Una singolare escursione di Gente in Aspromonte

di ARISTIDE BAVASabato 29 e domenica 30 luglio a cura dell’Associazione Gente in Aspromonte avrà luogo la terza tappa del cammino della Fede dal tema ” La luna e i falò”.

Secondo gli organizzatori “La Notturna”  è un avvenimento unico in tutto l’arco dell’anno, non può mancare il magico appuntamento alla scoperta del fascino della notte. Soprattutto tra gli amanti della montagna e del trekking. La meta di quest’anno di “Gente in Aspromonte” e dedicato alla S.S. Maria di Polsi, i devoti e i pellegrini, per le sue caratteristiche geografiche, hanno inteso soprannominare il Santuario: “Madonna della Montagna”.

Luogo mistico che fa rivivere ogni anno la sua storia con la caratteristica festa. Da sempre, sono tantissimi i pellegrini che raggiungono questi luoghi. Caratteristiche sono le ballate notturne al suono di “organetto” e “tamburello” che rappresentano momenti di vera aggregazione. Non è quindi un caso se il culto più sentito in tutto l’Aspromonte sia proprio quello intitolato alla Madonna della Montagna, del santuario di Polsi, ubicato nel ventre della grande vetta calabrese.  Si parte dal piazzale del Casello Cano 1.470 metri una escursione di circa 8 km in discesa dopo 30 minuti siamo alla famosa sorgente di Malonome, da qui il panorama spazza su tutta la vallata del Bonamico con ampie vedute sulla vallata delle Grandi Pietre, non solo per la bellezza paesaggistica, ma anche per quella morfologica ambientale in vista la grande distesa bianca di ghiaia che segna con un grande contrasto i limiti del fu lago Costantino o lago degli Oleandri per la grande presenza un tempo di questa pianta, poco dopo siamo sulla Balconata, con ampia vista sul Santuario, i tornanti non finiscono mai dopo 20 minuti siamo alle Tre Arie, dove atterravano gli Elicotteri, il panorama apre sulla valle dei Menti con le sue cime che circondano tutto il territorio, dopo aver superato u Zappunusu e la Statua della Madonneglia, ancora qualche tornante e siamo alla vista del Santuario. 

Notevole è la Via Crucis, con le stazioni in bassorilievi bronzei, culminante con la statua del Cristo risorto il cui itinerario si snoda, per più di un chilometro, su un’erta boscosa, tra castagni e querce centenarie. (ab)

BOVA (RC) – “Gente in Aspromonte” organizza una escursione sino ad Africo

L’associazione escursionistica “Gente in Aspromonte” ha previsto l’escursione “Le grandi vie dell’Aspromonte” per domenica 14 maggio. La prima tappa è il Cammino della fede da Bova a San Leo ad Africo. Tempo di percorrenza: ore 5.30. Il raduno sarà al campo sportivo di Bova alle ore 09:30 con partenza per il Villagio Carrà.

Dopo circa 15 minuti di auto si raggiungono i campi di Bova (Monte Grosso); si scende poi, sempre in auto, lungo la strada di Pedimpiso e, percorsi Km. 2,4, si giunge al bivio per Roghudi. Si prosegue sulla sterrata in leggera salita per Km. 1,8 fino a raggiungere il Bivio Carrà, da dove si continua sulla pista sulla destra proseguendo sulla sterrata per circa Km. 2.0 fino a giungere il Villagio Carrà.

Le difficoltà storiche degli spostamenti nell’area Grecanica si “leggono” tutt’ora nel suo paesaggio, un altopiano solenne e aspro, ricco di torrenti e di calanchi. Un bosco incantevole formato da secolari piante di querce e di una rigogliosa macchia mediterranea. Raggiungere, percorrere, attraversare questi luoghi è fonte di continue emozioni per gli ambienti diversificati, i segni del passato che trasudano in ogni tratto, i favolosi panorami che danno l’idea di avere improvvisamente aperto sotto gli occhi un bellissimo, illustrato, libro di geografia.

