Domani sera, a Lungro, alle 19, a Piazza Casini, il concerto dell’Associazione Aps Banda Musicale “V. Bellini”, diretta dal Maestro Mario Azzinari.
L’evento rientra nell’ambito di una serie di incontri musicali che si svolgeranno anche ad Acquaformosa (31 luglio alle 17.30), a Tarsia il 3 agosto alle 19, e a Marri (S. Benedetto Ullano) il 4 agosto. (rcs)
A Frascineto si è celebrata la Madonna del Carmelo e, per l’occasione, il vescovo della Diocesi di Lungro, l’Eparca Donato Oliverio, ha celebrato la Santa messa nella Chiesa dedicata a “San Basilio” in Eianina.
Presenti tra gli altri, in rappresentanza della locale amministrazione comunale, il sindaco Angelo Catapano e il suo vice, Angelo Prioli.
Nel corso dell’omelia, Mons. Oliverio ha esortato tutti a vivere questo particolare momento, con la speranza e la necessaria fiducia per superare la grave crisi dettata dalla pandemia da covid -19. Ha, poi, evidenziato come questo tempo «stia facendo sperimentare la fratellanza umana e universale come mai ci saremmo aspettati, così all’unisono confinati, nei mesi scorsi, isolati, soli, nella famiglia, in comunità, in piccoli gruppi».
«Un’emozione comune ci rende vicini l’uno l’altro – ha sottolineato Mons. Oliverio –. La nostra sofferenza, quella dei no-stri vicini, ci fanno provare una vera compassione verso tutti coloro di cui ascoltiamo la fragilità delle nostre comune umanità».
Il pastore dell’Eparchia di Lungro ha posto l’accento sulle tante testimonianze di solidarietà che in tutto il mondo stanno emergendo: “Buoni samaritani, volontari e di persone anonime di cui nessuno parlerà e che sono numerosi. «Ma – ha avvertito il presule – certamente non mancano l’egoismo e la codardia e tuttavia è bello vedere che l’attenzione fraterna senza confini ha preso il sopravvento».
Trasformazione e cambiamento per Mons. Oliverio, le situazioni di crisi come l’attuale, possono essere viste come un’opportunità per rinsaldare i rapporti con il prossimo, per sentirci parte di un’umanità che è sempre più globalizzata, ma sempre pronta a creare tutte le condizioni per un nuovo umanenismo. (rcs)
Oggi, domenica 9 febbraio il vescovo mons. Donato Oliverio, il capo dell’Eparchia di Lungo, farà visita alla comunità Arbëreshë di Roma. La solennità dell’incontro sarà segnata dalla Divina Liturgia Pontificale alle 10.30 tenuta da mons. Oliverio alla Chiesa di Sant’Atanasio il Grande di rito Greco Bizantino, nel centro di Roma, in via del Babuino 149. Sarà un momento di grande e intensa partecipazione. L’Eparchia di Lungro – che ha celebrato lo scorso anno i 100 anni – è una piccola diocesi cattolica di rito bizantino che raccoglie i fedeli italo-albanesi che vivono nell’enclave arbëreshe del Cosentino, mantenendo in vita una realtà che ha saputo non disperdere il prezioso e variegato patrimonio della tradizione bizantina nel culto della Chiesa Cattolica.
La storia dell’Eparchia di Lungro risale al 13 febbraio 1919, quando con la costituzione apostolica Chatolici fideles papa Benedetto XV univa in un unico corpo ecclesiale e giuridico i discendenti dei profughi albanesi e greci dei secoli XV-XVIII. «I fedeli cattolici di rito greco – si legge nella Catholici fideles –, che abitavano l’Epiro e l’Albania, fuggiti a più riprese dalla dominazione dei turchi, […] accolti con generosa liberalità […] nelle terre della Calabria e della Sicilia, conservando, come del resto era giusto, i costumi e le tradizioni del popolo greco, in modo particolare i riti della loro Chiesa, insieme a tutte le leggi e consuetudini che essi avevano ricevute dai loro padri ed avevano con somma cura ed amore conservate per lungo corso di secoli. Questo modo di vivere dei profughi albanesi fu ben volentieri approvato e permesso dall’autorità pontificia, di modo che essi, al di là del proprio ciel, quasi ritrovarono la loro patria in suolo italiano».
