Centro Comunitario Apage: Attivare i Centri affido in tutta la regione

Attivare almeno cinque centri  affido distribuiti in tutta la regione. È quanto hanno chiesto Mario Nasone, presidente del Centro Comunitario Agape e Lucia Lipari, vicepresidente del Centro, all’assessore regionale alle Politiche Sociali, Tilde Minasi, nel corso di un incontro.

Si tratta, infatti, di servizi fondamentali per sensibilizzare, reperire e sostenere l’esperienza dell’affido, un servizio delicato e complesso che garantisce  nuove opportunità ai minori che hanno diritto a vivere in una  famiglia ma che ha bisogno di una progettualità adeguata.

L’emergenza profughi della ucraina ha fatto ancora un volta emergere la grande generosità delle famiglie calabresi che in tantissime  hanno risposto all’appello di Agape di accogliere temporaneamente minori provenienti dall’Ucraina. Disponibilità che saranno comunicate dall’associazione alle prefetture che hanno la responsabilità di intervenire sui minori stranieri non accompagnati  che stanno arrivando in Calabria.

Un dato, quello delle  famiglie disponibili all’affido, importante che deve, però, spingere regione e enti  locali a valorizzare maggiormente questo enorme capitale sociale di cui dispone la calabria  che può essere speso a favore di tutti i minori, anche di quelli calabresi in difficoltà che hanno bisogno di avere famiglie e adulti che li accompagnino nella loro crescita.

Nel corso dell’incontro, Nasone e Lipari hanno chiesto che la regione applichi le linee guida regionali sull’affidamento familiare «che, a distanza di quindici anni, non hanno ancora avuto seguito lasciando la nostra regione anche in questo settore agli ultimi posti in Italia – si legge in una nota –. Con il risultato che nonostante le disponibilità delle famiglie questo importante strumento di tutela del minore non decolla perché manca una programmazione regionale e in particolare non sono stati fatti  investimenti adeguati con  assunzioni di assistenti sociali e psicologi negli Enti Locali».

L’assessore ha ribadito la sua attenzione verso l’affido, che da amministrazione locale ha favorito e il suo impegno a dare seguito alle linee guida migliorandone il testo. In particolare ha sottolineato la necessità di garantire che i progetti di affido in calabria rispettino i tempi previsti dalla legge, due anni eccezionalmente prorogati e che non diventino in modo surrettizio scorciatoie per l’adozione che deve avere altre modalità.

Per questo nella riorganizzazione dell’assessorato designerà dei funzionari dedicati a questo settore e si impegnerà a finanziare l’avvio di almeno cinque centri per l’affido che possano, con il coinvolgimento dei Comuni, dei Tribunali per i minorenni e del terzo settore, dare una risposta omogenea in tutto il territorio regionale.

Durante l’incontro, la vicepresidente di Agape Lucia Lipari, anche a nome di diverse Associazioni, ha ricordato anche l’urgenza di varare una legge regionale sul contrasto alla violenza di genere, offrendo all’assessore la disponibilità a dare un contributo per l elaborazione di un testo che possa segnare un cambio di marcia anche in questo settore. (rrc)

Il Centro Comunitario Agape e Progetto Famiglia: Accogli un bambino o una mamma ucraini

Il Progetto Famiglia, che opera in tutto il Sud, e il Centro Comunitario Agape, lanciano un appello per garantire un’accoglienza anche nel nostro territorio calabrese di un bambino o di una mamma ucraini.

Le mamme sono donne di età varia, per lo più nella fascia compresa tra i 20 e i 45 anni, con uno o più figli minorenni, i cui mariti sono rimasti in Ucraina per la guerra. Donne che prima del conflitto conducevano una vita normale, bambini e ragazzi che andavano a scuola, che facevano sport, che avevano degli amici. Hanno un’età molto ampia (da 0 a 17 anni), anche se il maggior numero è rappresentato da preadolescenti (11-13 anni) e adolescenti (14-17 anni).

