Il Decreto Calabria è legge

Il Decreto Calabria è legge. La Camera dei Deputati, nella seduta di ieri ha dato il via libera definitivo al decreto legge che contiene le disposizioni della partecipazione di personale militare al potenziamento di iniziative della Nato e le misure per il servizio sanitario della regione Calabria nonché di commissioni presso l’Aifa.

Con il via libera della Camera, è prevista la proroga di sei mesi del Commissariamento della sanità calabrese; l’erogazione alla Calabria di un contributo di 60 mln per gli anni 2021, 2022 e 2023.

Altro effetto del Decreto, è la facoltà, da parte del Commissario ad acta, di nominare i direttori generali degli Enti del Servizio e di avvalersi della collaborazione dell’Agenzia delle Entrate. 

I deputati del Movimento 5 Stelle, Anna Laura Orrico Vittoria Baldino e Riccardo Tucci, hanno dichiarato che «ggi questa maggioranza, la stessa che dai banchi dell’opposizione gridava allo stop al commissariamento della sanità per la Calabria e si rifiutava di votare per il decreto approvato, in data odierna, alla Camera, ha respinto le nostre proposte emendative, mettendo in atto un vero e proprio paradosso».

«Ciò che precipuamente chiedevamo – hanno spiegato – attraverso i nostri interventi emendativi era una maggiore trasparenza sia sull’operato del presidente Occhiuto che avrebbe dovuto relazionare alle Camere circa lo stato di avanzamento dei lavori, che sulla discrezionalità in capo al presidente di Regione nell’individuazione dei direttori generali, amministrativi e sanitari che andrebbero invece scelti attraverso selezioni pubbliche». 

«È paradossale – hanno proseguito di deputati pentastellati – he chi rivendica l’importanza della meritocrazia faccia poi orecchie da mercante quando lo stesso parametro deve essere usato per l’individuazione di chi dirige le Aziende sanitarie calabresi, alcune delle quali commissariate con una commissione d’accesso antimafia». 

«Cosa c’era di tanto irricevibile – hanno chiesto – nelle nostre proposte di portare alla luce e alla conoscenza dei cittadini calabresi l’operato compiuto dal commissario ad acta, oppure nel voler recidere il legame tra le nomine dei dirigenti della sanità e la politica che ad oggi hanno portato ad un evidente fallimento contraddistinto da un commissariamento ultradecennale». 

«La sanità calabrese – hanno ribadito – ha bisogno di trasparenza ed efficienza, tuttavia, a questa maggioranza sembra non interessare e preferisce respingere al mittente delle proposte opportune, necessarie e costruttive senza le quali continueremo a non avere contezza di quanto compiuto dal commissario ad acta né – concludono i deputati – a risanare un servizio sanitario regionale colabrodo che viola da decenni il diritto alla salute dei cittadini calabresi».

Il deputato della Lega, Domenico Furgiuele, ha reso noto di aver presentato un odg – che è stato approvato – con cui il Governo si impegna a sostenere il commissario ad acta e presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto «con collaborazione e leale cooperazione a tutti i livelli istituzionali, tavolo Adduce incluso».

«La sanità calabrese – ha ricordato il deputato – è stata vittima di un approccio ostruzionistico e autoreferenziale che ha caratterizzato per troppi anni l’operato delle strutture ministeriali, con risultati fallimentari e drammatici sotto gli occhi di tutti». 

«Per risollevarla dalla crisi – ha evidenziato – è fondamentale che, nei mesi a venire, la volontà del Presidente della Regione, che ha giustamente chiesto e ottenuto l’incarico di Commissario ad acta per l’attuazione del Piano di rientro dai disavanzi del SSR calabrese, sia sostenuto realmente e non solamente sulla carta come accaduto in passato, anche agevolando assunzioni di medici e migliorie».

La Calabria merita i servizi migliori e la Lega sarà sempre in prima linea per questo», ha concluso. (rrm)

SANITÀ, IL GIGANTESCO DEFICIT DERIVATO
DA 12 ANNI DI INFELICE PIANO DI RIENTRO

di GIACINTO NANCIIl sottosegretario alla sanità Andrea Costa nei giorni scorsi durante una sua visita in Calabria ha affermato che “siamo sulla strada giusta per la fine del commissariamento della sanità calabrese”. Vuoi vedere che finalmente al governo hanno capito che il piano di rientro sanitario imposto alla Calabria nel lontano dicembre del 2009 è proprio la causa della disastrosa situazione della sanità calabrese?

