STALETTI’ (CZ) – Un sabato sera per conoscere meglio Cassiodoro

I “Luoghi Cassiodorei” al centro di un progetto di valorizzazione del territorio, attraverso una ricerca storica per creare le basi scientifiche per la realizzazione di un Parco letterario. Questo il senso dell’iniziativa organizzata dal Comune di Stalettì, il 19 agosto alle ore 21,30 presso l’Anfiteatro di Palazzo Aracri; una serata per far conoscere le peculiarità di un territorio, che grazie ad un grande personaggio come Flavio Magno Aurelio Cassiodoro, si svilupparono i segni di una grande civiltà che attraverso il suo “Vivarium”, nacque la prima Università d’Europa.

Un Incontro dibattito che avrà come relatrice Maria Adele Teti docente universitaria, storica, già Presidente della locale sezione Italia Nostra Copanello, che insieme a tanti attivisti ha sempre lottato per preservare questo territorio da forme di antropizzazione. La creazione del parco con gli aspetti amministrativi e influenza sul territorio come ricaduta economica e sociale, attraverso una relazione del Sindaco Mario Gentile.

L’amministrazione Comunale, ha subito sposato questa proposta di creare un Parco Letterario, che possa racchiudere come in uno ‘scrigno’: storia cultura e natura per uno dei borghi più belli della Regione. L’evento, di grande rilevanza culturale, viene salutato con entusiasmo e gratitudine dal Sindacato Libero Scrittori Italiani sezione Calabria, presieduto da Luigi Stanizzi, che evidenzia il ruolo fondamentale della pubblica amministrazione nel promuovere e sostenere le attività che creano cultura: amministratori, docenti, giornalisti, artisti, tutte le sensibilità da chiamare a raccolta per crescere insieme nell’armonia.

Nel corso della serata, moderata dal Giornalista Salvatore Condito, sarà proiettato un video promozionale che racconterà i vari passaggi di questo straordinario promontorio tra storia e natura. (rcz)

Addio al giornalista catanzarese Enzo De Virgilio

di  PINO NANO  – Addio al giornalista catanzarese Enzo De Virgilio.  Una persona perbene, un gran signore del giornalismo calabrese. Un pioniere dell’Ordine regionale dei Giornalisti, ma anche uno dei grandi artefici del sindacato di categoria.

Sempre estremamente garbato, viveva la sua vita sempre un passo indietro agli altri. Attentissimo alle mille insidie di questo nostro mestiere, era a suo modo un apripista e un maestro. Padrone assoluto del campo, conoscitore di uomini e cose come nessun altro, tant’è vero che ricordo che da Caporedatore della Rai se avevo necessità di avere un conforto su una notizia che riguardava la città capoluogo chiamavo Enzo con la certezza assoluta di trovare in lui sempre la risposta più equilibrata e più serena possibile. C’è stato un pezzo della mia vita professionale in cui io scrivevo anche per lui, quando lui da Direttore de Il Piccolissimo, giornale che aveva anche fondato, mi chiedeva soprattutto delle note di colore sul mondo dell’emigrazione calabrese che io avevo incontrato in Nord America.

Mai di parte, ma testardo e cocciuto quando difendeva una causa che riteneva sacrosanta e legittima. Mai fazioso, ma determinato nelle scelte in cui credeva, e soprattutto figlio vero della città di Catanzaro. Enzo considerava Catanzaro la sua città naturale, e viveva la vita della città come se ci fosse realmente nato e cresciuto. Non era così in realtà, essendo lui nato a Galatro nel 1936, ma tutta la sua vita è stata attraversata e segnata dalla storia dei catanzaresi.

Se ne è andato anche lui nel silenzio quasi assordante di questi giorni di caldo ferragostano, era stato ricoverato all’Ospedale Pugliese per l’acuirsi dei suoi antichi malanni, ma questa volta non ce l’ha fatta.

Enzo aveva anche un passato da militante del Psi, ed era stato Segretario della Camera del Lavoro di Catanzaro non ancora trentenne, poi Segretario regionale della Uil. Coltiva la passione per il giornalismo fin da ragazzo, apprendendo i rudimenti della professione al Gazzettino del Jonio diretto allora da Titta Foti. È stato poi corrispondente de Il Giorno, quando viveva a Vibo Valentia, e del quotidiano economico Il Globo.

Passerà alla storia per essere stato il primo vero “direttore” responsabile della redazione calabrese dell’Agenzia Giornalistica Italia, redazione che ha guidato magistralmente per oltre trent’anni valorizzando al massimo la funzione e l’importanza di una agenzia che non era l’ANSA ,ma che con lui ha vissuto la stessa luce riflessa e gli stessi onori dell’ANSA. E una volta andato in pensione, Enzo era diventato il punto di riferimento in Calabria di un’altra agenzia di stampa ancora, l’Agenzia ASCA, riscoprendo all’età di settantanni ed oltre il gusto per la notizia e per la ricerca della stessa, come se avesse ancora non più di 30 anni. Ma non contento di tutto questo, fondato anche un’agenzia on line, che aveva chiamato Calabria notizie, e che alla soglia dei suoi primi 80 anni lo aveva ripiombato nel mondo dell’informazione digitale, cosa del tutto inimmaginabile per un vecchio cronista d’altri tempi. Davvero indimenticabile.