San Leo d’Africo (Leone), denominato anche San Leo di Bova, nacque a Bova tra il X e l’XI secolo da una famiglia del luogo. Di temperamento umile, fin da piccolo si sentì attratto dalla vita monacale e a 12 anni entrò nell’ordine basiliano. Dedicò la sua vita alla contemplazione e alle opere di bene per i poveri. Morì ad Africo, nel monastero da lui stesso fondato. La ricorrenza di San Leo cade il 5 maggio a Bova e l’11 maggio ad Africo.
Storico: Il nome Africo deriva dal greco apricos o dal latino apricus, che significa arioso e soleggiato, proprio per la sua incantevole posizione, ma che paradossalmente però è stato abbandonato a causa di una terribile alluvione avvenuta nel mese di ottobre del 1951 (e poi un’altra nel 1953), che misero a dura prova sia Africo che la frazione vicina, Casalnuovo, avviando un’emigrazione verso il mare così come tanti altri piccoli paesi dell’entroterra calabrese che sono stati spazzati via dagli eventi naturali: gli abitanti dei due centri semidistrutti furono evacuati e dopo alloggi di fortuna e varie vicissitudini, molti furono trasferiti in un nuovo centro creato ad hoc, Africo nuovo, sul litorale jonico.

Una escursione che si è sviluppata in un’area dell’Aspromonte tra le più belle e ricche sul piano ambientale e paesaggistico, in uno scenario selvaggio di montagne, fitta vegetazione, dirupi e torrenti.
Dal Villaggio Carrà, piccolo raggruppamento di case popolari costruito dopo l’alluvione del 1951, con Emesso l’omonimo rifugio Forestale, inizia l’escursione seguendo per circa un chilometro una sterrata fino al bivio per Africo, si prosegue a sinistra su una vecchia mulattiera con qualche tratto scavato nella roccia che costeggiando il crinale del monte Puntone della Guardia porta al cimitero abbandonato di Africo e poi al Santuario di San Leo, piccola chiesetta situata su un crinale tra il Vallone Spasola, il Torrente Aposcipo e il Vallone Casalnuovo, in un suggestivo panorama distinto da diverse importanti cime, guardando da nord, come Puntone Galera, Monte Perre, Monte Iofri, Monte Scapparone, Portella di Ficara, Monte Grosso o Lestì, ecc.

Si riprende il cammino tornando indietro fino al Cimitero, dove al bivio si imbocca la sterrata a sinistra verso il borgo di Africo; scendendo lungo la sterrata si possono notare castagni secolari e un palmento scavato nella roccia. Giunti al borgo, dove gran parte dei ruderi sono ormai divorati dalla vegetazione, si sosterà nella piazzetta antistante la Chiesa di San Salvatore. Si riprenderà il ritorno tutto in salita passando davanti l’edificio del comune, la vecchia caserma, e le scuole elementari costruite durante l’epoca del fascismo, proseguendo verso le ultime case del borgo in località Campusa, da qui una breve salita ci porta al villaggio Carrà dove avrà termine l’escursione.