Infatti del “percorso positivo che ha già dato dei risultati positivi” citato dal sottosegretario non vi è neanche l’ombra perché dopo 12 anni di piano di rientro sanitario il deficit annuale della sanità calabrese è raddoppiato e la spesa dei calabresi fuori regione è perfino triplicata raggiungendo la stratosferica cifra di 329 milioni di euro. Ripetiamo, forse al governo hanno capito che è stato proprio il piano di rientro a causare e ad incrementare il deficit sanitario e le spese dei calabresi fuori regione. Infatti a governare la sanità calabrese in questi 12 anni non sono stati i calabresi ma i ministeri dell’Economia e della Salute tramite i loro commissari che si sono succeduti, e negli ultimi 4 anni, come se ciò non bastasse, hanno commissariato tutte e cinque le Asp e i tre maggiori ospedali calabresi.

Finalmente hanno capito che se in 12 anni di commissariamento la situazione è fortemente peggiorata vuol dire che c’era e c’è qualche altro motivo a causare il deficit sanitario calabrese che non l’incapacità dei calabresi ad amministrare la salute. E il motivo c’è ed è dovuto al fatto che la Calabria, dove ci sono molti più malati cronici, è la regione che da oltre 20 anni ha ricevuto meno fondi sanitari delle altre regioni, ad esempio nell’ultimo riparto dei fondi tra la regione Emilia Romagna che ha ricevuto più fondi pro capite e la Calabria che è quella che ne ha avuti di meno in assoluto ci sono ben 400,5 euro pro capite di differenza e se la Calabria avesse ricevuto 400,5 euro pro capite in più per i suoi 1.947.000 di abitanti avremmo avuto ben 779 milioni di euro in più.

E questa ingiustizia è ancora più grave considerando che in Calabria ci sono ben 287.000 malati cronici in più rispetto ad altri circa due milioni di altri italiani, dato certificato dai ministeri dell’Economia e da quello della Salute che hanno vidimato il DCA n103 del 30/09/2015 del commissario Scura che quantificava questi malati cronici in più con tanto di specifiche tabelle. Adesso siamo tutti contenti perché arrivano in Calabria per la sanità i 350 milioni del Pnrr, ma viste le cifre appena esposte quanti “PNNR” da 20 anni ogni anno sono stati sottratti alla Calabria?.

Infatti nel 2017 la Conferenza stato Regioni ha fatto una parzialissima modifica (per come dichiarato dal suo presidente Bonaccini) al criterio di riparto dei fondi sanitari alle regioni considerando non solo l’età ma anche la presenza delle patologie nelle varie regioni. Il risultato è stato che alla Calabria sono spettati 29 milioni di euro in più e quasi mezzo miliardo in più a tutto il sud. Se la modifica fosse stata completa i 29 milioni si sarebbero potuti moltiplicare almeno per 4, ovviamente la modifica non è stata ne ampliata ne ripetuta e la Calabria è tornata ad essere la regione con meno fondi pro capite in assoluto. Una promessa del genere l’aveva fatta nientemeno che il ministro della salute Fazio in un solenne comizio a Napoli il primo di Aprile del 2011 (sì già nel lontano 2011) dove aveva detto: “Entro due anni potremo ripartire i fondi in base alla prevalenza delle malattie e non più rispetto al parametro dell’età…”.

Il ministro è passato e il vecchio criterio che ha penalizzato e penalizza le regioni come la Calabria è rimasto. E quando al danno si aggiunge altro danno dobbiamo ricordare che in applicazione del piano di rientro noi calabresi da 12 anni ogni anno paghiamo oltre 100 milioni di euro di tasse e accise in più per ripianare il presunto deficit. E quando al danno si aggiunge anche la beffa noi calabresi siamo condannati a restituire 950 milioni in trenta anni per un prestito di 422 milioni che il governo ci ha fatto all’inizio del piano di rientro con un tasso di interesse del 4,89% che è molto vicino al tasso usuraio che è del 6.03%, mentre quello corretto per questo tipo prestito è dell’1%.

