Il commosso ricordo di Riccardo Misasi con l’ex presidente Nisticò in Senato

Commosso e sentito ricordo in Senato per Riccardo Misasi: una testimonianza voluta dell’ex presidente della Regione Calabria Giuseppe Nisticò, che ha dedicato allo statista calabrese un importante tributo con un libro edito da Rubbettino. Nisticò ha chiamato nella Sala Nassiriya a testimoniare la loro ammirazione per una personalità straordinaria come quella di Misasi numerosi esponenti del mondo della politica e della cultura. All’evento hanno partecipato i familiari di Misasi, la sorella Gianna, i figli Titina e Maurizio e diversi nipoti del politico calabrese.

Nisticò, nella sua introduzione, ha spiegato le ragioni per cui è rimasto sempre affascinato da Misasi che ha definito da neuroscienziato come a “beautyful mind” al pari del premio Nobel John Nash e di altri Premi Nobel come Renato Dulbecco. «Questa sua intelligenza superiore – ha detto Nisticò – è da considerare un dono di Dio».

Accanto alla genialità come pensatore, filosofo, storico, politico ed economista, secondo Nisticò, Misasi è stato l’erede della dottrina etica di Pitagora di cui era letteralmente impregnato perché ha sempre tenuto in alta considerazione nella sua vita i principi di tale scuola e di quella civiltà italica di circa tremila anni a.C. e cioè la dignità della persona, l’amicizia, la solidarietà verso le persone più deboli e più fragili e il senso della libertà intesa come mancanza di dipendenza da valori effimeri e materiali come il dio denaro, la moda, il potere.

Nisticò ha voluto anche ricordare il contributo fondamentale – da protagonista – di Misasi per la nascita dell’Università della Calabria e, in seguito, negli anni 90 delle due Facoltà di Farmacia, una a Catanzaro e l’altra a Cosenza. Così oggi – ha detto Nisticò – non mi rendo conto di queste lotte sterili e inutili per la nascita della Facoltà di Medicina a Cosenza. La nostra visione pionieristica, quella di Misasi e la mia, oltre trent’anni fa, si è dimostrata ampia e strategica nel rispetto delle esigenze della gente comune e, in particolare, dei pazienti e dei loro familiari nonché dei giovani, la valorizzazione del vero patrimonio di talenti di cui la Calabria è ricca, i quali potranno dare un contributo alla qualità della vita dei calabresi ma anche di quelli che hanno bisogno in Italia e in tutto il mondo dal momento che c’è una carenza di personale medico».

Infine, Nisticò è rimasto sempre ammirato dalle doti profetiche alla Gioacchino da Fiore di Riccardo Misasi, il quale aveva lucidamente previsto che dopo la diaspora della DC, a seguito di un ventennio di dominio berlusconiano, questa si sarebbe riunificata mettendo al centro la politica con la P maiuscola: cioè di qualità, ricca di contenuti, aperta al confronto nel rispetto delle diverse idee.

Al tavolo della presidenza, oltre a Nisticò, il sen. Mario Occhiuto – che ha moderato con sobrietà ed eleganza il dibattito come sarebbe piaciuto allo stesso Misasi – il presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto, il vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri, il presidente emerito della Corte Costituzionale Cesare Mirabelli, lo scrittore Franco Cimino, il quale ha tenuto un’apprezzatissima lectio sul pensiero politico di Riccardo Misasi, e il direttore di Calabria.Live, media partner dell’evento promosso da Pericles International Academy.

Tra il pubblico, il sen. Nicola Irto, l’on. Marco Folini, il prof. Luigi Frati (già Rettore della Sapienza e pupillo di Misasi in campo universitario), il Presidente della Fondazione La Sapienza Eugenio Gaudio (già Rettore della stessa), Luca Marcora, l’on. Mario Tassone, l’on. Ettore Rosato, l’on. Angelo Sanza, l’on. Peppino Gargani, l’on. Bruno Tabacci, l’avv. Anna Falcone, il direttore dell’Osservatore Romano Andrea Monda, il prof Steven Nisticò, Francesco Trebisonda e il nuovo dirigente della Sicurezza del Senato Luigi Carnevale.

La Rettrice della Sapienza, impossibilitata a partecipare, ha fatto pervenire un messaggio in cui ha voluto sottolineare il ruolo significativo di Riccardo Misasi: «Uomo colto e di cultura, economista e servitore dello Stato, è stato una persona sensibile e attenta ai più deboli, importante per l’Università italiana e per il nostro Paese.

Ministro del Commercio con l’estero dal 1969 al 1970 e per due volte Ministro della Pubblica Istruzione prima dal 1970 al 1972 e poi dal 1991 al 1992, nel corso dei suoi mandati ha favorito l’accesso all’Università delle Studentesse e degli Studenti dei ceti meno abbienti, anche consentendo ai diplomati degli Istituti tecnici l’iscrizione ai corsi universitari. Il suo impegno a servizio delle Istituzioni è continuato durante il periodo 1988-1989, in cui è stato Sottosegretario alla Presidenza del Governo De Mita, a beneficio dell’Università, della Ricerca Scientifica e dei giovani.

Riccardo Misasi – ha ricordato la Rettrice Polimeni – è stato tra i padri fondatori dell’Università della Calabria (UNICAL), contribuendo dapprima alla sua creazione negli anni ‘70, e poi dando un contributo all’istituzione delle due Facoltà di Farmacia a Catanzaro e Cosenza negli anni Novanta».

Numerosi i messaggi di saluto, tra cui quello del ministro della Salute Orazio Schillaci e dell’Università e della Ricerca Scientifica Anna Maria Bernini, nonché quello di Gianni Letta, e Paolo Cirino Pomicino, impossibilitati a partecipare all’incontro.

La sottosegretaria all’Interno on. Wanda Ferro, invece, ha seguito in streaming tutto il dibattito e ha voluto far sapere di essere rimasta ammirata dalla qualità degli interventi che hanno tracciato con spessore e grande onestà intellettuale la figura di un vero statista, straordinario faro della politica non solo calabrese ma nazionale.

Nell’incontro si è parlato di Misasi prendendo spunto dal libro curato da Nisticò e pubblicato da Rubbettino, dove figurano, oltre agli scritti di Nisticò, ben 16 contributi che tracciano un ritratto eccellente di uno straordinario protagonista della politica italiana. Molto apprezzato il capitolo a firma dell’on. Gino Pagliuso (che non ha potuto presenziare per motivi di salute), il quale, nel ricordare la sua amicizia con Misasi durata tutta la vita ha rivelato alcuni particolari inediti del caso Moro. Come raccontato dal figlio Maurizio, Misasi si era proposto per uno scambio di persona per riportare in libertà Aldo Moro, dimostrando una generosità veramente unica ed eccezionale.

Particolarmente apprezzato il ricordo fatto dal vicepresidente Gasparri il quale ha sottolineato l’esigenza di superare steccati ideologici quando il confronto appare la via migliore per un dialogo tra parti opposte. Ha considerato e ricordato, pertanto, Misasi come statista e non come esponente della sinistra di base, il cui operato rimane tangibile nel tempo.

