L’ITALIA DI MATTARELLA ONORA I MIGRANTI
MA DEL GOVERNO IERI NON C’ERA TRACCIA

di SANTO STRATI – Non c’è niente di privato nella visita del Presidente Sergio Mattarella fatta ai sopravvissuti, alle vittime, ai familiari del naufragio di Cutro. L’Italia di Mattarella è a fianco dei calabresi a piangere dei fratelli lontani, geograficamente parlando, ma vicini nel cuore. È una tragedia immane, difficile da digerire e impossibile da archiviare come fatalità: la tratta dei migranti non finisce nello Jonio, di fronte a Cutro, come non finisce davanti alle coste di Roccella Jonica. C’è un infame mercato della disperazione, che costa peraltro migliaia di euro per un imbarco che non è sicuro, anzi tutt’altro. È una scommessa con la vita, ma è vita quelli di poveri e disperati profughi in fuga dalla guerra, dalla violenza, dalla fame?

C’è solo un singulto di speranza che sovrasta la disperazione e spinge a tentare il quasi impossibile. E, purtroppo, non sarà l’ultima tragedia del mare: il Mediterraneo, il mare definito “nostro” (nostrum) a significare la condivisione di acque che lambiscono Paesi di culture e tradizioni diverse, che però nasconde gli aspetti più bui dell’indifferenza contro cui combatte la generosità e la solidarietà dei calabresi. Per salvare vite i primi carabinieri accoris si sono lanciati nelle acque gelide, prima dell’alba, per portare soccorso o recuperare corpi senza vita. Una disperazione nella disperazione non riuscire a salvare vite di sconosciuti che tendono mani in cerca di aiuto.

E la visita di Mattarella, annunciata come privata, rappresenta il doveroso e dovuto tributo dello Stato alle nostre genti che, come sempre, fanno vedere la parte migliore di questa terra, la Calabria positiva, generosa e accogliente, ospitale e solidale. Che ha nel dna i geni della fraternità, che conosce il senso dell’umanità e offre il suo calore a chiunque. I rifugiati – che tali non sono per la nostra legislazione se non dopo burocratiche e stancanti trafile – da dovunque vengano hanno bisogno di aiuto, hanno il diritto di trovare l’assistenza e l’umanità che il mondo di oggi sembra trattare come fosse un optional.

Il Presidente Mattarella ha voluto far sentire alle vittime del naufragio, molti dei quali resteranno senza nome, il senso dell’umanità dell’Italia che si scontra con l’ottusità delle leggi e la mancanza di visione. Ma ha anche offerto un segnale di speranza ai sopravvissuti: non solo giocattoli ai bambini ricoverati ma il calore di un Paese che – al contrario dell’Europa – supera l’indifferenza e le diffidenze. E il Presidente Occhiuto ha annunciato che anche i familiari delle vittime che sono arrivati a Cutro (una quarantina) troveranno l’assistenza della Regione che li ospiterà in un albergo di Crotone e organizzerà attraverso la Protezione civile la logistica necessaria.

L’inverno demografico, al Sud, è ancora più rigido, servono braccia di uomini e donne, servono nuove famiglie – non importa di quale etnia e di quale provenienza – per ripopolare borghi abbandonati, ricostruire case lasciate andare in rovina, ridare vita a paesi sempre più numericamente rimpiccioliti, pronti a svanire, eppure non c’è un piano di accoglienza, di flussi migratori intelligenti che trasformino il problema migranti in risorsa per il Paese. C’è voluta questa tragedia per mettere in discussione gli attuali piani di accoglienza, ma non basta far arrivare – in pieno comfort via nave o aereo – chi fugge da guerre, carestie, fame e oppressione: bisogna offrire opportunità di inclusione sociale, lavoro, possibilità di crescere e integrarsi, nella legalità e nel rispetto degli usi del nostro Paese. Con il rigore necessario a garantire fedi religiose diverse e costumi che vogliano perpetrare tradizioni, senza violare etica e codici di convivenza civile.