Infine sig. sottosegretario Andrea Costa è un bene la fine del piano di rientro sanitario ma se non viene modificato il criterio di riparto dei fondi sanitari alle regioni che ha penalizzato da oltre 20 anni la Calabria saremo come prima, anzi peggio, perché dopo 12 anni di tagli del piano di rientro che hanno significato chiusura di ospedali, blocco del turn over, aumento di viaggi della speranza fuori regione, allungamento delle liste di attesa, aumento dei ticket che hanno causato come dato conclusivo il fatto che i Calabria a parità di patologia si muore prima che nel resto d’Italia. Ripetiamo non basta la fine del piano di rientro ma il corretto finanziamento della salute, più fondi dove ci sono più malati e non il contrario come è stato da oltre 20 anni a questa parte. (gn)

LA SANITÀ ADESSO TORNERÀ AI CALABRESI DRAGHI NOMINA OCCHIUTO COMMISSARIO

di SANTO STRATI – Primo, lusinghiero (e clamoroso), successo di Roberto Occhiuto: il neopresidente a nemmeno sette giorni dall’insediamento ha ottenuto dal Consiglio dei Ministri di ieri sera l’incarico di commissario della sanità in Calabria. Finisce l’era dei generali, dei prefetti e dei manager un po’ distratti e comincia una nuova fase. Intendiamoci, il presidente Occhiuto non ha la bacchetta magica, ma con questo risultato dimostra di avere le idee chiare per quel che riguarda la Calabria. La sanità torna ai calabresi e il suo “commissariamento” prelude a un ripensamento generale degli interventi necessari per rimettere le cose a posto. Certo, serviranno collaboratori capaci e competenti ad affiancare il presidente e, già solo in Calabria, Roberto Occhiuto ha solo l’imbarazzo della scelta: ci sono medici, manager della sanità, professionisti fino ad oggi mortificati e vilipesi, in grado di mostrare il talento necessario per far tornare il sorriso ai calabresi. A cominciare da quelli costretti ai cosiddetti viaggi della speranza, quel “turismo” sanitario obbligato che in termini monetari costa ogni anno alla Regione un esborso di oltre 300 milioni per pagare le prestazioni eseguite da ospedali del Nord (spesso guidati da valenti professionisti calabresi), ma quasi il doppio ai degenti e ai loro familiari costretti a seguirli e ad assisterli lontano da casa.

È un risultato che apre la strada a un nuovo modo di intendere la politica e far diventare, finalmente, i calabresi, la Calabria, protagonisti e artefici del proprio futuro. Il premier Mario Draghi, in Consiglio dei Ministri, ha accolto la richiesta del presidente Occhiuto di intestargli il commissariamento della sanità. Una questione delicata e, per certi versi, imbarazzante, visti i risultati conseguiti fino ad oggi da undici anni di commissariamento, con l’ultima altalena dei papabili al ruolo, regolarmente rinunciatari o silurati ancor prima della nomina. La verità è che si è davanti a una svolta epocale: non si risolverà il problema sanità in pochi mesi, ma si cercheranno (e si potranno trovare) le soluzioni con l’impegno di tutti. E ci si augura l’apporto trasversale dell’opposizione per portare a profitto questa opportunità di riscatto: sarebbe un’ottima base di partenza per una consiliatura che si preannuncia difficile e complicata.

È stato lo stesso presidente Occhiuto ad annunciare l’incarico sui social poco dopo le 17: «Questo pomeriggio sono stato a Palazzo Chigi, ed è arrivato il primo importante frutto del lavoro svolto nelle ultime settimane: il Consiglio dei ministri ha deciso di nominarmi commissario per la sanità in Calabria. Dopo oltre un decennio la gestione di questo delicato settore torna, così, ai calabresi.
Avevo preso un solenne impegno con i cittadini in campagna elettorale: questo obiettivo è stato raggiunto già con il primo Cdm dopo la mia proclamazione a presidente.
Ringrazio il premier Draghi – al quale ho chiesto un incontro per approfondire i temi che riguardano la Calabria -, il ministro dell’Economia Franco e quello della Salute Speranza, e ringrazio il commissario uscente Guido Longo.
Da domani sarò, dunque, impegnato anche su questo delicato fronte, e sulla riforma della sanità si misurerà il successo o meno del mio governo regionale.
Chiederò all’esecutivo nazionale di adoperarsi per dare attuazione alla sentenza della Corte costituzionale proprio sul commissariamento della sanità in Calabria, affinché il commissario possa essere coadiuvato da esperti selezionati da lui stesso e dal governo.
La sfida sulla sanità la dobbiamo vincere, e se ci sarà un vero gioco di squadra sarà meno arduo primeggiare in questa difficile partita. Io sono pronto a giocare in attacco, per far voltare definitivamente pagina alla Regione, per consentire ai calabresi di avere finalmente i servizi e l’assistenza che meritano. Ci vorrà un po’ di tempo, ma ci riusciremo».

