BELVEDERE MARITTIMO (CS) – Al via iter procedurale per efficientamento del depuratore

A Belvedere Marittimo, si è svolta una riunione operativa per avviare liter procedurale dellordinanza della Regione Calabria che ha delegato il Corap a sovra intendere al monitoraggio delle attività che fanno riferimento al decreto di finanziamento.

La riunione è stata tra il sindaco Cascini e il dg Dipartimento Ambiente  Regione Calabria Ing. Salvatore Siviglia, del commissario Corap Riitano e i tecnici specialisti e alla presenza della responsabile dell’ufficio tecnico Ing. Giuliana Cangelosi.

Finanziamento grazie ai quali il comune ha avviato, con il supporto degli stessi, da subito le attività e le azioni di efficientamento del depuratore e degli impianti di sollevamento che cadono sotto la giurisdizione del comune della cittadina tirrenica, così da limitare il potenziale inquinamento marino nonché salvaguardare la balneazione del nostro mare e quindi la stagione estiva. 

Massima concertazione e supporto da parte della Regione e del Corap, che hanno, altresì, predisposto la presenza di tecnici specializzati che coadiuveranno nella gestione delle emergenze quelli del comune. 

Il sindaco Cascini ha espresso grande apprezzamento per limpegno profuso in merito alla questione depurazione dal presidente Occhiuto, sia per i tempi sia per i modi degli interventi messi in atto. Infatti, in meno di un mese sono stati effettuati i sopralluoghi per la verifica degli impianti, lindividuazione delle criticità, il reperimento dei fondi necessari e la concessione dei finanziamenti ai singoli comuni, soggetti allordinanza. Lo stesso primo cittadino ha evidenziato come questo sia un fatto eccezionale e di rilievo, poiché mai verificatosi in passato e rispetto ai tempi previsti nelle procedure standard della Pubblica amministrazione. (rcs)

 

Mare Pulito, la Regione fa il punto delle attività degli ultimi

In Cittadella regionale, il presidente della Regione, Roberto Occhiuto ha illustrato, in conferenza stampa, le attività svolte e i provvedimenti adottati dalla Regione in ambito di depurazione e mare pulito.

Occhiuto ha ringraziato le associazioni, tra le quali la presente Mare Pulito, per l’attività svolta chiedendo di consolidare ancora di più la collaborazione. Sempre più necessario, infatti, un collegamento tra cittadini ed istituzioni per vigilare sul territorio e soprattutto per sensibilizzare sulla tutela ambientale. La pulizia del nostro mare parte, innanzitutto, dai buoni comportamenti di ciascuno di noi e dal rispetto dell’ambiente. Da parte sua, l’Associazione Mare Pulito ha ribadito la piena disponibilità e a breve avrà un incontro direttamente con il Presidente Occhiuto per discutere nuovi progetti.

Nel corso dell’incontro sono state rilevate le criticità di ogni singolo Comune in ordine agli impianti di depurazione e alle stazioni di sollevamento. A tal riguardo, con i direttori dei Dipartimenti della Regione è stata realizzata la Geolocalizzazione, tramite apposita mappatura, di tutti gli impianti, le stazioni, i pozzi neri e gli scarichi che sarà disponibile su un portale telematico accessibile, tramite Google Earth, per i Comuni e per la Regione, poiché alcuni scarichi non erano mai stati neppure censiti.

Sono stati stanziati circa 2,9 milioni di euro da distribuire, in base alle specifiche necessità, tra i singoli Comuni per l’acquisto di materiali al fine di effettuare lavori di efficientamento delle pompe di sollevamento. 

Sempre nella giornata di lunedì, è stata firmata la Convenzione con i Comuni con riguardo al predetto stanziamento che verrà trasferito immediatamente dopo la firma, a seguito della quale i Comuni avranno 10 giorni di tempo per realizzare i lavori indicati dalla Regione. 

Verranno, quindi, inviate ai singoli Comuni le lettere all’interno delle quali si troveranno le specifiche dei lavori da realizzare; le medesime comunicazioni saranno inviate, contestualmente, alla Procura, alla Capitaneria di Porto e ai Carabinieri, affinché vigilino sull’effettivo adempimento. Tutti gli stanziamenti ammonteranno a cifre inferiori a 140mila euro (eccetto che per il Comune di Falconara Albanese, a causa di specifiche criticità), cosicché l’acquisto dei materiali potrà essere effettuato immediatamente e celermente attraverso il Mepa.

Il Presidente Roberto Occhiuto, insieme al Dipartimento Territorio e Tutela dell’Ambiente, ha dato come termine ultimo per la realizzazione di tutte le attività il 15 luglio.

Al fine di assicurare la realizzazione delle predette attività, sono stati costituiti gruppi per il controllo del territorio con la collaborazione di Carabinieri, Capitaneria di Porto e Procura, oltre che di Calabria Verde, così da monitorare e prevenire la presenza di scarichi abusivi e di verificare la regolarità dello smaltimento dei rifiuti relativi sia ai singoli pozzi neri, sia alle attività commerciali.

Il Presidente Occhiuto, vista la gravità del problema, ha posto come obiettivo da raggiungere quest’anno una risoluzione del 40/50% delle problematiche, in modo tale da avviare un iter che nell’arco di 2/3 anni possa portare ad una completa risoluzione delle criticità.