Il Presidente Mattarella, visibilmente commosso, ieri davanti ai feretri, dove spiccavano quelle piccole bare bianche a graffiare i cuori, era l’Italia, quella vera che disconosce razzismo e xenofobia, che ha un cuore grande, anzi immenso: ciascuno ha avvertito un dolore, come se avesse perduto un parente, anche se lontano ma fraternamente vicino. Alla camera ardente il Presidente ha incontrato il Presidente Occhiuto e i sindaci di Cutro (Antonio Ceraso) e di Crotone (Vincenzo Voce). Assente – ingiustificato – il Governo che avrebbe dovuto mandare almeno un rappresentante all’apertura della camera ardente. (s)

GRAZIE AI SINDACI PER LE GENEROSITÀ DELLE COMUNITÀ DI CUTRO E CROTONE

Il Presidente Mattarella ha espresso gratitudine ai sindaci di Cutro e Crotone per la generosità espressa dalle comunità locali. «Credo – ha commentato il sindaco di Crotone Vincenzo Voce – che la presenza del presidente Mattarella qui smuoverà un po’ le coscienze. Questo dobbiamo fare. Voglio ribadire che questa gente a mare non si deve lasciare un minuto di troppo».

«La visita del presidente Mattarella, l’omaggio alle vittime della tragedia di Steccato di Cutro, – ha detto Voce – ci ha onorati e commossi. Il presidente ha espresso il cordoglio ed associato il dolore di tutto il popolo italiano al dolore dei familiari delle vittime, al dolore che la comunità crotonese sta provando in questi giorni. Abbiamo avvertito tutta la sua vicinanza ed umanità. Non ci ha fatto sentire soli. Ho avuto modo di consegnare al presidente il documento del recente consiglio comunale, un invito da parte della comunità crotonese all’unità ed all’umanità. Quell’unità e umanità che il presidente della Repubblica incarna. Abbiamo sentito lo Stato vicino attraverso il nostro grande presidente verso il quale esprimiamo tutta la nostra gratitudine» (rkr)

QUEI MESSAGGI AFFRANTI E PIENI DI UMANITÀ

Davanti al PalaMilone tanti fiori e tanti i cartelli lasciati dalle comunità di Cutro e Crotone. Il più significativo esprimeva il senso di frustrazione per non aver salvato più vite: «Se la nostra spiaggia di Steccato non ha accolto i vostri figli per la Vita, ma per la morte perdonateci», firmato da madri e donne di Steccato di Cutro.

«Ogni vita persa così è un fallimento. L’animale attacca per sopravvivere, l’uomo attacca l’uomo per egoismo. Torniamo a essere umani»,

«Non finiremo all’inferno per il male che abbiano fatto ma per il bene che avremmo potuto fare e non abbiamo fatto. Nessuno si senta innocente».

Accanto a quelli anonimi anche quelli firmati: «Non si può morire così! Ognuno di noi avrebbe potuto fare di più» hanno scritto i bambini della scuola Karol Wojtyla di Isola Capo Rizzuto.

E, infine, toccante il messaggio di un altro bambino: «Quello che è successo mi ha provocato tanta tristezza». Commovente la fila di crotonesi che hanno voluto lasciare un fiore o un peluche, con una preghiera mesta e silenziosa: le parole non servono. Il dolore è autentico e va rispettato. (rkr)

 

Giornata di lutto regionale: La Calabria piange i migranti di Cutro

Se l’Europa c’è, batta un colpo. È inammissibile che, mentre la Calabria oggi piange e veste a lutto – abbassando a mezz’asta le proprie bandiere – per l’ennesimo naufragio in cui hanno perso la vita tante, troppe persone, dall’Europa ci sia un silenzio assordante.

Un silenzio che fa quasi paura. L’indifferenza di fronte a decine e decine di morti. «Dov’è l’Europa», ha chiesto il presidente della Regione, Roberto Occhiuto, a poche ore dalla tragedia. Una domanda che si è fatta tutta l’Italia.

Quello della migrazione è uno dei tanti problemi del nostro Paese ma, prendendo in prestito le parole di Enzo Scalese, segretario generale della Cgil Area Vasta Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia, «prima di essere un “problema” economico e sociale, è una questione di umanità».