Se tutto il centro-destra esulta per questo straordinario risultato, anche da sinistra arrivano le prime attestazioni di stima. Tra le prime congratulazioni quelle del sindaco di Reggio Giuseppe Falcomatà: «Auguri di buon lavoro al Governatore Roberto Occhiuto, nominato dal Consiglio dei Ministri Commissario per la Sanità in Calabria. Il ritorno alla politica di questo delicato settore è certamente una buona notizia per la Calabria, in linea con quanto auspicato nei mesi scorsi dal movimento dei sindaci che a gran voce, ed in maniera univoca, aveva chiesto al Governo un netto e tangibile cambio di passo nella gestione della sanità in Calabria. Un obiettivo che adesso è in capo al Presidente della Regione, con il quale dialogheremo rappresentando le istanze del territorio calabrese, con l’obiettivo di risolvere le tante criticità ad oggi presenti e di valorizzarne le migliori eccellenze. Il diritto alla salute, da tempo purtroppo compromesso in larga parte del nostro territorio, è certamente uno dei bisogni primari per i calabresi. Da istituzioni responsabili e da primi rappresentanti delle nostre comunità, lavoreremo offrendo piena collaborazione al Presidente Occhiuto perché sia garantito un pieno e reale diritto alla salute per tutti i cittadini calabresi».

Anche il sen. Ernesto Magorno (Italia Viva) ha espresso il suo apprezzamento: «Si tratta di un risultato straordinario che restituisce la sanità ai calabresi. Buon lavoro al neo presidente che, sicuramente, lavorerà tanto per portare la nostra regione agli standard che merita».

La sottosegretaria al Sud Dalila Nesci (Cinque Stelle) ha spiegato le ragioni della scelta: «Come Governo – ha detto – abbiamo voluto nominare Commissario alla Sanità della Calabria il presidente della Regione con l’obiettivo di rafforzare e rilanciare il sistema sanitario. Siamo pronti ad una leale collaborazione con il Presidente Occhiuto perché il tema della sanità necessità di un impegno trasversale.

Con i decreti Calabria abbiamo assegnato al territorio fondi e dotazione organica, ora serve la capacità manageriale di mettere a frutto queste risorse. Sarà necessario affrontare le criticità strutturali della sanità per garantire livelli di assistenza adeguati a tutti i cittadini. L’obiettivo è rafforzare la responsabilità politica della Regione sulla sanità per ripristinare un processo virtuoso di efficienza, trasparenza e qualità dei servizi.
In tal senso sarà necessario rafforzare il Dipartimento regionale per la salute con profili di competenza ed esperienza che potranno supportare il lavoro di risanamento. Ringraziamo il Commissario Longo per il senso di responsabilità dimostrato e auguriamo buon lavoro a Occhiuto che, nel suo ruolo, sarà accompagnato dalle istituzioni che ad ogni livello, da anni, cooperano con la prospettiva di far uscire la Calabria dal commissariamento».

Secondo il deputato Francesco Cannizzaro «La prima conquista dell’era Occhiuto è di quelle che segnano già la storia della nostra Regione: la nomina di Roberto a Commissario equivale a riconsegnare la sanità in mano ai calabresi dopo 11 anni di scelte calate dall’alto e di personaggi che poco o nulla avevano a che fare con la Salute pubblica. Risultati disastrosi a cui ora dovremo trovare rimedio noi, nel più breve tempo possibile».

