L’OPINIONE / Rubens Curia e Francesco Costantino: Ospedale della Sibaritide emblema di un sistema in crisi

di RUBENS CURIA E FRANCESCO COSTANTINO – È possibile che l’assuefazione faccia apparire normale quel che normale non è, e che in ragione di tale adattamento mentale non ci si accorga delle conseguenze negative che ne possono derivare.

Non vogliamo qui affrontare una questione di astratta psicologia, bensì un concreto problema collegato alla mancata utilizzazione di ingenti risorse finanziariedisponibili per la realizzazione delle strutture sanitarie necessarie e per la dotazione delle correlate tecnologie; risorse finanziarie che rimangono inutilizzate per tempi talmente lunghi da renderle di fatto non più impiegabili utilmente.

Come potrebbe altrimenti giustificarsi, se non con l’assuefazione, quello che accade ormai da decenni soprattutto in Calabria dove, a fronte di una documentata carenza di dotazioni strutturali e tecnologiche nel campo della sanità pubblica, non si riesce ad utilizzare le risorse finanziarie disponibili, e quando ci si appresta ad utilizzarle queste si presentano ormai insufficienti e devono essere impinguate generando ulteriori perdite di tempo che le fanno ancora una volta diventare insufficienti, in un circolo vizioso che diventa patologico. Gli esempi da prendere in considerazione sarebbero moltissimi e per dare sostegno al ragionamento che vogliamo fare dobbiamo, giocoforza,selezionarne uno tra i tanti che riteniamo paradigmatico.

Da giorni Leggiamo delle difficoltà nel dar corso regolare all’appalto per la costruzione del Nuovo Ospedale della Sibaritide in ragione della insufficienza delle risorse finanziarie disponibili per poter concludere un’opera la cui realizzazione era stata programmata e finanziata alla fine dell’anno 2007 con un investimento pari ad 77 mln di euro. L’investimento doveva concorrere, unitamente ad altri 3 ospedali anch’essi finanziati appositamente, a superare l’“emergenza sanitaria” in Calabria solennemente e formalmente dichiarata come tale.

Tra l’approvazione del progetto preliminare, avvenuta il 25 marzo 2010, e il contratto di concessione sottoscritto nel mese di settembre 2014 tra la Regione Calabria, l’Asp di Cosenza e la “Ospedale della Sibaritide Società consortile per Azioni” sono passati 4 anni e il valore dell’appalto si è portato nel frattempo a più di 143 milioni di euro.

Il progetto definitivo predisposto dalla società appaltatrice veniva consegnato alla Regione e successivamente approvato dalla apposita conferenza dei servizi conclusasi solo a giugno 2017. Il progetto esecutivo è stato approvato dal Rup nel mese di maggio del 2019. A questo punto, pur con un raddoppio dei costi preventivati, tutto sembrava prendere la strada giusta ma non sarà così perché la società Tecnis, capogruppo della concessionaria dell’appalto, si trovava costretta, per problemi societari interni, a lasciare il campo mettendo in vendita il ramo d’azienda comprendente la concessione di progettazione, realizzazione e gestione dell’ospedale.

La cessione del ramo d’azienda della Tecnis alla Società “D’Agostino Angelo costruzioni generali Srl” giungeva a compimento a fine ottobre 2019 e il 3 novembre 2020 si poteva festeggiare finalmente la posa della prima pietra. La nuova società procedeva con discreta lena e riusciva a portare l’avanzamento dell’appalto fino al completamento dell’intero scheletro strutturale il giorno 13 luglio 2023. Fattori esterni, quali la pandemia da Covid-19 e la guerra nel cuore dell’Europa, hanno però determinato aumenti anomali di costo e necessità di nuove varianti per adeguamento normativo e funzionale, il cui costo non è ancora noto ma viene da più parti ipotizzato in circa 100 mln di euro aggiuntivi.

Se così stessero le cose, dai 77 mln di € del 2007 inizialmente previsti il costo finale lieviterebbe, nel caso si riuscisse a recuperare in tempo utile il finanziamento aggiuntivo, fino a circa 250 mln di euro. Ovvero, il costo dell’investimento andrebbe quasi a quadruplicarsi. La verità è che, se per realizzare un’opera si impiegano 20 anni c’è una patologia nel sistema che non può non prevedere un rimedio altrimenti i calabresi di opere completate ne vedranno poche e quelle che si riuscirà a completare avranno costi abnormi, non solo in termini finanziari ma anche, cosa ancor più grave, in termini di privazione per tanti anni di diritti fondamentali negati ai cittadini, contestualmente incolpevoli e vittime. Segnaliamo questo caso perché gli stessi identici problemi prevediamo possano sorgere anche per il Nuovo Ospedale di Vibo Valentia e per quello della Piana, ma anche per tante altre opere già programmate e finanziate che evitiamo di elencare.

