ABOLIRE I BALLOTTAGGI NON ABBATTERÀ
L’ASTENSIONISMO CHE È IL PRIMO PARTITO

di SANTO STRATI – C’è indubbiamente – e amaramente – un solo vincitore del secondo turno delle elezioni amministrative: l’astensionismo. La gente non va a votare (e già i dati delle europee indicavano un trend altamente negativo) e farebbero bene i partiti a domandarsi seriamente quali siano le ragioni. L’unica idea balzana che è venuta fuori mentre si ultimava lo spoglio quella di abolire i ballottaggi: ma non è mica così che si sconfigge l’astensionismo che, in massima parte, riflette la grande sfiducia dell’elettorato. Il voto mancato è la ratifica del distacco crescente tra la gente e la politica, in un momento particolare dove la stessa contrapposizione destra-sinistra diventa persino antistorica e inefficace. È la triste conferma del disagio dell’elettorato che è stato prima privato della facoltà di scegliere direttamente i propri rappresentanti, poi beffato dalla presentazione di candidature di maniera, lontane da qualsiasi idea di benessere e attenzione verso il territorio.

La mancanza della rappresentatività è decisamente il vero ostacolo al ritorno “convinto” alle urne. E se la disaffezione ai seggi si accentua anche nelle amministrative, dove il rapporto elettori-candidati è spesso molto più ravvicinato (perché generalmente si vota la persona, non il partito), questo significa che la nostra democrazia non riesce più a nascondere tutta la sua vulnerabilità. Pronta a subire attacchi (insensati) di pseudo-autoritarismo e rigurgiti autarchici che, in un mondo globalizzato, fanno solo ridere. Con una classe dirigente di “nominati” , con molto frequenti casi di incompetenza e l’evidente mancanza di una qualsiasi “cultura” politica. Fatte le dovute eccezioni, il Paese soffre la carenza di rappresentanti istituzionali di rilievo: in buona sostanza, dove sono i leader di una volta?

Ma torniamo all’astensionismo. Non è la difficoltà di spostarsi a votare (anche se, per esempio, in Calabria circa 400mila persone che figurano residenti in realtà vivono fuori), ma è proprio la totale sfiducia nella politica a consigliare (maldestramente) di disertare le urne. Per il problema dei residenti “apparenti” ma lontani  il collettivo Valarioti ha spinto in tutti i modi una legge che consentisse il voto a distanza a tutti. S’è avuta una tiepida prova con gli studenti fuori sede, ma il giorno in cui si decidesse – finalmente – a rimettere mano a una legge elettorale bizzarra e insidiosa sarebbe opportuno prevedere il voto dei “fuori sede” (studenti, lavoratori, etc) con l’attuazione di norme specifiche e rigorosi controlli, ovviamente, e allora qualche punto in percentuale dell’astensionismo si potrebbe recuperare.

Per il resto diventa difficile immaginare un serio esame di coscienza della nostra attuale classe politica che non riesce a esprimere profili di capacità e competenza in grado di stimolare il confronto dialettico (prima) e spingere (poi) gli elettori a recarsi alle urne per scegliere i rappresentanti adeguati. Scordatevelo: lo status quo fa comodo sia a destra che a sinistra, le segreterie dei partiti difficilmente rinuncerebbero a selezionare (e imporre) i fedelissimi, con cui spesso sono state sottoscritte le solite cambialette elettorali. Nulla di penalmente rilevante, per carità, ma qualche compensazione della mancata elezione è d’obbligo a fronte di un certo vagone di voti che hanno contribuito al successo dell’una o dell’altra coalizione. Quindi, c’è poco da brindare e esultare (come fa la Schlein a fronte di un’evidente disaffezione al voto), ma semmai occorrerebbe cominciare pensare a far rinascere le “scuole” di politica, i circoli, le associazioni, in grado di coinvolgere prima di tutti i giovani (le università sono purtroppo un serbatoio straordinario di non-votanti, sfiduciati e disillusi), ma tutta la popolazione. E non importa il colore politico: si deve ri-accendere la passione politica perché, alla fine, c’è una forte domanda in questo ambito, anche se può sembrare un controsenso. Perché, se c’è questa voglia di partecipazione, i giovani poi non vanno a votare. Permetteteci una risposta scontata: perché manca il coinvolgimento o è ancora troppo modesto. Ma se non si pone rimedio, organizzando convegni e incontro “politici” di confronto e di scambio dialettico, il futuro – politicamente parlando – appare pieno di nuvole.

