Domenico Tallini assolto anche in Appello

Domenico Tallini, già presidente del consiglio regionale, è stato assolto anche in Appello all’interno del procedimento penale scaturito dall’inchiesta Farmabusiness. Le accuse erano concorso esterno in associazione mafiosa e scambio elettorale politico mafioso. Tallini era già stato assolto in primo grado.

A stretto giro sono arrivate le congratulazioni dell’attuale presidente del consiglio regionale Filippo Mancuso. «Esprimo le mie sincere congratulazioni all’amico Mimmo Tallini e alla sua famiglia, per la definizione positiva di un iter giudiziario lungo e travagliato, che si chiude con la conferma, da parte della Corte d’Appello, della sentenza di primo grado che lo aveva assolto con la formula ‘perché il fatto non sussiste».

Continua Mancuso: «Bisogna dare atto al già Presidente del Consiglio regionale, che, nonostante la gravità delle accuse rivoltegli, non ha mai perso fiducia nella magistratura e si è sempre difeso nel processo, sicuro della correttezza del suo operato e della sua totale estraneità da ogni ambiente criminale e affaristico. Tuttavia, anche questa dolorosa vicenda suggerisce di non emettere sentenze politiche e mediatiche, o di trarre conclusioni arbitrarie che incidono pesantemente sulla vita delle persone, sulla base di accuse che, per avere affidabilità, debbono essere confermate dai vari gradi di giudizio. Tutto ciò che ha riguardato la vicenda Tallini, ribadisce la necessità di non discostarsi mai dal principio costituzionale per cui ogni persona accusata di un reato è presunta innocente, fino a quando la sua colpevolezza non sia legalmente accertata».

«Ho appreso con gioia la notizia dell’assoluzione, da parte della Corte d’appello di Catanzaro, dell’ex presidente del Consiglio regionale della Calabria Domenico Tallini», ha dichiarato il senatore di Fi, Mario Occhiuto.

«Una sentenza che conferma l’assoluzione già ricevuta in primo grado – ha concluso – e che dimostra ancora una volta, in maniera evidente, la totale estraneità di Tallini alle gravi accuse che gli erano state mosse. All’amico Domenico, ai suoi cari, alla sua famiglia, va tutta la mia solidarietà per l’ingiusto calvario giudiziario che hanno dovuto subire in questi anni, pur nella consapevolezza della sua totale innocenza». (rcz)

Domenico Tallini è il nuovo responsabile Enti Locali di Noi con l’Italia per la Calabria

Importante incarico per Domenico Tallini, ex presidente del Consiglio regionale, che è stato nominato responsabile Enti Locali di Noi con l’Italia per la Calabria.

Tallini, infatti, «ha aderito con entusiasmo – si legge in una nota – al progetto e ai valori di Noi con l’Italia ed è entrato a far parte, su invito del presidente Lupi, al Coordinamento Regionale di Nci. Le decisioni sono state frutto di un incontro avvenuto ieri tra una delegazione nazionale composta dal presidente di Nci Maurizio Lupi, dall’onorevole Alessandro Colucci e dal responsabile enti locali nazionale Pino Galati ed esponenti del partito calabrese. Oltre a Tallini erano presenti il coordinatore provinciale di Catanzaro Maurizio Vento, il coordinatore cittadino Rino Colace e l’assessore comunale di Catanzaro Ivan Cardamone».

Tallini, che ha ringraziato per il ruolo di grande responsabilità che gli è stato affidato, ha nell’immediato il complicato compito di individuare, con gli altri partner del centrodestra, candidati unitari nei comuni in cui si andrà al voto in primavera. Oltre a Catanzaro la tornata elettorale coinvolgerà anche Palmi, Paola, Acri e alcuni comuni con meno di 15.000 abitanti. Ma il suo lavoro non finisce qui. Tallini si è anche impegnato a lavorare per radicare sul territorio calabrese i valori e i programmi di Noi con l’Italia nel perimetro unitario del centrodestra. (rcz)

Catanzaro, lo strappo di Tallini e Cardamone: addio a Forza Italia

L’ex presidente del Consiglio regionale Domenico Tallini e l’assessore alla Cultura del Comune di Catanzaro Ivan Cardamone hanno diffuso una nota in cui annunciano che «si conclude la nostra esperienza in Forza Italia, un partito che ha scritto la storia a livello comunale, provinciale e regionale». Uno strappo maturato in una situazione di estrema incertezza per il centro-destra nel capoluogo che andrà alle urne nei prossimi mesi.