La Catholici fideles era la risposta della Santa Sede alle pressanti richieste di tutela avanzate per lungo tempo dai discendenti del condottiero-eroe albanese Giorgio Castriota Skanderberg, a suo tempo insignito del titolo di “Atleta di Cristo” per l’impegno profuso coi suoi valorosi soldati a difesa, per un quarto di secolo, della libertà e dell’autonomia del proprio popolo e della cristianità europea. L’esodo dei greco-albanesi in Italia si fa risalire a dopo il Concilio di Firenze del 1439, la caduta di Costantinopoli del 1453 e la morte di Skanderberg nel 1468. A spostarsi era un popolo con un proprio patrimonio linguistico ed ecclesiale, orgogliosa della sua libertà e della sua cristianità.
L’Eparchia di Lungro, dalla sua istituzione, ha contato quattro vescovi. Il primo fu mons. Giovanni Mele, eletto ad appena 34 anni che resse l’Eparchia dal 1919 al 1979, cui successe mons. Giovanni Stamati (già coadiuvatore di Mele a partire dal 1967), e, prima di Oliverio, mons. Ercole Lupinacci dal 1988 al 2010. L’attuale vescovo Donato Oliverio ha ereditato una diocesi, saldamente piantata in Occidente dove rende visibile con estrema chiarezza le ricchezze della tradizione bizantina e la bellezza della possibile unità tra i cristiani di Occidente e di Oriente nella differenza delle tradizioni e nella diversità delle lingue.
Mons. Oliverio regge l’Eparchia dalla sede di Lungro, una bella cittadina calabrese di circa 3.000 abitanti, posta sul versante Sud-Ovest della Catena montuosa del Pollino, ai piedi del Monte Petrosa, a un’altitudine di 600 metri sul livello del mare. Il suo trono si trova nella Chiesa Madre di tutte le Chiese dell’Eparchia, la Cattedrale di San Nicola di Mira, costruita tra il 1721 e il 1825. Maestosa nella sua pianta romanico-barocca a croce latina, negli ultimi decenni è stata impreziosita da pregevoli mosaici e affreschi, che la rendono un luogo unico in cui arte bizantina e spiritualità orientale si coniugano felicemente, tanto da portarla ad essere considerata la Chiesa più importante del cattolicesimo bizantino arbëreshë in Italia. Nella sua cupola domina il maestoso Cristo Pantocratore, volto della misericordia del Padre. (rrm)
Da oggi, fino al 2 ottobre, a Lungro, si riunisce la Conferenza episcopale calabrese.
L’Eparchia di Lungro, infatti, dopo la storica visita del patriarca Bartolomeo I, è stata scelta come luogo in cui svolgere la riunione autunnale, convocata da Mons. Vincenzo Bertolone, presidente della Cec e Arcivescovo Metropolita di Catanzaro-Squillace, dove i vescovi e i presuli calabresi si riuniranno per continuare a lavorare nel solco «di quell’esperienza di ecumenismo sincero, bello, che va nella direzione voluta dai Papi e dal Santo Padre, Papa Francesco, in particolare, negli ultimi tempi».
Martedì prossimo, alle 8.00, i presuli della Conferenza episcopale calabrese celebreranno la divina liturgia nella Chiesa di Santa Maria Assunta di Civita. (rcs)
Nei giorni scorsi, a Lungro, a San Demetrio Corone e a Rossano è venuto in visita il patriarca Bartolomeo I, in occasione dei 100 anni dall’istituzione dell’Eparchia di Lungro.