“La morte di Enzo De Virgilio segna un giorno di grave lutto per tutto il mondo giornalistico calabrese.-sottolinea il presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Calabria, Giuseppe Soluri– Enzo è stato un giornalista di primissimo livello: sempre attento alla fondatezza, alla attendibilità, alla correttezza della notizia che non mancava mai di verificare e di approfondire nelle sue diverse sfaccettature. Era cultore di un giornalismo rigoroso, mai superficiale, rispettoso anche della dignità e dei diritti di tutti. Per me -aggiunge Soluri- è stato prima di tutto un grande amico, un fratello maggiore, un punto di riferimento costante per la sua saggezza, la sua capacità di valutare le cose. Con Enzo De Virgilio il giornalismo calabrese perde un grande professionista. Personalmente perdo un amico vero, con cui abbiamo vissuto stagioni importanti dell’informazione calabrese e condiviso anche aspetti molto personali della vita. Enzo è stato un uomo di animo buono e sincero, ed è per questo che, come ben sottolineava Epicuro, ‘è vissuto soprattutto nella saggezza e nell’amicizia’. Sarà impossibile -conclude il presidente Soluri– dimenticare il suo magistero sia professionale che umano”.

Profondo cordoglio per la scomparsa di Enzo De Virgilio viene espressa dal segretario generale della Figec Cisal, Carlo Parisi, per diciotto anni anche segretario del Sindacato Giornalisti della Calabria. “Enzo De Virgilio è stato uno dei padri nobili del giornalismo calabrese e degli istituti di categoria dei giornalisti. Uomo di grande cultura, sempre pronto a offrire il proprio contributo di idee e a battersi per i diritti dei giornalisti, è stato un collega corretto e leale in una giungla nella quale, purtroppo spesso, l’ingratitudine e la gelosia prevalgono sui buoni sentimenti di quanti lavorano per tenere alta la bandiera della professione e della qualità dell’informazione. Al figlio Alessandro e alla famiglia tutta – conclude Carlo Parisi – il commosso abbraccio e il ringraziamento di quanti hanno sempre trovato in Enzo non solo un prezioso collega, ma un fraterno amico, sempre pronto a stemperare e superare i problemi con una battuta e un sorriso. “Barriere e ostacoli – mi ha detto l’ultima volta che ci siamo sentiti al telefono – albergano solo nella testa di quanti, per ovvi limiti, o non sono mai riusciti a vedere l’orizzonte oltre il proprio campanile o si illudono di fare fessi quanti, in realtà, fanno loro credere di esserlo”. Quanta saggezza in Enzo, che per una vita ha giocato al gatto e il topo con Venturino Coppoletti, beccandosi spesso ma, rispettandosi e volendosi sempre un bene dell’anima”.

Ma a ricordarlo e a rendergli il saluto dell’intera Calabria è anche il Governatore Roberto Occhiuto: “Sincero cordoglio, da parte mia e della Giunta che presiedo- scrive il Presidente della Regione- per la scomparsa di Enzo De Virgilio. Protagonista per decenni del giornalismo calabrese, alla guida per oltre 30 anni della redazione regionale dell’Agenzia giornalistica Italia, professionista di qualità e spessore. Durante la sua brillante carriera ha raccontato, con equilibrio e imparzialità, grandi eventi di cronaca, cambiamenti culturali e sociali, le vicende politiche più importanti della nostra Regione. Vicinanza alla famiglia e alle persone a lui piu care in questo momento di dolore”. Così anche il Presidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso: «Esprimo, a nome mio e del Consiglio regionale che rappresento, sentimenti di cordoglio per la scomparsa del giornalista Vincenzo de Virgilio,  alla guida dell’ “Agenzia Giornalistica Italia” (Agi) per tre decenni e protagonista, oltre che testimone scrupoloso, di numerosi eventi (anche sociali e culturali) che hanno segnato, nel bene e nel male, la storia contemporanea della Calabria.

 

 

Il Presidente Mancuso contro le bufale sulle infrastrutture in Calabria

Interviene con decisione il Presidente del Consiglio Rìregionale Filippo Mancuso contro le troppe bufale che riguardano le nuovo infrastrutture in Calabria e le polemiche sul “presunto” disimpegno del Governo Meloni nei riguardi del Sud.

«Nessuna opera – ha dichiarato Mancuso – subirà cancellazioni o diminuzioni finanziarie.  Non al Nord e neppure al Sud dove, contrariamente alle fake news messe in circolazione, tutto procede come da cronoprogramma. Si sta mettendo mano ad infrastrutture ferme da decenni e l’impegno per il Ponte dello Stretto è ormai uscito dalle nebbie in cui era stato cacciato, per diventare un progetto concreto e reale. Il Governo e il ministro Salvini stanno ridando al Paese e soprattutto al Sud il diritto al futuro che finora gli era stato negato. Occorre però fare attenzione alle ‘bufale’ propalate, anche perché sui territori c’è sempre chi, per emulazione o confusione mentale, è pronto a fomentare il linguaggio dell’odio e dell’intolleranza. E si  lascia andare a battute indegne di un Paese civile e irrispettose della volontà dell’elettorato.