Noi un rimedio non più procrastinabile l’abbiamo ripetutamente evidenziato a partire dal mese di febbraio 2022, allorquando abbiamo incontrato in Cittadella il Presidente della Regione. E lo abbiamo recentemente ribadito nel documento finale predisposto alla fine dell’assemblea annuale di Comunità Competente tenutasi a Lamezia del mese di luglio di quest’anno, avendolo individuato nella inadeguatezza degli organici delle competenti strutture tecnico-amministrative della Regione che necessitano di essere adeguatamente irrobustite per eliminare il collo di bottiglia che, unitamente ad un astruso contesto normativo, genera l’infernale contesto che ritarda l’utilizzazione dei finanziamenti disponibili e spesso ne impedisce l’utilizzazione o li spreca inutilmente.

È in Regione, a parer nostro, che devono concludersi i processi di programmazione e gestione delle procedure degli appalti complessi e perché ciò possa avvenire occorrono nuove risorse umane qualificate che affianchino quelle esistenti alle quali umanamente, nella situazione data, non può chiedersi di fare miracoli. Le strutture tecnico-amministrative aziendali, per come da noi prefigurato negli stessi documenti prima segnalati potrebbero invece trovare utile impiego nelle operazioni, altrettanto impegnative, della manutenzione ordinaria di strutture ed impianti. Questo proponiamo, perché un sistema sanitario debole come quello calabrese non è in condizione di poter attendere ancora, e se non si reagisce si diventa assuefatti. (rc e fc)

[Rubens Curia e Francesco Costantino sono rappresentanti di Comunità Competente]

Mercoledì a Lamezia la terza Assemblea Regionale di Comunità Competente

Mercoledì 5 luglio, a Lamezia Terme, alle 16.30, nella Sala Sintonia della sede di Progetto Sud, si terrà la terza Assemblea regionale di Comunità Competente, sul tema Per una democrazia delle cure.

Sarà, come sempre, un Laboratorio di proposte concrete che nascono dal confronto e dall’esperienza di diversi saperi di tecnici, di cittadini e familiari delle varie Associazioni.

Coordina i lavori Rosellina Brancati. Relazionano Rubens Curia, portavoce di Comunità Competente, Rosalbino Cerra, presidente regionale Fimmg, Maurizio Cipolla, segretario generale Società Italiana di Telemedicina, Marina Galati, presidente nazionale Cnca Odv, Fausto Sposato, presidente Ordine Professioni Infermieristiche Cosenza, Daniela Diano, attivista Associazione Riprendiamo i Consultori, Francesco Abbondante, direttore Chirurgia Plastica ricostruttiva A.O. “Dulbecco Catanzaro”, Francesco Costantino, ingegnere Comunità Competente, Nunzia Coppedè, segretaria Fish Calabria, Stefania Fratto, presidente “Donne e Diritti”, Giacomo Panizza, fondatore Comunità Progetto Sud, Giacomina Durante, consigliera nazionale Apmarr e Ernesto Esposito, sub commissario al piano di rientro. (rcz)

Rubens Curia: i consultori femminili sono allo stremo

Il 22 Aprile è stata la giornata nazionale per ” la tutela della salute della donna”. «Purtroppo – dice Rubens Curia, portavoce di Comunità Competente – nel  Distretto Sanitario della Tirrenica dell’ASP di Reggio Calabria c’è poco da festeggiare. Infatti negli ultimi anni, tra il silenzio di molti, sono stati inattivati, per pensionamento o trasferimento del personale i Consultori Familiari di Cittanova, Oppido e Polistena creando il deserto nell’attuazione del Progetto Obiettivo Materno Infantile ( POMI ) e nell’attuazione della Medicina di genere. Ricordo che Comunità Competente aveva inviato  ai precedenti 5 Commissari delle Aziende Sanitarie, prima che elaborassero gli Atti Aziendali previsti dalla legge del 2019 una pec che richiamava la norma regionale ( almeno un Consultorio Familiare ogni 20.000 abitanti ed altro).

Tenuto conto della dimostrata disponibilità della dottoressa Di Furia chiediamo che siano assunte le seguenti figure professionali: 1) psicologi; 2) assistenti sociali; 3) ostetriche di cui c’è offerta in Calabria. Per quanto attiene alle altre professionalità si potrebbe sopperire tramite le ore di specialistica ambulatoriale interna.

A tal proposito chiediamo un sostegno alla Conferenza dei Sindaci del Distretto Sanitario Tirrenico. Solo così potremo fare una prevenzione attiva».

Ludopatia, Comunità Competente incontra Commissione Regionale Affari Istituzionali

Rubens Curia, portavoce di Comunità Competente, insieme a Maria Francesca Amendola, sono stati ascoltati dalla Commissione regionale Affari Istituzionali insieme a CRea Calabria, Anci, Consulta Nazionale Antiusura ed altre Associazioni che rappresentavano gli esercenti giochi pubblici.

Curia ha riferito che, nel corso dell’incontro, è stato chiesto che « l’argomento per le sue drammatiche ricadute sulla salute delle persone fosse discussa nella Commissione Regionale Sanità; che nella legge fosse previsto che ogni anno il Presidente della Giunta inviasse al Consiglio Regionale, per la discussione, ” Il Piano Integrato Regionale per il contrasto, la prevenzione e la riduzione del rischio della dipendenza dal gioco d’azzardo patologico ” in merito agli interventi previsti dal comma 5 dell’articolo 16 lettere A,B, C, D, E, F della legge regionale 9/18».