In gran parte, i bambini e i ragazzi da accogliere non sono orfani, hanno famiglia e parenti con i quali, in Ucraina, avevano regolarmente rapporti e che sarà importante ricontattare, anche in vista del ricongiungimento, da realizzare appena sarà possibile.

I bambini e i ragazzi con famiglia non sono adottabili. La parte, minoritaria, di bambini e ragazzi privi di famiglia (perché orfana o comunque allontanata da nuclei familiari con gravissime problematiche) potrebbe essere adottabile ma è improbabile che questo possa avvenire da parte di coloro che offrono la disponibilità all’accoglienza temporanea. La durata delle accoglienze non è al momento prevedibile, il periodo potrà variare in base ai casi specifici. Alcuni bambini e ragazzi potrebbero ricongiungersi con le famiglie in tempi brevi. Per altri potrebbe essere necessario attendere a lungo.

Quanto ai tratti comportamentali, molti di questi  ragazzi hanno subito traumi familiari, ai quali si aggiunge il dramma della fuga dalla guerra. È possibile che alcuni di essi esprimano i loro disagi interiori adottando comportamenti problematici. In questi casi, i ragazzi saranno ospitati nelle Comunità di accoglienza, dotate di operatori specializzati. Nelle famiglie si punterà ad inviare minori con comportamenti compatibili alle esigenze di tranquillità di una normale famiglia.

Il format di disponibilità promosso da Progetto Famiglia ed Agape chiede di indicare se si è disponibili per mamme con figli, per ragazzi (11-17 anni) o per bambini (0-10 anni). Ulteriori specifiche (ad esempio il sesso dei bambini, disabilità, etc.) potranno essere espresse durante i colloqui con l’équipe di Progetto Famiglia, in considerazione delle caratteristiche del nucleo familiare accogliente per favorire un corretto abbinamento con i minorenni ucraini.

Mamme e minori accolti hanno bisogno di almeno camera da letto a loro disposizione. Meglio ancora se è possibile riservargli anche un bagno. Le mamme con bambini possono essere ospitate anche in autonomia, in appartamenti liberi, purché seguiti con un contatto quotidiano da parte della persona/famiglia che mette a disposizione i locali.

Le famiglie e le persone interessate possono rivolgersi per informazioni e dare la disponibilità ai seguenti contatti:

Segreteria Agape: 3519311525/0965894706/3880561653 Mail: affido.agape@gmail.com segr.agape@gmail.com. (rrc)

Violenza giovanile a Reggio: le proposte del Centro Agape

Per il Centro Comunitario Agape di Reggio Calabria, per rispondere alla sfida educativa di carattere strutturale «è il momento di pensare ad un nuovo approccio che deve portare alla costruzione di un progetto giovani in grado di mobilitare, mettere in rete tutte le risorse disponibili a spendersi su questo fronte».

«Ad ondate periodiche – si legge in una nota – la cronaca cittadina registra episodi che riguardano adolescenti e giovani: aggressioni, risse, atti di vandalismo, suicidi, abbandono scolastico, devianza, baby gang chi si iniziano a formare in alcune  zone della città. Assieme a questo i  disagi psicologici diffusi che hanno colpito i ragazzi, acuiti dalla pandemia e che non trovano risposte da parte delle istituzioni e delle agenzie educative. A questi episodi seguono puntualmente  reazioni di  indignazione, di preoccupazione, appelli e  commenti anche congruenti e qualificati. Di norma, quando si spengono i riflettori su questi eventi  si passa ad un silenzio assordante, in attesa del prossimo episodio e non si vedono soprattutto da parte delle istituzioni  risposte  organiche e soprattutto investimenti in risorse umane e finanziarie».

«Tutti concordiamo – continua la nota – che non ci troviamo di fronte ad una emergenza educativa ma a una vera  e propria sfida educativa di carattere strutturale. La questione minorile e giovanile rimane irrisolta e ha investito tutto il nostro paese come i fatti di Milano con il fenomeno baby gang ci confermano  e ce non può essere delegata alle forze dell’ordine come questione criminale».