«La storia di chi fa politica sul campo, per passione e per militanza – si legge nella nota –, è fatta di scelte in grado di imprimere una svolta, a volte dolorosa e necessaria, e aprire nuovi percorsi. Forza Italia è stata la nostra seconda casa per tantissimi anni, un progetto che per una lunga fase, sia a livello nazionale che locale, è stato in grado di coadiuvare le migliori risorse e di rappresentare un punto di riferimento identitario ben preciso per tutta l’area del centrodestra. È stata una stagione vincente che ha visto Catanzaro interpretare un ruolo di primo piano, conquistando e consolidando un consenso sempre più crescente, sia tra gli elettori che tra i militanti, che in Forza Italia riconoscevano un modello politico ed organizzativo vincente.

«Abbiamo avuto l’opportunità di assolvere al meglio al ruolo di coordinatori sul territorio, contribuendo ai successi elettorali maturati nell’arco di numerose consiliature nell’ambito del Comune, della Provincia e della Regione Calabria. Negli ultimi tempi gli scenari sulla gestione regionale del partito sono, purtroppo, mutati rispetto sia alla linea che era stata impressa dalla precedente gestione regionale che ai canoni nazionali che lo stesso Presidente Berlusconi ha sempre voluto come principi ispiratori di Forza Italia, un partito liberale e garantista proiettato a governare un Paese come l’Italia. Tutto ciò ha determinato inevitabili ricadute negative sul partito regionale di Forza Italia creando destabilizzazione e incomprensione politica e, nonostante ciò, abbiamo continuato a svolgere in maniera attiva la nostra missione rispondendo con lealtà e senso di responsabilità ai ruoli ricoperti. Una situazione, questa, che si è prolungata per troppo tempo, arrivando oggi a non essere più sostenibile. Registriamo che non sussistono più le condizioni per proseguire il nostro percorso con Forza Italia, consapevoli di aver dato il massimo fino alla fine e, al tempo stesso, considerando la forza attrattiva e propulsiva creata sul territorio e nelle istituzioni.
«Una decisione che riteniamo, dunque, necessaria ed improcrastinabile, per ragioni prettamente politiche. Oggi si chiude un percorso che lascia il segno e che ha scritto la storia politica e amministrativa nella nostra città, provincia e regione. In questo momento storico difficile e complesso, che richiede uno sforzo straordinario da parte dei partiti nel rivedere la propria vocazione, riteniamo che sia opportuno che le nuove formazioni emergenti, di area liberale ed ispirate all’europeismo, si diano una riorganizzazione per far ritornare la Politica nelle istituzioni e tra la gente». (rcz)

 

Farmabusiness, assolto l’ex presidente del Consiglio regionale Mimmo Tallini

Domenico Tallini, ex presidente del Consiglio regionale della Calabria, è stato assolto nel processo Farmabusiness, in quanto «il fatto non sussiste».

Il processo era incentrato sui presunti illeciti nella vendita all’ingrosso di farmaci di cui si sarebbe resa responsabile la cosca di ‘ndrangheta dei Grande Aracri di Cutro (Crotone). Tallini era accusato di concorso esterno in associazione mafiosa e scambio elettorale politico-mafioso. Insieme a Tallini sono state assolte altre 5 persone. Quattordici, invece, i condannati, con pene varianti tra i 16 ed i 2 anni di reclusione. (rrm)