«Penso – sottolinea il presidente Mancuso – ai due consiglieri comunali di Catanzaro, Palaia e Buccolieri che, partendo dalla ‘bufala’ della decurtazione dei finanziamenti al Sud, definiscono la Lega una vergogna. A prescindere dal merito della questione,  ai due esemplari del neotrasformismo catanzarese (proprio di recente il sindaco della città ha mutato il Dna della sua maggioranza includendo elementi di centro e transfughi del centrodestra) occorrerebbe impartire qualche basilare lezione di democrazia. Tra l’altro ricordando ai due smemorati (e all’eventuale mandante) che senza l’apporto, finanziario e di idee della Regione, del sottoscritto e dunque della Lega, dopo un anno di fallimentare governo del capoluogo della Calabria, la città sarebbe totalmente allo sbando». (rcs)

MONTEPAONE (CZ) – A lezione di estetica musicale con Bufalo e Montuoro

Dopo il grande successo del Festival pianistico “Riflessi sonori”, il 18 agosto alle 19:00 Palazzo Cesare Pirrò riapre le porte al pubblico per un nuovo appuntamento, del tutto singolare: il prof. Romeo Bufalo e la prof.ssa Laura Montuoro terranno una conferenza di matrice estetico-filosofica sul tema “Musica e Filosofia. Storicità, semanticità e ricerca di senso nel discorso musicale”, preludio del concerto del M° Francesco Miniaci che si esibirà sull’ormai noto e storico pianoforte a coda Yamaha C7 di proprietà del Comune di Montepaone.

«La società ha un grande bisogno di prendere consapevolezza di quanto la musica possa determinare l’accrescimento interiore di ciascuno di noi» spiega Laura Montuoro, relatrice e organizzatrice dell’evento. «Resta fondamentale, quindi, sviscerarne il significato profondo, ineffabile, intimamente legato alla sua peculiare semanticità, per meglio comprendere e godere della bellezza del discorso musicale espresso da chi di musica vive».

La conferenza si proporrà di stimolare un interrogarsi collettivo sull’impatto del linguaggio sonoro nell’individualità e di carpirne i tratti distintivi che spieghino come quella che tra le arti è la meno legata a materia tangibile, ovvero la musica, più di tutte, al tempo stesso, risulti irresistibile e coinvolgente.

Una concettualità, questa, che si vivrà subito a seguire nel concreto con il concerto del M° Francesco Miniaci, pianista stabile della Cjo del Conservatorio Tchaikovsky di Nocera Terinese, che ha all’attivo numerosi concerti in Italia e all’estero e costanti collaborazioni con grandi musicisti della scena jazzistica nazionale.

A Montepaone, quindi, ancora una volta protagonista la musica a tutto tondo. Si invita la cittadinanza a partecipare, ricordando che il Palazzo sarà aperto dalle 18:30 per consentire di prendere posto comodamente. (rcz)

LAMEZIA TERME (CZ) – Il vescovo Parisi celebra la Madonna di Dipodi

«In questa festa della Madonna di Dipodi voglio augurare a tutta la Chiesa Lametina, qui stasera in modo così forte rappresentata, che davvero noi possiamo andare dentro il mondo con la forza dell’amore e dire al mondo che è possibile far continuare la vita anche là dove c’è la divisione, l’inimicizia, la mancanza di pace. Là dove c’è la morte è possibile che la vita continui e questa vita continua solo se siamo capaci di amare. Lo auguro di tutto cuore a me ed anche ad ognuno di voi come frutto maturo di questa festa della Madonna di Dipodi».

Con queste parole il Vescovo, monsignor Serafino Parisi, ha concluso la sua omelia nel corso della Santa Messa che ha presieduto in occasione della festa della Madonna di Dipodi a Feroleto.

«La Parola di questa sera – ha affermato monsignor Parisi – che è quella della Messa Vespertina della festa dell’Assunzione di Maria ci dà la possibilità di compiere un percorso di approfondimento della nostra fede cristiana, cattolica, e ci dà anche la possibilità di comprendere il senso della nostra presenza nel mondo, nella storia, in qualità di credenti chiamati per stare dentro il mondo ed animare la realtà degli uomini con la forza del Vangelo». Questo perché «custodire la vita non vuol dire celebrarla e lasciarla chiusa», ma «dare la possibilità a quella vita di continuare nel mondo e, paradossalmente, dare la possibilità a quella vita di far andare avanti, di far progredire la storia del mondo e la storia dell’umanità».

«Maria – ha aggiunto il Vescovo facendo riferimento al brano del Vangelo – proprio contemplando il suo corpo, ci dà la possibilità di dire che la fede non è una questione legata soltanto al sangue» come «le relazioni che possiamo stabilire con gli altri non sono relazioni che si stabiliscono perché dello stesso sangue. La fede è una fede alla quale si accede attraverso l’ascolto della Parola – dice Paolo ex auditu – perché non la riceviamo con i cromosomi: alla fede si arriva ascoltando la Parola e, poi, una volta che ho ascoltato la Parola, cioè quella Parola è entrata nella mia vita, nel mio sistema, la metto in pratica e con essa faccio vivere il mondo della Parola e il mondo di quella Parola che è la Parola di Dio».