Un discorso ripreso con una certa commozione dal presidente Roberto Occhiuto, il quale, nel ricordare i suoi primi passi in politica guardando come esempio Misasi, che allora era ai vertici della politica in Italia, e forte dei suoi insegnamenti, ha indicato nello statista calabrese un modello cui si devono ispirare le nuove generazioni.

Il prof. Cimino ha ripercorso il cammino politico di Misasi, soffermandosi sulla qualità dell’uomo che prevaleva su quella del politico, l’attenzione verso i più deboli, la cura dei rapporti personali della stessa valenza sia nelle sedi istituzionali sia nei piccoli centri dove i suoi comizi incantavano i presenti.

Anche il presidente emerito della Corte Costituzionale Cesare Mirabelli si è soffermato sulle qualità dell’uomo che hanno forgiato egregiamente un grande politico e intellettuale al quale il Paese deve molto.

Di grande suggestione i ricordi del prof. Luigi Frati, dell’on. Tassone, dell’on. Tabacci, dell’on. Gargani. Il dibattito è stato chiuso da una prolusione intensa e apprezzatissima del figlio Maurizio che ha parlato della dialettica della diversità e di quanto abbiano inciso alcune “assenze” durante gli immeritati attacchi subiti dal padre nell’ultimo periodo della sua intensa vita.

Una grande emozione, dunque, per ricordare un figlio illustre della Calabria, la cui memoria rimane solida e dovrà essere oggetto di ulteriori approfondimenti perché indichi una traccia significativa e ricca di spunti per le generazioni future. ν

Ignazio La Russa presidente. Primo giorno dei neo eletti calabresi a Palazzo Madama

Ignazio Larussa, come era nei programmi è diventato Presidente del Senato, con il giallo dei voti “misteriosi” giunti da anonimi senatori (presumibilmente dell’opposizione): Forza Italia, tranne che per Silvio berlusconi e l’ex presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati , non lo ha votato, seguendo gli ordini di scuderia dell’ex cavaliere. 

Berlusconi è stato presente per tutto il tempo della  votazione, ha avuto una scatto di collera con La Russa (non ancora presidente) ed è andato via dopo il discorso di rito del neo Presidente. In questo frangente, come annotato da Aldo Cazzullo del Corriere della Sera sull’edizione online in diretta, Berlusconi ha sfogliato il libro “Riccardo Misasi” di Giuseppe Nisticò, già presidente della Regione Calabria nel 1995-1998. Nisticò era andato a trovarlo prima dell’inizio della votazione e nel donargli il libro (appena edito da Rubbettino) aveva voluto fargli una dedica che rivela un particolare inedito dell’elezione dell’illustre farmacologo calabrese: Caro Presidente, voglio ricordarti che nel 1995 non sei venuto in Calabria a sostenermi, convinto che avrei perso la sfida, come prevedevano i sondaggi: sono stati Riccardo Misasi e Carmelo Pujia a far diventare realtà la mia elezione. Questo è un tributo a Misasi, il quale nei tuoi confronti, mi aveva confidato, di avere un’ammirazione particolare perché hai saputo realizzare quello che la Dc non fece e cioè il ricambio generazionale e l’inserimento nel mondo politico di uomini brillanti provenienti dalle professioni e dalla società civile. Misasi aveva previsto con una lucidità alla Gioacchino da Fiore che tu avresti dominato per oltre un ventennio nella vita politica italiana ed europea»».

“Primo giorno di scuola”, a Palazzo Madama per i neo senatori calabresi eletti: Nicola Irto, Tilde Minasi (anche se per qualche mese era stata nella passata legislatura tra i banchi del Senato, Mario Occhiuto, Fausto Orsomarso, Ernesto Rapani e i  due “forestieri” (cioè eletti in altri collegi) Mario Borghese (circoscrizione estera) e Marco Lombardo (Lombardia). 

Nicola Irto su Facebook ha annotato: «Una grande emozione, con la consapevolezza che oggi, dopo molti anni dall’inizio del mio percorso politico, farò parte del Senato Repubblica. Valore ancora più grande essere stato per la prima volta nell’emiciclo del Senato e potere sentire da vicino le parole della Senatrice Liliana Segre che, nel suo discorso introduttivo, ha richiamato tutte e tutti ad una grande responsabilità: essere parte delle istituzioni significa essere figli di una storia fatta di libertà, impegno e valori profondissimi».   

Tilde Minasi ha detto: «Sedersi tra questi scranni ti fa sentire ancora di più la responsabilità che hai di fronte ai tuoi elettori…  a loro cercherò di dare, con il mio partito, tutte le risposte di cui sono in cerca. Eccomi, assieme alle altre donne e gli altri uomini della Lega in Senato, in questa prima seduta di insediamento.  Ci aspetta una lunga strada e la percorreremo insieme, con il massimo impegno e il massimo entusiasmo! E anche con tanta emozione. 

Fausto Orsomarso (ancora per qualche mese assessore regionale al Turismo in Calabria) ha scritto su FB: «Per tutti quelli che hanno sudato, lottato, creduto e vissuto per un’idea, soprattutto per quelli che non ci sono più. A tutta la mia comunità.  Agli Italiani-Calabresi che anelano un futuro che sia all’altezza della bellezza dei propri sogni. 

Dulbecco Institute: il prof Crea da San Francisco a Roma per i fondi del Pnrr

Appresa la notizia dell’approvazione del finanziamento del progetto Renato Dulbecco Institute di Lamezia Terme, il prof Roberto Crea, direttore scientifico della Fondazione Renato Dulbecco ha spiccato il volo da San Francisco, dove vive e opera da 40 anni, per incontrare il prof. Giuseppe Nisticò ex presidente della Regione Calabria e attualmente commissario della stessa Fondazione. Obiettivo la costituzione di una task force di esperti, guidati da Crea e Nisticò, al fine di utilizzare il più rapidamente possibile il finanziamento di circa 14 milioni di euro del Ministero del Sud stanziati per la realizzazione dell’Istituto.

I due ricercatori si sono doverosamente recati a salutare la ministra Carfagna particolarmente apprezzata per la selezione su base meritocratica dei progetti approvati per la creazione di ecosistemi dell’innovazione nel Mezzogiorno.

Al ministero sono stati accolti con molta cordialità dal delegato della ministra, on. Paolo Russo, figura di grande competenza nel settore delle biotecnologie mediche, essendo stato docente presso l’Università Cattolica di Roma. Il Prof. Crea ha avuto così l’opportunità di discutere a lungo con lui del progetto volto a creare in Calabria una piattaforma di eccellenza nel campo delle biotecnologie mediche e nel settore agro-alimentare (marchio di qualità dei prodotti calabresi).

