Caro bollette, Iemma (PD): Politica intervenga per dare risposte agli imprenditori

Giusy Iemma, candidata del Pd al collegio uninominale Camera, ha ribadito come «la politica ha il dovere di intervenire in maniera rapida e concreta per dare risposte agli imprenditori che devono fare i conti con il rallentamento della produzione a causa dei costi».

«Si moltiplicano le denunce a mezzo social di piccoli e medi imprenditori – ha spiegato – che si vedono recapitare bollette della luce più che triplicate rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Crescono i prezzi dei carburanti e delle materie prime, aumentano le bollette, la spesa è più cara, per molte famiglie è sempre più difficile arrivare alla fine del mese. In questo contesto il prezzo maggiore lo sta pagando chi già si trova in difficoltà, chi già fa fatica a gestire le spese della vita quotidiana o dell’attività d’impresa».

«C’è, purtroppo, anche chi ha già dovuto mandare a casa i dipendenti. Il controllo dei prezzi dell’energia elettrica deve essere una priorità – ha continuato Iemma –. Come Partito democratico pensiamo, infatti, a misure capaci di intervenire sull’aumento dei prezzi, ad esempio introducendo, almeno per 12 mesi, un tetto massimo al prezzo dell’elettricità per le imprese e le utenze domestiche. Anche per evitare speculazioni».

Secondo Giusy Iemma deve essere realizzato anche in Calabria quello che viene definito “un nuovo contratto “luce sociale” per microimprese e famiglie con redditi medi e bassi con fornitura elettrica prodotta totalmente da fonti rinnovabili e gratuita

«Comunque – ha concluso – sarà importante aprire un confronto con gli imprenditori e le istituzioni: noi abbiamo a cuore i cittadini e il territorio, oltre ogni possibile strumentalizzazione elettorale». (rrm)

Tavernise (M5S) presenta proposta di legge regionale sul Reddito Energetico

Il consigliere regionale del Movimento 5 StelleDavide Tavernise, ha presentato una proposta di legge regionale per l’istituzione del reddito energetico, che «garantisce l’accesso alle rinnovabili e al fotovoltaico per tutte quelle famiglie e cittadini con un basso reddito».

Con questo strumento, infatti, si possono «installare impianti per autoprodurre l’energia di cui hanno bisogno e immettere il surplus nella rete energetica territoriale. Con il ricavato viene alimentato il fondo per finanziare l’installazione del fotovoltaico ad altre famiglie», ha spiegato Tavernise, che ha definito il Reddito Energetico «la nostra risposta all’incremento dei costi dell’energia, all’emergenza sociale e ambientale. La maniera più rapida per fornire energia a basso costo».

La proposta di legge, con l’introduzione del Reddito Energetico, infatti, «intende proseguire e potenziare – viene spiegato nel documento – il percorso di sensibilizzazione regionale verso le politiche energetiche ecologiche avviato con la legge regionale 19 novembre 2020, n. 25 (Promozione dell’istituzione delle Comunità energetiche da fonti rinnovabili). La proposta, infatti, ha come obiettivo il potenziamento della produzione di energia da fonti rinnovabili, attraverso la concessione di contributi per l’acquisto e l’installazione di impianti alimentati da fonti rinnovabili in favore, prioritariamente, di utenti in condizioni di disagio socioeconomico, di categorie svantaggiate come giovani coppie, famiglie numerose, disabili e anziani».

«La proposta – si legge ancora – prevede l’erogazione di un contributo a fondo perduto per consentire l’installazione di impianti fotovoltaici nelle abitazioni private, favorendo le fasce di popolazione più svantaggiate senza escludere, tuttavia, un potenziale coinvolgimento dell’intera popolazione residente. Si assume come base un contributo a fondo perduto è di massimo 6.000 euro, per l’acquisto, l’istallazione e la manutenzione di un impianto per utenza domestica, singola o in condominio, installato sui lastrici di copertura delle abitazioni in proprietà o uso esclusivo ovvero nelle aree condominiali, collegati alla rete di distribuzione mediante il servizio di scambio sul posto, disciplinato con una apposita convenzione stipulata con il gestore del servizio». 