Ancora, accogliendo la richiesta dei Sindaci dei Comuni dell’alto Tirreno cosentino, sono stati stanziati fondi per l’acquisto di battelli ecologici che inizieranno immediatamente la loro attività e provvederanno alla pulizia del mare, con attività di antinquinamento e disinquinamento in mare, pulendo gli specchi acquei dai rifiuti solidi galleggianti, in particolare plastica, dai rifiuti semisommersi ed oleosi.

Come già noto, con l’Ordinanza n. 10/2022, inoltre, è stato individuato il Gestore Unico degli impianti di depurazione, ossia il Corap, con il quale potranno interfacciarsi i singoli Comuni in modo da rendere la gestione degli impianti più efficiente e non dettata da logiche economiche e di mercato. In particolare, i dipendenti del Corap, insieme ai dipendenti del Dipartimento Bilancio della Regione, avranno il compito di recarsi personalmente presso i singoli impianti di depurazione per verificare che si realizzino concretamente i lavori di efficientamento e potenziamento indicati dalla Regione. Inoltre, per ogni depuratore sono state predisposte dalla Regione delle schede di rilievo da compilare, all’interno delle quali dovranno essere indicate tutte le problematiche per ogni singolo depuratore.

A breve i vari Prefetti adotteranno delle ordinanze, che si aggiungono a quella già adottata dalla Regione, per disporre il divieto di circolazione notturna agli autospurgo. Tutta questa attività segue all’attività già realizzata negli scorsi mesi.

In particolare, insieme a Calabria Verde, è stato realizzato un Piano straordinario di pulizia dei corsi d’acqua, dei pozzi e dei fiumi, i cui residui e reflui finivano interamente in mare. Tale pulizia è stata effettuata in concomitanza con uno stanziamento economico di risorse per realizzare lavori che consentono, ora, di convogliare le acque all’interno dei depuratori e non direttamente in mare.

Nei mesi precedenti, inoltre, sono stati stanziati altri fondi, circa altri 2 milioni di euro, attraverso i quali sono stati smaltiti i fanghi e puliti scarichi e stazioni di sollevamento che risultavano completamente occlusi.

Tra i progetti futuri da attuare nei prossimi mesi: Monitoraggio ed efficientamento degli impianti di depurazione dei Comuni montani, poiché il loro cattivo funzionamento si riversa direttamente sui Comuni marini sottostanti e, dunque, in mare;  Installazione nei fiumi, com’è già avvenuto nel fiume Mesima, di barriere realizzate con enzimi attraverso le quali vengono filtrate le acque che poi si sversano in mare venendo bloccata e depurata la parte solida; Alla luce delle problematiche del Fiume Noce che coinvolgono anche la Regione Calabria, nei prossimi mesi c’è in programma di realizzare progetti in collaborazione con la Regione Basilicata così da poter risolvere congiuntamente la situazione.

Il Presidente ha ringraziato nuovamente l’Associazione Mare Pulito, che ha dato la propria disponibilità allo svolgimento di una continua attività di monitoraggio e segnalazione delle problematiche e delle criticità, oltre che di sensibilizzazione dei cittadini. (rcs)

 

MAR DI CALABRIA, SPLASH IN ACQUE PULITE
È UN OTTIMO ASSIST AL TURISMO BALNEARE

di MARIO PILEGGILo stato di salute dei mari per l’inizio della stagione balneare 2022, certificato dall’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente, autorizza la balneazione su oltre 654 dei 716 Km di spiagge disponibili nella Regione. In pratica più di  quelli disponibili nell’insieme di sette regioni come: Veneto, Emilia-Romagna, Friuli, Abruzzo, Marche, Molise e Basilicata. 

La novità dei dati ufficiali non è solo quella dell’aumento delle spiagge idonee alla balneazione ma anche quella del miglioramento della qualità delle acque del Tirreno e dello Jonio, in controtendenza rispetto al progressivo peggioramento degli ultimi cinque anni. 

L’aumento delle spiagge idonee alla balneazione è di 1313 metri rispetto ai 653.523 del 2021 per la riduzione della lunghezza complessiva delle spiagge con acque classificate di qualità scarsa che nel 2021era aumentata fino a 17.508 metri mentre all’inizio dell’attuale stagione si è ridotta a complessivi 16.195 metri

Aumentano dello 0,44% rispetto alla stagione balneare 2021, anche le aree con acque classificate di qualità eccellente. 

Le novità dell’aumento delle acque classificate di qualità eccellente e della contemporanea riduzione delle aree con acque classificate di qualità scarsa, ed anche la localizzazione delle aree con i divieti per inquinamento non si registrano in modo omogeneo nelle cinque Province ma, come evidenzieremo nei prossimi giorni a conclusione del Rapporto, sono legate essenzialmente ad alcune località. Significative differenze della qualità delle acque, su scala provinciale e anche nell’ambito di una stessa Provincia, emergono anche dal confronto dei dati Arpacal relativi all’attuale stagione balneare con quelli delle stagioni precedenti.