Fin dalla sua concezione, due anni or sono, il prodotto biotecnologico era stato avviato sia in California, a San Francisco, sia in Calabria, presso l’Università Magna Graecia di Catanzaro, e ha già dato luogo a risultati molto interessanti. Le pronectine bispecifiche, prodotte a San Francisco, sono state sperimentate nel carcinoma ovarico da oncologi di prestigio internazionale, come il prof. Pierfrancesco Tassone e Pier Sandro Tagliaferri dell’UMG. Così le prime pronectine si sono rivelate molto efficaci in modelli sperimentali di colture cellulari di cancro dell’ovaio “a cellule chiare”, malattia orfana in quanto attualmente non esiste per questo tipo di cancro, particolarmente aggressivo e mortale, alcun trattamento farmacologico. D’altro canto, anche in modelli animali di carcinoma ovarico gli effetti delle pronectine si sono rivelate molto efficaci e tollerate. 

La visita romana del prof. Crea, accompagnato dal prof. Nisticò, è stata dedicata anche al consolidamento della rete degli istituti scientifici (Università La Sapienza di Roma, Università di Tor Vergata, Istituto Superiore di Sanità, Ospedale Spallanzani e Istituto di Ricovero e Cura a carattere scientifico Santa Lucia), che hanno già avviato progetti scientifici con il Renato Dulbecco Institute per valutare   l’efficacia in senso anticoronavirus (Sars-Cov-2) e tutte le varianti) che contro forme di cancro ad alto potere metastatizzante e letali, come il melanoma, ricerche che saranno condotte dal prof. Giovanni Pellacani, direttore della Clinica dermatologica della Sapienza, e collaboratori dell’UMG come il prof. Steven Nisticò, direttore della Dermatologia. Un altro progetto riguarda il neuroblastoma, malattia orfana, per la quale non esiste alcun trattamento, sarà sviluppato presso i laboratori della Santa Lucia diretti dal prof. Carlo Caltagirone e dal prof. Emiliano Giardina.

Inoltre, le stesse pronectine saranno impiegate, in collaborazione con l’Istituto diretto dal prof. Eugenio Gaudio per il trattamento del colangiocarcinoma, e presso il Dipartimento diretto dalla prof.ssa Antonella Polimeni per il trattamento di carcinomi testa-collo.

Difatti, particolare interesse è stato dimostrato per tali linee di ricerca dalla Rettrice della Sapienza Antonella Polimeni, la quale era stata per lungo tempo presidente della conferenza nazionale di tutte le facoltà di odontoiatria del nostro Paese. Nella lunga conversazione con il prof. Crea, la Rettrice ha confermato le sue brillanti doti strategiche e ha riferito di voler rendere il suo Ateneo una punta avanzata della Ricerca in Europa, valorizzando i giovani laureati e anche le donne più qualificate e meritevoli.

Grande entusiasmo è stato espresso anche dal prof. Gaudio, già Rettore della Sapienza il quale oggi ricopre il ruolo di Presidente della Fondazione dello stesso Ateneo, ed è stato insieme con i prof. Crea, Nisticò e Franco Romeo, uno fra i fondatori della Fondazione Dulbecco. Il prof. Gaudio è profondamente convinto che la Ricerca applicata, quando finalizzata alla scoperta di nuovi farmaci, porta vantaggi non solo scientifici a beneficio di pazienti affetti da malattie incurabili, ma anche di natura economica con un indotto straordinario a favore di giovani ricercatori universitari e anche del mondo dell’industria.

Al fine di poter utilizzare rapidamente le risorse del PNRR è stato necessario organizzare in primis una macchina amministrativa, scientifica e legale perché purtroppo, come ha dichiarato il prof. Nisticò, «ancora oggi la burocrazia di tipo borbonico del nostro Paese fa tremare le vene e i polsi e c’è il rischio di perdere le risorse assegnate». 

A tal riguardo, molto rassicurante è stato il portavoce della ministra Mara Carfagna, l’on. Paolo Russo, che ha garantito tutto il suo impegno per superare eventuali nodi burocratici e permettere il monitoraggio continuo dell’evoluzione del progetto presso l’Agenzia per la Coesione Territoriale. Questo perché – sottolineato l’on. Russo – il Dulbecco può rappresentare un progetto modello per altre iniziative analoghe da realizzare nel Mezzogiorno.

Il prof. Crea ha anche espresso piena disponibilità di traferire il know-how per la produzione delle pronectine a industria nazionali o multinazionali che intenderanno produrre questi prodotti biotecnologici innovativi per la loro immissione in commercio.

Si  aprono così in Calabria nuove frontiere sotto la presidenza di Roberto Occhiuto, che segue quotidianamente molto da vicino il progetto Dulbecco, e che nei prossimi giorni riceverà la visita del Premio Nobel israeliano Aaron Ciechanover, uno degli alti consulenti del progetto Dulbecco, insieme con l’altro Premio Nobel Thomas Südhof della Stanford University e con sir Salvador Moncada, lo scienziato che ha scoperto il nitrossido (la cosiddetta molecola della vita), per il quale è stato insignito del titolo di baronetto dalla regina Elisabetta d’Inghilterra.

Nei mesi scorsi, c’era stato già un primo incontro tra il presidente Occhiuto e il Nobel Ciechanover accompagnato dal prof. Giuseppe Nisticò a Montecitorio e fra di loro era nata una ondata di stima e di immediata e spontanea amicizia. Ciò porterà sicuramente in futuro a un’interazione positiva fra i campus biomedici delle Università israeliane e quelli della Regione Calabria, laddove il settore medico, farmaceutico, bioinformatico ed elettronico permetteranno di creare condizioni di collaborazione scientifica fra giovani ricercatori di entrambi i Paesi, prerequisito fondamentale pe ril rientro di cervelli di calabresi nella loro terra e per arrestare la fuga dei migliori talenti verso altre regioni o all’estero.

In occasione della visita romana del prof. Roberto Crea, la Fondazione Dulbecco gli ha voluto conferire la sua prima medaglia d’oro come segno di gratitudine per essere stato insieme al prof Nisticò l’ideatore e il socio fondatore della Fondazione Renato Dulbecco. La composizione artistica è opera del maestro orafo Gerardo Sacco di Crotone venuto apposta a Roma per tale occasione: è uno degli orafi più famosi del nostro Paese che da ormai circa 50 anni con le sue creazioni porta lustro alla Calabria in ogni parte del mondo. (rrm)

Soverato incorona la Rettrice de La Sapienza Polimeni cittadina onoraria

di MARIA CRISTINA GULLÍ – La Rettrice dell’Università la Sapienza di Roma Antonella Polimeni, calabrese originaria della Locride, è diventata cittadina onoraria di Soverato. Il sindaco di Soverato Daniele Vacca e il vice sindaco Emanuele Amoruso le hanno conferito l’onorificenza nel corso di una semplice ma partecipata cerimonia, a conclusione dell’affollato convegno su “Donne e Scienza” al quale era stata invitata come relatrice dalla prof.ssa Paola Nucciarelli Coluccio, presidente dell’Associazione Biblioteca di Soverato. La stessa Associazione, è curioso ricordarlo, aveva proposto il nome della Rettrice Polimeni come presidente della Repubblica prima che fosse riconfermato Sergio Mattarella.