«La norma finanziaria per l’esercizio finanziario 2022 – viene spiegato – prevede l’impego della somma di 1.350.000,00 euro per il finanziamento del reddito energetico regionale che si traduce nella concessione di tali contributi di cui all’articolo 5, comma 1, lett. a) e b). Ipotizzando un ammontare medio dei contributi erogati dalla regione tra i 3.500 e i 4000 euro è possibile stimare preventivamente che la spesa autorizzata possa finanziare l’installazione di circa 360 nuovi impianti».

«La proposta prevede, altresì – si legge nel documento – una fonte di entrata, alimentata dalle risorse finanziarie derivanti dalla cessione alla regione dei crediti maturati dai beneficiari dei contributi regionali nei confronti del gestore dei servizi energetici a seguito del servizio di scambio sul posto dell’energia prodotta. Entrata destinata ad alimentare il finanziamento del reddito energetico regionale, a partire dall’anno successivo alla maturazione dei crediti nei confronti del gestore dei servizi energetici. Si può ipotizzare, quindi, che dal primo anno successivo alla realizzazione e messa in opera degli impianti, la Regione potrebbe godere di un credito medio di circa 250,00 euro a impianto, con una conseguente entrata di circa 90.000 euro per anno, che andrebbe a costituire una cifra utile a finanziare ulteriori contributi per la realizzazione di nuovi impianti, ai sensi dell’articolo 5, comma 3, della proposta». (rrc)

 

Caro bollette, Battaglia (PD): In campagna elettorale si parli dei temi che interessano la comunità

Domenico Battaglia, candidato al collegio Reggio-Jonica alla Camera dei Deputati per il Partito Democratico, è intervenuto in merito al caro bollette, ribadendo che «le nostre proposte sono sempre state sul tavolo» e che «mi piacerebbe che in campagna elettorale si parlasse di questi temi che interessano la comunità, tralasciando invece alchimie elettoraliste e personalismi che certamente non hanno alcuna utilità per la vita quotidiana delle persone».

Per Battaglia, infatti, «bene hanno fatto i commercianti reggini ad abbracciare la protesta nazionale: quella che viviamo è una condizione indegna della quale è necessario occuparsi da subito. Noi siamo per la serietà e la coerenza, lo abbiamo sempre detto. E la cosa più assurda è che proprio quelle forze politiche del centrodestra che si sono permesse di staccare la spina al Governo Draghi, gettando il Paese nel mezzo della bagarre elettorale mentre è in corso una grave crisi internazionale, sono le stesse che in queste ore si stracciano le vesti chiedendo al Governo di intervenire. Come Partito Democratico abbiamo sempre anteposto il senso di responsabilità nei confronti degli italiani agli interessi di bottega. E non accettiamo atteggiamenti demagogici da parte di chi ha preferito i calcoli elettorali alle legittime istanze della cittadinanza».

«In queste ore – ha poi spiegato Battaglia – il Pd è ancora impegnato a chiedere con forza un tetto europeo al costo del gas, in modo da limitare i rincari dovuti all’aggressione russa di Putin e la grave crisi che ne è derivata in tutta Europa. Una proposta sulla quale le forze politiche di destra continuano a non convergere, probabilmente in imbarazzo a causa dei legami, più o meno palesi, con la Russia di Putin che ne subirebbe un danno economico. Una situazione assurda che ricade, come sempre, sulle spalle e sulle tasche degli italiani».