Ma non solo. Infatti, «è possibile diventare fratello anche di chi non è del mio stesso sangue» e «l’unica possibilità è data dall’amore. Questa è la grandezza. Maria si è messa alla scuola di questa Parola, ha accolto dentro di sé l’amore stesso di Dio. Maria non si è chiusa nella sua casetta di Nazareth, ma ha preso il figlio Gesù e lo ha consegnato al mondo».

«Quando pensiamo alla nostra fede cristiana – ha proseguito monsignor Parisi – dobbiamo pensare alla fede non come ad una manifestazione» perché «avere fede non significa fare una profilassi contro il male, ma vivere la vita come tutti e affrontarla con le varie situazioni che si presentano: quelle belle, per cui si gioisce, ma anche il dolore, la malattia, la morte, la mancanza di giustizia, la perdita del lavoro, tutte le difficoltà che portano l’uomo a sperimentare la sua filitudine, la sua precarietà, la sua provvisorietà, il fatto di essere di passaggio su questa vita perché non siamo eterni. Allora, quando si presenta questa situazione, che è una situazione che mette a dura prova la nostra vita ed anche la nostra fede, è lì che la fede cristiana ci dà la possibilità di leggere e di interpretare, diversamente rispetto a chi non crede, tutto ciò che capita alla nostra esistenza. Questa è la fede, perchè è quell’atto di confidenza che innanzitutto viene da Dio verso di noi. È lui che fa il primo passo verso di noi, è Lui che prende l’iniziativa, si fa a noi vicino, e noi rispondiamo a Lui con una parola di fiducia, di confidenza, di affidamento al Signore. Allora, se noi siamo vicini a Lui, con Lui sappiamo che le nostre difficoltà, che ci sono, possono essere superate».

Da qui la sollecitazione a «prendere sul serio la nostra fede, nonostante i nostri limiti. Anzi, attraverso nostri limiti che ci dicono di abbassare la testa, di riflettere, pensare, di arrivare alla consapevolezza di quello che si è. E, una volta che uno arriva alla consapevolezza di conoscere ciò che è, il Signore non lo abbandona perché è proprio dentro il limite, è proprio dentro l’esperienza del vuoto che noi facciamo nella esperienza concreta della nostra vita, è proprio lì che il Signore scende, riempie quel vuoto e ci arricchisce». (rcz)

I funerali del manager della Sanità Giuseppe Profiti a Catanzaro

Grande commozione alla Basilica dell’Immacolata di Catanzaro ai funerali di Giusepep Profiti, il manager che il Presidente occhiuto aveva scelto per guidare Azienda Zero e “rivoluzionare” completamente la sanità calabrese.

Alla camera ardente allestita domenica nella sala San francesco della Cittadella regionale sono accorsi in tantissimi e non solo funzionari della Regione, ma molti che conoscevano e apprezzavano il super manager della sanità, che aveva scelto di restare in Calabria nonostante le sollecitudini del Presidente della Regione Liguria Toti che lo rivoleva a capo della sanità genovese.

Accanto al Presidente Occhiuto il Presidente del Consiglio Superiore della Sanità Franco Locatelli e il Presidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso, la Giunta regionale e il Consiglio regionale quasi al completo, nonché personalità del mondo della politica (tra cui l’ex presidente della Regione Giuseppe Nisticò che aveva suggerito a Occhiuto la scelta di Profiti per le sue brillanti doti di manager della sanità prima all’Ospedale Bambino Gesù e poi alla Regione Liguria).

Visibilmente commosso Roberto Occhiuto che con Prvofiti aveva stabilito un cordialissimo rapporto approdato in una solida amicizia: «A fnerali – ha detto – non parlo mai, ma devo ringraziare Pino per il lavoro straordinario che ha svolto in questo periodo. Attorno a lui avevo costruito l’organizzazione della sanità in Calabria, la riorganizzazione dei servizi ospedalieri e territoriali. Ma voglio dirvi che con lui abbiamo creato subito un bel rapporto, nonostante i nostri forti caratteri. Mi diceva che io ero l’unico con un carattere peggiore del suo! ! Ci prendevamo in giro, ironicamente e bonariamente. Citava spesso Genova e mi arrabbiavo ricordandogli che ora era in Calabria. Ma questa terra lui la amava davvero, aveva un rapporto ancestrale con Catanzaro. Una volta gli dissi: “Ti ho scelto perché tu sei il “Maradona” della Calabria lui mi rispose “No, quale Maradona io sono il Palanca della sanità calabrese”. Stava preparando il suo compleanno ma soprattutto la prima partita del suo Catanzaro in serie B, promozione che ha vissuto come suo personale successo. Aveva un’intelligenza straordinaria ed una capacità straordinaria di coltivare il dubbio. Parlava di questioni sanitarie approfondendole prima, con grande umiltà. Ogni volta che gli chiedevo di parlare con me di un ospedale, una struttura, si presentava con un dossier accurato, con i dati. Facevamo a gara nella creatività. Ha lasciato un segno indelebile, una strada che percorreremo insieme perchè ci ha insegnato come si possa avere il coraggio e la passione per lavorare con grande umiltà e passione. Grazie Pino per quello che hai fatto in Calabria e grazie soprattutto per quello che ci hai insegnato.