Ancora, «che le sale giochi rimanessero aperte per un massimo di 8 ore, come proposto dall’Anci( dalle 14 alle 21); mantenere in vigore il comma 13 dell’articolo 16( al più con una proroga di un anno); mantenere le distanze delle sale giochi, come previsto dalla legge regionale, dalle scuole, dagli impianti sportivi, dai luoghi di culto ecc».

«Abbiamo ribadito – ha spiegato ancora – che la pratica del gioco d’azzardo ha raggiunto un elevato livello d’allarme sociale e che la tutela della salute non si mercanteggia. Abbiamo letto un passaggio della Relazione annuale della Corte dei Conti che ricordava che vi è «una offerta capillarmente, troppo, presente sul territorio delle sale giochi».

«Inoltre, abbiamo ricordato che la ” ludopatia” è prevista nei Lea – ha concluso – per tale ragione deve essere discussa nella Commissione Sanità. Ringrazio Francesca per la passione e la competenza dimostrata, ancora una volta, sulla problematica della ludopatia». (rrc)

Centro Agape e Comunità Competente: Mancano in Calabria strutture socio-sanitarie per i minori

In Calabria mancano strutture socio-sanitarie per i minori con patologie. È questo l’allarme lanciato dal Centro Agape e da Comunità Competente, lanciando un appello al presidente della Regione, Roberto Occhiuto, affinché si attivino le Unità Operative Complesse Ospedaliere Neuropsichiatria Infantile e Adolescenziale, che sia potenziata la Rete territoriale con l’assunzione di neuropsichiatri infantili.

E, ancora, «siano bandite le ore di specialistica ambulatoriale interna e attivati i Centri Residenziali e Semiresidenziali». Questo chiedono Mario Nasone e Rubens Curia a Occhiuto, soprattutto perché è stato pubblicato il Programma Operativo 2022-2025.

Nasone e Curia chiedono di fare presto perché adesso ci sono tutte le condizioni per attuare una Rete Integrata Ospedale/ Territorio della NPIA che dia risposte in Calabria ai bisogni di salute in questo settore, si impegnano a collaborare per la ricerca di soluzioni ma anche a intensificare l’azione di denuncia di sensibilizzazione di queste gravi inadempienze del nostro sistema sanitario regionale.

«Aspettiamo la tragedia? – si legge in una nota –. È stato questo l’ennesimo grido di allarme che il Procuratore della Repubblica c/o il Tribunale dei Minorenni Roberto Di Palma ed il Presidente Marcello D’Amico hanno lanciato nei giorni scorsi alle istituzioni competenti sulla mancanza di strutture socio sanitarie sul territorio regionale per minori con patologie neuro psichiatriche».

Solo nel distretto di competenza del Tribunale per i minorenni di Reggio  sono in questo momento sette i minori che avrebbero urgenza di questi servizi specializzati, minori definiti dal Procuratore vere e proprie “mine vaganti” suscettibili di gravi rischi per la incolumità per sé stessi e per i familiari. Anche Teresa Chiodo, Presidente del Tribunale per i minorenni di Catanzaro denuncia che sono anni che sollecita invano le istituzioni ad intervenire. Il Centro Comunitario Agape e la rete comunità Competente tramite i referenti Mario Nasone e Rubens Curia aggiungono la loro voce per segnalare «questa grave negazione di diritto alla salute di questi minori per i quali a causa dell’assenza in regione  di un reparto ospedaliero di neuropsichiatria infantile e di strutture specializzate rilevando che non  si può continuare a sopperire collocando questi minori in centri di altre regioni, scelte  che comportano rilevanti oneri economici e soprattutto lo sradicamento  dalla famiglia e dal territorio di residenza che si deve attrezzare per la loro  presa in carico».

«Per dare risposte – viene evidenziato – sono necessari unità operativa ospedaliera di NPIA per il ricovero in fase acuta e per la definizione diagnostica, le strutture territoriali residenziali e semiresidenziali per i disturbi neuropsichici gravi per il ricovero dopo la dimissione ospedaliera. Per il Centro Comunitario Agape e Comunità Competente, serve ricostruire l’intero sistema sui minori, dalle comunità alle famiglie, dai servizi per minori alle strutture in una regione dove abbiamo   comunità educative che funzionano con 5 educatori (uno a 10) h24 senza professionalità specifiche, con rette insufficienti e che si fanno carico di minori con disturbi anche gravi con il risultato che il settore sta implodendo su sé stesso». (rrc)

DIpendenze patologiche e salute mentali: un convegno a Reggio

Si è tenuto a Palazzo Alvaro a Reggio Calabria il 20 ottobre scorso il “convegno-tavolo di lavoro” su “Dipendenze patologiche e salute mentale” organizzato dal Casm (Coordinamento associazioni salute mentale) e da Altea (associazione di lotta alle dipendenze patologiche) nell’ambito del programma che si sta svolgendo su tutto il territorio regionale in occasione della giornata mondiale della salute mentale. 