ULTIM’ORA: Arresti domiciliari per il presidente del Consiglio regionale Tallini

Arresti domiciliari per il presidente del Consiglio regionale della Calabria Mimmo Tallini, 68 anni, esponente di spicco di Forza Italia. Il provvedimento, notificato questa mattina dai carabinieri, è stato emesso dalla Procura di Catanzaro nell’ambito dell’inchiesta “Farmabusiness” che vede coinvolti altri 18 indagati per presunti rapporti con la cosca della ndrangheta crotonese di Grande Aracri. L’accusa per il presunto coinvolgimento del Presidente sarebbe di scambio elettorale-politico-mafioso riferito alle elezioni del 2014. Grande sconcerto in tutta la regione. (rrm)

Il presidente Tallini disapprova la nomina di Zuccatelli

Il presidente del Consiglio regionale della Calabria, Domenico Tallini, si è espresso sulla nomina del nuovo commissario alla sanità in Calabria, Giuseppe Zuccatelli, esprimendo disapprovazione.

Il presidente Tallini, infatti, ha ricordato che «Forza Italia aveva suggerito il nome di Guido Bertolaso, l’uomo che è stato capace di gestire le più gravi emergenze nel nostro Paese, ma il Governo ha preferito scegliere un uomo di partito, un negazionista che si è ‘pentito’ solo dopo la sua nomina» e ha voluto ringraziare «sinceramente il vicepresidente di Forza ItaliaAntonio Tajani, per avere tentato di fare ragionare questo Governo ottuso e incapace».

«Proponendo Bertolaso – ha aggiunto Tallini – aveva offerto una soluzione alta, la più alta in assoluto, che sarebbe stata inattaccabile. Guido Bertolaso è stato impareggiabile nella gestione della crisi dei rifiuti in Campania, del post terremoto dell’Aquila. Chiamato dai presidenti di Lombardia e Marche, ha realizzato a tempo di record nuovi ospedali e padiglioni anticovid. Da medico, avrebbe ben gestito questa fase drammatica e tirato fuori in pochi mesi la Calabria dal tunnel. Ritengo che come Forza Italia abbiamo dato un contributo positivo, purtroppo rigettato da un Governo che si ritiene autosufficiente».

«Purtroppo – ha concluso il presidente del Consiglio regionale della Calabria – siamo qui a parlare di grande occasione mancata per la Calabria. Colgo l’occasione, per dare atto al segretario di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni, di grandissima onestà intellettuale, avendo egli stigmatizzato la scelta compiuta dal ministro Speranza, che è del suo stesso partito. Quando c’è onestà intellettuale, non esistono barriere ideologiche». (rrm)

Il presidente Tallini: una grande ingiustizia per tutti i calabresi

Il presidente del Consiglio regionale della Calabria, Domenico Tallini, è intervenuto nel corso della seduta straordinaria convocata per oggi dell’Assemblea, spiegando che quest’ultima «non è un atto di eroismo ma è un atto di orgoglio, un momento in cui ognuno di noi – con i suoi limiti, con i suoi difetti, con i suoi errori – deve farsi trovare pronto per difendere la comunità che rappresenta».

«Non è un atto di sfida precostituita al Governo – ha aggiunto –. È, invece, una difesa dell’autonomia di una terra e di un popolo che rischia di pagare prezzi altissimi ad una politica sanitaria nazionale assolutamente fallimentare che tenta in tutti i modi di coprire i clamorosi ritardi ed errori che hanno favorito la seconda ondata del virus nel nostro Paese.
In queste ore la verità sta affiorando. le allucinanti dichiarazioni del commissario Saverio Cotticelli, l’uomo voluto dal Governo per gestire la sanità calabrese, lasciano senza parole e dimostrano che la Calabria è stata mandata alla deriva da Giuseppe Conte, Luigi Di Maio, Roberto Speranza».


«L’inserimento della Calabria nella zona rossa – ha proseguito Tallini – è priva di ogni logica. I dati in nostro possesso dimostrano che il virus circola in Calabria cinque/sei volte in meno che in Campania, Basilicata e tante altre regioni inserite nella zona gialla. Sappiamo dello stato fragile del nostro sistema ospedaliero, ma sappiamo anche che la saturazione delle terapie intensive e dei reparti è ancora ben lontana dai livelli di guardia. Il sospetto – più di un sospetto – è che il Governo, pur di prorogare per altri tre anni lo stato di commissariamento della sanità calabrese, abbia creato in laboratorio un caso Calabria, bisognevole delle cure amorevoli dei commissari nominati dai Cinquestelle».


