sempre più curioso di indagare, attraverso sguardi differenti ma uguali, i punti di vista che cambiano solo perché il nostro vissuto è stato diverso, ma perfettamente coniugabile attraverso la fotografia che ci accomuna e ci dà la chiave di ingresso dentro esperienze e mondi distanti ma bagnati dalla stessa acqua».

Gli scatti dei partecipanti saranno, poi, selezionati per la stampa e l’allestimento della mostra dislocata per le vie di Camini, visibile anche online, in un tour virtuale, innovativo, fortemente interattivo. Inserti video e audio permetteranno ai beneficiari coinvolti di descrivere la foto realizzata, di raccontare le proprie emozioni e l’esperienza maturata grazie al workshop, oltre alle loro storie di vita; mentre i visitatori online potranno anche lasciare commenti, scrivere porre domande e dialogare con gli autori.

A conclusione della settimana di lavoro, è in programma l’incontro sul tema Media, comunicazione ed immigrazione. Strumenti e tecniche per narrazioni contemporanee e la diffusione di valori inclusivi e il contrasto all’Hate Speech, fake news e stereotipi». (rrc)

Camini è stata scelta per un dottorato di ricerca dell’Università Tor Vergata di Roma

Camini, il borgo dell’accoglienza, è stato scelto per ospitare un dottorato di ricerca su Scienze Infermieristiche e Sanità Pubblica dell’Università Tor Vergata di Roma, nell’ambito del progetto La promozione della salute in un territorio multiculturale.

Il territorio del Comune di Camini, infatti, risulta inserito nel programma Sviluppo Nazionale delle Aree Interne e, quindi, quale area con basso numero di residenti, caratterizzata dalla presenza di diverse etnie e dalla difficoltà di accesso alla sanità di base a causa della distanza dai centri urbani più grandi, ritenuto idoneo alla realizzazione del progetto stesso.

L’obiettivo è quello di sviluppare un modello di riferimento utilizzabile in tutte le comunità che presentano problematiche multietniche e progettare, quindi, servizi socio-assistenziali integrati, in grado di tener conto dei valori della singola persona e dell’intera comunità, incrementando anche la ricchezza culturale e impattando positivamente sullo sviluppo economico della comunità stessa.

La dottoranda, che nei prossimi mesi sarà a Camini, è Maria Chiara Figura, che sarà affiancata nel percorso dalla dottoressa Paola Arcadi, direttrice di corso di laurea in infermieristica a Milano.

Il lavoro di ricerca, per i prossimi tre anni, vedrà protagonisti Camini e il centro di accoglienza Siproimi: i dottorandi raccoglieranno dati empirici per poi proporre un modello di presa in carico infermieristico in un luogo particolare come Camini. Un progetto realizzato grazie all’Università di Tor Vergata e alla professoressa Rosaria Alvaro, con il coordinamento sul posto di Rosario Zurzolo, presidente Eurocoop “Jungi Mundu”, e Giusy Carnà, e il tutoraggio a cura dell’etnopsicologa Serena Tallarico.

Da uno studio preliminare condotto a Camini dall’Università di Tor Vergata si sono evidenziati dei bisogni sanitari. Come attenzionato anche dalla Snai, sono necessari dei collegamenti tra la popolazione e i servizi sanitari e degli interventi educativi e preventivi specifici. Il progetto sottolinea come la presenza, a Camini, di un progetto Siproimi abbia, infatti, modificato la configurazione socio-demografica del paese, invertendo la tendenza allo spopolamento e trovando una nuova vocazione socio-culturale ed economica attraverso l’accoglienza agli immigrati.

Curarsi della salute dei cittadini presenti sul territorio è, quindi, una sfida, vista la carenza strutturale a livello sanitario. Persone di diverse origini, lingue, religioni, richiedono risposte sanitarie coerenti con i valori etici, religiosi e culturali della persona. I migranti che arrivano a Camini spesso hanno una salute compromessa, necessitano di cure specialistiche, di trattamenti riabilitativi e psicologici. Le patologie più frequenti sono quelle cardiocircolatorie, quelle connesse alla gravidanza, quelle derivati da traumi dovuti a torture abusi violenze e malattie genetiche degenerative e psicomotorie.

Risulta, quindi, importante superare la logica emergenziale, cogliendo un’opportunità di crescita e sviluppo dell’offerta sanitaria, predisponendo una modalità strutturata e sistematica di accoglienza, di assistenza sanitaria, di promozione della salute e di integrazione, permettendo così il raggiungimento del più alto standard di salute possibile per tutti gli individui presenti sul territorio.

«Si tratta, certamente  – ha dichiarato Rosario Zurzolo – di un grande passo in avanti in ambito medico e infermieristico, un passo rilevante per l’intera Comunità.. Ma è anche una risorsa che risponde perfettamente ai bisogni sanitari e sociali di un intero territorio fortemente disagiato a livello sanitario, per il raggiungimento di una migliore qualità di vita, qualunque sia lo stato di salute delle persone. Per questo vogliamo ringraziare la professoressa Alvaro e quanti hanno contribuito alla realizzazione del progetto». (rrc)