I lavori si sono svolti con la partecipazione della Commisaria dell’Asp di Reggio Calabria dottoressa Lucia Di Furia e il direttore del Dipartimento di salute mentale di Reggio Calabria dottor Michele Zoccali. 

Dopo i saluti istituzionali del dott. Ferreri delegato del Sindaco f.f. Brunetti, del dottor Mantegna Consigliere della Città metropolitana e di Rosaria Brancati presidente del Casm, sono intervenuti tra gli altri la Presidente di Altea, Mimma Mollica, Luciano Squillaci in rappresentanza del Terzo settore, Isa Mantelli responsabile dei Ceis, Patrizia Gambardella operatrice di Comunità terapeutiche.

Mollica ha inizialmente rappresentato le difficoltà che le famiglie a Reggio Calabria vivono la drammatica esperienza della dipendenza patologica unita a problemi di ordine psichiatrico (la cosiddetta doppia diagnosi) ed ha evidenziato la mancanza di strutture, servizi e personale idonei a farvi fronte, stato questo che troppo spesso lascia i pazienti e i loro familiari tragicamente isolati e senza soluzioni adeguate. Mollica, che ha chiesto la convocazione della Consulta del Dipartimento di salute mentale per discutere e risolvere questi ed altri problemi, ha anche parlato della mancanza di seri programmi di prevenzione e delle novità rivoluzionarie apportate della legge Basaglia che nei nostri contesti di cura vengono assai spesso ignorate nella lettera e nello spirito che l’ha dettata! 

Il dottore Zoccali ha fatto emergere le difficoltà in cui versano ad oggi il Csm, il Dipartimento e il reparto ospedaliero di psichiatria, difficoltà che comportano le condizioni esposte dalla presidente di Altea e che non sempre consentono di fornire all’utenza le risposte attese, pur essendo il Dipartimento aperto ad accogliere le istanze dei pazienti e dei loro familiari.

Luciano Squillace ha poi messo in evidenza che ancora oggi si registra nell’Asp di Reggio Calabria una copertura finanziaria per solo il 40% dei posti letto nelle strutture per le dipendenze, mentre non esistono moduli specifici per le doppie diagnosi. Squillace ha ribadito che è giunto il momento di procedere con un investimento serio che garantisca una seria integrazione sociosanitaria ed una stretta collaborazione con gli enti del terzo settore e le associazioni.

Isa Mantelli ha evidenziato la pericolosità della poliassunzione e del ritardo nel rinvio alle comunità terapeutiche soprattutto nei confronti dei più giovani per i quali esistono reali e concrete possibilità di un recupero totale. 

Patrizia Gambardella ha parlato del ruolo che Altea sta svolgendo sul territorio e ha rimarcato l’importanza del lavorare in rete per affrontare nei tempi e nei modi adatti le patologie descritte. 

A conclusione di un nutrito dibattito per i molti esponenti del mondo associazionistico, del terzo settore e del volontariato reggino intervenuti, un ex utente del SeRD di Reggio Calabria ha lamentato soprattutto la scarsa umanità da parte degli operatori che si rivolgono ai giovani utenti che, per quanto manifestino problematiche complesse, palesano evidenti fragilità.

La dottoressa Di Furia ha preso la parola alla fine degli interventi fornendo risposte precise e concrete: ha dato la disponibilità ad incontrarsi con il mondo delle associazioni e del volontariato, impegnandosi ad attivare quanto prima la Consulta del Dipartimento di salute mentale, ritenendo indispensabile l’intervento dell’Asp anche in ordine alla carenza di personale a cui si sta già lavorando.

Ha concluso Rubens Curia, portavoce di Comunità competente di cui fanno parte sia il Casm, sia Altea. Curia ha riportato a sintesi i lavori svoltisi, mettendo in evidenza le cinque proposte emerse e rivolte alla Commissaria Di Furia: 

1) l’istituzione della Consulta del Dipartimento di Salute Mentale prevista dal DPGR del 2013 e composta dai rappresentanti delle associazioni del volontariato, dei tre distretti sanitari, degli enti locali e degli operatori sanitari del dipartimento;

2) l’attivazione dei 15 posti letto per la comorbilità psichiatrica come previsto dal DCA 65 del 2021;

3) l’assunzione di nuovo personale nei Csm e nei SerD;

4) il potenziamento del ruolo della neuropsichiatria infantile territoriale;

5) l’incremento di una forte collaborazione con la scuola pubblica soprattutto in ordine alla prevenzione. (rrc(

Comunità Competente incontra Di Furia (Asp RC): Attivare ambulatori H12 e H24

È stato proficuo l’incontro tra una delegazione di Comunità Competente, con la commissaria Asp RC Lucia Di Furia, nel corso del quale sono state avanzate una serie di proposte-richieste alla luce di dati sullo status quo ampiamente condivisi.

La delegazione, composta da Rubens Curia, Francesco Costantino, Paola Infortuna, Francesco Mammì, Stefania Marino, Domenica Mollica, Paolo Morabito, Adele Murace e Natale Pirrottina, ha sollecitato l’attivazione dei 26 Ambulatori H12 (AFT) e dei 4 ambulatori H24 (UCCP) gestiti dai MMG, dagli Specialisti ambulatoriali interni e dagli Infermieri di Comunità.