«Per rispondere adeguatamente ai bisogni dei giovani – viene ribadito – è necessario superare le strategie tradizionalmente impostate per settori ed aree di intervento (sport, cultura, servizi sociali ecc.) a favore di logiche organizzative ed operative per obiettivi   Un progetto su cui investire in modo intelligente le tante risorse che arriveranno anche dal Pnrr».

«Nella recente audizione – prosegue la nota – che come Agape abbimi avuto con la commissione politiche sociali del comune abbiamo proposto  di organizzare come Consiglio Comunale ,nei prossimi mesi, un momento di ascolto, confronto e programmazione su questo tema attuando anche  un articolo dello statuto comunale che recita: il Comune può indire, per dibattere problemi locali o questioni che rivestono particolare rilievo per la comunità pubbliche assemblee di cittadini. In particolare, il Comune si impegna a tenere almeno una volta l’anno una consultazione dedicata ai problemi dell’infanzia, dei minori e dei giovani. Una sorta di stati generali sull’educazione da preparare assieme a tutte le agenzie educative interessate  e che veda soprattutto protagonisti i giovani che vanno  ascoltati e coinvolti nelle scelte».

«Un ruolo importante in questo percorso – continua la nota – lo potrà svolgere anche  la rete delle alleanze educative che da alcuni anni opera in modo significativo in città alla quale aderiscono dodici istituti scolastici e trenta associazioni e che potrebbe essere potenziata.Da coinvolgere anche Procura  ed il Tribunale per i minorenni che rappresentano un Osservatorio privilegiato, una sorta di termometro del disagio minorile e familiare che si vive nel territorio. Un progetto giovani che potrà avere un importante sostegno dalla città metropolitana e che potrebbe essere esteso anche alla zona ionica e tirrenica».

«È tempo di scuotersi e di agire – viene sottolineato – come adulti e come istituzioni  siamo chiamati ad  essere credibili quando parliamo dei giovani come scommessa sul futuro della nostra comunità.Una sfida del genere merita di essere accolta da tutte le forze politiche presenti in Consiglio Comunale e dalle tante agenzie educative che sono  chiamate a superare la tentazione dell’autoreferenzialità per costruire una vera comunità educante, l’unica barriera possibile per prevenire e contrastare il malessere dei nostri giovani».  (rrc)

“Legami per Crescere”, Comune di Reggio e Centro Comunitario Agape insieme contro la povertà

Si chiama Legami per crescere il protocollo d’intesa che impegna il Comune di Reggio Calabria e il Centro Comunitario Agape a dare un aiuto concreto ai minori in difficoltà e una mano tesa alle famiglie “fragili” del territorio cittadino che vivono in condizione di disagio socio-economico e relazionale.

Il protocollo, siglato nel Salone dei Lampadari di Palazzo San Giorgio, è stato illustrato dal sindaco f.f. Paolo Brunetti, dall’assessore comunale alle Politiche sociali, Demetrio Delfino e dal presidente di “Agape”, Mario Nasone.

Il mondo giovanile ci sta inviando messaggi molto chiari, ha evidenziato il Sindaco f.f Brunetti, «attraverso continue manifestazioni di disagio, dispersione scolastica e purtroppo in alcuni casi anche atteggiamenti violenti che quotidianamente osserviamo lungo le strade e gli spazi pubblici della nostra città. Eventi ormai non più episodici di fronte ai quali non possiamo fermarci a guardare con rassegnazione ma, al contrario, agendo con la consapevolezza di poter cambiare lo stato delle cose mediante il rinnovo e il rafforzamento di quel patto educativo che deve vedere impegnate e artefici tutte le forze sane della comunità».

«E, naturalmente – ha proseguito – anche le istituzioni che devono guidare e sostenere ogni azione che il tessuto sociale promuove a favore dei più fragili. Voglio ringraziare per questo importante protocollo il Centro Agape, l’assessore Delfino e naturalmente tutto il Settore Welfare che ogni giorno si prodiga per garantire servizi e impegno di prossimità a chi vive in condizione di difficoltà e disagio».