Quello sui cui bisogna interrogarsi è perché anche alle amministrative, dove abitualmente i candidati vanno cercare personalmente voto dopo voto e a farsi conoscere dagli elettori, l’astensionismo continua a essere così forte: il Presidente Roberto Occhiuto aveva facilmente pronosticato  un calo di consensi per il centro-destra dopo il pasticciaccio dell’autonomia votata “a tutti i costi” per far contenti i leghisti e tenere unita la coalizione. I fatti gli hanno dato ragione, fatta salva la vittoria a Gioia Tauro di Forza Italia della quale bisogna ascrivere il merito al coordinatore regionale di Forza Italia Francesco Cannizzaro, ma come spiegare i tonfi di Corigliano-Rossano e di Vibo Valentia? La rappresentatività dei candidati (con tutto il rispetto) non si è rivelata vincente e, soprattutto, a Vibo, si è preferito “sacrificare” la sindaca uscente Maria Limardo – che aveva amministrato abbastanza bene e aveva un largo consenso – per un candidato che non ha convinto gli elettori. Cioè, la regola “squadra che vince non si cambia” troppo spesso viene disattesa con alto rischio di sconfitta. Il candidato ideale deve avere il polso del territorio e – se uscente – può solo (se ha amministrato bene) accrescere i consensi. Ma con candidature di sconosciuti calati dall’alto è facile prevedere la débacle, sia a destra che a sinistra. E la domanda insistente che l’elettorato continua a porsi è: ma chi sono gli aspiranti amministratori?

Non ci sono in vista nuove elezioni, salvo poco probabili chiusure anticipate di consiliatura. Il caso Reggio è illuminante: hanno cominciato la campagna elettorale con due anni di anticipo il medico Eduardo Lamberti Castronuovo (già assessore alla Legalità alla ex Provincia reggina) e l’attuale presidente della Camera di Commercio di Reggio e di UnionCamere Calabria Ninni Tramontana. Due posizioni “a-partitiche”  che qualcuno insiste a chiamare civiche che, però, anche unendosi, non trovano i numeri necessari per determinare il successo elettorale. Al contrario, l’area forzista che a Reggio ha registrato lo straordinario successo della vicepresidente regionale Giusi Princi alle elezioni europee, può contare su una messe di voti incredibile e inattaccabile. Sempre che sappia scegliere un/una candidata in grado di alimentare, mantenere e accrescere il consenso in città. Una città, purtroppo, sempre più abbandonata con problemi che appaiono irrisolvibili. E il rischio – nonostante le smentite della prefettura – di un accesso agli atti della Commissione antimafia, preludio all’inevitabile scioglimento d’ufficio del Consiglio comunale e una nuova “condanna” di 18+6 mesi di commissariamento del Comune che darebbe il colpo di grazia a una città dolente. Una città troppo trascurata, ben rappresentata dallo stato di abbandono in cui versa la bella scultura di Rabarama Co-stell-azione) di fronte a Villa Zerbi: ma nessuno dell’Amministrazione comunale passa mai per via Marina?

Certo, dopo le imbarazzanti intercettazioni del sindaco Falcomatà pubblicate con esagerata evidenza dai media, la Città gradirebbe un passo indietro, anche se decisamente improbabile. Il sindaco Giuseppe Falcomatà non ha capito che in politica fermarsi un giro può portare straordinari risultati. Al contrario stare arroccati al potere, quando mezza città non ti vuole più, c’è il rischio serio di uscire dai giochi, in via definitiva. Dovrebbe pensare, Falcomatà,che si sta giocando il suo futuro politico in cambio di due anni e mezzo di lauti (e giusti) compensi: ne vale la pena?

Le dimissioni del sindaco le chiedono ovviamente le opposizioni perché la minoranza cerca ogni pretesto per farsi notare, ma di fronte al rischio di un commissariamento (per molto meno, col sindaco Demi Arena sciolsero il Comune per mafia e poi si scoprì che erano solo “mere suggestioni”), un passo indietro dimostrerebbe una grande maturità politica del Sindaco.

Di fronte a nuove elezioni comunali (anticipate) a Reggio, la partita degli astensionisti sarebbe comunque aperta. Chi sarebbero i candidati, oltre a Lamberti e company? Domanda impertinente, cui nessuno, crediamo, darà risposta. (s)

 

Accordo politico fra Italia del Meridione e il movimento Noi

Accordo politico fra Italia del Meridione guidata dal sindaco di Castrolibero Orlandino Greco e il movimento Noi di Fabio Gallo.

Ieri si sono incontrate le delegazioni di Idm, con Orlandino Greco, Santo Gagliardi e Francesco Intrieri, e la delegazione del movimento Noi, con Fabio Gallo, Eleonora Cafiero ed Eugenio Toteda.