Le esequie sono state celebrate dal vicario don Salvino Cognetti, giacché l’arcivescoovo Claudio Maniago era fuori città e ha fatto pervenir eun personale messaggiodi cordoglio. Cognetti nell’omelia ha ricordato il manager: «Giuseppe Profiti era un docente universitario, un manager, una persona brillante ma soprattutto un uomo dotato di una grande umanità e che aveva saputo stabilire rapporti autentici e mettere a frutto i doni che il Signore gli aveva dato. Con la sua scomparsa improvvisa e inattesa abbiamo perso una persona che avrebbe contribuito a migliorare questa situazione disastrata della sanità, in particolare in Calabria dove non aveva esitato a tornare per portare la sua competenza e il suo impegno».

Presente alla cerimonia funebre anche il fratello del manager scomparso, Pasquale Profiti, magistrato a Trento,     che, al termine della celebrazione, ha tracciato un commosso commiato, mettendo in rilievo il tratto comune «dell’onestà, quella insegnata a entrambi  dalla nostra famiglia». (rcz)

Catanzaro: un successo il primo Festival Porto a Sud al Villaggio Sapore di Mare

Successo a Catanzaro della prima edizione del Festival Porto a Sud  nel villaggio Sapore di mare ideato dall’Associazione Carpe Diem al Porto del capoluogo. L’iniziativa è riuscita grazie a una fortunata “rete” tra l’idea di valorizzare il territorio marinaro appena insignito della Bandiera Blu e le sue eccellenze.

L’evento ha ricevuto il plauso del Presidente del Consiglioregionale Filippo Mancuso: «Manifestazioni come ‘Sapore di Mare’ vivacizzano e rendono  attrattiva Catanzaro Lido e il suo notevole patrimonio di mare e cultura su cui occorre puntare per valorizzarne le potenzialità e promuovere sviluppo sostenibileLa rassegna – aggiunge Mancuso – per come efficacemente organizzata dall’associazione ‘Carpe Diem’,  ma anche  per la qualità dei gruppi musicali coinvolti (Sergio Cammariere, Mario Venuti, Joe Bastianich, Tammurriata Nera e Orchestraccia) e le interessanti proposte gastronomiche finalizzate a promuovere i prodotti agroalimentari della Calabria, merita un plauso e l’apprezzamento più sincero. Ci sono in Calabria più eventi ‘storicizzati’ che richiamano l’attenzione per i divi dello spettacolo che le connotano  e  che pure hanno un’ importanza considerevole. Ma sono del parere – commenta Mancuso – che sono anche, e soprattutto,  le manifestazioni costruite, con sacrifici e abnegazione, sul e dal territorio e in stretta connessione con la storia e le tradizioni popolari delle nostre comunità, che meglio promuovono il ‘brand Calabria’ su cui punte la Regione e che meglio rappresentano  il cuore della nostra terra. Complimenti ad Antonio Ursino, manager di eventi territoriali da oltre venti anni,  ed ai vari Enti coinvolti,  per aver dato avvio ad un’ iniziativa che spero possa diventare identitaria del territorio catanzarese, consentendo ai turisti italiani e stranieri, di conoscere la cultura e le consuetudini millenarie di una regione che ha tanto da offrire. Ai fermenti imprenditoriali, artigianali e culturali della Marina di Catanzaro, che ‘Sapore di Mare’ ha ben interpretato, è senz’altro necessario riservare maggiore impegno e risorse, per ripagarla dei molti decenni di disattenzione, dovuta essenzialmente al fatto che le classi dirigenti hanno amministrato la città come se Catanzaro non avesse il mare».

Dalla musica intrisa di poesia, tra canzone d’autore, pop, jazz, ritmi latini, di Sergio Cammariere e i suoi bravissimi musicisti, al bluegrass di Joe Bastianich e La Terza Classe, una fusione di country, blues, folk e jazz, fino al folk-rock romano dell’ Orchestraccia, ogni scelta si è rivelata azzeccata, in una sequenza di live coinvolgenti e finanche travolgenti. Un pieno di emozioni e divertimento.

Nella serata di chiusura gli attori-musicisti dell’originalissima quanto divertente, raffinata e perfino emozionante Orchestraccia, sin dal primo brano hanno meravigliosamente coinvolto il pubblico, fino a trascinare tutti via dalle poltroncine in un porto diventato una sorta di immenso locale da ballo. Marco Conidi, popolare cantautore e attore,  e i suoi non meno amati compagni di viaggio, Giorgio CaputoLuca Angeletti, voci, Angelo Capozzi e Salvatore Romano, chitarre, Mario Caporilli, tromba, Alessandro Vece, violino e tastiere, Fabrizio Fratepietro, batteria e Claudio Mosconi, basso, hanno letteralmente acceso la notte catanzarese con un mix di teatro-canzone di grandissimo impatto, con lo sfondo di immagini magistralmente scelte per accompagnare ogni brano. Partendo dal folk degli autori romani tra Ottocento e Novecento, l’ Orchestraccia ha proposto tutte quelle canzoni e poesie patrimonio della cultura italiana e della tradizione romana, da “Canta se la voi cantà” a “Lella”, da “Barcarolo romano” a “Daje”. Non è mancato l’omaggio a figure come Gigi Proietti, apparso sul grande ledwall, protagonista di un indimenticabile live proprio all’Arena di Catanzaro Lido nell’ edizione 2006 di Fatti di Musica.