Emerge, ad esempio, che per la stagione balneare 2022 la lunghezza delle aree con acque di qualità scarsa nella Provincia di Vibo Valenzia si è ridotta complessivamente a 560 metri, cioè a meno di un terzo rispetto ai 1.873 metri del 2021. Va considerato che le acque adibite alla balneazione sono classificate di qualità scarsa quando i parametri microbiologici di “Escherichia coli” ed ” Enterococchi Intestinali” superano il limite imposto dalla normativa vigente per la tutela della salute dei bagnanti.

Nel contesto regionale, dai dati sulla classificazione della qualità delle acque di balneazione per la stagione 2022 si rileva: 

–  lunghezza complessiva delle aree con acque di qualità eccellente di 593.643 metri con una percentuale dell’88,47% in crescita rispetto all’88,03 % del 2021 ma ancora di molto inferiore al 93% del 2017; 

– lunghezza delle aree con acque classificate di qualità buona di 45.695 metri pari al 6,81%, in riduzione rispetto al 7,05% del 2021;

–  lunghezza delle aree con acque classificate di qualità sufficiente di 15.498 metri, pari al 2,31% come nel 2021;

– lunghezza complessiva delle aree con acque di qualità scarsa di 16.195 metri sul 2,41%, in diminuzione rispetto al 2,61% del 2021. 

In pratica, i dati ufficiali della classificazione, confermati delle analisi delle acque effettuate nei mesi scorsi dall’Arpacal in tutti i comuni costieri, certificano la idoneità alla balneazione, e quindi l’assenza di rischi per la salute, su ben 653.523 metri di costa. 

Dei 716 Km di costa disponibili la parte adibita alla balneazione e monitorata è il 93,8%. Il restante 6,2% non adibito alla balneazione per quanto previsto dal D.Lgs. 116/2008 è vietato alla balneazione sia per l’inquinamento essenzialmente localizzato in corrispondenza delle foci dei corsi d’acqua sia per motivi diversi come in corrispondenza di Porti e scogliere inaccessibili. 

Gli stessi dati ufficiali dell’Agenzia Regionale per la Protezione l’Ambiente nel complesso certificano un buon stato di salute dei mari calabresi e alcune criticità, in particolare nelle Province di Reggio Calabria e Cosenza, localizzate in corrispondenza di alcuni tratti di costa prossimi alle foci di corsi d’acqua, ad alcuni impianti di depurazione malfunzionanti e vari scarichi abusivi che giungono a mare anche tramite canali o torrenti.

Sulle criticità riguardanti i 38 comuni e 48 impianti di depurazione localizzati lungo la fascia costiera Tirrenica compresa tra i comuni di Tortora e Nicotera, a partire dall’autunno scorso,  si è posta l’attenzione di varie istituzioni con interventi di Procure, Carabinieri e l’Ordinanza del Presidente della Regione N. 9 del 17 Marzo 2022 sulle “Disposizioni per la gestione dei fanghi prodotti dal trattamento delle acque reflue urbane al fine di garantire la corretta erogazione del servizio pubblico di depurazione”. E, recentemente, il commissariamento dei Depuratori in 14 comuni da parte della Regione.

L’efficacia di questi interventi sarà evidente nei prossimi mesi quando entreremo nel pieno della stagione balneare. In ogni caso si tratta di interventi certamente utili e da integrare con adeguati investimenti negli impianti di trattamento delle acque reflue urbane e il miglioramento delle reti delle acque reflue come si sta facendo in altre regioni del BelPaese.

Evidentemente bisogna smetterla concretamente di considerare il mare “una discarica che tutti possono utilizzare pur di risparmiare soldi pubblici e privati” come riportato nelle due Relazioni della Corte dei Conti su “la gestione delle risorse pubbliche finalizzata a prevenire l’inquinamento delle coste, a risanare le stesse, a migliorare la qualità delle acque destinate alla balneazione e a tutelare la salute pubblica”, proprio in corrispondenza dello stesso tratto di costa tirrenica e dei 38 comuni oggetto dell’Operazione “deep” dei Carabinieri e dell’Ordinanza del Presidente della Regione.

Così come bisogna smetterla di continuare ad ignorare che competenze e responsabilità della gestione e del controllo del territorio, compresi gli scarichi che inquinano il mare, appartengono a quelle Amministrazioni Pubbliche che, secondo i magistrati della Corte dei Conti della regione Calabria: “hanno mostrato una insufficiente consapevolezza delle proprie funzioni e competenze”, mentre “la protezione dell’ambiente e della salute pubblica impongono alle amministrazioni pubbliche di ridurre l’inquinamento delle acque di balneazione e di preservare queste ultime da un deterioramento ulteriore”.