REGGIO – Domenica con Gente in Aspromonte alla scoperta del Monte della Torre

Alla scoperta dell’Aspromonte. Passeggiare immersi nella natura, sentire profumi e rumori, gustare colori e forme, provare il piacere di trovarsi in luoghi con un passato che ha lasciato vivi segni, non è già molto? Ma può essere piacevolissimo anche camminare con lentezza e guardarsi attorno con attenzione.
Crocevia di percorsi, portava al Passo del Mercante e fino agli anni ‘60 era frequentato da mercanti e contadini. Era un nodo cruciale che favoriva le aggregazioni, gli scambi commerciali, i vincoli di amicizia e anche i matrimoni. I terrazzamenti che si incontrano sul percorso sono un esempio delle tipiche terrazze che nei secoli passati i montanari fecero per strappare alle ripide pendici delle montagne dei piccoli pianori, che usufruivano per piccoli orti o solamente per una più facile fienagione.
Il percorso ha una grande importanza religiosa. Era uno dei tratti percorso dai fedeli che si recavano al santuario di San Nicodemo, tanto che venne incluso come tappa nell’itinerario calabro del Giubileo del 2000. Ed è ancora, oggi ritrovo per i pellegrini provenienti dalla Calabria, in occasione della festa, che ha luogo la domenica successiva al 12 maggio di ogni anno.
Oltre al valore religioso, c’è anche una importanza storica. Torre Carditto è un manufatto con funzione militare situato in una posizione strategica. Il sito, dominante dall’alto il fiume Torbido, e l’altopiano della Limina garantisce oggi al visitatore singolari viste panoramiche e, in passato, un monitoraggio continuo dei transiti.
Ma da dove inizia questo viaggio in Aspromonte? Dalla Fossa del Lupo sul Piano Mortelle, posto a ridosso del confine del territorio di Canolo, avrà inizio il sentiero. Mantenendo la linea del crinale della faggeta a sinistra della strada e seguendo il sentiero raggiungeremo la località Ficaro, luogo particolare segnato dalla presenza dello scoiattolo aspromontano e da qualche lepre che può sbucare inaspettatamente tra i prati e le felci che segnano questo territorio.
Dopo circa venti minuti che inoltrandosi nella valle di “Oliva” lo seguiamo fino al rifugio Barca. Rifornimento di acqua è d’obbligo dopodiché c’incamminiamo seguendo la stradella in pietra per circa 300 mt. che s’immette sulla sp 35 Canolo Nuova – San Giorgio Morgeto, svoltiamo a destra in direzione Canolo e alla fine della staccionata in legno subito a sinistra su un sentiero che s’inoltra inizialmente nella pineta e successivamente in una faggeta dove superato un verde slargo giungiamo in contrada Ficaro si prosegue dopo pochi minuti in località Don Selmo, che ricade nel territorio di S. Giorgio Morgeto a ridosso dei confini con i territori di Canolo, Cinquefrondi e Mammola. Seguendo il sentiero Italia e del Brigante lungo il crinale che costeggia la strada asfaltata dopo 20 minuti siamo in contrada Carditto.
Tra la storia e la natura di questo promontorio, dove l’Aspromonte roccioso lascia il posto alle marne bianche ed ai fossili della Limina. Mantenendoci sul dorso della faggeta, caratterizzata da splendidi affacci sull’area dei Piani della Limina che degrada verso S. Nicodemo, attraverseremo Fosso Carditto, fino a raggiungere l’omonima contrada dove ancora oggi abita una famiglia molto legata alla pastorizia e alla coltivazione dei campi, e da qui ci porteremo ai resti dell’antica Torre, presumibilmente di origine bizantina o normanna. II bosco è costituito da lecci, faggi, e il sottobosco di pungitopo e felci che rivestono gran parte dell’altopiano. Questo territorio, come dimostrato dagli studiosi, in epoca preistorica era il fondale di acque marine molto più alte di quelle di oggi.
A testimoniare ciò vi sono nella zona milioni di fossili marini e frammenti di conchiglie e, oltre a questo, sono presenti cavità naturali scavate nella roccia carsica.  Il ritorno è previsto sullo stesso percorso dell’andata con qualche leggera divagazione. Per info 348 8134091. (rrc)

“La collina del vento” e “Gente in Aspromonte” scelti come libri dall’Unesco per la Giornata Mondiale del Libro

La collina del Vento di Carmine AbateGente in Aspromonte di Corrado Alvaro sono stati scelti dalla Commissione Nazionale Italiana per l’Unesco tra i romanzi ambientanti nelle 20 regioni d’Italia per celebrare la Giornata Mondiale del Libro.

Si tratta di «una mappa del romanzo che attribuisce due libri a ciascuna regione con l’intento di legare la narrativa al territorio e stimolare l’interesse dei lettori».

La Giornata mondiale del libro e del diritto d’autore nasce sotto l’egida dell’Unesco nel 1996 per promuovere la lettura, la pubblicazione dei libri e la tutela del copyright. Il 23 aprile è stato scelto perché è il giorno in cui sono morti nel 1616 tre scrittori considerati dei pilastri della cultura universale: Miguel de Cervantes, William Shakespeare e Garciloso de la Vega.

Il libro e la lettura rappresentano un mezzo di approfondimento e di conoscenza, sono strumento di informazione e di apprendimento culturale, entrambi oggi indispensabili per superare le incertezze e le precarietà legate alla paura della globalizzazione, del cambiamento e del diverso.

La lettura, che consiste anche in un piacere ineguagliabile per gli appassionati, ci consente di entrare in mondi, vite e tempi diversi e ci dà la possibilità di avvicinarci a esperienze e realtà lontane dalla nostra, accrescendo così la nostra conoscenza e la consapevolezza di quanto il mondo che ci circonda sia poliedrico .