Eguale entusiasmo mostrano altri deputati di Forza Italia, Maria Tripodi e Sergio Torromino. Per la deputata di Reggio «era la notizia che tutti aspettavamo. Finalmente – ha detto Maria Tripodi –, dopo anni di mala gestione, la sanità viene restituita ai calabresi e al suo presidente, eletto dai cittadini. L’esperienza, le competenze e le capacità maturate in tutti questi anni, unite al grande amore che nutre per la sua terra, sono sicuramente una garanzia per affrontare questa sfida importante e difficile». Secondo Sergio Torromino: «è una bellissima notizia per i calabresi, che dopo anni di immobilismo meritano una persona capace di affrontare questa difficile sfida e di mettere finalmente ordine nel caos di un settore tanto delicato quanto importante per la vita dei cittadini». Anche il neodeputato Andrea Gentile, appena subentrato a Roberto Occhiuto alla Camera, ha voluto sottolineare il significato di questa nomina: «è una svolta epocale. Finalmente, dopo una lunga stagione di immobilismo, la nostra Regione potrà uscire dal pantano grazie alla guida di una personalità politica esperta, autorevole e competente. Sono certo che, grazie al grande impegno del presidente Occhiuto, anche la Calabria, presto, riuscirà a dare ai calabresi i servizi sanitari di qualità che meritano. Noi, in Parlamento, saremo sempre al fianco di Roberto per realizzare il nuovo progetto sanitario del quale il nostro territorio ha urgente bisogno».

Come c’è riuscito Occhiuto? Non era impresa facile, né meno che meno da superare in un tempo così breve: l’esperienza politica, l’ottima conoscenza delle forze partitiche e del peso dei singoli ministri, con i quali i rapporti era buoni e si avviano a diventare ottimi, hanno pesato non poco. La verità, incontrovertibile, è che la Calabria aveva bisogno di un Presidente “politico”, non personaggi – pur di spicco – ma privi di esperienza e di competenza politica. È un segnale evidente di cosa dovremo o potremo aspettarci: la Giunta può attendere, il Consiglio regionale entro il 15 vedrà la sua prima convocazione, la macchina regionale scalda i motori. Ma sarebbe far torto all’evidenza se non si dicesse che Roberto Occhiuto ha già conquistato la pole position per la gara più importante e più impegnativa della sua vita e non solo politica. Quello che i calabresi aspettano è una visione strategica, una visione di futuro, che guardi alla salute, al lavoro, alle infrastrutture e, soprattutto, pensi ai giovani. Hanno (abbiamo) rubato il futuro ai giovani calabresi: è tempo di cominciare a restituirglielo con i dovuti interessi. Le premesse ci sono tutte, vedremo. (s)

 

Accorato appello per la sanità in Calabria di Pino Nisticò al Presidente Mattarella

L’ex presidente della Regione Calabria Pino Nisticò ha lanciato un accorato appello al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella sulla situazione della Sanità in Calabria.

«Carissimo Presidente Mattarella – si legge nell’appello di Nisticò –, nei momenti più difficili, io mi rivolgo sempre a lei, come a un padre, perché come tutti i calabresi ho la testa dura, ma anche credo fermamente nei valori della libertà, della dignità dell’uomo e della donna, dell’amicizia, della condivisione dei beni, valori ereditati dalla civiltà italica e poi da Pitagora di Crotone, genio della matematica dell’Etica.

Mi sono rivolto a lei, di recente, quando a Roma da direttore generale dell’EBRI, Fondazione Rita Levi Montalcini, questa era in grave crisi economica e rischiava la chiusura. E lei, con il suo autorevole e amorevole intervento sul ministro del MIUR ha consentito la continuità dei finanziamenti all’EBRI sulla legge di stabilità!

Finita questa mia missione a Roma sono rientrato nella mia Calabria, perché qui ci sono i miei allievi, oggi diventati “Maestri” prestigiosi della Facoltà di Medicina, fra cui il Magnifico Rettore Giovambattista De Sarro dell’Università Magna Graecia, qui ci sono i miei fratelli e i miei affetti.

La Scuola di Medicina di Catanzaro è considerata dalle valutazioni ANVUR del MIUR una delle più qualificate del nostro Meridione per la sua elevata produzione scientifica, per il patrimonio umano e per le relazioni internazionali.

Qui sono venuti a insegnare, in passato, diversi premi Nobel come Renato Dulbecco, Rita Levi Montalcini, sir John Vane, sir John Eccles e sir Salvador Moncada, e alcuni dei nostri allievi occupano oggi posizioni apicali presso l’Università di Londra, come il prof. Vincenzo Libri, direttore della Farmacologia clinica dell’Imperial College, il prof. Giuseppe Rosano, direttore della Cardiologia del St. George University College, il prof. Luigi Camporota, primario di Pneumologia presso il St. Thomas Hospital che ha salvato la vita al premier britannico Boris Johnson.