Durante l’incontro si è parlato della necessità di dare alla politica la centralità che merita in quanto solo gente scortata da comprovata capacità culturale ed amore per il territorio può dare speranza per il futuro della nostra terra.

In questo contesto si è concordato un accordo elettorale che possa, insieme, individuare risorse umane da mettere a disposizione dei territori.

Già nelle prossime amministrative si creerà una giusta sinergia a partire, sin da subito, da Mendicino e Montalto.

Infatti, per le amministrative di Mendicino, il movimento Noi candiderà, nelle liste del prof. Raffaele Vena, il dr. Eugenio Toteda affiancandosi, così, al percorso già tracciato da Idm. Il dr. Toteda rappresenta una delle migliori professionalità del territorio ed il suo percorso di studi, nonché professionale, sono state messe a disposizione dell’ambizioso progetto capeggiato dal prof. Raffaele Vena.

Eugenio Toteda è il rappresentante di una storica famiglia mendicinese che ha sempre dato lustro alla bella cittadina delle serre cosentine.

Orlandino Greco e Fabio Gallo, nello stringersi la mano come si conviene tra persone perbene, auspicano un percorso comune anche per le europee nella convinzione che solo le migliori energie del territorio possono dare speranza alla nostra terra.

Aggiungono che si impegneranno, attivamente ed incessantemente, per consentire a Mendicino di ripartire con slancio e rinnovata fiducia.

Augurano ad Eugenio Toteda di poter contribuire alla vittoria di Raffaele Vena perché solo con giovani preparati si può sperare in un ricambio generazionale affiancato dalle giuste esperienze. (rcs)

Domani e lunedì a Rosarno si vota

di CATERINA RESTUCCIATermini scaduti per ogni tipo di incontro, dibattito.

Conclusi gli ultimi turni di comizio venerdì sera con il succedersi ordinato dei tre candidati alla carica di sindaco del Comune di Rosarno.

Adesso la parola spetta solo agli elettori e alle elettrici, alle urne sigillate e allo spoglio delle schede votate che martedì daranno l’esito finale.

Superati i momenti di attacco, nemmeno tanto aggressivi, e a distanza, solo effettivamente evidenziati da battute lanciate sui social e su qualche quotidiano, i tre candidati Cosma Ferrarini, Pasquale Cutrì e Michele Filippo Italiano si erano anche confrontati democraticamente e con grande serenità durante il cosiddetto “Faccia a Faccia”, organizzato dall’Associazione Fibi Royal Rosarno.

Sono ormai giunti alle battute finali e conclusive, ognuno con la speranza di arrivare sul podio di una gara, definita alquanto spenta dalla stessa cittadinanza sia per le difficoltà di chiudere le liste che per il raggiungimento di penetrare nell’animo dei cittadini. «Chiediamo un voto di libertà e per la libertà, un voto diverso, la nostra è una lista di uomini liberi e donne libere, rappresentiamo la novità e la speranza di Rosarno, lontani dai potentati che hanno amministrato questa città negli ultimi vent’anni e che l’hanno ridotta così com’è adesso. Noi vogliamo far risorgere la nostra Rosarno e la vogliamo far risorgere con uomini nuovi e donne nuove, che hanno solo amore per il proprio paese».

Questo l’accorato appello di Cosma Ferrarini, che si rivolge a chi sostiene la sua lista e la sua squadra. Sono i momenti misurati con il contagocce e le battute tra liste opposte e coalizioni non mancano.

«Sono contento della campagna elettorale che insieme ai componenti della mia lista abbiamo fatto portando il nostro programma nelle piazze e nelle case dei Rosarnesi ai quali abbiamo consegnato il nostro progetto per Rosarno un progetto che vede protagonisti tutti attraverso un patto che serva a far rinascere Rosarno. Dobbiamo  sforzarci tutti per far rifiorire la nostra città facendo vedere la vera immagine della nostra città fatta da gente laboriosa e dedita all’accoglienza. Città che ha nel suo seno tutte le potenzialità per rinascere sia negli uomini e nelle donne che nelle strutture: basta solo esserne consapevoli e sfruttarli al meglio. È proprio questo il compito del Sindaco e dell’amministrazione comunale: Tirare fuori tutte le potenzialità che la nostra città esprime». Chiude così i suoi discorsi elettorali l’Avvocato Michele Filippo Italiano al calare della luce dei riflettori consentiti per legge sui comizi. E, d’altro lato, non mancano parole di invito e attesa nei confronti della cittadinanza attiva pronta al voto espresse dal candidato alla Carica di Sindaco dott. Pasquale Cutrì «chiediamo agli elettori di votare per noi perché abbiamo costruito il programma elettorale insieme a loro, perché abbiamo la volontà di portare a termine i nostri obiettivi, abbiamo la competenza per farlo, abbiamo l’entusiasmo giusto e necessario per coinvolgere tutti cittadini, donne e uomini, in un cammino comune, per il presente e per il futuro di Rosarno».