S’impone anche il rispetto delle norme e Direttive europee riguardanti l’obbligo di informare e far conoscere la qualità delle acque marine e le specificità del patrimonio costiero bagnato dal Tirreno e dallo Ionio meridionali. E tra le specificità, rare nella Penisola, sono da far conoscere: la natura e quantità delle spiagge naturali, tra le più assolate e  a misura bambini e famiglie alle quali sono state assegnate 19 bandiere verdi della Foundation for Environmental Education (FEE), formate da frammenti di rocce di tutte le ere geologiche che documentano la nascita ed evoluzione del paesaggio dell’intera Penisola e degli insediamenti umani dell’intero Belpaese; gli assetti idro-geomorfologici che consentono la presenza e lo sviluppo della più grande varietà di habitat e forme di vita in ambiente acquatico e terrestre; la ricca varietà di prodotti enogastronomici sempre più apprezzati in tutti i continenti; i numerosi e antichi giacimenti storico-archeologici di tutte epoche. (mp)

[Mario Pileggi è geologo del Consiglio nazionale Amici della Terra]

IL DOCUMENTO DELLA GIUNTA REGIONALE SULLA DEPURAZIONE

DEPURAZIONE 20.06.22_c

Il presidente di Alleanza Ecologica Tommasi: Il mare della Calabria necessita di bonifica

Il presidente di Alleanza EcologicaDiego Tommasi, ha evidenziato come «secondo noi il sistema depurativo è carente, soprattutto nelle aree interne della Calabria, pertanto, si rende necessario un intervento di bonifica dei bacini idrografici opportunamente individuati e delimitati».

«Non sarà facile, né i risultati saranno raggiunti in tempi brevi – ha aggiunto – però c’è da registrare la forte presa di posizione del Presidente Occhiuto per quanto riguarda la salute del mare calabrese. L’ordinanza che ha firmato per lo smaltimento dei fanghi dagli impianti di depurazione ne è la conferma, un problema atavico che fu affrontato nel 2006 dalla giunta Loiero per un breve periodo, ci sorprende che qualche luminare se ne sia accorto solo oggi».

«Da solo – ha proseguito – questo provvedimento non basta, va bene la pulizia dei fiumi che sfociano a mare ma occorre una strategia complessiva. La regione Calabria dovrà chiedere a tutti i comuni calabresi quante sono le unità immobiliari non allacciate alla rete fognaria ed avviare un piano infrastrutturale adeguato alle esigenze territoriali. Nel momento in cui il sistema depurativo andrà a regime, affinché ci sia una tranquillità di gestione si dovrà affrontare l’annoso problema che è stato da sempre il punto debole per chiudere il ciclo, cioè la tariffazione e la riscossione dei tributi. La politica europea e nazionale che governa la tutela del mare, delle sue coste, dei suoi fondali e delle specie marine che lo popolano trae origine sostanzialmente da due importanti Direttive Comunitarie – sulla Strategia per l’ambiente marino e Direttiva Habitat, non da ultimo si ricorda il cosiddetto Piano di Tutela delle Acque che persegue l’obiettivo di tutelare e valorizzare le acque costiere del nostro territorio».

«Insomma – ha spiegato – un corposo contesto normativo volto alla tutela e valorizzazione dell’ambiente marino che vede la Regione Calabria svolgere un ruolo fondamentale e di assoluta valenza naturalistica. Gli studi in corso da parte dell’Arpacal, condotti secondo standard ministeriali e metodiche ufficiali, attestano nella nostra regione la presenza di biocenosi di pregio (coralligeno, maerl, Posidonia oceanica, etc.)».

«È condizione d’obbligo quindi – ha concluso Tommasi – implementare azioni di bonifica dei fondali con l’obiettivo di ripristinare, per quanto possibile, la naturalità dei fondali marini deturpati dalla presenza di corpi estranei e rilasciati nel corso degli anni dall’uomo. Un’impresa immane che bisognerà pur avviare, magari partendo da aree pilota di pregio con l’ormai improcrastinabile obiettivo di difendere e valorizzare l’indubbia vocazione naturalistica dei mari della Calabria». (rrm)

Sanità, Sorical e Pnrr, Occhiuto fa il punto della situazione sui dossier

Il presidente della Regione, Roberto Occhiuto, ha fatto il punto della situazione sui tanti dossier che sta seguendo, tra cui la questione Sacal, Sorical, sanità e emergenza profughi.

Proprio sulla questione Sacal, il Governatore ha reso noto che il volo A/R Reggio Calabria-Milano – che nei piani della compagnia Ita doveva essere soppresso dal 24 marzo – sarà garantito, «se non dal 24 marzo, nei giorni a seguire»

Sempre sul tema degli aeroporti, il Governatore ha ribadito il suo interesse nei confronti degli scali di Reggio Calabria e Crotone, in quanto «è importante – ha spiegato Occhiuto – che questi scali abbiano una loro vocazione».

«Per Reggio – ha spiegato ancora – stiamo lavorando anche nella direzione di rimuovere le limitazioni che impediscono alle compagnie low cost di volare su Reggio».

Spazio poi alla Sanità: «ho scoperto, nei giorni scorsi – ha detto – che ci sono alcuni medici che sono prossimi alla pensione e che non vorrebbero andare in pensione ma restare in servizio. Ho detto ai miei dirigenti “se noi abbiamo bisogno di medici perché non trattenere quelli che vogliono rimanere”. Allora ho fatto fare una circolare ai commissari per dire che i medici che vogliono restare in servizio possono farlo fintantoché non avremo altri medici per sostituirli».

Occhiuto, poi, ha detto di essersi accertato «sullo stato di relazione del Piano Operativo, che è il programma per la sanità» e ha ricordato che «abbiamo aperto tre ospedali che dovranno essere aperti anche dopo l’emergenza», che è stato fatto il Piano dei presidi di assistenza territoriale, che sono in totale 91 e che è stato fatto «nei termini».

