IO BALLO DA SOLA: LA FUTURA PRESIDENTE
DOVRÀ FARE I CONTI CON LA COSTITUZIONE

di SANTO STRATI – La clamorosa affermazione del centrodestra, in realtà, è il successo personale di Giorgia Meloni. Con oltre il 44% dei consensi la leader di Fratelli d’Italia è destinata a vedersi assegnare l’incarico di formare il nuovo Governo da parte del Presidente Mattarella che non potrà non tenere conto delle indicazioni del popolo italiano. Sarà, dopo anni di governi “tecnici”, il ritorno di un presidente del Consiglio espressione del voto popolare. La Meloni sarà la prima donna presidente del Consiglio, ma si rassegni a subire l’attenzione minuziosa dell’opposizione che non le renderà la vita semplice. Ma, del resto, non sono semplici i problemi che da subito il futuro capo di governo dovrà affrontare: inflazione, caro bollette, crisi economia, il rischio sanitario, la guerra. E tenga conto Giorgia Meloni che da subito dovrà onorare col giuramento la Costituzione (rinnegando il fascismo, ai sensi della XII delle disposizioni transitorie e finali:  «È vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista»). Nonché chiarire la sua posizione sull’Europa. E, per quanto riguarda il Sud e la Calabria, spiegare senza indugi cosa pensa a proposito dell’autonomia differenziata che i partner leghisti voglio imporre a favore delle regioni ricche del Nord. 

In Calabria il suo partito non ha brillato com’è avvenuto nel resto d’Italia, superata dal partito di Conte (possiamo parlare già di Ex Movimento 5 Stelle?), ma i suoi rappresentanti che andranno in Parlamento dovranno, con coraggio, anche dissentendo da decisioni dell’alto, difendere e tutelare il futuro dei giovani calabresi. Auguri. (s)

L’OPINIONE / Emilio Errigo: La necessità di attuare gli articoli uno, tre e quattro della Costituzione

di EMILIO ERRIGO – Il grande e indimenticabile politico italiano, Amintore Fanfani, eletto in Commissione dei 75, all’Assemblea costituente, il 2 giugno 1946, scrisse di pugno l’emendamento al primo articolo della Costituzione “l’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro”, quale componente della terza sottocommissione, dedicata ai principi economici e sociali, contribuendo non poco col suo profondo sapere di studioso dell’economia nazionale, europea e internazionale, alla formulazione del terzo e il quarto degli articoli della Costituzione della Repubblica Italiana.

Amintore Fanfani, allora vice segretario della DC, aveva come prima consigliera morale di fede cattolica, sua madre, Anita Leo, donna forte e determinata, di padre calabrese e madre veneziana, nata a Paludi in Calabria nel 1884, come maestro il padre noto giurista e affermato avvocato e notaio, Giuseppe Fanfani.

Non sono in tanti coloro che sono a conoscenza che nel sangue arterioso e venoso del grande economista, uomo politico e statista italiano, Amintore Fanfani, scorressero energie positive e creative tipiche dei Calabro-Veneti.

Sono tutte belle le Mamme del mondo, nessuna esclusa e questa solenne affermazione, chi osa e si permetterà mai di contraddirla? Tanto è vero quanto detto e scritto sulla grandezza universale delle mamme, che in Calabria proprio per rafforzare questa verità, c’è un detto sacro che così recita: “cu ti dici chi ti voli beni chiu di to Mamma, non ci cririri o ti tradisci o t’inganna” (chi ti dice che ti vuole bene più di tua Mamma, non ci credere, o ti tradisce o ti inganna).

Io ci credo che sia una verità assoluta! Ho voluto introdurre il mio semplice ragionamento, ricordando Amintore Fanfani e sua madre Anita Leo, per poter cercare di diffondere un pensiero e convinzione comune che oramai è fisso nelle menti delle Donne di Calabria.