«Noi comprendiamo la rabbia della gente – ha detto ancora il presidente del Consiglio regionale della Calabria –comprendiamo anche che se la prenda con la regione, ma le cose che stanno emergendo in queste ore, nella loro terrificante drammaticità, debbono fare maturare nell’opinione pubblica calabrese che c’è bisogno di una reazione forte, una reazione di dignità, una sorta di ‘rivolta delle coscienze’ contro uno stato centrale che umilia una regione che avrebbe bisogno di protezione e sostegno. Si è detto: in questi sette mesi – dalla prima ondata del virus ad oggi – non si è fatto nulla per migliorare la situazione sanitaria della Calabria! E chi doveva farlo ? In vari passaggi ministeriali, in vari verbali e circolari ufficiali, è stato ribadito che tutta la gestione delle risorse assegnate alla Calabria per contrastare il virus toccava e tocca alla struttura commissariale e cioè allo stesso Governo».


«Nell’ultima riunione del tavolo di verifica degli adempimenti regionali – ha continuato – tenutosi nei giorni 8 e 9 ottobre, i ministeri hanno ribadito che la redazione e l’approvazione del programma operativo relativo all’emergenza covid, nonché la destinazione e la gestione delle relative risorse, rientra nell’esclusiva competenza della struttura commissariale.
È di una gravità assoluta, che non può passare senza una reazione, quanto detto dal commissario generale Cotticelli nella trasmissione televisiva Rai. Cotticelli, dopo molte reticenze, ha ammesso che il piano anticovid doveva farlo lui, che il Ministero della salute ci ha messo due mesi per rispondere ad un suo quesito e che solo tra una settimana il piano sarà pronto. Capite bene ? Il Commissario governativo doveva fare il piano anticovid e il Ministero della salute non ha fatto nulla per metterlo in mora. Avete capito quale razza di personaggi il governo ha mandato in Calabria, gente incapace, burocrati in pensione che non sanno nulla di sanità ma che sono solo funzionali alle mire dei Cinquestelle e del Ministro Speranza».


«Cominciamo a denunciare – ha detto Tallini – le tante falsità di questo Governo e dei suoi cortigiani. alla Calabria sono stati assegnati 115 milioni di euro nel quadro della lotta al covid, ma nelle casse ne sono arrivati solo 45 milioni. Che fine hanno fatto gli altri 70 milioni? E cosa ne ha fatto la struttura commissariale dei 45 milioni di euro assegnati alla Calabria?
Lo diciamo noi: ne ha utilizzati solo 30 milioni, in maniera nemmeno del tutto trasparente, lasciandone nei cassetti 15 milioni, una somma enorme che sarebbe bastata ad aprire 150 posti di terapia intensiva.  Conte e Speranza diano conto ai calabresi di questo scempio, di questo indecoroso furto. chiamino alle loro responsabilità gli inetti che hanno nominato nelle strutture commissariali. e soprattutto, ci dicano che fine hanno fatto i 70 milioni mancanti.
Noi studieremo con gli uffici legali la possibilità di una grande azione di risarcimento-danni nei confronti dei superpagati esperti dei Cinquestelle, mandati in Calabria per gestire potere e denari, responsabili di questo clamoroso ammanco che ha privato la regione di nuovi servizi sanitari nel contrasto all’epidemia».


«Dobbiamo chiedere i danni al ministro Speranza e al Commissario Cotticelli – ha aggiunto – per la mancata predisposizione del piano anticovid e il mancato utilizzo di 15 milioni di euro. Da quasi 3 anni la sanità calabrese è in mano ad un solo partito, i Cinquestelle, che ha espresso i vari commissari. Ci portino i risultati ottenuti! Se li avessero ottenuti, non sarebbe stata giustificata la zona rossa. La verità vera è che l’incapacità di Governo dei Cinquestelle si è dimostrata in tutta la sua crudezza nella sanità calabrese.
Grazie ai commissari, abbiamo avuto tagli al personale, tagli ai reparti, tagli agli investimenti tecnologici».