Una storica visita, che ha visto la partecipazione di molte autorità civili e religiose, tra cui Mario Oliverio, presidente della Regione Calabria, Maria Francesca Corigliano, Assessore regionale alla Cultura, Paola Galeone, prefetto di Cosenza, Giovanna Petrocca, questore di Cosenza, Domenico Pappaterra, presidente della Arpacal, Giuseppino Santoianni, sindaco di Lungro e i sindaci arbëreshë e che ha rafforzato il ruolo della Chiese arbëreshë quale ponte del dialogo ecumenico tra Roma e Costantinopoli.
Al patriarca, nel corso della sua visita, sono state consegnate le chiavi della città di Lungro dal vescovo, mons. Donato Oliverio.
Sempre a Lungro, nella Cattedrale di San Nicola di Mira, Bartolomeo I ha parlato del rapporto con Papa Francesco «che vive e si comporta in modo degno del nome che porta, e con il quale ci unisce un amore fraterno stretto e universale dall’amicizia che, entrambi, desideriamo vedere estesa tra il clero e i fedeli delle nostre Chiese sorelle e col quale ho avuto un caloroso colloquio sempre con la piena unione della fede». (rcs)
Grande attesa per la comunità arbëreshë di Lungro per l’arrivo, previsto per oggi, del patriarca ecumenico di Costantinopoli, Bartolomeo I.
Il patriarca, il più insigne rappresentante mondiale delle Chiese ortodosse, sarà accolto dal vescovo di Lungro, Donato Oliverio e dai rappresentanti delle Istituzioni ecclesiali, amministrative e militari calabresi. Prevista la presenza del vescovo di Lamezia Terme, Mons. Giuseppe Schillaci, e di Mario Oliverio, presidente della Regione Calabria.
Alle 18.00, il patriarca Bartolomeo I presenzierà alla preghiera del Vespro nella Cattedrale di San Nicola di Mira e, al suo termine, si rivolgerà ai convenuti.
Nella giornata di giovedì 19 settembre, il patriarca, accompagnato dal vescovo di Lamezia Terme, visiterà la Cattedrale di Rossano, dove si incontrerà con mons. Giuseppe Satriano e il clero della diocesi. Prevista la visita al Museo del Codex.
Nel pomeriggio, infine, il patriarca visiterà San Demetrio Corone, dove inaugurerà, nel complesso della Chiesa di Sant’Adriano, una mostra di icone.
«L’Eparchia di Lungro – ha commentato il protopresbitero e vicario generale della diocesi lungrese, Pietro Lanza – dopo la visita al Quirinale dal Presidente Mattarella il 24 maggio e l’udienza speciale con Papa Francesco il 25 maggio, si prepara per quest’altro grandioso e storico evento, che apporterà benefici al processo di riavvicinamento fraterno dei cristiani, dalla nostra Calabria, terra di santità, di accoglienza e di incontri costruttivi». (zc)
Questa sera, a Lungro, alle 21.30, alla Casa della Musica, la 17esima edizione del Premio Cassiodoro.
Il premio, istituito dall’Universitas Vivariensis e ideato da Demetrio Guzzardi, viene assegnato a quelle personalità che operano e risiedono in Calabria e che si sono distinte nella ricerca e nell’elaborazione culturale, economica e sociale.
Un Premio, dal sottotitolo Memoria e Bellezza, che è «un’altra vetrina di quanto di buono e di bello possiamo proporre come Calabria, soprattutto come persone. Delle persone che hanno lavorato e che hanno dato molto alla Calabria rappresentandola positivamente, nella nostra Regione, in Italia e nel mondo».