Si tratta di un passaggio storico segnato da delusioni, timori, incertezze, ma il traguardo è vicino: domenica mattina le cabine aspettano cittadini e cittadine di Rosarno.

La cittadina è chiamata a scegliere ed eleggere, più che mai, coloro che amministreranno per i prossimi cinque anni, segnando il destino di un’area sempre sotto tiro e sotto i riflettori accesi. (cr)

Ecco chi sono i 41 nuovi sindaci eletti in Calabria: Greco a Castrolibero, Fontana a Locri

di FRANCESCO CANGEMI – Sono 41 i nuovi sindaci eletti in Calabria in altrettanti Comuni dopo il turno elettorale di domenica 14 e lunedì 15 maggio.

Sette i Comuni in provincia di Catanzaro che hanno rinnovato le proprie amministrazioni. A Guardavalle il primo cittadino è Giuseppe Caristo che con il 52,8% prevale sullo sfidante Antonio Purri che si ferma al 47,1%. A Santa Caterina dello Jonio Francesco Severino aveva come unico avversario il quorum che ha superato brillantemente portando a casa per il suo mandato bis il 76,4%. Riconferma anche a Cardinale dove si conferma sindaco Danilo Stagliano che batte 60,2% a 39,7% lo sfidante Nicola Salvi.

Nella sfida a tre che si è disputata a Curinga ad avere la meglio è stato l’ex generale della Guardia di finanza Elia Pallaria che ha raggiunto il 47% delle preferenze staccando gli avversari Roberto Sorrenti fermo al 39,1% e Patrizia Maiello che raggiunge il 13,8%. Nuovo sindaco anche a San Mango d’Aquino dove è stato eletto primo cittadino Gianmarco Cimino (57,6% di preferenze), che ha sconfitto Francesco Trunzo (fermo al 42,3%). Gregorio Gallello con il 74,7% dei voti si riconferma sindaco di Gasperina battendo lo sfidante Domenico Lomanni che raggiunge il 25,2%. Nuovo sindaco, infine, a Stalettì dove ad avere la meglio è stato Mario Gentile con il 53,5% delle preferenze contro il 46,4% dello sfidante Alfonso Mercurio.

Anche nel cosentino si è andati al voto nei Comuni al di sotto dei 15mila abitanti quindi con elezione diretta al primo turno. Delle 15 sfide elettorali, quella che ha spiccato di più è stata quella di Castrolibero dove l’ex consigliere regionale ed ex primo cittadino Orlandino Greco è tornato a fare il sindaco. Per lui il 76,9% dei voti contro il 23% della sfidante Antonella Garritano.

Sfida solitaria a Piane Crati per Stefano Borrelli che, superato il quorum, ha ottenuto l’83,7% dei voti. A Marano Marchesato si riconferma sindaco Eduardo Vivacqua, con 1178 voti, a scapito dello sfidante Domenico Carbone che ha ottenuto 977 preferenze. Altra sfida molto attesa è stata a Casali del Manco dove la disputa a tre è stata vinta sul filo di lana dalla prof Francesca Pisani con il 35,4%. Morrone ha ottenuto il 34,6% delle preferenze, Stefania Rota il 30. Battendo Francesco Rotondaro (fermo al 48,1%), Francesco Iannucci torna a fare il sindaco di Carolei ottenendo il 51,9 dei voti. Terzo mandato consecutivo per Lucia Papaianni che resta sindaco di Paterno (preferenze al 51,9%), che ha sconfitto lo sfidante Luigi Leonardo Gagliardi (48%). Sullo Jonio cosentino, a Cariati per l’esattezza, la sfida a tre viene vinta da Cataldo Minò che ottiene il 49,2% di voti mentre Saverio Greco si ferma al 29,7. Per Mimmo Formaro la percentuale è del 21,1%. A Mandatoriccio torna sindaco, dopo 30 anni, Vincenzo Leo Grispino che ottiene 856 voti contro lo sfidante Egidio Carlino che di voti ne prende 726.