«Cari Colleghi, non è il tempo delle parole – ha dichiarato Tallini –. Noi siamo qui sapendo che dobbiamo reagire ad un sopruso che manderà in crisi irreversibile l’apparato economico della nostra regione. Le proteste di questi giorni, se non ci sarà un correttivo, si intensificheranno e l’equilibrio sociale della Calabria potrebbe saltare. Con grande responsabilità, sapendo anche di esporci a facili attacchi  strumentali da parte di chi vuole sfruttare elettoralmente questa crisi, esprimiamo una volontà politica che è anche un impegno etico verso la nostra gente. Non ci interessa il ritorno elettorale, ci interessa tornare a testa alta dalla nostra gente, che ci chiede aiuto e soccorso. Se ci sono state sottovalutazioni della regione, ci saranno in futuro i momenti di riflessione e di analisi».

«Oggi – ha detto ancora – c’è solo l’esigenza di evitare che una regione italiana scompaia dal quadro politico, istituzionale e sociale del paese, pagando duramente l’insufficienza di un governo non votato dal popolo. Con l’atto che andremo ad approvare, oltre ad un estremo tentativo di dialogo con il governo, chiediamo al Presidente ff e alla Giunta di predisporre ogni iniziativa, anche straordinaria, finalizzata a riportare la Calabria – sulla base di inoppugnabili dati epidemiologici – nel novero delle regioni di zona gialla. Come presidente del Consiglio, darò mandato ad un gruppo di esperti in diritto costituzionale, a predisporre una legge regionale che ci faccia riappropriare della competenza in materia di sanità. Sappiamo che ciò provocherà uno scontro istituzionale, ma non possiamo tirarci indietro».

«Se il Governo – ha concluso il presidente Tallini – fosse stato più dialogante e giusto, non saremmo arrivati a questo. Se il Governo avesse fatto il suo dovere verso la Calabria, non saremmo arrivati a questo. Non ci arrendiamo». (rrm)

 

Il presidente Tallini: appello a Mattarella e «la Calabria abbandoni la Conferenza Stato-Regioni»

Il presidente del Consiglio regionale della Calabria, Domenico Tallini, affiancato da tutti i capogruppo di maggioranza dell’Assemblea legislativa calabrese, ha lanciato un appello alla Regione Calabria, affinché «abbandoni, da subito, la Conferenza Stato-Regioni».

Per Tallini, infatti, è «praticamente inutile la partecipazione ad una cabina decisionale con cui il Governo ha condannato ingiustamente la nostra regione, da un lato marchiandola come Zona Rossa – con i catastrofici effetti sulla già debole economia – dall’altro commissariando con metodi discutibili e illegittimi per altri tre anni la sanità».

«C’è bisogno – ha dichiarato Tallini – di uno scatto di orgoglio nei confronti di un Governo nazionale inetto e incapace di gestire la prevedibile seconda ondata del virus, al punto da gettare nel disorientamento generale e nella disperazione l’intero Paese. Zona Rossa e Decreto Sanità sono due facce della stessa medaglia. Il Governo calpesta ogni logica, ogni ragionamento, ogni legge, arrivando al punto da oltraggiare la stessa Costituzione pur di fare della Calabria una facile «cavia». La dichiarazione di Zona Rossa per la Calabria è inaccettabile».

«Pur non nascondendo la preoccupazione per l’evolversi dell’epidemia e per la gravità della situazione – ha aggiunto – non riusciamo a capire perché si sia voluto marchiare proprio la Regione meridionale che presenta i migliori dati, come quello – molto significativo – del rapporto tra “attualmente positivi” e popolazione. In Calabria, ai dati di ieri, c’è un positivo ogni 534 abitanti, mentre in Basilicata 1 ogni 316, in Sicilia e Puglia 1 ogni 297, per non parlare della Campania che ne registra 1 ogni 114».