Stante alle loro credo condivisibili convinzioni, i politici deputati e senatori, che saranno eletti in Parlamento, il nuovo Presidente del Consiglio e i ministri del nuovo Governo, devono adoperarsi per concretizzare (almeno in minima parte) le mille e cinquecento e forse molto di più, promesse fatte nel corso della più promettente campagna elettorale di tutti i tempi, assicurando lavoro onesto e adeguatamente retribuito, fatto di braccia, sudore, mente e corpo sano (e non di reddito di cittadinanza), a tutti i giovani e adulti cittadini Calabresi e non, residenti nelle regioni del Sud Italia, i quali allo stato si trovano (loro e nostro malgrado), disoccupati e inoccupati pur essendo abili al lavoro.

Che dire, certo che va sottoscritta questa legittima volontà e desiderata, proveniente dalle Mamme di Calabria. Loro sì che conoscono più di tutti molto bene, le vere conseguenze famigliari e sociali, della mancanza di reddito in casa proveniente da lavoro onesto.

Ecco perché Anita Leo Fanfani, esortó con il nobile cuore di mamma Calabro-Veneta, il figlio Amintore, a scrivere di sua mano quel solenne e fondamentale principio di cui ne è fatta espressa scritturazione, al primo comma dell’articolo 1, della nostra Costituzione, in uno con gli altri articoli a carattere economico e sociale.

Lei si che era a conosceva di quanta sofferenze e ristrettezze economiche, a causa di mancanza di lavoro, erano presenti nelle case delle famiglie della Gente di Calabria e del Sud Italia. Grazie per sempre donna Anita Leo Fanfani!

I Calabresi come Lei e credo tutti gli Italiani, la ricorderanno e Le saranno riconoscenti per l’eternità. Il lavoro quando manca in una famiglia, qualunque esso sia, mancheranno inevitabilmente, in primis gli alimenti, poi la casa, il reddito e ogni bene necessario per vivere dignitosamente.

Amintore Fanfani, quando nel 1961, da Presidente del Consiglio, nei tre giorni di permanenza durante la storica visita Calabria, girò in lungo e in largo, dalla marina alle montagne, in macchina e a piedi, tra strade asfaltate, percorsi montani ancora privi di ogni minima sicurezza stradale e sentieri in terra battuta, volle rendersi conto di persona e ascoltare, visionare, parlare, con gli abitanti di quelle realtà umane residenti nei diversi territori, compromessi da reiterate alluvioni, dissesti idrogeologici, disastri ambientali, gravi disagi famigliari, mancanza di beni ed elementi essenziali per iniziare a vivere una vita per loro dignitosa e civile.

Prima ancora di fare rientro in sede governativa, nel mentre eseguiva i vari non facili sopralluoghi, si attivava con tutti i mezzi e risorse umane disponibili, per la predisposizione degli atti di Governo di Sua competenza, per attenuare le problematiche esistenti in Calabria, atti necessari e urgenti, che firmò con animo nobile e onesto al suo rientro in Presidenza del Consiglio.

Ecco che ora viene spiegato ai clementi e disorientati lettori, il perché, se non si interviene tempestivamente e prima che sia troppo tardi, nelle menti delle persone più forti e decisi a tutto, che scatta la naturale reazione alla sopravvivenza umana e in casi sempre più frequenti, il ricorso all’esercizio di attività illegali prima, attività criminali poi, con a seguire violenze e prepotenze umilianti di ogni genere, insopportabili per chiunque.

Ora se si riescono ad attuare concretamente il primo, terzo e quarto degli articoli della Carta Costituzionale della Repubblica Italiana, con il necessario e urgente, intervento del Presidente della Repubblica in carica, in Calabria e nel Sud Italia, ritornerà a splendere il sole della legalità e giustizia, in caso mancata concretizzazione dei principi e valori Costituzionali, la vedo molto dura la vita per la Gente di Calabria e non solo.

Le privazioni e le sofferenze umane, se protratte nel tempo generano azioni prevedibili, incontrollate e incontrollabili, tutto a sfavore dell’Unità nazionale, dell’ordine democratico e sicurezza pubblica, sia in Calabria, che in ogni angolo della terra. (er)

[Emilio Errigo è nato a Reggio Calabria, docente universitario e Generale in aus. della GdiF ]