Si è parlato del necessario potenziamento dei Consultori familiari con l’assunzione di psicologi, assistenti sociali e ostetriche di cui c’è già disponibilità, nonché di utilizzare gli specialisti ambulatoriali interni, laddove questa mancasse. È stato chiesto, inoltre, di attivare la Consulta dei Consultori familiari costituita dalle Associazioni che da anni sono impegnate in questo importante settore.

È stata rimarcata l’assenza, oltre che in provincia, anche su tutto il territorio regionale, di comunità terapeutiche per le dipendenze patologiche a doppia diagnosi, situazione questa che costringe i pazienti a ricoveri presso strutture di carattere esclusivamente psichiatrico, poco adatte ai percorsi di terapia e cura delle dipendenze con comorbilità. È stata, anche, sottolineata l’assenza di Centri diurni psichiatrici, malgrado ne siano previsti in provincia almeno cinque, la necessità di riorganizzare un lavoro di rete attorno a queste patologie e di potenziare il servizio di assistenza domiciliare presso i CSM.

«La dottoressa Di Furia, che ringraziamo per la sua notevole disponibilità – si legge in una nota – ha affermato che, non solo si è già attivata con i Sindacati per le AFT e gli UCCP, ma, essendo fortemente motivata alla risoluzione delle problematiche attinenti i giovani affetti da dipendenze patologiche che presentano situazioni di comorbilità psichiatriche, credendo fermamente nel valore aggiunto della partecipazione delle Associazioni organizzate dei cittadini, si adopererà nel merito, a partire dalla attivazione delle Consulte, non solo dei Consultori familiari, ma anche della Salute mentale, quali volano per affrontare insieme proficuamente le criticità evidenziate. L’attenzione è stata poi rivolta alla opportunità di potenziare o attivare gli screening oncologici e le Cure Domiciliari, tenuto conto anche dei molti pazienti fragili che risiedono in provincia e per i quali sarebbe opportuno valorizzare alcune figure professionali, quali infermieri, fisiatri e fisioterapisti di Comunità».

La Di Furia ha comunicato, nel merito, di avere già riattivato i percorsi per gli screening dei tumori femminili e del carcinoma del colon-retto, cosa che in questa Azienda non era mai stato fatto e ha chiesto agli uffici competenti di procedere affinché vengano attivati presso gli ospedali servizi specifici per i casi di violenze di genere e sui minori.

Particolare attenzione è stata data al Laboratorio di Patologia Clinica di via Willermin che sta operando, in modo ottimale, ma tra molte difficoltà, e necessita di mirate e immediate azioni di potenziamento. La discussione si è quindi spostata su una problematica trasversale a tutto, ossia quella concernente il personale che va assolutamente potenziato, di certo attivando i concorsi, dando però precedenza alla mobilità regionale e interregionale.

La Commissaria Di Furia ha precisato che sta attuando il completamento orario e la mobilità degli specialisti ambulatoriali interni ed è fortemente impegnata sia per l’avvio dei concorsi a tempo indeterminato, sia per l’espletamento delle procedure di mobilità.
Si è sottolineata la necessità di cambiare passo nel settore dell’Edilizia Sanitaria, in special modo per quanto attiene il presidio ospedaliero di Locri, il Poliambulatorio di Caulonia, le Case della salute di Siderno e Scilla, il Nuovo Ospedale della Piana e l’acquisto delle Attrezzature medicali, le quali o mancano del tutto o sono oramai obsolete. A tal proposito è stato dato risalto specifico alla necessaria attivazione sia dell’Emodinamica presso il Presidio Ospedaliero di Polistena, sia dei 65 posti letto presso l’Ospedale di Gioia Tauro come previsto dal dca del Commissario Scura 6 anni orsono.

La dottoressa Di Furia ha tenuto a precisare che si è già attivata per l’acquisto di attrezzature medicali per 2,5 milioni di euro sui 5 milioni a disposizione, nonché per utilizzare i finanziamenti di Edilizia Sanitaria previsti negli anni precedenti e quelli previsti dal Pnrr

«La delegazione di Comunità Competente, nell’apprezzare il clima costruttivo che ha caratterizzato tutta la durata della riunione – conclude la nota – ha dato la propria disponibilità per ulteriori incontri che la stessa dottoressa Di Furia ritiene sia opportuno istituire periodicamente, dal momento che ritiene indispensabile e proficuo lo scambio di informazioni tra Istituzione e territorio». (rrc)

Rubens Curia: sanità in Calabria e autonomia differenziata

di RUBENS CURIA – In merito al DCA 87/2022 firmato dal Commissario ad acta Occhiuto che consente alla Regione Calabria di usufruire delle prestazioni professionali di 497 medici cubani per due anni, potrei scrivere “ tanto tuonò che piovve”, infatti mi scrive un collega non più giovane, che non è in organico al Pronto Soccorso, il 17 agosto quando lo informo del DCA: “ Speriamo , perché sono in ospedale dalle 8.00 e ho già coperto il 14 e 15 agosto  due turni al Pronto Soccorso, resto perché credo in quello che faccio”.