«Il disagio giovanile in questo particolare momento storico – ha detto ancor Brunetti – continua ad essere un tema di stringente attualità, ha rimarcato l’assessore Delfino, evidenziando inoltre che su questo argomento “è sempre necessario mantenere altissima l’attenzione anche attraverso iniziative e azioni mirate a sostegno della rete delle famiglie e in generale delle fragilità. Questa collaborazione, tra il Centro Comunitario Agape e il Settore Welfare del Comune, va esattamente in questa direzione, ovvero provare a tendere una mano ai tanti minori che vivono in condizioni di disagio che può essere legato a molteplici fattori, aiutando anche i loro nuclei familiari di provenienza mediante l’affido a famiglie che li aiutino a compiere un percorso di crescita più tranquillo e sereno».

«Si tratta – ha spiegato – di un intervento complesso e delicato che tuttavia nella nostra città si sviluppa nell’ambito di un’antica e consolidata tradizione in materia di affido familiare. E questo protocollo intende offrire un contributo ulteriore attraverso uno sportello che si chiamerà “Informa Affido” a disposizione di quei gruppi famiglia che intendono abbracciare questa sfida ma anche del Tribunale dei minori e naturalmente di tutte quelle realtà cittadine dell’associazionismo impegnate in questo contesto».

«Si tratta di un progetto ambizioso – ha concluso – che oggi può godere del supporto professionale e qualificato di un gruppo di assistenti sociali che è stato recentemente implementato con l’ingresso di nuovi professionisti e ovviamente della grande esperienza maturata in decenni di attività sul territorio, da parte del Centro Comunitario Agape».

Di piena emergenza educativa ha infine parlato Nasone, «per tanti bambini e giovani della nostra città che vivono una condizione di difficoltà spesso legata all’assenza di una solida rete familiare. Abbiamo dati allarmanti, basti pensare ai centotrenta bambini che non sono stati iscritti alla prima elementare».

«L’affido – ha evidenziato Nasone – non è la risposta a tutte queste problematiche, poiché servono anche altri investimenti in particolare su spazi di aggregazione sociale, ma può sempre rivelarsi un contributo importante, specie in chiave educativa, ovvero senza allontanare il minore dalla sua famiglia d’origine. Un indirizzo, quello delle cosiddette famiglie solidali, che del resto ci viene indicato anche dal Tribunale per i minori e dai Servizi sociali. Per educare e far crescere un bambino serve un intero villaggio, di questo ne siamo certi». (rrc)

Rapporto sull’Infanzia e Adolescenza in Calabria, l’appello delle Istituzioni: la Regione usi il Pnrr per recuperare i ritardi

È unanime, da parte delle Istituzioni, la richiesta alla Giunta regionale, guidata dal presidente Roberto Occhiuto, di mettere nella loro agenda politica questo tema sul quale investire risorse regionali e del Pnrr e recuperando i ritardi del passato per quanto riguarda tutto ciò che riguarda l’infanzia e l’adolescenza.

Nello specifico, le associazioni hanno chiesto  un piano regionale sull’infanzia e l’adolescenza, una legge regionale sulla famiglia, l’attivazione di un osservatorio regionale sui bisogni e sulle risorse, un piano di contrasto della devianza minorile.

Tale appello arriva dall’incontro, svoltosi a Reggio Calabria, sul rapporto sull’infanzia e l’adolescenza in Calabria del CRC, organizzato dal Centro Comunitario Agape e a cui hanno preso parte i referenti di importanti istituzioni che in Calabria si occupano di minori, della loro tutela e della loro educazione.

Il Vescovo di Locri Francesco Oliva, in rappresentanza della conferenza episcopale della Calabria, è intervenuto in remoto alla presentazione del rapporto e ha definito “impietosa” la fotografia del disagio minorile in Calabria  documentata dai dati ed ha sottolineato l’urgenza che i bambini vengano messi al centro della attenzione della politica e della comunità e che gli interventi siano soprattutto centrati sulla famiglia che continua ad essere l’agenzia educativa più importante che se ne prende cura.