Una questione che richiede una seria riflessione sul tema, e non i soliti slogan mascherati da promesse. Lo stesso ministro della Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo, che ha rinunciato alla sua visita in Calabria in segno di lutto «perché di fronte a simili tragedie non si può far altro che fermarsi», ha evidenziato la necessità di una riflessione «sul dramma dell’immigrazione: l’Europa non lasci sola l’Italia e avvii un serio confronto per evitare il ripetersi di queste terribili tragedie».

E proprio a quell’Europa sorda che Occhiuto si rivolge: «Dov’è l’Europa che dovrebbe garantire sicurezza e legalità? Che fine hanno fatto le operazioni di dialogo con i Paesi d’origine dei migranti?».

«Tutte domande che, purtroppo, ad oggi non hanno alcuna risposta. E chi sta nei territori, a stretto contatto con la realtà di tutti i giorni, è costretto a gestire le emergenze e a piangere i morti», ha continuato Occhiuto, ricordando la Calabria sia sempre stata una regione solidale – solo nel 2022 sono stati accolti 18mila migranti «senza fare polemiche», ha evidenziato Occhiuto –, ma abbandonata a sé stessa.

Lo dimostrano i continui appelli che si sono susseguiti per tutto il 2022 da parte dei parlamentari e delle figure istituzionali calabresi, come Filippo Mancuso, presidente del Consiglio regionale della Calabria che, più e più volte, ha chiesto all’Europa «una strategia europea di contenimento degli arrivi dei migranti».

«Queste persone, adulti e minori – ha proseguito – con il loro carico di sofferenza, in fuga da carestie, povertà e guerre, segnalano un’emergenza umanitaria di grosse proporzioni, che pone ai territori d’approdo serie problematiche logistiche e sanitarie. Criticità che debbono indurre l’Europa a pervenire a un accordo-quadro sull’immigrazione». Era l’8 gennaio 2023. Quasi due mesi dopo, di nuovo l’appello: «l’Unione Europea e la comunità internazionale assumano finalmente la responsabilità di governare i flussi epocali di migranti, perché tragedie come quella davanti le coste crotonesi non abbiano più a ripetersi».

E lo stesso Mancuso, il giorno dopo la tragedia, si è recato a Crotone – insieme al sindaco Vincenzo Voce e il presidente della Provincia, Sergio Ferrari – al PalaMilone dove sono state allineate le bare delle vittime. Ma, prima della tappa a Crotone, il presidente del Consiglio regionale  ha incontrato il sindaco di Cutro, Antonio Ceraso, e il sindaco di Isola Capo Rizzuto, Maria Grazia Vittimberga, ai quali ha assicurato «la disponibilità del Consiglio a collaborare per ogni iniziativa volta a fronteggiare le problematiche del momento».

Agli amministratori locali e ai tanti soggetti che intervengono nelle azioni di aiuto, il presidente Mancuso ha detto: «Sono qui per esprimere i ringraziamenti più sinceri del  Consiglio regionale a Sindaci, Guardia costiera, Vigili del fuoco, Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza, al personale sanitario e della Protezione civile, ai volontari e a tutti i soccorritori che, prontamente, sono intervenuti per assicurare sostegno ai naufraghi dell’ennesima tragedia nel Mediterraneo che registra innumerevoli vittime tra adulti e minori».

«I migranti morti davanti le coste crotonesi, in fuga da persecuzioni – ha continuato – povertà e da aree colpite dal cambiamento climatico, impongono all’Europa e alla Comunità internazionale di andare oltre l’indignazione rituale e di assumersi, finalmente, la responsabilità di intervenire sulle cause che provocano l’esplosione epocale di migranti e di non lasciarli alla mercè dei trafficanti di esseri umani».

«Purtroppo – ha sottolineato il Presidente del Consiglio regionale della Calabria – la tragedia di domenica ci dimostra che gli appelli alla responsabilità dell’Europa fin qui sono state grida nel deserto. La perdita di così tante vite umane è sconvolgente, ma adesso, vista anche la difficoltà oggettiva di garantire un’accoglienza dignitosa, sono urgenti provvedimenti ad horas, per evitare che una condizione così difficile, come segnalano molti sindaci calabresi, sfugga completamente di mano». 