 In un articolo del marzo del 2021 il dottore Domenico Minniti, Presidente regionale AAROI/EMAC,  lancia un allarme, inascoltato: “ In Calabria abbiamo 260 Anestesisti , ne avremmo bisogno di almeno 310 se vogliamo garantire anche gli Ospedali di montagna” e la Calabria è una regione a carattere prevalentemente montuosa ( Treccani)! Purtroppo è dal 2004, con il famigerato vincolo di spesa del personale che opera nella sanità pubblica dell’1,4% voluto dal Ministero dell’Economia e subito dal Ministero della Salute, che la sanità pubblica è sotto attacco. Altro indizio di voler affossare il S.S.N. è il finanziamento del Fondo Sanitario Nazionale pari in era prepandemica all’8,7% contro l’11,7% della Germania o il 12% della Svizzera, ciò ha comportato che tra il 2009 e il 2018 la spesa sanitaria pro-capite è diminuita dai 1.893 euro ai 1.746 euro; oggi, purtroppo, grazie alla pandemia, il F.S.N. è passato dai 112 miliardi del 2018 ai 122 miliardi di euro del 2021 valorizzando la sanità di prossimità e d’iniziativa e la telemedicina che è ben esplicitata nel PNRR.

Questa visione economicistica della sanità applicata dal MEF in Calabria dal 2010 è stata devastante, comportando  la chiusura di 18 ospedali generali senza la contestuale riconversione in “ Case della Salute”, la forte riduzione della spesa del personale che non ha compensato il turn over con una perdita di oltre 4.000 unità in 12 anni che solamente per 1/4 è al di sotto dei 50 anni, il mancato rinnovo delle attrezzature medicali, nonostante la Regione avesse a disposizione 86 milioni di euro per acquistarle, il mancato utilizzo del miliardo e duecento milioni per costruire Presidi Ospedalieri, Case della Salute e Poliambulatori all’avanguardia, tutto ciò ha collassato il Sistema Sanità che ha due vittime illustri: i calabresi e gli operatori sanitari, entrambi costretti ad emigrare chi per farsi curare, circa 55.000 all’anno, chi per lavorare, chi per continuare ad operare in trincea in Calabria( vedi turni massacranti , continue aggressioni, morti per infarto e dimissioni) ! Dal 1986 la Calabria ha più che raddoppiato l’indice di fuga dei suoi residenti per farsi curare fuori Regione arrivando anche a 308 milioni  di euro di mobilità passiva!

Quelle poche assunzioni autorizzate dal Tavolo Adduce coordinato dai Ministeri dell’Economia e della Salute a leggere il verbale del 1° agosto 2019 stupisce ed indigna :” Si rileva che dai dati emerge una grave situazione relativa alla mancata gestione del turn over del personale da parte delle Aziende sanitarie, in special modo nell’ASP di Reggio Calabria”! Queste affermazioni sono un tentativo di precostituirsi un alibi  da parte dei Ministeri o lassismo e incompetenza della burocrazia aziendale come nel caso dei finanziamenti non spesi per l’edilizia sanitaria? Queste sono risposte che i calabresi si attendono dal Commissario Occhiuto.

Se non comprendiamo, infatti, l’eziologia della malattia del nostro Servizio Sanitario Regionale andremo avanti  fronteggiando i sintomi e non curando il paziente! La presenza in Calabria dei medici cubani è una potente aspirina, aldilà degli insoliti benefit inseriti nel contratto, né può essere un cavallo di Troia per le altre Regioni per scardinare il S.S.N., però mi domando perché  non si protestava in Italia ed in Calabria quando si autorizzavano pseudo cooperative di sanitari a lavorare negli ospedali? 

Quando Il 22 maggio 2020 121 Sindaci, 100 Associazioni e oltre 5.000 calabresi inviarono un documento al  Ministro della Salute, al Commissario ad acta ed al Presidente della Giunta Regionale con cui chiedevano, tra l’altro: A) la piena attuazione del Decreto legge 14/2020 nella parte attinente la “ Rideterminazione dei Piani del fabbisogno del personale delle Aziende Sanitarie, B) l’aumento delle ore degli specialisti ambulatoriali interni fino al completamento a 38 ore che, ricordo, possono operare sia nel Territorio che negli Ospedali, C) il potenziamento delle “ prestazioni sanitarie e sociosanitarie a domicilio”: Niente si mosse! Nessuna risposta ci venne data come se non pagassimo, in quanto calabresi, 100 milioni in più all’anno perché commissariati. Inoltre nessuna risposta venne data alla lettera del dicembre 2020 inviata alla Regione in cui Emergency manifestava la sua disponibilità a lavorare in Calabria!