«Vogliamo parlare del rapporto tra positivi e tamponi effettuati? Anche qui – ha proseguito Domenico Tallini – la Calabria è prima nel Meridione, poiché registra 1 positivo ogni 48 tamponi effettuati, mentre le altre Regioni vanno molto peggio, basti citare la Campania che ne registra 1 ogni 15 tamponi. La percentuale di mortalità è del 2% contro il 5% della media nazionale».

«Ci dicano i ministri Roberto Speranza e Francesco Boccia – ha continuato Tallini – perché la Calabria Zona Rossa e la Campania, che è una bomba virale, Zona Arancione e dunque con meno restrizioni. Cosa diremo ai nostri commercianti, ai nostri artigiani, ai nostri ristoratori? Che non rialzeranno più le loro saracinesche per colpa di un Governo ottuso e senza dignità? Come spiegheremo ai nostri cittadini che, nonostante dati migliori di altre Regioni, saranno condannati a non potersi muovere da casa praticamente fino a Natale?».

«Due facce della stessa medaglia, dicevamo – ha aggiunto ancora –. La bozza fatta circolare del nuovo Decreto Sanità Calabria rappresenta un atto violento ed autoritario, irrispettoso del dettato costituzionale che assegna alle Regioni la competenza, sia pure non esclusiva, in materia di politiche sanitarie. Non sono bastati 10 anni di commissariamento, non sono bastati i danni prodotti dal Decreto Grillo e dai suoi commissari costosi e lottizzati, si insiste sulla strada dei diktat romani. Il Governo non vuole solo nominare i commissari ad acta per il piano di rientro, ma – attraverso questi – tutte le figure manageriali delle varie Aziende».

«La Giunta Santelli – ha spiegato Tallini – aveva predisposto appositi elenchi per tali figure e da questi non si sarebbe potuto prescindere le successive nomine. Con il nuovo Decreto, invece, il Commissario – che risponderà solo al ministro Speranza e al Governo – si muoverà a piacimento, senza selezioni, senza elenchi speciali, senza curriculum. L’unico requisito che dovranno avere i nuovi manager delle Aziende sarà la tessera del PD, di Leu oppure l’iscrizione alla piattaforma Rousseau».

«La doppia manovra contro la Calabria – ha aggiunto – troverà la massima e più ostinata opposizione da parte delle forze del centrodestra che la contrasteranno con tutti i mezzi, non escludendo clamorose forme di protesta».

«Alla luce di queste considerazioni – ha concluso il presidente del Consiglio regionale della Calabria – chiediamo al presidente f.f. Antonino Spirlì di comunicare al Ministro Francesco Boccia l’indisponibilità della Calabria a partecipare alla Conferenza Stato-Regioni fino a quando non saranno chiarite le due questioni che sono tra di loro intrecciate».

Inoltre, in serata il presidente Tallini , prima che venisse confermata la zona rossa per la regione, aveva comunicato di avere inviato a nome dei consiglieri di maggioranza una lettera al Presidente della Repubblica Mattarella auspicando un suo intervento. «Iconsiglieri regionali di maggioranza della Calabria – si legge nella lettera di Tallini – si appellano alla Sua sensibilità istituzionale e al Suo ruolo di garante della Costituzione per scongiurare nella nostra terra un nuovo lockdown, così come si ipotizza dalle indiscrezioni circolate a mezzo stampa sul nuovo DPCM in discussione in queste ore in Consiglio dei Ministri. L’eventuale inserimento della nostra Regione nella zona rossa, contestualmente al reitero e rilancio del c.d. Decreto Calabria metterebbe a rischio la tenuta economica e sociale, la democrazia e la speranza del popolo calabrese. Confidiamo in un Suo autorevole intervento e Le chiediamo, inoltre, di essere da Lei ricevuti al fine di poterle direttamente rappresentare la nostra posizione e quella dei cittadini calabresi».  (rrm)

Decreto Calabria, Tallini al Governo: si trovi provvedimento equilibrato ed equo

Il presidente del Consiglio regionale della Calabria, Domenico Tallini, è intervenuto in merito alla possibilità della proroga del Decreto Calabria per i prossimi tre anni.