Un rapporto che documenta un divario insopportabile tra i diritti fruiti dai minori calabresi rispetto a quelli di cui godono i loro coetanei che vivono in altre aree del paese sottolineato nella sua introduzione da Raffaela Milano, Direttore di Save The Children per l’Italia.

Dagli interventi dei relatori, coordinati dalla psicologa Chiara Arillotta del centro Agape, è emerso come che in  Calabria le politiche sociali ed educative finora attuate non sono state in grado di garantire i diritti di cittadinanza fondamentali per i minori: diritto alla salute, alla famiglia, all’istruzione, al lavoro, alla socializzazione. In particolare e manca quindi una rete di protezione sociale per i minori che vivono un disagio personale e familiare sia di carattere economico che relazionale.

Il procuratore minorile Roberto Di Palma, del tribunale per i minorenni di Reggio, ha citato un dato emblematico dell’abbandono che vivono molti bambini: in sole tre scuole della città sono stati trovati ben 130 minori che non sono mai stati iscritti alla scuola elementare. Giovanni Schipani, del comitato art.44 ha denunciato che sono zero i posti in reparti di neuropschiatria e Maurizio Bonati, dell’Istituto “Mario Negri”, ha denunciato la cronica disattenzione verso l’infanzia in Calabria, che inizia prima ancora della nascita e che nel tempo si cronicizza. La Cardamone dei Villaggi Sos dei ragazzi a proposito del basso indice di lettura ha chiesto dove sono  in Calabria nelle scuole e nei quartieri  le biblioteche a cui possono accedere, Giorgio Marcello, dell’Unical, ha evidenziato come le aree della salute e dell’istruzione sono le più preoccupanti, ad es. con la mortalità infantile a 3,8 front del dato nazionale del 2,8 o della l’obesità del 15%, a fronte del 9% nel resto del paese.

La vicepresidente della Giunta regionale Giuseppina Princi, intervenendo in remoto dalla sede del  Ministero della salute ha assunto l’impegno a partire da questa fotografia del disagio minorile in calabria a dare risposte, in tempi brevi utilizzando delle economie di risorse non utilizzate per creare dei poli educativi tra comuni e associazioni e con l’anno nuovo convocare un tavolo di confronto e di programmazione per dare seguito alle  proposte che i candidati a governatore della Calabria, Occhiuto compreso, hanno sottoscritto aderendo all’appello della rete Con i minori e le famiglie e del Forum del terzo settore che aggrega le più importanti associazioni di tutela dei minori, con l’impegno di  approvare i provvedimenti in questa legislatura.

L’incontro è stato aperto da un video che ha dato voce ad alcuni ragazzi del quartiere di Arghillà, che hanno chiesto una città a loro misura,  con quartieri che non siano sommersi dalla spazzatura, che garantiscono loro spazi per giocare,  fare sport e altre opportunità di crescita. (rrc)

 

Giovedì a Reggio si discute dei dati del rapporto sui “Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza in Italia”

Giovedì 16 dicembre, al Salone dei Lampadari di Palazzo Alvaro, si discuterà dei dati emersi dal rapporto I diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza in Italia del Gruppo di Lavoro per la Convenzione sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza e coordinato da Save the Children Italia giunto alla seconda edizione e dedicato ai dati regione per regione.

Introducono Mario Nasone, del Centro Comunitario AgapeRaffaela Milano, Save the Children Italia. Modera la psicologa Maria Chiara Arillotta.

Presenta il video dei ragazzi e delle ragazze di Arghillà Sergio Conti Iamu. Dopo i saluti istituzionali di Giuseppina Princi, vicepresidente della Regione Calabria e di Emanuele Mattia, Garante Infanzia della Città Metropolitana di Reggio Calabria, intervengono, offrendo spunti di riflessione, Maurizio Bonati, dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri”, Francesca Cardamone, Sos Villaggi dei Bambini, Giovanni Schipani, Centro Comunitario Agape e Comitato Art. 24, Carla Sorgiovanni, Save the Children Italia e portavoce Rete regionale Con i minori e le famiglie.