«Una volta tanto il governo ha dovuto prolungare i termini per altre Regioni che non erano pronte, la Calabria invece aveva inviato tutte le schede relative a questo investimento del Pnrr» ha detto ancora Occhiuto.

Sul debito Sanitario, il presidente della Regione ha spiegato che ci saranno delle novità, e che «abbiamo messi su una procedura per accertare il debito nella sanità entro il 31 dicembre 2022» e che «faremo un gruppo di lavoro all’interno del Dipartimento e altri gruppi di lavoro, coadiuvati anche dalla Guardia di Finanza grazie un emendamento che riuscii a far passare nel Decreto Fiscale, nelle diverse aziende sanitarie per accertare la quantità del debito, come non è mai stato fatto in dodici anni di commissariamento».

Al lavoro, poi, per trovare la copertura «per prorogare i contratti per il personale medico, paramedico e amministrativo che ha lavorato nei centri vaccinali» e che «sto trovando risorse anche per stabilizzare chi ha titolo a essere stabilizzato dopo aver offerto il proprio contributo nell’emergenza».

A seguire, il Governatore ha parlato della questione Sorical e della vicenda dell’Autorità Idrica Calabria, di cui «me ne occuperò nei prossimi giorni», in quanto è «inaccettabile».

Occhiuto ha ricordato di aver detto «sì all’assemblea dei sindaci che volevano utilizzare una società da loro costituita, Cosenza Acqua poi chiamata Calabria Acqua, per gestire la distribuzione dell’acqua, ho detto sì perché c’era un bando, React Eu, al quale potevano partecipare solo le Regioni che avevano un soggetto attuatore, altrimenti avremmo perso delle risorse. Sapete com’è andata a finire? Abbiamo perso lo stesso le risorse perché l’Autorità idrica non è riuscita a fare bene il progetto. È una cosa inaccettabile».

Su Sorical, invece, Occhiuto ha ricordato che «c’è una trattativa col socio privato questa multinazionale francese alla quale abbiamo chiesto di andare via e eccedendo tutte le quote a 1 euro. Ci sono banche tedesche che hanno ignorato le quote di questa multinazionale che non vorrebbero consentirlo» e che «ho detto loro che entro 15 giorni devono dirci qual è la loro opinione rispetto a questa vicenda perché sull’idrico noi dobbiamo avere una società che si occupi sia delle grandi adduzioni sia della rete di distribuzione dell’acqua sia del ciclo integrato, perché stiamo perdendo tante occasioni per ammodernare il nostro sistema idrico anche con fondi del Pnrr e questo la regione non se lo può consentire».

Occhiuto, poi, ha annunciato di aver denunciato che «c’è 1 miliardo e 100 milioni di risorse che vanno ancora rendicontate e ho chiesto ai direttori generali di darmi il quadro delle risorse che vanno riprogrammate», anche perché altrimenti «le perdiamo».  Infatti, «stanno arrivando le prime schede, e sto valutando anche queste perché ho chiesto al governo di poter riprogrammare le risorse che non si riescono a spendere entro il 31 dicembre e potrebbero andare perdute su qualche opera strategica, di cui la Calabria ha grande necessità».

Sull’emergenza rifugiati Ucraini che scappano dalla guerra, Occhiuto ha riferito di essere stato nominato commissari «così come ha fatto per le altre regioni per gestire questa fase di emergenza» e ha ricordato che la Regione ha fatto delle delibere «per ospitare queste persone che scappano dalla guerra nei nostri borghi e anche per le spese di prima necessità».

«Ci sono assessori che sono in continuo contatto con il Dipartimento nazionale della Protezione Civile per coordinare tutti questi sforzi».

«Mi sono anche – ha proseguito – di iniziative per favorire il microcredito per i disoccupati e per le microaziende. Stiamo preparando una delibera in questa direzione. Del Programma operativo dei fondi comunitari 21-27, su questo dossier siamo avanti rispetto ad altre regioni».

Sulla depurazione, il Governatore ha dichiarato che «la Calabria dovrebbe depurare 134.000 tonnellate all’anno di fanghi – che poi sono quelli che inquinano il mare se non depurati – ma ne depura soltanto 34.000. Anche questo è inaccettabile». (rcz)

MOTTA SAN GIOVANNI (RC) – Novità per reti fognanti e impianto di depurazione

Ci sono importanti novità in merito al progetto esecutivo per il completamento delle reti fognanti e la realizzazione del collettore all’impianto di depurazione di Motta San Giovanni, che «sarà approvato entro il mese di maggio». È quanto ha reso noto Maurizio Giugni, commissario nazionale per la depurazione, spiegando che «entro il mese di giugno saranno avviate le procedure per l’affidamento dei lavori tramite Invitalia».

Il commissario, infatti, ha risposto alle sollecitazioni del sindaco Giovanni Verduci e del vicesindaco e assessore ai Lavori pubblici Rocco Campolo che, nei giorni scorsi, avevano chiesto di essere aggiornati sullo stato del procedimento anche alla luce delle modifiche apportate alla disciplina della Struttura Commissariale dalla Legge 233/2021 e finalizzate ad accelerare l’attuazione degli interventi.