A Terravecchia vince Paolo Pignataro con 272 voti contro i 251 di Saverio Liguori. A Malito viene riconfermato l’uscente Francesco Maria De Rosa con il 76,8% battendo le due sfidanti Luisa Carpino (17,3%), e Pierfrancesca Pellegrini (5,7%). Si riconferma sindaco di Bonifati l’uscente Francesco Grosso che ottiene il 71,1% delle preferenze contro il 28,8% di Olimpia De Gregorio. Conferma anche per San Martino di Finita dove resta primo cittadino Paolo Calabrese (65,6%), che ha la meglio su Salvatore De Marco (34,3%). La sfida a 4 del piccolo paese di Canna se la aggiudica l’uscente Paolo Stigliano che ottiene il 52,7% dei voti contro il 39 di Maria Truncellito, il 7,2 di Sante Cospito e lo 0,8 di Manuela Radicioni. Le ultime due sfide del cosentino si sono tenute sul Tirreno, a Bonifati (Ivano Russo vince su Francesco Antonio Liserre per 55,7% contro 44,2%), e a Serra D’Aiello dove l’uscente Antonio Cuglietta prende il 62,6% e vince su Vincenzo Paradiso (37%), e Vito Antonio Andrioli che ottiene un solo voto pari allo 0,2%.

Nel crotonese tre i Comuni che hanno votato per il primo cittadino. A Cerenzia la sfida a tre viene vinta da Salvatore Mascaro con il 38% battendo gli sfidanti Pasquale Arcuri che si ferma al 33,9% e Francesco De Paola che ha ottenuto il 28%. Franco Spina torna sindaco a Savelli dove con il 51,2% supera l’avversario, l’uscente Domenico Frontera con il 49,7%. Si è votato anche a Scandale dove Antonio Barberio è sindaco con il 72,3% dei voti. Per Adelina Rizzuto solo il 27,6%.

Erano 6 i Comuni della provincia di Vibo Valentia dove si andava al rinnovo delle amministrazioni comunali. A Sant’Onofrio resta sindaco ancora Antonino Pezzo con il 43,1% dei voti staccando gli sfidanti Ottavio Bruni, già presidente della Provincia, che si ferma al 32,4% e Giuseppe Alibrandi che ottiene il 24,4%. Pasquale Vivona ottiene percentuali bulgare a Gerocarne dove diventa primo cittadino con il 90,3% dei voti mentre il suo avversario Luigi Crispo resta al 9,6%. A Parghelia viene riconfermato alla guida del Comune Antonio Landro con il 78,3% delle preferenze contro 21,6% ottenuto da Daniele Vasinton. A Nardodipace Romano Loielo ritorna sindaco ottenendo 50,5 dei voti con solo 9 schede in più di Samuele Maiolo che ottiene il 49,2%. Incredibile ma vero, il terzo candidato Fabio Tassone non ottiene nemmeno un voto. Rita Funduli si conferma sindaca di Filandari con la percentuale dell’83,1 sconfiggendo i due sfidanti Fortunato Rotella (16%), e Enzo Deodato (0.8%). A Dinami si cambia e il primo cittadino è Antonino di Bella che ottiene il 57,8% delle preferenze superando così Gregorio Ciccone (22,6%), e Carmelo Callà (19,5%).

Dieci le sfide elettorali nel reggino. A Sinopoli viene riconfermato Luigi Chiappalone che ottiene il 56,4% sullo sfidante Vincenzo Caruso che si ferma al 43,5%. A Locri vince il centrodestra con il delfino dell’assessore regionale ed ex sindaco Calabrese. Giuseppe Fontana ottiene il 57,2% dei voti e svetta su Raffaele Sainato (27,8%), e Ugo Passafaro (14,8%). Sfida a tre anche a Santa Caterina d’Aspromonte dove il sindaco è l’uscente Salvatore Papalia con il 47,2% che batte Antonio Violi (31,9%), e Saverio Caminiti (20,8%). A Fiumara vince Michele Filocamo (56,8% contro il 43,1% di Vincenzo Pensabene); a San Pietro Caridà si siede sulla poltrona di primo cittadino Caterina Gatto (48,8% contro il 28,3% di Sergio Rosano e il 22,8 di Mario Massi); a Serrata bis per Angelo D’Angelis che ha la meglio su Pasquale Giordano (54,3% contro il 45,6%). A Candidoni Vincenzo Cavallaro (51,9%), ottiene il terzo mandato, niente da fare per Fabio Montalto che conquista il 48%. Ribaltone a Condofuri dove vince Pippo Paino col 49,6% delle preferenze, secondo Bruno Maisano con il 30,1% e il sindaco uscente Tommaso Iaria che si ferma al 20,2%. Giovanni Versace è il nuovo sindaco di Bianco (52,3% contro il 47,6% di Pasquale Ceratti), e a Gioiosa Jonica trionfa Giuseppe Ritorto con il 64,4% su Domenico Depino che ottiene il 35,5%. (fc)

Elezioni a Belvedere, FI sostiene la ricandidatura del sindaco Vincenzo Cascini

Il coordinatore provinciale di Forza ItaliaGianluca Gallo, ha reso noto che «a Belvedere Marittimo Forza Italia ha fatto da tempo una scelta chiara: sostenere convintamente la ricandidatura a sindaco di Vincenzo Cascini, nel nome della continuità del buongoverno».