L’aula del consiglio comunale di Soverato era strapiena non solo di membri dell’Associazione ma di tanti cittadini venuti anche da lontano. 

Il sindaco e il suo vice hanno elencato le numerose motivazioni che sono alla base della cittadinanza onoraria concessa e si sono augurati di avere ospite nel comune la Rettrice almeno una volta all’anno, per poter programmare con lei una serie di iniziative culturali e scientifiche che renderanno la città di Soverato un punto di riferimento della costa jonica.  

La Polimeni, di padre calabrese di Locri-Gerace e di mamma romagnola, porta nel suo DNA i geni dell’antica splendida civiltà della Magna Grecia. Ospite della cerimonia, tra gli altri, il prof Salvatore Mongiardo, considerato uno dei filosofi migliori al mondo sul periodo della Magna Grecia.

La Polimeni è stata eletta Rettrice dell’Università La Sapienza di Roma il 1° dicembre 2020. Nata a Roma nel 1962, si è laureata in Medicina a Roma nel 1987, ordinario di odontoiatria a Roma, è stata preside della Facoltà di Odontoiatria, nonché presidente della conferenza nazionale dei corsi di laurea in Odontoiatria. Ha fatto parte del CdA della Sapienza e quindi molto è esperta non solo di problematiche scientifiche innovative, ma anche di managerialità della vita amministrativa dell’Ateneo. 

Il prof. Giuseppe Nisticò, commissario della Fondazione Renato Dulbecco, anch’egli di origine di Soverato, ha introdotto e portato il saluto di benvenuto alla Rettrice, con la quale esistono antichi rapporti di amicizia e stima.

Nisticò ha ricordato che, purtroppo, la Calabria, dopo lo splendore del periodo magnogreco, dello straordinario periodo bizantino-normanno e l’intensa attività culturale del Vivarium di Cassiodoro, era rimasta per secoli priva di Università. «Finalmente – ha detto il prof. Nisticò –, grazie al grande statista Riccardo Misasi, dopo che era stato ministro della Pubblica Istruzione, fu fondata negli anni 70 l’Università di Arcavacata in Calabria e successivamente, grazie a lui, e al sottosegretario al Tesoro Carmelo Pujia ed ad altri qualificati politici calabresi, fu creata l’Università di Catanzaro con la nuova Facoltà di Farmacia istituita agli inizi degli anni 90. Così ci fu l’opportunità per i nostri studenti di non essere più costretti ad andare in Università lontane ma frequentare in Calabria corsi di laurea in cui erano stati chiamati a insegnare professori di alto profilo come Beniamino Andreatta a Cosenza e diversi premi Nobel presso la Facoltà di Medicina a Catanzaro. 

«Oggi – ha detto Nisticò – le nostre Università dispongono di un patrimonio umano di docenti e ricercatori veramente eccellente, che svolgono ricerche di avanguardia competitive in tutto il mondo.  Se riusciamo a richiamare, con incentivi, nella nostra Calabria giovani ricercatori calabresi che lavorano successo e dirigono prestigiosi istituti di ricerca nel mondo, saremo in grado di attuare una vera rivoluzione culturale e scientifica. E per la Calabria sarebbe sicuramente un significativo salto culturale, economico e sociale. 

«Ho avuto il piacere –  ha continuato Nisticò – di constatare l’amore della prof.ssa Polimeni per la Calabria quando da Presidente della Regione le avevo chiesto – ricevendolo immediatamente – un aiuto nella sua qualità di Preside della Conferenza italiana di Odontostomatologia la sua collaborazione per realizzare in Calabria una libera Facoltà privata di Odontoiatria in lingua inglese a Crotone. Qui infatti, già esisteva, grazie alla grande managerialità di un mio ex allievo, il dott. Massimo Marrelli, una struttura di eccellenza attraverso l’utilizzazione dei fondi dell’Unione Europea. 

«Anche di recente la Rettrice Polimeni ha espresso grande disponibilità di collaborazione con la Calabria: il suo Ateneo è diventato uno dei partner più qualificati che contribuisce a potenziare il nascente Renato Dulbecco Institute di Lamezia Terme che sarà diretto dal prof. Roberto Crea, lo scienziato di origine calabrese che da oltre 40 anni vive in California e che è considerato, per le sue scoperte, uno dei padri delle biotecnologie.

«Avere convinto Roberto Crea a rientrare in Calabria per dirigere scientificamente il Renato Dulbecco Institute è stata un’operazione straordinaria, come dimostrato dal fatto – ha dichiarato Nisticò – che proprio ieri è stato approvato dal Ministero del Sud il progetto dell’Istituto finanziato con circa 14 milioni di euro. È un vero trionfo per la Calabria e per questo desidero ancora ringraziare la Rettrice Polimeni per la sua rapida e intelligente decisione di partecipare alla realizzazione di questa straordinaria piattaforma di ricerca scientifica».

Infine, il prof. Nisticò ha invitato la Rettrice Polimeni a dare «il suo contributo scientifico e culturale alla task force che insieme con il prof. Giuseppe Profiti, supermanager dell’Azienda Zero della regione Calabria, stiamo organizzando per rilanciare la sanità nella nostra Regione e realizzare quell’ambizioso progetto, condiviso pienamente dal presidente della Regione Roberto Occhiuto, che abbiamo voluto chiamare “Calabria Silicon Valley. Una rete, cioè, di centri di eccellenza che ancora mancano in Calabria e di cui i cittadini hanno enorme bisogno per evitare di ricorrere a cure specialistiche fuori della regione. Ringrazio il prof. Profiti – ha concluso Nisticò – per la sua qualificata presenza a questa cerimonia e sono sicuro, ben conoscendo il curriculum professionale di economista della sanità di fama internazionale (è stato direttore generale dell’Istituto Tumori di Genova, dell’Istituto Gaslini della Liguria, nonché direttore generale dell’Azienda regionale della sanità in questa regione e ha assolto con grande competenza al ruolo di direttore generale dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma), e sono sicuro che egli offrirà le garanzie più ampie, insieme con la task force di docenti e specialisti calabresi nel settore della Medicina e della Sanità. Si capirà così che finalmente siamo in una nuova era della vita politica della Calabria».

Dopo la conferenza precisa e dettagliata con cui la prof.ssa Polimeni ha svolto la sua relazione su  Donne e Scienza, in cui in maniera dettagliata ha riportato le statistiche della presenza e del ruolo femminile in seno all’Università di Roma La Sapienza, la Rettrice si è augurata che in futuro ci sia una maggiore valorizzazione delle giovani e brillanti donne laureate presso il suo Ateneo.

Dopo il conferimento del diploma della cittadinanza onoraria, la Rettrice Polimeni ha espresso vivissimo compiacimento e commozione e ha annunciato che sta già pensando di inserire la Calabria, in collaborazione con le Università regionali, in progetti di ricerca di livello nazionale. Una premessa importante per offrire ampie prospettive di futuro ai giovani calabresi che hanno talento e capacità e cercano opportunità di crescita e valorizzazione delle proprie competenze.