«Gli arrivi sulle coste calabresi, stanno da tempo caricando sui Comuni e sui soggetti preposti ad occuparsene, una responsabilità che da soli, per le tante problematiche che un fenomeno così complesso presenta, non possono reggere – ha concluso –. È necessario che l’Europa si doti di una strategia di contenimento della fuga dalle aree svantaggiate e, al contempo, mirata ad assicurare sia un equo ricollocamento che risorse, personale e mezzi ai centri d’accoglienza subissati di problemi e non più in grado di garantire i diritti primari».

Occhiuto, intervenendo a Rtl 102.5, ha detto: «Siamo dispiaciuti del fatto che questa nuova rotta dell’immigrazione, tra la Turchia e la Calabria, sia stata poco raccontata nel corso degli anni, sia stata quasi considerata una rotta di serie B. E invece noi abbiamo visto sbarcare migliaia di migranti, nel crotonese, e soprattutto a Roccella Jonica».

«Questa è una rotta che si è consolidata nel corso degli ultimi anni tra l’indifferenza generale, persino le Ong non hanno presidiato questa rotta – ha spiegato –. La Turchia è un Paese che ha 5 milioni di profughi, e diventa difficile arginare gli imbarchi, soprattutto dopo il devastate terremoto di qualche settimana fa. Ma in questi anni si è parlato molto delle rotte provenienti dal Nord Africa, e la Calabria è interessata anche da questi flussi, ma quasi mai della rotta dalla Turchia. C’è stata una generale sottovalutazione, anche da parte dell’Europa».

«E questo deve essere motivo di riflessione per tutti: tragedie di questo tipo vanno evitate il giorno prima, non commentate il giorno dopo», ha chiosato il Governatore, ribadendo la necessità di strumenti e misure per il soccorso in mare.

«In Calabria – ha spiegato Occhiuto nel programma Agorà di Rai 3 – i migranti li vediamo sbarcare quotidianamente, e li soccorriamo, evitando di considerarli un problema. Tante volte si tratta di bambini e di donne che scappano da Paesi in guerra e che cercano una vita migliore. Le vittime di questa sciagura hanno pagato migliaia di euro per inseguire un sogno che, purtroppo, li ha condotti alla morte».

«L’imbarcazione – lo ha detto il ministro Piantedosi, che ringrazio per essere subito venuto in Calabria – è stata segnalata da Frontex intorno alle 22.30 di sabato sera – ha spiegato –. Era partita una motovedetta della Guardia di Finanza, ma è dovuta rientrare in porto a causa del mare forza 7, una condizione di oggettiva difficoltà».

«Questo, però – ha concluso – ci dice che vanno rafforzati gli strumenti e le misure per il soccorso dei migranti. Nel 2023 l’Europa e i Paesi coinvolti da questi fenomeni devono essere in grado di effettuare, in ogni condizione, salvataggi in mare».

Ma non basta più “arrabbiarsi” con l’Ue. Il consigliere regionale Francesco De Nisi ha ritenuto «irrimandabile il momento in cui il «Governo regionale – e soprattutto quello nazionale, intervengano con la dovuta fermezza nei confronti dell’Unione Europea, affinché quest’ultima, assumendosi le proprie responsabilità, non lasci più sola la Calabria e intervenga con mezzi e risorse adeguati ad impedire che tragedie di tali proporzioni si possano ripetere in futuro».

«Le persone – ha concluso De Nisi – che si trovano in mare in situazioni di emergenza vanno salvate a tutti i costi, ma la strage va fermata prima possibile con le adeguate iniziative a tutti i livelli istituzionali». (rrm)

 

CUTRO (KR) – La Società Asd Piccoli Campioni ha acquistato un defibrillatore

La società Asd Piccoli Campioni Cutro ha acquistato un defibrillatore portatile. Si tratta di un progetto intrapreso tra il Medical Training Center Simeup Crotone e l’Associazione Sportiva “Calcio con il Cuore”.

In questo modo, è aumentata la sicurezza degli iscritti e degli ospiti e diventa una delle, strutture “cardioprotette” con personale formato all’uso e presenza del defibrillatore, la certificazione di struttura Cardioprotetta è stata consegnata il 23 dicembre a Cutro.