La serata conclusiva di “Porto a Sud”, come le precedenti, è stata introdotta da Antonio Borelli, Assessore comunale al Turismo, e Antonio Ursino, responsabile di Carpe Diem, che hanno ricordato il sostegno dei Flag, della Presidenza della Regione Calabria e della Fondazione Carical.

A chiusura, anche Ruggero Pegna ha voluto ringraziare tutti e, in particolare, le migliaia di persone che hanno gremito la distesa della banchina del Porto: secondo stime realistiche circa 20mila le persone che, complessivamente, hanno persino affollato anche la lunga balconata del soprastante lungomare. Concordi Borelli e Ursino nel promuovere a pieni voti questa prima edizione di un progetto con più obiettivi: volontà di promuovere il quartiere marinato, l’intero Capoluogo, le eccellenze artistiche ed enogastronomiche, proponendo live d’autore di grande qualità e risonanza. L’edizione 2023 è andata in archivio tra i tanti colori e botti festosi dei fuochi d’artificio che hanno illuminato il porto e introdotto le migliaia di presenti nella giornata del Ferragosto. Visto il successo, decretato innanzitutto dalle entusiastiche presenze registrate e dalla perfetta macchina organizzativa, tutti hanno già dato appuntamento al prossimo anno. (rcz)

BORGIA (CZ) – Aida Garifullina è una vera star e incanta il pubblico dello Scolacium

Una presenza unica e un carisma da vera star internazionale, nella notte di sabato 12 agosto Aida Garifullina ha incantato il pubblico del Parco Archeologico di Scolacium a Borgia (Cz), ospite della XXIII edizione di Armonie d’Arte Festival. L’artista russa, superstar della lirica, è approdata per la prima volta in Calabria, forte di un curriculum che l’ha già vista esibirsi nei migliori teatri d’opera del mondo, con un programma musicale di quelli che lasciano il segno, con le pagine più famose e amate dell’intero repertorio lirico e non solo: “Vissi d’arte” da Tosca, “Sempre libera” da La Traviata, “Casta Diva” da Norma, “Habanera” da Carmen, e molto altro. Un concerto memorabile in un luogo sempre magico come Scolacium, per una notte che entra di diritto come una tra le più emozionanti nella storia già blasonata di Armonie d’Arte Festival.

«Tutto questo si realizza nel solco di un progetto ampio del Festival, che conferma la propria vocazione all’altissimo profilo internazionale – sottolinea il direttore artistico Chiara Giordano – un progetto che perseguiamo con il sostegno istituzionale del Ministero della Cultura e dalla Regione Calabria nell’ambito del brand Calabria Straordinaria».

Aida Garifullina si è esibita per il Gàla Callas, una produzione esclusiva del Festival, nata per omaggiare la grande Diva nel centenario della sua nascita. Accompagnata dall’Orchestra Internazionale della Campania, diretta da Leonardo Quadrini, ha cantato per più di un’ora e mezza le più belle arie della lirica di tutti i tempi. A metà concerto è rientrata dopo un cambio d’abito, mostrandosi molto grata e molto dolce nei confronti del pubblico. La sua esecuzione è stata permeata di gusto, stile, moderazione e rigore nella sua emotività.

«È un grande onore per me essere in Calabria, con l’opportunità di esibirmi in questo meraviglioso festival – ha dichiarato l’artista – Ogni persona che ho conosciuto è stata veramente amorevole, si è creato un bellissimo feeling con l’orchestra, grazie anche al lavoro del maestro Leonardo Quadrini. Ho scelto molto attentamente le arie da cantare in questo concerto, prima di tutto volevo ci fossero molte arie italiane, mi piace veramente tanto cantare le arie d’opera italiane, sono meravigliose. Tra queste ce ne sono anche alcune da mezzosoprano come la Carmen, è inusuale per me cantarle visto che sono un soprano, ma le sento così vicino al mio feeling, sono molto passionali. Sono passione e amore i sentimenti che ho voluto trasferire al pubblico della Calabria».

Prosegue nella prossima settimana il programma di Armonie d’Arte Festival: il 19 agosto a Scolacium con lo show esclusivo di Stefano Bollani, in combo con il percussionista indiano Trilok Gurtu, unica data al centro-sud; il 23 agosto alla Grangia di Sant’Anna a Montauro il Gàla Napoli & Caruso con protagonista Lina Sastri; il 28 agosto il concerto di Alice con “Eri Con Me”, un appassionato omaggio a Franco Battiato, in scena al Parco Archeologico di Sibari. (rcz)

Sergio Cammariere: festa grande al porto di Catanzaro

Festa grande al porto di Catanzaro con Sergio Cammariere: una notte indimenticabile, da incorniciare e conservare nel cassetto dei ricordi. Al concerto di Sergio Cammariere  hanno partecipato oltre 10.000 spettatori che hanno riempito l’area portuale, assiepandosi persino sulla balconata del lungomare per assistere a quello che si è rivelato non solo un concerto, ma un’emozionante festa, un autentico tributo della Calabria ad uno dei suoi musicisti e artisti più amati in Italia e all’estero.