Il presidente, infatti, ha chiesto che il «Governo non approfitti della situazione di incertezza istituzionale della Calabria per imporre una colonizzazione della sanità attraverso una riproposizione del Decreto che non solo non ha risolto un solo problema, ma in molti casi li ha aggravati con le iniziative fallimentari e contraddittorie dei commissari nominati da Roma. Il ministro alla Salute, Roberto Speranza, sia rispettoso del ruolo delle Regioni e degli impegni solennemente presi nell’ultimo Patto della Salute».

Per Tallini «non si può, da un lato, invocare la leale collaborazione tra Governo e Regioni e, dall’altro, procedere come carri armati su una questione vitale. Se verrà prorogato il commissariamento per tre anni, nei fatti la Regione Calabria sarà privata di una competenza costituzionale per un tempo improponibile, quasi coincidente con tutta la prossima legislatura».

«Mi appello – ha aggiunto – anche al ministro degli affari regionali, Francesco Boccia, perché fermi un atto che scaverebbe un solco tra la nostra Regione e il Governo, proprio nel momento in cui c’è bisogno della massima unità e collaborazione. Trovi il modo l’Esecutivo nazionale di varare un provvedimento equo ed equilibrato, che coinvolga la Regione anche in questa fase delicata e soprattutto rispetti il prossimo Governo regionale che scaturirà dalle urne, al quale non può essere sottratto il diritto-dovere di programmare la politica sanitaria».

«Si abbiano – ha concluso il presidente – la serenità e la responsabilità di rinunciare all’occupazione del potere e si pensi piuttosto ad una Regione che combatte con poche armi la pandemia, soprattutto grazie al senso civico dei suoi abitanti». (rrm)

Covid 19, Tallini: in Calabria alta percentuale di guariti e i malati curati meglio che altrove

Il presidente del Consiglio regionale della Calabria, Domenico Tallini, è soddisfatto di come sia stata gestita l’emergenza Coronavirus in Calabria: «il 90 % dei soggetti colpiti da Coronavirus in Calabria è guarito. Una percentuale altissima, dieci punti più alta della media nazionale, venti punti in più della Lombardia».

«Nove ammalati su dieci sono guariti  – ha dichiarato il presidente Tallini – e tutto fa presagire che presto questa percentuale toccherà il 92%. È stata solo fortuna? È stata solo una predisposizione genetica? È stato il clima o la purezza dell’aria? Sicuramente tutte queste componenti possono esserci state. Ma se il 90% delle persone positive al virus sono guarite, un po’ di merito ce l’avrà anche il tanto bistrattato sistema sanitario calabrese, ce l’avranno i medici, gli infermieri, gli operatori socio-sanitari che si sono occupati di quei soggetti colpiti dal Covid, con o senza sintomi importanti. I nostri ospedali hanno retto bene, anzi benissimo la sfida, nonostante le gravi carenze strutturali, la mancanza di spazi, risorse umane e strumentali». 

«Ci sarà una ragione – ha proseguito Tallini – se nella Calabria della sanità commissariata quasi tutti sono guariti, mentre in altri contesti regionali del Settentrione le percentuali di guarigione si sono attestate su livelli notevolmente più bassi. Anticipo le facili ironie di chi parla sempre di fortuna, di tamponi insufficienti, di dati nascosti e taroccati. Con la salute non si scherza e nessuno oserebbe taroccare i dati. Io penso che dobbiamo andare fieri dei nostri medici, dei nostri sanitari, che hanno colmato con l’esperienza e la professionalità quelle carenze strutturali che ostacolano da anni la crescita della sanità calabrese».

«Senza giri di parole – ha concluso il presidente – possiamo dire che i nostri ammalati sono stati curati meglio che altrove. Da questa considerazione si deve partire per fare meglio del passato, da queste basi si può costruire un futuro diverso del sistema sanitario calabrese, garantendo servizi di qualità ai cittadini senza che questi debbano rivolgersi a strutture del Centro Nord». (rrc)