«La posizione del nostro partito – ha aggiunto Gallo – è limpida. Per noi non ci sono alternative: eravamo contrari allo scioglimento anticipato della consiliatura ed ora, con granitica convinzione, sosteniamo la ricandidatura di Vincenzo Cascini. Voci isolate che asseriscono il contrario o tendono ad ingenerare confusione sono da considerarsi espressioni dal sen fuggite o, comunque, opinioni a titolo personale, in aperto contrasto con la linea ufficiale e la volontà dei vertici locali e provinciali di Forza Italia». (rcs)

 

CATANZARO / Candidato sindaco cercasi. L’opinione di Vincenzo Speziali

di VINCENZO SPEZIALI – Salta la riunione di Donato, per motivi ufficiali, i quali non sono però i reali, ma poco importa, tanto in quella sede, continuano ad incedere personaggi minori, come un Segretario Provinciale pro tempore e senza lista, il quale adesso cercherà di dire che invece ne è in possesso, ma nessuno gli crede più.

E già, perché – contrariamente a ciò che sostiene un suo supporter esterno – non è il provinciale (inteso come segretario, poi valutate voi ben altra interpretazione) dicevo non lo provinciale ad avere delega a presentare il tutto, per il mio Partito, anche a fronte di interlocuzione con i mondi del nostro collateralismo storico, che con costui non desiderano avere nulla a che fare (e persino Cesa ha già ricevuto proprio oggi, formale comunicazione).
Per quanto mi riguarda, Merante o quel che è lui, può andare dove vuole e rappresentare tutto ciò che non ha, ovvero, coerenza, identità e soprattutto liste.
Il problema è di chi gli si rapporta e lo fa con il chiaro intento di creare problemi all’interno di un Partito, così come fa con tutti gli altri Partiti, a fronte di cinismo e trasformismo.
A me la cosa non solo non mi tocca, anzi non fa altro che confermarmi l’inadeguatezza politica, che non fa il paio con la cattedraticita`!
Tra l’altro, a noi non ci divide affatto, poiché Merante – notoriamente – a differenza di quella fisica (lo si vede ad occhio nudo e non risulta essere un’illazione assertiva) non è di sana e robusta costituzione politico-elettorale.
Io sono attestato sul centrodestra unito e dignitosamente rappresentato da uomini della nostra area, non certo importando immigrati culturali, i quali tendono a candidare nelle proprie liste, alcuni tra coloro che non sono stati voluti, personalmente e a buona ragione, dal Presidente Occhiuto, alle scorse regionali e che farebbero torto pure a lui se oggi se li trovasse nella competizione elettorale catanzarese: non so se a qualcuno convenga aprire pure codesto fronte, ma ormai il delirio di alcuni è irrefrenabile!
Aggiungo, in oltre, a completezza del mio ragionamento, che comunque, sempre qualche candidato sindaco di importazione culturale diversa dal centrodestra – e che continua a dichiararsi distinto e distante da noi – potrebbe confermarmi nell’accostamento, dal sottoscritto coniato, con Cacciari, non foss’altro perché il Professore veneziano risiede in una città dove vi è un casinò e alcuni presunti o aspiranti politici, parrebbero adusi all’azzardo applicato nella fase in corso.
Se non solo io, ma persino il Sindaco Abramo assieme al suo Partito che è Coraggio Italia, oltre a Noi con l’Italia, continuiamo a confermare che in corso d’opera vi sarà un intervento romano (previsto a seguito delle scelte siciliane e contemporaneamente a quelle veronesi, come riportato dalla stampa nazionale), è mai possibile che all’improvviso, siano solo Merante e l’incedente Donato ad avere credibilità et omnia maxima?
E poi, dove sono – a parte le sette liste iniziali e di cui non vi è traccia, che Donato diceva di avere – i nominativi completi del Merante solitario (ovviamente, non inteso come diamante), benché non solo io, bensì l’intero Partito li ha chiesti reiteratamente e senza riscontro alcuno?
Devo, per caso, rendere pubblico il contenuto di interlocuzione messaggistica con Merante, che dimostra difficoltà in merito, oltre a schivare incontri con Cesa in Calabria, proprio e probabilmente per tali motivi?