«L’Ufficio del Commissario – ha commentato il vicesindaco Rocco Campolo – lo scorso novembre ha acquisito il progetto esecutivo aggiornato e adeguato, il cui costo adesso è di circa 2.8 milioni di euro, e a metà dicembre ha affidato le attività di Verifica. Al Commissario Maurizio Giugni, che ringrazio per la celere risposta, abbiamo fatto presente che, stante il tempo ormai trascorso dal riconoscimento del contributo (Delibera CIPE n. 60 del 2012 – ID 333464), dall’Accordo di Programma Quadro rafforzato “Depurazione delle acque” sottoscritto tra MiSE, MiTE e Regione Calabria (30/03/2013) e dall’affidamento per l’adeguamento del progetto a seguito della risoluzione del precedente contratto (transazione del 10/12/2015), appare evidente come non si possano più tollerare o giustificare ulteriori ritardi».

«Vigileremo – ha concluso l’assessore ai Lavori pubblici di Motta San Giovanni – affinché il carattere innovativo del nuovo quadro legislativo non venga tradito. Il tutto per consentire, finalmente, la realizzazione degli interventi commissariali nell’interesse della nostra comunità e, più in generale, dello Stato italiano destinatario di una sanzione pecuniaria determinata da una sentenza della Corte di giustizia dell’Unione europea a causa dello stato di emergenza nel settore depurazione, fogne e acque reflue». (rrc)

Saccomanno (Lega): Si va verso l’estate e della depurazione nessuna notizia

Il commissario regionale della LegaGiacomo Saccomanno, ha denunciato che, nonostante si proceda verso l’estate e quindi verso la stagione turistica, «della depurazione e dell’inquinamento marino non si hanno notizie».

«È vero – ha spiegato – che in Calabria esiste una assoluta mancanza di un sistema di depurazione adeguato e funzionante. Ma, è anche vero che, a parte qualche iniziativa isolata ed emergenziale, non esiste un piano di interventi programmati. Cosa si vuol fare sulla depurazione? Dobbiamo ancora assistere all’abbandono dei turisti di villaggi e strutture alberghiere per l’inquinamento marino? Forse si è ancora in tempo per assumere qualche celere iniziativa per porre, temporaneamente, rimedio alle evidenti criticità del passato. Ma, bisogna agire subito e senza indugio».

«La Calabria – ha concluso – ha bisogno di voltare sollecitamente pagina. I disastri del passato, certamente, non possono risolversi in pochi mesi, ma almeno bisogna cominciare seriamente ad affrontare i problemi ed a tracciare un percorso di rete sostenibile e condiviso, Abbiamo fiducia nell’azione del presidente Occhiuto che finora ha dato risposte positive, ma la stagione estiva è alle porte e gli operatori calabresi meritano risposte concrete per poter affrontare delle sfide che potrebbero compromettere, senza l’attenzione dovuta, un’altra stagione, con perdita di imprese e di occupazione». (rcz)   

 

Depurazione a Pizzo e nel Vibonese, Lo Schiavo (Dema): Bene risposta Regione, ma si deve fare di più

Il consigliere regionale di De Magistris PresidenteAntonio Lo Schiavo, ha preso atto della risposta degli uffici regionali in merito alla depurazione a Pizzo e nel Vibonese, ma ha evidenziato che la Regione «debba fare di più e meglio in materia di depurazione e non lasciare che processi burocratici abnormi limitino l’azione d’intervento rispetto alle emergenze del territorio».

«Intanto, nella relazione che accompagna il riscontro – ha aggiunto Lo Schiavo –, alcuni dei quesiti posti nella mia interrogazione restano apertamente disattesi, specie in ordine al monitoraggio degli interventi e allo snellimento delle procedure. Poi, si spiega che l’attesa per l’intervento di ri-efficientamento del sistema depurativo-fognario della città di Pizzo, per un importo di 500mila euro, è dovuta ad una deliberazione Cipe ancora mancante. Si argomenta, ancora, che l’intervento denominato “Disinquinamento fascia costiera vibonese”, che interessa i comuni dell’Angitolano e che ha come capofila il Comune di Pizzo, per un importo di 6,3 milioni di euro, è ancora in corso di progettazione definitiva e di acquisizione dei pareri e che, ancora, il project financing che riguarda 12 comuni della Costa degli Dei, per un importo di 15,5 milioni di euro, si è sostanzialmente arenato con gli Enti interessati che hanno chiesto la ripartizione della parte pubblica del finanziamento per procedere a singoli interventi. Infine, altri otto finanziamenti, per circa 7 milioni di euro, derivanti da fondi strutturali europei, non possono essere erogati, anche qui, per la mancanza della relativa deliberazione da parte del Cipe».

«Tutto sembra inevitabilmente fermo – ha proseguito – rallentato da una burocrazia che non vede al di là delle proprie farraginose procedure e che non riesce ad intercettare le urgenze dei territori né a garantire il diritto ad una migliore qualità della vita delle comunità interessate, tantomeno ad ottemperare al dovere morale e politico della tutela dell’ambiente. In questo modo, però, si perde di vista anche un altro non secondario aspetto: quello legato all’economia turistica che ogni anno si trova a dover fronteggiare il problema del mare sporco con tutte le conseguenze del caso. Alcuni dei progetti sopraelencati sono attesi da anni, e le delibere di stanziamento dei fondi, in certi casi, risalgono al 2012: esattamente 10 anni fa. È intollerabile che su un problema così urgente non si riescano a mettere in atto per tempo le necessarie contromisure nonostante i finanziamenti destinati».