Ecco perché Le scrivo, perché la dignità dei calabresi viene continuamente calpestata come è evidente da queste ultime scandalose vicende, che riguardano la Sanità in Calabria, governata da oltre dieci anni da commissari di Governo incapaci per cui noi calabresi ci sentiamo profondamente umiliati. Abbiamo in Calabria, signor Presidente, uomini e donne di grande capacità intellettive, manageriali ed etiche, e non abbiamo bisogno di persone inviate dall’alto che si sono rivelate fallimentari!

Ora, purtroppo, abbiamo toccato il fondo: da Cotticelli a Zuccatelli! Si tratta di persone che ignorano le basi più elementari della medicina o, nel caso di Zuccatelli, restano sordi ai bisogni della gente. Quest’ultimo inoltre, si è rivelato arrogante e incapace di ascoltare il parere dei docenti universitari, rendendosi così responsabile della gravità di non aver realizzato uno “Spallanzani” del Sud a Catanzaro presso Villa Bianca, ex sede della facoltà di Medicina, nonostante le pressanti indicazioni del Rettore De Sarro, che si era impegnato, con poche risorse e in pochi mesi, di attivare una infrastruttura di eccellenza per i pazienti gravi affetti da Covid! Eppure, Zuccatelli è stato addirittura promosso da commissario dell’Asl di Catanzaro a super commissario governativo di tutta la Calabria!

Poveri noi calabresi, trattati come uomini con l’anello al naso! E di questo, mi creda signor Presidente, sono profondamente addolorato! Mi rivolgo a Lei, ben conoscendo la sua grande sensibilità per i problemi della giustizia sociale e della gente più fragile e più bisognosa, ma anche per l’antica amicizia che l’ha legata al nostro Riccardo Misasi, affinché Lei intervenga sul ministro Speranza per farlo recedere da questa nomina ignobile e fargli scegliere un commissario governativo soltanto sulla base del merito e delle sue capacità scientifiche e manageriali.

A nome di tutti i calabresi Le mando il nostro più vivo ringraziamento.

Mi propongo di venire a Roma per salutarla di persona, sia pure per pochi minuti, anche per illustrarLe un grande progetto internazionale, cioè la realizzazione a Lamezia Terme del Renato Dulbecco Institute, una infrastruttura di eccellenza per la produzione di anticorpi monoclonali e di pronectine per il trattamento delle gravi malattie da coronavirus, alcune forme di cancro e di leucemia e la malattia di Alzheimer.

La nostra amata Presidente Santelli, da poco purtroppo scomparsa, lo aveva sposato con entusiasmo, tanto che la stampa lo ha definito “il progetto della presidente Santelli”. A maggior ragione, oggi ci sentiamo ancora più impegnati con l’amico calabrese Roberto Crea, considerato il padre delle biotecnologie nel mondo, che da San Francisco tornerebbe dopo circa quarant’anni in Calabria per dirigere il Renato Dulbecco Institute.

Con profonda stima e amicizia,

Pino Nisticò

(ex Presidente della Regione Calabria)».

(rm)

Spirlì contro il ri-commissariamento della sanità in Calabria: «combatteremo per i nostri diritti»

«Ci batteremo contro il Decreto Calabria, nessuno potrà fermare la lotta per la difesa del diritto di poterci curare nella nostra terra» ha dichiarato il presidente f.f. della Regione Calabria, Nino Spirlì, in un videomessaggio, ribadendo la sua contrarietà contro il commissariamento della sanità in Calabria.

Spirlì, inoltre, ha reso nota una lettera inviata dalla compianta presidente Jole Santelli al Premier Giuseppe Conte, in cui  ribadiva la sua contrarietà al regime speciale per la sanità regionale e sottolineava gli effetti negativi di un commissariamento che «nega il diritto alla salute dei calabresi».

«Leggo questa lettera – ha spiegato Spirlì – nel giorno in cui il Governo approva il Decreto Calabria, che prevede non più una proroga, ma addirittura un ri-commissariamento della sanità, malgrado il fallimento del precedente e nonostante le interlocuzioni che ho avuto con i ministri Roberto Speranza e Francesco Boccia, con il commissario Domenico Arcuri e, nelle ultime ore, anche con il presidente Conte».

«Roma, purtroppo – ha aggiunto – è stata sorda anche in queste settimane di attento, fermo e ragionevole confronto. Noi non abbiamo lasciato niente al caso, niente nei silenzi dei cassetti di questo palazzo. Per la Calabria, per i miei corregionali, per la mia gente, ho imparato a parlare con la politica, con le istituzioni, nonostante giustificabili incertezze o dubbi sulla mia capacità di poter gestire le sorti della regione in questi mesi. Non avrei voluto essere qui così, però rispetto il volere del presidente Santelli, che mi ha incaricato di essere il suo vice».