«La nostra posizione sul caro bollette è sempre stata chiara – ha ribadito – cosi come sulla necessità di rinforzare il processo di transizione ecologica, per imprese e famiglie, calmierando i costi dell’energia e sfruttando la strada delle rinnovabili. Oltre al tetto europeo al prezzo del gas, sul quale stiamo già lavorando, su questo tema abbiamo alcune proposte chiare: un piano di risparmio energetico che incentivi gli investimenti per l’efficientamento energetico di imprese e abitazioni, semplificando le procedure per la produzione di energia da fonti rinnovabili; un tetto nazionale al costo delle bollette elettriche, con l’obiettivo di prevedere un controllo sui prezzi dell’energia, con l’introduzione in via transitoria per 12 mesi di un regime massimale dei prezzi per imprese ed utenze domestiche; un nuovo contratto da fonti rinnovabili diretto a microimprese e famiglie con redditi medi e bassi, con fornitura gratuita fino ad un massimo anno di 1350 KWh/anno per famiglia (metà del consumo medio) con prezzi ridotti sulla parte eccedente ed infine il raddoppio del credito d’imposta alle aziende per compensare gli extra-costi delle imprese per gas ed elettricità».

«Su questi temi – ha concluso Battaglia – mi piacerebbe aprire un dibattito anche con chi si candida a rappresentare il nostro territorio in Parlamento, anche se in queste ore appare affaccendato in tutt’altre questioni». (rrc)

LA GUERRA E IL CARO BOLLETTE INGUAIANO
17MILA MEDIE E MICRO IMPRESE CALABRESI

L’aumento dei prezzi e delle materie prime, provocato dal conflitto in Ucraina, ha sconvolto 17mila aziende calabresi. È quanto emerge dal rapporto dell’Osservatorio Mpi di Confartigianato Imprese Calabria, dove viene spiegato che lo scoppio della guerra ha colto le imprese italiane in una delicata fase di transizione post-pandemia, amplificando a dismisura gli effetti, già gravi, della crisi energetica e le strozzature di offerta delle filiere globali.

Di queste 17 mila imprese, che rappresentano un quinto (21,0%) degli occupati del sistema produttivo calabrese con 57 mila addetti, la quasi totalità ha meno di 50 addetti (99,6%), più di quattro quinti (84,2%) occupati in micro e piccole imprese (MPI).

A livello provinciale si osserva un maggior coinvolgimento del sistema produttivo nei settori maggiormente sotto stress a causa del conflitto in corso a Vibo Valentia con il 24,4% di occupati coinvolti nelle imprese in prima linea e Crotone con il 23,8%. Nel dettaglio si collocano nella trincea avanzata i settori con una maggiore intensità energetica: dalla metallurgia alla petrolchimica, dalla carta al vetro, dalla ceramica ai trasporti.

Nei comparti manifatturieri energy intensive sono sempre più numerosi i casi in cui il divario tra costi e ricavi diventa insostenibile, costringendo al fermo dell’attività: a due anni dal lockdown sanitario siamo arrivati al rischio di lockdown energetico per 832 MPI con 2.892 addetti. Il caro-carburanti colpisce il trasporto merci e persone, già colpiti pesantemente con la pandemia, comprimendo i margini per 2.385 MPI con 9.436 addetti. Le carenze di materie prime provenienti da Russia e Ucraina, associate a costi crescenti delle forniture, coinvolgono le imprese nei settori dell’alimentare, dei metalli e delle costruzioni, un perimetro in cui operano 14.394 MPI, con 35.666 addetti.

Dall’area interessata dal conflitto importiamo quote rilevanti degli acquisti dall’estero di ferro, ghisa e acciaio, di ghiaia, sabbia e argille, di cereali e fertilizzanti. Con la guerra scoppia l’iperinflazione energetica. A febbraio il prezzo del gas era più che quadruplicato nell’ultimo anno, con l’invasione dell’Ucraina è ulteriormente raddoppiato. L’alto utilizzo del gas per generare elettricità porta a marzo 2022 il prezzo della borsa elettrica oltre cinque volte il livello di un anno prima.