Aggiungo, inoltre, come il sottoscritto, già l’1 Aprile ha consegnato la lista (per di più in sovrannumero) certificata dai mondi di comune ispirazione con i quali ho lavorato per stilarla, che non solo all’on. Cesa, bensì anche altri dirigenti di Partito hanno avuto (e di tutti ho avuto riscontro, fino a ieri e per di più con mail ufficiali), quindi eventuali speculazioni merantiane dovranno da lui essere dimostrate, altrimenti bluffa al pari di qualche personaggio da costui appoggiato aprioristicamente, poiché lo stesso Merante, ha solo la smania di conservare il suo taboret in Consiglio Comunale.
Evidentemente, crede (poveramente illuso) che gli verrà garantito con un vassallaggio di fedeltà (la quale per costui, il solito Merante, notoriamente è a tempo), ovvero nei confronti di docenti universitari, non definiti come candidati ultimi.
Di converso, il tal docente, conferma idiosincrasia per persone e Partiti, ma ciò è un problema suo e non mio, pure ricordando il suo addio al PD (ma conservandone appartenenza ideologica).
Per quanto concerne la lista del mio Partito (contrariamente a Merante il quale possiede un pennacchio vuoto) io ho persino preso contatto con organi ufficiali a presidio della legalità (come il mio Partito è a conoscenza), ai quali consegnerò nei prossimi giorni i nominativi, essendomi dato questo codice deontologico e dopo averlo comunicato alla dirigenza locale e nazionale, aggiungendo pure di riservarmi -nei modi previsti dalle normative vigenti- di rassegnare personali valutazioni percettive, proprio in ossequio alla legalità e all’autotutela (chiaramente pubblica e politica, non altro, spero): facessero, anche gli altri la stessa cosa, pur non imponendolo a nessuno, anche se è il sottoscritto ad essersi mosso per primo e per tempo, in tal senso, ovviamente, senza sollecitazione di chicchessia!
Se qualcuno, non mi consentisse tale ossequio alla legalità, di sopra accennata, sinceramente praticata e convintamente sentita, denuncerei – non solo pubblicamente! – il tutto, poiché la storia DC è di rispetto alle leggi e la lista democristiana – la nostra lista democristiana – è lavata con ‘Perlana’.
Aggiungo in ultimis – come in evidenza di comunicazione fino ad oggi – che mercoledì (27 Aprile) consegnerò le accettazioni di candidature sui moduli inviati al sottoscritto dal Dipartimento Organizzativo Nazionale dell’UDC, di cui assieme ad altra documentazione ho comprova (differentemente da ciò che sibila il Merante, ovvero il politicamente, bluffer e isolato), ragione per la quale, invito l’insignificante e inconsistente ‘non controparte’ (non ha numeri, nomi, moduli, insomma nulla!) a dare conto della sua attività di Segretario Provinciale, dove notoriamente non ha conforto e verifica di qualcosa, semmai lo si ritrova ai tavoli per Catanzaro, dove senza dire nulla a nessuno, ha persino bocciato Baldo Esposito.
Questo è Merante!
A proposito…buona fortuna, Professore.
Almeno a questa crederà, visto che lei, non ha il dono della Fede.
A tal proposito, mai pensare di saperne più di un democristiano… soprattutto se sono io. (vs)

Elezioni / Confcommercio ha incontrato i candidati a sindaco di Cosenza

Il consiglio di Confcommercio Cosenza ha incontrato i candidati a sindaco di Cosenza, nella Sala Mancini della Camera di Commercio di Cosenza, in occasione delle prossime elezioni del 3 e 4 ottobre.

Presenti, al tavolo,  Franz Caruso, Francesco Caruso, Francesco De Cicco, rappresentato dal candidato consigliere Giovanni Orrico, Valerio Formisani, rappresentato dal candidato consigliere Delio De Blasi, Francesco Pichierri e Bianca RendeKlaus Algieri, presidente dell’Ente e Maria Santagada, direttore. Assenti Francesco Civitelli e Fabio Gallo.

Il Presidente, nell’avviare il dibattito, ha sottolineato, con l’ausilio dei numeri, l’importanza delle imprese del terziario per l’economia cosentina sia in termini di produttività (oltre il 50% delle imprese della città appartengono a questo settore) che occupazionale (oltre il 60% del totale).

Algieri ha proseguito il suo intervento, presentando il documento contenete le proposte delle imprese del terziario per la città. Si va dal rapporto tra imprese e comune, passando per il decoro urbano e la forza dei pubblici esercizi, per finire al turismo e alla cultura.