«Farò di tutto – ha proseguito Spirlì – perché in questi mesi il suo progetto possa raggiungere risultati, prima che arrivi la prossima amministrazione».

Dopo aver letto la lettera di Santelli a Conte, Spirlì ha evidenziato: «Jole non è stata ascoltata, noi non siamo stati ascoltati».

«Combatteremo fino all’ultimo minuto, combatteremo – ha detto ancora il presidente della Giunta – perché non vadano perduti il sogno, il progetto, le sante parole di chi per questa terra è morta lottando. Questo decreto diventerà legge, ma non ci potranno distogliere dalla lotta per difendere il diritto di poterci curare nella nostra terra e di poter decidere – assieme al Governo e non da sudditi – ciò che è giusto e ciò che non lo è».

«Spero – ha concluso Spirlì – che le polemiche di questi giorni possano finire e che la Calabria possa trovare una nuova unità. Uniti possiamo portare avanti una lotta condivisa nel nome di Jole e di tutte quelle persone che, in Calabria, non ce l’hanno fatta ma hanno comunque sperato».

La lettera inviata dalla Santelli a Conte: «il commissariamento nega il diritto alla salute»

Egregio presidente Conte, scrivo da una Regione in cui i diritti dei cittadini sono troppo spesso calpestati. La Calabria è una terra che ha tante potenzialità ma anche troppi, troppi problemi irrisolti. Il più importante dei diritti calpestati è quello alla Salute.

Siamo vittime da anni di un commissariamento governativo che, improntato esclusivamente a logiche meramente ragionieristiche, ha distrutto la Sanità calabrese. In questo le responsabilità politiche devono essere chiare e nette. Tutte le scelte sanitarie competono in Calabria al governo ed ai suoi commissari. Sono stata attenta ad evitare lo scontro istituzionale, non credo faccia bene a nessuno, ma chi decide di commissariare e di effettuare le scelte, poi deve avere il coraggio di assumersi la responsabilità che ne conseguono.

La fase Covid è stata gestita dalla Regione in assoluta sintonia con il governo nazionale. Il nuovo piano sull’emergenza, invece, su richiesta dei commissari è stato predisposto dagli stessi senza alcun coinvolgimento della Regione, e varato dal Ministero competente. Il nuovo piano ribalta totalmente l’impostazione precedente e per quanto mi riguarda lo trovo di difficile attuazione. Nella riunione con il commissario Arcuri e i ministri Speranza e Boccia, il commissario Arcuri ha specificato che nelle Regioni in cui è presente il commissariamento ad acta la Regione non è soggetto attuatore.

Non m’interessa essere soggetto attuatore di un piano che non condivido, ma è necessario che i calabresi sappiano che il governo si sta assumendo tutta le responsabilità della gestione sanitaria del Covid in Calabria e che la Regione è stata totalmente esautorata. Mi spiace dopo mesi di leale collaborazione, ne prendo semplicemente atto.

La responsabilità verso i calabresi deve essere però chiara, se viene ridisegnata la rete oncologica sul tumore alla mammella e, nonostante le proteste della Regione si va avanti per una strada che, purtroppo, porterà a una nuova e pesante emigrazione sanitaria, se vengono bloccate le radioterapie per esigenze di budget, rendendo impossibile si calabresi di curarsi a casa propria e costringendoli ad andare fuori regione per terapie salvavita, i calabresi devono sapere che sono scelte effettuate dai commissari di governo, con la totale contrarietà della Regione.

Non credo che, presidente Conte, Lei sia al corrente di queste cose ma è mio obbligo morale e politico porle in evidenza. Noi calabresi abbiamo diritto ad una sanità da Paese civile, non m’interessa fare guerra contro il governo nazionale, ma non farò da parafulmine a scelte pesantemente penalizzanti per i miei concittadini. L’emergenza sanitaria ci ha insegnato che esiste un destino di comunità.

Nessuno si salva da solo. Non possono esserci divisioni strategiche e strumentali davanti a un diritto fondamentale come la salute. Io sono certa che vorrà ascoltarmi per trovare insieme una strada che faccia onore allo sforzo del Paese tutto di non lasciare indietro nessuno. (rrm)