Il prezzo del barile di petrolio Brent a marzo (media all’11/3) è dell’83,6% superiore rispetto ad un anno prima, con forti ripercussioni sul costo dei trasporti. Secondo l’elaborazione di QE-Quotidiano energia su dati dell’Osservaprezzi del Mise, tra il 23 febbraio e il 14 marzo 2022 il prezzo del gasolio (self service) è salito del 25,7%: in soli 22 giorni si concentra la metà dell’aumento del prezzo del gasolio (+51,7%) dell’ultimo anno.

«La situazione è critica per il settore del trasporto merci su strada, che era in deflazione nel terzo trimestre del 2021 (prezzi in discesa dell’1,2%) e, secondo i dati pubblicati giovedì scorso dall’Istat, registra un aumento dei prezzi alla produzione che si ferma all’1,2% – riporta la nota di Confartigianato Imprese Calabria –. Le violente sollecitazioni dei costi delle commodities indotte dagli effetti del conflitto scoppiato lo scorso 24 febbraio nel cuore d’Europa mettono sotto pressione una ampia platea di imprese. Per questo Confartigianato nei giorni scorsi, intervenendo in audizione sul Dl Energia alle Commissioni riunite Ambiente e Attività produttive della Camera, ha ribadito la gravità della situazione in cui versano gli imprenditori a causa dei costi energetici».

«Per quanto riguarda il caro energia – conclude la nota – Confartigianato ha sostenuto che bisogna consentire anche alle piccole imprese di accedere al credito d’imposta per energia e gas previsto per le aziende energivore: vanno diversificate le fonti di approvvigionamento energetico ampliando la produzione nazionale, anche puntando sulle energie rinnovabili e sui sistemi di generazione distribuita». (rrm)

Mobilitazione di Coldiretti contro caro energie, consegnato ai prefetti documento con richieste proposte e soluzioni

È stato consegnato, ai prefetti, un documento con richieste, proposte e soluzioni per un intervento urgente sui Ministeri competenti che devono mettere in campo velocemente, tutte le azioni necessarie per agricoltori e allevatori stremati dal caro bollette e dalle speculazioni.

È l’importante risultato raggiunto dalla mobilitazione degli allevatori e agricoltori di Coldiretti Calabria che, a Cosenza, Reggio e Catanzaro sono scesi in piazza, denunciando che «i nostri prodotti vengono pagati sotto il costo di produzione» e che «noi lavoriamo nelle stalle energia alle stelle».

«Il comparto zootecnico – ha commentato Franco Aceto, Presidente di Coldiretti Calabria – complessivamente di circa 15.000 aziende, con allevamenti ubicati per lo più in aree montane e svantaggiate che, occupano oltre 30mila lavoratori e garantiscono produzioni di qualità e presidio del territorio».

«I dati – ha proseguito – sono eloquenti e parlano da se Quest’anno produrre cereali, come ad esempio il grano, costa agli agricoltori 400 euro ad ettaro in più, mentre per i produttori di olio extravergine d’oliva e di vino i costi medi di produzione sono aumentati del 12%. Ma il boom dei costi energetici riguarda anche il riscaldamento delle serre per piante e fiori con rincari del 30% e i vivai che sono oggi costretti a produrre praticamente in perdita. Nel giro di un anno la bolletta mensile di un’azienda florovivaistica media è passata, infatti, da 1700 euro a 6100 euro».

«E ad aumentare sono pure i costi per la pesca – ha proseguito – con la flotta costretta rimanere in banchina.. Ed ancora:  +70% costi dell’energia (con picchi del 640% tra il 2019 e 2022), +40% costo dei mangimi, +143% costo di alcuni concimi. In queste condizioni sfido chiunque ad andare avanti! Sono a rischio chiusura tutte le imprese, anche le più virtuose quelle che hanno aperto all’innovazione e molte, aggiunge, condotte da giovani».