«La presenza di defibrillatore e personale formato del mondo sportivo ha un ruolo fondamentale sopratutto negli ultimi anni – viene ricordato in una nota –. Nel mondo, tra marzo 2021 e marzo 2022 almeno769 atleti hanno subito un arresto cardiaco o altro malore che ha portato alla morte sul campo da gioco. Tra gli atleti della Fifa dell’Unione Europea, la morte cardiaca improvvisa è aumentata del 420% nel 2021».

«La media dei decessi annui sui campi da gioco negli anni precedenti era di 5 calciatori – continua la nota –.  Tra i mesi di gennaio e metà novembre 2021, sono21 i calciatori deceduti per morte improvvisa. Le morti improvvise tra i giovani atleti (ma non solo) sono aumentate significativamente negli ultimi mesi. Il problema è diventato grave a tal punto da costringere le autorità a dover giustificare in qualche modo queste scomparse premature. La Fondazione SADS con sede negli Stati Uniti dichiara che sono 4.000 le morti annuali per SADS di bambini, adolescenti o giovani adulti in tutto il mondo. I media di tutto il mondo hanno iniziato nelle ultime settimane ad interessarsi ai casi di SADS, Sudden Adult Death Syndrome (Sindrome della Morte Improvvisa degli Adulti), argomento che sarà certamente seguito nei mesi a venire».

«I fattori scatenanti la SADS – si legge – includono miocarditi non diagnosticate, condizioni infiammatorie e altre patologie improvvise che causano irregolarità nel sistema elettrico del cuore, innescando così l’arresto cardiaco. Un fenomeno in aumento quindi, oggetto di studi da parte di vari istituti ed enti a livello globale».

Cosa possiamo fare di concreto oggi per tutelare gli atleti?
Alzare il livello di consapevolezza.

Vediamo i punti che impattano sulle capacità di salvare delle vite sui campi da gioco in caso di arresto cardiaco improvviso:

  1. Posizionamento corretto e dimensionato: All’interno delle strutture sportive il defibrillatore dovrebbe essere ben segnalato, quindi identificabile e raggiungibile in tempi brevi.
    Se la struttura ha una superficie ampia, saranno necessari più defibrillatori distribuiti in modo corretto per soddisfare i requisiti indicati sopra.
  2. Scelta di DAE e Teche in funzione dell’ambiente: I defibrillatori devono essere installati tenendo conto dell’ambiente. Range di temperature ai quali sono sottoposti, presenza di polveri e liquidi, esposizione ai furti, etc..
    Sarà quindi necessario identificare il defibrillatore più adatto con caratteristiche compatibili con l’ambiente di ubicazione, e prevedere l’alloggiamento in teche altrettanto adatte (riscaldate, allarmate, etc..).
  3. Staff formato con corsi BLSD: E’ importante avere un ampio staff formato per il primo soccorso BLSD. Maggiore è il numero di persone preparato e pronto a intervenire, maggiori saranno le potenzialità di svolgere l’intervento in modo efficacie.
    Il defibrillatore deve essere correttamente mantenuto con verifica costante della presenza del DAE (se fosse stato rubato giorni prima sarebbe una brutta sorpresa scoprirlo in caso di necessità), sostituzione di batteria e elettrodi prima della scadenza, verifica dell’autotest a indicare che non sono presenti anomalie, sostituzione con DAE “muletto” in caso di malfunzionamenti (così da non lasciare la postazione scoperta. Purtroppo ad oggi ci imbattiamo ancora in DAE con garanzia scaduta sia del dispositivo sia dei consumabili ubicati in strutture sportive, con un potenziale di funzionamento molto compromesso.
  4. Qualità e scelta consapevole dei dispositivi: Infine è importante acquisire consapevolezza che non tutti i DAE sono uguali, per qualità, resistenza, specifiche tecniche, garanzie e di conseguenza per la loro capacità di salvare delle vite. (rkr)

CUTRO (KR) – Il convegno “Diego Tajani. Tra cultura della legalità e impegno meridionalista”

Venerdì 29 ottobre, a Cutro, alle 16, nella Sala Polivalente “Falcone e Borsellino”, il convegno Diego Tajani. Tra cultura della legalità e impegno meridionalista, organizzato in occasione dell’inaugurazione della sede del Centro Studi e Ricerche Diego Tajani.