«È su questo – ha concluso – che la Regione Calabria deve intervenire, facendo sentire la sua voce con gli enti sovraordinati e snellendo i processi di propria competenza. Ogni mese che passa senza un intervento tangibile rappresenta un ulteriore colpo all’economia e all’ambiente e va ad aggravare una situazione già molto compromessa». (rrc)

IL “MARE PULITO” IN CALABRIA È POSSIBILE
NON SIA UN PRIVILEGIO, BENSÍ UN DIRITTO

Pensare e parlare di un Mare Pulito in Calabria non deve essere un sogno, ma una realtà concreta e realizzabile se si iniziano ad affrontare i problemi e a trovare le soluzioni più adeguate. D’altronde, il mare pulito non dev’essere un privilegio, ma un diritto come suggerisce il titolo dell’importante convegno svoltosi all’Istituto Nautico di Pizzo, che ha visto riunirsi istituzioni, sindaci e associazioni.

Un convegno, a cui sono intervenuti il presidente della Regione, Roberto Occhiuto, il direttore dell’Arpacal, Domenico Pappaterra, i Procuratori della Repubblica di Vibo Valentia, dott. Camillo Falvo, e di Lamezia Terme, dott. Salvatore Curcio, nonché del Sottosegretario per il Sud, Dalila Nesci.

Un tema, quello del mare pulito, talmente tanto importante che il Governatore Occhiuto, nel suo intervento, ha spiegato essere stato affrontato subito dopo il suo insediamento, «e non a giugno come si è sempre fatto nella nostra Regione – stipulando una convenzione con un importante istituto che ha competenze specifiche sulla salute del mare (Stazione Zoologica Anton Dhron ndr)».

«Deve essere realizzata una governance per la gestione dei depuratori, anche di quelli privati e tutti devono essere sottoposti ai controlli» ha detto ancora Occhiuto, evidenziando come sia molto importante «il contributo che può dare l’Autorità giudiziaria per l’attività di contrasto ai fenomeni illegali. Non bisogna lasciare soli i procuratori della Repubblica – oggi sono qui presenti Camillo Falvo, procuratore capo di Vibo Valentia, e Salvatore Curcio, procuratore capo di Lamezia Terme – a vigilare sulla depurazione, ma ci deve essere il concorso di tutte le istituzioni».

«Noi dobbiamo fare il nostro – ha proseguito – e, come Regione, siamo ora impegnati a intervenire sui depuratori che sono tarati ad esempio sulla popolazione invernale, più che sulla quella estiva. Siamo impegnati anche ad accelerare i lavori di collettamento. Ci sono tanti Comuni che hanno edifici o abitazioni non collettati agli impianti di depurazione. Ci sono delle procedure di infrazione per questo, e la Regione deve fare il suo dovere».

«È importante – ha concluso – risolvere i problemi per tempo. Purtroppo spesso ci si occupa dei problemi del mare pulito quando è troppo tardi. Ecco, io vorrei che già per i mesi di giugno o luglio di quest’anno, e ancor di più nell’anno successivo, si potessero vedere i risultati del mio governo regionale».

Problemi che, per il presidente Occhiuto, si potrebbero risolvere se Regione, organi di controllo e Arpacal lavorano insieme. In particolare, «l’Arpacal può svolgere una funzione chiave – ha spiegato Occhiuto – e deve essere posta nelle condizioni di realizzare la sua missione, ma rispetto al tema del mare pulito è importante che lavorino insieme all’Arpacal, con grande impegno, le direzioni dei Dipartimenti della Regione e i soggetti deputati al controllo dello smaltimento e al controllo della depurazione delle acque».

La sottosegretaria per il Sud, ha evidenziato come «gli stanziamenti per garantire un mare pulito ci sono, ora gli Enti locali devono investire sul personale necessario per valorizzare questa nostra straordinaria risorsa».

«Alle risorse del Pnrr – ha aggiunto Nesci – si aggiungono i 600 milioni di euro previsti da un bando del Ministero della Transizione Ecologica per la depurazione. La pubblica amministrazione a livello regionale – ha aggiunto – deve ricercare le professionalità che occorrono per salvaguardare la salute del mare e dell’ambiente, anche riqualificando il personale interno».

«Abbiamo messo in campo – ha illustrato – dei bandi per tecnici ed esperti a favore dei Comuni, che potranno coadiuvare il lavoro di attuazione previsto dal Pnrr, e un Fondo per la progettualità a beneficio dei piccoli centri sotto i 30mila abitanti. Dobbiamo ricordare che costa molto di più pagare le sanzioni relative alle infrazioni europee che investire nella depurazione. Gli enti possono contare anche sul lavoro del Commissario unico per la depurazione, Maurizio Giugni, che può essere coinvolto nei tavoli tecnici e istituzionali».