«Il prezzo del latte alla stalla – ha chiarito – non copre l’incremento dei costi di produzione e questo genera una situazione non più sostenibile che si riflette su un clima di estrema sfiducia. Servono interventi immediati, per evitare che gli allevatori sottoscrivano accordi al ribasso o cedano ai ricatti di chi vuole approfittare della situazione di emergenza».

Delegazioni degli allevatori hanno consegnato ai prefetti, in quanto rappresentanti territoriali del Governo un documento con richieste e soluzioni, che, è stato assicurato, sarà trasmesso al Governo Nazionale.Liquidità alle imprese: Incentivare operazioni di ristrutturazione e rinegoziazione del debito bancario delle imprese agricole fino a 25 anni attraverso l’utilizzo della garanzia 100% copertura pubblica e gratuita dell’Ismea.

Stop a pratiche sleali per garantire il giusto prezzo: si chiede un’indagine dell’lspettorato del Mipaaf su tutte le industrie e le catene della GDO che stanno speculando sul prezzo del latte e degli altri prodotti. Ed ancora: sblocco dei 200 milioni di euro dei fondi Mipaaf per il cibo agli indigenti con vincolo, per le aziende che partecipano ai bandi, di rispettare la normativa contro le pratiche sleali, in particolare sui costi di produzione. Stop a contributi pubblici per aziende agroalimentari che non rispettano le norme sulle pratiche sleali.

Sblocco immediato dei decreti attuativi Mipaaf e dei bandi per 2,7 miliardi di euro del Pnrr: 1,5 miliardi di euro per pannelli fotovoltaici sui tetti, per aiutare le stalle a raggiungere l’autonomia energetica senza consumo di suolo; 1,2 miliardi di euro per contratti di filiera, per favorire un più equo riparto del valore. Per i fondi nazionali: Sblocco immediato dei pagamenti Agea/Arcea di 26 milioni di euro per aiuti agli allevatori di bovini da latte fermi da agosto 2021. Sblocco dei pagamenti per 90 milioni di euro dei fondi zootecnia aiuti Covid del Mipaaf. Aiuti per gli allevatori di razze autoctone, ed in particolare per la podolica, a valere sui fondi per le filiere.

In tema di semplificazioni dal Ministero della Transizione ecologica, lo sblocco della proroga degli incentivi al biogas e finanziamento degli impianti per coloro che hanno presentato domanda al GSE per favorire la transizione ecologica e l’economia circolare, che consente di trasformare gli sprechi in energia. Poi, l’annoso problema della fauna selvatica che in alcune aree del paese (scongiurato al momento in Calabria) è causa della diffusione della Peste suina. Non è più rinviabile l’intervento di modifica della legge 157 del 1992 (Norme sulla fauna selvatica). Basta cambiare un solo articolo per migliorare la vita di migliaia di agricoltori e allevatori!

«Le imprese – ha concluso Aceto – hanno bisogno di stabilità per avere certezze di futuro, da qui le richieste al Presidente del Consiglio Mario Draghi, attraverso i Prefetti,  per un intervento urgente sui Ministeri competenti che devono mettere in campo velocemente, tutte le azioni necessarie per agricoltori e allevatori». (rrm)

Saccomanno (Lega): Serve una task force per Enti locali allo stremo e molti vicino al dissesto

Il commissario regionale della LegaGiacomo Saccomanno, ha ribadito la necessità che la Regione «tra le tante cose messe in cantiere, si possa anche pensare ad una task force che riunisca tutti gli enti locali sia per comprendere le attuali condizioni che per assumere quelle iniziativi indispensabili, con i dovuti sostegni, per aiutare chi è in difficoltà o non ha gli strumenti umani e organizzativi per poter partecipare alla modernizzazione e utilizzazione dei fondi del Pnrr».

«L’aumento dell’energia e del costo dello smaltimento dei rifiuti – ha spiegato Saccomanno – sono un pesante handicap per tanti enti territoriali che rischiano seriamente il dissesto. Se a questo si aggiunge il mancato pagamento, da parte di molti cittadini, delle tasse e degli oneri locali il quadro è completo. Da una parte aumento dei costi e dall’altro diminuzione delle entrate».