Intervengono Demetrio Delfino, assessore alle Politiche Sociali del Comune di Reggio, Roberto Di Palma, procuratore della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Reggio Calabria, Giorgio Marcello, ricercatore Università della Calabria, e Mons. Fortunato Morrone, presidente Episcopale Calabra. (rrc)

Presentato il percorso per sostenere le famiglie affidatarie nel Reggino del Centro Comunitario Agape

È stato presentato, a Reggio, il percorso per sostenere le famiglie che si aprono all’affido, promosso dal Centro Comunitario Agape in collaborazione con l’assessorato alle politiche sociali, con l’obiettivo di creare un gruppo di auto aiuto e di sostegno delle famiglie e/o di singoli che hanno in corso un affidamento, compresi quelli parentali e quelli di famiglie che risiedono nel circondario della città metropolitana.

Il percorso, presentato da Gianni Trudu, psicologo dell’Associazione, è stata una occasione per una riflessione di carattere generale sulla situazione degli affidi nel nostro.Sono intervenuti la psicologa del Comune, Maria Grazia Marcianò che ha rappresentato il disagio e a volte la rabbia dei bambini che gli succede di ascoltare nei confronti degli adulti e delle istituzioni che spesso non danno loro risposte e li fanno rimanere nel limbo e nella precarietà affettiva, chiede per questo uno sforzo di tutti per ridurre i tempi di attesa delle decisioni del Tribunale per i Minorenni.

Il Giudice Minorile, Paolo Ramondino, ha dato la disponibilità del Tribunale per i minorenni ad avviare un confronto con gli attori istituzionali e sociali interessati per migliorare il sistema affido evidenziando l’importanza di  interventi che portino all’allontanamento del minore dalla sua famiglia d’origine solo nei casi gravi, così come chiede anche il parlamento che ha avviato su questi temi un monitoraggio a livello nazionale.

Pasquale Cananzi della Camera Minorile ha presentato una proposta di linee guida nella programmazione e gestione dell’affido che deve vedere tutte le parti  coinvolte lavorare in stretta sinergia evidenziando come i due anni di collocamento dei minori in affido devono essere sufficienti per elaborare un progetto che porti al rientro del minore nella sua famiglia biologica o all’adozione. Mario Nasone per Agape ha riassunto le proposte che sono emerse dal dibattito da condividere con l’Assessorato regionale alle politiche sociali retto da Tilde Minasi, tra queste, l’attivazione dei centri servizi affidi ai sensi delle linee guida della regione mai applicate, creazione di una cabina di regia sull’affido per il territorio metropolitano con Tribunali per i Minorenni, ambiti  territoriali comuni, azienda sanitaria., terzo settore, assunzione nei comuni e nell’ asp di assistenti, psicologi, neuropsichiatra infantili, attivazione da parte dei comuni di centri di valutazione delle competenze genitoriali a supporto dei Tribunali per i Minorenni attraverso il fondo regionale per le famiglie, favorire gli affidi consensuali, attivare una anagrafe regionale delle famiglie affidatarie e famiglie disponibili all’affido.

«Al Tribunale per i Minorenni – si legge in una nota – si chiede una modifica della istanza di adozione che preveda la disponibilità all’affido solo per quelli a rischio giuridico, una verifica e un monitoraggio degli affidi riducendo al massimo quelli a tempo indeterminato, l’obbligatorietà per le famiglie affidatarie di seguire la formazione,  una verifica sugli affidi ai parenti che non possono essere automatici, l’adempimento semestrale delle segnalazioni sui minori accolti che spetta alle comunità residenziali».