Chi è Giuseppe Profiti il supermanager della sanità che torna nella sua Calabria

di GIUSEPPE NISTICÒ – Non avevo alcun dubbio che il Presidente Roberto Occhiuto avesse le idee chiare e seguisse criteri di meritocrazia nella scelta del Commissario straordinario dell’Azienda Zero, centro nevralgico delle politiche di intervento nella sanità calabrese. A mio avviso, il prof. Giuseppe Profiti è il vero “Maradona” della Sanità nel nostro Paese.

Innanzitutto mi complimento con il presidente Occhiuto, perché, come promesso, fin dal suo insediamento sta realizzando step by step  il suo piano per rivoluzionare la sanità nella nostra regione. Da mesi, infatti, sta lavorando per convincere Profiti a venire in Calabria, cioè un calabrese doc che da anni fa onore alla Calabria in tutta Italia, documentando così che con le nostre risorse intellettive di calabresi (professori, universitari, medici, ricercatori, economisti) nel campo della sanità siamo in grado da soli di creare il “nucleo duro”della rete evitando di dipendere da professionisti, che vengono da altre regioni.

La Calabria se sa valorizzare le enormi energie di cui dispone può esprimere una sanità di alto profilo. E questo lo posso asserire con piena convinzione dopo 20 anni di vita politica e dopo oltre 40 anni di insegnamento in varie università (Napoli, Londra, Messina, Catanzaro, Roma). Profiti, secondo me, con la sua scelta di rientrare in Calabria ha voluto quasi farsi perdonare per la lunga assenza che è stato costretto a fare vivendo fuori e lontano dalla sua Calabria. 

Conosco il prof. Profiti già dagli anni Novanta, quando ero sottosegretario alla Sanità nel I Governo Berlusconi. In quel periodo egli era già considerato uno dei migliori manager nazionali nel campo della sanità nel nostro Paese. Per questo è stato nominato direttore amministrativo del prestigioso Istituto pediatrico Gaslini di Genova (1998), dopo aver ricoperto, in rappresentanza dell’Università di Genova, il ruolo di segretario generale del Centro di Biotecnologie Avanzate. Ricordo che il mio amico prof. Leonardo Santi, direttore dell’Istituto Tumori di Genova prima e successivamente presidente del Comitato di Biosicurezza e Biotecnologie della Presidenza del Consiglio, ma anche altri colleghi dell’Università di Genova, mi parlavano di lui come di un calabrese “eccellente” di cui erano fieri. Inoltre, nel 1993 era stato nominato dal ministro della Sanità commissario straordinario dell’Istituto dei Tumori di Genova che era un IRCCS (Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico).

Grande, inoltre, la sua esperienza a livello regionale, avendo egli ricoperto il ruolo di direttore generale (programmazione, risorse umane, finanziarie, strumentali e patrimonio) della Sanità in Liguria. I risultati conseguiti sotto la sua guida sia in Liguria sia a Roma, dove è stato presidente dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù, sono stati di valenza internazionale in quanto nell’anno 2013 ha superato gli standard del Boston Children Hospital. E del Great Ormond Street Hospital di Londra. Per tali brillanti traguardi, il prof. Profiti è stato insignito dal ministro della Sanità della medaglia d’oro al valore della Sanità pubblica della Repubblica italiana. Profiti ha inoltre svolto il ruolo di direttore responsabile dell’operazione di salvataggio del San Raffaele di Milano (2011-2012) e successivamente (2013-2016) dell’Istituto Dermatopatico dell’Immacolata (IDI) a Roma. Pertanto, chi può essere un manager migliore di lui nel progetto di salvataggio della sanità in Calabria, dopo dodici anni di gestione disastrosa da parte di commissari straordinari incompetenti nominati dal ministro?

Il prof. Profiti ha ricoperto per tre mandati fino al 2015 il ruolo di direttore generale e di presidente dell’IRCCS Bambino Gesù di Roma, dimostrando straordinarie capacità manageriali e scientifiche.

Nel 2021 accetta di tornare in Liguria, terra cui è molto legato per l’educazione che gli ha dato, come coordinatore del settore sanitario, socio-sanitario e del bilancio dell’Azienda ligure della Sanità.

Sono sicuro, come mi ha anche confermato il presidente Occhiuto che il prof. Profiti si saprà circondare di una task force di professori universitari calabresi che vivono in Calabria o fuori regione, i quali per l’amore che li lega alla loro terra, hanno offerto di dare il loro contributo per rilanciare la qualità della sanità in Calabria, rendendola competitiva a livello nazionale, una Sanità che finalmente potrà rispondere alle emergenze del territorio nonché far fronte con competenza nella nostra regione ai bisogni della gente, arrestando l’esodo dei pazienti e dei loro parenti verso le regioni del Centro e del Nord e la conseguente emorragia di risorse finanziare di oltre 400 milioni di euro all’anno.

D’altro canto, non è difficile immaginare che con la specifica esperienza del prof. Profiti, la Calabria saprà anche dotarsi di alcuni IRCCS che di sicuro innalzeranno lo standard delle prestazioni assistenziali e contribuiranno alla formazione dei nostri giovani laureati nelle tecnologie più avanzate. (gn)

[Il prof. Giuseppe Nisticò, già Presidente della Regione Calabria, è un farmacologo di fama internazionale. È Direttore generale e coordinatore della Fondazione Renato Dulbecco che sta realizzando l’omonimo centro di Biotecnologie a Lamezia Terme]

Appello a Berlusconi per la pace dell’ex presidente Giuseppe Nisticò

Un appello a Silvio Berlusconi per la pace in Ucraina è stato lanciato dal prof. Giuseppe Nisticò, già presidente della Regione Calabria e parlamentare europeo, nel corso della presentazione in Senato del recentissimo libro di Vittorio Testa dal titolo B, edito da Diabasis. Dopo aver elogiato l’opera del giornalistaTesta e aver ricordato episodi della sua vita politica iniziata nel 1994 con Berlusconi, Nisticò ha inviato un pressante ed accorato appello a Silvio Berlusconi perché intervenga lui direttamente, con la sua autorevolezza, non avendo bisogno di autorizzazioni di parte di nessuno, nelle trattative diplomatiche per porre fine alla guerra in Ucraina. 

«Berlusconi – ha detto Nisticò – avrebbe ottime possibilità di successo: le sue straordinarie doti psicologiche gli permetteranno di penetrare nelle fibre più intime della vita affettiva dei suoi interlocutori e così convincere sia Putin a cessare i bombardamenti e gli attacchi missilistici e Zalenski a trovare un punto di intesa per il cessate il fuoco definitivo. Questa potrebbe essere l’ultima missione di Berlusconi nel mondo e interrompere la spirale tragica di morti, feriti e disastri enormi sotto il profilo economico e sociale. A mio avviso, però, egli dovrà agire lontano dai media, in silenzio e discrezione, con i fatti, portando in tempi brevi alla soluzione del conflitto. Finora l’errore è stato di avere bruciato una sua potenziale candidatura ufficiale perché è stata considerata come espressione politica e di un partito.