“Un musicista, compositore, autore e poeta, orgoglio della Calabria!”: con queste le parole di Ruggero Pegna ha presentato il Riccio d’Argento , opera dell’orafo Gerardo Sacco, assegnato a Cammariere, oscar dello spettacolo musicale dal vivo, Premio ai Migliori Live d’Autore dell’anno del suo storico Festival Fatti di Musica giunto alla 37° edizione. A consegnare il prestigioso riconoscimento sono intervenuti il Presidente del Consiglio Regionale Filippo Mancuso e l’Assessore Comunale al Turismo Antonio Borelli, in rappresentanza dell’Amministrazione Comunale che, con questo concerto, ha avviato nel migliore modo possibile il nuovo festival “Porto a Sud”. La serata è stata introdotta da Antonio Ursino di Carpe Diem, ideatore di “Sapore di mare”, il villaggio di promozione di eccellenze del territorio dotato di area concerti.

Un incrocio tra tre progetti suggellato col botto da un successo oltre ogni previsione. Un bagno di folla ha abbracciato Cammariere sin dalla sua entrata sul palcoscenico, accompagnando ogni brano con cori, applausi, ovazioni, fino ad una emozionante e lunghissima standing ovation spontanea alla consegna del premio. Immagini che resteranno indelebili nella memoria di chi ha partecipato, ma anche dello stesso artista e dei suoi straordinari musicisti: Amedeo Ariano alla batteria, Luca Bulgarelli al contrabasso e Daniele Tittarelli al sassofono. Seduto dietro al fedele pianoforte, compagno delle sue innumerevoli composizioni, Cammariere ha sfoderato un live di eccezionale e virtuosa musica vera, in tempi in cui autotune e basi hanno fatto dimenticare cosa siano strumenti e grandi musicisti.  In due ore di concerto sono arrivati molti dei successi della sua ricca discografia, da  “Cantautore piccolino” a “Dalla pace del mare lontano, spaziando dal cantautorato più classico al pop, al jazz, con improvvisazioni e momenti che solo grandi musicisti possono offrire al loro pubblico. Con i diecimila a cantare l’ormai storica hit “Tutto quello che un uomo”, che lo fece esplodere al Sanremo 2003, il Porto è diventato un immenso coro in una notte davvero magica, accesa da brani che oramai fanno parte della storia della canzone d’autore italiana, come ha confermato anche la grande Mina che ha inserito questo brano nel suo album “Ti amo come un pazzo”.

Impossibile, a concerto terminato, non ripensarci e tornare sul palcoscenico all’incalzante richiesta di bis. Così sono arrivati altri due brani, con la poetica “Vita da Artista” a scrivere la parola fine ad un live memorabile. Nel backstage, foto e autografi fino a tarda notte. “Serata bellissima, che porterò per sempre con me, grazie a tutti!”, ha affermato il cantautore visibilmente emozionato.

Con “Porto a Sud” e “Sapore di mare”, inseriti nel più ampio e ricco programma di eventi “Vento d’Estate”, in collaborazione con le esclusive di Fatti di Musica, il Comune di Catanzaro e l’Associazione Carpe Diem, intendevano rafforzare l’immagine e la promozione del quartiere marinaro e, già dal debutto, l’obiettivo è stato pienamente centrato, come hanno sottolineato con soddisfazione Mancuso, Borelli e Ursino. La doverosa festa alla “Bandiera Blu 2023” del capoluogo è iniziata nel modo migliore. “Porto a Sud” ha visto domenica il concerto di Joe Bastianich e La Terza Classe e stasera (lunedì) con l’Orchestraccia, tutti ad ingresso libero, per concludersi a termine del concerto con un grande spettacolo pirotecnico di benvenuto al Ferragosto. Nell’area adiacente a quella dei live è stato allestito un elegante Food Village. Il Festival è realizzato con il contributo dei Flag e della Presidenza della Regione Calabria. (rs)

(La fotografia è di Massimiliano Natale)

L’OPINIONE / Franco Cimino: chi vince e chi perde a Catanzaro

di FRANCO CIMINO – La Politica non è un gioco, anche se ormai sono in tanti, tra coloro che la praticano, che pensano che lo sia. Non lo è in quella sede, l’Amministrazione locale, che vorrebbe essere la più Politica, ma che da noi sempre più distante da essa si trova, venuta fatta camminare nella direzione opposta. Vieppiù in questi ultimi anni, compreso quest’ultimo. È un gioco, pressoché ovunque, in Italia. Altrove, dove si è più sofisticati ed eleganti, il gioco è quello degli scacchi, in cui notoriamente è richiesto l’abbinamento pazienza-intelligenza.