Il 20 luglio scorso ci siamo confrontati, come Comunità Competente, a Lamezia con il subcommissario Esposito alla presenza di 22 Associazioni e consci dell’ immediata difficoltà ad assumere il personale medico abbiamo sollecitato da subito ad attivare o rafforzare nuovi modelli organizzativi sul territorio con i Medici di Medicina Generale, i Pediatri di libera scelta, gli specialisti ambulatoriali interni, gli infermieri di comunità con ambulatori h 12 e h 24; assumere infermieri professionali, psicologi, assistenti sociali, ostetriche, personale amministrativo e tecnico di cui c’è necessità ed abbondanza attivando, come previsto prima, le procedure di mobilità; fare un unico concorso regionale per figura professionale demandando la gestione all’ Azienda Zero o ad una Azienda Sanitaria individuata dalla Regione; avviare un grande processo di partecipazione, ognuno con il proprio ruolo, delle Istituzioni, dei Sindacati, degli Ordini e  delle Associazioni dei cittadini organizzati il cui modello abbiamo discusso con la struttura Commissariale perché solo la trasparenza e le competenze potranno abbattere i molti grovigli di interessi che si muovono nelle sanità calabrese. Utilizziamo subito questo tempo perché la sanità calabrese ha già perduto molti treni e finanziamenti.

 In questa mia riflessione c’è un convitato di pietra che è “ L’Autonomia differenziata” che, qualora fosse attuata nella sanità, produrrebbe una sanità calabrese di serie c e saremmo una colonia delle Regioni economicamente più forti. (rbc)

L’OPINIONE / Rubens Curia: Dalla resilienza alla valorizzazione delle aree interne

di RUBENS CURIA – È di questi giorni il blocco dei ricoveri nell’Unità Operativa di Medicina del Presidio Ospedaliero di San Giovanni in Fiore, ma potrei ricordare il documento inviato tempo fa dal Sindaco di Bova alle varie Autorità in cui scriveva che: «Il tempo medio che intercorre tra la telefonata alla Centrale Operativa del 118 e l’arrivo del primo mezzo di soccorso è di circa 43 minuti»; ricordo che i Lea prevedono 18 minuti!

La Corte Costituzionale nel novembre del 2019 bocciò il ricorso che la Giunta Regionale della Calabria aveva presentato contro la legge 60 / 19, il cosiddetto Decreto Calabria, citando, non solo l’articolo 32 della nostra Costituzione, ma anche il 117″ concernente i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale”. Pertanto la “Corte” giustificava l’eccezionalità della 60/19 perché questi diritti non erano garantiti nella nostra regione poiché la salute è, a mio parere, un Bene Comune da tutelare.
Leggendo la Treccani scopriamo che «la Calabria è una regione a carattere prevalentemente montuoso con un importante patrimonio boschivo», infatti solo il 10% è pianeggiante il resto è montagna e collina. Nel bel libro Manifesto per riabitare l’Italia curato da Cersosimo e Donzelli gli autori ci richiamano ad «invertire lo sguardo nell’osservare la Calabria, dall’Appennino che si è spopolato al mare…è l’Italia dei vuoti: del declino demografico, dello spopolamento dell’abbandono edilizio, …del degrado dei Servizi pubblici( dalla scuola, alla farmacia, dall’ufficio postale, al Presidio Ospedaliero)».
Comunità Competente, che è una “rete informale” di 59 Associazioni, Fondazioni e Comitati di cittadini”, dal primo luglio 2019 si batte, con proposte concrete, contro questa deriva culturale che ha marginalizzato nell’organizzazione della sanità queste Aree che ” il Piano di rientro dal debito” sta, in modo strisciante” svuotando aggredendo gli Ospedali di montagna come i Presidi Ospedalieri di San Giovanni in Fiore o di Serra San Bruno, ridimensionando gli Ospedali generali e   gli ospedali Spoke (vedi la vicenda dell’Ospedale di Polistena).
Abbiamo avanzato delle proposte che andavano a sostenere la Sanità Territoriale da subito, non attendendo il Pnrr che darà i primi risultati nel 2026! Finalmente si stanno attivando le Aft h 12 che sono ambulatori gestiti dai Mmg, ma dobbiamo puntare anche sulle UCCP che funzioneranno h 24, dobbiamo valorizzare gli specialisti ambulatoriali interni, assumere, perché ci sono, gli psicologi, le ostetriche e le assistenti sociali nei Servizi Territoriali.
Dobbiamo valorizzare un policentrismo territoriale che garantisca i servizi di cittadinanza grazie alla Strategia nazionale delle Aree Interne” Snai” voluta all’epoca dal Ministro Barca che deve divenire “strutturale” e maggiormente finanziata dal Governo nazionale.
Tuteliamo il patrimonio storico, artistico e culturale di queste Aree e della gente con la sua umanità e ospitalità, il poeta Franco Arminio parla di “economia sentimentale”, il cui capitale sono i borghi, i paesi invisibili e ci invita a costruire il futuro scavando nel passato.
Tutto questo rappresenta il Presidio Ospedaliero di San Giovanni in Fiore o la chiusura di una guardia medica, dobbiamo stare dalla parte di queste Comunità con i fatti perché le parole sono, ormai, stanche. (rc)

Sanità, Curia (Comunità Competente): Dobbiamo valorizzare le risorse umane e economiche che abbiamo

Per Rubens Curia, portavoce di Comunità Competente, per dare risposte immediate alla Sanità, si devono valorizzare le risorse umane ed economiche di cui la Calabria dispone.