Nessuno chiederà a Berlusconi di muoversi ufficialmente in questa direzione perché nonostante gli siano riconosciuti i meriti purtroppo dominano ancora ignobili sentimenti di gelosia e invidia nei suoi confronti. Egli saprà più di ogni altro parlare al cuore di Putin e di Zelenski facendo ritornare alla ragione e facendo loro comprendere l’importanza delle parole e delle preghiere di Papa Francesco che si è dimostrato coerente fin dal primo momento contro le armi e a favore della pace.

Inevitabilmente, continuare a inviare armi in Ucraina vuol dire, come da tutti riconosciuto, aumentare progressivamente il numero dei morti e le sofferenze indicibili della gente ucraina, come pure cronicizzare la situazione bellica fino al rischio di un conflitto nucleare di devastante portata per tutta l’Europa.

«Ma quale Paese al mondo – ha detto Nisticò – non sarebbe felice di essere privo di armi? Uno dei valori fondamentali della civiltà italica, tremila anni prima di Cristo e di quella della Magna Grecia (VI-V secolo a.C.) – come va da anni predicando il filosofo della Magna Grecia Salvatore Mongiardo – è rappresentato dal rispetto della vita sia degli animali sia a maggior ragione dell’uomo. Quindi, un mondo contro le armi e le guerre a favore della pace.. Questi concetti filosofici basati sull’etica dovrebbero tornare a essere dominanti nel mondo.

Attraverso una sorta di Piano Marshall per il quale Berlusconi si è sempre battuto durante tutte le crisi, in cui Europa e Usa ossessionati dall’idea di favorire le lobbies delle armi, invece di spendere soldi in armamenti potrebbero con le loro risorse contribuire alla rinascita, alla ricostruzione delle città e dei monumenti distrutti e polverizzati nelle guerra e dare benessere e risorse per i giovani per un lavoro qualificato e dignitoso! Con la creazione di una fascia di Paesi neutrali, privi di armi, dalla Svezia alla Finlandia, all’Ucraina e alla Moldavia, Paesi da inserire tutti a pieno titolo nell’Unione Europea, si potrebbe arrivare a un immediato cessate il fuoco e a questi Paesi andrebbe la gratitudine di tutto il mondo». (rrm)

 

 

 

Consegnato il prestigioso Premio Pericles alla Presidente del Senato

di MARIA CRISTINA GULLÍ – L’11 dicembre scorso la presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati non aveva potuto partecipare alla cerimonia di consegna dei Premi Pericles, alla sala Imago dell’Hotel Hassler di Trinità de’ Monti a Roma e, il suo prestigioso riconoscimento realizzato dal maestro orafo Gerardo Sacco era rimasto imballato. Ieri una piccola cerimonia a Palazzo Giustiniani ha concluso la cerimonia di questo prestigioso premio scientifico, ideato quando insegnava all’Università di Catanzaro dal prof. Giuseppe Nisticò, farmacologo di fama internazionale, già Presidente della Regione Calabria. Il quale, con particolare soddisfazione, date le origini calabresi della famiglia del padre della Alberti Casellati, ha voluto sottolineare l’importanza del riconoscimento assegnato alla Presidente del Senato.

«Il Premio – ha detto il prof. Nisticò – è stato conferito lo scorso anno a dicembre a personalità di altissimo livello che hanno dato un contributo fondamentale nella lotta al Covid e altre terribili malattie infettive come l’Ebola: il prof. Giuseppe Ippolito, già direttore scientifico dell’Ospedale Spallanzani di Roma e oggi direttore generale della Ricerca del Ministero della Salute, il prof. Walter Ricciardi, ordinario di Igiene all’Università Cattolica di Roma nonché consulente scientifico del ministro della Salute. Ieri è stato consegnato di persona alla presidente Casellati per il ruolo straordinario da lei svolto nel campo della Sanità e della Ricerca scientifica  nel nostro Paese. Sono molto felice – ha sottolineato Nisticò – di aver svolto l’attività di sottosegretario alla Sanità quando a presiedere la Commissione Sanità del Senato c’era proprio la Alberti Casellati. Da lei, con grande umiltà ho imparato che è necessario aggiungere al profilo scientifico delle leggi sulla sanità anche il fondamentale profilo normativo giuridico, di cui ella era già allora maestra».

La presidente del Senato ha molto gradito il Premio, apprezzando particolarmente il fine lavoro di cesello del maestro orafo Gerardo Sacco che non ha potuto essere presente ieri a Palazzo Giustiniani. La Presidente ha ricordato gli ottimi rapporti intrattenuti con la Regione Calabria ai tempi del presidente Nisticò, relazioni che si sono mantenute nel tempo. La stessa Presidente ha ricordato con orgoglio la “calabresità” della sua famiglia, rimasta immutata pur essendo lei nata nel Veneto. 

I Premi Pericles (nati originariamente nel 1984 come Alkameon International Prize su ispirazione del prof. Giuseppe Nisticò) rappresentano una sorta di premio Nobel italiano per la scienza. Il primo riconoscimento dell’Alkameon Academy, era stato assegnato al prof. Renato Dulbecco, nato a Catanzaro, vissuto a Londra prima e successivamente a San Diego, in California, insignito del Premio  Nobel e ancora oggi riconosciuto come il “padre della decodificazione del genoma umano”. 

Ma non solo Dulbecco: negli anni altri Premi Nobel hanno ricevuto il premio Alkameon (oggi Pericles): sir John Vane (1985), sir John Eccles (1994), Arvid Carlsson (2001) e Rita Levi Montalcini (2003), oltre a “giganti della scienza” come sir Salvador Moncada, Leslie Liversen e Graham Collingridge. Più recentemente il Pericles è stato assegnato, tra gli altri, al prof. Roberto Crea, considerato il padre delle biotecnologie e direttore del nascente Dulbecco Institute di Lamezia Terme, e ai premi Nobel Aaron Ciechanover e Thomas Südhof. 

Il prestigio del Premio viene dalle tante personalità prescelte da un Comitato scientifico internazionale che valuta ogni anno candidature di elevato spessore, non più soltanto in ambito medico-scientifico ma, da qualche anno a questa parte, anche nel campo del diritto, delle istituzioni, della cultura e dell’Etica, nel nome del padre delle leggi: quel Pericle che costituisce un faro di civiltà e di conoscenza che il mondo occidentale ha potuto prendere a modello non solo come padre della democrazia ma anche come uomo e stratega straordinario aperto al mondo della scienza, dell’arte e della società civile. (mcg)

Innovazione nel Sud: anche il Dulbecco Institute tra i 13 progetti calabresi ammessi alla prima fase

C’è anche il Renato Dulbecco Institute, il centro di ricerca scientifica internazionale che sta sorgendo a Lamezia Terme, fra i tredici progetti calabresi che hanno superato la prima fase di valutazione progettuale per l’Innovazione nel Mezzogiorno. I progetti sono stati presentati entro il 12 novembre nella manifestazione di interesse per la candidatura di ecosistemi di innovazione, che prevedano la sinergia tra università, centri ricerca, istituzioni e realtà imprenditoriali private. Clamorose anche lacune bocciatura come il progetto PaRISS dell’Unical  che prevedeva la nascita di una cittadella dell’innovazione intorno ad Arcavacata, quello presentato dall’Università E-Campus relativo al Parco Museo Kolbe e quello dell’Ingv Calabria che ipotizzava un sistema di monitoraggio multirischi per la prevenzione dei terremoti.