«Il confronto con i candidati a sindaco rappresenta per noi un momento importantissimo – ha dichiarato Algieri –. Le nostre proposte sono frutto del sentimento degli imprenditori della città che sono stati coinvolti attivamente nella preparazione di questo documento. Ogni punto rappresenta un’esigenza, una necessità, una difficoltà che si sta attraversando. È il frutto della collaborazione di più anime unite sotto un’unica rappresentanza quella di Confcommercio. È questo il ruolo delle associazioni di categoria e più in generale dei corpi intermedi, fare da unificatore per dar voce anche ai più piccoli».

«Spero – ha concluso Algieri – che chiunque dei candidati che sono intervenuti oggi, e che ringrazio per la disponibilità – abbia l’onore e l’onere di governare la città di Cosenza tenga conto di questo documento in cui sono riposte le idee e le soluzioni delle imprese della città. A tutti l’augurio di buon lavoro e di una campagna elettorale corretta e leale».

Dopo l’intervento del Presidente Algieri, a turno ciascun candidato ha avuto l’opportunità di disaminare il contenuto del documento, ricevuto qualche giorno prima, e di esporre anche in funzione di esso le proprie idee sulla città. (rcs)

Antonio Cocerio, il candidato a sindaco più giovane d’Italia che sogna una nuova “Primavera per Tiriolo”

Ha 20 anni, ma le idee molto chiare Antonio Cocerio, il candidato a sindaco più giovane d’Italia, che si è messo in gioco per «rendere il nostro paese, casa nostra, un punto di riferimento per la nostra Calabria», ovvero Tiriolo, attualmente amministrata dal sindaco Domenico Greco.

«Ho deciso di candidarmi – ha scritto su Facebook – per stare dalla parte dei giovani che hanno dovuto lasciare Tiriolo e di quelli che hanno deciso tenacemente di restarci. Dalla parte dei più anziani, che hanno diritto ad un comune sereno, comodo e sicuro in cui abitare. Dalla parte dei commercianti e ristoratori tiriolesi, motore propulsivo della nostra comunità, che bisogna sempre ascoltare e supportare. Dalla parte delle frazioni, che devono essere costantemente al centro dell’azione amministrativa. Dalla parte delle famiglie, delle Associazioni e della gente che, ogni giorno, si impegna a rendere Tiriolo un posto migliore».

Quella realizzata da Cocerio, è «una squadra variegata con capacità, percorsi e competenze diversi; pronta ad amministrare Tiriolo il giorno dopo le elezioni. A quest’età – ha spiegato – si ha l’umiltà di comprendere che non si può fare tutto da solo, che il lavoro di squadra vale più di ogni altra cosa. A quest’età si ha la forza, la determinazione ed il coraggio di battersi fino in fondo per ciò in cui si crede».

Un progetto politico, quello ideato dal candidato a sindaco, che ha raccolto tantissime adesioni, il cui cuore è lo spirito innovativo che anima questi giovani, che sognano una nuova ‘Primavera’ per Tiriolo. (rrm)

L’appello di Confagricoltura Cosenza ai candidati sindaci: aperti a dialogo per confronto su settore agricolo

Confagricoltura Cosenza, in vista delle elezioni comunali in programma il 3 e il 4 ottobre, attraverso la Presidente Paola Granata, vuole farsi portavoce delle problematiche e delle richieste che riguardano il settore agricolo e agroalimentare, aprendosi ad un dialogo e confronto con coloro che ricopriranno funzioni di governo a livello territoriale sui temi legati allo sviluppo di un comparto che riveste un ruolo rilevante nell’economia locale.

«È fondamentale – ha dichiarato la presidente Granata – che le forze politiche si pongano in ascolto delle imprese agricole, per la programmazione di interventi e politiche che abbiano un impatto ambientale e infrastrutturale positivo ed efficace. Ciò non può prescindere dall’esperienza di chi opera in questo settore ed è profondamente legato alla terra e all’economia della regione».

Il comparto agricolo ed agro-alimentare calabrese, seppure alle prese con gli effetti della pandemia, ha dato una risposta eccellente durante la fase acuta dell’emergenza sanitaria.

Per Confagricoltura Cosenza, la programmazione economica e territoriale è strategica e indispensabile per sostenere la capacità del settore agricolo di coniugare crescita economica, tutela del territorio e capacità di attrazione turistica, le più grandi opportunità per riportare i nostri territori al passo con il resto del Paese.

Confagricoltura Cosenza, augurando a coloro che saranno eletti un proficuo lavoro, auspica e chiede che le imprese agricole, in considerazione della valenza economica che rappresentano, vengano tenute nella giusta considerazione dai prossimi amministratori territoriali e regionali. (rcs)