Dopo gli indirizzi di saluto di Girolamo Bonfissuto, commissario straordinario del Comune di Cutro, Maurizio Mesoraca, presidente del Centro studi e ricerche Diego Tajani, e Francesca Falcone, vicepresidentessa, presenteranno le finalità del Centro, che intende promuovere e sostenere la formazione di giovani e giovani adulti facilitando lo sviluppo e la diffusione di valori e conoscenze, competenze e abilità utili a progettare e realizzare iniziative innovative in armonia con le qualità e le vocazioni del territorio e avviare collaborazioni istituzionali con le amministrazioni comunali di Cutro, Vietri sul Mare e Reggio Emilia, quest’ultima città meta dell’esodo di migliaia di cutresi emigrati.

Relazioneranno Antonio Nicaso, professore di Storia sociale della criminalità organizzata della Queen’s University di Kingston, su “La zona grigia: i contorni sfumati tra mafia e potere”; e Ercole Giap Parini, professore di sociologia generale del dipartimento di Scienze politiche e sociali dell’Università della Calabria, su “’Ndrangheta, complessità di lunga durata”.

Sono previsti interventi di Lanfranco De Franco, assessore del Comune di Reggio Emilia, Palmina Perri, consigliere del Comune di Reggio Emilia, Giovanni De Simone, sindaco del Comune di Vietri sul Mare, Antonio Gazia, presidente della Congrega letteraria di Vietri sul Mare.

Durante l’evento sarà proiettato un video a cura di Francesca Travierso, giornalista, e Marco Ciconte, scrittore. Modera Antonio Anastasi, giornalista.

Il Centro studi e ricerche Diego Tajani è un’Associazione composta da un gruppo di studiosi e professionisti che intende promuovere la ricerca storiografica su Diego Tajani, valorizzarne l’opera e il pensiero, contribuire alla diffusione della cultura della legalità anche attraverso l’elaborazione di studi qualificati sul fenomeno mafioso e
l’attivazione di laboratori aperti alla società. (rkr)

CUTRO (KR) – Domenica escursione al Sentiero Le Forche

Domenica, a Cutro, dalle 16, è in programma l’escursione al Sentiero Le Forche a cura dell’Associazione Calanchi del Marchesato e con Domenico Colosimo, presidente dell’Associazione.

L’evento rientra nell’ambito della serie di escursioni Marchesato Trekking e Culture organizzato in collaborazione con il circolo Legambiente valle Tacina e Italia Nostra sezione Casabona Valle del Neto, con il patrocinio gratuito dei comuni di Cutro e Roccabernarda per scoprire ed apprezzare per conoscere al meglio le aree interne del Marchesato Crotonese, uno scrigno di biodiversità caratterizzato da evidenze naturalistiche, storiche e paesaggistiche di struggente bellezza.

Un’escursione all’interno di un paesaggio lunare: quello dei calanchi del Marchesato nell’area compresa tra i comuni di Cutro e Roccabernarda, uno scenario unico e suggestivo tra monoliti di argilla, calanchi, biancane e colline dorate di grano, quelle che Pierpaolo Pasolini nel suo reportage “La lunga strada di sabbia” pubblicato sulla rivista Successo nel 1959, definì “dune immaginate da Kafka”.

«Percorreremo – si legge in una nota – i luoghi dove fu girato il film “Il Vangelo secondo Matteo” ed un tratto della “viam veteram” la strada che per secoli ha messo in collegamento il paese di Cutro con l’entroterra. L’itinerario, della lunghezza complessiva di circa 4 km, parte dalla strada sterrata che si dipana in fondo a via Barbara Micarelli, e prosegue in discesa passando per le biancane monumentali della Scala. Sospesi sulle creste dei calanchi a lama di coltello, attraverseremo una valle, e risaliremo fino ad un punto panoramico dal quale ammirare la visuale sulla valle sottostante: l’area Sic Stagni sotto Timpone San Francesco, inserita nella Rete Natura 2000, per via di un particolare habitat ricco di specie vegetali e animali protette, come la Testuggine palustre europea e il Cervone».