Tra quelli ammessi alla seconda fase valutativa (il PNRR finanzia il fondo voluto dalla ministra per il Sud Mara Carfagna per 70 milioni l’anno nel periodo 2022-2026) il Renato Dulbecco Institute, nonostante l’importanza e la valenza dell’iniziativa, richiede un impegno finanziario di 27 milioni, tra i più bassi come budget tra quelli presentati. A tale proposito, il prof. Giuseppe Nisticò, farmacologo di fama internazionale e commissario della Fondazione Dulbecco ha espresso la propria soddisfazione «per come sta procedendo la valutazione nazionale dei progetti sull’innovazione al Sud e mi auguro che si continui su questa linea che premia il merito». Anche il prof. Roberto Crea direttore scientifico del Renato Dulbecco Institute e il Premio Nobel Aaron Ciechanover, alto consulente dello stesso Istituto  hanno espresso il loro più vivo compiacimento per l’elevato standard di selezione che la  ministra per il Sud Mara Carfagna sta seguendo. «L’originalità del progetto – dice il prof. Nisticò – deriva dal fatto che sia la Fondazione Renato Dulbecco, sia la Protelica di San Francisco sono gli unici a essere proprietari dei brevetti per la produzione di pronectine o nanoanticorpi e quindi nessun altro istituto di ricerca al mondo può portare avanti questi studi».

Le prime pronectine prodotte si sono rivelate di essere efficaci in alcune forme di cancro resistenti alle terapie attuali, come dimostrato presso l’Università Magna Graecia, dai due grandi oncologi di fama internazionali il prof. Pier Francesco Tassone  e Pier Sandro Tagliaferri.  Allo stato attuale, il prof. Roberto Crea sta procedendo alla selezione delle pronectine più efficaci per il trattamento delle malattie da coronavirus e in primis delle varianti delta e di quella omicron.

Tra gli altri progetti che hanno superato la prima fase di valutazione, spiccano anche il progetto Agapi dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria, che prevede la creazione di un campus tecnologico di altissima innovazione, con un’area hitech polifunzionale e poliattrattiva da realizzarsi nell’area dismessa delle Officine Grandi Riparazione di Saline Joniche, e il progetto Longevity health Plan Institute del prof. Valter Longo, uno dei maggiori esperti di nutrizione e salute. Longo, calabrese, che vive tra Milano e Los Angeles è molto apprezzato per le sue ricerche sull’alimentazione di anziani e bambini i cui risultati offrono opportunità per una “lunga” vita in salute. Il progetto Agapi era stato illustrato qualche mese addietro alla stampa dal Rettore della Mediterranea prof. Marcello Zimbone unitamente al deputato reggino Francesco Cannizzaro: richiede un investimento di 90 milioni di euro. (rcz)

 

Istituto Dulbecco: anche il prof. Napoleone Ferrara tra gli alti consulenti

Si completa il board degli alti consulenti scientifici del nascente Istituto Renato Dulbecco a Lamezia Terme. Il prof. Napoleone Ferrara, che lavora alla San Diego University, in California, ha accettato l’invito del prof. Giuseppe Nisticò, commissario della Fondazione Renato Dulbecco, a prestare la sua preziosa collaborazione al nuovo importante Centro di Ricerca scientifica calabrese. Nisticò, che è stato anche Presidente della Regione Calabria, com’è noto, è un farmacologo di fama mondiale.

Quindi, un nuovo scienziato di fama internazionale va ad arricchire il comitato di alti consulenti. Nelle scorse settimane, il prof. Napoleone Ferrara, oncologo e scienziato di grande prestigio del’importante Istituto La Jolla di San Diego, in California, era venuto a ritirare l’ambito premio Pair del Centro Studi Americani riservato a personalità del mondo scientifico. In quell’occasione ha chiesto di incontrare il prof. Giuseppe Nisticò, che lo aveva già invitato a far parte del comitato degli alti consulenti insieme con i due premi Nobel Aaron Ciechanover di Tel Aviv, Thomas Südhof della Stanford University e sir Salvador Moncada dell’University College di Londra. Quest’ultimo è lo scienziato che ha scoperto la prostaciclina e il nitrossido, scoperte scientifiche di straordinaria importanza, per le quali  la stessa Rita Levi Montalcini aveva detto che avrebbe meritato due premi Nobel.

Dopo aver discusso a lungo del piano di ricerca e dei primi risultati scientifici che il Renato Dulbecco Institute sta ottenendo sotto la guida scientifica del prof. Roberto Crea di San Francisco che si trasferirà a Lamezia a dirigere il Centro appena saranno pronti i laboratori, il prof. Ferrara ha dimostrato grande entusiasmo verso le pronectine o nanoanticorpi già sintetizzati, che rappresentano la forma più avanzata di anticorpi contro coronavirus e varianti, nonché varie forme di cancro resistenti alle terapie attuali.

Anti-VEGF therapy for wet macular degeneration - Lasker Foundation

Nel campo dell’oncologia, in cui  Napoleone Ferrara è il ricercatore più citato al mondo per aver identificato per primo gli anticorpi monoclonali contro il VEGF (Vascular Endothelial Growth Fctor) e cioè il bevacizumab, uno dei farmaci più attivi già approvato dalla FDA (Food Drug Administration) americana e dall’EMA (European Medecines Agency) e il ranibizumab (Lucentis) usato con successo nel trattamento della maculopatia retinica degenerativa degli anziani.

«Vecchi sono i rapporti di amicizia e stima con il prof. Ferrara – ha detto il prof Nisticò –, in quanto ho avuto il piacere di conoscerlo negli anni 70 da quando ero direttore dell’Istituto di Farmacologia dell’Università di Messina e Napoleone si stava laureando sotto la guida del mio amico e collega prof. Umberto Scapagnini, entrambi allievi del prof. Paolo Preziosi, direttore della Farmacologia dell’Università di Napoli, prima, e poi della Cattolica di Roma. Napoleone era uno studente brillante che si laureò nel 1981 e poi dal 1983 si è trasferito negli Stati Uniti, a San Diego in California.

Autore di oltre 300 pubblicazioni scientifiche sulle più prestigiose riviste scientifiche del mondo, nel 2010 è stato insignito del premio Lasker che, negli Stati Uniti, è considerato quello che generalmente anticipa l’assegnazione del Nobel . Il suo curriculum conta oltre cinquanta pagine, tra incarichi, riconoscimenti e attività scientifica. Il suo arrivo tra gli alti consulenti del Dulbecco di Lamezia imprime ancor di più una precisa connotazione di altissimo profilo scientifico al Centro di ricerca calabrese che è destinato a diventare un punto di riferimento mondiale per la ricerca scientifica, offrendo formazione specializzata ai laureati delle università calabresi e di tutto il Mezzogiorno(ma è previsto anche il rientro di numerosi giovani cervelli emigrati all’estero) e creando significative opportunità di lavoro nel campo della scienza e delle biotecnologie. Non si dimentiche che il direttore scientifico del Centro, prof. Crea, calabrese da 40 anni negli Stati Uniti e detentore di oltre 100 brevetti farmaceutici, è considerato il padre delle biotecnologie e ha un’altissima competenza che gli viene riconosciuta da tutto il mondo scientifico.