Nel corso della serata, saranno premiati Andrea Monda, direttore “L’Osservatorio Romano”, Josif Droboniku, artista e iconografo, papàs Antonio Bellusci, fondatore Biblioteca Internazionale, Antonio Lotito, cantante lirico, Gaetano Gianzi, “Corigliano per la fotografia”, Lucia Martino, animatrice culturale, Mimmo Sancineto, editore “Il Coscile”, don Dante Bruno, fondatore “Regina Pacis”, e il Coro Polifonico della Cattedrale di Lungro. (rcs)
In occasione dei festeggiamenti dei 100 anni dell’Eparchia di Lungro, oggi, a Roma in San Pietro la divina liturgia in Rito Bizantino all’altare della Cattedra, presieduta dal mons. Donato Oliverio, vescovo dell’Eparchia di Lungro. L’ingresso è libero. Sabato mattina, invece, previsto sempre in Vaticano a partire dalle 9.30 l’incontro con Papa Francesco, in Sala Nervi. Non serve invito, l’ingresso è fino ad esaurimento posti. (rrm)
Al via, a Lungro, festeggiamenti per il centenario dell’Eparchia, che ha richiamato, nella città, migliaia di fedeli provenienti dalle parrocchie cattoliche di rito orientale e di lungua e cultura albanese del Molise, della Puglia, Basilicata e della Calabria cosentina.
A partire dalle 16.30, nella cattedrale di San Nicola di Mira, sarà celebrata la Divina Liturgia, presieduta da mons. Donato. Prendono parte all’evento il cardinale Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, il cardinale Ernest Simoni, ultimo superstite della persecuzione ateista in Albania, il vescovo di Piana degli Albanesi, Giorgio Demetrio Gallaro, gli Arcivescovi e i vescovi della Conferenza Episcopale Calabra, i vescovi di altre Regioni italiane e dell’Aòbania, del Kossovo, della Grecia e dell’Ungheria, i presbiteri dell’Eparchia di Lungro e numerosi presbiteri di altre diocesi.
Presenti, anche, il presidente della Repubblica d’Albania, on. Ilir Meta, le ambasciatrici dell’Albania presso lo Stato Italiano e la Santa Sede, autorità civili e militari.
L’Eparchia di Lungro è stata istituita il 13 febbraio 1919 da Papa Benedetto XV con la Costituzione Apostolica Catholics fideles graeci ritus, affinché le comunità Arbëreshë, che ancora mantenevano la tradizione liturgica, teologica e spirituale bizantina, potessero essere organizzate sotto la guida spirituale di un unico Vescovo. Attualmente, è guidata da mons. Donato Oliverio, che ricorda che «La Chiesa italo-albanese è coinvolta nella grande questione della ricomposizione dell’unità dei cristiani. San Paolo VI definì i fedeli italo-albanesi quasi precursori del moderno ecumenismo. Siamo chiamati dunque, come Eparchia, a pensare in termini ecumenici, a vivere per l’ecumenismo, a far fruttificare il nostro essere cattolici di rito bizantino in chiave ecumenica». (rcs)
Nella giornata di ieri, nella sede del Seminario dell’Eparchia di Lungro, si è svolta la conferenza stampa di presentazione del programma celebrativo del primo Centenario dell’Eparchia di Lungro.
L’incontro è stato aperto con i saluti di Pietro Lanza, protosincello dell’Eparchia, protopresbitero . L’editore Demetrio Guzzardi ha presentato in anteprima – con la proiezione di un filmato – l’agile sussidio divulgativo, realizzato in occasione del centenario, dal titoloEparchia di Lungro: una piccola diocesi cattolica bizantina per i fedeli italo-albanesi “precursori del moderno ecumenismo”. Il volume in appena 96 pagine e corredate di 260 foto, partendo dalla venuta degli arbëreshë nel XV secolo e scorrendo agilmente nel tempo, presenta lo stato attuale dell’Eparchia di Lungro e ciascuna delle 30 comunità parrocchiali che ne fanno parte.