Nello specifico, si devono attivare «le AFT, le UCCP, la Specialistica ambulatoriale interna, i Consultori familiari assumendo gli psicologi, le ostetriche e gli assistenti sociali che non mancano in Calabria al contrario dei medici e degli infermieri», ha spiegato Curia, nel corso dell’incontro promosso da Progetto Sud da cui si è partiti dal libro Per una sanità Partecipata.

All’incontro, hanno partecipato il sub-commissario unico Ernesto Esposito, il sindaco di Lamezia, Paolo Mascaro, l’ex sindaco Speranza, il professore Giarelli, la direttrice del Dipartimento Salute Mentale dell’ASP di Catanzaro Manfredi, Soccorso Capomolla e molti altri, quasi un’80ina di persone. A moderare, la giornalista Maria Pia Tucci.

Curia, nel suo intervento, ha insistito «sulla cronicità e sulla disabilità mentale che vede la Calabria prima per afflusso di persone presso i Dipartimenti di Salute Mentale chiedendo l’attivazione del ” budget di salute” e l’istituzione di un Tavolo Regionale per attuare una profonda riforma dell’organizzazione della salute mentale come chiesto nella Conferenza Regionale tenutasi il 4 aprile 2022».

Il portavoce di Comunità Competente ha parlato del Documento sulla Partecipazione che «il subcommissario Esposito sta discutendo con Ernesto Mancini, della Rems di Girifalco che doveva essere aperta il 1° luglio, delle Neuropsichiatrie infantili ospedaliere e Territoriali e della formazione del personale».

Sono intervenuti Isa Mantelli che ha parlato della «doppia diagnosi nei ragazzi tossicodipendenti e ha consegnato ad Esposito un corposo documento; Daniela Diano che si è soffermata sui Consultori familiari, sulla carenza del personale e del pericolo della monospecializzazione di questi, trascurando il rapporto con la scuola ed altro; ancora Filippo La Russa che ha criticato le politiche sanitarie del Governo nazionale a favore del privato accreditato (vedi riduzione dell’Iva per le prestazioni sanitarie.

Antonia Romano ha denunciato la carenza di ambulanze, di neuropsichiatri infantili e delle difficoltà del Consultorio nell’area Esaro/Pollino, del Pronto Soccorso di Castrovillari e delle problematicità della Pediatria Ospedaliera.
Poi. Pino Randazzo dell’Associazione ProSalus di Palmi ha parlato dei gravissimi ritardi nel costruire il Nuovo Ospedale della Piana chiedendo la rimozione del RUP; è intervenuta, ancora, una rappresentante del Coordinamento 19 marzo di Lamezia che ha chiesto il potenziamento della neuropsichiatria Infantile Ospedaliera e Territoriale, Piero Piersanti ha discusso di un nuovo modello organizzativo della Medicina territoriale e Ospedaliera e Soccorso Capomolla che ha denunciato le diseguaglianze nella distribuzione dei posti letto e dei finanziamenti in Calabria.

Il Sindaco Mascaro ha denunciato di non essere stato coinvolto nella programmazione del PNRR, pur essendo la massima autorità sanitaria.

Poi l’intervento del sub-commissario Esposito che ha condiviso la proposta di Curia che ha definito «autarchica», ovvero di partire dalla valorizzazione delle risorse umane già attive nella sanità calabrese quali i medici di Medicina Generale con i quali si sta per firmare un nuovo Accordo Regionale che prevede in tutta la Regione ambulatori aperti 12 ore (AFT) a sede unica e 24 ore ( UCCP) con i Medici di Continuità Assistenziale, i Pediatri di libera scelta e gli Specialisti ambulatoriali interni a cui è stato tolto, finalmente, il tetto di ore previsto da un DCA del 2015 che impediva ulteriori convenzioni con le Aziende Sanitarie.

Inoltre il dottore Esposito si è impegnato ad inserire nel Programma Operativo 2022/24 il budget di salute, richiesto da alcuni anni da Comunità Competente, per curare i soggetti fragili e i disabili mentali ed aprire la Rems di Girifalco che accoglierà i soggetti con problematiche psichiatriche provenienti dalle carceri, come è stato ribadito dal Direttore Sanitario dell’Asp di Catanzaro.

Infine nel confermare le enormi difficoltà ad assumere medici perché le disponibilità economiche ci sono ma non ci sono i medici e su questo la Struttura Commissariale è fortemente impegnata, ha ribadito il valore della «Partecipazione» delle Associazioni organizzate di cittadini e, a tal proposito, sta valutando, insieme a Ernesto Mancini con cui hanno già un proficuo avuto un incontro tramite skype, il Documento inviato da Comunità Competente il 10 gennaio sottoscritto da 56 Associazioni.

Infine ha confermato che nel Programma Operativo è prevista l’istituzione di una Unità Operativa Complessa Ospedaliera di Neuropsichiatria Infantile presso il Mater Domini di Catanzaro come Hub e due Spoke presso le Aziende Ospedaliere di Cosenza e Reggio Calabria e la valorizzazione dei Consultori familiari con l’istituzione, per ogni Distretto, di un Consultorio h 12.

«Credo che l’incontro sia stato proficuo, adesso attendiamo in movimento i risultati», ha concluso Curia. (rcz)