«Infine – conclude la nota – una proposta innovativa, pensare ad un progetto neonati e per bambini piccolissimi da collocare in famiglie affidatarie con figli propri in alternativa alla ospedalizzazione o al collocamento in comunità residenziali che incidono pesantemente sullo sviluppo psichico dei bambini, prendendo come modello quanto realizzato dalla Regione Piemonte». (aer)

Al via progetto del Centro Comunitario Agape per sostenere le famiglie affidatarie

Il Centro Comunitario Agape, in collaborazione con l’Assessorato alle Politiche Sociali, ha deciso di avviare un gruppo di auto aiuto e di sostegno delle famiglie e/o di singoli che hanno in corso un affidamento, compresi quelli parentali e quelli di famiglie che risiedono nel circondario della città metropolitana di Reggio Calabria.

Il progetto, curato gratuitamente da Gianni Trudu, psicologo dell’Associazione, sarà presentato lunedì 29, alle 18, nel Salone della Chiesa del Crocefisso, alla presenza del giudice minorile dr. Paolo Ramondino, del giudice onorario Saverio Sergi (delegato per il settore affido e adozione) entrambi  componenti del Tribunale per i Minorenni di Reggio Calabria, nonché della dott.ssa Maria Grazia Marcianò, referente area minori del Comune, con il saluto del parroco della Chiesa del crocefisso don Marco Scordo.

Sarà, questa, anche una occasione per una riflessione di carattere generale sulla situazione degli affidi nel nostro comprensorio  e per presentare alcune  proposte di miglioramento del sistema affido  emerse nella giornata di studio sul tema tenutasi  recentemente. Sono tantissimi ancora i minori che vivono in calabria una condizione di abbandono e privi di una famiglia,  l’istituto giuridico dell’affido è una delle opportunità che si presenta per dare loro un futuro e per questo è importante che sia maggiormente conosciuto e che soprattutto venga  garantito alle famiglie che si aprono a questa delicata forma di solidarietà ascolto e accompagnamento. (rrc)

Presentato il Comitato Art.24, che si rivolge a Occhiuto: Avviare tavolo tecnico per piano d’intervento per bambini con disabilità

Un Comitato che si fa portavoce del grido d’aiuto dei genitori dei bambini con disabilità nella Provincia di Reggio Calabria: È il Comitato Art.24 che, nel corso della conferenza stampa di presentazione, ha chiesto, tramite il portavoce, Nuccio Vadalà, al presidente della Regione, Roberto Occhiuto e al commissario dell’Asp, Gianluigi Scaffidi, l’avvio urgente di un tavolo tecnico per elaborare un piano di intervento.

Tra le proposte, l’«attivazione di uno o più  centri per la diagnosi precoce delle disabilità, attraverso convenzioni con strutture qualificate del Centro-Nord e l’attivazione dei servizi di neuropsichiatria infantile».

«Il comitato sta anche valutando – si legge in una nota – se non ci saranno riscontri alla sue richieste, la presentazione di un esposto alla magistratura per la messa in mora delle istituzioni competenti a garantire questi diritti e se necessario anche la richiesta in massa dei rimborsi alle famiglie in lista d’attesa che sono costrette a rivolgersi a privati per ricevere le prestazioni».

Il comitato ha avuto il pieno sostegno per il raggiungimento degli obiettivi che si è dato da Comunità Competente e dal Forum regionale del terzo settore, rappresentati nella conferenza stampa da Rubens Curia e da Luciano Squillaci.

La presentazione del Comitato, svoltasi nella sede del Centro Comunitario Agape e coordinato da Giuliano Quattrone, è stata fatta proprio alla vigilia della Giornata internazionale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, e nemmeno il nome è stato scelto a caso: richiama, infatti, l’art. 24 della della convenzione che sancisce il diritto alle cure ed alla riabilitazione di tutti i bambini del mondo.

Un Comitato, dunque, composto da genitori stanchi dei viaggi della speranza per avere una diagnosi, con le liste d’attesa interminabili per avere le prime cure e la riabilitazione, di aspettare l’intervento delle autorità sanitarie preposte e che ha  messo insieme le più importanti associazioni che si occupano di persone con disabilità nel territorio reggino.