 

CROTONE – Domenico Olivo (FDI): La Regione intervenga per le frane sulla s.p. 63 di Cutro

Il coordinatore cittadino di Fratelli d’ItaliaDomenico Olivo, a nome del Circolo di Fdi di Cutro, ha lanciato un appello al presidente f.f. della Regione, Nino Spirlì, a ai consiglieri della Provincia di Crotone, di intervenire, al più presto, sulle frane che interessano la S.P. 63, «sia per evitare disagi da un punto di vista della viabilità agli automobilisti, che nel periodo estivo si moltiplicano, e sia per evitare situazioni con conseguenze ben più gravi».

«Trattasi – ha spiegato Olivo – di strada a grande percorrenza, in quanto oltre a servire il Comune di Cutro, è utilizzata quotidianamente anche dai paesi del Marchesato per raggiungere il capoluogo di provincia. Certamente il presidente f.f. conosce la problematica della S.P. 63 e, di conseguenza, la sua pericolosità, in quanto la percorre quotidianamente per raggiungere Crotone da Petilia Policastro, ma forse è più impegnato a rispondere ai solleciti fatti dai rappresentanti di centrodestra, ed in particolar modo di Fdi, che a cercare di risolvere l’annoso quanto pericoloso problema che interessa la S.P.63».

«Nella precisione – ha spiegato ancora – il 4 luglio 2020 (data di valenza storica) sono iniziati i lavori di ripristino sulla S.P. 63, lavori che interessavano una frana a valle della stessa strada. I lavori questi, che dovevano essere eseguiti sulla strada in questione consistevano nel ripristino della frane a valle , nelle vicinanze del bivio che porta alla stazione di Cutro, l’inserimento di pali trivellati nel ciglio di valle della sede stradale mediante messa in opera di pali trivellati in calcestruzzo armato, il ripristino di altre 2 frane, una al centro del percorso stradale ed una a monte della S.P. 63, ove venivano posizionate delle barriere “new Jersey” che hanno ridotto la carreggiata».

«Dal 4 luglio – ha detto ancora Olivo – la situazione della S.P. 63 non è migliorata, anzi, è stata peggiorata perché é stato posizionato materiale di riporto, ormai sprofondato, che sta creando innumerevoli disagi a chi transita sulla S.P. 63. A questo proposito, infatti, a valle si è ridotta la carreggiata con una sola corsia a doppio senso di marcia. Situazione questa, ovviamente già di per sé pericolosa, lo è ancora di più visto che questo restringimento si concentra in prossimità di una curva “cieca ” che non permette di vedere il sopraggiungere di veicoli dal senso opposto di marcia, creando un grande rischio per la incolumità dei viaggiatori».

«Vi è di più – ha detto ancora –: salendo nel centro del percorso, vi è un frana che ha interessato il margine stradale con relativa caduta dei muri di sostegno. Per fronteggiare in qualche modo quest’altra problematica, hanno pensato bene di mettere una semplice rete di protezione lasciando, così una curva detta “a gomito”, senza alcuna protezione di sicurezza. Andando a monte, vi è una frana da due anni, si è pensato bene di ridurre la carreggiata posizionando delle barriere in cemento soprannominate “new Jersey”, ma nessun intervento concreto per garantire la sicurezza della circolazione automobilistica, è stato iniziato per ripristinare lo stato dei luoghi». (rkr)

 

Siglata convenzione per l’ingegnerizzazione idrica di tre Comuni del Crotonese

Isola Capo Rizzuto, Cirò Marina e Cutro sono i tre Comuni crotonesi in cui sarà realizzata l’ingegnerizzazione della rete idrica.

La convenzione è stata siglata a Isola Capo Rizzuto tra la Regione Calabria, rappresentata dall’assessore all’Ambiente, Sergio De Caprio – e i Comuni di Isola Capo Rizzuto, Cirò Marina e Cutro.

All’incontro, oltre ai primi cittadini dei tre Comuni interessati, era presente anche la consigliera regionale Flora Sculco.