Per celebrare questa giornata la Commissione Nazionale Italiana per l’Unesco ha stilato un elenco di libri ambientati nelle 20 regioni italiane: due libri per ciascuna regione con l’intento di legare la narrativa al territorio e stimolare l’interesse dei lettori.”

Per la Calabria, oltre al romanzo “La collina del vento” di Carmine Abate, edito da Mondadori, è stato scelto “Gente in Aspromonte” di Corrado Alvaro, Bompiani, 1931.

“La collina del vento” (vincitore del 50° Premio Campiello 2012) è uscita in numerosissime edizioni e attualmente negli Oscar 451 Mondadori, in tedesco, in giapponese e in albanese. (rrm)

Calabria, in cerca di una nuova narrazione. Ad Africo torna l’intellighentia, è spot elettorale?

Gente in Aspromonte 2.0: ritorna l’appuntamento con le intellighentie calabresi nel cuore dell’Aspromonte, a cura della Regione Calabria. Un anno dopo, con l’idea di raccontare le buone pratiche portate avanti in Calabria e in Aspromonte con la partecipazione diretta dei protagonisti. Una bella idea, il confronto tra intellettuali, autori, scrittori, registi, ecc. all’ombra degli ulivi, ma le spinte culturali sembrano, in realtà, il pretesto per un gigantesco spot elettorale.

Difatti, la Giunta regionale, in tale occasione, presenta i risultati della programmazione nazionale e comunitaria (PAC, POR e FSC) a supporto ed oggetto di nuova narrazione di una Calabria che cambia passo. Per quanto ne sappiamo il POR Cultura sta ancora a dormire, in attesa dei decreti di attuazione, la promoziome culturale è appesa al chiodo, si parla, si chiacchiera, ma ai giovani cosa rimane di queste tante belle parole? Ai nostri giovani, che – non ci stancheremo mai di ripeterlo – si vedono rubare il futuro da sotto il naso, non vengono offerte opportunità di impiego nel campo culturale (e ci sono risorse e capacità da utilizzare per archiviare, catalogare, rieditare la produzione letteraria calabrese, per esempio). Solo il lieve alito di parole al vento per sottolineare quant’è bravo quello, quanto sono bravo io…

Una bella idea, ma dai contorni poco nitidi e obiettivi non molto chiari. Serve radunare gli intellettuali calabresi (al 90% esponenti di cultura esportata)? Certamente sì, perché favoriscono il confronto e l’arricchimento culturale, ma se i dibattiti sono finalizzati a parlarsi addosso a cosa servono? Probabilmente per confezionare un gratuito spot elettorale per la giunta uscente. A pensar male si fa peccato, diceva Andreotti, ma spesso si azzecca…

Dov’è il coinvolgimento di scuole e università, dove sono gli stimoli per i giovani calabresi? Una bella domanda, cui speriamo qualcuno fornisca una risposta.

In questa due giorni (finanziata dal PAC Piano di Azione e Coesione) ci saranno, comunque, anche cose buone: la proiezione completa del bel documentario di Marcello Villari e Mario Canale Dopo il silenzio sugli scrittori calabresi e di Federico Quaranta A Day in Aspromonte, la visione in piazza Roma a Bova del film di Mimmo Calopresti Aspromonte, la terra degli ultimi, girato appunto in Aspromonte con Marcello Fonte. E ci sarà spazio per parlare di Pasquino Crupi, autentico intellettuale del Mezzogiorno che ha speso una vita per valorizzare la letteratura meridionale e i suoi autori.

Nel comunicato stampa si evidenziano «Tra le buone pratiche, sulle quali ci saranno specifiche testimonianze, l’impegno per la valorizzazione della lingua grecanica, la valorizzazione del diritto all’istruzione primaria nei borghi aspromontani, l’impegno delle cooperative nei terreni confiscati alla mafia, il lavoro per valorizzare il Santuario di Polsi; cioè esperienze finalizzate a incentivare la propensione dei giovani e dei ragazzi per restare negli ambiti locali di formazione e lavoro».

Un evento particolare sarà dedicato – a Bova, pi piazza Roma – al contributo delle donne per una Calabria che cambia, dalle esperienze di nuova imprenditoria al recupero delle tradizioni dell’artigianato locale. Una intervista al Presidente della Giunta regionale Mario Oliverio (e riecco lo spot) ed al vescovo della diocesi di Locri Monsignor Francesco Oliva concluderà la due giorni. Amen. (s)