All’evento, Anna Maria Chiaia e Maria Franco hanno raccontato la via Crucis e la mancanza di riferimenti che attende chi nel nostro territorio si trova a vivere questa condizione  in liste di attesa. Tra questi la storia di Giuseppe (nome di fantasia) reggino, di  50 giorni nato con sofferenza fetale e con danno celebrale diffuso. Seguito dalla neonatologia del Gom e inviato per ricevere un trattamento riabilitativo precoce in un centro  per limitare e prevenire ulteriori danni neurologici. Per carenza di posti previsti  tempi di attesa di oltre un anno, un periodo inaccettabile di vuoto che comporterà  in tema di prognosi danni irreparabili per lo sviluppo intellettivo del bambino.

I dati di questo vuoto di interventi sono stati presentati dal neuropsichiatra infantile Giovanni Schipani, che ha denunciato come nell’area metropolitana di Reggio Calabria, che rientra per intero nella competenza territoriale dell’Asp di Reggio Calabria, vivono circa 95.000 minori di età compresa tra 0 e17 anni,  di questi, il 20% (circa 19.000) presenta un disturbo neuropsichico, solo il 30% (circa 5.700) riesce ad accedere ad un Servizio di Neuropsichiatria Infantile e dell’Adolescenza (NPI,  di questi, solo il 50% (circa 2850 minori) riesce ad avere risposte terapeutico-riabilitative appropriate.Inoltre 100 minori con disturbo neuropsichico mediamente ricoverati in ospedale non ricevono un trattamento appropriato perché nella provincia di Reggio Calabria non esistono reparti ospedalieri di NPIA.

In Calabria non esistono le Unità Operative Complesse Ospedaliere di NPIA con la conseguenza che sia per ottenere una diagnosi (per esempio di Autismo, di malattie neuromuscolari, ecc.) che per ricevere le terapie del caso (per esempio interventi chirurgici ortopedici negli esiti di Paralisi Cerebrali Infantili o neurochirurgici) è altissima la “migrazione sanitaria” presso i Centri di altre regioni, in genere del centro-nord. Anche i servizi riabilitativi, ed in particolare i centri di riabilitazione ambulatoriale, sono molto carenti, con l’aggravante di essere distribuiti in modo disomogeneo nel territorio metropolitano, con alcune zone, come la Locride, particolarmente scoperte.Ne discende un dato drammatico: mediamente sono circa 1000 i bambini che rimangono in lista d’attesa per 24/36 mesi solo nell’ASP di Reggio, , e ciò rende vano ogni discorso sull’appropriatezza degli interventi, essendo la precocità della presa in carico il fattore più importante per garantire l’efficacia e la qualità degli interventi riabilitativi

Lunedì 20 settembre il Centro Comunitario Agape incontra i candidati alla Regione

È con un confronto con i candidati alla presidenza della Regione Calabria, in programma lunedì 20 settembre, alle 10.30, nella sala Commissioni del Consiglio regionale della Calabria, che si conclude il progetto di educazione civica Mettiamoci una croce sopra, promosso dal Centro Comunitario Agape di Reggio Calabria.

Un incontro e confronto necessari, sopratutto alla luce dei recenti risultati emersi dalla ricerca Giovani, partecipazione e politica, dove è stato rilevato un «sentimento di lontananza dei giovani calabresi della politica» – e che quest’anno saranno 250 mila a essere chiamati a votare – e che ha reso indispensabile la realizzazione di un manifesto di idee e proposte sui temi delle politiche giovanili, del welfare, delle politiche attive del lavoro, della partecipazione dei giovani alla vita del Governo regionale, della scuola e della formazione, che saranno presentate ai candidati, a cui sarà chiesto di aderire.

All’incontro, moderato dal giornalista Rai Riccardo Giacioia, intervengono Giulia Melissari, responsabile gruppo giovani Agape e del progetto, Gennaro Calabrese, artista che ha curato il video di sensibilizzazione per i giovani verso il voto, i referenti delle Associazioni.

L’incontro si potrà seguire in diretta streaming, e sarà presente anche una televisione francese. (rrc)