«Il sistema Paese si è mosso per garantire fondi e strumenti necessari a contrastare l’inquinamento del mare, ora serve l’impegno di tutti. È solo con il contributo di ciascun attore coinvolto che riusciremo a dare le risposte che i cittadini aspettano, serve la massima sinergia tra autorità e istituzioni – ha concluso Nesci – per salvaguardare l’ambiente e in particolare il nostro mare»

Il direttore generale dell’Arpacal, Domenico Pappaterra, nel corso del convegno, ha evidenziato come «le criticità del mare calabrese, e anche il tratto che interessa la provincia di Vibo Valentia, sono ataviche: il forte carico antropico presente sulla costa, sia in termini di urbanizzazione e sia di attività agro-industriali, incide sulla qualità del mare anche a causa della scarsa presenza e funzionalità degli impianti di depurazione».

«E la nostra Agenzia, a vari livelli istituzionali e nel rispetto delle competenze dei diversi soggetti territoriali, lo ha spesso rilevato» ha aggiunto.

«Il compito dell’agenzia ambientale – ha dichiarato Pappaterra – oltre a svolgere le attività che le sono state assegnate dalla normativa, si è sempre contraddistinto per una pronta disponibilità a collaborare con tutti i soggetti presenti sul territorio, anche forze dell’ordine e magistratura, per individuare le cause e le possibili soluzioni al problema. Io sono qui non solo per confermare la nostra linea di condotta, ma anche per ribadire la grande professionalità dei nostri tecnici che operano sul territorio».

«La nostra agenzia – ha proseguito il direttore generale dell’Arpacal – è nata nel 1999 con compiti di monitoraggio e controllo di tutte le matrici ambientali e dal 2016 è parte integrante del Sistema Nazionale  di Protezione Ambientale a seguito dell’approvazione all’unanimità da parte del Parlamento della legge 132 che rappresenta il meccanismo di raccordo tecnico-scientifico tra Stato e Regioni per il governo dell’ambiente del nostro Paese».

In merito alle iniziative di sensibilizzazione alle criticità ambientali, che recentemente hanno contraddistinto il vibonese, Pappaterra ha ricostruito le tappe del suo incontro con il procuratore della Repubblica di Vibo Valentia, dott. Camillo Falvo.

«Agli inizi del mese di settembre scorso il procuratore Falvo lanciò la sfida sul mare inquinato basata sulla motivazione che il problema va affrontato oggi e non a luglio in piena emergenza, definendola la sfida più importante per il futuro della nostra regione. Condividendone pienamente il pensiero, ho scritto una nota al dott. Falvo e l’ho incontrato qualche giorno dopo in procura a Vibo per rappresentargli le attività che l’Arpacal svolge su questo terreno».

«D’altronde – ha spiegato – non potevo esimermi dal farlo, considerato che oltre la metà delle nostre attività ispettive sono di supporto agli organi di polizia giudiziaria ed alla stessa autorità giudiziaria, mediante sopralluoghi ed ispezioni, campionamenti e misure con  analisi di laboratorio e relazioni tecniche successive alle attività di campo».

Sulla collaborazione con la Regione Calabria, Pappaterra ha tracciato un bilancio positivo degli ultimi due anni.

«Dalla Cittadella – ha dichiarato – hanno toccato con mano quanto era noto ai tecnici di settore, ossia che l’Arpacal è un soggetto tecnico concreto e professionale sul quale, appunto, poter fare affidamento. Ad esempio per la Direttiva Nitrati. Da due anni, per evitare che la nostra regione fosse suscettibile di infrazione comunitaria (Direttiva 91)  l’Agenzia sta fornendo un supporto importante nel campionamento delle acque superficiali interne per la determinazione dei nitrati».

«Ed è sulla base di questa pronta disponibilità – ha detto ancora – efficacia e dell’alto livello professionale dimostrato  che la Regione , dopo 20 anni in cui si era sempre rivolta all’esterno, per la prima volta ha deciso di affidare all’Arpacal il Piano regionale di Tutela delle Acque attraverso una Convenzione che vale oltre due milioni di euro, finalizzata all’espletamento di attività di censimento e monitoraggio di tutti i corpi idrici regionali e del loro stato di qualità. Oppure ancora, grazie ad un finanziamento “ad hoc” della regione di 550.000 euro, sono in corso i lavori per l’installazione di campionatori automatici su 70 depuratori della fascia costiera calabrese che valuteranno la funzionalità degli impianti con prelievi  in automatico delle acque in uscita che verranno analizzate in laboratorio».

Ma anche l’uso delle nuove tecnologie è un tratto distintivo dell’azione dell’Arpacal di cui la Regione sta usufruendo.

«Abbiamo iniziato una attività di indagine attraverso i droni, finalizzata ad individuare tramite camera termica e fotocamera ad alta risoluzione, la presenza di sversamenti illeciti di liquami in alveo e di rifiuti abbandonati. Il Mesima, per esempio ma anche l’Oliva ed il Budello, non può continuare ad immettere nel Tirreno le sue acque malsane. Una situazione irrisolta. Nessun intervento è stato fatto per scongiurare l’inquinamento marino oltre che per tutelare lo stesso fiume magari istituendo una Riserva Naturale per come richiesto dal mondo associativo».

Ed intanto, per l’anno 2021 Arpacal ha regolarmente effettuato la campagna di balneazione con analisi di alcuni parametri microbiologici voluti dal Ministero della Salute, individuando in classe eccellente 552 punti su 649, quindi circa l’85%. (rvv)