«Un’opera fondamentale – ha detto De Caprio – la cui realizzazione sarà affidata, nella gestione dell’appalto, all’Autorità idrica. Andiamo a intervenire su un punto nevralgico del sistema dei servizi ai cittadini e speriamo che i lavori siano celeri».

Prima della firma della convenzione, De Caprio, accompagnato dagli amministratori locali, ha visitato contrada Torrevecchia, a Isola Capo Rizzuto, per un sopralluogo nei luoghi interessati da alcuni eventi idrogeologici.

«È veramente triste constatare – ha commentato l’assessore – come tanta bellezza venga deturpata. Ma non siamo qui per guardare e basta: il dipartimento Ambiente si attiverà da subito per affrontare questa emergenza in tempi brevi. È impensabile che questi luoghi siano messi a rischio dalle azioni sbagliate dell’uomo». (rkr)

CUTRO (KR) – L’estemporanea di pittura “Alla riscoperta dei calanchi del marchesato”

Questo pomeriggio, a Cutro, al via la seconda edizione dell’Estemporanea di pittura – Percorso delle cinque Chiese dal titolo Alla riscoperta dei calanchi del marchesato.

L’evento è stato organizzato dalle Parrocchie SS. Annunziata e del SS. Crocifisso con la collaborazione della pittrice Monica Arabia e vede la partecipazione degli artisri Alessandro CiaccoAnna ConfortiAnna MigaleDomenico LevatoGiovanni ManfredaIvana FioreJacopo PaparoLetizia FerrariMarco OliverioMarialba ColacinoMichelangelo PaparoRosanna VetturiniRosy MartinoSabina FronteraCesare Nicoletta.

Si parte, alle 16.30, con l’inizio dei lavori nel piazzale del SS. Crocifisso. Alle 21.00, la presentazione delle opere realizzate dagli artisti nella Chiesa del SS. Crocifisso. Relaziona Padre Giovanni Aitollo, interviene il giornalista Luigi Camposano. La serata sarà animata da canti francescani. (rkr)

CUTRO (KR) – Si festeggia San Giuliano

Al via, a Cutro, i festeggiamenti in onore di San Giuliano, patrono della città. Le iniziative, organizzate dalla Parrocchia del SS. Crocifisso e dalla Parrocchia della SS. Annunziata, in collaborazione con padre Giovanni Laitollo e i Frati Minori del Convento della Riforma, cominceranno questa sera, alle 19.30, con la rassegna dei Cori nella Chiesa SS. Annunziata.

Si esibiscono, infatti, il Coro In Domino “Città di Cutro”, diretto da padre Giovanni Aitollo.  il Coro Voci Bianche in Domino “Città di Cutro”, diretto da Alessandra Mesoraca, il Coro Parrocchiale “P. Gianluigi Castagna” San Leonardo Di Curtro e il Coro Diocesi di Catanzaro in Domino.

Domani, alle 19.00, nella Chiesa SS. Annunziata, l’incontro culturale con lo studioso Gino Camposano. Interviene padre Giovanni Aitollo. Lunedì 27 gennaio, si terrà la Santa Messa nella Chiesa SS. Annunziata, a cui seguirà la processione per le vie del paese. (rkr)

CUTRO (KR) – La “Sfida scacchistica alla corte di Spagna” “rivive” con l’arte di Gerardo Sacco

Memoria e bellezza sono state il cuore di un evento a Cutro che, nel mese di agosto, ha visto protagonista il Maestro orafo Gerardo Sacco e la sua arte.

La vita artistica del Maestro orafo – e il suo legame con la città di Cutro, città degli scacchi – sono stati ripercorsi in piazza Jo Leonardo Di Bona nel corso di un evento dal titolo Gerardo Sacco, Franco Zeffirelli, l’Arte dello Spettacolo, che ha visto, anche, la presentazione del suo libro Sono Nessuno. Il mio lungo viaggio tra arte e vita.

Ad arricchire l’evento, la sfilata dei gioielli da lui realizzati nell’arco della sua carriera artistica, insieme ai capi dello stilista Salvatore Macrì.

Inoltre, il Maestro orafo Sacco, per l’occasione, ha fatto rivivere attraverso la sua arte la Sfida scacchistica alla corte di Spagna, del Puttino Leonardo Jo Di Bona. (rkr)