«È stata – ha commentato Nisticò a proposito dell’incontro – una giornata molto cordiale ricca di ricordi della gioventù. Con l’auspicio che il prof. Ferrara possa presto essere responsabile per conto del Renato DUlbecco Institute dei clinical trials di quelle pronectine che stanno sperimentando gli oncologi dell’Università Magna Graecia di Catanzaro Pier Francesco Tassone e Pier Sandro Tagliaferri, che hanno dato primi risultati incoraggianti nel trattamento del carcinoma ovarico “a cellule chiare”, una forma di cancro particolarmente aggressiva in cui, allo stato attuale, non esiste alcuna terapia. (rrm)

Quanto pesa il voto dei calabresi a Roma per la scelta del sindaco

Quanto pesa, nell’elezione del sindaco di Roma, la Comunità calabrese presente a Roma? Moltissimo, considerando che, si calcola, siano presenti quasi 600 mila i calabresi che vivono, lavorano o studiano a Roma: tantissimi sono residenti e votano nella Capitale:

In questo momento, si stanno moltiplicando le iniziative e gli appelli da più parti a sostegno di diversi candidati di origine calabrese. Una, in particolare, il magistrato Simonetta Matone, candidata prosindaco con Enrico Michetti con la coalizione di centro-destra, sta raccogliendo ampi consensi tra la comunità calabrese.

Giuseppe Nisticò
Giuseppe Nisticò

A suo favore, l’endorsement dell’ex presidente della Regine Calabria, Giuseppe Nisticò, farmacologo di fama internazionale, già europarlamentare e più volte sottosegretario, oggi commissario della Fondazione Renato Dulbecco: «Conosco e coltivo da trent’anni una sincera amicizia con la dott.ssa Matone e, in quest’occasione desidero esprimere la mia grande ammirazione nei suoi confronti perché ha accettato la sfida di correre in prima persona per la guida della città di Roma. Nell’ultima consiliatura – dice Nisticò – la Capitale è stata governata malissimo da Virginia Raggi per cui oggi ha raggiunto livelli di degrado come non mai sia per la viabilità, per i rifiuti che inondano le strade centrali e periferiche (è di oggi il primato di città più sporca del mondo da parte dell’autorevole settimanale americano Time Out), nonché per l’inefficienza della metropolitana che è da considerare da quarto mondo. Roma è una delle città più malgovernate tra le capitali europee».

«La Matone – secondo Nisticò – mette a disposizione la sua lunga esperienza professionale di magistrato, il suo profilo etico di grande levatura nonché la sua efficienza e managerialità “tipiche” per guidare insieme con il candidato sindaco Michetti la città di Roma. La sua rete enorme di amici, oggi – ha dichiarato Nisticò –, si arricchisce dei tantissimi calabresi che vivono a Roma».

Simonetta Matone per 17 anni è stata pm al Tribunale per i Minori, ha ricoperto incarichi di governo con le ministre Mara Carfagna, Paola Severino e Annamaria Cancellieri, ed è diventata nel 2015 sostituto procuratore generale presso la Corte d’Appello di Roma, oltre ad essere stata a capo della segreteria del ministro della Giustizia Giuliano Vassalli.

«Questa comunità – ha aggiunto Nisticò – avrebbe meritato di avere come sindaco una personalità illustre di origine calabrese, di cui Roma è ricca e che fa onore al Paese. Basti pensare che di origine calabrese sono figure eccellenti nel mondo scientifico e nella società civile. Fra gli altri la prof.ssa Antonella Polimeni, attuale Rettrice della Sapienza, il prof. Eugenio Gaudio, presidente della Fondazione Sapienza e già Rettore, il preside della Facoltà di Medicina dell’Università Cattolica prof. Rocco Bellantone,  il prof. Giuseppe Chiné, alto magistrato e capo di Gabinetto del Ministero dell’Economia e in precedenza di altri ministeri, il prof. Vincenzo Ziparo, chirurgo molto stimato nel mondo accademico e già preside della Facoltà di Medicina del Sant’Andrea, il prof. Antonio Crucitti, chirurgo di fama internazionale, figlio del prof. Franco Crucitti, che ha salvato la vita a papa Wojtyla, il prof. Giuseppe Novelli, ex Rettore di Tor Vergata e l’attuale Rettore dello stesso ateneo prof. Orazio Schillaci, il prof. Franco Romeo, cardiologo di fama internazionale direttore della Cardiologia a Tor Vergata, il prof. Giovanni Arcudi, ordinario di Medicina legale all’Università di Tor Vergata, il prof. Francesco Cognetti, oncologo, direttore scientifico del Regina Elena, la prof.ssa Raffaella Docimo, ordinaria di Odontostomatologia pediatrica a Tor Vergata, il prof. Gianfranco Tucci, eccellente chirurgo dello stesso Ateneo. Altre figure di origine calabrese che hanno dato lustro al Paese sono i presidenti emeriti della Corte Costituzionale Cesare Mirabelli, Cesare Ruperto e Annibale Marini, come pure Andrea Monorchio, già Ragioniere generale dello Stato e Corrado Calabrò, coltissimo giurista e raffinato poeta, e tante altre personalità che occupano posizioni apicali nell’amministrazione dello Stato e nei campi dell’economia e dell’industria come il prof. Elia Colabraro, già direttore generale dell’IMI, e dell’industria come Giuseppe Bono, ad di Fincantieri, e nel campo della magistratura come Elio Costa già in Cassazione e Gianfranco Mollace della Corte d’Appello di Roma.

Già in passato, alcuni calabresi hanno ricoperto il ruolo di Sindaco di Roma, come Ugo Vetere e Nicola Signorello e di loro c’è ancora un ricordo indelebile tra i cittadini.

«Mi fa piacere ricordare – ha concluso Nisticò – che anche Simonetta Matone è di origine calabrese in quanto i suoi trisavoli erano i baroni Casile Rejtani di Reggio Calabria, il cui palazzo baronale crollò nel terremoto del 1908 di Reggio e Messina.

«Sono sicuro che i calabresi di Roma sosterranno Simonetta Matone nelle prossime elezioni del 3-4 ottobre e la aiuteranno con la loro esperienza nella governance della Città capitale. Questo mio appello è rivolto anche a tutti i miei amici calabresi sparsi nel mondo, perché con il loro appoggio e quello dei loro amici e e parenti, la Matone possa essere eletta con il massimo dei consensi e così far migliorare l’immagine positiva di Roma come capitale del mondo». (rrm)