Conoscenza profonda della tecnica e delle regole. Quando non sono gli scacchi, il gioco preferito è il biliardo. Anche qui, la regola, semplice ma ferrea, si accompagna strettamente alla tecnica. E, questa, alla fantasia, all’abilità quasi artistica nel rendere nuovo ogni tiro, inattesa la decisione, precisissimo il rotolare della palla e il suo toccare il pallino e i birilli, per poi andare in buca per sua scelta, talvolta necessaria. Qui da noi, galvanizzati dai successioni del Catanzaro e dalle ambizioni represse di molti (le abbiamo avute in verità tutti da ragazzi) aspiranti calciatori, il gioco scelto è il calcio. La posta in gioco, non richiesta da alcun campionato, è la Giunta Comunale. Il premio, non promesso da alcuno, è la maggioranza numerica per sostenerla (sic!). La partita è iniziata, in verità, poco dopo l’avvio di una grande avventura, politica e non calcistica.

Esattamente quattordici mesi fa, anche se è da fine aprile- primi di maggio che, al coperto di qualche ristorante o abitazione, rigorosamente in campo neutro, sono iniziati i preparativi “atletici” e il riscaldamento negli spogliatoi. Questa partita è appena finita. È, però, solo quella di andata. Presto ci sarà il ritorno. Si gioca attualmente senza stadio. Senza pubblico. Senza regole, senza l’arbitro. E con un pallone a tempo, quello breve nelle mani di un presumibile vero padrone del pallone. Di colui il quale deciderà di lasciarlo o di riprenderlo a secondo di come sarà al momento il risultato. L’unica cosa certa che ha “certamente” operato durante questa lunga fase preparatoria, è stata la classica campagna acquisti dei diversi giocatori, valutabili non per la qualità tecnica ma per la quantità di un qualcosa.

Nessun nome, ma un numero. Moltiplicabile al massimo per uno. Nessuna squadra e nessun colore di maglietta, perché mancano sia le squadre che le divise. Nemmeno qualche procuratore che curi i passaggi dei “giocatori”da una società a un’altra, ché mancante queste, ciascun giocatore ha giocato per sé, mettendo sul mercato soltanto sé stesso e qualche tifoso dichiarato sulla carta. Ma le partite, per quanto bruttissime e senza regole e arbitro e spettatori, soprattutto senza campo e stadio, come queste, si chiudono sempre con vincitori e sconfitti. Se ci fosse stata, in mancanza di intelligenza, almeno un poco di furbizia, questa partita, qui da noi, si sarebbe dovuta giocare per come aveva iniziato. E cioè in sordina, con discrezione, intorno a qualche bella cena innaffiata da buon vino, visto che vi erano al tavolo competenti “enogastronomi”.

Invece, si è voluto trasformare una semplice brutta partita di pallone, con il mercatino aggiunto, in un fatto politico. L’arbitro, o chi avrebbe dovuto esserlo, ha lasciato fare. Su tutto è stata fatta campeggiare una domanda e la conseguente richiesta tra le parti. “ Questo governo ( nascente, ora nato), è di sinistra o di destra?” È la conseguenza: per essere definito dell’una o dell’altra ci vogliono numeri. In Consiglio si chiamano numero dei consiglieri. In giunta, degli assessori.

Siccome i numeri, per chi in politica li sostituisce alle idee, sono soltanto tali, volendo leggerli “ideologicamente” (la mia analisi sulla Città dalle elezioni in poi, è naturalmente assai diversa, ma ne parlerò in altro contesto) essi dicono chi ha vinto e chi ha perso.

Ha perso, e pesantemente ancora una volta, il PD. Ha perso sul terreno suo privilegiato. Quello della furbizia da furbetti del quartierino. A luglio scorso gli è andata bene per la soggezione che ha avuto l’arbitro verso di esso. Il quale ha concesso che a un partito con il minimo dei consensi elettorali, quasi ultimo tra le liste concorrenti, ricevesse, con solo due consiglieri comunali (ah, i numeri!), due assessori con deleghe pesanti, di cui il vicesindaco. Questa volta avrebbe voluto fare il bis (anzi il tris per la richiesta del terzo assessore, dicono le cronache pettegole), ma non gli è riuscito. Il tris l’ha fatto, invece, quel furbo vero di Antonello Talerico. Il quale ha accettato la sfida colorando il suo rafforzato esercito di “politica” su cui ha impresso l’egida del suo nuovo partito. Partito che a quanto parrebbe non sarebbe di sinistra. Pertanto, si può dire che ha vinto lui. E da solo. Un consigliere comunale (anche regionale) contro un intero partito della “ sinistra” a Catanzaro, il PD. Il PD comunale, provinciale, regionale e nazionale. Questo dicono i numeri, la loro logica. E questo risultato offre la partita. Quella brutta, a cui pochi abbiamo potuto assistere, per assenza totale di pubblico. Il pubblico dei cittadini, sempre più pericolosamente sofferenti e indifferenti rispetto a ciò che si vorrebbe chiamare politica e istituzioni.

Dicono che da quelle parti, considerata la debolezza e cedevolezza dell’arbitro, si stia già pensando alla partita di ritorno. Io consiglierei prudenza. La logica del mercato, di questo mercatino, dice che chi vince trova più gente dietro la porta col cappello in mano. La prossima sfida, pertanto, potrebbe chiudersi con un altro vantaggio a favore dell’attuale vincitore. Che vorrebbe – ah i numeri! – fare almeno quaterna! (fci)