Il vescovo Donato Oliverio ha illustrato le iniziative che caratterizzeranno il centenario: si parte con l’inaugurazione, che avverrà mercoledì prossimo, alle 16.30 con la celebrazione della Divina Liturgia, nella Cattedrale San Nicola di Mira in Lungro, «che vedrà tutto il popolo dell’Eparchia in festa per celebrare la gloria di Dio e la sua provvidenza verso gli arbëreshë».
Inoltre, è stata annunciata la partecipazione del cardinale Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, il cardinale Ernest Simoni, “ultimo superstite della persecuzione ateista in Albania”, i vescovi della Conferenza episcopale calabra – che, “in occasione del primo centenario dell’Eparchia, hanno voluto manifestare la gioia della Chiesa calabrese redigendo una significativa lettera di augurio”, nonché vescovi di altre Regioni italiane, vescovi dell’Albania, del Kossovo, della Grecia e dell’Ungheria. Sarà presente, all’evento, il presidente della Repubblica d’Albania, Ilir Meta, e le ambasciatrici dell’Albania presso lo Stato Italiano e la Santa Sede.
Per l’occasione, il prossimo 11 febbraio le Poste Vaticane emetteranno un francobollo commemorativo del primo centenario dell’Eparchia di Lungro.
Inoltre, sono stati annunciati diversi appuntamenti a Roma: il 18 maggio saranno presentati due volumi sulla storia dell’Eparchia di Lungro, mentre il 24 di maggio una delegazione dell’Eparchia sarà ricevuta ufficialmente al Quirinale dal presidente della Repubblica Italiana, onorevole Sergio Mattarella. Nel pomeriggio della stessa giornata sarà celebrata la Divina Liturgia all’Altare della Cattedra nella Basilica di San Pietro, mentre nella mattinata di sabato 25 maggio Papa Francesco incontrerà le comunità arbëreshe nell’aula San Paolo VI. Infine, una domenica del mese di giugno su Raiuno, verrà trasmessa da Lungro la Divina liturgia in diretta tv. Il vescovo ha invitato tutti a vivere con pienezza l’anno di grazia del centenario.
All’incontro sono intervenuti: Maria Francesca Corigliano, Assessore alla Cultura della Regione Calabria, che ha portato il saluto del presidente Mario Oliverio, Demetrio Crucitti, direttore della sede Rai Calabria, che ha informato che la sede Rai regionale si è attivata per riprendere e divulgare i principali eventi dell’anno del centenario, Francesca Di Pace, presidente del Consiglio Comunale di Lungro, che ha presentato l’entusiasmo e il coinvolgimento dell’intera popolazione di Lungro, l’imprenditore calabro-arbëreshë, Ernesto Madeo, presidente della Filiera Madeo,Domenico Pappaterra, presidente dell’Ente Parco del Pollino, che ha messo in rilievo l’importanza dei paesi arbëreshë nell’ambito del Parco, e la vicinanza dell’Ente alle problematiche culturali.
Presenti anche Rosaria Succurro, assessore agli eventi culturali del Comune Cosenza, che ha rilevato la significativa presenza nel territorio della comunità arbëreshe e la positiva collaborazione con il Comune della città capoluogo, il sindaco di San Basile, Vincenzo Tamburi, in rappresentanza della Provincia di Cosenza, che ha messo in rilievo il valore aggiunto della realtà arbëreshë per lo sviluppo del territorio. In chiusura è stato presentato in anteprima il testo della canzone per il centenario, composta dal cantautore Alfio Moccia.
Erano presenti i vicari generali o delegati delle diocesi del cosentino: Cosenza-Bisignano, Rossano-Cariati, San Marco Argentano-Scalea, Cassano allo Jonio. Tra il pubblico numerosi parroci e sindaci dei paesi arbëreshë, i rappresentanti delle Associazioni Faa e Uniarb e tanta gente convenuta per essere presente a questo importante appuntamento.
L’incontro si è concluso festosamente con la degustazione di prodotti locali offerti da rivenditori della zona. (rcs)
La foto in copertina e nell’articolo sono di Mario Funari.
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