«Come può un comune o una provincia mantenere i servizi se mancano le risorse? – ha aggiunto –. E in tale contesto vi è, anche, l’assoluta carenza di personale che mette a rischio il dovuto e normale percorso gestionale ed il pericolo che non si possano presentare i progetti per il PNRR! La Lega, molta attenta ai bisogni dei territori, lancia l’allarme e chiede che, sulla questione, di vitale importanza per le comunità, si apra una discussione sia a livello governativo che regionale».

«La perdita dei possibili finanziamenti dei progetti del Pnrr – ha concluso – sarebbe una grave sciagura per i territori e riporterebbe molto indietro la Calabria non potendo questa utilizzare seriamente i fondi che dovrebbero, tra l’altro, superare il divario tra il sud ed il nord. E su questo che la politica meridionale deve confrontarsi, anche per evitare delle rivendicazioni degli amministratori del nord che tentano di approfittare, invece che sostenere, le debolezze della nostra terra». (rcz)

Caro bollette, Anci Calabria lancia la protesta dei sindaci calabresi: Si spengono le luci di un monumento pubblico

I sindaci calabresi hanno aderito all’iniziativa simbolica di protesta indetta dall’Anci, che prevede, per la giornata di domani, di spegnere l’illuminazione, alle 20, di un monumento pubblico contro il caro bollette.

A tal proposito, il presidente di Anci CalabriaMarcello Manna, ha scritto ai parlamentari calabresi, «per sottoporre ed evidenziare la gravità venutasi a creare nei comuni calabresi – già fortemente sottoposti a crisi finanziaria pressoché strutturale – a causa dei marcati rincari, dell’energia elettrica in particolare, i cui effetti già in fase previsionale rendono difficoltosa la quadratura dei bilanci di previsione in corso di elaborazione».

«Tale problematica – ha spiegato – è stata oggetto di discussione in sede di Direttivo ANCI a Roma, alla cui riunione abbiamo partecipato e al termine della quale il Presidente Antonio De Caro, che ha lanciato l’allarme settimane fa, ha proposto come Associazione Nazionale dei Comuni Italiani, di chiedere al Governo Centrale di provvedere a determinare urgenti misure a sostegno per le nostre amministrazioni, poiché il rialzo dei costi dell’energia rischia di colpire molto duramente non solo i bilanci dei comuni, ma avere una pesante ricaduta sui servizi erogati ai cittadini. In effetti, mentre le voci di spesa legate all’esercizio della pubblica illuminazione mettono fortemente a repentaglio la tenuta dei bilanci, i piani dei costi dei servizi rivolti ai cittadini lievitano con l’inevitabile effetto di aumenti tariffari che in questo momento di difficoltà legato al Covid determinerebbero inevitabili tensioni di carattere sociale».
«Chiediamo, dunque – ha concluso –  il Vostro impegno di Parlamentari per sensibilizzare il Governo ed assumere in sede legislativa provvedimenti atti a sostenere i comuni e fronteggiare le stringenti difficoltà attraverso la istituzione di un “fondo per la compensazione di maggiori costi sostenuti dagli enti locali per l’incremento della spesa di energia elettrica e del gas” così da evitare l’interruzione o la limitazione di pubblici servizi essenziali. Va precisato che, in atto, è previsto solo un parziale e limitato intervento che riguarda alcuni oneri di spesa e per il solo primo trimestre, mentre occorre assicurare certezza ai comuni per l’intero anno considerando che, nella elaborazione dei bilanci, occorre adeguarsi agli esosi preventivi di consumi presunti pervenuti a cura dei fornitori». (rcs)

Caro bollette, Il sindaco di Fuscaldo scrive ad Anci: Prospettiva disastrosa per i Comuni senza intervento

Il sindaco di Fuscaldo, Giacomo Middea, ha scritto ad Anci Calabria e ai colleghi sindaci, ribadendo che «dobbiamo chiedere allo Stato di farsi carico di trasferimenti erariali straordinari e ad hoc, per compensare i costi in esubero conseguenti all’incremento dei prezzi dell’energia elettrica e del gas».

«Urgono interventi tempestivi – ha evidenziato il primo cittadino – e mi appello a tutti Voi, affinché la nostra voce arrivi al Governo. Quanto sta accadendo è sconcertante e le misure fino ad ora adottate appaiono carenti ed insufficienti ed un nostro diretto interesse, volto a promuovere azioni a nostra tutela ed a tutela dei cittadini, diventa, a questo punto, indifferibile».

«È, infatti – si legge nella lettera – fin troppo evidente che, dinanzi a questo sconfortante “panorama”, due sono le strade che un Comune, in solitudine, può affrontare: tagliare risorse su settori strategici ed essenziali o aumentare la pressione fiscale sui propri concittadini. Ipotesi a mio avviso impercorribili, in quanto incompatibili con i bilanci comunali e con i princìpi di veridicità, attendibilità, correttezza, coerenza e congruità degli stessi». (rcs)

 

REGGIO – Il Comune al fianco delle imprese reggine contro il “caro bollette”

L’Assessora alle Attività Produttive, Angela Martino e il sindaco ff Paolo Brunetti hanno incontrato i rappresentanti delle realtà imprenditoriali nel corso della riunione della task force economia.

«L’amministrazione comunale è e sarà sempre al fianco delle imprese e delle attività commerciali nella battaglia contro il “caro bollette”» ha spiegato l’assessore Martino, spiegando che «il nostro comparto produttivo sarà chiamato a far fronte ad un rincaro delle spese di gestione che mina, seriamente, il già fragile tessuto economico cittadino».

«Fosse necessario, ove le misurate varate dal Consiglio dei Ministri ieri fossero ritenute insufficienti – ha proseguito – sin da subito la giunta comunale si farà interprete delle esigenze e delle necessità espresse dalle singole categorie sostenendo, anche con una serrata interlocuzione presso l’Ufficio territoriale del governo, qualsiasi azione intrapresa dalle parti sociali di fronte alle scelte legislative nazionali».

L’assessora allo Sviluppo Economico, nel corso del suo intervento, ha affrontato l’altro nodo, particolarmente importante, rappresentato dal bando comunale per le imprese: «Esiste un ritardo sull’erogazione delle risorse dovuto, principalmente, ad un forte carico di lavoro pendente negli uffici di settore a fronte di una pianta organica ridotta all’osso. Nonostante le difficoltà, siamo arrivati a chiudere la graduatoria definitiva ed a porre l’esito delle istanze al vaglio del settore Finanze. A breve invieremo la documentazione all’Agenzia  di Coesione per poter avere accesso ai fondi». 

Alla delegata di giunta, tuttavia, interessa «invertire una tendenza che non c’ha soddisfatti».

«Serve rendere il bando più appetibile», ha spiegato aggiungendo: «Lo si potrà fare condividendo maggiormente le scelte in fase di analisi di contesto. L’amministrazione comunale accoglierà ogni suggerimento possibile in modo da rendere quanto più ampia possibile la fetta dei beneficiari di interventi mirati ad alleviare le sofferenze dei numerosi comparti che contribuiscono allo sviluppo socioeconomico del territorio». «Ciò su cui mi vorrei concentrare – ha continuato Martino – non è certo la misura del finanziamento lineare e generico quanto, piuttosto, garantire un contributo in termini di innovazione produttiva».

Un richiamo alla condivisione, l’assessora Martino l’ha riservato anche alla circostanza che «non tutte le categorie verranno coperte dai nuovi ristori programmati dal Governo». «E la condivisione – ha detto – diventa indispensabile per andare a coprire quanti più settori possibile per non lasciare nessuno indietro». (rrc)